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Full text of "Delle antichità giudaiche, p. 2 (Flavius Iosephus)"

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IDIECIVLTIA1I 

LIBRI DI GIOSEFFO 

FLAVIO HISTORICO, 

HVOMO CLARUSIMO 

Delie ^Antichità Giudaiche. 
SECONDA PAR TÈE 




m . 



13 3 





DI FLAVIO GIOSEFFO 

HISTORICO.HVOMO 

CLARISSIMO 
DELLE ANTICHITÀ' GIVDAICHE, 
L l fi K,o r X D E C I M o. 

Del tornare dt Giudei i» Gieruftlemmc per concime dì Ciro t e detta 
étfijti awne del Tempie . Cap, 1. 

} •<? K^K fì primo dell'imperio dì Ciro \e dì Ter fa, effendi i>H5 , u 
tanno 7 o.da quel ili cbei noftm popolo paflò da i proprif con* j XSi.ù 
fini in .B-ibìtornuj bebhe Iddio mifirkordia detta c^ttiuìtàdi 
quello, e delta infelicità degli infelici H ebrei , & come baue- 
uapttdetto pir Gwemia "Profeta , prima che foffè roumata 
la aita, poi che btbbe f ruito a X bitcodowfor , & afuoì neùotì quafi anni 
Jcttanta da Miotto tonfatili alla propria terra, e Sterminò che edìficaffè 
ti tempio , egpdrffe la pacata fdicitd . tornendo adunque t animo di Ciro 
™nf e f! m!ìe j pef tm<t tjtfu * DÌCfCin * ' ti««™domiil grandid 
7in 2 U Tf !T*' the adora il popolo 

pcanttjHùtempMtiiGierufilmm c terra di Giudea. Qu e Ro haue* ìntSh 
pm* Verebchaueua detto fedamente , eh dkeia iddio ; Io Ho&tiocbe 

<erfr,c Hfcff J^CSSSS*? rf " ^iprencip, dr Cimici 

«Mh**«N Sii:wl7 rtM ^r rfcf ' s Mandarono in Ghttf* di Mt,i " 



VELIE ^XTttRlTje Gir p^ICHE 
aìuto,e Amano a nnouare il tempio oro, argento* altri de candii e giumenti 
rendano a Dio iuoti,telebrando le or dittate immotationi feconda l'antico co 
fiume ,come rìnouando U antica religione. Mandò etìandio Ciro inaftdì Dìo, 
portati da l^uhucodono/ort Babilonia^ diedegli a portare a Mitbndate 
the foriere , c omettendo chefuffero dati k guardia ad Jbafaro, mene che fi 
reéfìcafje il tempìo>ilquale compiuta U defjer a ìfaterdoti,e prencipi del itol 
li colloca/fero nei tempio. Et fcriffeCiro ai Satrapi utt'tpifìolaìn que^a 
Sformai CiroBg a Si finto e Sara sbavo /alatalo ho la/ciato ritornare nella lo 
Epìfto - rù p Jfr ^ j giadcifCbe habitauano nclmiopae/e f i quali fi hanno minta par. 
U t CA ~ tìre,& ho conceffo che edifichino k cìttà,& il tempio di Gierufalemme , net 
IO * mtdtfitno luogOyOuecraprima.UO mandato parimente Mitridate mio tbtfa. 
ricre,e zmiùbclprencipedegiudd.chc rìfhccino i fondamente reedifichi, 
no il tempiojla cui altera fia feffirtta gemiti, & altra tanta largherà. , e 
faccino tre mura dì pietra lifeia , <&- impalco dei Ugnami della pronincia. 
c parimente t'aitare, foprail quale facrifitbino a Dio. Et utglìo che fi facci» 
tutta la fpc/n del mi» . Ho mandato etiàndio i nifi che colie ^ibucodonafor 
del tempio, & bolli dati a Mitridate mio the foriere, & aZ . ro babd preti* 
cipe de Giudei, accioebe li portino in Gierufdemme li riponghlio nel tem- 
pio , il loro numero e tale refrigeratori d'oro 5©. d'argento ■yoo.ta>fid , ac- 
qua d'oro 50. d'argento. 500. libatorifà'oro 30. ta-j^e d'oro, 30. d'argen- 
to 2400 & altri j.000. tt^fimoìto gra di. Comedo etiandio a lorol'bonore 
ebe baueannì padri loro . Gli afttgno per ì giumenti >oglio -, e wno dramma 
,10 S yoo.pcr la fimifa del formata, 1 ^apQ.artabiJle^uai cofefe gli diano dt 
1 tributi dì Samaria, Etfaecìanoijatrìficij ificerdoli fecondo le leggi di Mot* 
f e> offerendo pregheranno iddio per la /alti te del f{£, de firn figlioli , ibt 
pofsegono il regno Terfiano.Et uoglio che fia croci fiffò ehi ardirà di 'fontw 
fare a queflò>mettaft alfifeo il loro baxere.Coft dkea t'epifiola.Furono qua 
(beucimero della eattiuitak Gierufalemme, 6o%A;6 i ■ 

Come fu vietato a Giudei di edificare il tempio per una con* 
giura de i Satrapi - Cap. il. 

>mu Mando t Giudcii fondamenti, & aff/ctladofi molto tintele sterne a 
j,Eid.iK \J,ùefpetiafaiente i Cutheì , i qmH Salmanafar re d'affirk banca con- 
dotti di Media e di Terfia,e fattogli habitan in$amaria,qtt(tndo egli conduf 
/e aia il popolo d'ifrael,andattano da i Satrapi e da (jua che della fàbrica b* 
ucano cura per impedire i Giudei che non rifiicefsero la. città , ne edifica fi crf 
il tepioj quali corrotti con danari da Cutbeiydonentarono nel fabricaTe far* 
di e negligenti. Ciro nelle gtmreoccupato mn.fapea diqueHo,^ caduteti* 
dol'efseràtc contro Mafsagetimori . Vigliando poi Cambi fis figliolo il rega* 
quo chtfiauanoinjlffiriafin Fenicia i nelle regione .Ammonite e Moabite » 
in Samaria, fcrificrtì al re in qHeUagiùfa. Signore » i m$i /emt , Pfiatintó 
ftntwe dì tutte le cafe che attengono t e Samdi$ Scribi tìr i pittori e Giù*; 
* dici 



SdS Sorta e di Fenicia, Dei fapereore cbeiGtudet gtd condotti in Botto- 
ni* fono ritornati a noì>& tdificano audU maluagta e ribella cittd, e rifan- 
no il tempistiche compiuta che fu nonpagb-r.jnnocsjt ti tributo, nefx 
rwno ubidienti^- nffltwm a ire,afftmandr>fié fioreggiare pi* lo- 
fio tbe ubidire. Matta tanto che fi £0™ ti tempio , infinita , cut, paruto 
ioueuenokfcrìucni s acciacbe leggi le memorie de tuoi annchi,nelle quali tra 
fieri i Gin dei eflt r tibtlli,& a i re nemiei t per il ebe la loro città ftt deflntt- 
ta.Et però baibiamo notato attiftrti di tjucfio,cbe forfè nonfefapea, perche 
fefari edificata la chtà t e furti f caca d'ai temo con mure far atti chiù fa la im 
(ti gite alla Sàvia inferiore & atU Fcnkia.Cambife che età. di satura malta 
giojetta qutfia rpiìiola fi cow/toffe,e fcrijfe in quefia forma . Cambi fe f^e 4 
JUbutimo ftrittore delle tufo che attengono & a alefemio e Semtlio fcribi, & 
Agli altri miei prìncipi & buttatoti in Fenicia & in Samaria, dia in que- 
lla fttrmaiLeggendo k no/ir r lettere Jbo fatto cercare per ì libri dentiti mag* 
giori, & ho trottato quefia cittì fempre effer nimica a ìre,& ì [noi babttd- 
tori batter foikttato guerre e feditioni,efappiamo che ire loro bautta con po- 
tenti e Hiolen^ pigliato tributi) dalia S>ria inferiore e da Fenìcia.Cvmman 
di adunque che ut ri fi Ufà tbei Giudei edifiebino la città , acciò non ft fac* 
eia maggior la Ur malti ag : t à,cb( bwno tifata contro ire , ì\hatimo e Seme- 
tio e quei che erano con loro lette quelle tett<re } motarono a cattai la uemiero 
in fretta a Gicruf,lcmtne,e conditcmdo fcco gran moltitudine , uirtarono n 
Giudei I'edificatiane del tempio e della città. Durò qui flit impedimento anni 
notte jltfal fecondo anno di Ojrio re di Te» ft a. Ter che Cambi fe banca regna 
tofeiaitniMqu.de tornando da Aggiogare gli Egitti^monin Datnafto, 
Solanone della qttefìione prvpofta,del tornare deG iudti t dd ree 
difcnre il Tempio, e di due impedimenti. Cap. Iti. 

VC cift t M agbì,ì quai morto Cambi fe, tennero il fiati un'anno, quei che 3 .Efd, j 
fi tbiamauano fette premipi tra Terfianhcrearonore Dario figliuolo 
d HiSìafpe . ìlqttale efiendo hnomo prtnato , promifè a Dio di mandare al ■ 
tempio in GterufcUtìime tutti ina fi di Dìo ebefi rmeffero in Babilonia fe 
Mè crea tore. Attenne a quel tempo che Zursbibddmadc i cattiti He- 
bret,ando di Gierufalemmc a Dariorfet quale era (lato amicala cnde eiW/- 
candok degno guardiano dellaperfma dd re con altri due, hebbe il Sperato 




àZ À ? " 1 1 1 2 7 ma W tf M rf* ptoimtìeJU iffer,d< ft ogn uno an 

ZI "JlTrfl c T^ barh re kcme antera Jbauendo 

KS^ » aggina tutto il rimanente della nottue par 

T- mrhep ™ mife tiih ^^fornmameme quello, che al 
p£tl^£T^¥J" a "* A & chefanUeuiSlito di 

3 in 



ÌYt carro coni fretti doma farebbe capello di biffo t e collana d'oro, e filereb- 
be apprcffo di Itti per là fapìenyi Sfarebbe chkmt&fm parente . Coft het- 
ìienloli fatto ftmil promcflhprmicrameme interrogò loro, chi era p tH port- 
Qucbio teit uino,oil l\t,ò le donc t efe era Unenti di tutte quefle oofepiu potetele 
ne mo* p m p 0 fìe tuie qitetlìon'hft mif 'e a ripofare.remto pot il dì cottacò tutti i magi 
polla J» Sitati Satrapi e Trefuti di Verfta t e di Meéa,e fedendo ne I nfitto feggh lt ^ 
(aaut mandò che cadauno de firn Camerieri diceffe quello che gli par effe delle py 0 
mutai. ?ofìe qucflioni. tbora il primo dìmoBrando l'cccdltza del uino,dice.Q»£ 
La pox£ do io confiderò UfÓt&Ffà del u'mojrouo che egli stinco ogni cefi, perche tm 
sa del ni t4 cinema \ e menti di chi beono,e fa ì % anco f imiti a fanciulli, fa il fer. 
*°V «o ardito cojnefe fuffe libero,e fa che'l panerò ftpenfadì effer ricco. Conuer 
tifee e riforma le animar efteia ti opprcfft,efHngne la malinconie fiifcofrtk 
re a debitori il debito, di /ponendoli inguifa che fi giudicano di tutti ìpin rie* 
thi,no» partano di cofe nìli,ma ticordandofì de le richezje,ufano felici paro 
U,fpre7£ando ì ft$&i maghimi. Fa etiandio fcordaregliamic'hanti fhar 
mare gli hitomini amicisfitnitftìogliere le compagnie , & poi ebepadito co'i 
dormire il uino,ft defìano, niente penfano pia di quc!lo,che hanno efìenda em 
briatbi commejfo. Conftdcrando adunque tali ragioni , trono la potenza del 
vitto efier d'ogn'Mtrà la maggior e f e che uin ce ogni co fa con molenda . DcttQ 
che bìbbi qutUo il primo de la potenza del uìnOi cominciò il fecondo A com< 
p mendarcla potenza del , moflrando lui effer più potente e forte di quelle 
Selli e" (imo giudicate robujìe s &prefeaprouarper tal uia : Gli hitomhi 

' che conjUringono co'l loro potere il mare,e la tetra ad ubidirli ,fo no al Bgfog* 
getti, ^duque perche no faranno giudicati inoperabili per uertU, e potenti 
quelli ,cbcfvpra tanto potente e gagliardo Signore hanofignoria. Som ubidì 
ti quando fpingono ipopoli a guèrre e per l(o\e mandandoli contro ncmui,& 
fono per la gran poten-^a itbhiienthcommandane che fifpianinoi méti,fi ab- 
battine le mura e le lorri y e ft lafciattùgli buon'ini uccidere per non contrafa 
re a i precetti, E {/incendo, portano al ìig la preda tolta a nemici . Quelli poi 
che non «anno al joldOì ma arano la terra,dopoi le grìettì fatiche foUenute» 
miedendo e raccogliendo i frutti, offerì feono a ì fen%a differire quei tribù 
ti,ebe elli baucranno comandato. 1 mentre che dormono con ogni delitia , 
fono da chi ucggbianognardatì t comefsìnti dal timore non ardifeono tafeiar 
li, mentre che dormono epmirftpcrptoucdcre a fe mede fimi , ma giudicano' 
y°'« e queH'opra neeefiaria che Bìano a la guardia dd t\f . "Perche non fi crederi 
j c lc adunque cbe'l Rgnincaper potenza ogni cofa a cui tanti popoli fono affretti 
ad ubidire. Tace ndo coBuhlorobabel il terqp cominciò a parlare de le dome 
e de la neri t a dìcen do.GU b in uero potente il uino &ill{e s a cui tutti ubidì* 
fcono,ma la beitela de le donne e dì quefìe cofe più potcnte.Terche la don* 
ita ha partorito il ^e,ele done hano partorito e nodrito quet,che Mno pian* 

tati le Mii t cbt$nàmn9 il nino , 2{>n è to/ìt dsuna tywlt nun I habbio* 

m 



m da qtttlk. Bile ti teffono te ticM,c governano e conferitane le cafe noflre, 
ve potiamo fi parar ft da ie donne Je poffediamo oro o argento^ 0- qualunque 
tittra predo fa cofa e degna dindutfriauedendo una beila donajafeiado ugni 
eofa,dc la fita ttaght^a ci merauiglìamo. Co fintiamo di perdere ogni nottn 
bauere per godere la deftata belletti [cordiamo il padre, la patria efpef- 
fo gli amici per le mogli, ne temiamo dì perdete convelle la mta, Tronfi af- 
fatichiamo noi per mare e per terra t tokrando ogni fatica ,e ciò cheacquitìi* 
. mo,apprefentiamo a te mogli come a Sigio re ? lo ho u eduto a te fiate il He, di 
tanti huomtni signore effer percolo connotate da ^pama figliuola di l\*b4 
%aco Tbemafi faa concubina Ja quale pigltado U diadema dal/no capofila 
menata in capo,& ridetta HHe,rid&to lei,efe mofìraua malinconìa,fe ne af 
fìgea,eta Infingano, con prìegbì,& bumilìauafi oltre modo uedendota afflit 
ta. Cominciò poi il mede fimo Zórobabel,nededo i Satrapi,& i Vrencìpi a di- 
/pittare de la uerìià , moflrando apertamente che quantunque fiano le done 
potenti, tuttama fono ette &ill\e deboli a toparatione deh ueritd.Terche 
feta terra è grandifftma,c*r il deh aito e uelocc , tutte quejìe coje to'l divino 
uokre fi mmuono . Et Iddio ègìuflo e uero , la onde i da giudicare la uerità 
effer fortifjima , centra la quale non bà potere la iniquità , Oltre dì qttefto 
le altre cofe che paiono forti, fono mortali, e tatto negano menoma la uerità 
è immortale e wpittrna, &■ no ci accomoda da la beitela che co l t?pofi an 
nulla,nc le ricchezze che per fortuna fi perdono,ma di} (cerne le giutle e tega, 
lì opere da quelle,the fono giudicate tngiuUe cjr inique; Hauendo Zorobabel 
compiuto il parlare de la uerità ,fu commendato da la moltitudine d baucr 
detto it ucrotcbe folamcntela iteriti bà fartela immut abile f cbc non inuee 
cbia>e commandò it ^ebe oltre le cofe proìmjfe, dimattdafle ciò che gli pla- 
cca chegli h darebbe,ependo apparato degli altri pi» fauio e prudcnte.Com 
mandò poi che fede fie appreffo dife,cfufle chiamato fuo parente . MI bora 
Zorobabel io ammonì , che ojferuaffe il noto che bauea fattole bouefìe il re 
gno. il uotoda lui fatto era tate di reedificai fela città di Gkruftttt mmee't 
tempio* reìhtuiretuafi, ebe l^abutodonofor bauea portati in Babilonia.Et 
questa èfdifieegli la mìa dimanda , iaquai mì commandi che io chiedi a, per 
che fono fiato giudicato fauto e prudente . it sfatto tieto di queUofi leuò e 
battono Seri /« poi aToparcht e Satrapi commandando che accompagnato 
re ZorobalHl,ecbi doueano andare con tuia reedìfìcare il tempio Commife a 
tmagiStraUdt Sona e dì Fenìcia , che tagliati legni dì Cedro delmonte Liba- *? di ° 3 
chtìT^T Gler » d ™™ Porgendoliaiuta a rifare la città . Scrìfse £X 
Si ^ mmU da U mtlittttà in Ghid ™ eranohbcri , e uìeiò che ì df 
anrefoT Tr g ?? tl * Giudei (opere re^U,commandò ' 

tiare T^£^^J^PW*»fait* ? ! ' 3f0 terreno uedeameùttt 
N ■UfsiZ, lé>tfn "> H ^marìti,equeì chebabitauaiio la Soria inferiore, 
V*W it terrebbe temano de giudei: ^Afscgnò per t'edificatione deltem 

iA 4 pio 



pk cinquanta talenti . Con ceffi che faceffero i legnimi fatrifieij, facendo del 
/ho pm (pefj nelle facrì uefii conlcqitali minifìra nel tempio ilfommo fi fC r. 
dote egli attrite gli ìfiromcnti per itettithconi quali cantano al Signore . 
tetminò che fusero dati alle guardie delia città del tempio gii ordinari) u Ym 
reni,& t denari per il loro uiucre. Mandò ctùndio i uafi,& o$ni cefo, the noi 
p ie f ir ci ™F lììi£ & Ì!li nel réitttiregli H ebrei, Dark la conditi fe ad effetto, 
i Ecdifi . Hauendo l h\e datiate tutte qm/ie cofe, Z or&babel vitando del real piaggio, 
tare h riguardò ttwfo il cielo, e cominciò a rendere gra tic a Dio della fapkntìa ,p tr . » 
cittì & loquale aitilo prefent e Dario , quando che non fi tcnea di quefte cofe degno 
il iCpio. mn battendo iddio prcpitio. Cvft rèltdagratie dei beni prefenti , cbiedea the 
per l'aueniregli porgeffe aiuto, fenato a Babilonia fece a fuoi contribuii ma. 
ni fello il regk pretti to.Elli udendo quello rendeam gratis a t)io,ebe li nìii 
tuìua alla turo patria,? datifi a bere , e?* a fìar Iteti celebrarono fitte dì infe 
fla cpiaari. Dipoi iprencipi dt'Gindti douendo andare in Gierufahmme con 
le mogh,figtiuoieegti ammali da finta dcfkrogìi buomini di Dario che egli 
banca éfft guati ',cl>c li campagnaffèyo in Gmulal$rne,& andauano lietamen 
te e Cùnfi.}ia.cintando e fonando pifferi e cimbalì . Et gli andana m»airq la 
moltitudine degli H ebrei fetìtggiando . £t cofi andauano in GÌewfatè'me un 
certo numero d ogni tribu.T^on mi b parato di fcriuere i nomi de t padri , per 
non fufpcdcrc gli aitimi della cognizione delle cofe,& afe arar e la narratone* 
Alaf. irono fette cantori i^ccant strici 470. cameti >ela moltitudine, che 
endaaa da dodici anni in fu in Gierafalemme > delia tribù di Giuda e di Bc» 
ni amia quattri' fate mille migliaia. I leniti quattro tnillaefettStreXe done t 
i fanciulli mefeoiati quattro milihfittecento e quarantadue Erano oltre 
quefìi Uuiti cento cuintiotto cantori > porlinari 1 io. forni del tempii J?ì. 
tr altri óóixhc fi cbiamauano I froditi* ma non poterono a modo alcuni di 
mojìrare la(uageneralionc. Et alcuni furono cacciati dal facer dolio , che ha 
uearto figliato moglie, Qje{ti medi ftmamète. né poterono manifi flore la fua 
generano ne , ne furono trouati nel pareti tato del facer dotto de leniti } i qud 
furono tf nifi $t $ Seguimi con gro.copiadeferuij 3 ì 3 ■& 5 5 a 5 , 0 i,f h <fi 
qnefla annotterai* moltitudine premipe zorobabel figliuolo di Sitatici gene 
fitto de i figli di Daaid della tribu di Giuda e Mardocheo , e Strebeo , creati 
dal popolo p renàpi ojjeriuana , 1 ao. mine d'oro c 5 0 oc», d'arg mio. Ma ifa* 
terdotì 3 tì* i Unitigli Hcbrei che tram flati in Babdoaia ritornando co fi /a 
Cierufalemme ui babitarono l'altra moltitudine fe n'andò alle ffte patrie . 
yenttto il fettimo mefi poi the erano uenuti in ii^bttonia . Gi'fu prencjpe di 
Babilonia e Zvfobà bel giudice mecolfero in Gierltfalemme tutti i popoli del- 
leproutnàe . Iquali edificarono l'altare <sue era prima , & oferferv fopta di 
quello le follie legitime fecondo la legge di Moife. Fa cendo loro qurtlo le 
genti tihine lo bancario amale cgliportauano odiò . Celebrando a quel tem 
pò j giorni dei tabernacoli tome bauta otdmtQ Moife legifìatore , e le 

Qblaxhrth 



} 7 i.ìrrh'Ù k hoUir de if abbati, e ài tutti] di fan 

« d^rtNM mefefitma uWP a , f ^«(jlwB^fi 
te^dfeÓ*» « f 'f/„i LfarUcdri del Ubameli- 
li noànmnù - gii** 4 J», rfi ^ fa*»* fù* tf* 




ccrdoiicon k trombe e «efiuiin filane babtto,& i Leniti con {figlinoli djt 
fa fìeuandoft Utdamno Dio con le Ludi chi prima hattcua mofirato Dautd . 
Eèarrkarifaidofii facerdoth i Ituhi, & ipW antichi rfefl'*W«ffl tempio ma* 
inifiedmente edificato e uedHo il mono per Upottenà non cofipoM'ofogiu- 
écawnc quanto fufiero cadutidaUa pafìata felicità , feniche affitti tonfi 
poterò ttnire dìlagrìmare e lamentavfi.MaUpoppk t ra della preferite fabn 
ca contrito e ne (iaua tuto,non fi arricor dando del primo tempiojaonde non 
potemmo fer? comparatane atwna.Ma il lamento de'facerdoti e dipi» antì- 
t})ì t a ì quali pareva quefla fabrica minore* era uiiito dd fuono delle trombe 
e dall'alt' grr%(4 del popolo. Fdenio Samaritijt Strepito delle trobe odiana- 
no la tribù di GtndaeiSetiiamm,con£ontanoperfaperediqHclfioriolacasi*. 
fa,e uedendo che ì cattiui Giudei tornati dì Babilonia Mutuano rifatto ill?- 
ph, chic fero da ^robabelprencipe delle tribù ebefufsero contenti , che loro 
inficine nnouafscro il tempiOfàffatitandofiin comune* perche dìctano tilt 
meno banariamo Iddio di noi efìama dcfìufi d 'accrc fiere la religione da quel 
ttmpo che Sdmanafcr ci trapportò di Citthia e di Media . ZorababcleGie* 
fu fummo fteerdote t & ipreiicipi dtlle tribù d'ìfrael udito quefio ftfpofcrO} 
(b'enan<:f attuano comntttmcare con loro, perche ad effi era fiata camme fi a 
F tdificationt del tempio di Ciro primieramente, & bora da Dario, ma che pò, 
teano ad rare, fe uoleano , Hcbe filamente haueano con loro eonimune, e con 
tutti gli huominìf che uenendo adorano iddio, Chutei chiamati fammi f s ndi 
tri qneHo fi /degnarono , cperfuafero a ipopoli che andando da i [noi Satra-, 
pifacefstro che fufsero impediti da edificare il tempio, comefi fece fatto Ci- 
ro e Cal>!je,c ritardafsero i Giudei, ebe fi ajfrtttauano ad edificate. T^cl me- 
de fimi tepa andarono in Gieruvfalemine fi finto de Soria e di- Fenicia perfet* 
t«»e Sarnhar^vd carigli attrite dimandarono ai Giudei magiflrati, tbe.gU 
bantu conci / h di r edificar e il tempio facendolo pia tu fio un eaftelto che tem 
Pio^e perche haueano edificato le mure e le parte con tal fartela, MaZwo- 
tiabde Gieftt principe de ì fieerdoti éfserocbe erano ferui dell' «Iti fsim 

Iddio 



-je^TtC TUTÙ* GlVbJttCttt 

lMìo,& che àktHv tepiv fk'già edificato a Dio da felìcifjimo p^,ìlquak ^ 
ne a non uinìt fhper'to tuiii i Storiali & era durato gran tempo ,ma hauen* 
do peccntoiltiropadri centra Dio J^abucbodonor I{e di Cbatdea , e di^abp, 
fo)iia uincetìdo con la fu a ptitenip , abbate U città efattheggiato il tempio , 
l'ai fi , e conduce il popolo pr igiene in Babilonia . Ma Ciro , the regnò dopi 
ti >;~<:/ìfiecbefi edificale il tepio, e diede a Zorobabel,& Miti/ridate the. 
fonerc Ritti i na/ì & orttatìiintiche l^ubucadonofar hauea portati tfia t com 
tnandanda the tìpot taf fero in €ierufittemme,eli riponeffero trclrtnouato tgm 
pia. Et banta tvmmejio the fi edifica/fé in fretta,per ilehe volle che Sehaffa* 
fo afUmieflc i^Gìer»fitlentme,e feprafiefJèa!£opera t tbefi dotteafare.Ilqtt* 
le battute di Cito te lettere , uenenda fece Hudiofantente i fondamenti , e da 
quel tipo in qui ha fjtricato tanto,»}* per la perfidia de maligni rimafe'm 
perfetta , Se tu piace adunque fcriuete a Dario, che egli rìuegga le memorie* 
des>ii mpfnaorijf trouan te thenon barano detto menzogna. Dicendo que- 
ftQ Zàróbabel,& Upre/tapìi de facerdotiSifinio e chi erano colui giudicaro- 
no che fi uictatfè PeéfieatfyttÈ dei tempfa, fino the n'auifafifèro Dario, & cofi 
gli feri fiero incontanente di quefio.^tt'bora ì Giudei f mariti, the non mutaf 
felice opsniane da quello che hauea commandata cerca l edificatane del te 
pio, furono confinati a fperar bene da diti profeti ^AgeO e Zacharia,cbe era- 
no in quel tempo appo loro , ìquali dieta che non era da alcuna finiBro atte* 
ttìmento da Ttr/iani , battendo predetto Iddio tbe'i tempio cominciato fi do~ 
ttea rinottare . Iquali credendo alla parola dei prò fi ti^tttendeano alla fabri 
ta del tempio non intr amettendo giorno alcuno. Ma fcrittendo Samavitt a Da 
ria,& acculando con l'tpijloU ì Giudei che fortificaflero la cittdfabrìcando 
il tempio pia tùfìò filmile ad uncafìello che a tempio, e dicedo che ttùìtgiouii 
fta queSto che fi fatta al filo imperio, e mofirandol'epiilole con lequai Cambi 
ff ha usa uietatc la fa ùrie a del tempio , conof tendo lui laftta repti. non effef 
ftcurajìftze'dofi Gieru fiale mme, il Re lette le lettere di Sifint0,e di quei the 
erano con iui,eommandò che fi cercafse di queflo nelle memorie regali: et fu 
trouata nella tont fabrìcaia in Egabatanì regione di Media un libro , nel* 
quale legge fi. Ciro l'anno primo del fuo imperio commandò che'l tempio, e 19 
altare fi fabrtt afte in Gkrufnte/nejàtui attenga fuftefe't gomitala larghe^ 
%/t altre tax tv, di tre muri di pietra lauorata,ei un parete di legno de i legna* 
.ri / m! delpaefe.Et difiaofe che ftfacefse la fpefà del fito,c che fi rcndefiero a Gie 
Eidra. r ofoUmitìiua//,chc^hutQdo»oforhanetta portati in liabitonia, dandoli i® 
governa a Sahafsara di S :ria e di Fenicia prefetto >&■ agli altri magifiratt t 
mi (he illifipartifsero da quei luoghi tacciando che ì Giudei ferui di Dio, edi 
ficai suro Uh wpìe- Commandò etiìatdk che li ahitafserp adopera, e deftero 
de i tribù deSe LropìOìiincie a i Giudei per i fa crìfieij tori, m anioni , agneU 
li e eapretlfmila,ùglu>,e tthto,& altre cofe che chiedi fiero i facerdoti , ac* 
óotbt presserò ladiopcrtafatute dd Hf, e deTerftanì . E tommandò the 

ftifte 



fttS' crocili jfh cadauno eh contrafacefle *fnoiprtcctti\e polle al fifa te fo, 
ro fitfiantie^Trego poi iddio che i'akftno Me t affé Ufabnca del tcmph,tahd 
fnffe percolo , è- egli rmitneffe libero della fu* iniquità . Omo franando 
ettefia ne i vmmMm di Ciro, riferiffea Sifmo „ & a ifm campatila tal 
forma Dario ^aS-fmio capitano dì caualiierh^r Saraba^ane,cjr a compii 
gni fuoifdxte.lù ut bù malato la copi* dell'epiftola che ho trottato no pliant 
Vichi feritele cimando che fi faccia quatto in quella fi contiene t Bate fattisi 
finta c cb't erano con lui cono feendo la ttolontà del t{e , fiaccano di poi ciò che 
ficea mtfiieri,& inflauano nelle fiacre opere fiutando ì padri, & i magifira 
ti de gii u ebrei \& andana ittnanti lafabrita del tempio, predicando •dgefy 
e Zadiarii fecondo Li diurna comm iffione, & con ttolontà di Ciro e Dario He 
fk edificato in anni j. L'anno nono dell imperio di Dario il dì 2 3. del mefe 1 1 . 
chi chiamano li Udirci y4dar,e Macedoni DiHro,i facerdoù, et i leniti e Val 
tra moltitudine d'i frantiti ojferfero dopala catti ulta ptrrìnouargli antichi 
bem,e dedicare il tempio qmfìe bofìie cento tori, duceuto montoni, quattro - 
ceni* agnelli , e dodici capretti per le doded tribù d'jfiracl cadauna per ifuoi 
peccati Ordinarono i facerdoti, & i leniti, i portinoti a cadauna porta, per- 
che haneano edificato i Giudei i portkhi del tempio d'attorno il fiat natio in- 
teriare^enendo poi la fornii d degli a^jmi il primo me fesche Macedoni ehm 
mina Xantico,e noi 7^ifan,tutto' Ipopolo coneorfe da i campi in la ciua\e pjt 
rificatì celebrarono i giorni fefiiui con le mogli e figlinoli, fecondo la patema 
legge . Immolarono etiandio il facrificio detto la pafiha,e per fi t te dì no n ft 
temperarono da tutte le dd.tie, offerendo poìlbolocaujlo, facrificana>w,y£- 
dendo a Dio gratta che gli battona di nuotto rcflitnito alla terra paterna, eS* 
alle leggidr banca fatta ner loro benigno il TcrpanO, con kqnai cofe am Q^lfA 
Momtt,largametefacrificanat}O.Httbitauano ittGkrufdemmc, & erano va laW, 
ueraatt da nobili, & i facerdoti attendeano a l'u (fido lvrc,ftno the regna rana Hcb«* 
gii ^tfmonai.Verche innanzi la catiinità, & il tra j ferimento da Saul e Da- F rima 
tttd,ch £ furono de Giudei i primi t(c, banano altra forma dì rep, ptr 5 3 2 dùpÒ ■'* 
annumcftfcw giorni dieci,hnanti a qmSK S{eiprend P i litcneanl the era T"" 
no cbtamatt giudici e monarchi,® ufaror.o quefa repu.phi de anni 5 DO do- '■ 
po la morte dtMoife e Gufa eapitani^nenneto qmfie cofe a i tempi di Cito 
e Dana a t Gindet marnati dalla cattìmtlMa Spariti inmito ft, onero mo- 
St-i- T dl lar °fi cmì P>» cattsue «pere contro giudei fidando/}, 
tt Zf^lr 1 ìe a VQfunì P^P^e da loro erano detitJì 
ì&^l?-^^* Ìfm W ^ commandato il ^ét 

Sg^!' °pw>&piu altre cofe ordiano pur che potevo nuo 
ti KnS^^Y'^' ^^^oadLquei Gie rofialM- 
iWWf* e ffattro 4 eipifi mhì _ $ ^ ^ J tf | 

colpe 



D E ZL E JXTlCBlTjt' GiVùAÌCttK 
Vólpe C le taufe che dice ano contro Samariti f gli diede un'epistola che ponaf. 
fero a (prefetti de caualierì ì & alia corte de Samarit'htbe era di tal tenorei 
Dario a Tangana e S ambili proferti de cai*allìerk& a Sedeaeo e y e \ m 
éo Samariti t &agli altri eòTerlti loro in Sam<*ria;Zorobabcl et lama e Aj 4 r 
éàéfìà legati de Giudei vi accufano come mole finche impedite lafabrica iti 
tepide the «S uolete dare lafpefaptr le b»fite>come vi babbìamo tomatida- 
to. Foglio adunque che Uggendo ifHefi'epìflokdìatc a cofioro de t regali the* 
fori e tributi di Samaria tutte le cofejbe a facrijìcare fona bifrgneuolwnie 
iti tommandeiano i facerdoti, aceto non intermettano dì Verificare ogni dì , 
■ & offerivano per me e per i Terfianifacrificia a Dio. QutHo contener fi neU 
tEpifiola. 

Di quei che tornarono in Gìerufalemme fitto Efdra e T^eemta delle ma 
gltrepudìate t e dd muro edificato per opera di ìfeemiaXap.F . 
t Efd ? \Jf Orto Darìo t XtrfefuofigiiolopìgUando ilregno apparse berede del- 
XYJLla paterna volontà di Ignorare & adorare iddio, Tcrebe ficea ogni 
cofa allareliiione pertinente^ feguend» il padre tr altana liberamente gtt 
' ììèbnì.Eraa quel tempo prenàpe di facerdoti Gmcbim figliolo di Gtefv, Et 
era in Babilonia uri buamogìuflo,e molto commendalo appo la moltitudine t 
primo facerdotc del popolo chiamato Efdrajlqualc battendo piena ìfpcnai- 
%a detta ImediMoifadiaetme amico a Xerfe 8£. Et deliberando di andare 
m Gicrufdcmme ecodurefeco alcuni Giudei dì Eabìlonia,ehtefe dal flette 
re a i Satrapi di Soriane gli fignificaffero ehi egli era.Et tlOef^ff ' £■ 
pilota farti in quefla forma Xerfe % dei Ifc ad Efdra facerdote elettore dcUakg* 
diarie spfi/H^Prt/to.^^ ch f. '* 

feto i GiudeLfacerdvti ò teuiti del mìo regno vadano in GterufalBme fc coft voglio- 
Qiudsi ' nomarne a me & ai mìei fette configuri à paratacelo che vifitmù la Giti- 
dea t e portino fecodo la dtuina Ugge doni a oio^ualtioegh amia miei hab 
bhmhm voto prmeffi oro,& argento,* quanto fi trotterà in Babtknta ,a 
Dio facro, e porifi ti tutto in Gìerufalemme pero ferire a Dioi faenze ciò 
the vorrai fkbrieart doro y e d'argento fiati tocefio di farlo con t tuoi fratelli. 
Vifponì etiandio de Ì vafi che fono dati,eciò the ti uerra tn mite che fta dapt 
gabbiamo commandato che fi faccia denegali thefon . Ho fritto eli in- 
dio a i The forieri di Soriet e di Fenìcia t cbe uftno éUtgen<%t cerca le cofe ,tfjc 
da Efdra facerdotc elettore delta Ugge faranno commiste, ^tmque acci* 
cbeiionfìfdcgni Iddio mi co ne con imiti defccmiaiu itìtu-ìxdòtheattiatop 
diano cento moggia dì fomento fecondo la leggélEt uoglio no fate pagare MI 
biito a facerdotìMnwM™ P , & a fagn feriti , efcnbi negli ag* 
minate in modoalcmo.Ma tu Efdra ordina famdv la fàfltf%* dt Dio t een 
% r i yC be a ìa Sorui & la Fenìcia manìfiBino la tua Ugge a cbinoft hanni co- 
Msiiw0 l'ìnfegmnoaglì ignoranti, Ei'alctmdeSetucgente contrafari 
dU legge del Dioftto, c dell' imperatore dia j> unito no iom ignorale, ma ce* 



m , colui tbeanimofimente mtramne t &p^òfimili (predatori jW* 
Zrte canari conditi, Mano. Minora Efdra hauuta quella ep^oh, 
7uem* «bri tdfa cinèdo tutore delle regalbentuolenTa, 

meri tutti ducano chefi* Ufi rendevo gmjc Leggendo poi Epéoia* 

ì Óiudci t cbc erano tri ^m^Mh^^^T* * ^ 
raditi che babìtamno in Media.Quéi conoftrndo kpteta del ^vcrfo Id- 
diagli fatare che banca Efdra con lui,tutti io anwono.Et molti portante 
le laro ricchezze ninnerà in Babilonia * de fiondo di andare in Gtcrufalon- Due tri-. 
tne Ma tatto 'i popolo d'i fiact rimafe in quella prauincia , & perì fifa, bufok- 
me'ate dite tribù babhano in Afu > & in Europa folcite a Immuni , Et le »™« \ 
dieci tnbu Stana» oltre l'Enfiate, la cui moltitudine uuffmabile a pena 
fi può comprendere . tennero aneba da Efdra matti facendoti e leniti , TO f a j efBl 
pminarì » cantori, e facri fervi t Uguale raccogliendoti della cattiitità , me. 
Hando tre dì olire l'Enfiategli impofe che digiuna fero , rendendo a Dioi 
noti , accio non patinerò per uia alcuna adnerfità da nemici , 0 d'altra diffi- 
coltà. Ter che Efdra battendo detto al {fésche Dio li accompagnerebbe, nos 
ch'afe egli caaallieriìn compagnìat^- compiuti i Itoti Uuandofi dall' Enfiate 
il duodecimo dì iti prima mefi l'anno fittìmo dev'imperio dixerfi s vennero 
in Gicrùfalemme il quinto me fi del mede fimo anno. Et Efdra incontanUte re* 
flit iti a i the forieri delparentatofacerdotate i danari {eiifto tale ti, d'arguto, 
■cinquanta tufi d'argento di cSto talenti , e vaft d'oro di uinti taltntì,e uafi di 
metallo migliori ebe d'oro,tbepefauano dodecì talenti; Quelle cofi banca do 
nato il ifitaiconfiglìeri agli Ifiaeliti, che habitauano in Babilonia . 
Cofi tfàra augnatali tutto a jacerdoti, offirfi inbolocauflo legitimebo(lie % 
tredeci tori: c perla commune [alate del popolo novanta montoni , fettanta 
dui agnelli, e per ipec catt dodeci capmi. >App re fintò poi le rrgal le te tre a t 
difpenfatori e profitti detta Sorta inferiore c di Fenicia ,iquai erano aflrct- j.jft, ^ 
ti ad ubidirli » & bonoraua il popolo , afaticandofi con loro in ogni buona «>, 
operajaqitalt fi fece come hauea detcrminato Efdra ,pcbc Iddio gli daua fa- 
uore,per la Juagutfìiùa e bcmgftUMndi a poco tempo alcuni andarono a lui 
acculando alcuni ficerdoti e IcttitUeht baueano cantra fatto alle leggi pater- 
ne } pìgliandofiranìere. mogli e confondendo il patentato facerdotaie.Eehie- 
deano che foccorrefie atto icggi,acciò the la commune calamità con caggiafo 
pra di tuitLHfdra udito qtu Sfa incontanente fi tracciò la uejle,e facendo in- 
giuria al capo et alla barba per malinconia gittofji in terra , pcbebaueuano 
ìprencipaiicommeffo talfceleraggm t penfandofi che fi commandaffi^ che le 
«rogii e figliuoli Stranieri fife ro lafiiati,muna li ubbidirebbe^ però jì gia- 
cca in terra. Concordano a lui tutti i migliori del popolo , epartkipauano co 
itti nella malinconia [opra le cofe auenuh.^llbvra Eflra leuatofida terra, e 
tóT^ i "elo,dicea,yerg6gno»ìi accettare perdono a Dio perilpec 

^fadUpopol^Uauaiefi bafiordato k iniquità de i padri nojiri Ma prega 



velie j£%Tiemr^ cifd^icue 

tta iMofilquale bauea afcruato dcun&fme e reliquie distia calamiti e 
taiumlàìC le banca nflituitc aGmufaleme netta propria terra, ilqttale b» 
Uea preparato i %e di Tei fta a farti wiftriwàìa, the con la [dita benignità 
li concedi $e pdano,&che egli bauea canute fi peccati degnai tttrtte tt p. ^ 
pertemaft alla fan bontà liberare queWi da tormenti. Fatta queflorattone t 
nglì li tacque ,e piangendo tutti qualche co te mogli e figliuoli erano concmfc 
itila chiamato Siebanom'to nobile GicrofoUmitano, andando a lui dieea-, igf 0 
turtittìtte batter peecato,giacSdofi co mugli flranìere,e gli pfitadea chi fyaf 
fi giurale a tutti che cataarebhono le moglie figlioli e pttnitfe quet cliejpre^ 
Ttyfscw di hbidìrt ;Efdra aduqucperfuafo dd cofiui fece giurare t prencipi de 
U ìribdidc faterdot'hde leniti, e de gli ifraeUti, che fen^a dubbio cacciarci* 
bono dafe ie mogli figlioli fecondo l confìgtio d'iAcbanOtitio.Hauedo giurato 
t*ttii#(iì del tepio t et entrato nella cafa di donarti figliolo d'Eliaftb Hetie qt 
difenda magiare per malinconia. Fatta poi lafiìcatione, tornado che tutti i 
uenuti dell n cattiuita fi racogliefsero in Gierufaleme,cbc fufsero alienati dal 
tOpolo,e c'ófifeati i beni di quei* che tra due o tre dì nofifi tronafscro, fccodo 
i.EfX?. l a determnatione de i padri. Si raeealfcro adunque tra il ter%o dì della trib» 
ài Giuda e di Beniattiitiii uigeftmonono dì del nono mefe f ebiamato da 11 ebrei 
€btfleu,da Macedoni ^ppelteos.Et cfsendo feritati net luogo di (opra del it- 
pitijifdnt leuandoftprefcnti i padri per %rlo fommamente afflitti itncolpaM 
<iut ur.be cr.n tra le leggi bancario pigliato fiì aviere mogli; e dieta che fareb- 
bero a Dio co fa grata & d fe utile e sciando ie ritogli . Et gridando tutti che 
le fi»rebbcno,ma che era grande la moititudine,& il ucrno, & non era que- 
sta opera di un dì,ta onde facto btfogna,cbc i prencipi e gli altri che non ba- 
meano Tirateteli mogli concede fscro alquanto di tempo , e i Pecchi vifìtafstro 
la moltitudine che ha bit aita con mogli Hi antere. Hauendo coft determinato, 
cominciarono dai primo dì del mtfe decimo a cercare quei,cbe bastano Ara- 
tinte mogli (in 1 1 primo del fecodo me fc, trottarono molti nipoti di Giefu prcn' 
tipe de i facerdoti e de fuoi fratelli^ de lettiti e degli I fruititi i iquaì pofipo» 
menda l'amore delle moglie e figliuoli atta legge, incontanente li ripudiarono. 
Fatto qucfìoiufferfero a Dio le ho file a placar lo, hauendo immolato li capret- 
ti. T^pn mi e paritto-,narrare di quelli il nomc.Turgò adunque Efdra il pece* 
to delle ncnge in tnlguifa, aceto non andafte innanti tal coRumc.Celchrado 

5 )0Ì la feenofegia il j. me fe,& congregato qua fi tutto 7 papolo,afcendendo al 
K parte dì fopta del tenipk^tia porta or ientale,ptegaitano Efdra che leg- 
gere loro la U?ge di moife. ilquale fìando net mrzgp del popolose fsc datl'ap 
parir dot Sole fin' a meta dì. Et udendo la giuflitia della legge, imparati ano al 
f re finte e per l auenire,egetneano de'pafsati errori piangendo,?? s'arrìcot* 
dnrono,cbefe baurfsero after uato le irggt,nìuno de ÌJopradetti mali bareb- 
trono patitola Eidra uedendoli cofì àfftitù,to\nmaìidl che r it orna ff ero aite 
&tfc lt>t'Q}C nonpUngcjferoper ìgiùrmfdemi \ ne i quali non era levito affli* 

gerfi 



L I B i^o y ììd E c I H Q. 




..tpaffattpec. 

forutucommìarono a rallegrar fi. Cefi finendo fatta qucflo S.dì nei Uro ta 
ber natoli , andarono die loro Han^yhdando Iddio per efìer mondati da tilt 
ti ì pernii ,c rendevo grafie adEfdra . Iettale dopo la gloria ftawtapreflo 
a Dio, miri di uenertbjl ueechit^ja > e fu con molta pompa fepelito in Gie- 
ntfalemc.Toco dopò morto Gìoàcbimfotnmo Sacerdote, Eliafibfsio figliuoli 
filcte/Se nelpnncipato. Ma uno deicat tini giudei pincerna di X erfe Fg,cbia 
mito T^eemia facendo fi incontri} ad dami fofajìieri inn&'fi a Stifa Me tropo 
lidi Pei fi 4, che di longa tthigpo entrattano nella città t & udendoli parla* 
re inHebreOt dimandatta onde ittniano , spandendo loro , che ueniano di 
Giudea, da Miotto chiede. t t in che flato fuffe la moltitudine Hebrea e la eh- 
tà di Giemp>Um>ne , Et rispondendo loro the la citta Rana male, the ab- 
battute lemma t le genti circondami noceanoinpin modi a gli llebrei , e 
cbs: ognidì correano gudlandoU prouinchi,eche di notte faceano molti 
mali , facendo a/Sai prigioni della proaincia e di Gierufalemme s e che ognidì 
fi trouauaiw le aie piene de corpi morti . *All'hora J^eemia pianfeper ìa ca- 
lamiti de ifuoi^e leitatìdofi alquanto al ciclo t difìe . O Dio perche non rl- 
fguardi tu alle mìferie , che patifee la nofira genemione £ Cofifìamo fatti 




mde il gioitane afflitto , e chiefe perche fuffe malinconico . M'hora egli ba- 
ttendo pregato Iddio t cbc gli faceffe dettila graiia che dimandam , rfi/ffi. 
come pofioo I^enon appanni tale , e dolermi nell'animo, battendo intefo 
che fo»o gittate a terra le mitra gabbatatele porte di Gierufdcmmemia 
patria, otte fono te memorie , & i fcpolcri de imiti maggiori i Ma concedi- 
mi che io uada a refluirne le mura e rifare la parte dei tempio , che cadea 
*4il bora li l\£ accanami e promif e di concederà ciò che oli tbkdelTe , e che 
firmcnbbcaisatrnpicbe ebmm&n, dandoli ciò chi fgli faceamifìien L 

S:»T% ' * V m f™? k ' < fa*™ l enire lietamente . 
Uduntpte adorando iddio , e rendendo grafie al He fece dietro >p- 

fheTZSVrt ?* ^iLnddoVedettn^lìi 
tliZl£ t favoli* a la Sorta , a Fenicia t & a Samaria, nella. 
IbiTTJfT £t ^^ a T B&n»* t e datagli la fpefa per U 
molo '< ° 9 7 ln Mnia > e cmlìi ^do feco molti del fu* 
^Srr£SS^! B ?S r Ufd€m T l ' linm " C ™"»1>«M regno di Xerfe, e 
*^lpopo& "cdtnt al T *Ì tUnU * congregando 
« «U Uitoeffent mwftfo perla mmwC*4sÌ m frì pfdrUbwm, 

ifaac 



VÈLIE ^f^TlCtìlTjC GlPD^ilCttE 

., v . Ifòat e Gìacob » & che per la lorogiuttitìa tiene prouiden^ £ noi , z« 

t$ba udita tue, ci) io battere dal^patettidi rifare tuofìrimurì>c com- 
pireti rimanente del tempio . Ma voglia ebefappiate legenti mì« to e fi nH i 
vimkbe , leqttai fapcndo che noi magnificamente rifacciamo le mura , d rf . 
fideranno fludiandofi a piti modi per impedirà. Trimitramcnte adunque 
debbiamo fidarft in Diojlqualepuò alle inimicate foro refiStere t ne però U- 
feiare dì ne notte di fabricare , mentre the'ltmpoè opportuno . Detto que* 
(lo commandò a magistrati che fi mìfurajjè il miro diuidendo t'opera dì quel 
h tra'l popolo delie terre e delle città , fecondo U potere dkod*tmo , &pro* 
ntìfctbe egli co ì fuoi ferui aiuta rebbe a fabric are . Et partito il popolo , 
incontanente ìgiudei cominàstrono a fabricare . Et furano chiamati gìifdeì t 
da quel tepo che tornarono di Babilonia , dalla tribù di giuda , the prima vi 
ut mf?- t la onde effi e la prouincìa hanno ottennto queflonamcMagli ^tmtntt 
ititi Moabiti c SamavitiyC tatti quei che babitattano la Soru ìnferkre,«eii 
<to cf?c fi edif cattano le mura in fretta l'haucano a male, e pel aitano di appi 
rcccbiarli infidie,per impedire il loro difto,& ucchkano molti giudei, cerean 
do anebodì (tracciare l^eer/iia battendo condotto alquanti far aWtcri t cbe luti 
àdtficro.Et però li mandati ano fpargendo que{iufama,mettté) a giudei ter» 
jore e turbamento, quafiche molte genti apparecchiate fi motte fero contro 
di loro y co le ami co/t turbate,quaft batteaso lafàata di fabricare , Ma l^ee 
manoncommogo da tali cofc,non cefiaua damper a, ma cir esdato da molti 
armatipcrguaidìa,delfi*ocorpo,non era feritoie per defiderio dell'operano 
fentiual 'affla tiene. Cofi neramente atttdea alla fabrka,e prouedea alla Isa 
fallite i non per timore di morte-, ma conofetndo che mono luìfarebbono ita* 
fediti dalla fabtka ifuoì cittadini . Et coji ordinò che fi rtdifte* fiero armati. 
Mancano adunque i muratOìt&cbtportauano le umande,dtllefpade>e com 
inandò che Mera pijU innanzi* loro i feudi . Vofe i trombai lontani ptedt 
cinquecenti, commettendo chefe ucnifle il nimico» n'auijfafiero ilpopolo,ac* 
fatica < cìòcbefleffe armato,* nonfuffe colto afimprouifo &*ppref}o. EglhndanM 
miai od i fi m m amrn fll jfj ffaà miff fi {laneaua per le ope re ò per fonno ò àbojlq uà- 
Ir pigliava non per dtktto t ma}pmo dalla nccefliid e foflenne egli tante fati- 
che & affanni per anni dadeci e mefi quattro nel qttat tempo furono compi* 
te le mure dì Gicruf alarne. TS^e ernia e l'altra moltitudine falsificarono a Dto 
per l'edific aitane di quello,* celebrarono i votttttìper otto dì. le genti chi ha 
bitamno in Sorta fedendo le mura efler compiute grkitvtntntefe n'affligge* 
noMa^emia uedendo the pochi habitauano nella thd>prrgà ìfaerdoti» 
& i leniti ibclafeiate le terre ueniffero nella città ad habhare , ejr edificò a 
fttefpefc flange . Commandò etiandìo che ilpopolo,ilqt<alc lattar mi a il terre 
noyojferiffe in Gierttfalemm e te decimc^ctiò chcbtuendo i faccrdoti-,& ì Kg 
■Htemi* v \ t \ & fpefe t rtùn Ufàaf]e% dìferuìre continuamente al dittino culto.Coft qt* c 
muore . ^ fiofaufigfi ubidiano a c^cemia e fu empiuta ta città 4 b*bitat»ri. Haucf 



USUO ^J(BSfIWO, $ 
dù poi fatto più degne cofe niagx$emi;te } cfieudo utechio mor} f buotnobeni 
gtsoper ìiattira&iuHa e liberate iterfs tlfuopopdh^ttaleìafriòper fua eter~ 
ita memoria te tour* dì Cterttfakmmc redigeste. Et averne quelio nell'ini' 
feriodiXerfe. 

HiihriadiJhttcr. Cap. Vi, 

MOi to Xerfe,Ciro detto da Greci ^£rtaxerff t helbe l'imperio* Iettale Heftor 
regnando in Ve* fu fu tutta lagiie Giudea in pericolo d'andar invai* lt ° c- 
na.La caufii di qwfìopoco apprefso dimoBraremo, bora è meglio narrare del 
He, come egli prefe moglie Giudea, diregal progenie s laqn àie d'uonotbe con* 
fefuò iltìoiìto pepoh, Perche battendo ^ytaxerfe pigiato l'imperio , & 
ordinato da l'I nàta fino in Etiopia 1 1 7. Satrapi l'anno ter^> dei [ita imperia ^ <? Af. 
fece r^a/i w«« a/iW^ fl|etBt " 

apparecchio p i So >dt,f far manifeste le fue ricchi •^e.peceparìmete un tS 
aito a i popoli^ a t tur* legati in Sufà perfette dì,& tra l'apparecchio tale. 
Hauea fitto un tabernacolo con tolvntte d'oro c d' argentOtCoprendoU con t ue 
li porporini i quali coprimmo moke migliaia d bu omini. Mitiftrauanoconaft 
d'oro e di gewmcapparecthiate per ditetto c per un fpettaeolo, e colmando 
a 1 miniSlri ebepffcrifsero il uino t ma no sfor%afse ranno a batterne in Ter" 
fiaficoiìuma,aì}%i che taftiafsero mangiare cadauìio,cù'm- pia ti pìaeefse.Et 
maJÒ f (atta la provincia facedoìntederc a tutti ebeiaftiafen di Lucrare 




mebi non u andò. La onde ti jfc [degnato fiioife iUonuho* cbi Landa Ime 
Terftanisippo 1 quah erano , precetti delle leggi accufaua la mwlie the tba- 

fe fatta chiamare. Commandò aduna uefacefse- ----- 



Ml'h 
tutti 
mogi, 
na contro 




TT ' ' r WW? S ><?, P e ™ * ^nfonam che punire me i mete colei 
eoe bau ea coti inumato ti Re eh- fWw;-„ * ™ £ a ' * ; ls * 




? Wtfffttmtèt che pigliata altra don^mLrebhe armila la- 
more, 



DEZlg jfìiriCtìlTjl' GlPtì JltCtiZ 
more, che portava alla prima. II ile moflo d* queHo confìéìo » eommtfe ai 
alcuni del fio palalo che elegefero kpitt belle vergtnte te condirò , « 
lui cffendone poi congregate molte, fk muoia tn Babilonia una fumetto 
privata dì padre e madre , che appo Mardocheo fuo ?io era nodntaM^ale 
era Rato delia tribù di Beniami)i,& la giovinetta chiamata Hcftcr vìnce** 
tutte le principali Giudee per neghete con la gratiofa faccia porgeva 
dilMo.Laquale data in governo ad un Eunuco, era con ogni copia nodrua , e 
baratta con ogni maniera di aromati , & unguenti ,& cefi erano tenuti per 
fetmefi 400. vergini. Giudicandole pùi- degne di dormire co'l jy per l'ufato 
diligenza in quel tempo , ogni dì ne mandava una a giacere co l l{£ , ìlqualt 
giacciate ft con quella la rimandaua al 'Eunuco . Ma uenendoluia Heller 
ì nnamorojfi dì lei, e laprefe per moglie l'anno 1 2. del [no imperio, nel me fu 
chiamato <Adar.lt mandò mefii detti Angari a tutti Ìpop<tli,commettendo 
che fi celebrale la folennìtàper le ftieno-qte. Eteglìptr un me fe tenne corte 
bandita a tutti iprettcipali Terfiani. Et battendola introdotta, la coronò. Et 
Hefier habìtò con liti,non gli manìfe(lando tuttavia dì cbenathnefoffe. Pdf 
s ò anche il fuo 7^0 di Babilonia in Su fa dì "Perfia , & babitò lui , fiondo ogni 
ti] nel palagio , e dimandando come flava la fanciulla , laquale amano come 
figliuola. & battendo ill{epoHo la legge che no» eutrofica lai alcvno de ì fa- 
migliari non chiamato, quando cglifedea nelfeggìo.Sedca il t\e adunque te* 
vendo una ùerga d'or Oila quale ftolendo liberare da morte alcuno di quei che 
non chiamati cntraitano,porgea contro dì lui,e bavendolo toccato il liberano} 
dal perìcolo di morir e. Ma dì queììo habbìamo parlato affaì.Tafiato alquan 
to tempo tenendo ai t{c infidìe Bagatheo e Theodcfio emuchi diyafli,vnfev 
#0 Hebrco fece il tradimento manifcUoa Mardocheo %io della F^gìtutHc* 
Ber jìquale fece per luimanifdlo al He i traditori Jl Z^e turbato e conofeen* 
do la verità crocififse gli evnvtbhma no diede co fa alcuna o Mardocheo,qtta. 
tunquefufie flato autore della fvafalute > tuttavia fece femore il nomtfuo 
nelle bìfiork annali, e commandò che come amico del l\e babìtafsendpda* 
„ a gio.^f quel tepo adoravano ìTerfiani^imand'^dmadatho figliuola Jtma* 
J ' lechìta, quado entraua il ^perche cofi bauea comandato Xerfe, ma non fa 
adorando Mardocheo > oper la fuafapkn^a e leggi paterne t >A man lo dima 
dò di qualgenerationefufse eglì,& udendo ch'era Giudeo difi '. .Tutti ì Ter' 
ftatti liberi mi adorauo,& cojlui che è Icruofdcgnafi di far qacfto. Ettioledv 
punire Mardocheo gli parue poco dì mandarlo dal S^f tormt tarlo, an%i de 
terminò di Brugger ad un tratto tutta la jua generatione . "Perche efiendo di 
progenie .Ama lechìta portava afsai odio a Giudei , che haueano de? frutto il 
[no popok.tAndato adtique al re accufa»a i Giudei, co dire the era gilè mal 
#agia,fparfa f tvtto'l mondo i iaauale'"anche mtftolata con gl altri non finti* 
ol fno imperiose era diftmile rdigionc,no nfaua lc<(gi ftmiliyCt totrauenia a 
foHum e professane dcljho popolana fe twoìidifsc egli, fare d tuo popola 

fi™» 



178 O fr^t ìtì M 0- t io 

mrdn beì!eficio,cornmandacbe fu al tutto diradtcata,ebe nw ntrtmangapu* 
Inooprrfcruhà ò in cattiuità.Ma afinecbetunofcntt dano alcttne.to prò* 
mito é pagare i toro tributi del mio bauere ^oooodananouttnqtte tipta- 
ceri , & ojfmfco uokatkri quefìa pecunia , accio che (la libero l imperio da 
eueììtmatt ■ II % udito quefio da Aman.gli doni) lapecuniaegh huomim t 
che ne faceffe il [ito wkre.rfman ottenuto Ufito dcfio,mandò i decreti come 
Ad Re ttfciù in aueiìagmfa . Il magno %e Mtaxerfe da India fino m Et bio- 
pia a i prempì e giudici di izj.promncie d fuo imperio foggettefalute. Ma Htfler, 
ttenda fignoreggi'ato a pia genti, e {aggiogato al mio imperio tutto 'l modo, nS 
ho minto tifarci mìa doglia la gran potenza, ma governare con benignità ì 
fi%getti,accià che uiuendo fin^a pattra,gcde(Jerù la pace di tutti intonali de 
/{derata. Et dimandando io da miei conftglicà comequefìo fi potere fare, 
^Sman ilqualepcr fapten^a o fedeltà precede a tHtti,ér era appo il He fecon 
do, mi fece mmifesla ejfcrper tutto'l mondo f par fo il popolo , che non ufa le 
noftreleggi,an^i. hà co fiumi a tutte le genti tótrarì, [prezzando i regali pre 
celti, e violando tu concordia ttniuerfale con la fita difenfione . Ilcbe bauen* 
do intefò, e uedendo una gente ribella contro ogni generazione d'bmmini uff . 
rcpcrucrfc leggi , contrafare a i noliri decreti , e turbare la pace de le Pro- 
vincie a noi fogge ttc. Habbiamo commendato che tutti quei, che man fa 
quale è prepalio a tutte le pro.tincic,e fecondo mio padre ,barrà mo£irato,fi<t 
soda i loro nimici con le mogli e figliuoli uccifi,e ninna babbia dì loro mi feri' 
càrdia il dt i^.dd mefe^Aiar de l'anno ptefente , acciò che quefii federati 
buominifeewtendo in mi dì a l'inferno rendano la pace atnofìro imperio , fa 
quaiebanno turbato . lenendo quefto decreto perle città,e pronincie , tue 
tifi appredau ano aldi detcrminato per ucciderei Giudei , e faceafi il mede* 
fimo in Su fa. Ill\*(lr ^£mm celebr aitano conuiti , e tutta la città era tur 
tata. Mardocheo udendo qaefia, fi fir acciò la uelle e uefltto di fiacco fpargen 
do fi di tenere andana per la città, gridando che ueniuauteifo il popolo , fa 
quale non bauea peccato, e dicendo quello ttenne al palagio,^- itti fcrmofit, 
mapcribabttocbeportaua,nonpotea cntrarui.Feccroìlmedefimoi Giudei H(:fte t 1 
per le ktttd t a i qu ali era prepojìo finii decreto, piangendo le predette calami 4. 
ta Et kauàido alcuno detto a la Bgina » che Mardocheo Rana innantì al V'™™ 
palagio Mftmferamente ueUito,eUa udito quefio fi turbò , e uoleuarhe- dl MAi: ~ 
fhrloMi non consentendo Mardocheo di mutare habìto,perche no bauea fi- 
ne a male,per dquate Ihauea prefo,mandò a lui^crathe$ s eunucbo,cbiede 
0 cl)e *WfMWfHffi attenuta, che afitùi preghi no mulatta babho.M ho 
fa Mardocheo fece la cattfit mamfeHa,nar r ^do a l'eunuco te lettere madate 
lZ ' P tme lepfOitincie,e lapromejìa de Ìdanarì,eo Uquale bauea 
Mn coprato dal %r la roina de la fuage'te , e mandò ad Heller la copia di 
fi fdr T pra ^ ie hl ^P^ol* ebe fopplìcajje di queUo al l^, ne 
ij %na$e pigliare babito uile, fdquale dimottraffe atfi£ il perìcolo del po~ 

B 3 poh 



pelo Rebree , perche Jlma dopo il infecondo ateufando i Giudei lo ba cttrty 
quei acce fa . La l{eina udendo qu tfto x riman dò a. dire a Ma rdoibeo fa non 
era ella dai chìamata^he /alcuna entraua no chiamate , era bccì/à, oue 
«agli porgeteli g£ la uerga mlSdotofalttare^erchefacendoi q flo^y 
- (bc ent raua ne chiamatoceli ucniau ccifo,ma rkeuea perdono . fa a rdc f fc f a 
udendo queflo le mandò a dire per £eunuco % che douea ella precedere no à la. 
^pria fatate, ma a tutta la generationerfebe fe fptezZf rà fila bora il fao po~ 
polu,lddÌO ad ogni modo gli porgerà aiuto s & che t'jfa e la cafi paterna [trek 
he da quei the banca Jpre^aii malmenatala HeHcrfcce p l'eunuco iute* 
icre a Mar dot beo, the andando a Su fa conuocafei Giudei commettendo le* 
ro che digiuaafti-ro per fita a mmifjione tre dioiche farebbe ella anchora con. 
lefueferne,prùmettendo di andare al He centra la legge, e che non rifiutimi 
di m»rirr y qrtando cofifitfft bi fogno . Mardocheo fece feconde la corniti ifjione 
di Heller digiunare it pópoto c pr'gare iddio che non abbandonale lei ne ttt 
fan gente che donna pt rire,ma fi amie per adietro fpeffo baìtea proti-ilio e per 
donati Ì peccati,coft bora de la nontiata mone la libcraffe , i£uando che non 
, era astretta a mirre per alani peccato , (fóndo al- fìgnore mamfeHa la con*, 
fa del fa , ore 'di jlms», perche nonio Uotea adorare - Tercheo fìgnore-, di* 
Omnia- t(VJ t gH f ^11^^ fa dato qiatfhonorc , che a te ficormcne, egltfdegnate h/t 
Mitdo mcl chinato una tal rottimi centra qucl,ehe non co ntrauenguno a le tue leggi, 
theo. Oratfa co te mcd,fi>nr parole il uoi.go chiedendo che Iddio praitedefie a lafaa 
fallite, liberando tutti gli] (raditi tu ogni terra da la preferite calamità ìebe 
banca no già mmnti a gii o echi, Jì ejìer parimete ut Rita d babho niviioj- gii • 
Hdtcì ta[a a tma fe ccttn i a y paterna legge pregano Iddio » aliene un fi da-dbe e. 
«Idi" 1 & re i e d'ogni delicatezze perire dì chiedendo da Dio che l'aiuta ffe chefap* 
plicande al gli fuffe giocondo il fae parlare e le file belli \%e grate tènia 
che d'atnendue qxrfic cofe fufìentata ella fuggijje il pt ricolo ,& proitedefft 
a la fu a gente^ meueffe il He a f legnar fi centra jt ma. Co fi pregado iddio J. 
^ e ^ r dì . Spngìiaffi i'babito di pianto & ornata Come a Hginaficouenia, andati* 
S " J ' crm due jìrue appoggìandffi adunarci altra fofh.-ne Li longa c oda de la ve* 
. lì j.C e fi con la faccia di r affare piena bauendo rmeren t e efr benefit Wes^f 
andana al i^e con timore. Venuta pei limanti alla faccia di quello, che fede* 
Reflex «f i feggio , c vedendolo uefiho ttbabito uaricmmte ornate e ton ùre,egioit 
<b ' tka foinpfS&dntCtlt pansé piu tenibile battendola guardata il iy: conturba* 
ic'aì re. f0 ^'f 0 » M dde incontanente per debolezza l«p> a te vttvà dt le ferue , che egli 
fluitano da latO-Ma il l^e^iinte io pefoper mitre dittine mutò operitene, e te 
mende ft che ta moglie pur tintore non pat'tffe alcun male, kttt>(jì dalfcggio,e 
toltala nel feno la baciaua parlandole dolcemente che nw ft temrfk di male 
àtcmiopcr efkr venuta a luì nenchiamatajperche era fatta quefta legge per 
ì piogeni ,ma che ella regnante con ttt, hauta ugni liberta, Dkende quefio , e 
tnctundek mie mani UftettrofieJJc la ttergafapra lafaa coppa pia. legge,U 

kerandoU 



I 1 B TiO V 7{ D E C I M 0. „ 
farandola dal pericolo della morte. Et e ita refpirando, èffe ;Oftgnor mio h 
nonpoffo mamfeflare ciò che mi b auitemto in untratto,percbe tted?dotigr£ 
difftmo , beilo e terrìbile, incontanente fi partì il miofmrito e fui Uf tinta da 
lattima mìa. Ce fi parlando lei a pota per debole%ja:ìl re fu afflitto, & ìnuì 
Una Heller che flefle a buona fperan^a promcttcdoli dare la metà del regno 
fe lo cbiedefe.Ma Heller dimandò ebe ucniffe egli con jiman mi meonutto, 
the ■tfi bauea appareecbiato.Cofì il re battendo ronfentito, ut uemc,e beu ed* 
lietamente eomife ad Hefìer che face fi da fua dìmada s promettedo noie nega 
re co fa alcuna, anebor a che dimatidaffe parte del regno, ^{llbora prumife eU 
ia di mmifc/lare la fua dimanda il [ignite giorno, fé' Ite acni/feda mono c$ 
.Amai) al cottilo , ìlquale promife di tienimi : & d.m#n ufi\lieio,cbe banca 
Meritato de mangiare folo co'l re appo Heflcrjlquale bonore a ninno era Ha 
to cÓctffo.Mauededo nella faU Mardocheo fifìkgnò oltre modo, noti fi itcdS 
<fo da lui bonùrarc.Et entrato nella fua cafa,ebianth Zar alfa mogliere e olia- 
mela ■'quali fecemanifcHo nonfoiamete i' bonore ebattea dal re , ma man- 
dio dalia 1^0^ come era flato condotto dal re folo a L%& era limitato p ti 
dìuegtie~te t ma cbeglifpMcea batter ueduto Mardocheo Giudeo nel palagio. 
v4 etti rifpofi- Zara fa moglie. Fafegar un legno 5 o.gomìti lago e chiedi al re 
dimane di crofégere Mardocheo.Viaeoue ad Ornati tofiglio, e fece appaia- 
re a fttoi feriti il legnose cofcruarL p ilfttpplido di Mardocheo, Ma Iddio bef 
fandu di Urna la matuagia fperà^i, e pastàio quel the era a Uenire„edelct Ht& > '* 
iauaft ia tinello Vi rche no lafciò dormire il re quella notte f ilquale non uolett 
do Ilare in otio.ma fpedtre quel tepo al gouerpo del regno, comodò the'l Seri 
bagli legge/fi le memorie drfuoipredeeeffori e de ipropnj fatti. Et ledendo 
fu trottato,»™ ebe per la fra virili hàuea batiuto terreni,& era ferità il no 
me di queliti veltro per la fua fedeltàhattea hatwo un dono. Seguendo 
fot uenne a tiagatbcocTbedesìo eunuchi traditori, marti f t flati da Mardo- 
£fi&T S ™ ba W a W*i piando ad un altro atto, il 

5 1 ° * 7- d, T'r da ! idof ' : era f crino cb « ^tfìebaumoper attcjlopre 

JZJ Iti mn!fti ] di mt *M mededoch era uidno il 

Stìfis u f tr T° Aman > U 1" ale ^ P« tm» S 

fiSSliSr* P?*** 5 dì ^^oti fedele amilo,* 



alir )i, ' ., aw a me . c a fi si 'tcoct-t la mia 

viv «ijfffi e uhm acnywc aucll'bnantn rh/> 



Ut 



gf^XL 3 , IT™ I"* *""" * * - W con degna 

P estUmo de tuoi ammendando per tutta la città, che meriterà a» 

U 3 lui 



DELIE '^^T! CU IT A* GtFbAìCtìÉ 
hi un tal bwfìciojlqudr norrà il re chefta cefi bonorato. Adunque Am* 
pstfaudofi td mapifìcenqa dentei Ueme iti lm,diede tal cofigtio.Viacque ^ 
fa U anifo,e d$*i Tu bai cauatta fiuti a e cottami % trotta Mardodteo Gin*, 
■dei) cui. Hit dola di qfl^andarai immuti al fuo cauallo, perche tu mifà princU 
■ fili àmhi&pm manda ttdtjfmo il consìglio s che utilmente perfuaetenda 
m'hai dato;edouifià luì quel p rrqcp >che fitonuttne acbimìhafalumU 
viii.Aman udito quello centro agni f M fperare t confufo & affiitto t mcnam 
dól cauallo con la porpora e la cottali* , troni Mardocheo invanii al palagi* 
vcìììto di facce t e commando che fi uefltflr di porpora. A l'Ima egli nonjapt 
do la ucritàye penfandoft d'ejfer beffato difft ì 0 peffìmo di tutti , cofi ti pìgli 
fcherno de la ttofìra calamità? Sapendo poi di certo chel re gli dormita tafb* 
nore per tafdute datagli quando fioperfe lì eunuchi traditori ft netti de la 
porpora che folca penare il % , e ftpafe la collana in cello e montato a cauti 
lo andana per tutta la chtà,preudtndo Atnan e dicendole goderà tali do. 
ni colitiche farà amato dal re , e giudicato degno di bonerc. Coft Mardocheo 
andato per rutta la città entrò al re . Et Ama» partendofi confufo » mank 
frfìò a la moglie &■ a gli amici con lagrime quello che et a attenuto , i ijHali 
phdkauktìOiCbè non fi polca punire Mardocheo » credendo che Iddio glt fuf- 
fi fatm cuoio . Et mentre che coft parlavano*, uennerogli eunuchi dì IleHer, 
Hcfte.; che chiamavano Aman al conuìto. Ma Sabncbadar uno degli eunuchi (tedi 
do la croce fìtta ite la cafa di A man , laquale egli hauea apparecchiata per 
Mardocheo thìcfe da unftruo per cui era Slata appreflata quella t & udendo 
che erd fatta per il ?jo de la Heina, che Aman deiteua dimandare dal re per 
punirle, fi tdeq ne . tì attendo poi il re con pinati mangiato interrogò laM 
na,qual dono da lui chiede fé, promettendo di mandare ad effètto il fuo difio, 
A l bora la Un'ina pregaua il popolo fuo co'l quale era desinata d'effer veci* 
fi s & che però hauea determinato di parlarli; Ter che non hauea a male che 
gli sggrauaffi d'amara feruitu t quando che era quefìo m leggiermde , mi 
jopplicaita che tal calamità fufie Imam aia . Interrogando il re chi hauea 
fatto qnefto,accufaua tonni fefiamente Aman,r'tprendcndo{o che come mal* 
ti ola hmea ordinato tali infidie . lire di queflo turbato nfà del romito , & 
andò nelgìardino,ma Aman prevedendo già la fu a fortuna , cbiedra dalie 
fior perdono , & gitta ndoft fopra'l letto di He&er I{CÌn a prega ndola , foptt 
uen'ic il I\e,t uedendo quello fu piufdegnato^eàìf^.o pefjimo anchora fi tti* 
dij dì far molenda a la moglie mia? A la qtsd noce Amai) fpatittato n'epUQ 
terìfp&mlere co fa alcuna. Idi bara Sabuchadar eunuco cominciò ad dcsttfS 
re Ama t come hauea trovato nel fuo cortile la croce apparecchi-ita prr ucci- 
dere Mai -doibeOfCO me gUÌMuea narrato unferuo > quando era ito ai it'Hitat 
lo alconuitOìC dìiea la croce effer alta ma vant* gomiti, llreu dettele que* 
jle,lo giudicò degno di quella pena, che egli banca a Mardocheo apparecchia 
taifrÌKMta nere cmmndò ihe fuffe mùfifh,Yey{Uhcmr»uigliowi dà 



z r b ito v E Ci M o. ti f 

iUh* *ow & cerando te fktffrV ^mdfn^chenmfoh pu- 
55 Jtmm U mduwtàjw che «oi^jV* A imi tormenti, chebaue* 
Iti corno gli altri éfpollo , e fece che b 

tdauno e/War«& emm di lui quel !ac«o,cbeegti bauea tefòcon- 
tro un alilo, C$Am*» tfandomale timore hauntodalre ,futn ulm*- 
do crocido. Il donò poi a la R£Ìna Ufuo battere, e chiamato Mardocheo 
ili diede fanelto,cbebaueadato ad Antan, perche gh bauea gtàmmfe* 
ìlato Hcfìtr carne era fa parente t donò adunque la Rema a Mardocheo le 
nccbcxxr ài JMWt c applicò al re ebefuffe liberata la gente Giudea dal 
pericolodetta morte,mMÌfeBmdvlì ciò che banca ferino per tutte leprouttt 
de Aman figliuolo , dì Mamatbo , e dkea; che ucci fa te fila gente non vo- 
lea più itinere. Jt taquaie promife ti Re che non farebbe nana la fra. di- 
mandale fi farebbe co fa alfuo dìfio contraria. Et però le eontmife che fìri- 
utffe come le fiacca de i Giudei per nome del re, e figliando lettere col fuo 
. figlilo , te manda] fc per itfm imperio , perche ogni ano leggendo le lettere 
co'l regale figlilo non ardirebbe dì contrauepire , chiamando adunque i re* 
gaUcancellterìiCommandò che fcrìucffero ai magifìrati di cento aititi fe te, 
prouincie peri Giudei inquefìa forma. Il magno re *Artaxcrfe da l'India 
fino in Etbìopia ai rettori e magiBrati dì centotùntìfete prouincie foggettc 
al mio imperio falute - Molti perl'houore battuto dai prenc'ipì fon* di ve- 
nuti arroganti, e non pure studiano di opprimerei foggetti , ma etiandia 
cantra chi li ha bonoratì fi leuano macbìnando tradimenti , ne fi contentano 
di non rendere grafìe , e molare le leggi de i'humanità iter toro vfata, an* 
%i penfttio poter fuggire la fetttenza di Dio, che uede il tutto,e uengono a tal 
furore,chejiudiano d'opprimere con menzogne qitei,cbe ofkruano con diligi 
fagli ufjìcij a lar commefjì e fi portano inguifa , che fono degni di laude, & 
qttefto fanno ingannando le femplici orecchie de prencipi, che per la toro na- 
tura filmano gli altri. Et prò uafiquefio per le antiche b$orie, e per quello 
die amene ogni dì che la regale diligenti e da trìfle pfuaftonigUdfla . La on* 
de è daprouedere a la pace ditutteleprwincie,ne crediate che ugga da leg* 
giere^afi per benignità de V animo noflro commendiamo eofe diucrfi,4>i\i 
per la qualità e necefjità fletcpi ordiniamo quello , che ricerca l'utilità de Iti 
re pub. Ut acciò che ci intendiate apertamente Uman figliuolo i^lmadaio f 
animo e ijatione Maccdone,alicìio della gente Terft<ina,maccbiando la pietà 
noflra con tefita crudeltà è Hate accettato da noi comeforaHiere, &.banert 
noda me fornito tate Immanità ,cbc era chiamato mìo padre, & era adorato 
«a tutti come fecondo dopo'i Rg,era tettato a tanta arr^anif che fi ìngegn « 
^apmamì dì regno e di uita.'Pcrcbe con nuouc e non più udite machine h* 
^1^0 d'uccidere Mardocbo 3 perla etti fedeltà e benefìcio HÌukmo,& ! 
Tf ^^f^^^^^f^^'^Mponendofeco che unì ft queBi te» 
«*}sc Ridicala miafolitttdincjrapporttwdo il regno da Verftam a Maceda 

ii 4 ni. 



DELLE avTtcmTA 1 ÙJPn^Jcnn 

ttl Ma n<nmn trottiamo colpe adi i Giudei da queH huomo peffimo a mtne 
d-ntnatiyanzì all'incontro ueggian i che ufmogiafìe leggi* the fono {telino* 
li de l'alti(fiffto t cfempre aitante ìddìo,per cui beneficio è flato fato il regno 
ainott/ìpadri^ a noi e ftrtadhor* la conferna.Terò fappiate che te lettere 
éa lui mattate fono uane,per laqual matuagìcà egli che ba difpoììo tale fate 
tagine e tutta la faa progenìe pende nelle enti innanzi alle porte dì Sufk, 
battendo punito lddio,nan noi,comc egli era degno. Queflo editto che mandi* 
itòofta badilo per tutte le àttiche fta lecito a Giudei tifare lefite leggi, e por 
geteglì aiuto che uccidano chi s'erano per uccidere apparecchiati il giorno 
1 del mefe lì. chiamato Adar. Vercbe l'onnipotente Iddio ba mutato in 
allegrezza quello dì che egli minaceìampianto, & affihtione . Celebratele 
adunque iragtì altri di folenni /fuetto con ogni ailegrtxja,accioche fia ma- 
nifeHo che chi fedelmente ubidijiano a Verjtani,riceuono per la loro fedeltà 
degno gnidardone,e ibi muovono infitte d regno loro fono puniti. V.t ogni cit- 
tà c protiìntia, che non nona rflcr partecipe di qtteHa folcnnitàperifca con 
ferro efuoco t e fìa deflrutta in guifa,cbc non follmente da buomtni,ma diati 
dìo dalle beììie fta abbadonata per effempio del kìffhtifgo e difttbìdìeTg.Wt 
dirotto adunque i corrieri a portare te Ottétti e Mardùìbeo di Jìolla veTiìtÓ 
& ornato dì corona e collana doro ufd del palagio , & vedendolo i Giudei, 
theb.ibìtauanoin Sufa,cofthonùtato dal ^giudicarono che fuffe covtmu- 
r.s U fd:cit{i.Cbfipropojli perle città e ptottìncie i regali decreti, de i Giudei, 
diuennerc lìéàie mAt ipopoli brbbero di loro fpauento> ttedendo loro dalpe* 
ricolo èffit. rivfcìtì aita libertà.Trrcbe'l \$.dcl mefe i zJetto da Giudei jf* 
dar, da Macedoni Dìftro,qtteì the portavano te regal Ietterà nonftarono , (bt 
dousano uccider i loro nemici quel dì,ehe elfi erano inpericolo. *AÌf bora prt 
pottì Satrapi tirannia H£ e ferini honorauano fommamente i Giudei ;per the 
fi temeano di Mardocheo.Toì che fu letto l'editto dei % in tutte le t puintie t 
ucci fero i Giudei in Sufa cinquecento de nemici Et battendo il ^ manifeft* 
to ai Heflcr il numero de gli itici ft,e non fapendo ciò che era fatto nelle prò* 
a 'tnàe , dimandò fe tbkdea piti oltre . Liqmk dimandò che commette ffett 
Giudei che fatefferait medefimo il dì uegnente e che l o. fuoi figliuoli fuffè* 
ro croci fisjì. Queflo anche conce fse ìit\e,no uoledo in co fa alcuna refìflergli • 
Cofii iudei apparecchiatiti iq. dì del mefe DiSiro ucci fero upprejjb tre* 
cento de némiti,non pigliando però co fa alcuna delle ricchezze toro . puro* 
no ucci fi da Giudei per te prouincie fettantalei milita de i nimieì nel ttedeti 
dì del mefe, ilqstale fileggiarono fotennemente . Tarimele i Giudei rac- 
colti in Sufa il giorno quetordeci,& quindeci celebrarono conuiti. Et per- 
ciò fin'al dì a"hoggÌcel> brano i Giudei quefti giorni mandando/i feambieuo* 
piente le parti de i cibi . Scriffe etiandtù Mardocheo a tutti ì Giudei all'ir»-* 
perìo Verfiana fottopoM che ofieruafitro quelli giorni , celebrando fetn* 
fre t & mfegnéido a t defeendenti che gli ettebraflcro non fi ftordsndo che 



LIBICO ^HHMO. U 

invadi foueam per >p 'radi ^^f**** «** " 4 ^ . w ^> «*• 
£££ feti» ilprfJfc* ^i^/»*^*»""*"* 
*5à*faJ Sbranai gUì^H, dì cbumandoluonferuaton. Era 

Smfeftff appo! i grande e f*Wf»< ffn&nf^™" 
Z co„ la i Giudei eranoput ^nUbm^o am» 

tic fitto i mperio dMtaxerfe. 

Ciò ebefigue di quello libra, iimni nella Bibk, 

Dì t*mfi Duca e M gnaffe che cercaua il facer detto. Cap. VI L 

M» Eiiaféprentìps de facerdoti, Giuda fuo figliuolo fmeefìe ìlqmt* 
■ 'parimente morto, feguì Giovanni fuo figliuolo in tate dignità , fa- 
vate lapitano de l'altro J.rtaxerfe violò il tempio, e fece ì Giudei tributari} 
te primi trfàò riferire te bufile quotidiane ebefeoffe per ogni anno tribu- 
to di cinquanta dramme. Et fu di quefio cagione Gkftt fratello di Gtottanni , 
di cui Vagoft era amico,& brucagli premevo il fommo palificato. Ter'tl che 
fidandoti Gicfa, (tenuto atte mani col fratello Giouanni nel tempio lo prouo- 
eò,rl ttccife,e enmmìfe Giouanuìnel tempio tanta fìeleragke cont fa il fra- v » 
te loni che non tììji piti abetine ne appo Grecane appo H ebrei , La onde non 
tàfcìò tal peccato Iddio fen^a cafiigfi.anzjprr talcaufa fpinfi il popolo a fer no He1 
Ithà e tafeiò molare il tempia a Terfìnn'h dicendo P' ago fé : Hauctc ardimeli- tempio 
to di fare homkidio net tempio,io fono più mondo,cbe l'ucàfo nel tempio . E per il là 
dicendo qurfìe parole entrò »ti tempio, enfi Fagofe pigliata fimile Otcaftone " r< * t> ~ 
li punì anni fette per la motte di Giel'u . Morendo poi Gioitami » fucceffe nel tl °' 
principato de facerdoti Iadofiglittolo,cbe bauea parimente un fratello chia- 
mato M ìnaffe a cai Sattabalatb mandato da Dario Satrapa in Samaria,per 




fui figliuola jiuifandofè quella doutrli e/fere OHag^io a conferà are la fedeltà 
àe Giadt i . jl quel tepo Filippo di Macedonia fu daVaufania di Ccrafie 
figliolo,*!* orejle difcefo,a tradimento uecifoiìn Egi citi A, Et Aleffmdro fao 
figliolo pi \tt. ito tmperiopaffatot&Uefp5{0 f £ {confile ì capitani dì Dario c3 
Wttendo con toro a Granito fittme.Cofi battendo ftorfo Lidia,pigUato Ionia, 
e [albeggiato la Soria t peruenne atta Panfitia t comeè de ito attratte. Ma tpa 
driGiero/blsmitanibaueano a male che'l fratello di ladoprencipe de facer- 
doti baueffe moglie (haniera,e partecipale nel faterdotìo.Giudicauano nera 
mente qtteflo matrimonio e/fer un principato di occaftone a chi uoleano con* 
tra fare a le leggi nel pigliare (ir a mere mogli, come deftauano miti far e, per 
the crede4.no la pafìata cattìuitdper tali non leciti matrimoni^ efser tenuta, 
haticndo peccatomoWhnon pigliando mogli Ifr&dìsu Commandauano adun-> 

que 



qttc the Mcmaffe ripudiale la moglie non entrafie nel Santuario. Edi fr r <»; 
tipe defacerdoti infame coH popolo fi fdegnauano di quella Cnie Mma f 
fe cacciato dall'altare dal fratello andò a Sanabaktb fuottra , dicendo che 
amami egli ìfatbafua figliaola^iacbe'Kòmofacerdom tra nel popola GìM 
lieo per ikbe non mica per talmaf rimonto efier priuato dd fu cet dotto , Co/J 
Sanabalatb nolendo che gli tenejfela figliuola gli protmfc didare non pure 
ilfaccrdotìo y ma il principato del faccvdotio e la Signoria di tutti i lunghi. Et 
diteacbeglitdificarebbeun tempio fimilea quello di Gierufalcmme fopra 
Garizìn monte più allo che ogn altro di Samark,et che farebbe queflo di co 
fcntimento di Dario Ftf.Manaffe con fante pronte fìe fdleuato,iiet te con Sa- 
-RiibaUtb, credendo d'baucr itfommo facerdotìo da Dano,percbc già Sana- 
baiati) inuectbiaaa.HaHcndo molti factr doti , & ifraeiiti totali mogli , tra 
Gwufahmme di fèditio»ipiena,entotti andavano a Manajle,a t quali Santi 
bdathpùtgea denari , augnandoli terreno da cvlliuare lefian 1 ^ ,e co fi ai 
■ogni uiafanoriua al genero. 

Fatti de tAlcJlandrQ a Gicrttfatmme per i Giudei, 
Cap. Fitta 

A Quel tempo Dario intendendo jtlefsandro eflèr papato l'Elkfponto, e 
iti n ti ìfìioi capitani nel conflitto a Cranica fiume éfser uenuto più a- 
tiaìiti,ractoltodecauallierìì pedoni un'cfsertitOydeliberò epporfia MacedQ 
ni prima ebeguafiafsero l'^fta.Tafsando adunque Bufiate fiu7se t & il Ta» 
ro monte di Dilkiajui afpettalia il nimico r fperado batter la vittoria, all'ha 
ra Sanabalath lieto per la partita di Dario, dicea a Manafse ebe ail'boragU 
attenderebbelapromtfsa,ritor!ìando Dario con vittoria de nemici . Ter noti 
fola evìì,ma tutti gli ^Afianieredeano i Macedoni non douer fare la giornata 
con Terftani ebe erano infinito numero, Ma fuctefse contra ogni fitofperare 
cbe'l %e fatto con Macedoni un conflitto fu rotto , & perdendo gran parte^ 
dell'effercitojafcìando captiua la madre,U moglk s & i figliuoli fuggendo ri 
tornò in ¥erfta,Ma ^Alefjadro ucn^do in Soria,prefe Damafco, efoggiogata 
Sidone ajsediaua Tiro,Et fcrtfie al prencipe defacerdoti Giudei chttdedo aia 
to r e dimandando ebe gliapprefiafse uittouaglia per l'cfsercito quanta mìni' 
flratta prima a Darìo s ton fonandolo ad amicar/i con fdacedoni,accìò per l'a 
uenire nonfe ne pentifsc, Hauendo rifpofio il prencipe de facerdoti a chi por* 
tarano le lettere, che era con Dario , afte Ito con giuramento di nonguereg* 
giare contra diluì, e ebe non potè a utuendo Dario contrauenire. ^AÌefsandfO 
fdegnato non uollegìa leuare da Tiro l'efiertito,ma t ut tank mbiacdaua t ch£ 
pigliata quella citta, contrai prencipe de (acerdoti Giudei morrebbe left 
ftrtitOiirsfegnandoli a cui doutfstro efser fedde. Et co fi pia infiando lafsedìo 
prefetiro,ek rot<inò y indi uennea Ga%* & afsedkuda con Bibimajin fuo ta 
pitanoMnabalaib parendogli tempo opportuno, vedendo Daria éfperato » 
deggendo defuoi Otto milk andò ad jtlcfmndro , e trottolo ebe cominciano] 



a J aSei'utrTin , «fona/* P™rarfe dare ilavgfa * tot inetti, reggendo pm 
toHo dbaner lui per figmfi che Dario . Et comprendendo ebe bemgtamen. 
te era Hata riceuutofrefo ardire, parlò ad utUjf«*drt,cou direbbe baueu* 
per penero M mafie fioretto di iadofammo fucerdote de Giudei, e motti altri 
di quella gente t iqmti tutti uoUmo edificare fono di hi un tempio «e gkaf> 
figliati ltmbi,& che wcftogiouaua anebora, chela poteva de Giudei 
A in *** pwe diuifa ne P^teffe effendomit* ribellare > o a qualche modo 
reftSlcrcai Re compri** era attenuto agli j£ffw^ CofiSambdathptftu 
pentimento d\4leflandro edificò Bvdiofamentc vii tempio » e fece facerdote » 
Manaflt e giudicando quejìo a fmi figliuoli douer g'touare. Ma confmatifet 
tt meft ncU-ajjèith di Tiro z.a Ga^a,marì Sanabatatb, & ^iléjf andrò piglU 
fa Ga%a andò in fretta a Gierufalctnme . Qkdia vdendo lado prenttpc dt 
facerdoti, fpatten tato infume con ìfuoìfacerdotiUttdiaHadifrrft incontra a 
Macedoni in fretta/apendo cbe'l Re per U pafiata contumaci* e?* fdegna- 
to. Commandò adunque «[pepalo che facete arnione , tìr efferiffe a l'io j 
f icri$tij,egli prcgauaperil pepo!o,aeciò fufiedai prefenit pericoli liberato. 
Et dormendo lui dopo'l facrijicio gli commendò Iddio che fìando a buona fpe 
r xnig ornajfe la città con ghirlande, & aperte le portegli altri con veUe eS ti P i * n - 
dida , & egli eon i facerdoti uefììtocon te Slolle leghimeli andaffero iman- cipc de 
tra,nod temedo d'alca na attuo fifa, perche iddio gli prau ederebbe .lado poi ^ c ^ r 
che fu deflo,pieno d'aUegrc%^afece a tutti mamfefla la uifione della notte, e *j ( c r ^ ^Jj 
Commandaudo ebe soft faeefjiro come craauuìfato, afpettatta cbe'l Re uenif j„ c ^^ 
fe, Adendo poi che era uicino alla eludigli andò coni cittadini incontrato- tra ad A 
letmemente,e firmando fi a Safin luogo che figmficain latino feoglio, di onde lefl«i- * 
poteafi uedere Gicrufalcmme il tempio . Ma Fenici e i baldci fegucudo il Jr0, 
Hf,fi credeua che egli tifale cantra la città quanto coticcdea un furore impc- 
th{e^0€sdo ttiiiatfia alprencipe de facerdoti, M a riufó il contrario ,per-~ 
(be^flefiandro uedendo di lontano L moltitudine uefHta di bianco ,&ifa* 
cerduti con le Relè di biffo, & ilprettctpe de facerdoti con {loia dibiatintbo e 
d ora, che kiittea fiipra'l capo la eid^e di fopra la lama d."or o,nethi^i ale era 
feruta il nome di DiO^ndòfah a luì t & adorò iddio honorando tifammo fa- 
cevate Co fi falcando tutti i Giudei Meandro, e flandoli dettano i l\edi 
s f> a *tti ìfi finirono tn quefio , epenfauano che la mente dei Rr fuffe 
alienata eon incanì t fimi, ma Tatmemojàlo gli dtmìdò,perqu4 cagane egli 
che da tutti era adorato , batiea adorato il fummo Sacerdote degli tìebrei , 4 
cut rìfpofe egiube non banca adorato tojltihma Iddio di cui eglièfommofa- 
cer dui e. Ver che ho ucdttto infogno ucflito di queflo habitat ftende- in Dio cit- 
tà è Macedonia.Et petifando mecofe pottfle uincer l'jìftajnìfoltecUÒ » che ?°p» 
non ternefìe^n^thepaffaffe arditaiaente y cbe r cwdunbbe timio eficrci ^ A j cr "* 
to dandomi l'imperio de Verftani , 0- pero non battendo veduto altri dique- dr0 ' 
ihflola ncflito t ttedtitQ coflttim'lfwtnuto delta uifione p lavali bo adorate 

Et 



SÈLLE jf$fìCpt'# GI^D^lCttE 
tt però tengo certo di ejfir daMuino tutto guidato, e batter uinto Dario , è 
jcioho l'iwpe. Terftano, la onde mi confido che miriefca ciò che nelntk core 
biuta fperato , Detto qnefìo a r Pamenio,honorando ilpréncipe dìfrcerdoiì, 
accompagnato da gli altri faceréothpentcnne a la città, & entrato ne f rem- 
pio t offtrfe itfacrijìcio come gli molìrò il facer dote. Donò egli <ttfommofae r . 
dote e gti altri molti cari doni. Tortagli poi il libro di Daniel nd qnal era 
Al efT*n f»i*to, tb'Hn Greco foggiogareblte l'imperio Terfiano, au ttifandafi di effe r |/. 
dro fi- lo,ftt molto lietotdr albera madò mail popolo . llfeguented} chiamandoti 
tifici t commaiidò che chiede fiero ciò che pacca loro. Et dimandando ilpréncipe de 
^teer doti che gli fuffe lecito tifare le proprie legghet e/fere affetti per anni 7. 
concede il tutto. Dimandando poi che commandaffe a Giudei b abitanti in Bt 
bìlonìa & in Medi* t cbc afafiero leproprk legghpromifcdi fare ciò che ctie 
deano.Ùicertdo lai falerno uolca offeruando le paterne leggi militare, che lo 
'.Beni- coniar ebbe frco f dìfìero tutti che gli andarebbono. Co fi Meffandro difpotien 
gititi fiale co f e j B Gierttfixlemme t eondaffe £ efferato a le altre città, & effendo d* 
d'Alci* {Sitt i oue andana benignamente raccolto^ amami che bancari ohi quel tepo 
foGiit- Siclfimaper kro principiti città,nicìna a Gatizi mote, oue babitauano i tretf 
4cù grefiorì GiudeÌ>adendo ì Giudei coft magnificamente trattati d'\Ateff andrò , 
. fa rotto affretti a nominarfi Gindei,perche quefli Satwrit'i^ome alerone bah 
biamo dctto,e{fendo afflitti i Giudei , negano di efferloro paréti confefiado d 
utro t quaiidopolli ueggono fdiei t a l'bora fi cùnfefianofarenti t deriuado l'o 
rigine loro dai defcsndenti di Ghfcf di Efraimedi M anaffe .*A l bora fnofìrS 
do carità ì & ajfettaofo attimo fi fecero incontra al tjuafi come Gierofoti* 
rnitani.Ei battendoli commendato ^kffandmSicbimiti andarono ad Mef* 
} andrò con i faldati che Sanabalatb gli banca mandaiì,chìedendo chemniffe 
a la città,& honoraffe il tempio da toro fabricato, il quale promife che riiot 
nando li anderebbe, Chiedendo poi di efier eficnti per anni 7. per che efìi amo 
ra nonfeminatto,dimandò ebe erano quei,cbc ficcano tal dit»anda,rifpofcro 
che erano tìebrd,ma ebiamauanfi Subimiti da Sidoni, e dimandado da naO 
uo fe erano Gittdci,di fiero che non : & iajijfe eglhbo conce fio qucfto a Gin* 
dei,ma ritornando,meglio m'informerò dì noi^efarà come parerà al mio gin* 
duio. Cefi negò de Sichìmiti ladimanda.Commandò poi ebe gli amici di i'arts 
baiati} lo fegnìjìero a l'Egitto promettendo di dar loro ini atenni terreni, co- 
me poi fecondandogli in guardia la The balda prouin cu. ^idnnq;mortd ^AÌef 
fandro è manifeffo chr'l fuo imperio fu da fucccffhri ditàfo, e rima fe il tempio 
fopra Gar'rzimonte.Et s' alcuno in Gierufalemmecra incolpato^ di cibo non 
ledto,odi baner maloffiritato il Sabbato,o di ftmil peccato , colui fuggi** 
ficbimhi, dicendo che era incolpato ingitiUamente. Moiì a quel tempo lado 
prendpede facetdoù,& Onìafno figlinolo fuccefje nel pontificato . Ut Slatta 
no in td fiato in Gkrttfalcmme. 

il fi ne del Libro Pndcàmo, 

& I 



DI FLAVIO GIOSEFFÒ 

HISTORIC O/'H VO.MO 

C L A R I S S I M Q. 

Djì L LE ANTICHITÀ" GIV D A I C H E, 

L I B 1^0 DUODECIMO. 

* l'hiftoria dìqtuflo duodecimo libro ftn'al capo fe- 
tta x fion è nette Htbia. 

De Io flato de ■ Giudei dopo Jj^jiortc d'Alcflàudu». Cap. T, 

LESf^A-T^D ì[0 Macedone potebebebbe foggbga to e dì- 
fcioltoil 'Pwfiano regno,e Sfpofio te Ghtdea s come epredetlo % 
mori . Et haùcndo lafciat a moltiprencipi fucctfforì ^intiqono 
occupò l'.A/ìutSHetico Babilonia^ le uicine gemi. Lifìmacoot 
tenne MrUefponta t Ca(/andrortfie te Macedonia, Vtolomeo di 
tm li^ìuolopoffedèi£gitto.i^ttì guerreggiando tra loro mentre che fin' 
dia cadauno d'ampliare il fuo imperio , conquaftarono ht modo le città , che 
merendo ne i conflitti molti cittadini , gemeano . Ml'bora l utta te Sorta fot 
to Tiotomeo di Laio figliuolo ^be fu clamato Saluatore sfotte me a fi a ta t 
mme contrarie . Quando che prefe cottu'l Gierufalmme , entrando nella 
città co», frode & inganni di Sabbato fatto fpecie di fàcrifìcio » cbevli 
toatnidiceffero t Giude^cbe noti fi temtuano di cofa nimica^ pero ttauana 
fetidi guardia i cottiti pigliata la città crudelmente figmreggiatta. fónde te 
fflmonìo al mio parlare Giudeo ^anhanbide^quàk fervendo i fatti dei 
ficee fior t djthffàndro bla fimo te n»ftra fupcriì'.tione,per la anale babbìa* 





e -a .* ~ r .^.,-,~«^ * *»*u.„ %Vj epatt duriffima fi* 

mori* , ^ tfto fcrtfìe ^gatbarchide della noftragente . MaTtohmeo fat« 
ti mi Itt prigioni dalle montagne dì Giudea, e dei-pìcini luoghi di QicrufaUm 
™ >Ct°tdtS*» aY i h odÌGa rga^> >fe n andù tri tgitto. Ma battendo toni- 
\*iJ Htl ? he h *' m trmt dA Girrnfate»imc effr colanti bormatorì del ue 
niMv^ liaitcìido rifpofe«dMcjja/tdro,ebegli mandò legati , tnpéa^d 

fa 



fa.yiu'endo Dario non'wigltamo pigliare cantra di latte arme , & perenta 
Dario motti rie pofe a guardare j ca{ìetH,e lì fece carne i Macedoni (fWfafàg 
ària ette a il: a sfacendogli giù rare che j'arebbano fedeli a fttoidefc%ckn$i t< g, e f 
fenda fottuti multi altrìGiuàeiin Egitto tratti dalla fertilità de i luoghke dei 
la magmfieenXfi dì "PMomeo imitati , ì nipoti de i quali muoueano fedkktà 
eatttra $amariti,¥tUdìandof( di conferuare le oblatìonì paterne. Tercheaffèr 
tnaiuiao Gìcfofoljmitamil loro tempio effevfanu> t & ini doucrfi mandare le 
ebkììoni.SamsirWi a l'incontro affcrmauMQ ebefafero dritte a Gattyrt 
monte. 

Come fa tradotta la Bibia,da i fettunta interpreti) & de i doni dati de 
Ttolomeo a Giudei, Cap. 11- 

D -py opo l'anno duodecimo dell imperio d'Mefftndra e quaranta dopa Vtv 
ino alia -L/ iomeoSottero t ottenne Filadtlfo il %egno de Egitto per anni 1$, Pece 
fegil li- coìhi interpretare la legge da Giudei,? liberò da [entità, i Gìerofolìmitanm 
br stia zittio erano 1 20000. per fimil caufa > Demetrio prcpoflo alla libraria del , 
t J ' e P° " ^{imitando raccogliere tutti i libri, che fi trouauano net mondo, 0- acquì- 
tiare ogni notarne degno£ìndttflria,^t.at f{c grato j- tonale banca canale iti- 
toaecefb a raccogliere i libri non guardando ad alcuna fpefa interrogato da 
Ptolameo quante migliaia banca da notami rìfpofe,io®oo.ma che a poco ti 
panepotrebbehauere. 50000. e ebegli era fiatò detto efier appo} Giudei, 
molti fcrìtte della legge loro degni neramente detta regal libraria, tiqualttQ- 
pojìo con figure de lettere e loro linguaggio, con gran fatica fi trapportareb- 
bona in Greco parendo le figure loro elapronontia non Jiffimde dalia Sona* 
na lingua. Et diffe , poi adunque a tue fpèfe fargli interpretare , & battere 
nella tua libraria anebo le loro leggipiacque al % l'auifo dì Demetrio baue 
do mefìrato la faa diligenza a raccogliere motti Ubrie fcriffe alfommojaccr 
dote de Giudei chiedendoli di qnefroMa ^rijieo amico dei Bg,e famigliare* 
per li burniti coflamida lui amato, bauendofi prima ingegnato di chiedere da 
Ttolomco cbelafcìaffe i canini Giudet,cbe ermo nelfuo ÌMpcrio,giudtcòqu$ 
fià effere tìtà fua dimanda ottima occaftone, e perciò parlò a Sofibto Totem 
no,& Andrea , ebe ti porgeffero aiuto nella dimanda che egli doueafare al 
Aiifteo Inaiati hauendolìpromeffe j tntrò egli al i^e dìfle . T^on dobbiamo o Sf 
% ! ita lafàarci ingannare da mnafpcratiTa, ma aprirti lauerita.Tercbefe fiudw- 
is R e no nonfolamentc traferiuerc la teg^e de Giudei,ma ethatdio tradurìa,perfar 
<h e ti co fa grata,eome potiamo noi farqueUo,effendo tanti Giudei neltuoregn<r 
imì i feruti Squali dei per tua benignità fdogiiere dal giogo della {entità , &per 
Cuictei. conferà ationc ddtm regno donarli a Dio , che ba dato le leggi , ìtquale noi 
chiamiamo Ztya , cioè Gioue , perche ci dona il marre . Et però rimandali 
tì i collumi paterni lìberi ad honore de Dìo, ilquale co» fomiti* religione pla- 
Cano.TLtfappi a prencipe ch'io non gli fina parete ne della medeftma natìone t 
er iithè mi maona a porgerti quésti ani fi. Ma f apendo Idèo creatore dì taf-, 



£ ì B liO r Ti i* E C T NT 0. l T4 

thl't kuotniiii,abfa ac tiare faauemente quei the operano bene , mi fitto co*. 
dfro a fati metta dimanda.Detto che bebbe qnéte insito, il guarda 
dolo con focus rttbnmdiff^Uante migliai* pi ufi tu che sbawamo a tibé 
rarc?tiifPof<: Andrea che era pepite ;fonopoco più di i ooooo.laonde dij* 
fe il Re;nón dimandi da me o Mtdeopicaol tino. Dicendo SofUto che gli era. 
canuenemk dia fm magnificenza rendere tdgratia a Um t che ghhauea, do 
nato il RtgmM R£ lieto wnniandò che per quetjoldaufi pagaflè la mem- 
de dilla uettonagtia , dando per cadauno prigione appo loro trottato i io, 
dramme.Et promife di proponere i decreti di quefb e confermare I^riSìeo 
le dimanda. Coftfplende la diurna uolontà, per laquale furono liberati nanfa 
quei che fuo padre hauea traportali y mu quei anebora che erano prima 
fattoi fuo regno 3 onero fe altri poi ut erano venuti perilx'tfcatto de iqit ali pa- 
gò il l{epiv di 400. tdaiti.Ett fiato conferita to la, copia pernia nife flore , 
ttd-.fct ■udenti la megmficfn^a re ale set era quella. Tutti quei che militarono 
fot iQ l'imperio del padre mio,& hanno guaflo con luiSoria y Fenicia,c la Gin 
àc8,£ondo£tììprigfoiiiìliyenderono nelle noHre cittàeprouincìe: quefii fon 
quei che gid gran tempo fono nel mtopaefe s & altri che poi ni ftano Siati con 
dottì,Lctfiìno lìberi figliando per cadauno izo.drammci faldati paghino del 
ftto ì Hìpcndij per il uiiicre s gli altri dalla menfa reale piglino il prezzi dello 
70 rifcatio.Vercbe io giudico loro contra'l uoleredi mìo padre hauer facchcg 
gìato cantra giuUitia la provìncia loro ila onde veggiamo affai faldati arric* 
chhi,pai che li hanno condotti in Egitto. Confiderando adunque lagiuHitia , 
ho di loro mifcrif:atdia,e commando che tutti iferui Giudei pagata ai padro- 
ni la predetta pmma ftano franeati,non commettendo Vi quefio [rande alcu- 
na, anzj vbidifca ognuno a quefii decretile ommando che quefii miei Sìa tu ti 
fieno tenuti inpublìco tre dipoi che faranno martdatì,accìò che «adatto i pa- 
droni da i giudici mottrando i corpi : perche io credo quefio douer gionarc al 
mio imperio.Ogn'uno pofia accafare ì contumacie cui fatuità fi pongono al 
fifeo Letto queth dettelo al F^,& eficndo giudicato yuflo, ma cbtfolame» 
te ut mancauà della libt rationc de ì primi, e dì qu eì che erano fiati condotti 
dop^egh per fila liberalità commando attebo di quelli. Sapendo t fot che era 
mmgemhdifirìbuire ìprc^i m unfubito commando a i regali mìnìfìri 
tbtfmertyche appretterò i danari, fatto fuetto furono mandati ad effetto 
tutti 1 precetti regali, e fi diedero aoo.talenti che dicemmo , & altra quefli 
tie furono diuifi 60. perche pigliavano ì padroni anche peri fanciulli 1 20. 
Mamme come hauea commejjo il jfc che fi pagafseper cadauno corpo. Fatte 
Wtec(felodeuolmet>te feconda U regal magnile 'sparite a Demetrio gii*. 
WcùjapuMieare il decreto ditraditre i ùiudahhi libri , perche non fi difpo- 
e da ip e cofa alcuna nanamente \anzj tutte le cofe fannofi con diligenza . 
ììtrT ™ iam narrato la copia delle epiflole,eU moltitudine de gli orna 
m m ^tl dò (he in cadauno hjhlpitowdcpuojfi uedere ottimamente 

Hndufiw 



DÈLIE A^TlCRlT^t' GlVD^lCHt 
Vhtdufiria degli artefici^ di tutti ina fi i'eccelien^a.rde h del decreto la co* 
pia Demetrio al Maffima i^commandando tuo %c che fi raccolga ; aiJ ; M< 
nù,cbc mancano a dare compimento alla libraria,®- che quei che f ùna COn , 
fumati fiano eondìtìgen^refiituU'hufandaogni Situiti ti fu a [opere the d 
mancano Ì uolumidella legge Giudaiche molti altri, perche fendo ferini con 
figure e linguaggio Hehreo y fono a noi nafcoflLEt è fiata tradotta qaefìa che 
hanno con minore diligenza , non battendo kro comprefo la regale prouidett 
%a [opra di qut foche tuttattiagli è neteffario che ftanopofie in mano ma co 
più diUgen^Terche la legze come data da Dio, e giudicata fantijjima . La 
onde jlgatbio jlbdetita dice, che non ne fanno tftit ione poeti ne kiftorhì ne 
anche parlano de gli huomini,che fecondo ì fuoì pr e tetti hanno munto ,per- - 
che è troppo tafia,ne dchhe effer da profane lingue efpofla . adunque feti 
pare ò Inferisti dfommofacerdote diGindei che ti mandi de pià antichi di 
cadauna tribù fperti della legge , a fine ebehauutada loro t'interpretatìone 
nera e con fonante traduttio ne potiamo riporre i libri degni della tua adotì . 
Dato tale auifo t commandò il f\c che ferine fìe di quello ad Eleazaro fi m- 
rnofacerdote de Giudei ,e come bauea francato iferuigi Gmdeideljuo regno^ 
oltre ciò chegltfacefìe a fapere, che haueua mandato per le ta^e e libato- 
ri* %o.talentid'oro y & infinita moltitudine dì 'care gioie , facendo anco a fa- 
pere a i the forieri ebehaueuano a conferuare le gioie, che lafciafsero gli ''arte- 
fici eleggere come più loro parca alle opere eomeneuok. Ccmmife ctìandio 
che prrfacrificare,& altre cu fife fttfìtr dati a facendoti denari per cento ta- 
leti.J^arrerò la fabrica de tìaft e forma loro t oue haurò manifesto la copia 
de l'epiflola mandata dall\e ad Eleazaro fomwo facerdote . illude per tale 
cccafione bauea prefb il principato. Morto Qnia fummo ftcerdotcjuccefk Si 
monefuofìgliuolojlqudcfu chiamato giufivif la perà che mojhò uerfo Dio 
e fattore uerfo il re. Morto lui e lafciando il figliolo bambino chiamata Omo. 
l/defrè Eleazaro fuo fratello di cui dicemmo , prefe il premiato , a mifmfie Tm 
ad Elei torneo quefle lettere. Ttohmeo I{c ad Eleazaro prencipe defacerdm fJ«tf. . 
su, 1 *, Habitando molti Giudei nel mio impt rio,t qudi erano fi ricondotti prigw* 
sì da Verfìatii quando erano potentì,& mio padre fatandone molti alla milf- 
tta conpiu larghi fiipcndij,iibonorò,& ad altri che andarono coi/luiinEgìt 
to,diede in guardia cafìeile per raffrenare gli Egitt ih Ma io pigliato ilfirena 
fato li ho trattato humanamt-tc ,fpctialmetc i tuoi di tadinh di tqudi ho fra 
tato pi» di etto milia t che erano feriti, pagando per lo ro a i padrùìii quei e he 
erano dì fiorita età ho effìgnati alta militia, molti che hoginéiato i fedeli ho 
tolti nel pdaggio parendomi fare a Dio cofa grata per miaprouìden%a qnt* 
fio grandìffimo nato a Dio . Et però uolcndo francare qui f li e tutti gli altri 
Giudei del mio imptrioM determinato di porne nella mia libraria teuefoc 
leggi tradotte dì ti ebreo in Greco, e de Greco nelle nvfirc lettere e linguag- 
gio Pam adunque bene eleggendo d'egnitribu ó.hutmìni mimi,et antiche 



L I B 1^0 D V 0 & ■ ' S C T M 0. S j 
lattali frano per età efperi j,e poi fino prudentemìt e interpretarle.Tercbe mi ' 
da a crederebbe di tde opera u' acquiti t rò fomma gloria. Et ho mandato ehi 
deliberavano dì questo co noi ^Andrea principale de i mici camerieri & Uri 
fico a me tarisfimi, per iqttali ancia ho mudato ahepio le primitic de i noti 
per l'immotare , dr altre cofe cento talenti'. Et tu commandad quello che ti 
piace, che lietatn et e lo manderemo ad affètta, Eleagno battuta la regale ep't 
iiolu, motto benignamente lì rifpofe in quefia forma, Etea^ro preti tipe de fa E!ea * 
eerdoti a Ptokmeo re filate Se tu cmurftnoc ì^tina, & i figlioli [ietefani, pjjjfo- 
il tutto và benedetta la tua cpittola, mì fona rallegra lo ditta tua uolontà.Et meo. 
vano ha la moltitudine l'babbiamo lette, acciò fi dimojiraffeamttì qualfuf 
fa U tu* pietà ver fo Dìo. H abbiamo anco mjlrato le ta\%e d'oro jo.darge 
to ìo.cbe hai mandato e y piattina me fa che ft ha a dedicare, & quei i oo. 
tuie'; ti per tff&rifiào e per racconciare ciò che marma ne! tempio, iq stati hai 
mandato per ^Aindi ^frifleoiuoi caiiftimi amici huomnio itimi, e dot* 
nlìitni t c degni detta tua uirth.Et (appi che noi per giovarti e ch'ira natura no 
gltamopatire alcuna tofapunhe rendiamo alquanto compenti a i tHòìUr* 
ghi benefici?. adunque babbiamomontanente Purificato per te perla mo- 
glie eJigttòU, actioche ui attenga quello che più deftate,& ti tuo regno ft con 
Jvrut paccfieo.Etper tradurre tu noHra legge, taquale tu ricerchi haucrc P 
tuot cowmodtbo eletto ó.antìchi d ogli tribu.i quali ti mando con U les^ e 
farà tua ufuto per pietà e giujìitia,cbe tradotta la leggeramente amila, 
Ttm*n,i. Stafano.Cofirefcnikilprencìpedefacerdon. Urne noni partito 
negano narrare t nomi de t yo.ucccbida Eleazaro madatì come cbefuSe^ 
ro lotto l epjlhlafcrmi.Hoperò giudicato ejjìr eoueneuole dichiarare la ma 
ft Cl , a f f t ìChe , c ™>»™< 10 <l* fi fa efiero ad honore di DÌo,aSn 
larghe fpefe e dt continuo dana da fare agli mé&Jm confenteXietr 



ma de} 'ithte . J 

C imitai^ 



ntitt jt^rtcmrj' giudaiche 

IttoM- mitrerò decofe disegnate ^omigUM ^cortament e le tcroopere. 
1 : A :l f riamo adunque della tmnfa kfbm^Fabncarono quella long* dm gm Ui c 
ÌTE* me&itàmè *tó «nocmcWtm*d oro facedoutìl labbri, *. un 
Ltl paL,h fronti sfatili ornatamente fcolpmebe in tre pam m»W 
ILi iìJAm li -firn; p^ebe emendo le firn** triangolai imo M 
**» Urna la med/fma forma \ k q*ali *f™<™ 

fZ forma la parte del labro chi fono la menfa ertinchtxf* . mvMmw 
el/uorata fplendca , ma la parte che *pp*re* fim > meglio lauorau 
tSSmp^Samit^ * Up^h ^naeM^pane eraJam 
SffiSSlé ninno de ì tre cantori che dicemmo nel ™»™P*'f' «* 
Sèi erano difpofa U pietre pretiefe a modo disfatte d torno, e rm 
^ }f^»"2^ ov^^r Lcibi . i.p^fi cfc^rv e lati della coronai 
ZSSSSkMi I fmié di mi* fatti d'ottimi pietra imitando le Hergt 

felli fecero tfttìtotf «fati » * ' f*S£ffl 
S cL*», mclegrw rincbiuMl&Mno cerca la ™ff"*™& 
me fecondo la veneratìone de 1 predetti finto, formandole al colore dita- 
Tamo ìra aìbo fono ti corona un fmd ordine di tona o di verghe 
che MflrM la me»fi d'tmendue le parti k medcfma uamtà de l opra ac« 
tììmUhn^ o la corona ne l'altra parte del a men a non pa effèd» 
ucrCa «Jitamedefima fi mdeffefm'apiedt, f che fecero la lafìra 

7Zla^^ita quanto eratrga kmenfafopr a lavale nette*™ «te 
Sftl alila e nel labbro delta ^**fc^f?*£L 
TJla ZaluLue parte , mofìrafte prima l'animo e la magnfe^- f 

ptnofpr^ 

Zi vario colore come falle, perche ni puoferoilcarboncuh ci fmerddo 
fSL lampeggiano J altre generation di pietre, ^ff**"* 
Z»te d^e per haeUen^a ftano mutate Computo ^^f^f/ rd 
uSmculaLc bavendoìguraalqutntolwga e rotonda net me^>^ 

ìtèbe era a cardare meodiffimo. lubricarono i capi de i piedi a forma ctsgt 

dritto come mA , Hq«aU la pietra rubino fatto a forma di un palme 

SS piede Un'imo AM^fi "Tf 
SSS5fft#V^à «radio co forniamo efatkofo torno cada** 
lo de i piedi ne i M apparta Mera o pampino con le ^epoco da le uvtt 
disfimkouando 'che adirare dì liggicr ftmf» eUerfotnU eflefe mM 
ri (ommofìcpareaw naturali. Hauea^o anco fatto la menf* dt mm 
Jle commette in talguifa tbe nonfiucdeflero, commifsurec t parere d u* 
Imo n era mfs* la menfa me^> gomito . Tate adunque ntenfa «otsf* 
mmlulikiaUtà Sei re mutria £u<\of* per varietà bctUMiu- 



1 1 x \o prò p kimo; ( ia 

tilt erti fido fu empiuta , & quantunque non fufk maggiore de f altra é 
Dio [aerai tuttala per artificio , vanità, e chiaro artificio più fplendid*~ 
mente, & meglio tanfata fplcndcr . Fecero ancho dui pimi , nei quali era 
fco'pita la uipera dal fondu fui a f'p) lo, & erarmi multi gioielli in brache riti 
chiufi.Scolphono poi f/pra qu etti il Meandro alto^ un gomito, ilqu ale per mi 
te aarte gemme fptcndetì s trai» quelli un'ordine di uergbe che (ma l'orlo con 
ftmili andamenti fin 'allibro afcende4 , & frano ogni quattro dita feudi in 
bette pietre incastra ti, tettali mofi rauano de piati la belli 'j^ea i cui labri con 
foglie di gigli, & vue fiorite erano abbracciate dintorno come con una ghir- 
landa. Lt fecero qui fii dui piai ti d 'oro capaci d'un 'anfora cadauno. Ma quei 
d 'argento meglio fplendeano che un {pecchie, & ucdeetft in qitejlipiti chiara* 
mente la faccia de chi guardali* \Eece il re apprejjó 30, ta^e d'oro con o^nì 
forte dì gkielii,e drtodate coti fòglie d'bedera a lame fattili, era ombreggia- 
ta fttsltstra come d'una aite Etfaceaftquefto,fenhe gli artefici era m ina* 
agli altri a qsettv pentii fimì,& erano cola regale liberalità e fiudio mot 
to meglio formati a mofìrare la làroindufiria,Tenbe nofòlamSte erano pa- 
gati largarne nte,ma antpta il re, bruendo olio delle pubtìcbe, facendo fatteci 
temagli artifici efpeffo li uifìtauaja onde l'opera degli artifici per diligenti 
dei re confi ctta riuitm . Et efkndo mandati in Gteru falcine da Ttolorneo 
per uoto.bleaT^ro filtrandoti a Dio,& honorando chil'haueano portata, ri- 
mando al re per loro cari doni.^Adunquc poiché nonne in Meffandria,et udì 
the erano preferiti con i -jo t ueccbi t eommadò the Afferò chiamati Andrea , 
& .yfnfìtù legati , tquati uenendoglì diedero le lettere che battendo portate 
dai prtmpe defacerdoti , narrandogli a bocca ciò the banca loro commetti. 
Tritando poi d f parlare con i uecebi mandati da GkrufaUme Per tradurrete 
leggi fece madar ma molti,cbep E rfue caufe erano prefentì, e coceffe cotra il 
Heofìume chechptali eaufe uenia^torna/ìero a lui il qtmto dì Lafeia- 
ZTJlVn V 1 rf V«**»i«« «fpettaua quache da Eleazaro erano mal 
Tì ? fff ^ ' tì " tbi > COn ' ''<"" dalprencipe defedo- 

-*AU borad re gh interrogò de t libri, & battendo ioroìloHratovli le fon ie 

urna ÌT£ g V^ er f hngmmt ' * «AMiwS ihefi 



le- 
citi 



^Se ^ :I/ Tf 0 dé0 £he t?*fP«4* U^,egUf e ne dilettò in 
' Pmhe ^^entfpaùfceperalle^ 

« iS^lW* 6 *^ 1 ^'**^!! bwmini dicendo che gli 

ti m*& ZlT r TT^ re m htQ > f erdìe erano Ar 

' di celebrare foknnc qudgionio ogni anno dUU 

C Z f*A 



ftia ulta , che e{ft erano usanti . Tcrche auenne the il primo dì del y 0 ite* 
nìte era quello , nel quale hamua tfinto .Antisom in mare . Commendi} che 
maiigiafiero fcco.cgli fuffero augnate le fìan^e nella rocca . Co fi ^itfftflu 
re battendo l'ufficio d'alloggiare ì foreBieri , chiamando Domito che di^t 
Jìt bavetta cura, gli comtnife ebeprouedefe loro delle cofe necefìme ■■ Ter* 
the banca ordinato il re t cbe i nodrimenti i quali ufiuano tutte le città fufjt* 
re affienati per raccogliere i forestieri , egli fusero apprefìate tutte te co-* 
fcacciocbc più- fi diletta/fero dei fatiti etiti, perche non fi&gtutjfm con 
ìjìranìerh& cefi fu fatto co loro t Mandando ad effètto Dorothco quefìe ce- 
fe , iliade hatteua prcpofìo il R£ a tal officio perla fua fmera n'ita , t per 
fm opera battona preparato ciò che a tali corniti s'apparteneua , gli fece (e- 
dere in duepart't , la metà alla faa delira egli altri dopo il fuo foggio non la. 
feiando di fare ogni cofa , che ad ignorargli fttff e conuenenoli . Tot che furo 
noi» tdguifa affettati, commandò a Dorotbeo che mintfb afte loro dì quei 
ttbUcbe ufiuano i Giudei , che ueniano a liti , Fritto aU'bora il rei bandi* 
tori di (acrifictj gli immolimi & altri che fanno noti » e chiefe che uno dt gli 
antichi chiamato Helifeo facordotefaceffe trattene* il quale jlando nd me\ 
%o t defiderh bene aire & afhiifoggetti, e dopo il lieto grido , con allegre^ 
•%a di tutti fi Iettarono e fedendo da nUOUO a t anota, alle apparecchiate delitti 
fiuolftra. Cominciò poi il a parlare quanto gli paruedi Ftlofefia, In- 
tel rogando cadauno de naturali questioni , accendendogli alla contempla» 
ne: e rcfpondendo ognìttne di loro cautamente alle dimande , dichiarane 
dolc , il ne ftt lieto , e per dodici giorni celebrò ftmili conishi, $*«M 
cttnoHuole fapcu pttntalmente , ciò chefk apparecchiato in quei conuithleg 
ga i libri d % mirifico , che egli fbtffe di qaeflo , e l'intenderà . MarauìgUan^ 
dojì non pure il % , ma etiandio Mcncdmo ftlofofo , liquide dice ita ogni 
tòfa effcrconpronidenia éfpenfata , & però utdeaft la uirtit e U bellezza. 
llR^firhràJìeda quelli parlari) e dkea che molto gli hauena fonato, ha» 
vendo imparato da loro come douea regnare, e comandò chefnffero dati ad 
danno $ Jalcnti,e condoni alle loro flànge. Taffatipot tre àì.Demetno cogrf 
gaìidoliypafiòal f Indio del mare,e pacando il ponte andò alle parti d* Aquf^ 
ìo ti e, e fece un concilio nella cafa jòpral lito z parlamenti altijfma . Et itti 
condottigli cbiedea da loro lìnterpretattone della Uggejerebe toflof man- 
daffe l'opera ad effettoXofi attendeano ad interpretare flud!cfamc»lc,cfin , 4 
nona ni Hauano,poi multati da Dorotbeo dauanft a gommare il corpo, dan- 
dogli in copia fani cìbi t c molte cofe per ìlFg apparecchiate - La mattina poi 
venedo alpalagio,ftilutauatto TtolomeO)etornanano al msdefimo lttogo,e la 
Mando fi le mani nel mare ,ft purificasano ,&eofi ad interpretare le leggi fi 
dauanoJ'rafcritta adunque la legge e tradotta in yi Jt,Demetrlo raccoglisi 
do i Giudei nel luogo, otte erano fiate tradotte le leggi prefenti gli interpreti 
Uìelfe . Ethouendo la moltitudine abbracciato la legge onero gli interpreti», 

ecommen» 



i i é \ ò n r o p B c i u ò. ^ t p 

t (oimtìidato Demcttio,cb« parea hmentore di cofe grandi, prrgò chefufs^t 
{gittata leggèri: aifuoi prefetti^ chie fero tutu ihegh fufiero dati facer doti 
litichi >e prepoB al popolo, a fi,ie ebe (ì confermi bette tradotta, Ethauen 
do tutti commendato qi,cllo t ordi/iarono cbeje u'era tifila legge alcuna foiter 
€bia t o fm'tnuita, la fate faro manìfefU, eia correggevo, acetiche efsendo 
giudicata flar bene,du>-afse in perpetuo . llfìitiedptdo la fua volontà efser 
nafeh a, * profitto, e ne fu lieto, e rt'be bbefommo piacere, coft lafciate da par* 
telelczgidi tutte le satiom,e fiupendoft del f '.ntitnenta della dtmna legge e 
del legislatore y cominciò a dimandare Demetrio, per qtfal Cagione efsenda 
tjuefia tfgnc fi miràbile , ninno R ifiorteo o "Posta ne ha fitto mentiont , 
cui rifpofe Demctrioiniuno batter ardimento toccare la finltura di qttefte leg 
giipersbe è Suina e uener abile, e che fono flati da Dio flagellati quei,che hai* 
no battuto ardire di por fi a far queBo.Fcce poi mani fetta che mledo Tbcopa 
poferhtere alquanto di qtteft'bijìoria fitte per trenta dì fuor dife , e ritorna* 
te fo ff jiefso,cbiefe bumilmente a Dio perdono: Et hauendò manto di cfser 
impa sgito, e poi uedato in fìign cheque fio gli era attenute ,perchc bauta m 
uefìtgatoie dittine tofe polendole a federati huomìtiìfarmanìfó\o,fi rìmof~ 
fe da questo , e rkeuh il fallimento , T^arratta etiandio di Theodoro Tragico 
poeta, ebe battendo luì fatto iti unfuo ferito mentbnc di quelle cofe t che fona 
ne ì diuinì xolumi. fduta la luce, conobbe la caufa della futi cecità , & coft fu 
liberatoypcrdonandogti Iddio . Il Re dando fede a quatto , dimandò che ve 
titfsero a Infoltente di Giudea iuta pretine n'baurebbono da luì doni & ha 
nore t ma chcglipareagiuiìacofadirimandarglialprefittte, & promette* 
ebe ueuendot» alcuno di lorocttcnircbbc ogni cofa che alla fua ftp'eza fi ca 
urna di impetrare. Coft li rimandò donando a cadauno ricca itola e dite ta- 
let,tt,m calice d'un talento e te fpefe per il uiaggio. Mando per loro ad Elea- 
TT r fi % d ' eit kt ' C l }C C ™ \fM i eonumttoli ornamenti 



— :r: *■ w*»wv» tu metani pente motte 

*?*T d J"° bonorò i Giudei, 

_MMe t Gittdet nanamente furono da i t\e fattomi. Cat> III 

O Z?*ZT h * ì b ° n r d « 1 * ^ P^che andarono cm 
Mfc ZSffT 6 SdCHCÙ ^ tamre ^ edìfte* per 



SS **M Macedoni e Greci. Etap. 

P«** de dwrt.perprcKa d e l oglio,® mlcndo U popolo ^th. 



tbetio rompere nella prefetti* guerra tal confuetudine.Mutiìino prefitto fyf 
ferito, Dipoi efsendo del mondo Imperadori Vefpefiano e l'ito, Alefsandrìé 
'& Antiocheni fopplicarono che per l'auuenire non hauefscro la rcpublU* 
con Giudei communc,ma non loitcnero . Di ondepm(ii confiderarc la mg4 
dejlia de f{pmani>€ la magnanimità dì Fefpefiano e Tito i quali battendo ftóf 
foptu pericoli guerreggiando con Giudei, battendo amale che non fi arano r? 
duti, ma difefìftno alfine, niente però li tolfero di quello , che per adktra 
tra fiato concedo loro, ma ributtarono la pafsata ira, e la dimanda del gran 
popolo ^ilefsandrino, & .Antiocheno , non concedendo cofa alcuna per U 
umettiti di quelli ò nimic'ttia di qitcfii , che fcemafse in parte alcuna l utili, 
tà de Giudei , con dire : che afsa't erano Ha ti puniti nella guerra quei , che' 
haueano pigliato te arme, ma che non eragiuHa cofi die hion colpettolifuf 
TA. Agri fero piatati del larohauere . U abbiamo cono/cinto Mar. Agrippa verfo, 
f A " Giudei parimente affezionato . "Perche mofso contro di loro alcune fcttc,&* 
dimandando da Marco Agrippa di puf seder foli la rcpltblìca, e conuerfaùo' 
rie data da Antioco di Sclcttco nipote , che era appo Greci chiamato lddio t 
e dicendo che s'erano Giudei loro parenti , adorassero ì lorproprìj Dei; rtQ 
%atoilgindiriOiUÌnferoi Giudei deufarei propri] coflitmi , efsendo dife* 
fi da Nicolò Damafceno . Et dìfse .Agrippa chealoro non era lecito inno- 
vare alcuna cofa , Et f e vuole alcuno meglio certificar fi di q ite fio , legga U 
centefimanigtfma termite quarta hiftoria di incoiò. T^on è forfè mira* 
bikilgiudieio d A grippa, perche non guerreggìaua a quel tempo la gente 
tioiìra con Bimani . Et cadauno udendo di Fefpafiano e Tito U magnìfìcen* 
%a fijìupifce , cerne dipoi tante guerre e contraili contro di noi coffpktofa* 
mente furono dijpofli. Intornerò adunque a l'ordine del mio parlare, onde f* 
no partito . Auenne che Giudei fono Antiocho Marco I{e d'afta fifferfero 
violti mali, perche la terra loro fu a diuerfe calamità fotiopoSia t bficme con 
quei ebebabìtamno la Soria inferiore, Tcrcbe guerreggiando Antioco con 
tro EKpMvrc Ttohmeo , & Epiftne fuo figliuolo, furono ttìncendo liti afflit 
tifafknviìdo quello che fi conuiene afuperati,et erano pmili al una nane dal 
la fortuna traHagliata,trouand?fi tra la felicità e calamità d'Antkcbo.Cofì 
hauendo Antiocho uinto TtolowcO, pigliò la Giudea . Morto poi TtolomO 
Filopatroyfto figliolo madò nella Soria in feriore numcrofo e ferenti futi << ScO- 
fAcapìtano y & prefe molte città,pcr ikhe la noftra gente uinta,ftt fogget* 
ta a lui. Indi a poco ttpo Antioco uinfe Scopa uccidendo molti del fio tf serti 
to nel conflitto prtfso al fon te del Giordaìic;VigliÌdo poi Antiocule città di 
Sofìa da Scopa occupate,e la Samariaja g$te Giudea dà kft a ltti,tol/e nella 
terra tutto'lfuo efsercito,c nodrirono largamete gli eie fanti, pargvdoli aiuta 
ad afsediar qlli,che batteti lafeiato Scopa a guardare la rocca, Anthco giudi 
t&do efser coueneuolguidardonarliberamtte de giudei il (ludio,fcrifse a i ma 
$nlì>( aglimicuttJlitAcad.0 che knignmets tramato trattato da toro» 



T 1 B B^O D y 0 T> S C 1 M 0* io 
ifeetlt mmfelìl aué doni tew difpofio di dare loro ? renderli gratie.7{aT 
rer « ; fi doletegli fcrìfìè di loro à i magami proponendo il teftimvnh , 
che a L Tolibi» MeWpotitano nella fua undecima htflona , con dire.Scopa Polil>iw 
■ di vtdwo Cetano andàdo aituogbi di fopra,uwfc nei uemo la gente Gh Mcd*- 
deaMéce nd mtdefmo uolume, che Antmho m«td» Scop*>pfe Btthma, g °F tl * 
$amark,Ahela,e Gadera, Et poco apprejfo tgtudstjegh diedero,! quali ha- ™> 
Mtanam cerca il tempio . fureremo filtrane l'apparinone fatta nel tepto. 
(Lefio ha Tolibh.Ma torniamo al noftrù parlare manifcfiado le lettere del 
Hf .Annuo.'. .Antioco Re a Ttolomeofalute. I Giudei (abito che fiamo entra 
lineila loro fitinàaMno mojlrato iter noi la toro liberalità riceuedo magni EpifloI* 
filmaste ndk città ,t venendoci incontro colpiti antichi, tir iprScipi, dado ^Vp|° 
apprefìo p ifùldati,epergli elefanti le cofe al uhm neceffark copiofitmete , j 0mco< 
& haitgoci porto aiuto a pigliare la rocca. Perche giudichiamo effer coimene 
itole che fianoguidardonìàh rifacendo la toro citta dtfirutta, e raccogliendo 
gli Libila tori che fono difpcr fi. Ordiniamo prima che fe gli diano p immolare, 
e perifacrificif d'ogtio , e di nino uintimillia danari d'argento , e per la fimi* 
la fecondo la patema legge mille e' quattrocento e fettantacinque mog* 
già dìformenta , e trecento e fettantacinque moggi di file . Io voglio , dif* 
[e egli dargli qttefte cofe per mio comniaiidamento , & che fi rifaccia il tent' 
pio , il portico! & ogn altra cofa, che ha bi fogno d'effer refiaurata . 'Pigli fi 
il legname della Giudea c d'altre %cnti e dal Libano ferrea pagar gabella al- 
cuna.fogliattto parimète che nell'altre cofe chi fanno bifvgno,ft edifichi il te 
pioynagnificamente.Viua etiandio tutta la {uà generatone fecodo te proprie 
leggi* fi rimettano afacerdoti ,drai fìribi e cantori facri,i tributi ebepa^a- 
nano per tc?ìa,e dalla gabella regalie da tutte legnatele, acciò che col'o 
pcraloro lecittàftanofabricateperjian^dcglibtiamini.Et a qucfli che } ho 
ra u habitat® o ueranno ad babitarui doniamo i tributi final mefe lliper- 
«creteo ; e per tre anni li facciamo liberi dalla ter^a parte del fifco,accio che 
de gl baimi! danni fi ri/laurino. Et liberiamo ì figliuoli di qucUì } che fono fiati 
~ * 1Wper fervi,* che fi rendano le fitte rkehe^e. Queflo narraua l'è 
piitd^Omatopoi ti temph,mandò un'edito per tutto' tfsto imperiose nÌH- 
rroflramere ardile entrare nel tempiale aneba ì Giudei , non e/Tendo prima 
fecondo la paterna legge purificati che non fi porta/fero nella città carni de 
giallo ne de mulete de fiere che fi dimetti emione di uolpì, lepri o pardi , e 
fZfTTr mtel ' ^tatea'Giudei Jneffffe lecito por- 

teti 1 P f h T m & tare * ktt ™ di^me cofe nella òttima ebefolamè* 
m flSf 9 lepat€ r C m ^M^iuano a Dio come era conceffo. *. 
ZiSZZS^fJ^ chefì^edannatoapagareaL 




DÈLIE jTKTICHITJ civnMcm 

E iJ.te.Ea rfc «of?rj (ii Babilonia k Fngia t coma*idando in tatguifa co un'epa 

■diA lieto Zmfido fratello filate. Sefietefanigiihbene;\ofonofano.inti 

elio, n ci ci&f Fng^ e Lidi ribellano , m#i (fo$K4 penfiero , jfjecc rfi/j>ofl 0 t j j 
h qui] e cfcc fta da fare. Et emmi c opta c c'm o di condurre a ì cafletti o luoghi a eecfìmjf ' 
cónicJa $ Mefopotamia t e di Babilonia 2000. famiglie di Giudei ci ogni ftto han^t, 
%\~ t Cf € ^ c dò atredere toro per la pietà che ufana uerfo iddbdouermiefjer ft 
deli guardiani . "Perche teHificano i padri nojlri loro cjlcr fedeli e proti in SU 
le tofe ebefinù richiedi . Vogtio adunque,come che mi pah malageuole che 
fìano trapportati,e che lì tafei ufar le proprie leggi t ouepoi barrai condotti* 
ì propri] luoghi,fegli affegni luogo oue edifichino cafe>e terreno da cohiuare t 
& piantare ititi , non pigliando dà toro per aititi dicci tributi de i frutti de la 
terret.Et habbìano finche ricolgano frutto tanto fomento , che badi a nodrì* 
reifìmi ,afinecbeconofcendo la noflra clemenza ftano uer noi piuf rotiti e 
baimeli , Tromdcraì etiandio a tuo potere che non fi. ino moleflati d'alcwio t 
Tanto fin detto pei' t cH ■ monto de l amkìtk del m agno t dntiocbo?co*Ginde$. 
'poiché Vtol'jmco fi confederò con ^Antìacho ,gli diede Cleopatra figliuola, 
per moglie in dote la Soria htftrhré,Samaria t Giudea,e feni< h. inwft a* 
dunque tra dui i tribali cadauno principale raccogliendo i tributi detta fmt 
patria t ojf:riua a i l\e la f omnia ordinata. JL quii tempo Samaritani ritmai 
do fi feli c'inacquerò affai a Giudei % e focheggiando il taro, pa-efé conducean» 
fisa molti prig!Qni,& qucflo attenne- fotte Onta prencipe de facendoti . "Per- 
che morto kiia\aro t M atrofie fuo 7^0 prefe il fummo facerdotio , a cui morto 
fucceffeQ-iUdì Simeone dcttogiuiì» fi^liuoto^chcfu^ome dicemmo d'Elea* 
'taro fratello* 

Di un certo Giojtfo delta foretti $ Onia (àcerdote Ih lo, ilqual'e pace* 
fico "Ptolomco con fuo'Qo che non bauea uoluto pagare ì tributi 
di Uh cano figliuolo dì Ghfef dì grato affretta e per inuidia 
del fratello afflino. Cap* fili. 

QVcH'o Onia effendo d'animo uitc^fjr aaaro,c non unlendo pagare tre* 
ta talenti de denari di tributo per il pupo fo , donale p.igattafho padre 
delle prop rie f iflatie s prouoc ò a sdegw Pwlvmro >it quale mctdado ÌJt 
Cierufatemme un legato a ImZtarfi d'Onta, che non pagana t tributi, minae 
dò che-non pagandoli diuidertbbe i loro temiti a i Ihldatiche ttirrunderch* 
he ad habitare,! C ìudd udendo i precetti regali^ che urnirebbo no i fìtlda ti , 
fi turbarono. Ma Onta per ninna di qm fie ofè fi placaua } trattato cTauart* 
DT(ììo- ita Ma un gìouane chiamato Ghftf'.per cattila t prudenza tenuto da GterQ 
iclfo gì o f c II mitaiti gin iìtfjimo f generato di Tobi a e de II a foie Ha da li a principale de 
c - facerdoti uenneper commiffionc detta madre da Fi tuta terra oste egli craiia~ 
fdutojn Gierupilemme e rìpt eridetta U famdote che n 5 prò « edea a f iurot ? 
%a de cittadìni,ma uòteìt porre in pericolo ilpopolo t .per non perdere ti detta* 
zi} bitumiti hi hauulù dal popolo la dignità. Mafeperdefw de i denari foUs 



i m R à r> f o n e c t m a: il 

V UwteUprencipw, e ebefe W™ pf™* rifutarebktlf 



bavere della ge-tteilprencipato, e cf>eje fW"> YJ^f 4 V m«r,™../«er 
doùo per non andare ad un tanto US ■ » *%» à » che * h * *«* ****** 
ewnema Giofefo gli ebief* che k lafeuffi '«P" ll ?»P» if > 
SS3koU# tempio e conuocatodpopjdo 

Uptrfuadea che non fi »W « hitìl f 'f***/?' 
JafL *h ve>fo di kr^pregaua chcmetteiferogmla mdmama t àail* 
nude per i precetti del *V erano tfflitn - Et prometea d'andò d & per le 
Lio J placarlo che non ufaffe contra di loro tale pttnittone . La moltitudine 
litcnde fxefió li rendè gratie>& egli partendo ft del tempio alloggiò tlkgato 
di Vtotomro B£,& dandoli cari doni, poi che l'hebbe per alquanti -giorni ma 
V itficame»te tenutelo rimandò al He promettendo the egli tatto tofi'guireb* 
%e. Ter che era meglio difpoUo d'andare al * tfftndo dal legato confortato 
d' andarmi pir neutre in Egitto, e promettendo che per fa a opera cttenksb* 
in tutto ciò che cbìedeffc da Ttehwo>pcrcbe amaita fmmamente la murfe- 
flia de ifuoi cofiumi.Fenuto poi il legato in Egitto, & battendo manifeiìatO) 
al la {inijira mente d'Onia e la bontà di Giofefo t ilquak dicea che uenireb 
be a lui per jatii fargli del peccato di Onta , & in gai fa appo'l %e commandò 
il giovane che'l t{e c Cleopatra fua moglie prima cominciarono ad amare GÌO 
fifo,tbe Vhaueffiro veduto. Ma Gkfefo pigliando da Samaritani per opera 
tt alcuni amici denari in prefìtto apprettando ciò che per il alaggio faceua Giofefo 
tnefìicriiitcflr uaft>c caualliyche mot avana uintì milita dramme,uene in ^A- l,a l£ " a * 
iefandria . ^Attenne a quel tempo che tutti t prcncipdi emagifìrati vennero [° a 
nella t'utd di Soria e di Fenicia per rifettotcre le gabelle . Vejrfje commette* 
il re gnoogrì anno quefio a principali della citta. Quffiauedenio Giofefo fi 
beffavano della jua pouertà. Et arriuatoìn ^tleflandriajnttfe Vtolomeo cf- 
fere in Me affrettosfi di farf egli incontro. Et fedendo it Re nel carta eoa 
la maglie & lAthenìone amico t cìje era flato legato ìn Gierufaleme,e da Gh 
jefo albergato ^Alberilo lo conobbe & incontanente ne fece al motto , dì« 
(endv,co¥itù efter quello (begli hauea dettùdauer venire da Gicrufalemme. 
Db quanto e dille il re queUo giovane da bene e liberale . e 'Ptoletnea prima, 
lo filmò,* fcceh montare nel carro , come poi fu affettato cominciò il S\e ad 
incolpare Onta t aiui diffe Giaffa , perdonagli ti prego o Kf per la fuavec- 
mh<Qa QuSdo che fapete che ì uecebi et i fanciulli fona di mtdeftma mtte^ 
Et io ti renderò ragiomjptr la quale non ti [degnare con lui il ftgper tapm- 
dtn^a e benignità] del giovane rallegrato fi lo cominciò pià adamare battuta 
ntefpC7Ìcr>7a,e campando che dloggiafìt nella corte,e mangiale itgnid al 
tojttatamta.rentttopot il % in Mefiandrìa , i magijhati fopradetii di Sa- 
ri* uedendo Ghfefò federe » f f % f bauemo- a male , Et efcndo micino il dì 
aQitt * 'Iwterc ic gabelle, ipwicipdi di pia tìttàdaia la pecunia che p 4- 

gam 



meo 



gaua la patria loro conducano ìlfijìo , e ratcoglicuafj de la Sorta mfaÌMè ' 
di UcmÙ£t,S amaria e Giudea cercato otto milita gabelle . Gìofffò udgdo oue * 
S'ointolpana quei che haucanopromeffo aiì\e di feodere tanta poco, ? p4wji 
f$ di dare ildopio,& applicare aififco le • iccbcx%s de malfa tori, per (he coti 
le gabelle [egli da.ua ambo quello . ll%£ udentitri udì quello che fata ad 
aumento del [ut, svario e chiedendo Giofefo che gli fuffe confermata laeon~ 
dotterà dtlla gabella ,dijfe il Hefegli darebbe fegma idonee fecondo Lfu a 
pronjtffa.EgU rifpofe prontamente, darotti o J^e bone,& idonee jtgm tà de le 
quali ti fi far at. Et chiedendo tire chi fono quefii, rifpofc Ghftfo,Te cftj: c U 
tua moglie darò perftgstrtà per amendue le parti. De le quat parole dilet* 
tatafi il itegli confermò il rìfeuotere de le gabelle fernet fegurtà . Spiatane 
multo qui fio a quei,cbe erano ucrtuti di Scria in Egitto,perche non era no fin 
ti trattati coft benignami» teja onde confuft a le loro prouincie ritornarono. 
Ma Gìofefo pigliando dal J^e doi milita pcdon'hpercbe banca dimandato aire 
aiuto , acciò potefìe da contumaci e ribelli rifeuotcre pigliò in pretino da %U 
amici del S£ cinquanta talenti, & andò da Meffandria in Soria , uenuto poi 
in ^Afcalona inflaua di ri [enotere legabclle.Ma non mi fero pagare gù ji fica- 
lonìti,ait^\ facendoli uitlania , egU ne prefe aititi de prìnàpali,c li uccìfe , & 
applicò al regalfifco lefùflantìe loro che furono cerca mille talenti, e lo fece 
fapere al I^eWtolomco meraviglia to fi della fu a prudenza , e lodando ciò che 
fatto ha a eagli conceffe di fare come lipiacefic.Sorianì udendo quello prefe- 
ro maraviglia della contumacia d'^fcolanifi,temettdo,che noauenifie il me 
de fimo a le loro cìttà } aperte le porte della chtà,afpettauano lietamente il ue 
nhc dì Giafrfo.Ma (Indiando Scithopolitani di fargli ingiuria e negare legar 
belle che prima differire pagauano,uccìfe parimente i principali dì qtte 
fìiyapplicando aififco fcgale il toro hauerc.Ccfi raeoglìendo molti denari, e 
guadagnando afjai,fpendea largamente per conferuarft in tal gradone pìfàn- 
chfidtconferuàretafua felìeit^mandaua al Kg, & a Cleopatra ricchi doni, 
&■ a gli amici torotapprsflandofì per tatuia il lorofoccorfo efauore. Hautn 
do ottenuto quefìa dignità anni mntìdot , hebbe d'una moglie fette figliuoli e 
Qwitfa della figliola disellino fuo fratello generò Hircanojaqual bebbeper tal caa 
gen ers fa. ^Andando già in ^tlefìandrìa confratello cbcconducca fece la figliuola da 
Hi rea- waritotper maritarla a gualche nobile Giudeo, mentre che ueniua co Ifte, 
entrò nc'l conu'uo una gìocoUiera beliiffima t de laquale s'innamorò fieramea 
te,eftcc manìfefio al fratello il Jka dìjhchiededo che tenejfe celato il fuo pec 
catOjTerchc isieta la legge pigliare moglie fìra>ìifva-,& però cbìedea che fi' 
delmfte mandale ad effetto il fuo dcfio.ll fratello volentieri accettò limpre- 
fa,& ornando la figliuola,dì notte lapofe a giacer con lui. Et egli perche era 
i mbriaco } iiÒfc n'auedgdo s d(>rmì con la figliuola del fratello^ 'amandola ar 
dcTitemfr, djffe al fratello che ft morrebbe fe non gli concede ffe il I^ela %io- 
(vllicrd. Ma il fratello dicendo che non teme ffe perche potect godere la don- 
na, 



I ! S K Ò 0HH CJ là*, il 
nd t & kamk per moglie^ *P#fè ihcro,condtre,cbe baueapiu tetto ho* 

1 Tpom «pericolo fi j$èJ* ^^^^^i^^SSl 
mli federa^ Uqu%fmbh vergognata, Giofefo comminandolo 

della Loria fraterna,prefe fu* figliuola per mo^egene *** 

2 Umano UquaU efMo bora danni i ^ftonprffir*™ etm 
7Z dì m,Jera,cbi mafie ad acerba imidiat fratelli Volendo Giofefoo 
nofure qu*l de futi figlinoli fufie per tam migliore , dejìim cadauno fotta 
Uomini dotìijìmi. Gli altri neramente per dapoccagme ritornarono fetida 
dottrina e fiiothhMandò poi flirtano ghuanetto dandoti trecento para de 
hto'he mtiddhperUuiaggto dì due dì a /minare nel deferto , facendoti** 
feondereicorre^atuconì quali ft leggano t tìireano mancando dì quelli bta- 
fimò il con figlio de bifolchi ,cbe perfuadcano che manda fie a chiederli dpd" 
ère Ma giudicando che non douea perdere il tempo > afpettando chi andaffe 

per quelli al padre,{t pensi) una co fa molto utile, mti fopragli annifuoi . Ve- . Sagaci - 
afe dieci pam de !>uoi,c diflribuiti le carni a. le opre* e tagliando le pelli , ne ^ * F* 
fecce correggiati legando i gióghi con quei s & toft feminando il terreno che ^j rc4 
dì banca commandato U padre , ritornò a luì. il padre raccogliendo Iheb- lia gj 0 , 
ve fommamente caro per la prudenti & arguita della mentc t e comm mi an uaiictta 
do il fao ardìrejo amaua tome proprio figliolo^ il che fé ne dolano fuoi fra- 
telli. Gioftf intendendo che a quel tempo era nafcìuto a Violo meo un figliolo 
<che tutti i principali di Soria l e dette proutneie faggete celebravano il dì the 
era nato il fanciullo non potendo egli per la neccbìc%ga andare in ^dlefian' 
ària con ricco apparecchio,ìnterrogÒ i figlinoli qual di toro uolcffe andare d 
fir, e re fatando d'andanti ì maggiori, con dire che erano a tal ìmprefa indot- 
ti,c confermando che Hircano fratello potea andarui s ne dimandò luì, ilqua 
le bauendo promefso d' andarne dìffe che nonbauca bifognodi molti denari 
per itUsfsendo attcsto a bere moderatamente^ che ballerebbe dicci ind- 
ila dramme,& ralltgrofjì it padre della fobrietà del figliuolo. Ma Ugi&uane 
lardmdo atqttanlo,perftiadea alpadte che non mandafsc ìndi al l\ciprcfen- 
t'han^fcriueffealfìto difpenfatoremMefiandrìuuchegUdefse U pccania 
a comprar e le co fi ottime e pretiofe che petefse ritrovare , llqude giudicò 
che baflafsero ditti talenti per il dono regale^ commendando il figliuolo del 
buono attifaftttfte ad Orione difpenfatore che maneggiala in Jtefsandri* 
tutti fuoi denarì t che non erano tneno dì tre mMa t denti . Terehe mandano. 
Gioie fa di Seria m Mtfiandrìa denari. & auicinandcft il dì ebe ft doueano 
fr^n d ^ 1 f "' He4 gd "* rkne (he pagafte . Hircano adunque parten* 
mi hebbe teptSìoia dtlpadre & andò hi Mcfsandria.Ma partito Ufcrif. 
'ropoi fratelli a tutti gli amici del %e che f uccide fiero . ì t quale venuto m 
"te dfcTt l^ f ef ® at * ad '^^be pentendoft che mlefie filamene 
Cdeanhl T ? dima,ldò f tmtù Mle^na chiedendone il giouanemtlle.Sì 
I^n^nprsndtitah mifoidoft ibt wlefsévwm Uifmiof mente , e me* 

tirai* 



htitt lenita ótP-b^ejcitÉ 

ftrandolt qualmente fuo padre bauea raccolto le ricche^ coti fatica & a t\\ 
neif^a lo inuìtaua ad imitarlo dicendo che non darebbe pm di dieci talenti 
perche tanti barattano al dotto regale,^ l'bora il gioitane fdegnato mife ^* 
rione in prigione , la mi moglie lo fece fapere a Cleopatra t ace'mhe ripten* 
dejfe il gioitane t per che era Orione dal tìg honorato, il che fece Cleopatra al 
Hemanjfijlo.iÀ l'bora Ttolomeo madò ad Hircarw,e dìfìc cbefimarauiglì a 
ua di no thafier ncduto,efedo dal padre mandato a tuheehe bauea legato il 
fao difptfatore.ComMò aàunq che tienile a manifeiìarli del fuo uenìre la cu 
gione s ilquate due fi the rifpofe alregal meffbiche era de Giudei una legge , la 
qualuieta magiare le comuni umide prima che fi [acri ficaie nel tempio , et 
the bàne a differito p no andare al re sezg i doni dal padre mandatile che ha, 
ue a punito il ferno,cbe no lo banca ubidito rtvu'eficète alcuna differì:^ trai 
maggiore e minore padrone. Ma ebefe non fi tafliga dicali la tontumacia % tu. 
dei fperare da tuolfoggetti il mede/imo. Vtulomeo udedo qttefio ,prefi riden- 
do meraviglia de la magnanimità del gargione.lntè'de'do Urlone cbell>c ha» 
tafimilrifpoSìa, non gli banca porto aiuto, diede al gioitane mille taUtiti , 

Hìrca- V fu (ciotto. <A l'bora HÌrcanopafiatotre dì wfnò il ^ ,t la Fucina , e fu da > 

no coir) 

loro per amor del padre henìgnamStirìceuHto i &' amìchemlmentepafciuto, . 
pra «u- Egli andando di nafcoBo a ì mercatanti! comperò da qmi cento fanciulli che 
te firn- fapeano leggere,danda per cadauno un taUnto,& altretante uerginìto'i me 
ahi cri defimopreigp.Et effendo imitato dal Re al conuito fede a co i prendpati de 
te ucfgì teproHincicjtHa tra gli uhimùpcrcbe ame fanciullo fu da chi difpcnjauano i 
ai, luoghi fecondo le digtntà,fpre%%ato>egittando tutti i esultati te offa in tana 
la innanzi ad Hireano,tacendt> lui, Trifone che a motteggiare,^- amuouer 
Tifone i conuiti era atto interrogato dai convitati mtiandofi innanti alFg 
dìff;F edi tuo Re leefiapofìe innati ad HlrcanofPagiudkio che coft ha m» 
dato fu o padre la Sortanomi e bafpogliato cojìui quelle ofla di carne , I^ideti* 
do ii % al parlare de Trifone Interrogando Hircano, perche haueffe 
tante ofia innantì,accortamente diffe;Q fignore no decorano fentpre i cani le 
e fi a co la carnc t come hano fatto coloro. E parlando de t cosetti che non ne 
Accor- br.wano dinanthma gli bucatini tnagìano le carnee gittano le ofse,il che ho 
ta rifyo fatto come buomo filile merauigiiatuft de l'acuta rifpofla , commandò che 
fia de tutti con lieto grido comwgdaficro ii fuoparlare.il dì vegnente ttifitò cadati- 
gli osa . nodegliamkidetrc,^riprencipitli(ìelpahgio,ìntf:rrn^ndo i feriti hrO t 
che doni erano per fare al re nel natale di tuo figliuolo, Ut dicedo loro che al 
ceni darebbono dicci talentili altri nobili fecondo la (piatita del fuo bauc* 
re,finfcbaucrne dolore , (fHaft che non potifse fare figratt dono , affetman* 
do di non batter più che cinque talenti. Il che udendo i ferui, ne auijdrono i b 
rofignorij quali ne furono lieti, (per andò che Giofcfo col picchi dono offen- 
dere tire, dì del natale oferiu^no gli altri doni al più di ttinti talenti. 
Ma Hircano dado tt tadauno de fanciulli e de le uerginì untalfto ùntane of- 

ferfe 



li b ito 

t ^_ t._ . ...... ^ m FfPj 4 l'P/frì 




m*g$r4tiferW « emnmiaSmtyd^ t frate U. Hircauo barn ha* 
um dal ite tanto famre, e che ritorna congrande honore fingendo tifar* 
feli incontro » rfdMwwr«»i» d'ucciderlo con fapnta del padre,tlquate era con* 
tro di Itti turbato per ì danari d K£ oferti;neficaraua della fu a falliteci te 
mw-.hlt del He,a\xùlt4ua lira,cbcbauea mitro di Itti . Combattendo adun^ 
mtt còiro di lui tre furi fratcl,i,uccift molli che lifeguiumo e duefrateJUgli 
altri fuggirono al padre hi Gicrufalcmme . Uirc ano (tenuto dia città >non ef- 
fendi raccolte d'alcuno,pal3ò il Giordane, e lìando ini rifiutateti le gabelle da 
gli .Arabi. Hegnaua a quel tempo in Afta Seletico detto Sotte ro figliuolo del 
magno A ntiò co . Morì all'ho ra Gìofefo padre d'Hir cano,bu o,mo giuflo,e ma- 
gnanima , Mattale conduffeil Giudeo popolo dapouertà c debolezza a gloria 
Jofl tto. Maneggiò casini i tributi di Soria,$ Fenicia , Samaria, e Giudea per 
anni uentidoi. Morì e^li adunque , & Ottiafuo ^io,cbe la/ciò il fummo ponti 
ficato à Simeone fua figliuolo. 

L 'epifiola de Lacedemoni), e degli edifici; d' II ircano, Cap . V. 
' Orto Simeone , Onta fuo figliuolo fucccjjè nella dìgnità,a cui Ario de 
.Lacedemoni Rimandò legati con lettere, dellequali è quetìo il teno- 
re : rio de Lacedemoni; ad Onia filate. Trottiamo Giudei e Lacedemoni; 
efser d una generatione, <&• hauèr battuto famigliarità con AbraS.Gliè adii 
quegiutta cofaebe efsendo fratelli,mandiate a noi a chieder qllo,di the ftete 
bi fogno ft,perihe facciamo noi quello iHefso,gÌHdìc$do le vattre cofe e le no- 
fite communi a noitutti-Dimotele ui porterà lettere in quadragtdo ferine e 
ftgillate con l'Aquila che tien nelle ugne un drago . Era di quella eptfiola ta 
le il tenore , Morto Giofifo,il popolo fu da fedii ioni travagliato per opera de 
■ fuoifiglitióli,percbe guerreggiando i maggiori, con Uìrcano il pia gioitane, ft 
dimfe la moltitudine 3 mai più ftuorìuano a i maggiori , infame con Simeo- 
ne principe defacerdoti,cheparea efser lomparènte. Mano piacque ad Hir 
raaa dì tornare di Gierufalcmme,an^i (landò oltre il Giordanojpefso uìncea 
gli Arabi. Et edificò una torre di bianca pietra , intagliando»'! fin' a terra d't- 
**rft animili e cauò d'attorno profonda fofs^efabricò nella pietra del mon- 
te a nmpntafpelomhe molto longbe, tagliandoli da pie nellaparte ftnìfba . 
teiempoì cafe per mangiare e dormire, & una loggia per il popolo gratiffi 
7™'? ^tàftgratiljìmì , ad ornamento di tutto il palagio . Lafeìò à le fpe- 
^caepmolepone che iti potere entrare un foto > e quello fece per affici 

rarfi 



m: 



A, 



rarfi, acciò ibcaftt diate da i fra felli Juffe ia minor pericola. Wtjk&ptffaz 
ghì cmili t ornando{i de giocodi giardini , Et empiuto qfio luogo lo rbìttmè Ti* 
ro,& è polio tra .Arabia e Giudea oltre il Giordane, no totano daiU s eboti 
tìde reg/une. Signoreggiò aduna; in quei puffi anni j.tutio'l tepo i in- Sclera* 
t erre le Sem , licitale morto jt niioco Epifane fuo f '«fello fu i ceffi nei tcgti 0 
Morì anco Vtolomeo chiamato parimi te Epifane c lafciò due figliuoli fàcìuì 
li il magivrrft chiamò Flometorc,il minore P li fio. Ma uededo Hìrcanoil^ri 
pi tere df^tititìcojt lemfdoft di no efler da luipigliato,ct afflitto co fortuiti 
f(be bau fa offe fogli ^Arabi^oceife fc fltffo,e prefe Antioco ogni fuo bauert. 
Come il popolo dì Gkrufalemme fofferfe molti mali fono 
Antioco, Cap. Vi. 
L mede fimo tempo morto Qmapreneipedefaterdoti, Antioco diede 4 
. fuo fratello il sórno J 'acer dotto ^cbe'l figliolo d'Onta era fanciullo. Mi 
san aremo al fuo luogo quello che sappartineràaqaefiofanciullo.Giefu d'Q 
ràa fratello fu cC^Anthcofdegnato pritto del potifitato t ilquale lo diede al lo* 
ro minor fratello chiamato Onia.-percbc bebbe Simeone tre figlinoli quali io 
me dicano hi bbtroìlpre'cipato del facerdotio,GÌe ju fi chiamò Iafcnc } Onia fu 
detto Menealo . Moffe adunque prima feditione Giefu prencipe de facerdoti 
ìMw.t contro Menelao:^- diuifo il popolo.fauorìuano a Menelao ì figlioli di Tobia, 
ma la maggior parte del popolo aìutaua lafone.La onde Mcnelaa,et i figlino 
li di Tobia oppreffì fuggirono ad ^tntiocofatendvgii a fapere^bc solcano l& 
fintele paterne leggi , & offèruare leggi e coturni de Greci. Et lo pregaro- 
no che lo c'ocedcfje loro d'edificare in Giernfalmme ungimnafio. Il che eften 
doli comeffìjft copcrfno la cìrconcifaparte s acciò che fpogliandofì nudi , non 
pareffetv da Greci dirimili ì e Infanti tutti gli altri cofiumi paterni , feguk* 
no al tutto t riti e le altre genti . Ma fi deliberò ^Antioco di condurre in Egit' 
to l'esercito, per ampliare il fuo felice imperio t deftando di occupar qm l pae 
Attuo- fe,e [predando i figliuoli di Ttolomeo come dcboli I & a tata imprefa inetti, 
co ni in lenendo adunane con gran potere a Velufìo,ingami<i Ttolomco , & oteupò 
Egitto . l'pgitto^ attkinato a Al enfi, città, la prefe , indi fi uolfe ucrfo lAleffmdM 
per affcdìaritì "PtolvttreOye pigliarla. Ma fu cacciato non pure d ' ^Aleffandris, 
ma di lutto Egitto aiiebora; facendoli a fispcre i {{omani, cheufeifie della prò 
Wtntia come altrouebabbiamo dimoiìrato . T^arrcrò partitamene di qn> fio 
ftr,ei me (gli occupò la Gìitdea,& il ttmpio.'Peube ne ho parlata puntalmt 
r mc te ne imiti primi fcritti,hora mi par nectfìarhp piti cbìarc^a diquelletO' 
ki rolli* & rt ptt™ r te ■ Tornato adunque ^Antioco He di Egitto per timore de Feniani 
uataGic condujfe egli Cefo retto a Gierufalcmme , oue pervenendo fanno 143. dope'l 
infiJcm regno di Scleuiola j <yi.otipiade,adi 2 5.dctmefcCbisku,dctto da Macedc 




LI B K° WODKC I M 0. 14 

tTSLuJo ni fogliato il tempio,^ mfa> che porto iuaiuafi di, 
Jh amtbliZiran, . luogo , e ptgh^ tuy 

TZtdìoVmLeUuotidiani famfiep che offrano fecondo la Ugge 

deUantid, perche era il tempio in alto luogo, per Hcbc fortificandola eoa 
mura , aite forre , fe/c# Macedoni , che la gii arda fiero . Stanano eti«n- 
dio nel!* mt* kmmìtd maluagi,& cmpij.da i quali foferfero i Giudei mot* 
ec affltttiQnt.Ei edéuwii> nel fanttiariùuj altare, immolo [opra di tintile 
pàrdjht non fono Ughi»* boHse,ne a la regione de Giudei consentitoli . LÌ 
conlhhtfe dianòia che abbandonando U patema religione, adorafiero l ido- 
l>j. Commandò ancora che fi cd'ificaffe in ogni città e terra un tempio de Dei e 
facendoti aUarhft facrificajft.ro pvrti>e che no fi c'monàdeffe alcuno defuoi 
figlinoti, Minacciò poi de granitimi tormenti ,ognhmo che aquetlo contr<if4 
tefie. 

Del negare la legge,& it^elo di Matbatìa per la Ugge 
di Dio. Cap. Vii. 

\ Hepofe Antioco alcuni che faceffero offeruare i regali precetti . Et mal* i-Mach 
fi de G iìtdcifpontaneamcic,ahri per timore delprefente pericolo ubidì *' 
natio a i regali precetti . Magli bttomini dì bene genero/i blafbnando cotal 
fcelcragbie,fi accoflarono a le paterne Uggi t e pero afflitti u irtamente ogni 
dì,foffercndo amari tormenti erano ucci fi. "Perche battuti, e nanamente erti 
chiti,erano anebora. uiuendo crocìfiffi.Le mogli c figliuoli, che baueana circo 
tifi contro i regali precetti erano con lacci affogati legandoli al collo de ipjt- * ' 
drì.Et fé era trottato ad alcuno un fiero uolume a la legge . Cottiti parìmete 
erano con ugiwl crudeltà uccifo, Samaria uededo i Giudei patir quefìo non fi 
(biamauano più loro parenti , ne diceano il tempio fopra Gari^jn mtte effer 
raltil}ìmòDiofacra t comcfaceanprÌm<i}facendo alu'rocoftitinr, come difù~ 
py a faccino nianifefio,an^i chiamavano babitatori di Medi e Tcrfìani in Sa 
m.iria condotti. M andarono adunque ad Antioco legali ,& uriepifiola di 
id tenore. Slchimtti Sìdonij a ufi ito il Antioco Epifane . 1 noHri maggiori 
perche regnjuano nella prouincia gradi pefii lé^e. Segutdo ma antica fuper 
mone; fecero una twfuetudìnc di offeruareìghrm chiamati da Giudei Sab 
* fl *'^ edificanti!} nel mute Garì^in un tempio fen^a nome, ui off riana de 
Kotamemt fatrìfic^Hora caligando uoì h malusiti de Giitdtì/ono uenuti 
HQfìrìi e dandofi a credere noi per il piratato offauare le co~ 
P&f epetmtt mtdcfimepcne à affUgontt pure hnanifeho noi daptìn« 

(tpìo 



p; 



t>nut ANTICHITÀ GIVDjllCUt. 
tìph efser Sidon^come puo$ da ì fcrìttipublici coprUere-Chiedeam 
que di te benigno $al*4tare t (bc facci intendere ad .Apollonia nofìr^ «indice 
& a minore ilquale tratta tefacende regalile non ci dima molefUa t m 
dendo che fimo con Giudei netta fvpcrflitiotìe congionth qua che p genera*, 
tùmee costumi ftamo da quelli differenti Et dimandiamo chel tempio edi. 
fiuto,eftrìad bora non augnato ad alcuno Iddio fin dedicato a nome di Gàj. 
ue Candìano. Fatto quelìo/arMOyd'augufìieliberhedadoficotinHamente à 
lavorai e,tipjgbehemo la quantità de (frutti , Chiedendo quitto Catturiti > 
JUnttocò I{eììiqueHa forma referifae: Antioco a Mcdwie Sicbimtii 
Sidontj hanno porto tini tommune fapplktt . Ma perche parlandone ia. 
con gli amici, ho comprefo quei che furono da loro mandati s cbe non partecì 
pano ton Giudei in co fa alcuna , battendo pia tofto detto di uiucre a diu- 
rni de Greci, gli aftdmmo dalia pena de colpeuott Giudei, e concediamo, che- 
.Mach fi dedichi il tempio loro a GioueCandiano, come e loro dimanda, e fcrifstik 
mcdcfima Jti Apollonio giudice dette par ti. L'anno 46 .à i%M mefeHeca 
to.lict medejìmo tfpo babitaua in Madin terra di Giade* Matbatia figlìm 

10 di Giouanni^beftt di Simeone figlinolo cf^fomonco della progenie di GÌ» , 
ab Gicrofolimitano.il anca egli cinque figliuoli. Giona/mi chiamato Gadis, 
Simone detto Mathatio, giuda chiamato 14 a(babeo,Elea^aro detto *Af,& 

' Gionatha,cbiamato^ibaron,Vidngea quello Matbatia coni figlinoti il fiata 
dette cofcela rwìm della citta,e la nudità del tempio, ta calamita della pie 
he: e dicea che gli era meglio morire per te paterne leggi, che itinere con vt* 
tupério.Venendo adunque i minìttri dtl F£ mandati a^Jodm, pcrjofimge-, 
rei Giudei ad ubidir a i regali precetti^ commandando loro che s immoLfse 
agli idoli, the haueavo ridati per comhfione del F£,c sfbr%ada prima afa 
trincare Matbatia,cbe era per domina e fama degli altri il maggiore. Ma* 
tbatìancufana di far quefio.con dire, quantunque gli altri per timore ubidì* 
/cono a ì precettiregalì) tuttauìa cotat fetìeragìne a me et a mìei figlioli no e 
(omandata.E tacendo luì andò uno de Gindcì,offcrcndo ìlfacrìficio come jtn 
tioebo commamlana,la onde Matbatk fdegnato fece empito contro di lui i5 
fuoi figlioli,cbe haueano lefpade,ctfparfoilfuofanguc!opra l attare,atnaZ 
%ò parimente ^tpolhnio giudice del He,co» ifuoi pucbifddatt che a quefto 

11 fìringeano, egittando a terra l altare grido ad alta noce , s> alcuno ama le 
paterne lcg^i,ela religione di ùio,cclui mi fegua. E detto queito, andò con 
l figliuoli neidefertojafiiando ogni fuo bau-re. Varìtum e pittagli altri CO* 
lesogli e figliuoli lo feguirononel deferto.rdcndo queiìo i Giudici del %e * 
chiamando in aiuto quei the erano alla guardia della rocca in Gierufslcmme 
/Indiarono prima di placarli con parole che fi pentisse ro dcUerrorc,e legfda 
più tofìo il bene , chcafìrigntrtìdi trattarli ernie timi ti. Ma non yelendo* 
lo acconfctittrc a tati parole fi tuo f Siro contro di loto il fabbato,e ti at fà* 
trudt !mwt ntìit fpeloncbeoue trampcHbction nolftro combattere di fa* 



L ! È T\ 0 B ^ 0 H f r W 9.' 
iati* aceto non u'tolafìero il f abbate nelle calamità , Verde a noi è tegìtim 
epera in quel giorno ceffate dalie opere* Morirono adunque con le mùgli eft. 
gitoli nette fpelaJie circa milk arguti dalfum ì.Et motti fuggendo s^ccofa 
ronoa J^as!i4PM%tre0dQh$i»écehrot ilqttale glì'mfzgnMa che eombatcf 
fra il fabbro C-m dife,cb& noi combattendo par affertilire la legge.farebho* 
«o afe sii-sfi nhnici , ueaenik contro di ìoroit nimico in qad dì, Co fi perfua* 
fe loro dì combattere e dura hoggi nàchera tra noi aueflo co fiume, fc in tal di 
fa necefiAria neutre al confi <ttp, Aìatbatia udita f te raccoglie tdo il ppotù 
ttrmatOidiif^egli altari degli idoli , & Uccife quanti puotc pigliare che gli 
i>a f<> ih ? fairttu:-tiui KtptJìà tmiti di lui t emenda fi, fuggirom alle uìthcgea 
ti. dm mandò ijtc fi mcanàéeffeva i fanciulli non circoneiji , cacciando quei 
che ni: i>i:i.mt>tdi opere. 

Aìatbatia morendo confortai figliuoli. Cap. FUI. 

M _Aih>ìt bia poi chfbebbe regnato un'anno , infa mò grieuemente, e '*Mttht 
dnamstiifuot^glìoliJiffàjoofiglioUmderòaU'ordimta uìa, Ma *' 
knauo'tm.indu te paterne leggi , prègOndaut che notinogli e enntrauenire 
a quelle* anzi #Wtfc Bt arricordandoui della uolontà del padre Uvfka of 
frru ,i. i viti della patria, r inaurando l'antitaconjkftitdhe, che pericola, ne 
uilafUtcJbtiUrt'a qutlti, thcfpmtaneantettodanciafnàfpìMi terouim 
no,tna effendi degni dei mio 4r<iitte,uhicett takraio ogni titole<M eneceffìti, 
apparecchiandovi in guifa, che e (fendo bì fogno moriate uotontieri perlateg- 
£c, f:tpendo thè I Mìo non fpmga tati httoniìnì,anxi riguardando alla nofìra 
piritici renderà libertà, & a qualche tempo uì concederà che iti potiate fc~ 
eoamente ufAre t coitami uottri . -Perche fono ì corpi sottri mortali e cada* 
Animala mencia tic i ebbri fatti è ìmnwtVk, ikbe Confiderai, do noi, fa 
liete dfiare la gloria che non band fine . Viammonifco che mutate in co*- 
cord;* i & y alcuno uinccl l'alno in alcuna eofa bauendoui riguardo infume 

ti TnT^ 11 dm ***** uirtà > ^fcrpJre sìmeoL ho- 
iUo fratello per fapien^a maggiore, offerendo quello, the e Z U uì ùerfùade- 

Uturàualorofofari 
Ridendo Up^Mmeràmmco uirUvJiteJcoghrndo ffiJ&K 

^ che f.pehcomamo , e foppiteando fedelmente ZltlmiSJL 5?**' 
fermate al popoo,morì e fu frtmhn ih aAj.„ j i ,™ e ™ C0Hm [lu » » 

«*i i fratelli e da nlìaZfi >? Wr *\ ? ™° ' 4<*> Cift aiutato feddmente 
bi&^&S l£???ì it F!* t Pancia &uctifci 

ES? - & °g™ occhia la prouìma. J 

^ I* ^po ionio Hinto da efofc, e di Lìdia (ucce^ Cab TX 

& ornerò f tfii , quali fpogl lanaa i $ ami $ ^Uonìo U^. 



itMac.i 



X<f,e fattù un ricco bottino, fi partì. Ma .S'ertine prenupe detta Svria infa^ 
re intendendo che molti emamaUm di Giudi } e che già wigranpoteré v~ 
fina à gaerreggiartiff difpofedì combàttere eoa ltù,e raccogliendo if^ì 
dati, i Ghtdeifitggitiui widuffè cantra Machabeo l'cjfercho , e uenendo* 
fin'a Betlma terra diGiudeaJrii pofe gli alloggiamenti , 'Ma Giuda. faitofe* 
gii hu:nlro->e difbonendo di combattere ,pertbe uedea i faldati > (he erano pà 
ibi digiuni a! conflitto malpronti,ti confort atta ,cotr dir e.^on crediate di ufo 
cere queffi con la moltitnditie,ma conpietà t & babbiamo de i noflri viaggia 
ri (bkrijjimo e(ìempio,ì quali combauedo per la giuflitia e proprie leggi, aiti 
fero pia fiotto molte migliaia d'hit orsini egraudiffima fu la loro nirtà il no of 
fendere atca.no. Co ft dicendo perfuafe loro a fpre%%are la moltitudine t e torn^ 
bahearto con Soriani uccifo Utero capitanaci f confìffe, e fcguendoU fatai cS* 
po^n'iucife otto milita jgli altri tacciati fuggirono ài luoghi maritirsì.^Antia 
ci udendo qntflo t fdcgnato fommamente, raccogliendo ogni fuo potere^òt 
dando molti delie Ifok,appre^auafi nel principio diprimatteradi combaM* 
re con Giuda. Quando poi nel pagarti foldati,»ide che feemaua i ibef bri, per 
che nonglì erano pagati tutti i tributi per ie fedi tior>i>& per effe r magnifico* 
non gli battimano quei che fin'adbortt haaea raccolto, determini prima d'un 
dare in Terfta,& ini raccogliere della provincia i tributi , E taf dando alffi* 
Verno Lìfm tenuto dalai con grani bonorc, tbtrtggefie le prou'mcic da Eu- 
frate fìttine fm' a i confini d'Egitto dell'afta inferiore, dadoliparte deli'ejìer 
cito,eglì chfantiyc commendò che nodriffe con dilìgenlg Antioco fuo figline 
lo,e gtiaflaffe la Gindea,faddo prigioni gli babitatorì,e che abbatte fie Cifri» 
falemmeidìradiiando la gcneratione Hebrea.^Antìoeo battendo eommeflo <J» 
Bo a Lìfìaandè iti Tetfitt l'anno i 74.* paffando l'EufratCtOndò alicproittH^ 
ciepiuinfìt. 

Vittorio ài Giuda come pefe Ghrufalemme , e rittottò il dittino 
culto. Cap. X. 

T ifìa eleggtndoTtùlomco di Dorifmenc,T^ìcanore e Gorgia amici del flj» 
jLj e dando loro quaranta mdtia pedoni e fette milita canatlicri, pafìè con* 
tro giudei . Et venendo loro ad Em.-tttu 'vtà , fecero ì flettati nel piano » t- 
gUgknfe aiuto di Sorta, e dui uìehti luoghi , e molti giudei fuggitivi , e pari* 
mente alcuni mercatanti fperando comprare i prigioni d HebreiportManofk 
CO oro,& argento. M-t Giuda guardando l'efferato e U moltitudine le ritmi* 
thanimiuaifuoifildati confortandoli che fperafiero da Dio la uhtorìa » UT- 
che ueBendofìdi facce lo pregaffero perla leggrpatcma, & mostrando Ih* 
bito coturnato nelle dimande. f fnpplkaffero che li porg- fie centro amr{at% 
aiuto . Fatto queflo , ordinandoli fecol c*i fin me itila patria à mille A m 'ì* 
le,e lafciando partire quet,iì)e pur dianzi baiicano prefo maglie e «timpift* 
terreni, acciò che per defto delle cofcfue, non combattejfero meno mtUtt^U. 
& mfwt(tn<t gli «Uri farktìAQ ht<tl$uifa , J^/hw dm tempo bum, 

pagai 



L 1 B A, 0 D V 0 » £ C l U 0. 15 

m ùu\l w«j!*f»/f non chefpn^atogagliardamenteiptrtcoU.ftoratti 
Ikcito enfiare la libertà c'ob.itiendo «mIme'teMaitate, mt tifino che ffc 
m ddm* nffa.A cara* V II àefa di b»war Dio,*fiat più dcftdeUt«.T>*ta- 
tvm admqne in Acome fe k ìmpreh potiate pigliare U liber- 
tà e mattare U felice e beata tùtaper nuiere fecondo le leggi , & 1 coflnmt) 
acciò che far fi per negligenza aofira nwfix deflmtta UgenerattoncH ebrea. 
Combattete adunque comefe la morte uifutfe un guadagnarteli) che ahctn 
do,acquìP.ate con la liò< rtd le paterne leggi giuria perpetua . .Apparecchi*, 
tetti aditane per damatimi animofiméte a combattere per iapatria.Cofì par 
lò Giuda a nini -indo i compagni. Ma i rimici mandarono Gorgia con cinqueeti 
to pedani e milk canottieri con la gftida d'alquanti giudei fiiggitiui,p£r afia* 
ine Giuda: di nottedlche fentcndo il figlinole di Maibatbia,deÙberò partmea 
te d'affaiue il nimico effe r cito. Co fi battendo cenato Iafciò molti fuochi , e c<t- 
fthtttn io tutta la notte, pervenne ai Heccatì nimici in hmam.Ma Gorgia ha. 
ttendo cercata ne i {iettati liebrci , ne trottandoli s fi pensò che fìtjjèro ili al 
BtontCtep tiifpvjè diccrearlLyettuto. poi il giorno fituedttto da nimici Giuda 
fon cerca tre miilia huomini mais armati per efier pouetl HqualegnarcIMda 
i nimici bene ordinati in fibicre t intìiiòigiudei,con dire. Dobbiamo combat- 
tire anche nudi,et iuuocarc ìddiùjlqualc fouete d ha dato tintoria dì più ar Viti», 
piati ntmìci,efSendowìdifartnaiLCompiuto il parlare commatidù a i tram- [! a< j 
beni che co'lfuono manifelìaffera 4 i foldathche ft afsatifsei nimici all'imprù * 
tttjò>de i quali molti c^e refiHeano uccife,cgtialtripfcguitòfin'a Ga^araai 
campi dcidumea,d'<A?pto e d lanini* ne uccife^remilìia.Cammidaua Gin 
da afiioi faldati che non attende fscro a far bottini, battendo attehora a com- 
battere cantra Gorgia imitai uintì t bar abbona il tatto in preda. Tarlando aa* 
cima a lui coft a i faldati guardando fi a dietro quei,cbe erano con Gorvìa % ui 
dero iefsercito che baueatto lafciato ne i {leccati fconfttto, <& ai fi gli adagia 
mendiche dimoìlraua il fumo di lontano.Toi che compreso ejuei che era- 




i r r < Y frv&w rt£ttamw ajsai oro , cjr arma* 

to t porpora e btfsc s ntorno con lentia a cafa laudando Iddìo dì m?m c he ha 
"fc * potuto aeqmSlare.Tenbe laluhtort* diede toro la defitta Ucrtà . jtU 
ipora Liita confnfopertlperdHte efìerchoincStanente elevgejido da mono I 

SEft?*?^*^?** CaiiaiUcH àiMeadìfubitojt j 

fitóTf^-^^^^^W*"*" Setfi.rauìtta dì Giudea. dSj 

wJS' E r^' é COn ìwkwàiadt nemici, agevolmente fu 

mete tnUbma % e temendoft delle difpermone loro, cly/azlte fa 

D ì te 



LE Ut ANTICHI? J ùtVÒ Ji? ltÉ 
terbuò mo ttalorofo, raccogliendo l'effercito, ritornò in *Anftùcbia racts2 
gliendo aititi de foraflien per uenire con maggiore apparecchi® contr* 
Giudei, Finti adunque tante fiate ì capitani d'Antioco , Giuda facendo 
ormone , perfuadea a Giudei che dopo tante ttiuorìc della dìnìna dìfp^k. 
tiene donate loro,afcendeffero in Gierufalemme,e mondaffero il tempio dati 
la contaminathììe degli ìdoli t & offerfero le bofììe legitime . llquale ne* 
Ciu<ti auto con tutto Ipopolo in iGernfakmmc, c trottando il tempio defitto lepot 
occupa te arfe,e le herbe per lafoliMdine tfferni nafeiute , cominciò uedendo in [& 
Gicnifa gufa il tempio a piagnere con ì compagni Et eleggendo alcuni folda ti , cani* 
lemme, mandò che timcljlro quei che guardauano la rocca, mentre che egli pur- 
gafie il tempio dalla contaminata rouina, Cofi mondandolo con dilìger}?^ , fe 
cenoneuafi, il càndellhre* la menfa e fatture fatto d'oro rifece aneto ì 
tteli nell'entrata e le porte, Iettando via l'altare nefabricò uno di nuove pie» 
tre. Cofi il dì 1 5. delmefecbitleu, detto da Macedoni ^pelleo acufirol 
Itimi fopra'lcandelliere,& facrìftearona t &otfcrfero nel mano attere gli 
bohcauHi . Ut attenne queSla nel medefìmo dì tre anni dopo che la religione, 
loro fu mutataci federato culto degli 1 deli; Tcrcbc'l tempio da Antioco 
deli? ulto, HettC cofi tre anni.E fu quejlo l'anno tento e quaranta ìl dì ui<ì* 
ticinqne del mefe .Apclleoneìtompìade cento e (inqitanta tre e fu ri lionati 
pure nel di uìnticinque del mefe ^pi lieo cesto quaranta fei nell'olimpiade 
cento e cinquanta quatti ». ti fu df fi rutto il tempio come banca predetto Da- 
niel quattrocento c otto anni prima s percbe fignificò ebe Macedoni lo Hrage 
rcbbono.Cchbrò Giuda con i fttai cittadini per giorni otto ìfacrificij che ìa ri* 
nottatìonc del tctnpio y non taf dando sktme dclitie,an%i tifando pretkftsftmé 
uiuande. E glorificane Iddìo con Unii e [palmi , e cantavano fafieme per 
diletto. Et ordinarono ebe celebra fsero i deficnded otto dì folenniper q.ufid 
Solenni ^tt^itono, e per le ribattute fvtenn tà contro ogni toro fptrare . Et perù da 
ti Jc i quel tempo in qui celebriamo queftafdemità chiamandola luminari , per* 
lumina che control /per ar ttoHro ci è rifplendttta quefia luce dì orientare la religio- 
ni- ne. Fabricò il muro intorno alla città cdtflcandoni alti,fnne torri contro gli 
fiJfiiUidenemhi,t facendone giéardare.Fortificò Betbfitra città mkndofenc 
feruireper cabrilo contro t'affedio de nemici. 

Guerra di Giuda centra tdum Ì&.A mmomtì, Cap X L 

Fritto qu r Uo ,i tticinì popoli baueano ma le che fujje ri fiottato il te mpfa , 
e che fufie i G iudrifi poi e» ti.Lao ride leuandt-fi ueddeano con conerie 
de molti i Gudei t controiqtial: Giuda fruente affina e {indiana ributtarli e 
difenderei Giudei da la correrie^ altri mali. Et {tenendo ne gli Idumciifi 
glineli a Efan per monti \arfe itti fm tèrre & abbate le muraAndifi mofie eS 
tra gli ^tmmoniti,cbe baueano copiofo cffcrcito,dc i quali era capitino Ti* 
moteo.Mi [aggiogando anebara prefejt^to città,, e minando le mi* 
$j& ifis,lmlìprigioni t atfii la ima marnò in giudea 

la 



>.>,5;vdl 



L I B }\0 DUODECIMO. 1? 
la guerra de giudei contro Tiri e Timotheo Cap. kit. 
' T 7$ tendendo le uicine genti che egli nwnauafi raccolgo « Galaad con lMichi 
1 trai wdd loro mim^lijuggendo r» Damata tafieUo fecero fdpert « s . 
G ìttda che Sa frettata Timotheo d'occupare d luogo oueclti erano fuggiti . 
Mentre che ft U e geano te h ttere,eccott altri mefjt da Galdea,cke auifmano 
teme fi mmegtmnù quei che erano in Vtolomaida,in Tito,m Sidone , e ne 
U altre città dì Galilea, Giuda adunque intendendo é wouimerdi de' nemici 
da ducenti Perfido che ft bauejìe afarc , commendò che Simeatte fuo fra- 
UÌlopitfiafie 3QO<s.bnominh€r andane a [occorrere i Galilei , & egli con 
Gknatha fmclto>& SooO. bttotnini andando in Galaad, Infilò capitani fa- 
. «fa alquante numero de faldati Giofefo di Zacharia & iÀ%?rh, comanda* 
do che gif arda fero ìli ti -ut amente la Guide a,no facendo però fatto d'arme co 
ti n vìim*à fm-i the rìtarnaffe. Simeone venenio in Galilea combatte conni* Vicro- 
~mici,e li ruppe, frinendoli fi io a le porte de Vtolomaida , & recìdendone ria Si 
jooo. prefi de i morti lefpoglie , ritùlfe da loro i giudei prigioni e laro maf- me<,tl * 
Jaritìe,c ritornò a la patria. Ma Giuda Macbabea e Gionatha fratello pafla 
doti Giordane f esaminando tredìtrouaronoi T^.tbatbeicbegii ntnianù-4 
chieder pace. Iqualt narrando ciò che in Galaad era anenuto, e che multi de 
giudei erano per città e caflellì afflittici petfuadeano che andaffe in fretta tv \ M ?~ 
troillrai)icri,pir liberarci giudei da perìcolo. Giuda fiv-Afe per la folitudi- £ 
nc,e fatto empito cantra gli habìtatori dì Bethfura, Uprefe, & veci fi tutù i to , ltr ù 
[hfàfthì di età robulìa.arfe la città, y entità la totte,non fi ritenne , 4nqy aw Timo- 
dando al caìUUo,oue Timotheo affedìauaì giudeija mattila ni arrìuò.E tvo~ t'ieo, 
ttundo che andantino i nitnìcì contro le mure , & portantino alcune fiate per 
mótare altri machine, fece dare a le trombe; dipui co» far tati ifoidatì'cbe ar ■ 
Altamente peri fratelli fi porta(fcro,e dividendo l'efferc'tto in tre parti, a fiat, 
fé il nimico dopo le fpallé . Sentendo i Soldati dì Timotheo che gli eraMa- 
chabeo, bauedo in altre guerre conofeiuto di quello la uertà e buona forte, ft 
diedero a faygire.Zt Giuda fedendoti 8ooo. n'ttccife t c uolgendoft uer Mei* 
la città l*prefe,& vecift ttìtti t mafcbt,arfe la t crr a lindi partendo ft abbate 
■ thCafìomacn e Boforpm altre citta Galaadiic/Paff'ato poi alquanta tipo Ti 
watheo raccogliendo efìercito numerofo con altri aiutì t e foldando gli Mab'h 
Henne oltrdt torrente, prefìo a Bgfòn tytd,e confortò i faldati condire Setto 
ture te a te mani con giudei combattere etnhmfamente t e non pafiate il t erteli 
te, perche pagandolo farete roti e confumati . Ma Giuda intendendo ehi TÌ- 
motheo era in ponto per combattere,* affrettila con ifitoi faldati di neutre a 
Et pacandoti torrente, aflalfenimiei, & uccìdendo dettiti , che 
}e ulcera cantra fpauetò gli altri di maniera t che gli cofìrìnfe a gittate le ar 
me . De i quaderni venuti a Grana t fperarono dìfdmrft , ma Giuda pi- 

cacti a — " Cale M<ir ? mdi >& arfcja terra. Patto poi qucflo>rac- 
wpunao iguidci de la Gataadite regione con lemoglic figliuoli, & ogni loro 

D i baue- 



h atfefe,determtnò di to mare in Giù dea, et stenti to ad Énfio città,d)è tr ' 
ne potendo andare per attratte nc^ornare a dietro,mandò a pregare ì cìtt"7' 
ni di Enfron cheto lafciafsero pafsare perla loro città - Ter che hatteana elU 
rhtebiufo le porte con pietre e occupate le bocche delti' aie; iqualì non »ùied« 
<tmnfcntirc } Giuda confortata fuoì pofel'afsedia alla citta, e comba%ttdóU 
un dì e una nottc,Uprefe,et naift tutti i mafcbì,arjè la terra f fatÌdoft in tal 
modo la uia.Ma era de morti tanta la eopia,che eaminauano fopra i moni . 
"P afsando poi ìlghrdane,t4ennero al capo largo, nella cui ticndetta s la città 
Retbfamk detta in greto Sdtbopolis.lndi fe n'andarono in Giudea f catSda e 
lodando lddìo,telebrandopcr le uittoric i confuetÌgiochi:& oferfero ìfucrim 
Be thf^ fiWitwdwdo le gratis di ciò che fatto haueano t e per la falute dell' tff eretta. 
mi tttt- "Perdi* no era morto alcuno Giudeo nelle battaglie. Ma Giofefo dì /.aebaria. 
u Sci - &~4%a ria taf ime da Giuda capitano nel 'te piombe Sìm cane cobatteaTt» 
thbpoli lomaida in Galilea^ efso Giuda to Gianatha guerreggìaua in Galaad,fae 
qniflarc gloria defirtìffimi capitan'hraccogliendo tutti i fuoifoldati t uettnertì 
ad ìamnìa facendo ft incontro a Gorgia Capitanai fatto il conflitto perdedo 
zooo.ì}uombii,fuggirow in Giudea. Et quello astenne loro, perche nS ubidì* 
ro to a giuda >e che gli banca cómefia,cbe non (Sbatte fsero Innati al ftto neri 
re. Et è queHa co fa mirabile fopragli altri juoi fatti della guerra>cbe eglìpre 
difse loro lafcotifitta,oue non aMdifsero a fuoi precetti. Tjon ce f sanano tttt* 
tank ghda e funi fratelli di gareggiare centra Idumeì, an<%t d'ogni parte lì 
woksiattdno^ pigliando Chchtan città abbatterono lefòrte%zc,et ardede le 
tOìrhfàccbsggMrono tutto j paefe de nimìà-Vcnendopoì a Marifa e adA?$ 
tojo prcferoyC pigliando molte fpoglie ritornarono ìn giudea. 
( jnach La caiifadellatnorte d'Antioco. Cap. XI IL 

Nili medt fimo tepo *f stinco F^etrafiorrendo per la prouìntìa spetta- 
re, ìntefe the Elimaìda città di Verffa rìccbifftma hauea un tempio di 
Diana ; d'ogni maniera de ricchi ornamenti giternho , & oltre ciò motte af 
me e corale lafàatekì dal Magno ^dleffandro di Filippo Kg de Macedoni 
figliuolo. Mafia antique dal difia dì rapina poji fafsedìo ad Elimaìda, Ma nv 
ftfptruettUndo quei che erano dentro,an^i nftftUo ualorofamnte,itlgant*t U 
to dalla fnafperan^d/t partì. Et i popoli ufeendo della terra h feguìrona fi» 
aBsbtloma, Otte efsendo arrittato tf»t perdita de matti faldati Jntefa la rat* 
tadei capitanijibc banca laftiateaguirreggiare con giudei,& che era ere* 
fchtta degiudei il potcre.^tggìonto adunque un tale dìfeoncio fopra il prima 
penftero,cadde ì»fermo,& acftendo per molti dì la pafftane s nitide che do* 
ma morire Ja onde confatigli amiti fece laro maniftth lafua atroce infir 
> mità t affermando ebepatìua qtieilo , perche affluendo i giudei > hauea fpo* 
™ gliatoìl tempiale fprexato Iddìo Et detto quejìc incontanente morì.laon* 
de maravigliami di Telibìo Megalopatìtana.ebc dice lui tfar mot ta fperefa 
bantu nokto fagliare il tempio, di Diana in Twfia.Veuhc non era tgli w\ 

penala 



Amie- 
re* 



teuck hautndo [eternato pcnfato di rubbarto , dm »ot *emto * i tf«r*. 
Wf, piace a Votiti, Antioco per ^Boflfa morto, gìt èpa» fmtleal >c ? 
ro,cheìl f&atrilegoper barn renimi dt Gietufalemme iltempio/tapen- 
pi. Mi nonLunto di queSlo con Toiibio, quandoché U mSiraapmtoneba 
pia faccia di uirità : jtmocoprin* che tnorfc, fornendo Fitippe uno det 
%ol amiti lo coirai del regno morendoti la diadema la Itoli* * ( netto, 
the pertafle ad Antioco fuo figlinolo » * » otte s bc la nodr! ^ ' c ll ™fir«*ft 
i ShMéno . Mari co fanno cento quaranta rtoue 

Guerra dEupatore cantra Gilda, la fortezza d'Eteasrarojgti meent* 
modi [ottenuti in Gierufatemme. Cap. XI III. 

LI fio facendo (opere a tutti la morte d'Antioco ,creò Re Antioco fuo fi- 
glioto^be egli >iodrim>& chiamollo Eiipatore . A quel tempo i falda- 
ti Macedoni cbeguardauatio la rocca k Gierufalmme,& ì f agghiai Giudei 
diedero gran noia a Giudei . Vcrche aflatendo quei the andavano a facrifi- 
tare al tempia, liuccidemno, & era la cima deità tacca piti alta che il tem- 
pio. Delibera adunque Giuda per tali aHemmcnti % dìrouinare tarocca, & 
raccogliendo tutto il popolo l'affediaua l'anno, i 50. dal principato di Seleu- 
co . Fabricando adunque machine , e ridando argini folccitauafi di piglia- 
re la rocca. Maufccndo detta rocca la notte molti fuggitiui, andarono alle 
promneie , e raccogliendo alquanti loro fìmili , peruennero ad Antioco I{e , 
pregandolo che non li abbandona/fé, ejicndo da i loro contribuii a fflitti, per- 
che tacciata la propria religione, haueano ubidito a fuo padre ,& bara fi tro^ 
ttauano in peritola infieme con le guardie del tafeiateui per Giuda, &ì 
fuoi fsldat'iffe non gli mandauafaccorfo. fdettdo queHo Antioco giauanet- 
to,fi sdegnose convocando gli amici e capitani , commandò ebeft raccogliere 
i'efjlrcitojoftfoldaffero Sìraniere genti. Siraccolfe adunque l'ejfercita dì 
1 ooooo- pedoni , & 50000. eattattieri , & 1 3 5 . elefanti . Et ufeendo di 
Antiochia con tutto l'efferàto , uenne con Lift a capitano de l'efiercho,e ue- contro 
«cndo iti idumea , ìndi afeefe a Bcthjura città fortisfima.Ma refluendogli il tiwda. 
popolo , & udendo l'apparecchio delle {ne machine molto tempo fi confUmà 
net'affedio. Inondimene Giuda udendo il fio uenire, fi rimafe d affediare ta- 
rocca,* fattoft incotro al [{e, fi fermò co feftercito ad un Eretto pafso detto 
hedafcaria t l5tana dal nimico 1 o.fladij. il parti tofi da Bethfura condujfe 
ptr Sii e tta ma fefsercito a ijtcccatidi Machabco , e venuto il giamo ordini 
W Amando che gli elefanti feguifsero l'uno l'altro, non potendo per 
ti tiretto luogo ordinarli per targo circondavano cadauno eUfante^ooo pc- 
S 7°°' CdUalti ^ m(ltiattf> & tlefmigrandi torri , con arcieri che da 
ZZ' T Ha ^ m H mnt ™ ìl *™*™ntc de i'efsercito peromendue i tati del 
moj ^preponendo gli amici a Cefser àto:e facendo dare a le trombe andòS 

kmea^r { ° fa>prÌ>rC 1 fcH,ii d>oro e di metdl ^ wiòfpargefsero il fua 
rtfona^m t monti dal flnpito toro. T^ftfmm ì pera Giuda ueden 

D 4 do 



A mio* 

Ct! IH 



DELIE WnTlCHlTU 1 GIF D jflCHK 
do qxijto>(ln %i rcftHendo valorofamente al nimico rìucttfc da feueto t ch c t ' 
ma [egli fecero mitro. Ma Eleazaro efuo fratello,ilqHale chiamavano to a ' 
inchiedendo mo de maggiori elefanti con le arme regali ornato , epertfjz 
àoft che ui falle ti R£ fòfm va {orafamente (egli fece uìcìno , & KcctUndu 
molli dì i£nei r cÌK gli erano d'intorno nitri sbarattando, li cacciò in fuga , 
entrato jotto.l uentre dell' animale l'ucci fe, ilquale cadendo vccifcco'l p f yj 
Eleazaro t cc fi egli uirilmcnle vecìdendo i nemici fu di aita priuato.Ma G/«. 
da cedendo de rimiti il poter e, fi vidttfk in Gicrufalemmc,& apparecchia.ua. 
le caffi a fette « e W faffedio necefìa rio, ^tntioca mandata parte dell V farcito 
che flruggiffe- tieibfura coi rimanente bell'esercito andò a Gierttfaleffl 
me,. Ma Betb furiti utdsndoil gran potere de vernici , & ■ effendolt venu- 
to meno le eoje necejfine , renderono a patti . Et ^Antioco pigliata là 
terra , mandò aia tutti i Cittadini nudi , e uipofe de fuoi a guardarla. Stette 
il f{r molto tempo a Gierufalemme afadiando il tempio, refìfiendo uirilmen-. 
te ai dentro i cittadini, i quali contra tutte le machine dal Re fabricate à 
trottavano Rromeiiti a di fender fi atti , ma gli venne meno la vettouaglìa A 
battendo confumalo i pafjati frutti . Et la urrà quell'anno novera Uatala«> 
Uorata,percbe era il Settimo , che fecondo la legge fi Ufcia unta . Onde molti, 
perla necefjnà del itinere fuegiano e pochi rimafro nel tempio , latuiforte-, 
era tale. Ma Ltfia Capitano {? ^Antioco % battendo intefo chi Filippo y>e*\ 
n'udi'Piifhiyvpre fumea dioccupare L imperio a lui ricammandato , &il 
flfli-dìa - rf! S n0 d'^tntwioJeuandQ l-affedio , deliberarono d'andar cotitra tiUppo,vttt 
( o, non lo fecero maniftfta a i Capitani,*)^ rimandò che Lifta dice\ìe toro, che 
U lo ago a/Jèdio poco potea giovare quando che era il luogo de nemici fiirtifji- 
mo,e eglipalia neeeffità di itettoitagliaja onde era meglio far con giudei pJ-< 
ce, lanciandoli ofaruare le proprie trtgi e cerimonie , ctallequaii fin' ad hjrA , 
da n ui impediti, à fino ramici . Cefi dicendo Holft tacere della tira >mia di Fi*. 
lippa,<-i fine chei fitoe/fcrcito no» fteffè dubbio fù .Dicendo L<fia t qttetto,piac+, 
que a i Capitani,?? aVeffèrcito quefladeltberatione.^Alt'bora il ^ mandato, 
do legati a Giuda , protnifr pace agli afjediati , e di lattarli uiucrt co nle pa- 
terne teggi.Cofi i giudei fennata con Sacrarne mi la fede ufi trono del tempio* 
M a ^Antioco entrandoui,e uedendo il luogo fortificato, sfacciatamente con- ; 
trattenne al facramento,e cornmandò che tutto 1 mura d attorno fu/Jè (piana*. 
to.Fatto quejio,ritornò in .Antiochia menando feco Onta prtape defaeirdo 
ti,detto Menclao.Vcrcbe Lift* perfuafe al %e che uccide fa Mene!ao,Holen* 
dopacificare i giudei, con dire x co(lui efferjìato principio de i mali , ìltjuale 
mójfofuo padre a sformare igiudei che abbandonalo le proprie leggi . Cefi 
mandò il '^Menelao a Brroa Città di Sorij,& ini luccife l anno decimo del 
fuopontefìuUOiil^ualehaueaonenutofaeeudoco'itrauem^ei giudei alle pa 
terne kggi.Etfa ereato ponte fae nr>rio lui Meirno, che fu detto Gioachtm* 
vint'ma mattando filippo che già fignonggiaita t lo ninfe t r& battendolo 

preft 



,,no nrv d-e avo- w 

%do lavato «ri** fanmUoàai pdte ^ £ 

/<, MM *0 A» bonered* ^-J 

«gjfarM « « temptofimlc a que Ho di o «r«j« r t 

(lo meglio a fuo tempo. . , ratl ' „ 

S t Demetrio contra Giuda. C*p. XP- 

AL medtfimc tempo Demetrio dì Sdento figliolo figgendo da K om e 
■ L m Tir/, fi fece W - " ^r f? " w T^ d " 

„ 0 wf« ^ mtetttUn «untato : tamii pigliando ^nmeo c L,f«, 
i ?f wifw a W «M, incende* e furono per tommljumedi Duerno 
ucàft basendo recato ^atioco dui anni , come ròront molammo. Et att- 
ènta a lui moUimalmgi giudei o fuggimi infume con ^amoprenc.p: de 
(Mettati-, aceufauano tutta Ingente e Giuda con i fratelli [tua condirebbe 
bmW »""f° lattigli amici del Re » c tutti tfuoi partigiani , &cbe elli aa 
ebora erano della patria cadmi , laonde chiede ano che mandaffe alcuno de 
fuoi amiti gindei,cbe delle fceleraginì di Giuda lo faceffe cbiaroXofi Deme- 
trio fdegtiata t mandò Baccbide amico dd ^e Antioco jspifm » che reggra la 
M&powm dandoli uneffercito^ricZmandandoliMcimoprencipe deft- 
eenioti , e commandò che uecidefje Giuda .echi erana con lui Baccbide adun 
atte ul'eito d\A>itiocbid, uenne in Giudea e difponendo dipigliare Giuda f»u 
tngannq mandò a parlare di pace con lui e con i fratelli . Ala egli non diede 
fede a f»e partir , uedendolo condune tanto efferato the miaaemua guerra 
non pace- Ma alcuni del popolo udendo il parlare di Baccbide , e non temete 
diffidi patire afeun fimflra d'ultimo loro confanguineo , pacarono a loro , 
0- btbbero d'anitudue la fede in pegno , che ne etti ne f>li altri che fuffèro di . 
tal uolontà t patirebbouofiuiSlro alcuno. Ma Baccbide Min oTeruandoilgìu* 
tamento, n'nccifeftffanta e ritardo mancando di fede gli altri che fi appre- 
stavano di paffute a lui. Et partendoli da Gìerufal e maltenuto a ììir^to uil* 
loiprefc molti fng^itiui,co>t alcuni delpopolo,e tutiigli uctife manifffìaudo 
a tutti quei della prouincia che ubidifjero a Gioachim , a cui tafeiando parte 
dei faldati per guardare lapfO}tincia t ritornò in Demetrio a Antiochia. Gioa 
tbimuolenéi cottfermatft in prerìcipatò, & auifamiofi cbifacendofi fede il 
popola fa.ee fic ilfuomagìlìratopiufìcuro lofvigaua tutù con parole,^ par- 
tendo cadauno come più cotiofcea di aggradirli , incontanente fece di fuggi- 
tini una.groifa [auadra.Con queHì »nnifìri circond&na la prouincia,e quanti 
&jfà*t<*M4K4.ibe non li confentianoji uaidea . Vedendo Giuda the Gioa- 
ttttm fi ficea potente >&bauea ucci fu molti buoni e venerabili burniti , 
egiipar unente andan do per la pronincia^i ccidea i fuoi pa rtigiani. i l che in i e 

v dendo 



denda Gioacbtm,e ue d cndo di no pater preti alete centra giudei fi » a tT t ■ 
dere aiuto da Demetrio. Venendo adunq uc in Antiochia wcufa, ^ a 
" te f c ? a hi bautte fofìcn* miti mali, ne aftettafle dep^i^! 
tofto Oberato da Ini. r "* 

Come T^karone mudalo contva Giuda fu ucdfo, Cap. xyj 

A LI' bora Demetrio attifmdoffqutjìa anche nuocere a fatti fmi, non t± 
Migand* di Cmia k fccleragmi t mando con i'cjfmito ideatone fui 
ttdeiifim amico , the eracon lui fuggito da S^ma , commettendoli che L. 
perdonale atta gener ottone Giudea. Neurone venendo a Gicrttfalemme li de 
terminò di non combattere congni , ma Odiando dì pigliarti con imam* 
gltfece afapere che non era uewtoper combattere, ma che eìurarebbe the 
nonpatirebbouodal I{e crudeltà alcuna . Dicendo quefìo Tvicarone Giuda e 
fm fratelli perjuaf,, non Spettando, che gli fuffe fraude alcuna lanuta U 
fede accettano l^carone con te/fcrcito. llquale [aiutando Giuda mentre che 
parlava diede il fcgno a fu ?I faldati chepigUaffero Giuda , ma celi ìntefe le 

efcopnteUtnndie/idlfpofedt compiere contra Giuda ejr appaiato/i fe- 
ce ilconflnto a Cafarfamala terra, ma fu uhto e cacciala «ella rocca . Scen- 
dendo poi lui dalla roccaal tempio alcuni faeerdoti ueccU facendofeili in* 
(ontrajo fluttuano, e moflrauanli le nitrirne, che effettuano per la (Unte 
del Re,m egli minacciò di {pianare il tempiale alfuo ritorno non gli dauano 
Giuda ne le mani . Et battendoti minacciato quello ufi di Giemfatemme à fa 
etrdotipcr tati parole di malinconìa occupati cominciarono a piagnere , e lo- 
pkcauano a Dio cbedtt minacciati perìcoli lì difendere -Nicànore vfeito di 
GicrufatSme ueneaUa terra chiamata Betboro,& ìuìpofe i {leccati, oue beh 
he altre/quadre dtSoria mandate, & Giuda andò' co l esercito in adaft ter 
ra lontana da Belimi trenta Radi], hauendo folamente mille compaMa- 
tiendoh confortato che non lenito delta moltitudine de nimkija che pen 
jandoftebi erano per quaì premtj foflenifjeroi pericoli e affa Mero eontor* 
deuolmme il mmtco,ando a combattere , e facendo con Vicorone fatto d'ar 
memritment et fionfiffeiHimici t & T^kanore combattendo virilmente fu ut 
ap Morio lui l ejjiruto perduto il capìtanorfkde le fpatle, ma Giuda perfe- 
filandoli n uccidea molti, e co'lfrùno delle trombe facea inttdi te a chi era 
no dattorno^,: t nemici erano [confitti, j qndiudtndo il fcgva ufàuano or 
tnati , efacendofi incontra chi fuggano li itcàdeano . Tronfi fatuo di quel 
fatto darme,atcuno come ihcfnjfro none millia . Et attenne quella uittoria 
a quaterna del mcfe,cbe chiamano giudei ^dar e Macedoni Difiro Vuelta 
tgnannp cckbmmojoletwmmte. Da quel tempo Vette la g mt Giudea p 
heue (Patto in r,pofo m poi ritornarono allaga rra,et a i pericoli , Gioacfc 
ptenape de Jaurdm adendo gittate a ttìfnH occhio muro del fantuaùo, 

tde 



LIBRO orODEf/MO"" $a 

tèe* tntkbiProfèti edificato,/* di fubico percofso da Dfo,& montanti 
mJSkmSm terra Joft per ei* di toriato mobilmente wrìM* 
w"uZ?dfo«*»fJM «**H««<r*MM« M popolo creo Gm 

da fornata facerdote. . ■ 

Gtli dadomanda aiuto da f^mant. Cap. X V il. 

Gito}* m-ndendo de ^mattìilpoterce che haueana mm Gallta, Sf>* 
,n* e cmìmgmd\Afric^pmmtm sbancano formata h 
tk>**into J'tyfio UT, e Filippo, & il Magno Unttaco Mero dt confede- 
torti con lorownéindofHoi atnìcia *gm Eupolemta di Giovami , & la- 
fonedi Eleazaro figH««li>& per f pregaua i ^mam che gli falserò fa 
(ioreuoli,& OMicijbriuefsero a Demetrio the non combatefse più co giada , 
rettiti a Rtfma i legati di Giuda, il Senato livaccolfe bemg»arnZte,& acco 
fentì tetto ale loro dimande,e facendo fopra ciò una legge , tnadò la copia in 
giudea,c frittala in tavole di metallo mi capidoglio la pofe. Era la detemU 
nat fotte de l'aiuto e fedeltà uerfo igìudei.^o mgliamo che alcuno a immani 
foggettoguereggi contra giudeì^e fe dia ad demo the guerreggiafseformm 
to,nauio denari s alcuno uarr A guerreggiare centra diloro,fappia egli che 
noi gli porgeremo aiuto,& parimente s alcuno moucràgnerra a R^mani^iu 
deia lor potere gli faranorefiflen%a. Et feuorr ano i giudei aggiugnereo [ce 
mare di quella con federatone cofa alcuna, faccia/idi confeniimento del la- 
titano popolo e di loro. E ferina quesiti determinatione dalfenato per Eupo- 
lemio di Giauannì figliuolo, <& l 'afone di Eleazaro efsendo Giuda fimmo fi- 
cerdote e Simeone fuo fratello capitano.QHefla è la prima amicitia che fi fi 
pia cfser fiata tra {{ontani e giudei. 

Il confiato di Giuda con Bactbide, nclquah egli morì. 
Cap, XP Ili. 

Emetfh intefa dì ìtàatme la morte e la perdita de Pefserciio , man- i.Mach. 
dò du tmono Bacchlde in Giudea con l'efserrito , Jlaaale yfeito de * * 
^tì.tia Ma ptritcnne in Giudea, & ad ^lr beli città di gallica fermi l'cfset* 
c'itole pigliati molti che b'a bitauana ne le fpelonche oh e erano fag aiti ,feali 
fuoi partigiani, e mouettdefi de It y uenia in fretta fin aGierufaUmme.Itttedi 
do poi che Giuda bauea l'efsmitoin Bercitene tiiUa,rì andana ratto cotradi 
ini conMtnti tnitì fo pedoni, e dui milita cauallim,cJr hatiea Giuda dui millÌ4 
hitomini.lijnaliuedctidodi Bacchlde la moltitudìnej.afiiarono per timore te 
tende, e fuggirono eccetto che otto cento. Ma Giuda abbandonato daifuoì 
JoJ.uk ne battendo tempo di raccogliere l'esercito quantunque hauefse it 
nimico mane noti dubitava di combattere con Bacchide con ottoctnto.Et co- 
tgtandoifuoi ad ajìalire il nimico , e combattere mnlmente % rìMero etti 
memnmanoa tanta moltitudine , e perfuadcatto ibeftpanijfUe taccola 
lJi!Zfvl n ?™*f* e c ™ m ' 1 nìì ™o> *■ ' dìfse Giuda, non vegga b 
m J ™ e f ¥ «JW Ad nimico, & q**ntmqucd_mfse morire cor» 

bai* 



d: 



DELLE ^f\T 1 Cri ! TU' GlVb.AlCUE 




fqìtadre,& egli Bette net deHro corno.Cofi battendo fcbkrato l cjimìto ff 
ce dare atte trombc t Giuda facendo il mede fimo uenne al fitto d' arme planale 
combattendo amendue le parti abilmente durò fin' ai tramontare dei Sole 
V sdendo Giuda Baccbide del de fòro corno con gli t (etti faldati in orénan7a 
■raecoglundo ifttoipiuardiù,afiatfe quella parte , e combattendo ruppe gli 
*rdim lùro,ernife in fuga quei dì tne<zx?ptrfegticndoli fm'a Ga'tara.P'edtrt- 
do (faci dclfinìTlro cerne che 1 't deliro foggia, fcgtthono Giuda e lo toU 
j ero iu me7^o,il quale non potendo fuggire, efiendo da nemici 
attorniato , defendendoft con ifuoi , & uccidendone molti 
fu occifojCjr i compagni fuoipriuati di tal capitano t 
ft diedero a fuggirci Ifuoi corpo fu da Simeo- 
ne e lonatba ftatetii da nemici ricompe- 
rato, e portatolo in Modin terra , 
otte il padre era jì polio pia- 
gnendolo tntto'1 popò 
lo lì ebreo , per 
mottigìor 

ni,ct ■■■ vii 

ignorandolo fecondo ileo/lume della patria. Tale fine bebbe Giuda 

buamo ualorofo e gran guerriero Mqit ale arrkordando fi dei pre- 
tetti paterni , era pretto di fare patire ogni co fa per la li- 
1 berta. Et battendo tenuto il finn ma facerdaw tre an ■ 
ritmoriin tal gufa. 



Il di* del Libro C sode cimo. 



pi FLAVIO GIOSEFFÒ 

HI STORI CO' HVOMO 

CLA RISSIMO- 
PELLE ANTI C HIT À' GiV LAICHE, 
ifj B il» T E K z 0 D E C 1 M 0t 

Ctffrw H lonatha con Biccbtdepoi chef* uccifo Gkit . 
Cap. !• 

^BBT Jt MO net libro dìfapra narrato con quai medila ge* u MaA 
te Giudea tenuta da Maccdoniinferùità ribtbue la libertà, e 9 , 
per quanti e quali guerre Giuda trauagliato,f» uccifo combat 
tendo per il fm popolo. Morto Giuda qiiei che erano empij e 
Molatori delle leggi, uZnero cantra Giudei affligcndogti cru- 
delmente. Pettorina a queliempoalla loromiluagità la fame, che occupò 
la provincia in guifif* che molti non potendo fofferire ameduc quelle calamità 
fuegiano a Macedoni,;? Bacchide raccolti i Giudei che haueuano lafdato le 
paterne folcìtnit(i>ethaueuano elettola uia com:tne,diede loro a guardare U 
proiiincìa. £>«' jìi pigliando gli amici di Giuda il dauano a Ra echide , Uguale 
con ttarij toi tnìfti gli uccidea crndclm£tc. Efjcndo adunque t Giudei da tante 
cakmit'à afflittigli alni amici di Giuda,uedendo lagftc perire miferabilmi 
te andarono da Gkaatbafuofratello,pregadolocbcmhafic il fratello^ fi pi 
gliafie cura del fuo popola no lofpre^andobora che perieli aua. Dicedo Giù 
natba che eràpnflo a morire pertutti,i Giudei g'.udkado il fratello fimitch 
Crearono Ditta toro. Baccbide udito quefla etemedofi che Gionatha [neh affé 
mani perìcoliiiowa't & i Macedoni,comc banca fatto Giuda,dìfpafe d'i* 
tìd( rb con inganno. Ma fe n'auide Ghnatba e Simeone, i quali raccogliendo 
tutti i compagni fuggirono nel deferto, c tenuti a l'acqua che chiamaft lago 
d'^iifm a ui Planano. Ma Baccbide ini Mio che erano paniti , & om erano 
andò cótta di loro co» tutta i'ejjcràtc,e facendo i /leccasi oltral Giordanone 
flitkraua i fuoìfoldati.Gionatha intìtilettda Raccbideeffcr annuii coirà diluì, 
w.^jdò Giauami fuo fratello detto Bacchis a chiedere da J^abatheOt et*Aw ' 
ài riporre appo fora le waftaritie, fino che combatteffè contra Baccbide, 
p e rebeer ano funi amkiVre fero adunque gli ^irmreìpoflì in agnato in Me* 
éiim «itti GtvHanm t & ifuoi compagni, che aniamno da i T^abalbi , e pi- 
gliando 



G\ex:m S^Moleccfe loro, mùgli Uccifero.Ma quat taiììgo bauc/Tcro « 
ri è uc , fa' fratelli faro difetto mani fcfio.Ma Baccbidc fioche cC V * 
»iò. ss i ^frài ,V GtordaneApettando ilgiorttodel Sabbato, ttettne aT*JP. 
auifindcU the ptt la (etite timi dottedè rtM,L*H*»* .. vtf «aì lui 




é àiem ilfitwc,preg a >tdo Iddi? ibeglidefk uittoriafece con nmìàÙà 

wpe fJmendv tlcolpo^gitto con icompagni nei fiume, e nuotando olirei 
Gtordenc.fnggi della morte ti pericolo. Tenbe B «echide Camtcfi dal ul e 
mdo alante* di GtcrufahmmeMuendo pereto éeìfuoi circa 2 oot T 
fi Pf™ * m l di G! »**fat$à Gkmo^matbonte s Bcihoro 

Z^F^^t^S?""*! buona guarZ t 

per affare tndttgvda . Fontficòpoi meglio {a Ucca dt Gkrufalèic, e 2 
gUandaptrofìtgg, tfig,^, de nobili giudei, ,«i Ihinchiufe.Jmcdc/L^ 
ftm^m*$m#^* a Simone f«o frollo fcle nanUmX Ì 

mohi^t ah con fotenne pompa erano con loro. ^ t'bora Gionatba eóimZ 
mudarono con bnen numrode compagni* Medaba cìttà,epeHoft ira imo 

Si2B™JS5?T ' m H™ m l « <«W*< * U%& con pi,, lo 
ntmajmtfrffi ne Uno m ,ufcendo de l agnato , tutti gli uceifero f e *i- 
gime le uccbefpjgùe stornarono a dietto. bt tendo fi vendicato deglUma 
raptt la morte dt Giouannì toro fratello. Cerche} mLo uccifieft f&i £ 
nammeon le mogli e figlioli terca ^.Cefi Simeone e GionJbaZZì 

Jt mito aliala ondetgtndetpcr duo anmftctttofenza guerra . a Ihora ì 
fiWmem «olendo Gionatba con ìfuoi uiuerJ UcXfiofamenUnlpar* 

«fp^heprometteanoc^ J _ 

ti, .Ma nonpotendo Impigliare CicnJJome che #B2 r 

f * ™f«PMte>>l ebe udendo Bacchi , conduJnJ 0 7l 0 Z 
dm con h wdtt che vii nane*** *\»** i «mrcnwiJ / ^o; yff(- 



, n Va , ^ Z a ft a '™«-M* Cimata lafdò Simeone ù,ù fra 

icllocrcftUercaBacckd^ tf) di n* M o ti e UprM^^a" 



* mm&ft&Ùp* Bacchiti di notte & uccidendone molnfccefc 
1 a SimUldella fuauenma^ttde l^ d ? "»™«f f H 

Sji «** Bacchiti da nimicìattornìato, bauendoU a fronte e dopo le 
fp^turbanlfì dittò che a l-mproéfi gU era accaduto, uolfe f*fi™* 

contro i fuggititi come i^i^H» /tTufi 
Mio ò pJtirf,.L*c» volontà wgnofctdo Cmotba mando a lui Ugau tifar 
filo mica conpatto che fi rendevo i captiut éamendue le pam La onde 
Baccbide giudicando vuefia efter boncftaoccafme dt partirfhfi cafedcrC et 
donatile uurmna Imo a t ètrodi non offendete per laucmre,cofi ren- 
dendoti i prigioni, Bacchide fe n'andò in ^tntiochia&e più ritorna in giudea. 
Ma Gionatba acquiìiSdo tal liberto , difponea lecofe del popolo in Macbmtl 
tktàiC cruciaci i malevoli o impij,purgaua il popolo giudeo, 

jimiiitin di lonatha con Demetrio t e de ifuggitiu i giudei. 
Cap. IL 

L'Aimo, i do, Epìfane d\Antioco figliola utnein Soria, eptefe Vtahmì- , Mac | li 
da città $ tradirne to de ifoldat'hcbe ia guardamano. 'Perche no amatta* , Jr 
no il t\c Demetrio per la fu a arrogan^ra r ilquale hanedofi rinebiafo in una tor 
re regale non longi d' vintiocbUyno filafeiaua ttedere,e dadoft a loti) , non fi 
cttrattadcÙarepubHca.La onde fu odiato dal popolo come alt ron e mjitam* 
ma, Demetrio adunque udendo ^ilefiandro efjer entrato in Vtulvmaida , gli 
andò cantra con l'effèrcito.Et mandò legati a lonatha chiedendo aiuto , per- 
the unle preuenire jtleffandro temendoft che egli prima gli chiedeffe ainto % 

0 che G'ionatha arrìcordadoft dagli battuti dani,fi ttnifee co'ifuoi netnici.GU 
fece aduque intidcre che apprefìaffe l'efferato t e riceiteffe gÙ ofìaggi degiu- 
dci t i qitai iSaccbide bauea rincbiufi ne la rocca di Gìertt faleme. Gionatba uè 
tiendo tali mefjì di Dcmetrìo,peruenne in Gicrufalemme, & leffe lietamente 
le regal lettere udendo il popolo e quei che guardauano la terra, iequa't lette 

1 fkggittìui o gli empijfi [pan entarono, comandando il He che Gionatba race» 
glitjje leffèrcitoyc rihattejfe gli omaggi, i quali hamtì, redè cadauno ai padri 
loro. Stana Gionatba in Gìerufalemme, rìnouaado la città è fua uaglia in o* 
gnitae-gO} & edificandole mura d'attorno di pietre Lucrate acciò fu fiera co 
tra ni mici fortiflimc . Queiìo uedendo le guardie delle fmeyge , tutti ab- 
bandonandole fuggirono in Antiochia, fuori quei che erana in Bethfura cit- 
t<i,e ne la rocca di Gierufalemme , che erano per lo pia empij e fuggitici gttt» 
dei, & perciò non lafciarono le fartele, 

Delfacerdotk di Gknaiha t e come Demetrio fu ttecifo. 
Cap. 1 1 1. 

A/T"^ 'fapendo^ Mé{ì*ndr& quali promefte bauea fatto Demetrio à Oh* (Mao 

w i- ''^ «alore s e quante cofe bauea fatto guerreggiando con* tv, 
t ra a mt doni , Et a «e bora e tò che bauea tgtiftfem daDemimcdaBat* 

tkid« 



racttitt. 



DELLE ^tiTICHIT^' CTyBjieij E 

thìde fuo capitano , attifandoft non poter hauer migliore aiuto e j, e - w n 
Gknatba,diceaconglÌamic't.^£l prof rttte Gknathai potente cwtrt'l ° * 
co i e hit contro Demetrio giufio odio, dal quale molti mali ha patita afa'* 
qiicje ni pare bora è tempo chefe lo facciamo amido contro Demetrio 4 n?' 
[ari, ad altro tempo il fuo aiuto più gioueuole , Piacendo tal config lì c àui\ 
amici & à (ni feri/Se egli k Gknatba in quefla forma ^Alcffandro £ ^ H 
mtba fratello [date . Habbiamogià buon tempo adito del tuo uà lare e fedd 
td . Et però mandiamo à chiederti aiuto,& ordiniamoti boggi fummo faccr* 
dote de giudei^ cZtnandlmo che sij chiamato amico noflro. Et pero ti ma n- 
diamo in dono unajtola di porpora e corona d'oro , e dimando che hauendo ti 
bonorato io , uogli efser tale ucrfo di mi . Gionatha letta la lettera t fi uefjl 
la Uda facerdotale aitkhiadofi la folcnnità de tabernacoli , l'anno q.dopoU 
morte di Giada fuoftatello,percbe non fu alcuno in quel tempo fommofatgr 
dote . Beccai fe poi Gionatha un efferato numerofo,che hauea apprettato, 
llcbefpacque à Demetrio fommamcnte,tome mtefe,& acca fatta il Jko tarda 
re, che rio fi hauea obligato co beneficìf Gknatba prima che ^tkfJandro.Tut 
tauìafcìifie incontanente a Giovatila n al popolo fuo in quella forma. Dente 
Fpiftola trio Hr a Gknatba e al popolo giù deo fatate. Ve rt Ih bàttete conferii alo la so- 
di De- fira amicitia,ne battete ateo» feritilo à i miei nimici, the ni hanno tentatolo 
• menda Meramente la fide uoBra,e pregasi che fìtte in quella cofìati t rìccunt 
do da noi ilcambio,che ut faccio da tributi efjenti, fapendo che per mia beni' 
gnitàui rimetto ogni co fa che a mkipredeceffbri l\r à a me pttgauate , Fi ti* 
inetto etiandk il pretto del [ale e delle torone,che ci offeriua.,& qwlk ter* 
Riparte de i fruttice la metà de ì legnami, che a me s'appartiene , ilcenfo 
di tutti quei f che habitano in Gìudea,ilquale nenia nel mio erariotCornedotti 
anebora il tutto delle tre ttichic prouinek. Samaria e Galilea & oltre' lo X 
dane in perpetuo. Et tornado che la [aera &ìnuklabite città di Gicrufaleme 
poffega i fstoipriuilcgiiC fa lìberajeon ìfuoi confini della dtama parte detti* 
ùnti , Concedo la rocca in mano di Gionaiba uofira f art r dote, che egli la fac- 
cia guardare in nome mio da chi gli piace t & a'èglb che fumo liberi igitt* 
dt 'ti che nel mio fiato fono prigk ni . F-t che dopo q uc(lo decreto i giumenti 
li d* Giudei nonftano anger i fati . Tjvnontìo ctìandio ibei fibbiti e tutti 
; dì feletmi , c tre giorni limanti fiano da gabelle ef enti . E pa rimente lafiia 
liberi e fetida ojfefa alcuni i Giudei , che babitani nelmkpaefe , Conredo 
chcfm'a 50000. de giudei ttengann $lmiofoldo con ugual mercede fi conte 
pigliano iméfoldati.Et alcuni dì loro ordinerò che filano ne le far cito, al* 
trimla mìa guar diapiri capitani pi et mio palagio Coir, m andò Mcbo a i miei 
che ufinolc uolìre lem,M tof cium, e the ubìdifeano a le Uggì propelle a le 
triùune là Giudea . Kuvglk che iprencipe de fàcerdoti fi pigli curale n'iti* 
ne Giudeo boiwri altro tanpk,cbe fillodi Gkrufalt mmcùarù etiadkpcr 
iafptfadcjacnjtdi oliatina, 1 )CcQQ.dramKe, et iiano uoflri quei danari, 

che 



£25* è coueneuole piarle a if^crdot^cbem^ano irfM, 

* tw f *Vr* . j-ì.:»~ -rJ fff njd df^j r<}fl!!]j!j? watt) titvtitn 




fortificaruifarà bìfignewle.Tur thecfferWte ucrfo dì me fe fitti 
mmtia tra ricmratta.Cofifcriffe Dmetrto promettevo lo{ing«ndo i m> 
deì.M* Mefìandro raccogliendo un numerofo efferato Saldato,®* t combat 
tenti di Som affarono a lui, Andò contro Demetrio* fatto il fatto d'arme ti 
corno ftniflro dt Demetrio fionfifte i ncmki* fvgumdagh longo fratto > fafr 
(hrggiàìjìeccati, maildefìro corno oue era Demetrio fu muto, e fuggendo 
tutti,Demetrio combattendo ttiritmete,molti uecife de nemici) ma nel caccia 
te gii altri cadde il canal nel fango, onde non potendo fuggire fa uaifo. Ver- 
ghe ttedendo i nemici eiàxbcgli era attenuto tornando a dietro lo circondar a- 
H9,&tftendo lanciate contro di lui tutte le armeggìi a piedi fi difendetemi 
poi ferito in piu partì non fi potendo fofìen'trctadde. Tale fine hehhe Dome* 
triojHyual regnò anni il, come altrove inoHramrno. 

Del tempio di Dio edificato da Quia in Egitto. Cap, Hit. 

Mjt ilftgliuolod'Qniafommofacerdotedetto parimente Onta, Uguale 
dicemmo e fser fuvjito in ^tlefsadrìa da Vtotomeo Filarne tare J^e de 
Egitto^uedendo la Giudea cfìer da Macedoni afflìtta* uolendo dijilafeiare 
memoria e gloria cierna,andò da Ttolomeo Rgeda Cleopatra latina, chic* 
dasdo Ikentia di edificare in Egitto un tempio fimile a quello di Gierufalcm* 
ine, & ordinami facerdoti e lettiti della fuaprogenie,& defunti qneflofida* 
dofì della profetia d' Efaia*hc già [ciccato anni bauea predetto , che donai j. 
urìhuomo Giudeo edificare aljòtmno Iddio un te 1 pio in l$tto. La onde Qnìa 
taojjo da qucfìofcrifsc a Ttolomeo & a Cleopatra in quella forma . Facendo 
per uoìmclteegrandìfiime opere nella guerra* perUevÉdo co'l dittino aiuto 
alla Sona inferiore in Femcia > & in Heliopoli città de Leone, & andZdo per 
più altri luoghìtho trottato i giudei hauer edìfidati tempii contro le tonUitu- 
tionì lorotper ilche furono perfidijlcbe parimente h auuenuto agli Egitti^ 
per i molti tempij e la uaria religione , Ma io ho trouato un luogo opportuna 
chiamato caU elio Sub* fi cruHicano,pieno di uarij legnami e de facri anima* 
Urinando che mifia concefso ditiìdedolo dal fiato, acciò pofsa purgare un te 
pm iuirouhato,& edificami un tempio al fommo iddio di quella mede finta: 
forma e mifura,che è quello di Gieìufdcmme per te>pcr ma moglie e tuoi fi- 
S.tioti, acctoche l habbiano i giudei babìtantì in Egitto, oue concorrendo /ì> 
eméo la concordia, che hanno tra loro poffìnoferuire alle utilità. Vercbe 
7»3f i r P rc < ic t t0 >c ! >rfoct>f>e in Eggho un tempio at Sonore iddio 
«E lì* f ^ d!a ba focato, in tal fama fcrifsc Onw al ReMa 
tonjtderi alcuno lapictà del Kg e di Cleopatra fua maglie e forella,pcrche po 

E fero 



) 



•a 
letto 



ph HetiopoUtano defirutto, che cbtamafivufìicaw>Bnt>cifle . "Perche ctm" 
Umglìòm come fu grata a Dio il tempìo,cbe fei per edificare il luogo ta,X> 
lnfiutiofo,epìeno de unti animati. Afa perche hai delio Tifata profeta bmer 
predetto qtttfh\n concediamo che lo edifichi non efsendù contro ta tua lefl 
ge, acciò ma fi imputi a noi peccato . Quia aJa natie pigliando il ttiogp e fi* 
ftiòun tépii> t et altare fimile a quello di Gierufdemme^ benché minore e pi u 
ptuerù . la cairn fura e ujft non mi è paruto di firiuere , perche fono pt>f} e 
nel li b fittimi de le Antichità Giudaicbc.Trouà potoria alcuni Giudei futi 
ftmil't Sacerdoti o Leuiti,che ini facrificaua-io . Tanto fia detta ài quel tetti*, 
pio. Ma Giudei e Samariti che a tempi d\Akjfandro Macedone edificarono 
xm tempio fopr a Gari^m monte, novero tra loro fedìtione e tonttndeano iti 
UUfiandria per i tempi} innanzi a Tolomeo . Dicendo igiudei che banani 
edificato il tfyb in Gterufilemmo fecondo la Uggedì Moisb, e Samaritani i* 
Garixmje {applicarono al i^ebe udendo qm-fh contrago confiderafie te. 
ne tongli amiche punire con mone i pefditori,bauendo poidato la fetitenm 
Sabeo , & Tlwdafio in fasore dt~' $ amami , & ^idronko , & Mc(j alena 
per igiudei giurarono innanzi al % dì pf onore feconda le leygi , le loro fe't* 
tctt^e,d^ chiefho da Tùlomeo>chs uaìdeffe chi al giuramento cdtrauenimi. 
il l\e chiamando a configlìo molti [mi amicUfedtndo Udina le parti . l bo- 
ra ì Giudei che babkauanù in tAlrffandria franano in gran Jpaucntoper quel 
ti,cbe il tempio di Giaenfiltmme ioììiedeano,percbe baueano a male che un 
tempio cofiantko s & ei.lt. brrper tutto'l mondo fufle abbattuta. Ec concede* 
do S.ibcv,cTbcùdofìo che ^Andronico prima parUffe . ^Andronico cominci 
da la leggere da ì predecefìori^de ìpreticipì de facerdoti, chi^e di qud genera* 
tionefuccedefie al padre in tate honore, e come tutti i E^c d'afta ornavano il 
tempio di uarij doni, e. the niuno banca fatto metttione del tfyio di Gari^int . 
Q<teRe,& altre fittiti cofe dicendo Andronico piegò il {{e a fententiare il th 
piò de Gicru flemme efier edificato fecondo le leggi, e the Sabeo a Theodofn 
f «ffero ucci fi. Ghttfìc cofe attennero a Giudei inUleffandria a tempi dì lek* 
Pìcol-'ìlomciort: 

^imkitia d'Mejfaudro fatta con Ionatha,ele noT^e di 
Cleopatra, , Cap. V. 

MOrto Demetrio net fitto d'arme come b predetto t Mefìandro pigliati 
do il regno di $ ,rìa feriffe aTtoLmco che li de fte per moglie C/w- 
patr.tfua figliuvla, dìi 9dù effirgiu/ìa cofa, che bauendo ottenuto il paterni 
priiHÌpato,& effìndoui per dininaprouid?^ condotta dopala mot te di De* 
mtrio,eper pi» altre raghnilogiudicafsr degno delafua famigliarità epa* 
ntitadit.Et Tolomeo confetti elido al fpotifaluio 3 egli rcferifsc dicendo x co» 

m 



l; 



m n rallegra™ che baue(ie pigliato il paterno e promife di darti ta fi* 
ili lappile che fe gli facefe entra a Ttolomatda.acco che contenne 
m!£**L éeh&omnm* fufje condotta dEptto 

% SfMfe* tbf mi fi mritafe • Coft Ttolomeofcmta qucBouennem 
frL a mloZida, melandolo la kfhU Cleopatra e 
Indine polio Me(fandro,e gli diede la figliuola per moglie,™ U dote d oro 
e d'awnto a Re connenemle.Cetebrandoft le na^e , Meandro fmuendo 
a Gionatba preneipe de facerdotì commandò che uemjfe infrett- a -prima 
da.UquaU uetunau a i Re offerendoti magnìfici;' domgodcuajt appo loro b** 
unto bonoye.^l bora Me fiandre lo coflrinfè,cbe fpoglhtafi la propria ttefle 
ft uefiifie di porpora,» fedefie con itti nel tribunale > e formando a i capitan* 
cheto conducejjero per la città gridando che a ninno fuffe kdto dire, cofa al" 
canine monere cantra di lui alcuna qutvcUa, Munendo ì capitani fatto que- 
sto uedendo quei ebe erano prefii di accufare lonatba, & ifnoi uimici Iona* 
tba diti Re honorato,faggirono,temendoft di patire alcuno male . Tanto amo 
*dk fiandra lonatba,che lo fcrìffè primo de fuoi amici. 

la guerra di Gionatba contici loppenfì , e come ninfe altre 
cimi. Cap. FU 

'aitino 165. Demetrio dì Demetrio figlinolo nauigò di Canditi in Cilicio. j,M*elu 
/ con molti faldati da Latbene Candiatto p refiatigli . ebe u dendo ^Alef- 1 1 , 
ftndro pieno di fpauento.andò in fretta da Fenicia in Antiochia, per fior tìfi- 
(aria prima che ni ueniflè Demetrio,» lafciò precipe ne la Sorta inferiore^ 
pollonio chiamata Ditojl quale andando con t'efkrùto ad Iamnia,madò a di 
re a Gionatba , chenon eragiufia cofa luifolo uiuere con licenza e potifld, e 
non ubidire al Rc.Et affermanti che era biafttnato , perche nonlofoggiogaua 
ài Re non ti nascondere adunque ve i monti dandoti a credere di effer ualoro* 
fo, ma fe ti confidi ne la tua uiriti , de feendi acciò (he concorrano i mfirìfol- 
dati nel piano, & il fitcctffo del ubile combattimento mofìrera Istnittòria. 
Sappi ch'io ho. (letto di cadauna città i pw ualoro ft faldati ,'t quali ftmpre 
hanno ninto i tuoi maggiori , Hai a combattere con noi in tale terra t oue fi 
tenutene combattere gagliardamente con learme,nen conpietre, acciò fen- 
do uìnto , non babbi luogo di fuggire . Gionatba da tali parole prouocato , 
eleggendo dieci mila joldatìyufcì di Gierufalemme co't fratello Simeone yue- 
nata a loppe s' accapo di fuori, perche baueano gUloppenft tbiufe te porte , 
battendo dentro le guardie d\Appollomo. ^pptefiandofi Gionatba dafiedia f ' :iyi]1 \- 
re \a città , ehi temendo fi de U YOuinagli aperferó le porte . Ma Apollonio xh y 
intendendo come eraprejk loppe , tolti feco tremila cauaUi,e ottomilla pe~ j> c ' a Iop 
doni,perue nne in ^uto , & indi tacitamente fi mafie . Et arrìuuto a lop- 
pe fingea di f uggire, códucea Gionatba alptano,fperando per i causiti ebe ha 
uea di ottenere la uh tona . Gionatba andato auanti t fcguì Apollonio fhìad 
l^e tot nìmko n ti piano, mkandofi few U conflitto . Ter- 

E z ebe 



the banca po fi i in agnato mille canaliiin ttn tory etite , che affaUfjìrn il nimi- 
co a kfpatte.Ikhefcntendo Unatba nonftfma.nì t an?ì ordinato tt^reito il 
quadro,acciò tbcd'amendue le parti focene fiero i amici . Confano ifolduti 
ebe uirilmcnte di dietro e dauanti combatte fiero . Ma du mido il c<mfiì m 
ftn'à la fcra t dattdoÀ Simeone fratello parte de l'efferato, commndò cheap, 
fxliffe dirimici la /quadra ì& egli coni fuoi fatta una tefìngine pigtiattana 
ioni feudi lefaette de cauallieri. Et fatto quetto t non erano offefi t qaanttin- 
que focttaffno i n'imiti copio fornente ftn'cbe notarono i careaffi • Tir lefaet 
te non fermano i corpi da i fendi coperti , contqnai ristretti , ributtauano le 
arme.Eficndo i nemici venuti mcnofaettandofìnà la fera, Simeone comprf 
dendo ebe erano fianchi , affaife la [quadra, e combattendo uirilmente con i 
fiuti Jòlda ti ,mife in fuga il nimico. Fedendo i pedoni fuggire i cauallieri, per* 
data di loro la fperan%a finirono bruttamente spargendoli per il piano. 
E Gionatbafegucndolifìno in ^^otOtmoltin'uccife^non fperando di faluar 
fi fuggirono nel tempio di Dagotictchcera in^i^ito. lonatha pigliando in tal 
correria la c'utàJL'arfe i» freme con i borghi d'attorno non perdonando al ttm 
pio t aii7Ì parimente lo confumò co le fiamme , cjr ttccije quei (he u erano fa^ 
9Ìti.Et fu il Kitmcro di quei che morirono nel conflitto enei tempio otto wii- 
lia buomini . Gionatba adunque con tutto lo efferati , ft partì d\4%oto , & 
•venne ad ^tfeatona , & fermando l'ejfercito contro la città >gli ^Afcalonìti 
fpauentatì fé gli fecero incontro portandogli doni. Et egli commendando la fa 
ro ttolontd,ritornò in Gierufaiemme portando ricco bottino tolto da i fttpera* 
ti nintìcì. Ma Alelfsmlro intldendo Apollonio fua capitano, cfjcr uinto t fìnfe, 
effcrite lieto come fi Apollonio contro fua uoglia baueffe combattuto coti lo* 
ttatha che era pò amico ,e mandò per tciìitmnto à lonatha per guidardone , 
& honoie una collana d'oro , come s'ufa dì dare d parenti del fìg, e dìedegliÀ 
figgere laprouincia d'^Act arene. 

fatti diTtoiomeo con lAlcffandro, Demetrio e lonatha. 
Cap. VII. 

AL tnedefìnto tempo Vtolomeo He detto Filomctorc conducendo arma' 
ta per mare e pedoni per terra , uenia in Sorta , «olendo porgere aiata 
sdiAleflandro fuo genero. Ut crttpcrcx>mmif]toned\Alejfandroda tutte k' 
città raccolto,e condotto fino in ^t%Qlo,ouc tutti gridando accufauano Ioni' 
tha che banca arfa e dejlruttoil tempio t egnafia fy prouincia con iteciftont 
de molti , Vtolomeo udendo qitffio tacque , e lonatha fattofele incontro & 
Jùppe } riceuendo da luì doni & bonorc io acopagnò fin al fiume detto F-lett' 
ihcros t e tornò in Gierufaiemme. Ma Vtoìomeo ucncndo 4 Vtalomaidafu ci 
tro ogni fuo fperare , quaft ttccìfo con ìnftlie &Mef\andro apparecchiateli f 
(pera d \Amonio fuo amico.Scopertelcìnftdìe , Violimeli fcriffe ad *4lcffan*' 
dro dimandando Ammonto d fopplicio e dicendo che gli batte*, egli ordinate 
le infidkM ondi /era cofaginita,(bc dì luì ft ucndicajie, ìkhenon concedete 



X I fl 1^0 | E L kit/Mi* tfwr stfgwM.drfm* 
i0 .AUf^intcfe Vtoh m» U f^J^ndro per elione d 
^^nmnìfnkù.m cduU f"3' «molti dannata uendkandoft «g* 

ifvmowMT'* 1 ' S r Ht Z [fatimi Budhuadi ' hauen /f 

[tra jtrrtmom,dH^f mc " 1Z, Ah gmo.Ttohmco aditane accufando 
defitto *W*°f tm T e>em J^ t liuol*St ingr.no de tantoché bave* 
lo erme tutore de li H0 ^^ t %r m lfe il puntato, Venhe toglie»- 

doli lafoltmt* mando legati a ^J^°'7 pa(emo . Demetrio lu tami 



f^MriLrà egno^mo offendere i ZSmawofi cbiamanapar 

SnTrrVbbegU memorici padre fendo feto» » f 

f Ile dottor* e£md4 ne te buon* ***** 'f^Z'TÌ* **» 

Vele a Un b^a£ìt regno d Egitto. Dicendo mfk pegogU 4$*** ™° bc 

«e ro <t« folda^faecbeggiauailpaefe ^itmhewfcr debeVtolomeo co Ige 
«ro d cmì *■ w ^ P m ( #cei* -»Jò co l'efsercitocotra t utnctn 
dolo m Arabia io catcìarono.Aui'nc in qt tifato chil cauallo dtTtolomeù 
ydua U uoce d un elefante ghtò a terra Ttolomct» Oche uedendo t nimicalo 
ferirono ìlei expo in più luoghi co pericolo dirtìortcMalefiteguane piglian- 
dolo da la morte lo lìbcraronojnÓdimeno giacque quattro dì few** parlare a 
intenderete Zabibpoic'tiljìmo tragli Mabhtagliato il capo ad Mtfs -indirà 
lo mandò a Ttolomeo,ilqnale ribautoft il$.dì dal dolore de le ferite hebbe 
Vedendo di Mefsandro il capo graie e foane spettacolo, e per gran Utilia che 
tra morto Aleftatidro,poco tgpo fopratùfìt. i{^nò ^lefsandro detto Baldi 
in jifia anni ycoe alt rotte wo(lramo.Ma Demttrhydetto ì^icanore piglia- 
to il pTcneipatùtComincio a corropere lofraitde la riattila di Tiolomeo , [cor' 
dado fi che era fuo fuocero &• adiutore . Tercke i faldati di Ttolomio fuggi' 
tono inUlefsandria. Demetrio prefe gli eie fanti, A quel tempo lonatbafom 
mo faterdote raccogliendo dì tutta Giudea faldati : ,aUrdìatta la rocca dì Gte* 
rnfalcmme,ont era la guardia de Macedoni e motti fuggititi i< I quali fprt%a 
Mano lonatba chef acca machine fidadofi del forte luogo. Et uftendo di notte 
ifcelcratì Giudei ,uenero a Demctrio f auifandolo la rocca efstre afsediata. il 
f ude mofsa da yteffo amfo t cmàufie lefscnìiù d ' Antiochia totroìonatha. 



Et Ustiitto a ? tolomaida ,/crìffe a l onatba,cbegli ttemjìe incotti astori 
da ; Ma Jonatba deliberando di non tettare ^agèdio^aecogliend^ Lì ■ 
cMcì fendati portando oro argsmo, utili & altri cari doni, uennela'T 




Lmach, 
il* 



d popola Giudeo falute. Mindauì là 
copia de fa ietterà che babbiama fcritta a Laftbene «offro parente . Dime* 
trióRe a Laftbene fratello folate. Ho determinato donare a, Giudei nofiri 
amici „ & ubidienti per la loro fedeltà 1 tre poffefftonìA ferma , Belfcelida* 
f&amatbe, che fona dati a giudei di Samaria , e le fue pertinenze Mora 
emèedo loro tatto eia che piglia»*™ i jfc di Gìerafalemme per i farijìcn pri 
tnadime,e tu ttelecofeebeame s appertengono dei fratti de la terra ode te 
mantide lepide del falcò de le corone e d'altre cofe fimiU,cbe non ftpigli 
t,s toro per mm \ àt$m$ diqueHc cofe. Darai adunque opera che babbi* la- 
mm la copia di qaefla lettor faceti che fta rifpofta nel tempio nobile , Tale 
tra la lettera. Adendo f ri Demetrio che empate.e che non n'era pericolo di 
guerra ne ffwento,lafciò lo efferato e mìnuìUfotdo loro fòle dando lafpefa, 
a chi W&, méta ir d'altre ifile eran Menati. Onde fa da faldati odiato , a quali 
via 'ima coft alcuna ,mai Reparti anebo effendi pase lì nùArìaano,psr ba- 
tterli pronti e fedeli ne la guerra, otte fùffe Ubi fogno. 

Della guerra dì Triftme cerca ^tmiochia } delie umor le dì Ionatba f 
e di tre herefìe de giudei. Cap. FI li, 

Teodora detta Trifone per generation Apameo e capitano i<Ak$an 
dro intendendo come Demetrio era da i faldati odiato.ando da Malato 
tArabojlqaatebamitne-dritQ Antioco d', Ale fiandra figliuolo, e facendoli 
mamfeflo che fefierdro era a hemetrìo nimico , chìedea che gU fufse dato 
Unttoca t dicendo che lo farebbe li renderebbe il paterno imperio , Ma* 
tace non fili dando fede seguita di dartv, ma iflando Tr ifone a la ftta dima*» 
diffiofe a fare carne Trifone ckiedea, Polendo lotottba pigliare taroc- 
ca di Hierufaieme t eiGivdet fuggimi pempif e tutte le guardie che erano 
ne lapreaincta inondando legati a Demetrio con donilo pregatta , thcieuaf* 
fé te guardie dttcafìèlM di Giudea^ cuipromifeitlty noafolamente di far 
qncflo,ma etìadh cofe maggiori, pfaita la guerra, eh baata f le mant> e chic 
dea che li madafse aiutatile Hfmcito Ibaueauano abbadonuto, ^ l'hor* 
Jon.itb\traccngHifdo^ooo.foldatUi tnadò aj^e, Ma Antiocheni bautdom 
<^op^metmpertd3mfòferti s eperilpadrefio,thein molte cofe li bone* 
vffbfiXpettaaano il tempio dipoterlo afsalirtie udtdo che eli era aenuto da 
Jonatbafìccorfo t eg,Hdìado che gli raccoglierebbe moli aiuti fe non loprt* 

ìmim* t ptfmkaimt4teéwm ii^k^mtkMmtmiì 



t i a « b r e 0 0 * f / *V - 

/, i e iyu * «- • * , j; popola tarile arme alìaltre» 

!«W ; f 1 ?f 1 3££J uJdoìgMeigU Jumbe 
^^^h^^f^X^tSf^h e ferendo con le arme 
«iCcb'Uere rf^-M^jfé TuLctkfZlk vicine cafc.i*. 
tftjto». "JR^ftEÌS&fe carene e di legnane fahrh 
& a pptceatout ilfaoga la ^ s /"JL é n0} p ot téo efìingitere il fuoco, fi 

vii e Beliuoti , & Perà baueano lafaato il fatto d armeni affd}ep Mette me 

c^efie loro perdono , %^f±^f' 
donbàmdeipavte deh preda,e confefando loroefier Siati cattfa de U fo* 
vittoria li mandò in Glemfzlemme rendSdogratie 4 lonatha,e cSmendolo de 
Ibauuto aiuto. Ma dipoi dittarne t$tro luì maluagto, mancando de prwejj* 
celi minacciò di guerra^ rendendo i tributi > che pagavano t giudei a t prt* 
wty di Scrìa , & l'harehbe fattole non raffrenati* Trifone il fuo furore^ 
e voltò l'apparecchio contro Wtatba apparecchiato ucrfo dife,perche torna 
ta d'Arabia in sorta co Antioco fanciullo lo conno Jty*c epedo fuggiti a Im 
tutti i faldati abbandonando Demetrio , moffe cantra di lui guerra sfacendo 
ti lui fatto d'arme lo ninfc,€prcfcgli elefSti, et Antiochia Demetrio fuper 4 
to fuggì in Cìlicia.Ma Antioco mandando legati e lettere aìonatba t fe lo fe- 
ce amico, c con fcrmoUo fonano fteerdote , e le quattro prouintie che a la ter- 
ra de giudei erano aggiólc , madoli appreso uà fi d'oro, e fatte e Uffii dìpor- 
pora,cocede:ndo cbcfifiiflc quelle eafegli donò etìandio un fibula d'oro chia- 
mandolo fuo principa le amico. E creò Simeone fm fratello capitano de la mi- 
Ulta di Tiro in Egitto . lonatba lieto dei doni d'Antioco -, mandando a lui, 
& a Trifone legati , promìfe d'efìerU amico , e di co mbattere con lui cantra 
Demetrio , manifestando come per premij de le fue fatiche hituea fafferto 
da Demetrio molti mali * Concedendo adunque Antioco, che lonatha racco 
gUeffe efferato di Sona dì Fcnìcìa,acciò combattere con i capitani di Dente* 
trii) t egli andò a le città, E ttenendo in JLfcalona fu dal popola che fe gli fece 
eontra lietamente raccolto co doni, cbìedea da qttefli t e da le altri città de so 
ria che ribeUamno a Demetrio che fi defiero ad Antioco , & andaffera can- 
ini a uendìcarfi di Demetrjo t edeie battute ingiurie da lui t <$* che era queliti 
ottima occaftoneiper la quale douefferopenfare a queììa . Coft batti do piega 
ta le città, a fanorhe ad Antioco, uenne a Ga^,e jptmido tedurlialla detto 
tioned'^ìitiocottrauò ì Ga^ei altrame'tì éfpoflì di quello che fperaua, ìqua 
Utymatamntt deliberarono di non accettarlo ne di la feiare Demetrio, Iona 
tba I degnato dì quefla apprefiattaft ad affedìarlì,e guafìare la prouincia.Cofì 
disponendo parte dei faldati certa Ca^tegl't co'lrìmanente corfeggiado rtib 

E 4 bam> 



htltt J^iTlCTllTU' GlVBAÌCnn 
b^uit t & ardea titutto.Quefh uedcnda i Giticene uedendo neutre da bmt 
trio aiuto aleuno,& ti pericolo effer pYcfe nte ,e l'aiuto lontano,fen?a ctrtt „ 
%4 alcuna fc douefje ucnìre ; determinarono chcfttfk ottima cofa Ufd are ^ 
lui, &vbidire ad Antioco . Facendo adunque con Iona tba amici tia,glì p r<lm 
mijfero aiuto, Cofìgiì btiommi prima che babbìamo prosato il materno ìnVf 
dendo le fite utilità, ma poi che fono nella calamità alt bora ui peri fatto,e fan 
no quello ebe fernet offe fa domano fare . lonatha accettando l'amhìtìa,e pi 
gliandogli omaggi ,tì mando in Giertif disturne ; & egli andò per tutta la prò 
uinciafinaDama fio, fino che intendendo i capitani di Demetrio efjeruen», 
ti con grande effetcitoaCedeJfa,tra Ccdcffa,tiro e Galilea fi fermo. Et q W * 
Ho defiauano i capitani di Dente trio,ptr trarlo di Sona in Galìlea 3 aittf'andofi 
che no partirebbe egli the i Galilei a luì [oggetti fuffero afflitti. Ma lomttba 
fattofegli incontrando ti fratello Simeone capitano in Giudca,itquaie con 
gregando eficrcito numero fa affediaua Betbfura luogo forli(Jimo di Giudea , 
che era guardato per Demetrìo,come difopra moflramo*Ma come uìdero SÌ 
meone batter rifiato l' argine,e fabricate le machine, & hauer ufaio ogni in 
dutlria nell'afiediare latcrra,temè'dt)fi le guardie , che prefa la tara fusero 
ttccìfi, mandarono a Simeone chiedendo U fede fua , che nonputirelbano da 
lui danno alcuno , Hquale data loro la fede s (citò quei della città * & Utìpofe 
la fua guardia . lonatb a ufeedo di Galilea dalie «eque Gcnifarc dctte,one ho, 
uea i t\eccaù y peruenne al campo <Afi>r,non fapendo che n'erano i nimìci;Ver 
che ì capitani di Demetrio fapendo ti tienile d i tonatila i Mitra d'i loro v.t dì 
auantt,pofero per i monti gli aguati, (fretti con i migliori faldati} egli fecero 
incontra nel campo.Ionatba uedendolì 4 combattere apparecchiali confi rtd 
ua i [noi. Ma quei che erano in aguato,af$alft roallefpalle i giudei y i qualità 
tnendofidinoncfSer attorniati , fuggendo baiarono iuiGìonatha con 50. 
buomìnì e M dtatbta figliolo d'^ifcàfane t Giuda Capfeo , che erano di tutti 
lo cfl'mito capitani, f^efii fatto empito ch'ita nìmici come distrati uirilntè 
te ti cacciarono in fuga . ^Allhorai jildatì dì tona t ha clic erano fuggiti , ve* 
dendo ì n'mìcì dati a fuggire , fi raccolfcro , dando loro la fuga fino a Cedefpt 
otte erano de vernili i (Icccati.Gianatha adunque uittoriofo,fu in quel confiit 
to chiaro uccìdendo jooo.de nimici,e ritornò in Gitrufititntne • ktuedendo 
che ogni cofa per diritta piouiden%<i autnìafecondo tu fuauolutrtd , mandò A 
Hgma lrgati,definnd'i rìnounre la co»f h mattone già con giudei celebrata , E 
commandò a fuoi li gali, che ritornando d'Jialiapaffajjtrn per Sparta città t 
rìuocandoli a memoria l'amìtìtìa cparentato.SjucUi uenuti a Rgma , & fw- 
irati nel Senato, narrarono le commiffioni di Gmatba pricìpe defacerdot'h 
come ti ha u ta mandato a rin<> wnt t amicitia^ià con giudei perii Senato fer 
mata M onde ti Senato diede loro lettirea tuttii F^d'jtfta e magistrati del 
la cit{d,acciò che tornaffiro alle proprie fia n^c ferina offe fa akunaXofirìtor 
nandopÉrnennei oA Spana dw t & apprefi titarmk lettera che era dì tal 

ttnote* 



7 f) D H C J M 0 > t7 
«a» WKOrf* P'«*P< ie !'^ r1/dmw° f^St fitte km W« c te 

S&m* %ttfZf^{fLnl offerendole», & 
fcwr «ftjrfb ^ Vi Jri(i * determinato é non aggrjt- 
d* P Z mTmì Z babbiamouintoinoHri tmvth , 

Jrr £ negli dtriprop^n . AWp« ^«rifrftfv* d, I* 

flUX^fo»* "f* 0 nct hu "° Y ' P ,* q l!Tr fedendo fé di rtfe «tema 
me bìfognojtneridoM per W ffl „ ^ ws /M f ratfo« J» N- 

Y \ i ^ tAtfìt dìftH'ftthne che chiamai fatto e\ier mro , e « 

Si- £ U** fitto*» I HC ?tS£ 

£S . «ir* tonano daUmid no più di jo.fb*,»»* ttfpie eh -del 
2» ni rato /Ntotftfta» » **** « *f ^Af 

k notte che m*mf4*™»° È J™* 1, J^*»ei»w.« pt>/* 'W™'^" 
it e iJ1««ri,f fónw; f«tw ^ ««« l' cifrato trmcao^mtndando ebe^e* 
hiàm{i,q*<ttamwe fi f«ce(ìe mdticri combattere é nmt , acua JW™ 
((4 ( improwi/b affatto turbati. Ma ì capitani di Demetrio battendo intere 
mamtbafitptaUdijegnotorù turbati ebefe n'era attedio il nmito, «w ipo- 
. teana a modo alcun» con infitte afìatirlo. U onde non giudicato di poter jt a% 
guagliartafoldAti di Ghnatbajt dtfpofero di fuggire,* facendo cong**M' 



ffttje» andarono,acc,o credevo i giudei eh Joueflèrofar-* , , 
lonwU Ionat b* venendo la matka a i fìt certi hroji trono mi , & c 
« in « ebe erano partUhliftgHhm* nonpuote amuinerU,percL ^l m?tend ^ 

cendopreda copile prigioni, venne in Damalo, otte rìpofeil tutL^t', 
mdffm Simeone fa fratello mdado per tutta Giudea eV^S 
Mti t Mhfim *d^fcatona,& Unendoli confabrìebe f»S? 
Oficati,am U à a ioppe t & occupandola vipuofe buona guardi*, baatndlT* 
Ufo the wttmgk lopptjidarelaemà a i cetani dì Demetrio.GìonatCl 
torneo®! fatte <fMcfìe impregnarono in Gierufalemme, e raccolto altem 
fio mio i popolo perfadeimo chef, face/fero le mura di Gierufalemme, e U 
parte romita del tempio, facendoti per fonema alte toni, e che nel mcr. 

T a mtÀ f W» r»«ro,p pittare diuettouagliale guardie della re). 
ta.Etapprefo che •faefiero più forti i cafleUìebefono nella proukcìa. Mt 
quaibnouapropojìa battendo compito ilpopolo, egli edifica»* le ™ dd 
la cmà,c mando Simeone a fortificare la provincia. Demetrio piando tien- 
ile in Mcfopota, m e uolSdo infume con BMonk e le protènde difopra oc 
euparUpetbauermdi occafione dipintore tutto l imperio albore Greci , e 
Macedoniche wt babmuatio,uniti iafteme madarono a Demetriokvati prò 
ntmcndoUaMofepetfajfealoro* di Aggiogare ti lui^rfacc iìf dcVartbi 
coti taqualfperan^afolleuato incontanente pafiò a toro , accioche vìncendo ì 
«EiVi ,f> e Jf land<l , «iy,f»per*fepoi Trifone cacandolo dalla Som 
£ l.tto P oftwcoltobemgnammcfc ifaiprouìncìrtì, e congregati molti 

Biua hnomtni,andocon l efferato a&aguerra cantra ^rfae, netlanìiaU come dì* 
cemmo fu pigliato uiuo. 

la morte dilomba, e come Simeone fratello fate jfe t 
Cap* IX* 
ime. *TT ^ 0ìi . e udìta tibetoetrìo la morte cominciò adufare perfìdia contra 
»'< * ^^ ? etcndtu A mnfidie per ucciderlo , a fine di occupare ilrtgm . 
Mampedtua il fa defio l'amicitìa ebebauea lonatba con ^ntioco.Laonde 
mscbmop rima d'uccidere lonatbs,érindi tnouerft contra Untioco.Difpone 
do adunque d uccidere lomtba confraude o inganno , uenned\AntÌocbiaa 
V&bjxr* chiamata da Greci Sciibopoli, ouefe gli fece incontra tonatba con 
parata mttita buomim detti, aaifadoft ebefuffe venuto «guercggiare.M* 
Trifone ueduto lonatb* pretto a combattere , bphtò con donì t e commandò 
a tfat capitani ebeubtdiffero a ionatha , uokndo in tal ptifa nella fa ere* 
den^t eonfe rmark e fruirgli ognifofpmo, per pigliarlo^ che fi fi^fTe del 
Uittonc ft guardafe daluì >& egli per fafe che rimanere l'cfìercito , iLale 
fm$4 bifido batte* condottoci cbk no era guerra aw tutto' Ipaefe crain 
pace ma ebe »r tcntfie potbt,& andafìe co lui a Ptolom.ida, pL era uen* 
to a darti inatta delUpromncia il governo . Cefi hnatb* non Spettando 

di 



i i » IT 0 TU R2 0 D t C J M 0. _ 

** 1 " . . j .WiA^ rn dritta fede lo pcrfua&efle amu 

fi**"** ; J ^u^™««- 

7 "fi* TJZndanTrifone e piglio lonatba uiuo, uc~ 

faToJ^J^Ù inficmcfi partirono della pernia. Mora i 
IflfdTnfove vedendo che quei fidifende.no »>*«f»?< *f 

noia ^ * 3W/to* Gierofolimiunt Mentendo laprefa di Gtonath* 
e che ermo umftifotdathpiangeano taf»* mone, rammeandefi cadauno . 
Cominciar ono poi a temere the frìttati delta ttMu e promdenz* dt Gtonatba 
te ukim genti da Gionatba offe fe non li mouefserogucrraefufsero dt morte, 
tu pcrìcoio t ìlche moine loro comchaueanofofpsttato, Tcrcbe le genti udii* 
di lonatbala morte t tominciaro»o a guerreggiare con giudei , tome di eapU 
tamprìuaùJi Trifone raccogliendo motto efseràt,o>delìberò dì sfeedere nel 
U %tndMiper pigliare GierufaUmme. Simeone uedendo Gierofolmìt ani fina 
ritì.comiitciò con parole a confortarli,^ fìefsero arditi fen^a temere dì Tri 
fotu,chc u cnia.E conuocando ti popolo nel tempiojattegrò qttt Ilo cominciati 
do a parlare in talguìfa f chi nanfa o giudei the io fono già' gran petnpù difpo* 
fia a morire infirma col padre co' fratelli per la uofìra libertà ? Quando che 
non mi mancavano pi» effempij.i{e teme la famiglia Spot fi a pericolo per a '. i»>p<» 
ta legge e religione paterna, an^ipintofio douentiamo di gloria pia difiofi . lo Giu- 
Et però non come mancanti dì capUana t tbe rifu iti d affaticar fi per mi o pati < * C0, 
te,feguitemi arditamente e uolontìcri aue ttì condurrò, per che non fono io mi 
glìore de miei fratelli, che debbia riguardare U usta mia,ne peggkre , che i<* 
fcbìui di efseruccifo per la legge e paterna religione come a loro è parata of * 
tìma cof*,a»%Ì mofirerommì «loro fimile in quelle cofe, che fi conuìene ch'io 
megli moliti fratello , Et fidami in Dio che farò de mmhiuendetta, e libere- 
rà noi tutti con le mogli e figliuoli della ler idolatra , eoitfernando eoi divi- 
no aiuta quejlo tempio fen^a offcfa.Tercb'io ueggo le genti haueruì fprci(ga 
to,come mancanti dì capitano,& hauer apparecchiato tuguem.Come beh 
te detto (jurfì-j Simeone il popolo difubito cacciata la paura,ri&refe ardire > 
mutando ft da defptratione a buona fpera%a,e gridarono ad una mec. Sìnico., 
ite per diurna ttotontà efier capitano -, e degn» di fuccedtre nel pyenàpato 4 
Giuda, <& a lonatba promettendo di ubidire a favi commandamenti, lo fe- 
teroprencipe.jfll bora Simeone raccogliendo; fitti foldati s'affrettò di rifa* 
re le mura di Gierufatemme fortificandola con alte e forte torri. Mandò eri* 
din Gionathafm fedele gamico figliuolo dtMfahne in toppe coi faldati >ecm 
mettendoli che caceiafse ni* £ U habìtatorì , perche temea che deftm a Tri* 
pn«i4 mi 9 & f £fl difende* Gurufulemmc, Trifone tftite dì Ttolomida 



lO- 
LIC <ti Si 



belle WK_r ichit^' Girn^icHE 

con matto efst reno, itenneingsiidea.coiiducendofeco lonatha legato s * 
feceft incontra Simeone con i futi a Fada città poftafopra i ntùti t ond s r *** 
gotto i campi di giudea. Trifone intendendo che giudei baueano eretto ì!** 
tipe Smtaiwmattdi a lui deftando pigliare lui anchora io frode o manT' 
e commandò che uolendo redimere il fratello,gli mandale cento taiotù 4° ' 
gatto e dui figliuoli di ìonatba,acciò potefte credere c he lafdatolo^o» n™* 
* pafse In giudea, sfingea che bora filamento per U debito de Ile gabelle l jZ 
usa legato, Simeone intendendo di Trifone l atte che quantunque mandai;* 
l'argcnto,nopcrò lafciareitbe il fratelto,e commendo che era nano darefmì 
figlinoti netlr mani del nimko,:uUM4Ìatemendop>cbe nofufse dal popolo m 
£olpato } come autore di lla fraterna morte ,non battendo dato per lui la p (CII 
n ™><T ih&<oL ; ,conuocato fefsercitcfece manifefìa di Trifone la dimanda, 
dicendo che era d 'inganno e dinfìdie piena, tmauia che gli era meglio ma» 
dare le pecunie t & ifiglimli t cbe non [satisfacendo a Trifone t faffe creduto lui 
non uoler liberare il fratello^ con uolere de faci* mandò i figlinoti di ten% 
tha.eti danari. Ma Trifone hautttoli non uolle offeruare la fede ne fàoetim 
lùnatha.an^iraceoglìendo Tefjercito ritorni net/no regno, cpìgliata lavi* 
per ldHmes,deftando di andare in Gierufateme pemettne a Dora dttàé ri* 
4ea.Trecede<t nondimeno Simeone coni efferato accampando ft fempre a ritti 
petto di lui. ìkhefipendo quei cheerano nella rocca dì Ghrufalemme man- 
darono a pregar Trifrone^cbe saffettafs e d'andare a loroptr darli nettano* 
glia, m egh quella nette mife in punto la caualteriaper andare a Gicrufatm 
m *™* biancheggiando la neue quella notte no trottò peri pedoni tre peri ca 
aatit mjMsk onde noti puote andare a Gìerufatemme.Cofi ritornando in Sa 
mpreffo a Gakadìtìde t fece iui uccidere Gionatba e fepeUrlo,&-hdi uentie 
Giona- '» Untmbia Simeone trapportado da Bafcama città le offa del fratello, nel 
tba è oc la Jua patria lo fepel),pia>tgendo amaramete fopra di lui tutto t popolo, jlU 
* ■ ihora a Simeone edificando un gran fifolcro al padre, & a i fratelli di biaw 
eoe lamrata pietra, facendo opere mirabili da riguardare, & edificò portU 
(hi da ogni lato fomentati da colonne dm pe^jo co'fa degna da uedere. Fi fa 
prapo, eatpadre,& alla madre fette pkamidi.ct una a (adauno fratello gri 
T 6 p£r ò ^ e ^J a Sg«^uoli,leqn l ,ifì confermano fina d h 0 ra. fiab bi*m* 
japtito tale tfier flati» di Simeone il fadio cerca la futura dt lonatb*, e U 
J-ibma de ifepokriMorì lonatha tficndvprcncipc de (acerdeti , taqual di- 
gnità poflede per anni quattro reggendo il giudeo popolo. Eiè fcritto della' 
pitica e morte di Gionatba ne i documenti e pitbikb e mi morie deli anno pri~ 
modi Simeone benefatore e fommo facerdote de giudei . fhf.ro adunque i 
giudei feiteemente i «imi nimici pigliando Simeone Gazara f ìapp fi &i sm 
maemd,®- abbattendo tarocca di Gìcr flemme a fine che no, Me ani-' 
mici m metto onde porsero feendere a notarti , Fatto qu dio paruelì vule 
itnpnj* m$$$w ambo limante. Soprzlqxale tra fiata fabrkata.Cofì.ì po 

palo. 



X I S 110 7 E JIZ 0 I> S C I M O. 
pQ lo,e tutti qm chimtra.ann ihfatcwo il/nontc,& affammdofiper m 

la rocca e spianato il monte. 

Mdua?ìtà& inganni di Trifone. , a i _ 

PRtfò f)m*w'<> tuit^ Antioco h hm }?. àMefìwàropm 

dopei l'uccife Unno quarto dei fin regno* mando i firn ama e fami- 
sfuri aìfaldatUpromettenddi^iì denari Jc lo sanano jfc, efaceualim* 
wfefìo tornarti clìer pigliato da Tariti , ethefe Antioco fuo fratello otte* 
nifìe il principato darebbe loro affai danni uotendofi del tradimento uendtca- 
re , ! faldati fperando godere copiofi denari, regnando lui lo crearono E£Ma 
Trifone pigliate Icinfegne rcgali,incontanente fece manifefìa la [ita maina*. 
giti, li onde compresero tutìi che efftndo priuato bumilmente compiacea al 
popolo » non perche hauefje buona nolontà,ma che pia non potea. Quando 
appigliatoli regnofpoglhndofi la ftmulatioae,apparne aero Tri fine, e co* 
trmtio ad amare ptkgU ftràmeri che ì fttoi famigliari . Peréti leffcrcìto ab 
bandonandolo } à Cleopatra moglie dì Demetrio n'andò che era d quel tBpo cS 
i figlinoli in Seteuda rìnebiufa. Et richiamò Cleopatra. Antioco dì Demetrio 
fratello detto Sotero , ilqmle \> timore dì Trifone da ninna città era accetta 
tofinuitandolo d pigliarli per moglie &• à l'imperio . Et qiteììo fece perfuafa 
da gli amiciìChe per timore non uoleano aprire à Trifone Scic uria. 
La morte di Trifone, Cap. X L 

Antioco entrato in Selenita, e facendoti di dì in dì più potente,uftì à co 1>ìv ^ ft 
battere con Trifone e «incendo lo fpinfe da la Sorìa fupcrìorc in Finì- i j, 
ria,& afìediattato in Dora caììeilo fortificato y e mandò legati à Simeone fom 
tuo fteerdote de giudei a confederaci , e chiedere aiuto , ilqitak conferendo 
lietamente a la dimanda , madò agli affediatori molti denari e uettouaglia , 
per amicarfi Antiochi in poco tempo.Verche Trifone fuggendo da Dora su* 
Hello aiApamea,fuprefa & uccifol'anno terzo del fuo imperio . 
littoria di Simeone contro Cendebeo, Cap. vii, 

MA Antioco per fita autorità o malvagità fi feordòdet denari e uet- 
tenaglie dategli da Simeone » f dando faldati a Cendebeo firn amieojot 
mandò a faccheggiare la Giudea, e pigliare Simeone jlqual intendendo d'An 
tioco la perfid a, quantunque fn/Jè uecebio^ondimeno udendo che non a funi 
Antioco gittjììtìa alcuna dmenne fi>pra l'età ardito , e pigliate forzg gmeni* 
ti,e diede a fu oì figlinoli parte dei faldati bellicofifimi , egli f un'altra parte 
andò co'l rimanente a la guèrra , e molti ne menta in agnato ne le uaUi de i 
mnti&e fuggi alcuna il fuo sforzo, ami uinccndo tutti immiti y il rimaner* 
le di fra aita in pace uiuea t <&- egli anchora fi confedera con demani . 
"€om Simeone fu uccifs. Cap. XII L 

SI meai& reggevi o per anni %M principato del facerdoiìo de gin dei t morì tMud 
m un cmuitQ t ftìjjs iaftfie dicotomo, fmgenetù , tifale pigliando fua l4 > 

* moglie 



'■a crf 

pona 3 ptnh n ià banca ricetto Ukeawtfmtcbmobmeo fi n'andò Tu 

Iémn%4 Ùmm. Miro Ttokmeo, de Umane* pzfwnì del 
la madre àU mano. cap. Xi III 

Hlrwe pigiando il paterno imperio, placò Iddìo con boke,e condul 
k i *0m& contro Vtùlomeo,Et ucn*to al luogo,era in W cofa Z 
twkfamf scendo t amore de la Madre e frate® , iqualiVtolomeo confa, 
età [opra k mura* tormentandoti innanzi A i/noi occhi minacciati* òpre. 
JPgMpg dat'affedio . Et Viviano giudica Sporge fidi* 

imputato a U [m crudeltà quello che patinano, Tmtauia la madre flendlH 
dola mano che dea ebenon tfdaffe per toro^i con maggior emito fri», 
gtfìcd tafìetlo,eprtfo Ammkopigliaffeper j tormenti dcfkoi tariffimi Z. 

a vendetta , aufandoft ut&m fe per tafJa monetai 

mrmapt, cruddmente.Coft Wrcanoeon le dimandi rnJterne accefoJJftZ 
fmmamtm dtptgltared cadilo, Kededo polla madre effer battuta oVI 
aata mutauaoptmone, rimettendo l'empito de la/Tedio per ì tormenti della, 
madre,coj, trattato da talnecefrtà d affèdiare compì l'anno, negale non la 
turano igiudet , tlebe ormano perfette come ogni fette dlverlaqualcofa 
Ttolomeo knato l> « fedita fe la madre e fratelli d'HiuanoMi da Ze- 
none detto Cothik 3 cbe era H Filadelfia tiranno. ® 
^micithtra Antioco & Minano , c delfepolcro dìùa. 

A S f^^fj*tàftym delfm efferato, Henne con* 
£ Cl "? a l T°*< del M aperto , & ilprimo d'ìurcano^c Mw- 
E* rf%f aU l «P™™>W>"hm(e Hircano neh tittà,& circo», 
dilla per fet e dtfen^ profitto alcuno per le fortimuracnmudrgìi affé* 

«TtSTlS f*- et0 *I l ì ^«T ™ palchi, fopra le quai mifeordi 

profonda Rabbattè le mura de la città>GwdeU l'ine onmfact anoZle 
correrie trowdoakum de nimici d limprouifò, crudelmente lìmeideanZ 
ouepm saMdeamd mmeo hauvrfene accorto, f, ritirano fenza danno se 
dendo Htrcavo i* turba inutile ne la città à colare le 

Jàfwì de la atta, Venendo filamene quei chi erano UcofiegfZrdl 
Matmtaiu ^tntwo <** tfgWty cofì errando per ic muraJ^oUenTcm 

ddiffimi '• 



r r n h o t e rz o o e c t m o. 40 

MSml morivo m^bil^ente. tenuta poi la ffnìtd dei ubnn.cdU 

Sw/co^i.^^r^/o.^ que(lo Antioco fiimtgliore neUfa- 

e % Sri ^ il « *U de le carni, et bauea tonfala legge dim 
M^ntklw foro, k onde que Ila gente fe g Imbelli , ne foffbrfs 
mai di Lnciliarfsco* hd.ma^o Antioco fu per ^? ì£tà rel ff ffT 
mata VÌo,c da tutti comodato dì fammi modt{lia . flirtati» vedendo tafua 
pietà uerfo DÌo,chiefe da lui the refiimfs caldei la patema conuetfatw- 
nedkwte rimando il pHfirno conftglìo dì tbt gli petfaadea che pgltajse U 
gente per legge dagli altri difftmUe , piegata ad ogni pietà , rifpofe a i lega» 
tì,cbe dando le arme , c parte de i tributi di loppe» e de le altre città cerca 
li Giudea, e pigliando laguardia ne U tittà,cmfe\marcbbc il patto, e lena* 
rebbeiafsedìa .Canfentìanoi giudei difitre il tutto, fuori che di pigliate la 
gwiia t e quefia perla difficile conuer fattone rtfalauano, promettenti!) be- 
tte degli omaggi per la guardile <joo. talenti drargento , de Sfittili ne diede 
rfc.5 00. con gli tffaggft tra imèU era il fratello d'Umano . Antioco ftètn 
unte qaefle cofe & abbattute le mura de la citta , leuato l'afsedio pàrtìsfi . H fcpot 
Ma Uircano aprendo di Dauìdtlfepokro,ìlqualefttgiàdegU*Urt ^ itpht ™ 
ricco t cauh.ioa.talentì,dedanari,deiqudicgli primieramente comminai aperto , 
a nodrirei fora/iteri giudei. Fece poi con Antioco amicitia , & accettando- 
lo ne la ciltàjdaua a faldati coptamente le enfi necefrarìe. Et andando jin 
tioco aguerreggiare còtro Vartbi, Rìrcano andò co ini. teftifiza qttefìo 7\J/- Nicoìo 
colò Dami fieno, Ueendo ne la fiia bifìoria. f ermos fi Antioco due dì ai fame J?*^" 
Lieo, otte bau fa uinto ladaibin capitano de Varthì, adìnHantia di Hifcanty * 
per U fulemiità de Giudei,ne ìaquale no era lecito a loro di camìnarcT^eha, 
tattilità di qite§ìo,percbe auicìnauift {a gu'tnquagrfimi folenitàidopo'l 
bato,ne Ijquale osine anca ne ì Sabbati ò in dì folcirne a noi no>t è lecito an* 
dure in e mino Et a l'hot 4 Antioco facendo co A 'face ti*. Tanhilagiot 
ji at^ym-Uaqu ale perdendo molte (quadre, m-.rì. i uccefse nel Hrvuo di foria 
Demetrio fan fratello lafciata di ^dfface a qtieliepo che Antioco entrò net 
paefe de Titrtbt,come difopra ho moilrata. 

Vittorie d Hircano,e come fucamkith con Rimani Cap. XFI. 

He rema Caputi d'Antioco la morte (abito apprettò l'e farcito , contro 
h cktàdi Soria,aui(andoft di ttouarle fprottifìe e ftn^t faldati , come 
fi, ce. Terchf ptefe Medaba t baitÉdofì molto affaticato ti fat> esercito per fei 
vttjijìpoi Samogi, e quelle che erano uìcinc,e parìmete Sichìma e Gari^in, 
et i Cnibeipopob.,che pofiede nana un tépìo fabntato a gaifa dì quello di aie 

r afa lemme* 



selle strinante GiFD^rcitR 

Wrtemejfonale edificò Sambdotb per commiffione dU/e/jw 
per Mwa/Jigeneròffio fratello di lado fommofacerdote de vittdeì 
fopra moderatilo. E fu roulnato quello tempia dopo anni ioo m l ^ c ài 
bruendo Soggiogato Marame Marifan città dldumea , e tutti eli 
ia f"° '"tittfiro nelpaefefeftcinoncidcano ufando le Giudaiche 1S 
gi . lqHait per defto della patria fotferfera di ci^^ ewWe _ S- 
llclfrei>c da quel tempo cominciarono ad effer giudei. Hircano prencìpedefl 
^rdm fatto quefio defilando tinonare con fontani l'amìcitia mandò a toro 
legati. Et hamfO ìt Senato lettele fue lettere , firmò Uccnfedemiontin 
questa gttìfa. Fabio dì M or. figliuola raccolfe a otto dì F ebr aro tutto l Senato 
M campo preferite Ludo Manli di Lucio Memmioe Caio Sempronio di Fu- 
terna figlioli.per la dimada dei legati di giudei, Simeone figliolo di Dofitbeo 
Apollonio d'elle fiandre^ Diodoro di la fané ott itili buomkì del popolo Gin 
dea manditi cerca la confcderatio»e > & ilporgerfi aiuto eoe primahebben 
con loro ternani nelle publiebe cofe t cbe loppe i porti e Zara, i fonti le cit- 
ta e te utile che Antioco guerr eggiando contro la determinatone dei Sena, 
Ubauea occupatocelo reHituit^ebenonpafJino i regali foldati perii pae 
je loro per foggwgarti.ecbe fi annullino gli atti dUntkco fauieontro la de 
termimtione del Seneche fi mandino ledati , per che ribabbhno le cole 
tolte loro d-^ntmoti quali ancho fermio iaguajia proukci alandoti "lette, 
re a 1 jfc s i liberi popoli dritte, acciò che tornino netta patria fenraef 
JerecjMt .Ecct adunane pìacaitto rivoltare con quei hmmìw ottimi , & 
Wff baonpopolo l'amicìtk & gitami belle co/c a toro tolte hanno ri. 
Jpejto tconfolarUibe quando harrà odo ìl Senato fe darà opera che non li fi* 
fatta ingiuria,^ hauendo determinato di [pendere il pubico danaro per ti 
tororttornare. Fannia confilo rimandò i legati giudei predandoli petunie p» 
mm & un edito co'l quale andafietofseuri alla patrkloro. Et era tra me 
Jti Hircatto prendpe defacerdoti.Tra tanto raccogliendo Demetrio Re l'efiet 
Cito contro Uìrtano.non ne hebbe occtfione ne tcmpo>percbe ifoldati t & iSo 
rtamabbomanolafita makagità t e chìedeano per legati da Ttolomco dei* 
to Fifcanc che h mandafie alcuno della prozìe di Seleuco t alquale defìtr* 
il prepapato. Cefi Vtolomeo mandato leffercito con Meandro Zcbenna y e 
imo i ccnftmotUinfe Demetrio, ilquale fu W ndo a Cleopatra fua moglie in 
vtstonmada s nonfH da kìrkeuuto.La onde figgendo in Fritto MI rfe da ni 
fìtitt^kimcommDdi^morì. 

Felicità de giudei folto tìircano,e la fua guerra contro 

A Samaria. Cap. XF il, 
Ltffandro fatimi» il regno,e confederando con flirtano fi> mm o (a- 
cerdot enfiato alquanto tempo fu ùnto da Antioco Gripo di Deme- 
«•Ili. t™$W*ff umfo.UAntmo prejo di Seria il rrgno.no bebbe ardire di 
mandare t'efiemto cmtra la Giudea, Ejhndo pd affato che {ho fratello 

detto 



ile fa 



LIBRO T t\l 0 D E C * M 0. ^ 
tet&pm Antioco , de la nkfft madre gtneratobauc* "f* 

ZtnLco dm* aStn^cb* in Ci^ctm cutter* nodmo. & er* flato fi* 
SU àAntiocoSctero,<h e morì ne la guerra de Tar ti» MJbM 
/, attik di Demmo padre dì Grìpo . E* Ebbero due frateUt Cleopatra per 
«torte come altrouedkcmo . Cileno Antioco venendo ,n Sona ,eombat* 
ùlon^mentc erifrmUd . Tra tanto H'rcano flette tnpaccperebe egli a* 
t'>ora morto Antioco fifeofìà da Macedoni, no li dando alcuna cofa ne come 
amico , ne come fògget Laonde crebbe il [ho fato « tempo dAlefandr» 
Zebento, & molto pi* guerreggiando tra loro qtttt dite fratelli . -Perche ef- 
fondo occupati ne la guerra , lìircano pofiedea lìberamente h Giudea^ 
rateiti affai danarìjpr^dndo quei due che guerreggiavano , andò con l'ef- 
ferato iotro Samaria città fcmljif»a>de laqttalt parlerà al fuo luogo , come 
fu da lierode edificata, e tbiam>)lla Sebafiiatà.Andandout aduqtte l'afiedia 
na£ndwfamcnte,arricordandofide i mali, ebebaueano fitto i Samarìti,coa 
tro Mariftnì Coloni e quei che aiutauam i giudei ^ quando ubidì ano ài l{e 
di Sona . Circondate adunque le mura,e cintata con due muri p ottanta ila- 
ésjfprepofe i figlinoli a faffedìo Aleffandm & 1 A ribobolo , iquaft lìudianda 
ÀÌa/fedio canduceffero i Salariti a tanta fame, che toccarono le cofe no liei 
te,c chiefero aiuto d'Antioco Cileno, ilquate ucnendo incontanente a di- 
fenderle, fu aiuto d' A ribobolo , & cacciato dai fratelli, eorrendo fino a Sci- 
tbopoti fuggì itpcricolo,e tornatii fratelli coirò Samarìtì,lìrinchìufono nei 
. muri, ingmfa che furono aflretti chiedere aiuto Lt feconda fiata d'Antioco * 
ilquate battendo dim andata da Vtolomeo Latbiro,6ooa.buom!ni,iquaì "Pta 
lomeo mandò malgrado de la madre, perche no anebora l bauea cacciato del 
regno, affili e prima la prouincia con gli Egitij a modo dirubbatorc , non ha* 
uendo ardire di combattere apertamente, non tiedendoft d'ugual potere , 
fperando ebe faetheggiando laprouiacia,facefis ieuare Hir catta da l'afSedia 
dì Samaria & perditelo molti faldati circondato dagli aguatirfatidò a Vripo 
li lafciadoa Caìlimadro Eptcratc t'imprefa de Lignina Giudaìeafdquak fin 
gedo i nimicì dì fuggirei poi eornandoli eontra, fi confumato. Et Epkratc fe 
dutto mamfefiamete con danari, diede a giudei Sehbopolt città co i ukmìhto 
gbi,ne puotefar Ieuare l'affedio da Samaria, llircano adunque pigliando Sa jamtrii 
marta ce rea la fine de tanno n& fu di q'Xo conteto, ma la fpianò inguifa , ebe deftrae 
figiudicaffe efient i flato più lofio nn {leccato che una città \arrafid'HÌrca- w l f? {t 
no pnneipe ma mìrabìl cofa , cioè ebe Iddìo gli parlò.Dìcono ebe quel dì mi ggj^ 
quale fuoi figliuoli combatterono con Cileno , mentre che egli fola fa- n0 . 
cctdotc offinua l'incenfn nel eempio , udì una uoce t the gli dille » fuoì 
figliuoli bauer vinto Animo. Et the p mito dal tempio, fece qui Ho a 
tutto tpopuh nani fi fa, ? ceft attenne. Tate era d'Hìrcano il flato. Al mt dc- 
itm te "¥° «tucano /elìcerne' te non pure i Giudei, the habitaùano in Gicrufs 

£ lemme M 



bèlle ^^r/^ff/r^' GI^D^ìcue 

lemme,»}* etiandio uelleprouincie,in ^tleffandrh 0- in Et>itto.'p erc L er j 



pdti-a \eìna mouendo guerra contro Vtolomeo Latbitofuo filinolo fi* 

fatti 

«fa Cleopatra battendo dato a cqSÌow l'effcrcito , non facea cofa alcuna fe nt 



JptftfW CheUhh & Anania figliuoli d'Onta , ìlquale dkeama bauer edifica 
il tempio nella terra Heliopolitana fimile a quello di Gierttfalemme , 7^ 



j7 /or ogìacfr'ttOjrofw* teftijìca Strabone Cappadoee , fon dire .perche moù 
ti che andarono con lui s eqttei che poi mandai Cleopatra in Cipro ps(ìaua^ 
no incontanente a Vtolomeo, latamente i Giudei (hiatnati Onif ritnafero con 
Cleopatra Fucina per opera di Cbehbìa e *Anania y qila dice Strabene. La feti* 
t'ita d lUrtanotù fece a Giudei odiofo,e (penalmente ì Parijèi,iquali uoleana 
che eglipatiffe alcuno male, per che tato ualeana co l popola, che dìcUo loro 
alcuna cofa eotro tlpr&ìpe de facerdoti ageuolme'te gli tra creduto. Aia fm 
cane e (fendo flato loro di(iepolo,(ommamete era da quelli amato.Et chiama; 
doli ad un conuito amicheuolmcnte offendo lieto cominciò a dire. Sapete che 

10 uoglio uìueregiuHametc } & operare in guifa, che piaccia a noi ó-a&o, 
T/egouì aduquechefe itedete in me peccato aitano*, 0 che mi parta da dritti 
fentiero,me uagliate reuoearc,correggere,e rif pudendo loro ch'egli era d'ovai 
virnì oit ■natole fu lieto. M 'bora uno de i cvnuitati detto Eleazaro dìffe, uo- 
lenda come bai detto uìuere giufìamente^thgìufla cofa cono fiere la uerit^ 
iafeia il principato del facerdotio, e contentati di reggere il magiHratofopm 

11 popolo. Dimandando flirtano di quefio la cagione, rifpofe, ptrche babhìa- 
mo udito da più antichi tua madre effer Sfata cattine d'Antioco Lpi(ane,iU 
che era falfo.M'bora Gionatha uno della fetta Sadducea a Farifei c$trario t 
adlilrcano amicifJmo:dicea che Eleazaro co (apula de tutti i Farifei i banca 
btììemìatQ) ó* che que(ìo fi farebbe manifèjh interrogando ì Farifei diqttal 
pena egli era degno. Et interrogandoli Minano di quel cafiigo io giadicafìcrù 
degno, con* ère che non credea tale ingiuria per loro tonfentìmento ejìergH 
fiat a fatta. UH bora cllì uolendolihon orare diftero che baratta che i l ftp* 
pliàùagguagtiaffe l.erròre t pcbe non parca ti hìaftmo degno the fu($e co mar 
te punitole perche fona i Farifei ne i tomcti ttperaù t moltife na(filgcano,k 
ernie egli credea Eleazaro co laro (aputa hamtli fatto ingiuriai Gionatha 
raccendedo l'ira di quello piegò Panino fm che lafàati t Farifei, Sadducei fi 
tìccojìafje,? the leuafseuìa le leggi da loro poJìe,ca(iigada chi le (accano ofssr 
*are,f ìkbediuHe co irglieli al popolo odìofo. Ma quefìo parleremo un'al- 
tra Mfc.; Mora uc^lh mefirare quaì teggibsueano dato al popolo i Farifei dì 
età hi età , tequai nati fono co&prcfe nella liggedì Moi(e , & ptròi Solida- 
teilenfutanw dicendo , che fi dóvearw (filmare ie ttgei fcritte non Qtid- 
«m erano p fa da Fari/et. Et mmfi larice gran quifìio* 
m , pgu aano t S adducet 1 ricchi , ma Uppolo ad un nolcre favoriva a Fm* 
fh. ruttata di qwflc due/ette, edegliEfìcnii **l fecondèualume tk&4 
Qmdma. btjhrta. eoamente bobinino parlato. Uìrctno acchetata lafe* 

diiioiief 



l t a r o r t \z o n te r li o . t 41 

Sta» 41 pÌ«Ì *3#* dclf*cerdotio,e con la profe ta Tmhe m , 

ZfZ ^VcL predifie come &Wf^™t*«*»** iongo tempo 
UL limone dliquaUfu bene ma» f Startene che comprendiamo 
quanta fafsero indegni de ta paterna fdicna* 



A 



In/pietà e wtted'AriRobofo. Cap. XV! TI, 

f^oboUUniàtgiortsmortoil padre uoUe trasporre q»d magtflratù 
^bt rigai dignità , & egtiprimafe incorano anni 481. e mefi tre dopa 
the de la cattimi Babilonica ritornò a la patria il popolo liUrato t & aman 
do motto Antigono fuo fratello fecondo tèftmik dignità l'ornò tenendogli al 
tri 'm LatcmJmprigioììò etiandh la madre, che per il mugiftrato contende* 1 
perde t'baìieaHhcanoÌafciata$ign<tra,euennea tanta crudeltà che coti 
catene e finte la confumò: Aggiunte poi a la madrji Antigono fratello } ilqtcd 
le parea prima che tanto amaffeet hauefse nel regno compagno, efsendoper 
natie acca/è da lai .Menata, a le quaì neramente non daua fede, non ametteti 
dune alcune perche lamaua, & giudicando alcune cfs?r dette perinuidia . 
Ma ritornando Antigono da un' efpedkiane famofo nel tepo che ft celebra U 
folennità de i tabernacoli,efs£do Ariflùbolo infermo Antigono afeefe neltS 
pie ueftito fpfondidamente con i fuoì armati, & ori molto per la fatate del 
fratello . MagUbuominimaluaggi defiando faperela concardia toro > pen- 
fatano di pigliare accafione innanzi alf{edc la pompa d'Antigono c da U 
fita vittoria, ampliando maiuagiamenteta fua pompa,come ne la celebrati» 
ne de tabernacoli era fi mofirato pompo fo,dì maniera che non a priaato, ma a 
regal magnificenza fi potea agguagliare, (3" h auifattam che egli con bua® 
tmmero.de faldati uenirebbe ad nctiderlo,Ariflobelo credendo mal fuogra- 
do a quefle accufe temendo di non far ff fospetto al fratello t e parimente atte* 
dendo a guardar fi, mt fs e te fue guardie in Inogo fot terra e tenebro fo , ftaua* 
egli ne la torre detta Antoniana,e COttiadò che non uccidefierò alcuno difar 
mato,ma che fe Antigono fratello u'estrafse armato s che l'uccide fsero e ma 
dò a dire ad Antigono che uenifsea lui difar mato, ma la ìtyema e quel che iu- 
jìdiauano ad Antigono gli mandarono a dir il contrario t cbc battendo tuo fra 
tetto itttefo che bai fkbricato arme e un portamelo da guerra dice egli ebe ua 
dì da luì armatocelo uegga di qlle l'opra. Antigono udito qfto,nepéfandoft 
dì htganno,an'zìfidadofi ne l'amate del fratello andò eoe era armato ad Ari Arido. 
Sìobolo, f moflratlì de le arme la bellc^a. E uenu to a Itt torre S tratonica fu bolo uc 
datji che erano p ai ìi nt ite ne brofo luogo u c ci fa. L a c ut ma r t e fece manifefìo, j'^ ^ 
ninna cofapht che l'odia e l inuidia hauerpiu patere ne altro diuider piu to- F", io 
Ho la fedeltà 0 familiarità naturate,eome quefle paffwni.Tuosfi cadaurt ma ^"u^* 

F ì raitigtiare 



Af&Eft v<tlt h^ c ^ Giuda E^eo s Uguale non mai diffe menzogna in qi te n 0 fa tre- 
Un prò- '< Cofìui vedendo Antigono pacare per il tempio, dìflè ajuoi t m p a *i 
feto» e fkmiglìdr^chel'offeruauatio per la gratta de Ucofe future. Meglio k fa 
ìo muoia the dì? menzogna de la morte d'^ìitigOHO,ilqtiale ueggpl che hot ai 
perirla la torre Strato iìca . Et era dinante il lungo éoo. fladij oue dtfit 
egli che farebbe uceifo y era poi pagaia gran parte del giorno in tatuo fa fi 
potea dubitare de la [ita profetia . Come behhe detto queHo sfiondo di ma*, 
la voglia , fagli detto ^Antigono effer morto nd luogo [otterrà. Tercbe thia. 
mauaft latorrc Sintonica eoi medefmo nome t come Cejare ^ugufiofi c bia 
ma markima , twk0 dì quello il profeta & jt ribobolo pente ndoft de ti- 
mor tt del fratello fi diede a piagnerei t afflitto tie l'animo, fu da hitolcmbik 
pacione eli corpo affretta ingnifa t cbe uomìtaua molto fangue , & portando 
>/i giouanetto feudi'ere cadde nel luogo s otte trailo andma le macchine de$ 
[angue d'Antig<> no dìf pancia per mìo auìfo eoft Iddìo.Fatlo quefìo leuofiim 
grido da chi tiìticro penfando ibe'lgargione l'hauc(Je {par fa a Uudìo . llqual 
grido battendo vdito ^drifìobolo , volendo fapeme la cagìone,minacciaua % 
quéi cheUtean^percbe gli buomini (affrettando male dt quello cbefìtace t e 
giudicano ilpeggio.Mapoi ebe afìrettìglì aperfero il aerosa fua mente fu f 3 
fifa e percoli h (onfeien^a^ gemendo con lagrime dal profondo petto dijjc. 
"ìfanbogid potuto mfeondermi a Dio in co fi empie e crudeli opere, ebe non 
fu (le con ttchee cafììgo con fumato per la fteltraginc de la marte fraterna, fm 
quando ritardi o federato corpo, ebe l'anima n$ nada a franare Umbra del 
fratello e la maire. Ter e he non la rendita infreta,mafaofftrì{ìo a poco apa 
Morte, coilmh [angue a loro meifhe dmc qtttflo,morì lama primo del fuo rettto y 
ài Ari- e fa chiamato amatore de Greci. Giono molto a la patria. Tercbe [aggiogò gli 
ftobolo Jm ^ f pfftefcfa l oV 0p reHm ìa fottepofe a Giudei^ coaflwge che ne 
babitauanojhc uokndouì ^ are, fi cire-oniidef[tro[eeonda le Giudaiche leg^ 
gì,eradìmode$a natura,, di librarle uereeondìa come Straboae Timagìns . 
ditto uHifìc,<t,con dir e. Fu quefìbuomo moderato &a Giudei motto vtile 
parche a ttjaifiò a loro la prouincìa t e parte degli It urei fi ce circoncidere* 
■ Fa tti d'^lef [androni 'Ptrtomet/diCleopatraJiTbeodoroeua* 
vìe guerre. Cap. X t X, 

Ortù UrìBvbolOiSalomefìta moglie detta Mefl&dra fàùtfe fuoi fra- 
Jelli che cgliiCQttie dicemmojeìiez in catene e creò f^lamnea detto, 
Anche jlle fiandra maggiore d'etÀ,ilq»ale non mai uenne innari a la faccia 
M padre. Et dice fi che fu la cau fa de Iodio tate, Amando Hircanoi primi fi- '. 
glìmli^rillobilo & Antigono iddìo gli appara t in figno,& bruendolo df 
Mudato ftal de i fattoli [accederebbe nchegnoMoftwiddì Iddio di eoflui ! ' 
iafa-ccìajt attillò the fuffecafluì d'ogni fuo bene h erede, e lafiiotlo nodrire 
in Galilea. Ma non menti iddìo adUìreano y persbeb\bbe cpjìHÌ it regno 3 mor ■ 
t9JlrifÌQhQb l & ucci/cuna de [noi fratelli tbefìuéaua d'occupare it ugno, 

t'dtn 



MI 



non erano * iR' tanto fàmiglUThihepot^crorneritare- da loro mute. Et 
l'vnoe i altro {Weéua taguerra, come anime de cctnbattcnn,cbc non pji- 
dando dette ferzi fue^uergnandefi ài umere , prolongw d contrailo 
«io a qHhtt.L'uttimafpertmy de Vtolomaìti tra in Vtolomeo UtbiroUf 
d" fritte M*ak cacciato del regno dotta madrehahiuua » Cipro. Ttolomat- 
tfadur.atte mudando a lui, Me ano che ucniffe in torti aiuto per liberargli 
dalie mani f Meflandro.U&ti diedero a legatigranfpersnz* coti direbbe paj 
[andò lui in Scria, hattrebbt in fio furore Ga^i e ZAlo , t Sidonif <Jr altri 
tnolti t e cbt farebbero con lutTtohmaiti s con li quaìpre!nafteni imita tona- 




lo 

tamente baurcibono la prefence guerra fila lafpcttartbbono d Egitto mag- 
gwt.Terche non patirebbe Cleopatra che IftghdoraccQglìefJe esercita cofl 
MÌcino t ma cbeglmeninbbe contro con Vefstrtito^uando che icrcaita anebo 
di cacciai lo di Cipro, e ebe Ttolomeo non le potendo *tfi fiere , fuggkebbt 
do nuouo in Cipro , <& effneiidtimo pericolo nmarrebbono . Ma Vtolc* 
meo, quantunque intefe per uìa i Ttolemaiti baucr mutato nobiltà , tutto- 
fila nauicò^e pcrueme in Sicamino, ouepofe il fuo esercito the eratra caual 
lieti e pedoni jcoco.Ef auic'matc/i cono udii a T*tclotnaida,Pia rauigltauaft 
ajfai,che noa>netteanoifuoi legati negli faceanoviotto.Ma poftio che ufae 
re a Ini ZdlOiCt i Ga%ei chkdZdo aiuto per rifletto cbe'lpaefe loro, e da Gin 
dei e d\Alefsandra ueniaguafto , Mefiandro di Ttolomeo ttmendoft , li uè 
l'affedio e tornato alla patria apprettala la guerra, foUt citando eccultawen 
te Cleopatra contro Ttolomeo , 0 fìngendo aptrtamente di confederar [t eoa 
Ttohmcoglipromife quattro milita, talenti d'argento fe caerìafsc Zoilo , & 
defse la terra a Giudei, all'Ima Ttolomeo fi confederò con «4lefsnndro,cac- 
tiòzoUo.Ma intendendo poi che banca di naftofio mandato legati a Cleapa* 
trafila madre,ruppe la cotsfcdcratìnne,e itenenh d Ttotetnaida l'afsediana $ 
perche nent'banea rieettuto e la fa ade ui i tapita ni (0 parte dei (far cito ulU 
guardia delti ajxdiat't, egli co'trimanctefc n'andò a frttbcggiart la Giudea. 

F 3 At*t 



%l(t Me fiandre adendo che Ttolomeagti era douentato nimico, raccolte à* 
ftwmtk lì cinquanta milita t> fecondo altri Infìntici Ut unta milU a ,et riccól 
io l'tfsenuo figli fece incontra , Ma Vtolotnco tfsatmdo uhìttnente ^fo* 
chiton etili dì Galilea, di f abbaio U prefe,e portò fuori di quella dicci rniU 
Un a:-,int)C,& altra copioft preda. Te Mando poi dì pigliare Se fora città pocn 
da qui tta lontana, perdè molti defttoi. Et ìndi andò a combattere emiro jl+ 
lefsa ndr&.^A {kifdttoft incontro jtlefsadro prefsoat fiume Giordane ad 
fafottypùfe ini ijìteeatijiauendo Otto mìllia fildalij quali cbiamaua ficcati 
ta macbi,cioè guerreggiatiti contro ceme,perche por lattano fendi di metalli, 
Hcbhc parimente Ttolotneo faldati con fendi dì metallo , manotteomeintt* 
dei ornati ,la onde i faldati di Ttelrmeo paurafamentc andarono al conflitti. 
Ma dtiuagli motto ardire Fitoflefanc>,ilquaU di fagacità militari fper te, uic* 
tana che pafsifsero il fiu»te,fopra'l quale erano accampati. Ma no porne ai 
tfUeftàtbn di uUtare a fttoi il pafao,auìfandoft ebehauendo il fiume dopo h 
fpaìkiisQttpotri ubano fuggire dal conflitto . TyW princìpio del fatto d'arme 
fi cobiti tfamèdue le pani co uguale ardire e (ìudioene mariano d'atnfdue 
gli efseniù moULMauedcdo F ito/le fano Icfscreitod'Mcfsandro fnperiore 
mmfe ìfoldaii^ aiutando uirilmente a fìtot difetti, ne jòccorrendo deano a 
Giudei cacciò in fuga quella parte con quei che erano mini, ìhbe uedendoi 
faldati di Ttohmeojrgnedo i giudei li uccideano , e ritornado poi cacciar ont 
egli altri athora^iììfhh ad ucciderli fino che le titani furono (ìicbc,c il ferro, 
dicefi che furono uccifi jooco. huomini s ma Timagìne dìfts s ooco.GU altri 
rimafera p*tg:mì pochi tornarono a la patria, Vtolomeo uittoriofo andado f 
, laprouìncia uemttn ta fers^tne in alcune uille di Giudea, e muadoic piene 
Pialo- ' ^ àsne e futiciuUi comandò, a \ faldati the li uccide fscro c fì racciafiero,met* 
meo II tendo le meni Ira Iota ne le pentole a cu ocere. Et fìnfc qucRo, acciò pefafser& 
cuocere qlli che erano fuggiti dal conflitto che i nemici magiaftero carne htimana t l* 
Aoau otidcftfpaucntafjeroie prefe Vtotomaìda,coe altrone dicemmo. Ma Cìeopa» 
~" tra usd'édo enfiere il figlinolo,? cheguafla no, Iktntkfamen telagìudea,eha 
uè a f aggiogata Ga%a cìtta s no uolle efser negligente %ià tentendofi chefuofi- 
gl'iuolo smafie ne (hot porti ì epè~s£do che p fue uirtufufsedagli Egìttij ama 
tojneontmeutefc gli fe corro con efsercìtepcr mare e per terra, facendo ca- 
pitani de l'eftcreito Chelcbia, & Anania Giudei* e riponendo gran thefbrìi 
i nipoti &i tefìamentine l'i fola Co». Sthauendo comandato ad Me fiandra 
figliuolo che con grande arcata nauigafje a fenicia,ella difpofi di ridurfe in 
"Ptolomaida,ma no U amwett?d*ì Trohmaiti,afìediò la citta. TuttauiaTta 
torneo andò in {i etta diSoriauerfu Egitto auifandoft d'occupate m un trat* 
to il p4cfc defùldati uoto,mnfu la fperan\a uana.Tyel mede fimo tepo Cbe'l 
tbia uw de capimi diCteopatra ftguendo Ttotomeo cerca la Sofìa inferio- 
rc,ntorì,CUopdtra hAUo il sformo delfigliuolo,cbe nofbaucano menatogli 
Bptìitmandè parte de l'cforcitojapale cacdaffiTtùlomcode iaprauinm. 



1 1 H. U . A \ ' r ^ ip tf /fij o 4 tea f (? Office ^ Cfr* 

«* haUC f°, Tl^ScP^àeJJc foceomffe'tpt 

m ha*** altro rifugio cfe «.'to™ « 'f J ' co/J ' tfM *,/ oto § e 

jfi* U pmmk AOW» . ^fdST^il J* priore 

VnJt> dai umw di T(olome6,Ìncont intente codufic tacito fU sm*m 
fcrhre^prcfeGadaraafediandola dicami & *»^J?*J* 
terza dt thibabitaronofopralGiordane, oue regna** l «turno Theodor» * 
ZeÙne,ilquale ajfitfei Giudei aitìmprouifo , & ucctfoneientojacebeggià i 
carriaggi d iandro. Tfonperè fi turbò Meandro dtj«efìo,ma mon- ^ ^ 
tenente conduce l'esercito a i luoghi m arttim'he p refe F^tft a & U n redo ne la c 
quale poi H erode chiamò jtrtpìada , E* vedendo Vtohmeoeffer tornato da t j G ì u . 
Gaza a Cipro* e fm madre Cleopatra in Egitto , fdegnato eff i Gazci chehj- dei À 
titano dimandato aiuto da Ttolomeo r a§èdtò la città* focheggiò il paefe lo* 
vo. Ma Upoilodoro duca de Ga%eiafsalfe il Giudeo cfserdtoco iooo fora- 
fieri e i ovoo.cittadinue durado la notte ninceano i Ga^ei,giudicSdob t Giù 
dei eie fitfsc ritornato Violone* Venaro poi dì cowfccndo i Giudei il uero,af 
falfero i Ga?ti,& n'ucciftro i eoo. rcftfiendo,ne fpauetati per il gran 
mmer» fojferféro di cobattere,e patire ogni auerfttà che aueniftepcrnofot- 
teporfe al ncmko,Confortattagli Meta d'Urbi 8$ bum» magnanimo, f/- 
quale afpettauano in aiuto. Ma attenne che morto Theodoro prima che egli 
tteni/se,fit prr/a la città , Ver chi Lifmaco futi fratello bauendoti itmidia de Gaza t ". 
l-honore fattogli dal popolo, lucctfe,e raccogliendo de faldati ma [quadra , pigliati 
diedela città ad lAlcfsandroj'.quale poiché fu entrato flette cbeto,dipoi ma. 
dò iridati a- cruciare i Ga^i,ìqu.i li ualorof ime te a giudei rtfif\eano,uaìde 
done molti, altri jmarriti ardeano le proprie cafi,afite che no trotta [te ro i ni 
mici alcune fpoglie, Altri ucdkano le mogli e figliuoli con le proprie mani 3 
acciò per tal uh fugherò taferuità. Et rf tendone fugg iti joo. deprencipa 
li nel tempio d'iApoUo y per il confentimeato de i quali era fatto il tradirne 'to* 
vitcfsandro trahend'Aidi quel luogo li ucci/è t & abbattendo la città a/si- 
tata un'anno ritornò in Gierufalemnte. L'anno mede/imo Antioco Cnpo mo 
« con ìnftdie di Herodìano l'anno^, di /uà età , bauendo regnato anni uin- 
ttnoue.seleuca {accedendo al padre guerreggio parimente con Antioco CìtJ 
Ceno fao ■j(jo ì & battendolo uinto e pigliato tuccife. ìndi a poco tmpo .Antio- 
co dt Osceno figliuolo & .Antonio Thi utmti ad Madore mtfsafi la coro* 
m * Stro ffi Sdeucofattv £ arme, tignale dopo la vittoria , cacciavano di 

F ^ tutta- 



1)élze aliti e iì ir a* òìp-Butcnt 

tottd Sorta , llqnale fuggendo in Cilici* » e (tenuto in Mopfeujlia ( fa mu 
chkdea dal popolo danari , ilquale fdegnato appiccò fttago nei fnop a l a]!e j 0 
& ini con gli amici lo offe. Et regnando anelerà in Sari* Antioco Cmfeiio * 
tAnttocodi Sdento fratello moffo contro Ittigtterra e colf no efkrciiofcorJf 
fi>rcgttò dopo Itti Filippo fao fratello iti parte della Scrìa. Ma Ttotameo Ltt 
tbiro,toltoda Gnido Demetrio Elicerò quarto loro fratello t Damafìo lo creò 
He. Coft refluendo Antioco ofUnalamente a qfli due fratelli, fu più ; 0 j?o ite* 
cìfa.Verehe uenttto in compagnia di Lnttdada Rpha de Gamhi t cbe guerre? 
giauacon VartbKcombatietido uìrUmcntefu tsccìfo.Cofi Denteino e Filippo^ 
franili tennero la Soria come alerone dicemmo . Mouenda poi fedithne con*- 
tra Aleffandra i firn popoli nella fhtennitàde tabtrnaeolhquando Rana per- 
faerìfìcareaialtare,gittauatjocontrodilui uergbedi cedro,percbe coturni 
MMÌ giudei pattare cadauno nella feetwfigia uergbe di palma e di cedro. Et 
qHo alerone babbiamo dìmùfìrato.Et appreffo raffittirono ttittuperadolo co 
dre^fei o generato di cattiua t cjr indegna di [acrifcare . adunque f degnato, 
v'uccife. óooo. & faitdo un t suolato cerca l'aliare & it fmtuarb>nrlkqua- 
le fammamete poffano entrare ifacerdvtt,uietaua al popolo l'entratale foldò- 
Ter fìani e Celici perche bauendoin odio i Soriani, non fé rie feruiaJìauendo 
poi stinto Arabi Moabiti^ GMadìtigli accrebbe i tributò, e prefv Am*vk 
ta,non battendo Theodor o ardire di cocorrere con lui. Fenato poi al conflitto 
con Qboda d'Arabi & abbatutoj? ne gli agitati nella u-aUe altifjim i pref* 
fo a Ga laadtt e, fuggendo fi de Pijn GisrufalemmeMbhe {'oprala fu.; fortuna: 
fiderà U popol o- Giudeo nimico contrit'fqu ale coba (t e anni fci,e riuetife eh 
quanta milita . Et pregandoli che rimette fero l'odio contro di lui, più lo ab- 
bonivano per (e cofe attenute, ùimandado poi ile cofa uoleano che fi fatefft 
gridarono tutti che egli morifle^ 

V t teoria dA teff andrò e calamità de giudei. Cap. X X. 

C- '■idei ali Intra mandarono a chiedere aiuto da Demetrio Ettctvo,tlqntt- 
J 'e ttenuto a loro con grande esercito pofeìfieccati di qua da^khima, 
Alejjandro con ócoo.fol'Mi fomUìeri zoooo.giudei che alni favorivano, 
arido cantra Demetrto,cbe h-.mea ^ooo.e^iiallieri e ^oooo.pedoni t e ftceatt 
fid'amendttelepa mp foiwprcfe, uokndo Demetrio fedure i faldati d'Ale f- 
fandro come Gred,e tentando Aitfjlv.dro di ntrahete i giudei con Demetrio 
scompagnati. Afa non ria fendo il hfeg>to a iiiuno di Coro uinfe Demetrio, 
t furono ucci ft tutti ì faldati d' Atcflàndro condotti, moflra.tdo della fede C 
ttirtàlon manifiH.) fègno . M-itiron» p.trim^ite afiai faldati di Demetrio,. 
Fuggendo Aleffanà^o per lunghi rnoxiuofi 6000. giudei baucndili m fert- 
cordiafegli accoU-tmnu » & a$'hpra Demetrio fpauencato fuggì . Mouen- 
do dipoiguerra i giudei contra le/fandro , furano di lui tónti nel conflit- 
to ucc'tft, & ajediàipi't uabhft dtloro tn Bctboni città , taqu.de pigliati * 
Hprtfw condotti iti Gientfatctuine crudelmente li fece amerei petite, cM 



: " l- - ;» .r^Wo. se/ccf trof fere ?oo. WsjhjopJf 

MmU ^^iS^^SSum^* dclùbuLJueidett*, 
. tt MipuUfi che Um con loro* fig^ 



e al- 
ien* 



Ufa utnutù in P^^f^^'muUma bautmno condotto toma di 
U»*Jhwr ^^^f X^Atà , che diede d ^ $M*btU 

tCtMt iVl'hì Vile C "'« J <*"""■> r , ' |- r,.ff n «tufi *rj>i>*H> . 



Melliti tndo Et Àkfandro dalla feditone Uforato f rcgno M(M» 
fi^SSE^ digiudea U Berta, afiediaaa Filippo fumilo con 

tìppoJiamando Zito dUtdìprecìpe emendate Stante prefetto de Var me[rbe 
ttótìiwì f^ffraw^ romito, fwMfwto jjScAa» Demetrio ne Uec E m pf » 
cati'cvtwfero con frette c tonfete ifoldatt che io diedero tn mani loro.Coft fratelli . 
battendo Echeggiato k potimi** e pigiato Demetrio io mandarono a Mi- 
ti) ri <k te de PattMi, e reti im no fe pnig? t P tìgjw * Atmothen t , 
Mitridate ^ de Vartbi bonoraua fmmamente Demetrio finn chtHìffe. M& 
Filippo fatto tlconflitto de fittilo andò iti Antiochia % c pigliandola, ottenne 
di Sorta il regno. 

Fatti cerca i Damafceni , potenza de- gtwdeuc la morte d Alef- 
[andrò; Copi XX U 

Dipoi Antioco juo fratello chiamato Libero patre occupando il prenci* 
pato,peruenne a Damafco»*r ini regno . Et conducendo contra gli A 
rubi tefiercito , Filippo fio fratello uennea Damalo. A cui Mikfìofvfcia* 
to ddla rocca guardiano i» fumé < o Dama fieni diede ta Città. Ma fu ìngraia 
Filippoa Miti fio per batterli data la cittd,negli donò tofa akmu^amfvido'- 
fi Mi leftopcr timore hauer fatto il tradimento . La onde bane .trio fofpetto » 
fa da nuow cacciato in Damafco.Terelte effendo tifato Filippo al circo Milt 
Jh>chiufc di lumtfco le porte conferii &■ ad [Antioco la terra. Fdendo Antio 
co ciò che era attenuto cerca Ftlipporitomato d'^A fabin, andò a gnereggia-, 
re t otttrag »dei,baucndo 8000 pedonile %oQ..caaatli.DÌctti temeniofi Alef 
ftndro,caiiò tirìaltìffima fo(fa,cerca Qa.fi rptba bora detta Anùpatra cornili 
fiondo fino a loppe. Et edificalo unnmofetem torti- di legno per 1 ^o./Wtf, 
e cefi afpettam Antiocfty Untate ardendo le conduce in Arabia il fuo cfìer* 
cito, A caip<true che prima cedeffe il % degli Arabi , dipoi tornandoli cen- 
tra con 1 QOQo.cauaUì, ftda Antioco ri buttato, Uguale nìncetido } fa. dando 
dato alia patte chcpnitu,i4ccifo.. Morto .Antioco, i fuoi faldati a Cbanaam c * " " E ° ^ 
villa fug ruji oaite. la pia parte di Lra mori di fme. Signoreggiò poi alla So- ^ 

m 



ria osfcuore^Areta, tolta tt-lprencipmdi Bamafcent , perche f 
gouane Ttohmeo.Ctfìui raccolto cantra Giudea l'ejìerciro,e uìntoT-fì- 
i o McfiMdi-o cerca Mida terra fatti alcuni patti, fi partì dalla GhL 
Et Meffatìito dì nuouo afialha Dione città, condufie i (foretto amtraijr 
ntm , sue erano molte cofe mirabili di Zenone, ^ battendola circondata 
tre argini* U prefe combattendola . Indi fi uelfe centra GalUeaeSeleuciale 
Ripigliate , foggiogò etiandìo U uallc detta d'Antioco , & ile* fallo Ga 
mala m a accufando molti Demetrio di quei luoghi duca,fdegnate centra di 
mio dann { ggioafiai t & compiuti tre anni in tale efpeditione condotta a ^ 
ne ittwm atta patria , e fu da giudei i Greci per la fua felicità benign meiim 
teractotto.'Pùfiedeane a quel tempo i giudei la città de Soriani, idutnei e Fe 
mtt> &ft,pra mare la torrefa tonica , Apollonia , loppe, lamnk, Uro* 
te Ga-Zf^nthedonc^fai J^hinocolura infra terra per Idumea^bora 
Atarìfa t Tma l'IdumcaeSamari^Camelo e Tafano motuScitbopoli, Gs 
d*™Gaubanmde,Scte»ti4G«bala,Mo*MtideS^ 
ne,Mtga } & Q^ra,CiUco,^ulone,e TeUente. Dipoi Mcjfandro,dandofi al 
bere troppo,eadde infermo t epeitado tre anni la fibre quartana,™ però Ziri 
CSfetà» m f *tfif%&»* àerendh l'anima nelle fatiche. Morì adunine 
d'AWtt ™\™™tt?eGerafew,ajJediando ^tgaba cafiello oltre' l lordane , e vede*' 
dro qua <*«<> « «teine a morte , e fuori d'ogni fptran^a , piangendo la futura 
da mo ~ romnafua e de figliuoli dìfie : a cui mi lafci con ì figliuoli bìfogmfa dell'ai' 
tì. trui aiuto , efiendottmanifefio lagente effemnimica . Egli afl'hora lepet* 
Jmfe the efkruaffc ì [mi precetti , accio conferuaffe afe, trai figliali 
ti regno fteuro ; e che nonfacefktafua morte aifddatì manifeSlafin che ha 
wpe piotatoli camello, edipei che uittorìofa e chiara rìtornajlè in Git* 
rufalmmee concedere a Farifei di fare M che loro più piatta, (Mirandoli 
Mann agli aliaceli che comandandola a loro per Ihauuto honoreMfa 
cecero fedele ti popolo . Quando che poteano quciìi molto con giudei , e no* 
ccane a onerano mmia , eghuauane a cui erano fedeli ,penbe gli dauano 
gran fede giudei come che dice fero d'alcuno cofa grandina, e dicea che ba 
ueaegh v frf 9 m fHffÌ£) ìlpopolo,che alcuna fiata hauea [compiaciute a Fari 

Z ti !L fjV Wf f - ^nuta k GÌerufakmmr,cbiamatiifol* 

«MhWtiTA loro ti mecerpee lafda ihelo trattino* voglia toro fe uorrano 
fargli mttaniao non lofipetire, P cnheglìbo trattati iniquamente, concede* 
ti anche che ufimneì mio corpo crudeltà,** dìfponé cofa alcuna nel tue re* 
gnofenylcMo oro.Etfc di loro -uefa, io farò da quei con più Z loriofa 
AMErn- 49 che l ira dopo la morte , e tu II 

Admko fumerai iltuoprmupato.Toi cbchMepcrfaf» «netto ali* mori/morì di 
K . ì9.aM,bauendo»c regnato iy .^Ivffandra piglino ÌUafieUoJarlo a Far- 
fi, come lecommefie il marito raccomodando a loro il corpo del market 
d &u«>vo del regno ,c ufuilinfe l'ira loro che bautanocoL 2fi!Zr» 

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6 Aj Cdp. xxi r. 

Aìmnéndmd* Hircano, & Mifaboh figlimi!, diede il q*gm 
«àZiUfmé* méglieXutum*, Mutano ignorante dtgouermre m* 
pcnobvteoelwonit* ccwfa.Ma ^nHéolodpmgiouaneera $cf>& 
mdito Era tuhvme U donna amiti ddpopolo , fwcfeigwrfirvttd Aferfi di 
mettù tbe bànea fatto iimarito.Creò ellaprentipedcfacerdottHircmo* tp 
htèì* molto pia per Utvmenqt. Termettendo tutum* a Farifei chefacef* 
fero aite tic che pia loro aggradavate commendò al popolo cbeubìSffe a quel 
ti, rimano iti* udfo le leg gì da Farifei introdotte f '-con do le paterne tra dttio* 
nilcquai Hircara fuo fuocero hattea annullate. Tenca ella aduique folame- 
teil nfa regaleci Farifei baueano ugni aitttóritÀ.Tercberiuocauano ifug 
gitisi fàogtìcuano J prigioni,& in ninna cofa erano da i Sign ori differenti . 
Guardauanft eziandio la i\einx da pericoli, tenendo f oliati pagani e moflra* 
ka doppie for^e di maniera che fpauentaua i òr tonfi unti, i quatte tnaia 
ua o(taggUìt era in pacelaprouinciafìtori che i Farifei t iqmi turbattano U 
rcpublka {indiando di piegare Meffandra epe uccidere i conftglicri d'Mef- 
fan droghe l'baueano consigliato che uccidere ottocento buomini , dei quali 
< elli ucci fero Dìogene,e dopo liti molti altri,{ino che entrarono i più potati nel 
palagio co ^irifloboloja cui par catto molefìele opere de Farifct.Et parca ebe 
pigliata l'occaftone,uolefse cacciare la madre del regno.Qttctti entrati l'am- 
tnomuano quante opere bauefsero fttto,per ofserttare al ftto I{clafcde,per- 
lequai baueano ricevuti da lui molti gttidardonUe tbiedeam, ebe nonglipri- 
ttafse al tutto di fpe ran^. Quando ebe poto gteuaua batter fuggito de nfaiici 
ilperkolo,e{fendo nella patria come pecore uccift.Diceatto anchora che fagli 
aaerfiri fufs'ero contenti della morte Uro, lapatircbbono uolontkri per ef- 
fer fedeli al loro Signore. Ma fè Farifei fìano in qiìo oflinati, ch'ideano che 
fltfsero làfaati patire J>tuhe non mleanó alla propria fallite procedere feti 
ftta cammi§iùtte,an7j che uotontieri Harebbono nel palagio, per non efser 
tenuti dvpù'l partire difleali , ma che era biafimemk alla l\emafci copagtii 
di fu o marito fpreTgati fufjero dati a nlrnki.Mlzgreraf}i *Aretal{e che b ab 
ci alienati da te tanti e tali bmmini, il cui nonte prima era terribile ad adi- 
re. Px rfe ti pare é preporre i Farifei t metti cadauno di noi ne caRcM , e fe 
HMfli i malore gli auerfari, Lfciaù itinere in fiato uile. Dicendo loro molle 
fnniUparoky e cbiamando l'anima d'Mefsandra ad batter tniferkordia de 
unni e ebe erano in pericolo, tutti che erano preferiti cominciarono a piange 
ifyjopra tutu «iritlobQUjlqitale tnamfcjtando Ufna mlmtajifie conti* 

pi* 



più pmk. Ma furono quelli caghiti de (afta calamiti, commett tndo ont ì 
i fiat u ti ìlgoutrtio del tfgno a doma per ambitione far Aonda, laaual 
fapendocbe fargli pofe & guardia de t tritili fecondo la dimandalo ^Tl 
to Binaria, Atefsandriarf Macberunte,ne Icqué bantu ripone molte fu 
frttbfe cofe.Jndì a poto tempo mandi .Arifiobotùfuo figliuola con lefìerth. 
to a Damafco,contra Ttohmeo detto Mmeo t Uquale mn facendo opera ak'n 
na memorettole,ritomò in Gkrufalmmc. t A quel tempo «enne lanmun. the 
Tigrane (tenia (entrala Giudea con trecento millia buomìni, il <bejpancntà 
T; 'l* & U popolo in guifa^be gli mandarono tari doni peri legati, ima* 
ne affe- ^ io tyo Wiir<JH0 (he 4™àiaua Ttolomaida. Ter che Selene iìeina detta Cllop* 
di* Pio- tra regnando in Uria t pcrfitafeaTtolomaìùche non accetterà Tirane 
ìaniii. dando a lui per tapina e per il popolo^ Tigrane la commendò che dì ih fisa 
**' fi'' bauc* mandati legati condoni* diede lor o buona fperan^a. Vigliata vta 
iomaidatft* detto a Tigrane,the Lucullafegnendo Mitbrìdate the ft^ia a 
gli Iberì,non tbauea potuto pigltare,cbc focheggiata t Armenia, l allig- 
na. Tigrane quello intendendo,ritornò nclfuo regno sfiato alquanto tem- 
po & firmando grevemente .Ale fiandra Bpna , ftaique ad MiRaholo a'ot 
cuparela ttfpttbliea ì & ufeìtodi notte con Unfamigliare,n'andi a ì candii, 
omliauano del padre gli amiti, iqualidegliattìde la madre fi ramarìcam 
no.M\mapin temendole morta la »iadre,& occupando Farifeì il fiato , 
egli con tutta lafita progenìe perife,& prouedea le tofeauenirc , the nopo- 
teaperuenire al principato uiuendo ti maggior fratello. E, a dittò tofaptuo 
tela moglie fola Jaquale ini laftiò con la fna gtneraùone.Et uentttoptitna in 
. Cabatha,oue era Galeno fuo potentiffìmo amico, fu da lui ratcoìto. Sesten* 
do la Bginapaffate un dì il fuggire d'^itiftobol^e gìuémdo luì no ef'ttrpar 
tìto per ribellar ft,uenne il mefto ibe auifina lui bauerprefò il primo cafldlo 
& & fecondo congli altri tutti . Venhc pigliatone un<>,tuttì con fretta [egli 
diedero ^4 l'Ima tutto il popola Giudeo infiemecon la f^ìna wmintiò a te* 
pxre grandemete/apendo che Arifloboloerauitho,a di fender fi net prind- 
pato,temeanoetìandio the non fi ntndkafjh degli basati uitttperì. Co^tluft 
ro adunque di porre a buona guardia fopraìl tempio h moglie e figliuoli f»oh 
T^onliandopoi molti che ^« ribobolo quafi u cttita rtgaln)ele,quaftìn giorni 
qutndw,bauea occupato umtidoi luoghi; e the raccogiu m efferato da Liba- 
no da Tra ebom tide,e da i monarchia uettbl dd popolo entrando con Tìbca* 
no a la Urina, cbiedeano d>c dice f le ciò ebe a prime fiere al pref ente perìcolo 
fthaueaafire,poì ebegià pofiedea ArUteboto il tutto, hauìdo occupato ta- 
ti iMghi.Vercbe non parca loro eofu bonttta quantunque infemtaffè, piglia 
refenda lei con figlio akttno,magridaua>,o the'lperkm era uhìno.Et ttm- 
Moiic Mandando Iti cfwfacefie come più gmdicauano efftr youeitofefatea brut* ' 
ftndoi. dcre f be ****** a 1 ,,c f {ù ™dte COjt utilmente robufla^otentiffìmo efieuit* 
egra copta de denari,ct era unno dare a lei qitetfa fatita,che gìd uenia me* 

no' 



I I 3 J^O 7 t Ye gn« , eftenìo tinnì 

n y denta che per debole^ de iff^^ & h< , «de prepone a le cofé 
IU «g odete f*J* VZZ/IJ a potcnl pùngale t ne tignar 
%t:aeaUepre^^f^ fltS^n^i calamità Ut 

tran dalla c^^W « ^/ F, g . ^ ^ f ^ 

ma MM*pMi ^^^ 'l^^^^ndù dtmfme U regia tepoU 

/« À mone, ptubc era ™^f™*;™J s fì d -Jkfs*ndro lafiw. 
Il fine del Libro Ter-^odccimo. 

DI FLAVIO GIOSEFFO 

HI STORICO' HVO MG 

CIBARISSIMO. 
DELLE ANTICHITÀ 1 GIVDAlCHE, 
L ì B H^O i^K U B^T 0 D E C I Ai 



Il regno d'jtrìsìobolQtC carne tìir eatto uinea prillato. Cap, }, 

jl ì^l K E J T Jt nel abradi fopta U marte di A hft andrai 
B^ìtìiypittfiamaalìe altre coff Studiando fomntamere di non la 
feiare tra ttia cefi oleum memore noie. "Perche chifirinono hi* 
ftì>m % em<inifètÌ4n<> cofe uecthìe debbano con l'antichità or- 
nare H parlare lorOiauero Studiare a parlare chiaramente per 
tb leggo no, acciò con qualche graia e diletto peflino comprendere delle co* 
ftl ,:iperìtn\ii.Debbo»o inrtan'^i ad ogni cofaìftrìt fori dire il vera » acciò 
posinogli ignoranti credere a (futi che leggono. Tacila Olimpiade iSj. 
efsfindo Hùrtenfìoe ^Metello Confolt , apprettò ^rìfhbofo la guerra 
centro Hircano, e fitto il conflitto apprefso a Gierhattte.Mafti faldati d Hit 
campus Arano al fratello, fitto ijuejlo fuggì Uireamalia rocca Quelamo* 
jfiie e la figlinola d\AriftnbQto eraw fiate dalla madre rinthinfc. jl cai Ari 

ftofola 




Z ^^dìpvìfarfaéfpefe l immkinacoH patta cbectL» * -, 
ngno& H frate to uittf(k priu / t6ì €mmmd , 4 ^ p S tiÉ? 

? ? fc l n «W* nel tempre datofi U fede con fieramente freLu^ 
Ho.fjpawro^irhbob nei real palagio,^ Hìrcano carne ptJll 
li («fa UUrifìoboto andarono. ""T""^^ 

Di jintipam che atttt afta Hìrcam cantra MÌ- 
Sìobolo, Cap. u. 

A Vtipatroptr generation Idimeo amico d'Hircan», ricco dedali 
J. X buotno uéoTofo , era ad simbolo fofpctto per H iremo. Dice ù? 
micelio the cofìui era nobilifsìmo Giudeo, di quei che tornirono di B «bdZ 
ma w Umdea.Et dice q tie flo per aggradirft ad Herodefuo figliuolo ,cbe poi f, 
dtgixdeo creato ^del quale afm tempo diremo . Quefotintipatro detta 
firma ^nupa t come chiami ilp s drz r fa $ Meandro t daUa moglie P Z 
potìo a i Idt^a^fececonfidcratìonc con mìni ^rabi^eij J fsh 
f'/V'rtW™* con p lft tari doni Ma temendoft Untìpatro ilphù" 

ZZ,ZÌ 'Wfwemeoccupw ilprincipato , e eferie prU 

nato dfmel^alqualeperl età conueniafi i imperio.E dicendo quefì» S 
te ad Htrcano, Mfok ftefà prouedendoft.era de mai» perìcolo, 
fece chefipa^ìmfefìandoli che Riattano gli amici dUrijìobolo foni 
mamme chefafse ttcafapcrcbe ftaUttffe meglio il f H0 principato . Ma no* 
ciana fede Arcano a qtte/ie parolc } perebe era per natura bono t ne facilmn* 
& zccufeM onde perla mcnterme/Ja, & innocente era ita* 
duato debole e dapoco.peuhe era frittotelo di contraria natura, cioè fee* 
lemo & arrogante. Ma vedendo Untìpmo che nóattendea Hircano afa 
£5X5" C ff d f "Piarli nel capo finte accufe dUrifloboloJme 
Jfijt atfreuafje d ucciderlo,®* a pena lo mofìe a fuggire adUreta JTj d'M* 

uÌlZT é0gU tr gt r ™ h ^porgcrebb7aiato . Htrcano^ad^ 
*m qneUoteparedoh aftot fatti gionemle faggio h Arabia alla Giade* 
uic^mad^rma^atro ad «fficurarft fopra U fede fa* che fiondo 
ruUhlZ ìtr fSt ° l m f l£ h M ^ tr ° haMa ddre ^de.riJnòin G ic 

g^^eperaenneavtetracicti^e era d' Areta ilpaUgìo. * 

A Guerra cantra Unfabolo, e come fu accifo il ?iu{ìù Ónia Cap Ut 
^patroejfcndtiai jfc «rniàffmo, e pregandolo che ri met fàe netta 

J aiìdi0 mrJnoe}Zore< 
fiume nel regno , dt rendere tmoipaefe c dieci àttà,cheMeZZlo 
padre ba«ea cotto agh Arab, Et erano MedahaMbi m K «b£aTJZ 
bata.CalatatZ^Monrìnga^dìffa, llibd,lufa , & Oribh.lli 

tìnefìe 



, i b r o o r ^ k t ù D n c 1 M °' 43 

MkfnmnUÌM contro ^riHebolo *^ M *^"**ft* 
TpdJd . EiLt mttormmoufoldatjff ^f^' 

£la onde ^bob abbUm^ritornò tn 
bcontmo lecito vicinò d uwf*& fi^ii^ìSlrZ 
doti rimiro con ^ÌJÌMo. Jretaadunque co l effemto dMabudegm 

«zinwf&f /r ebiamapafiba, ì giudeìptu commendai abbonando la prò 
U&rom» m OflW buomogtuflo , & a ùmfO,dqudnon 

pioucndo pregò Iddio che leuafte la ficchd.e fu c{3and t to,flc«do nafcofloftf? 
feditiaw tratto w l'esercito de gìudei,iqué cbìedeano, che parimente orafa 
contro ifatdatt d'^riflMo, che fi fpargcffero tome tra [pur fa la pioggia. Ec 
battendo rkttfkto longamente,fpinto dalia moltitudine flette nel mez^o orm 
do in tdgsti fa, Iddìo di tutti,perche quefii che fono qui meco fono ut o po- 
pone parimente gli attediatiti dimando che non effaudifci ne (fuciline quei, . 
tue ti pregano uno contro Miro , Hauendo co fi orato ìmaluagi giudei fatto uc "|f u * 
empito l'ueeifero . Ma Iddìo incontanente diede loro di tal crudeltà givfìo ca 
fiigo,in quefla guifa, Pcn ne a gli affettati fa cerdoi'u& ad Uritìobclo la cele 
barione dei! a pajca , nelUquale fagliamo 0 ferire molte boflie.Et mancando 
d'boHie ì compagni d'^4ftftcbo[o,cbiefero da giudei che piglìaflero quanti d<t 
nari loxopiacea dandoti uìttime,eìlì Me faro per ogni capo mille dramme , le 
qnat+Arìjiobolo.,& i faeerdoti premi fero uolentìerì,e gittatì dal muro i dana 
ti, non noi fero clli dare le uittime t an^i tratti da l'odio furono disleali,^ et» 
pij binanti a Diojngannanroli de le uìttime , Et i facerdoti pregarono Iddio 
che non li tafeiafìefan^a cafìigff , ìlqnatc non ritardando il {oppltdo,mandi 
incontanente una gragnolala qusl confumò il paefe in guifa, che un moggio 
di formatto ttendeafi ttndecì dramme. 

Swcefio d\Ariftubolo e della ulte d'oro. Cap, } III. 
>mpeo tra tanto (he uincea Tìgrane in Armenia , mandò Seauro in So 
rtajlqìtalc uenuto a Damafco,e trottando che L elio e Metello poco ina' 
ti hatteam prrfa Tbeodoftn città , andò in Giudea , oue effendo vintiti a luìi 
legati fJttfàobob e d'Hircano , entrarono chiedendo aiuto, e promettendo 
d'amen tue i legati ili dare ^Qo.tatenti , accettò Scaxro d'Ariftvholo U prò- 
meJfa.Tenke era J 'rislubolo ricco e li ber de, e chiede a poca co fa,l' altro po« 
aero e tenace , nefifìdauà dì fae grandi promrfie.'Perche non era funite la dì 
m m (a , che u olea con uirtà pigliare la città fonìffma , e caccia re gran v.w . 
m rade \abathel , & i fuggimi Scaltro adunque con le predette caufi pù- 
gJtuhxiwtìidasarìJeuòratjedio, commàdadoad ^treta che fi partìfienon 
* t< f ^ Bimani nimico . Tartiflt adunque Seauro & ^iriHobolo sp 
prm nutro ^rcta,& Hircanoun grande efferato . Et facendo il conflitto 
auaptm t U umfe t mùdtiofei miti* de instici, tra quaiMorì Ccfdon dUn 

tìpatro 



P 



DELIE jIVTICIUT^ GirbJICtJE 

tìpatro fratetlo.Ma ìndi a poco tempo uenuto Pompeo A Damafc<>,& atl j^ 
toper là Sorta inferme, vernerò i fai legati d'Egitto da tutti U Soria t di 
Gittda,per iqitaigli mandò jtrìfìoboU un gran donOiChe ima aite d'oro j ( ( ì a 
Vite d'o tjue sento talenti t deUaquate fa tntntìone Strabone de Cappadocìa, dken 
lo - Fé» ne ro ì legati d'Egitto co» un a corona iota di attutirò mittìa danari, fi- 
fa Giudea una Hit e ouer borio d'oro, the cbiamauaft Terpnon t cioi dilettato 
le . Et habbiamo noi seduto quello dono a B^ma nel tempio dì G'me Capita 
UnD,facrato t co'l nome d'^Arìuabolo figlinolo d'^Ale fiandra fte deglutiti , fi. 
fjttaleftt (limato attalenti, ùiccfiadunqi the ^Arifioholo de giudei potè»- 
tìjfitno manda 1 qttrfìv dono.Taffàto alquanto tepouennero da intono Jintìpa 
tra p ttircanOit "i^ìcomede per ^triflobolo, iquai etiandso accufauana Gani- 
mede e Scaltro che haueffaro pigliato danari quello. $00 Jale<iti,l~altro4-CQ. 
Contendane d.'^friHobi>lo,ér Hircano innantid Pompeo. Cap. F. 

ET haitendo commandato "Pompeo che ueaìffero i frate Hi a lui in Dami' 
feo al Micino tempo di prlmattera , raccogliendo t'^Apameno effrettoan 
dò atte flange del uerno à bamajeo > e nel poffare abbattè la tocca piparne* 
ya,tbe JLntiocoCÌT^ceno battea fortìficatOf e confiderò laprottìncìa di Pt.ol$ 
meo Minio buomo malttagio equafj dì Dionifìo Tri polii ano peggiore , che e- 
va fiato con la fenre percoffò.Et battendolo trottato di morte degni,pigtiatìtkt 
lui mille talentile ìquali pagò il /ho efferato, l afìolft, e prefe Liftade cìtté t 
me era Sila Giudeo tiranno , Paftata poi Hdiopoli e Calc'tde cit tà , afitfe al 
tiiontepaflo nel me%^o t e peruenne alta Soria inferiore , & a ùamafco. Que 
trottò che i giudei con i toroprencìpt Iti f Cam & ^.riftobolo batteano quiStio 
ni y & udì tutto' Ipopolo che dicea contro amendm > ebe nondouea eficr fog* 
getto a regal dignità,ma ubidire a co fiume de padri ai facerdotì, ebe brunita 
* cammeffo Iddio ebe f afferò bonoratì. Ma che queflì effèndo nipoti de ficerdo* 
ti,non contenti dì qd bonore, de fintano dì trasferire il popolo ad altro magi* 
/irato e farfelo ferito , ^Aecu fatta Hircano il fratello che effóndo il maggior 
pofiedea. picchia parte della prouincia datagli da ^rì{ìobolo,ili}Àtal?co *fiu* 
ienfa baitea occupata il tuttoMcolpaualo anchata effa corfcggtand% etrub 
bando nolana i uìcìni,eehe non era da Itti ribellata la gente, fc non per la uio 
letica del fratello. Et eanfermattano ì fui» ditti più de mille principali degi* 
dei àpcrfaafìone d\Antipatro . Dicea .Anflobolo :i l'incontro che't fratii- 
tob attea perduto il regna eftenda perlafua dapOCagìne fpre^ato, & no hi 
ma prefò egli il regno per ambinone , ma temendo fi ebe ftffè d'altri piglia* 
to . Et ebe chiama» afì i{e corn f il paire t e cbia matta per teflhno ni pronti^' 
tmgwu jnij cuihabiti dt porpora e 1'omtmrnta de capelli , & d'altri babiti 
co fi era Buffando che ucnpireano andare in gindicio, ma ad aLtuta pompa , 
Vompea nondimeno udedo qtto, incolpando ^£> iiloboh de uìote^a li rimadi 
parlando bttmanamente>f ihe banca detto di ncnire alla loro prouincia,p co- 
tiofeerepia cmantùc cadauna. cofa,poi che hattcfjèproucduto alla provincia 



L I B K, 0 v \ T 0 I» B C 1 M 0, 40 
j e jjabatei,e tZmadò che tra tato Afferò in pace. Et accarc^aua ^iri/ìoh 
Icncàò no facete ribellare la futehv rithiudefleipa(ft> come feceì effètto, 
Fatti di "Pompeo f*« ^riUobalo , Cap. V i. 

Allibato partita da Pompeo, se tenendo tanto de i fuoiauift, uennein 
peto ciitd.&indiin Giudea, La onde Pompeo fdcgnato t condufle con- 
trj^riftobdo l rfìerctto , the bine* apprcjUto mitra "b{abatbeiin Dama* 
fi n,t da S<ìtìa,e le Rimane Ifgiani.Epaffato PeUa e Schbopt>U,uSne in Corta 
(he è de (a giudea infra terra il principio,onde uedefita forutftma terra detta 
^dlefjandii t p ofìa fapta't monte t oue era fuggito A riSìvbolo . <À cai mandi 
4 dire Pompeo che fcende0e,& per fitti f> da molti che non fi rihellaffe da lìn- 
jfi ani, dìfi.efe - Et battendo dtfputato anàfora co'L fratello delprhtùpa(n,pcr 
tòceifìottediVompeoriiornò nella terra, e auetto fece due o tre fiate fperà'da 
ottenere ti tegna t e fingjtdo d'ubidire in ogni cofa a Pompea,fin che tornaua t 
le fut forte^e^perebe temtafi defler primato del r egno,e che ad Hircanofuf 
fe dato ìlprindpato.Commmena'oli Tumpeo che gii deffe il cardio e ferine f" 
fenile guardie di propria mano, che faccettaffero,fu ubidiente a fetimre* 
inganno e perfidia a"^irifìoboh. Cap. VÌI. 

A%lflobolo mandato in Gicfufaletnme, apprejìò tagsterrd,e conducend» 
pumpeo eontra di lui l'esèrcito dopò alquanto tempo, uno che UentttA 
ài "Ponto feCè manifc(la,cbe Mithridate bettuto iludeno era mortoci ebe ha 
vea cablato F armate fuo figliuolo , Et fermato t tfiereito in Gierico otte nafee 
[penalmente lopobalfamo, ottimo unguento il cui fior e con acuta pietra fcf* 
fo io Hiiiada mattina andò a Ghrufalcmme . *4ri5iìobolo pe nUtidofhfcefe a 
"Pompeo offerendoli danari,edi accettarli) in Gifrujaltmme,e pregaua che ft 
ti mperajjc dalla gucrra,difponendo in pace ottetto (begli placca . Cvfi "Pom- 
peo gli perdonò tome bauea dimandato, e mandò Gubìnio con faldati alla cit 
tà per pigliare i danai't,ma no facendo effetto alcti>ia,rìtornò,perchenc%aiitÌ 
ì danari fu cacciato della città dai faldati, iqttaì non confentiroro a i patti. 
Come "Pompeo/degnato prefe Gientfalemme , e condnffc ^Atifioboloa 
Homa in catena . Cap, fili, 

Pompeo fdrgnato dì qtttsìopofc ofriUobolo in prigione , e perueme alla 
città d'ogni iato? no fmìftìma, fimi che da Settentrione , la quale b cir* 
coniata dì targbifftma natte rinchiudendo entro il tempio, fabrìcato con wu* 
ro di pietra foniamo. Era tumula detro feditane tra gli huomìni per itpre 
fente pericolo, commandando alcuni che fiorifero a Pompeo le porte , ma t 
partegìanì d^ùjlobolo per fitade unno cbcfkfie e fd»[,>,t{i combatte flc unii 
me nte t & che Uriflobolo era prigione. Q^cfli fugfcdo nel tempio tettarono il 
potè the menava alla città,apprcfiadofi afofltntrc Ca(jedi(>,gti aliri accetta 
roto Pompeo nella terra, egli diedero ti palagio ; Pompeo eommìfe a Tifone 
trgato che guardale coni esercito itpaiagio,le tafi,0- il tempio jlqualepri- 
f'' r '° dl P ace «qwt che erano rinchiuft nel tempio , ma. non bancndo lo* 



hltlt ^V^TlCrtlT^ GIF b jf IClf jr 

*Q ubidito , circondò con mitrai luoghi al tempio ukìni ,■ minittraa^ jf/^te 




dendolafùffaquaft piena,? ui pofe fipra le machine da guerra portate di 
Tiratoti k ({■.■ai abbettb il tempio. Ma fe non baueamo noi Giudei per lette 
difettiate ìiptbbpfawm barebbe pomo fabrkare tergine t ripugnanti 
i Giudei. Vere!)!: concede la legge de reftfiere a chi combattono , e ti uoglio* 
no uccidere, ma fe fanno altra cefi i rimici, non potiamo reftskrli, Laondt 
non combattendo i Gi»dei,puoteto i Bimani fàbricorcl 'àrgine o le machine^ 
tcijuaiufarono il dì liegncnte.Sndipuoffi conofeere la nottra pietà uerfo Dìo^ 
c^ofìetuan^a de U le^gc, che non furono per l'afiedio impediti di fbcrifim 
re, ma il fecondo dì la ma ttina rjr et no na immolaaano [opra l'altare, ne fi ri* 
matieanoperil conflitto da facrifuare. Vigliata poìlaeittà il tcr-^o mefc 
de i dìgìti)ìi,m U 1 79 olimpiade^fìunio Caio Antonio e Mdr.Tuliio Cicero 
ne coiifdhi niwici entrati nel tempio uccìfcro tutti, i auai occupati a facrifi- 
care,ììo<i infermi fiero qttr!li,nc fi turbarono per timore di mortele per il do 
lore de chi morhna furono cacciati, an%i noi fero patire il tutto cerca gli al- 
tari,gw:tic4nd<>£jJgr*negliomoTÌre>cbe lafciare i fitcrifictj imperfetti. Et 
che non jì, t (fuetto, kde bugiarda, per tequile manifefiaft la pie là nottra t ma 
itera, la leti ficano quei, che ff mafia i fatti di 'Pompeo, tra ì quali è Strafa 
■ne, J^icolo e T ho Linio fautore de U Fumana Hfloria . Radendo pcrtoffo 
ìa prima tmch^a.ft mofte la maggiore torre e caddi & aperfe parte del tem 
. pMipcr loijii ale ev i ra rótto i nimici. De i quaì Co rutilo Fautto di Stila figliola 
fu il primo, che con fuoi faldati , montò fopral muro , e dopo luì Furio centu- 
rione da l'altra parte totifuoi,c Fabriuo pur centurione con ualoroft faldati 
nel me^zp.^ I bora furono ucci fi i Giudei per ógni luogo , gìttauanft alcuni 
in precipititi ne, le fiamme tra te cafe, non potendo fifìenire ìa uiolen^a.Et M 
iifì 2 zooG. Gitidciepochi de Rimani, fu pigliato ambo ^Abfalon ^io e fitto* 
p.j'j di Ui iflùbi-h. Furono commefie nel tempio molte Jleleragini,percbe an- 
dò Vompeo ne i luoghi che ne i tempi a dietro nonftpoteuano uedere, tic era. 
lecito andanti^ utde co molti qlle cofe; che filamele ifacerdoti poteano uè* 
dcre.Frouarono la menfa d'oro attorno et attediti candeilieri & i molti git- 
iti il - '* * V™ ' ™ C "' ' '& tait C °P' a diir$m4 *»* 2 o 00 . talenti de ftgrì danari , \ 
fiia dì mt > Ppfl toccare per pietà * e fece quefì opera de la fu* nini 
Pópeo. • Et hMfWdp impatto a mìniflri, ebe purgato il tempio, offerifsero i le* 
gitimi facrifiiH, donò ad Hirca»oil fummo fiteerdotìo , perche eraalì appi* 
rato utile,& bute a uietato cbefteì de la provincia non porge fiera ad .Ari* 
ftobolo aiuto, &. uccife con Ufùure l'autore delaguerraMnoramla poi FM 
egli altri sbe Mlorofmetc etano aftefi il mitrcfctt Gicrttfdmme a 

tnatiì 



I 7 S 11 0 Q. V U K T 0 c S c 1 M 0 ■ So 
piani tributaria * & ordinò che te città di Saria da Giudei occupate. ,ftiffì>r<j 
fitti) l ftio principato^ nfir'mfenefuoi confinila gtte che seni tropo flcfa o/- 
trt quello. Edificò etutndto Calata poco innati defhuttà.Bontdo a Demetrio 
fuo liberto i Gadarcni,lc altre cioblJippon , Stitbopali , Tella } e Dio, Santa- 
n^Mmfdfùi^otét ìmnhi&jtrbtbufd rendè a gli babitato ri, tequai infra 
Utra erano fiate rou'mate oltre le altre , E lafcìò Pompeo libere Ga%a terra 
maritimi rouinata y e loppe, e Dorarla torre Stratomcajaqttalctierodc ma 
gnificamete edificò, & bauHola ornata decortichi etempìf, la chiamò Ceftt 
rea,c par tifo de l'apro nitida . Furono di quelli mali-cagione à Gitrufdemme Hon p. 
tArìàaboh &• Hìrcano,guerreggiando tra loto . "Perche à l bora perdemmo ^'F ' 
Ut Ubcrtà,c fummo à immani 'fuggenti quai ci conflrinfero a rendere à Soria 
ni la terra , che hasieano tolta loro con te arme . Oltre ciò pigliarono da noii 
Immani iti poco tempo toooo.taienti, cjr il regno che amicarne te danafi ne 
i defeendenti principi de famdoti,dìuenne papillare. Et di auefìo parlcrem a Ai irta .. 
dfao luogo . Topeo datoilgoucrtio de la Soria inferiore fm' ad Eufrate fiume È 
d'Egitto d Scaltro s e due legioni,andò per Cilicia a F$ma } mcnandofeco Uri- ' (K,<,t0 * 
Qohotoconfita pernione , cioefcmhc e dite mafebi, de i quali Meandro „i P S 
fuggì, ma Antigono d minore fu co'l padre c fratelli adorna portato, al 

Guerra di Scaltro contro Tetra città. Cap. 1 x. 

SCaaro condotto l'ejfènho contro Tetra sttÀ d'Urabi^per effer fortiffì* 
ma,guafìò il paefi , Maefféndo il Fumano efferato da la fùme afflitto , 
vtittipntro per commiffione d'Hircano mandò di giudea grano & altre cofe 
necefJarie.Et Untipatro mandato legato da Scaltro ad Jreta Ftf t perebe era 
fiato [ho amico Jo éfpofv con danari che la provincia n$ fufle faccheggiataj 
fècelifecurta Untipatro per trecento talenti.Coft Scarno finì laeuerra'tlcbe 
non meno defiaua egli eh e ji reta. 

l'atti di Gabinìo contro Ulef Sandro. Cap. X. 

H Unendo Mcfiandrod 'Mìfiabolo figliuolo afiatito la giudea dopo al 
fum totempo t Gabimo de l'efìercito capitano t ucnneda {{orna in So- 
ria, ilquale traglt altri firn fatti mirabili eondufse efsercito contro Mefsan 
èro, nonpotendo Hucano reftfìerc ale fue for ^quantunque sludiate di fa 
bnearek mura di Gterufalemmc , che Pompeo lUea abbattute, ikbefua 
ZTT t0 t f m ™> r che fàb*mum.M* andando per laprouineiarac 
S/Z ?™Jfr <W***Wi loo.cauailkri, e 

Zi 11 m f ie é kl GabmioMuendo midato imam M.M 




r>iLLE ^"HTichit^ Gir Datene 

tre milita t ne preferì altre t#nti.Tra tanto GabiniQUenutQmi ^tìef 
terra inuitaua i rincbìufiala pace promettendoli perdona de pajUtì " ■ 
E flando molti de mmid fuori de inescati Mar. Antonio trìrilm^ntt: cambi 
tendo moiti ne l'afialto uccife, & Gibiniojajàat* parte de l'efieràto a pi 
glitre il cafleUo,anàaua per la giudea s e quante città trattò rouinate.fece rifa 
r e. Samaria & v 4'%>to ì S'£(thop(ili tl Atttbedone t 8 l 4jtae Dora,Marìfn e Ca~ 
ha, & altre mùlte.Cofì tutti battendo ubidito 4 precetti dì Gabitìh,malte tic- 
tà per per Ungo tempo defcrteirìhebbero i loro babitatori. 

i^anto benignamente e prudentemente fi portò Ga* 
bitììo, Cap. XI, 

F. Atto qiìo per la prouìnda tornò ad jt le fiandra cafiello, tue fermando 
l'affedio . ^£le{fatidro gli mandò legati , chiedendo de camme ft falli per- 
donate promettendo dì dar i camelli Rinoma e Maeheranta e dipoi *Aleffa$ 
drio caHctto,iquai luoghi Gabinio fpianà,Ma la madre d\Aleffandro uenutA 
a Gabio,percbe fauoriua a Romani, quantunque il marito & i figlinoli fuf- 
feto flati condotti a Ilenia prigtani t nieenne da lui ciò che cbiefe . Et bauen* 
do fatto conici la pacc,ridujfe Hireanoiti Gientfalcmme, acciò chebauefìt 
del tempio tura Tuttavia dìuife in cinque uguali decuria tutta la gente , de 
tequali una fìawa in Gìerufatemme l'altra in Gad<u-i,la ter^a in *Amatbw 
ta,la quarta di Gkrho,ld quinta in Se fora di Galilea^ue/ii liberati da la « 
gal potefiàiCratm da ottimati gouernatK 

G 'iCrra dì Gabbilo contro ^rifìobolo. Cap, X 1 1. 
*d ^rìftobalo fuggendo da fyma in Giudea, dcfiaua tifare Mtffan* 
jrio terra pur dinanzi ratinata, mandò Gabinio Sifmia ^Antonio, & 
Struilio capitamele uie taficro tal fabrica,e pigliaffera la terra . Erano mt* 
lauta cancorfì molti giudei di enfe moue defteft ad ^rifioboh per la fua aih 
tkaglorÌa,fpecialmente "Pitholao capitano di Gìerefolimkaai con miUe bm4. 
mini 4 luì ftigghbcjttbe molti a tut fuggiti mancauano (Tarme, i quali difpdfe 
di porre iì) Macbeniuta.Lafciò adunque ^Ariflubolo quei che erano difanna* 
tt,& battendo raccolto otto miilia armat't,uennealaguerra, cotro ìqualì 
battendo i ternani , hebbero uit torta . Et quantunque combatteffèroi gin* 
del virilmente, pur dal «alare dirimici furono tuffetti a fuggire , de i quii 
ne furono ueiift cinq mìllia,gli altri (ìfpar fero oue cadauno /auifaua dì fai* 
itarfi meglio , & ^£rìfìebofa ampia di mille in Macberontefartiffima terra, 
ft rìduffe.Et quantunque haurff pirduto mdamente,tuttauiafperajta bene. 
Coft refluendo due dì al a{iedio,fcrito in più parti, fu co Antigono figliuola 
che era fuggito da Rgma con luì condotto a Gabinio prigione. Coft ^rìttobo- 
lo dopo tanti furcefli, fu mandato aF^ma,oue era tenuta in catena, hauendo 
tenuto il regno,& il principato del facer dolio tre anni e fei meft, buomo cbia 
ta e magnanimo ,ma il Senato rimandò a la madre i figliuoli, fcriuendo Gabi 
nfo %u&Q efferk fiato pt<imefio,per il dare dtUofìellhet quefìhitarnarota 



M; 



I ! B K° ^ \ T 0 D 1 C I M 0. j f 

Ghtdea, ma Gabinio condotto Pftw&o contro Tarile paffuto l'Ente, 
%lk tornate in EPirro^^^eW^^y^^ ^^^W' ^^f.^^;» 1 ^'- 
Wm altri Ubatici. Oìpoì mandò JL»np atn « t filmi di Gabmio fomen- 
to ame e denari* fece ebe Giudei Upwp* aiutoprefso aTelufw quai ha 
umano Imiti* i pacche erano ne l'Egitto. Tornitolo; d Egitto e wtfr 
to in forivia trono de Scditim piena, Tercbe Meftandro d ^r-fkbolo fi- 
Xt lt oh,occ«pa»do perfida i( principale raccogliendo moki giudei , afidi 
■ co n grande e fsenitù tutta la promntia,& ' uccide a quanti f^mam poiea m 
ua re, t q «ai ft tetano a Gami monte. Gabinio ti edendo queSio, mandò ^4ntt . 
patro come prudve intorni a quei the ribellati sno t per reprimere U toropa^ 
%ìa,cbe totnafsera a miglior fentimefttoAlqtiale andatoie rìnocò motti a la 
aia ragionatali; ma nonpuote pigliare >Alefsadro, perette bauca efsereito di 
trenta tuìtlia viudeiM quale fitta con Ga biniti la giornata, fu muto perdendo 
dieci miiiia buomim {tifino a Thabor mote. Gabbila affettato le cefo diGier» 
faU mjtic,ccmpkcvtidù ad^iatipatro,con4tiffe t cf senti o contro f{abatbei t i 
qua ifupemi nel conflitto ^ifci'o andare Mitbridate & Orfane fuggìtìui de 
Vai tbiyìqminon oftemata hfetkjitotnartfm a iJuoi.Ma Gabinio (adotta 
ad f fetta una chiara efpeditione, tornò a l^ma* e diede a Crafio la dignità . 
Strine Incoiò Dama/ceno e Strabone di Cappadacia de l efpeditione di Tom 
peo t e Gabinio contro giudeUtie dice uno pia del'altro alcuna cofa. 

Fatti di Grafia contro Vartbì,e giudei* come i giudei furo 
nodìfpnft. Cap. X l II. 

Hgfro andando con l'efsmUo contro Varthi.pentSne a la giudea* toU 
i: i denari del tempio t che erano due milita talenti , iquai Vompeo non 
banea toccati,& il rimanente de l oro circa otto mittia talentì.Vrefe etìadio 
il craue d oro itoltabile t chepe t r aua treceto mine. Et una mina appo noi e due 
libre e ptep^a , Diedeli queflo tran;; Eleazaro facerdote theforiera , non per M - 
matuagitàypercbe eragitiffo e da bene, ma battendo in guardia i ueli del tem 
pìoaqttali per mirabile beitela & artificio fplendeano da qnefio traue per 
deudo, e battendo ueduto Crafjo notcr raccogliere di tutti)' t tempio l'oro , te- 
mendofi cheiionpigliaffe tutti gli ornamenthdiedegli il tratte d'oro per rku* 
per are il tuttofinolo prima giurare che niete altro piglerebbe del tempio , 
ma the farebbe mete de l'ero da lui datogli s itqnale troverebbe di molte mil 
tia libre . Era qnefh trans da un'altro di legno circondato . la onde era na- 
Mìo.MaCrafoyCome ebe baitele giurato di no Iettare altro del tempo,hatt 
te ttraue 1 <buenncfpogiuro,eprefe del tempio tutto l'oro. "Non ft mtrauMi 
Pero acuno^mc tate rkbc^e fnffero nel tempio nojìro,penhe i eludei ha- 
Manu m dnerfe terre inorando Dio le offerfero da gli antichi tempi. W?» 
Ti r/J! teSÌ ' moni tegrZde^t di qui fli denari,^ cìmuotte t'am ' 
l'affli "* M(b tamtt ic /™*« webcam* piti altri fcrittori con noi 
JJtrma,jo t c p mmeìI te Strabone Cappado^con dire .Mitridate mandati 

G 3 de in 



G 



totllt U%ttcti ita:' gtvdaictì-e 

do in Consigliò i denariyìqaé Cleopatra ti^ìna u'hauea rìpoUì,ei attotenté 
tziéntì di Giudei.^oi non babbiamo altri puHiebì tbfftri tbt ^rr $ D ^ ^ 
onde è mani fello ì giudei per t 'Afta babhatì temldodi Mitbrìdate bauct nia 
da to quitti lai tbcfor'hptnbe non furono mandati di Giudea in Coo denari, f r 
fendimi it tempio fortillìmo.T^on è poi fimile al acro che i Giudei babìtatììa 
^ikffandria batte fiero fatto quello, quando non fi temeano di Mitbridate. 
Dacci teìììmonio S trabone medefimo in altro lunga >pet the nel tfpo che paf- 
si Siila in Grecia per combattere et Mithridate, dkcft che Incitilo venne in 
Cirene città perla feditione della nostra gente che ha empiuto tutto' t mondo, 
e dice, Sino in Cirene quadro fette, Cittadini* Contadìnìi Coloni, e Giudei . 
CnteHa per tutte le città i diuìfa, netrouaft luogo in tatto 1 ! mondo , oue non 
urliamo di quella generatione.Tcrch e Egitto e la Cirenea mentre che furo- 
no lotto un regno, imitarono dì coloro la corner fattone dì manieratile vft* 
ttanolelorofcntturcelpethlmeiìte raccaglleitano pecunie fecondo te pater 
ne leggi de giudei. Moflrofft adunq the gran parte de giudei habìtaffe in E- 
ghto t tgran parte d' Alexandria citta è augnata a quella gente. Et era ordì* 
nato ttnprencipe ebe reggere le caufe loro e lefcrittwe>ede$e loro i precet* 
ti,tome prencìpe di perfetta repub lica.Treualfe tuffatila molto quella gene 
fattone in Egitto .perche furono giudei da principio Egitttj s e perche l'Egitto, 
è alla giudea uìcino,&per quei che indi pervennero in Egitto. "Pafìò etiandìo 
a Circnca,pcnbc è ulema a t' Egitto, come anebo la giudea, kquai prima era 
HO fate fott'ttn regno. QueHo dice StraboneXraffodifpofìele cofe tutte a fua 
noglìa,andò cantra Tartblyùue fu con tutto l'esercito uccìfo , come aìtroue 
mofìrammo.Ma C affla fugito in Soria, & banendola (lift fa dalle correrìe de 
Tartbi,cbe per la fionfìtta di Crafìo erano più arditila nuouo per ut ne a Ti 
ro, & indi afeefe in giudea. Et azienda Tariebena città la faccbeggià } c fece 
prigioni trenta milita huomini,e prefe Titholao de la feditione d\Arslìobolo t 
facce flore >tnuttato però tfAntipatro . lionate effendoll molto amicifftmo t 
tuttauia umana gli ldumeì,de ì qstai prefe per moglie Cipria nobilifima fe* 
mista,? generò dì lei quattro figlinoli Fafelo et Herode,che poi fu Bg,loftpo e 
Perorai Salomefigtinda .Quello Amipatro battendo fatto con altripatetif 
fimi am'tc'ttia e comma ne albergo . finalmente ft con federò con strafa , a cui 
guerreggiando rieotnmandòfuoi figliuoli, Adunque Catfto condotto Merci 
tofopra l'Eufrate dì fife quella prouincia,che non fu guafla t come e detto al 
troue. 

Come AtiSlobolo fu uecìfo. Cap, XI ITT. 

P Afiato alquanto tempo Ce fare tornando a Ityma dopo' l fuggire dì Tota 
peo e del Senatofciolfe Arifl<jbolo t e lo rimandò in Saria, dadalì due le 
gioiti, perche come potente gli facete la giudea ubbidienti, Ma non godè A" 
ribobolo la potenza datagli da Cefave.Vcnbt Twpfiamprcmnendo lucci' 
ftw con mhno t £ hftftlirùnf Con Ì compagni di CcfaUf otte giacque moln 

totip* 



f T Ti fi 0 A 0 n E C 1 M °< ff 

^fJcl^niolormandò tu****' 

Rip one tWMtg * «JU A-w*/-^ * 

O^molf4»do à*2 U lt$ ™k Antiochia, torneo dì MÌneo tir*» 
m ^J^X^^J^^ fj fattili . Et mandato Fi* 




àdmlobfe la toljèptr moglie _ 

L'saàiiia&CtfarewSma t &m£$ttt. Cap. X-FU 

yerrcniatido Cefìre centra i Egitto » morto Porc/?™ - Antipairo de 

\JGiudetpotentiffimofegu^o d'Umano i precettigli mojìro in pm CO 

fe utile. ?ercbe pagando Mitbrìdatc Vagammo per Concole potendo pdf 

fare per Tela fio, ma Handoìn Afcalon* t AntipaMgli monda trewHiagut virt(i di 

deh&Jppreiìò nobili s fimi Arabi auditori s &perfuo rifpetto tutte le par- a» cip». 

fi dì Sarta erane afauvme Ce fare pia pronti. Parimente lambììwpotenttf- tra, 

ftmoeTtolomcofuo figliuole , che babitauano nelmonte Libano con tutte le 

città erano dì Ct fare partigiani, Mitbrìdate partito di Sorte , e minuto a Te- 

tufio, non efendo da loro accettato,affcdiaua latini ,deHaquale Aniìpatro 

fu il primo che ualorofamente gittò a terra buona parte del muro, facendo 

a gli altri la uh d'entrare netia tèrra. Et cofiVehftofu rottinata.Mauieta- 

do i Giudei Egitti} detti Ontj il pajfoper la prouititia ad Antipatro, &aMÌ 

tbridate, ^inttpatxo lo difpofe ad amicar fi con Ce far e sottrandoli ddprea- 

eipe de facendoti le lettere ,ilcbc udendo quei ebe babitauano in Mmfhisui- 

tarano Màbrìdate . Ai quali andato, e pervenuto a Delta, fece con ninnici 

fatto d'<trme,ctrta il luogo detto {leccati de Giudei. Era nel deftro corno Mi* 

tbrìdate,nelfmiUro Antip.itro. Attaccata poi la battaglia , il corno dì MÌ~ 

tbrìdate,rincnlaua t c farebbe p trito, fc Antipatro,correndo con fuoifoldati t 

per la ripa del fiume ,uin ti ì nimiti,non l'haueffe dal perìcolo di morte lìbera* 

to. "Perche cacciando in fuga i uittorioft Egitti], rovinò i loro Bvccatì,c riten~ 

ne Mitbrìdate chef uggia. Del quale morirono ottocento foldaù,e d'Antìpa* 

tro quaranta.Hauendo poi Mitbndate manifestato a Ce fare la uittorìa e fa. 

Iute ottenuta per opera tfAnt'tpatro, Ce far e f amò di maniera, che in tatti i C( f 

pericoli della guerra fe nefemìa , la onde Antipatìa fu crudelmente ferito . ^ a< j 

Finita la gucrrayCefare nauseando in Soriano fermò ad Hircano iiVrencipa hìtc»- 

todcifacerctotio,* fece A ntìpatro Rimana cittadim>,& ejfente.oìceft tutta no il sa 

uia che Hinano fu nella guerra d Egitto compagno , come testifica Stradone ma 

Cappadoce t pev a umrÌtàd'Afmocoftdkendo.'PoÌcbe t4ìtbrìdate,& Hir* 

sano fomme fati riote andarono in Egitto, Il medifim^ Strabone altroue per * 

0 4 muto- 



autorità di HÌpftcritte,tofi >iarra,Mitbridate effer andato folo ^& c }; 
to due fiaterà cut *4ntipatro di Giudea tintore apprcRb tre mìuia htf^ti 
& rnuitò altri potenti fimi affermando, che fa anche llirono in (jurn^T* 
dittane. Quejlo ha Strabene t ma Manto a Ce fare Antigono d'^nììoboh^, 
bauendo pianto del padre fu o la talamitd,comeper fan cuti fa era fiato t S ne 
lenouccifo, & il fratello da Scipione coti lafcure percoft>,cbicdea the baite f 
femiferhordia dì lui cacciato del regno , <&> apprejfo auufaua Rìrcanv , & 
*Antipatro t che gaiamente reggeano U popolo, & baucanfi portato crudtt* 
mente. Ma ^intipatroritrmandofeprefcnte,fatiìfacca alle obìettiontjimo- 
firandocbe .Antigono con ifuoì era rìbelioté- nanaua optato e^i neil'efpedì 
itone s'bauefie aff aticato, diceapoi che *4riBobologiufìamenie era Stato c5 
dotto a F^ma,pcrcbefetnpre era fiato de ternani iniwico t & Jtto fràtelloda 
Scipione era fiato defuoi latrocini] punito . "Poi che ^Antipatro htbbe detto 
ijuejhyfìce anfore H ir cavo fommo facerdote , e donò ad jlntipatrola potè* 
{là che egli sbattea cletto,crramlùlp di tutta Giudea tutore . Conce f e ancbo 
ad Binano che rifaeefie delia patria le murajomegli bauea cbieduto digra 
tiit,pcrcbc anebor fiaccano roninate,eotne le abbattè Tr.mpeo^ndc fecero i 
confoli una determinatiotie del Senato nel tapìtolìo in tal giti fa . Lucio Vale- 
rio di Lucio figliuole confalo, fendo raccolto il Senato a 1 3 ai Deermbrio nel 
tempio delta Cócordia t prefente Lucio Copìnìo di Lucio Collina figliuolo, e Ce 
portò figliuolo dì Q"ìYÌi}O t di quello di Meandro dì Dorothco , T^tmenh di 
^Antioco, &Mi-f] andrò di I afone legati de Giudei h uomini da baie,®- adì» 
tori hanno parlato jiwuando la beviuolcn^a, & amicitia con Immani fame 
era prima. IJ anno offerto un feudo d'oro di J oooo. fidi per ìnditiò degli al»' 
tì,& baio cbieduto lettere a tutte le città libere ibe le prouinck e forti loro 
' non patiffro alcuna uiolen%a. £ piace tuta adìtqueal Senato dì rìnuvimre co 
loro l'.imkitìa c compagnia^ concedere la dimanda loro,& accettare il fcn~ 
do . Qticfìafi fece fotta Hircana fommo Sacerdote e rettore del popolo l'anno 
Qdtlmefe Vancmo. Hircanó parimente fu commendato dal popolo Mbe* 
niefe,penbc. battendolo giudicato benigno , tfi mandarono fcritto un tal De* 
creto.Sendo giudice e facerdote Òtatùfto d-^fetepiade figliolo,* dì z^.del me 
feTanemo, fidato un decreto aintàgUkati Mbenìcfì fono ^tgatbo pres- 
Ctpe i & Deurte di Meandro fuiba Ulìmufto ne fece uttpat lamento: fato nel 
Theatro un Concilio a undici di Minchioni mefe Oorotbeo prencipe de facer 
dotiaeconfentì , & Dionifto di Diamfio figliuolo , che con luifedea difie : ibe 
tiìrcaw fommo facerdote,e rettore de Gtudri era confederato col popolo no- 
Sìro,e(faido uerfo ogni citta imo fedele,?? tifando ogniindufìria a loro bene 
jrcy.c the itenUn tn Gkrufaletnme Ji tbenicft, o ptrìlpubltco come levati, 4 
per loro bifogm particola» , li bauea raccolti magnificamente, e proceduto , 
the rttowmSero fusamente, la onde c fiato fitto ber l adietro uno decreto, 
e? alprejenlcpcr autfo di Dionifto figlinolo di Dorotbco $tmio,ilqualcfa ma 

aifcfta 



tisico Q^r j kt o o te*?, 0 ' •* , 

ftSJfci ai ferirà di aueUhwmo la nìrtà » <$" A mi n^mmì fcwmawliJ 
c/i , ci piace dimorar tbnémo di corona d oro fecondo le leggi Mime* 
t bearle mimarne d'oro Stempio dd popolo** delle gratie,porre afm 
nome una corona ndtbt^mdc fi rapprefentano le tragedie a Ltberopx 
ire* net gioghi VanatheneUUchefinte Gjmia:& babbta cura il magica. 
to,cbc fegS Uà ad e j3 e rcifauore»oU,f mandi ad effetto tutto cri, che ni 
honarfaohabbkma dettato, amo fi uegg^tbedal nfro ottmtpopo. 
loft* commendato rendendoli guardone e fine che gitegli dei Studio noftm 
jmita(ore,battendo battuto da m tati bonari; an-q dobbiamo eleggere ditti* 
ti $ Mbemeft 'alcmìtcbegli portino il decreto, perche battuti tanti honoris 
fi fittiti azionare alia no/ha città . Habbiamo dimajiratò i benefici] de la- 
ntani e de gli jtthcnirfi ùerfo Hircano. 

Come Herodefl* creato $r,efuoi primi fatti. Cap. XP ITI. 

C Efare ordinatele eofe in Giudea ,nauigò in Sorta s & Antipatìe ha- 
n.miob accompagnato in$oria> ritornò it Giudea, & incotanentc W- 
fece Iemttra da"Pompeo\abbàttutè> acchetò le fedirmi deprouìncialicon 
minacele e perfusioni 'limitandoli a ilare inpace , con dire : che conferendo 
ad Hmano poetano itinere felicemente , Ma cbifpereriribsUarfì , bararne 
per difenforeprencipe & Hircano per J^* tiranna>& ì lantani con Ccfare dì 
rettori atnmri nimict , perche non confentirami} che fta cacciato coliti che ha 
«tanti (Ili creato prencipe. Maucdenda HìrcàtiO lento e da poeterei* il (ito 
'figliai maggiore duca di Gieritfaleìne ì &' Herade.ll tutore dì Galilea, Uanale 
tra d'anni i j.«f péfò gli nocete lagiottentiì^ercbe ttincea l'età con la prtt* 
d^^a.Co^ui battuta l'occafinne, diede/i a manifeflare tafua tt'prtU.Vrefe Ex? 
cbia de ladroni prencipe, che gttaiì aita la Sorta, e con molti fuoi ladri lo fece 
uccidere fatto qucfio,dittenne a Soriani cariflìmojquai l'amarono fsmmame 
tCypcrcbe hauea liberato dà ladroni la Soria. Coft lo cotmnedaitano per le cit 
tacche bauea dato loro la pace,& erano ficttri i poderi toro. La cmte a Sello 
Ce.dd gran Cefare parente ebe la Som reggea s dittVne amico, Moffe ad inai- 
ti i quetìo il fratello d Herode chiamato Fafelo ilqaale s'ingegnò di non effe* 
f> gloria minore. Laonde cercami fautori ia Gierufalcme trattando le bìjìtync 
della cit ti e del popolo uirilmcnte. F accano qucfle coje bonorare jinùpatrb 
comefe ftffe di tuttiprenàpcituttauia co cai fama, fi come fpe fio attiene; no 
fu ad Hircano fedele , & più potenti tra giudei udendo jlntipatto coni fi' 
gHxoii ere fiere nel fattore del popolo ,& maneggiare le r cadile iella giudea, 
& ì the feri d'Hìrcano,glìpomttano inutàh . Verche Jlntipatro eraft fatto 
antico de i Immani imperatori^ battendo difpofh Hircano a mandare dana 
ria Fftma&à come d 'Hircano, ma mme fttoi a ì Rimani prfàpali li viadana . 
trip J it:UU f' : ^ a,ììett ^ accufauano ^Antìpatro, dicendo ad Hircano. Sin qua 
da Sopirai qntflvf}{on stedi tu che \A.ntipatro fon i figlioli precede tutti nel 
prciiCipatQ etufilamete dd nome regale tu piteiauasarc.Ma uoglia che fhp 



fìy che non fen^a tuo peritalo farai negligente, pòffedendo bora vinttptttra 
e figliuoli tutta lauttorità>e maneggiàdota t fe/i%a tua co miffion e.TtrcbeHe 
rode fan figlimi® ha ttecifi E%eebia,e chi erano eoa lui cotra L legg t 
ebeuieta alcuno cfjer ucciCo(come che fin maligno) fe prima non è danuta ì>t 
giudicio. Égli però no ha ne (lo da te autorità alcun* jk siwt ardito di far q lo 
Umano udito quello t fi piegò al dire loro , ma più lo moffero le madridegìì 
Hi rea- "verifiche di continuo da lui cbiedeano nel tempio , che Herode [nife cbìatna 
no citta to ingiudkio.Hircano adunque mofio , fece citare Herode , che de le colpe a. 
H«io<k appojìe fi dìfendefjejlquale fpinto dal padre rìandò^aucndoli tomtnefia 
ciò c ^ e mii a ' atl daffefolo,ma con buona guardia . Coft difpoUele cofeìn Galilea 
come gli parue meglia,da pochi foldati#ccompagnato utma,per non mofirar 
fi ad Miratilo terribile feucnijje con gran moìthudÌne,ne nudo e malaccorto 
riirouarft pittanti a giudei ; an-^i fcrìfieSefla C efare de la Sorta gouernatore 
ad Hircano, pregandolo che affoliteffe nel giudicio Herode,e minaciando fe 
no' l faceti, & furono mandate dt Sejìo Le lettere , perche nonpatìjfe Herode 
nel giudicio fiaiBfO alcuno , an%i chefujfc afìolto,perche lo amaua Umano 
cotne figliuolo, Ma Herodcftado nel wc^to con fuoi faldati, fpauetò mitene 
fu alcuno di quei che prima centra iuigridauano^rdito d'accufarto^n^i tut 
tifando cheti e confitentio,ajpettauano il fucceffo. Sede do tatti in talguifa t 
vno detto Samìo, huomogiufto,e perciò meno del periglio paurofo s leuandofi 
parlò in tal forma :Q %c & uoi giudici. Jo fono certo che ninno da noi chiama 
to in giudicio ,b uenuto in tal modo, arn^ì cadauno citato a queflogmdicìo,ap 
prcfentafihumilmente,chiedendo miferieordia,con i capei longhi e di nero ite 
fiito,ma qitefio-H erode ottimo gìouane;donendofatisfarc a la colpa de l'bo- 
tnicid'to è prefente ueftito di porpora col capo ornato,e d'arme circondatola* 
' ciò che fendo da noi fecondo te leggi dannato, tutti ne uccìda > &• egli facendo 
uìolen^a a la uerhk,fta lìbero,?^pn incolperò tuttauia di quefio Herode, che 
egli babbia pia filmato il proprio commodo che la legge^ma uoi oilRg aecufe 
rò f che tata the^a data gli banctc.Mafappiate che iddio è maffimo , perche 
cù$ìu!,ilqnaU per cagione di Binano uolete affoluere t quando che fta ttoì (5* 
Minano affligi rà . i^an fu qutBo men^gna,percbe Herode occupato il re* 
gno,tutùquti ucci fe, che fi trottarono in quefìo giudicio infìcmecon Hircano, 
eccetto Samojlqualc perche era gin fio, amò f(tmmatnente ) & che afSediata 
la città da Herode e Safio t perfnafe al popolo che accettaffe Herode , co dire 
chenonpotcan ofiiggh c da quefio p( ri peccati loro. Ma di quello diremo a 
fuo luogo. Hircano udendo i giudici difpojìì a la morte di Herode , differì net 
fedente giuntoti giudicio, & di nafcohofhe intendere ad Herode che ufàf- 
fe de la cìttàyjcciò faggifk il pericolo. liqxJe fuggendo dal B£ in Ùamafto . 
e peniamo a Sejìo Cef art, feto difpofedì non campar ere quantSque fuff'e da 
nuoita chiamato ingiuditio. Sàegnauafi però con Hircano i giudici , dicendo 
che Wtequejte cofe ermo cantra iii lui, intende* bene il tutto Hircano , ma 

per 



r I Ji RO Q V JÌ A ? 0 * E C f M °- J T4 

fcj fciocct^^ /< ptoutdeaM* boxili; Sedo creato tlerode duca dt 

VbeZZueffè coma di & f#r^,l U*t Utmwf fato poco **** 
ZZ^ml [degnato che Ibauea cbu m ato l ng i ui l ao^ conduce Mbr 
EShliH ^ Mp*m,&xlfrat t lk % th* 
SZ ^i^»^ auiànafcaGicrufaUmme nefacefcc» 

SmJLm chefifcordafk'tUngmtad efser flato clmmmtngm 

é&m bauefidn memoria come era flato afiolto.e che non tanto confidi 
rafie il dolorcjbe fufie de taf aiuto Ìngrat0}& che dotte* confiderai che <k 
fpenfa iddìo i cafi de lague>ra,U onde non douea al tutto fperare Umttoria, 
battendo anche tanto un l{efuo amicone molto gli banca giorno, ne mallo 
baitea fpmawmenteoffèfama che da maluagi perfuafin mofso eraftpo 
fio sfargli alcun ombra di ofefa.Herode contai ragioni placato giudicando 
bauer fzmaffai,che banca mirato ai popolo ilfitopotcre^itorttà a dietro 
Tale era de la Giudea, il fiato. 

Decreti de R^mini^e d'altri popoli e città,del'amtcìtta 
con Giudei. Cap. XIX. 

C Efare ucnttto a Rgmaapprefiamft di navigare in Africa per vincere ^ 
Scipione eCatone.Jituimxndò Hkcano legati, chiedendo che con* 
fermafse co lui t'amscitìa. Tarmi nccefsario manifeftare come i lituani prt 
cipì con la gente nofira fi con[ederanOsaeeiò tatti fappiano che defilano i 
He d'afta e d'Europa di accompagnar ft con la uigorìa de Ingente noflra,per 
che iitr.au ano la loro fedeltà" }tna perche per odio non credono a, fcritton Ver" 
fìani e Macedontch che di noi parlano sperche no fi trottano in ogni luogo ptt* 
bltco e i medefttiìificretì,mscfolamente appo noi,& akuni Barbkri$tuitama. 
vo è da dubitare de i Immani decreti > per che fono anebor ripoHi ne i publici 
luoghi t et in tauolc di metallo intagliati pedono ad capitoglio.Et Calo Giulio q wk 
Ce far e fece per una tauola di metallo manì[ejlo,ebe erano i Giudei d'^élefsa t0 j[Cc 
érta cittadini. La onde comincierò a prouarlo manifestando i decreti del Se- far* pei 
nata c d. Giulia Ce fare di HÌrcano } e del nofìro popolo, Caio Giulio Ce fare Ini- Hirea- 
feratore ,Tontefice,e Dittatore la feconda fiata a i magiflratì di sidania a la Hfl * 
tu ria, &al popolo falutctSe fiete pini, gli è beve io fono fatto col mio efieifì 
toMandouìla copia del decreto [alto ad Hircano figliuolo èMefiadro prcn 
tipe de [acer dot i t e rettore de Giudei, acciò the fi riponga ne le nofìre publj. 
che memorile mglio che s'intagli greco e Latino in tauoledi metallo . Et È 
quefiaC. Giulio Cefarcimperatorc,Tonteftce,e Dittatore la feconda fiata. Io 
[pomatamente e con giudicio ho determinato s che battendo Minano d'Mcf 
f andrò jjzUiido hora,e negli anni pa fiati in pace e guerra mofirh lafua fedel 
ite dittg£ta,et poco fk che ci stanne in foccorfo ad Mefsandria con x 5 oo.ca 
totlitctmwiLitodamz iti aiuto a Mìtbridatedì mofìròfelkhfmo tu ognieo 



SELLE ^TiTlCfiìT^' GlVD^lCìn 
fa. Munqueper quefie ragioni comandò che Minano d'Mefiadro S r 
JW figlinoli fieno de giudei rettori,^ habbUno il fanmo facerdotinfT-t 
fuo popolo fecodo i cottami de la patria, & che egli co fuoi figlinolt>miei< 
tonfano trai mici amiciflimi anncuerati.ct che poggia (gli e fuoifì^htt 
luttclegiurìfdittontfacerdotalì.Mafe anoùrà quiììione di cofe giudaiche u\ 
giunto che itttt&a, al nofiro gindicio,no uogiio però fa fughino per l'ì mcf nA 
re defoldati,o che fi rtfcuotaw da loro altri danari , Tale è di Caio Ce far? I 
de ere to che poffedeffero fuoi figliuoli itfrenàpato [opra giudei, e fa'lpren li 
pe defaerdùti e rettore focorefse a i legati che hauefjero patinatami «ioli 
3$,ct che banca rimandato ad Hircano d\Akffandro figliuolo i legati de m 
da, fa tratterò con lui de la amìcitia,et aiutargli appendevo una t%o 
la di metallo nel cipttotioja Stdone,in Tiro & in Afealona e ne i tepiìfcrìt* 
la con Greche e tat,ne kttere.comedtfottoftmanìfetU Et commandò C Gitt 
Uo Cefare imperatore e Cofota che per homre,Hertà e dementa fifa quello 
decreto a rettola pudici & agli amici per k città manifesto \ednikU 
Mero alloggio^ quella legge fuffe a tmii luoghi mandata, éconcefie p 
commodo del Senato e del lumaio popolo che Hircano ^kfandrofiiUm 
lo e faot figlinoli fuffe prmipe defacerdofa pontefice in Gìerufalcmme, con 
ff t tt4 #ì* «mmìmm^&rì. Caio Cefare determinò cheque, 
iti poffedeffero e fortfaaffero Gierafalemwe,e che Hircano Vrencipc dì fa- 
cerdottede la gente Giudea rettore la gouernafie afmuoglia, e che fi diano 
a giunti Unno fecondo de Affitto trenta moggi de la rendita del coro, e che 
muno li faccia ingiuriale li {(ringa a pagare. .Caio Cefare la feconda fata. Co 
Jtà ha SìatuttOycbe paghino gli Ivppenfi mbuto a la città di Gicruf«kmme 
ogn anno eccetto ilfetttmo,che chiama lf anofabbatico } cioè dì rmfo ,perfa 
■ !? ^cogliono i fmtì,& che diano ad Hircano, & a 

fuoifigtiùUk decime, & che ninno prefetto o duca raccolta i faldati fu ligia 
dea t ne ut piglino t fddatì denari per l'mnernatftoper aiira ragione, ma fa 
no al tuttolfan.Toffcgganoetundio ««elio fa poi hanno haunto, pofeiiu* 
To C-comprato, & loppe àttiche bcbkro giudei da princìpio poi fa (e 
fmno confederato con ^m^commmdiamo chela poffggano , De laqud 
m voghamo fan Hanocrnoidefeendenti ìP ìglinoda pvffefori idlaefé 
Sidoma moggi zo<; 7S , ognwto, fuori fa>lfmmo t 
Uicjabùatico chiamano, nel quale non arano , ne raccogliono frutti . Tiace 
etiandio al Settato che > poderi, i^alifono nel grandìfjum campo t chr Uirca 
m t &tf m maggiori p»flede a , t o,fano da Wrcano e d t Giudei pofseduti d 
Upafsaugiurtfdittone che m haueano , Et che filano le leggi, che furono da 
prmnpio tra 'pontefice^ Giudei,& ì decreti dappoi. u 'dal Senato or* 
dmfandoh io la medefimaamntlQrdkò il Senato fa haucfsr Hirca 
no de M rettore i luoghi e terre in Lìdia^uai offenderono p dL de iìp 
mm * ù SorM ' * F<»™?l *lkr g o.Zt di f t conceda a HtnZ. Vi 



tutti 



r i b n Q or a 0 D È c T M 9- S1 

d ie ìfpnwoùut combattono a corpo a corpo gh huommck bejUe Etfg 
% ZaZ Zi m^re o dal maefìro de cauaMndfer prodotti mSe- 

7ZTiTfmmVJe rettore de GÌudet.Hauedotp*ffati Imperato 
ri ne te prosit remiate buon tefìimnio ad torcano prencipe àefaerdm, 
& a Giudei innanzi al popolo, & al Senato, & hautdo ilsenato.&ilpopo 

10 rcnduio ,r*tie,tmmipar U tocomencuolc tenere mrmoyia, e prouedcre eh* 

Uìrcano, Mfi^f^p^fiJ^^ e ^^^f°P^ e ¥? cttat ? 
ttomamsitidardortatolCaio Giulio dittatore e Confato de ternani ai magi* 
Sitati^ U mrì<t>& il popolo de Mariani falute. Hannomi parlato i giudei m 
Dcto s cJr dami de le Colonie de Giudei preferiti ì itoflrì legati t c m&raram 

11 demiOiper ilqnal vielote.cbe tifino i paterni coturni iftcrificsj.Ttf mi pia. 
(e che ftfiahvio contragli amici noftri,ct a tutori ft miti decreti, o ebeft uie 
ti H tara itinere fecondo la fnaconfuetudine^ouero che diana denari per con* 
viti e per te bof He, perche non fi vieta anche in Rgma che non facciano 
quesìo , -Perche Caio Cefare (tìetitndo che non $ facessero callcgijper k eli- 
ti non lo vietò a Giudei, ne che defferoi dtmri,nc appreSlafsero ì conx'uiM^ 
o'hl'j retandolo ad altri, communio a quejlifolt che fecondo i eoBttm e leggi 
de la patria fi raccolgano. Farete adunque bencriuocare tafenten^a data co 
tra gli amici nosìri perii fludioefauornoflro iter fa di loro. Morto Cefaf$ 
Mat.vdatomo 'Publio Dotohella Confali raccolto ìl Senato,iniradoiti i lega- 
ti d'}JÌrcano,parlaronode la dimanda loro } c fecero co quei amicitia } detcrmi 
nando il Senato di acconfentire ad ogni loro dlm.tnia.Iit acciò non paia mcn 
yagna qllo,che ho detto ,il decreto del Senato,da lepubtiebe fattole de l'era- 
rio copiato è tate,fotto Quinto Rutilio de l'erario prefetto ef tendo a i }.d'^i 
prìle fcfitto nel tempio de la Concordia preferite , Lucio Calfumioe tutto'l 
Senato.Vublio Dolobella e Mar. sintomo difsero,ì^on accade porre tic l'era 
rio quello effe Cah Cefare per decreto del Senato determinò de Giudei , ma » 
piate a noi,came etiandia ha ordì nato il Senalo,che queflo fi Intagli in t ane- 
le di metallo^ fi mandi in cadauna citta,accw ebe mi medt'fiìnarn etelo inta- 
glino in tauole .jtu.di Fcbraro nel tempio de la concordia . Furono legati 
del fommo faeerdote Ltfmaco di Vanfani.t,Mefsadro di TbeoÀ>ro,T.ttroclo 
di Cberea y e Gìamta d'Onta figliuoli Mandò Binano uno dì quefli legati a 
bolobeUad'iAfiapraconfolo, chiedente che afsolncfsei giudei da la mìlU 
ttei Perche potè/fero otleraarelapaternaconfuctudine > ikbe ageuolmente. 
ottenne. Et Dolobella battute d' Minano le lettere , immanente feri f e a, 
fattele città d'afta , & ad Efefo che era la principale , in tal gtttfa , fot* 
to anemone giudice, il primo giorno del mefe leneone . Dolobella Impe- 
ratore a la euria, degli Efesij a imagftraj't , & al popolo fatate . Akfwf 

èra 



ero àt Theodor o legato d'Iiircano fotnmo fteerdete e rettori- de cinti ' ' 
bufato a fapere , ebenonpoffono i fuoi cittadini andare a la guerra 
(he i?o« h licito che portino arftte,ne nudino in ulaggi nel fabbato, ne tmr^' 
hattg copia de cibi fecondo le paterne leggi, la onde io gli affatilo dali 
litia, come hanno fatto ipstfjkti imperatori , e concedo che tifino le petente 
fUatnità cfacrijìàj ,ccbe raccolgano fecondo il coflume ir pecunie p>.riù m 
enfiai , & co fi voglio che fermiate et tutte le città . Cofì furono ì noSkup, 
jvltì , poi the mandò Hircano a DotobeUa ambafeiatore . Et dìfie,LucioLen 
mio Confuto ordinò che i giudei itfimanì cittadini che baucano tetnpij fìsfle. 
ro m Efcfv affolli da tawttitiainnan'd al tribunale per la religione loro,fai- 
doLuaa Lo;tuio,eCaio Marcello Confali, prefente il Senato Balbo legato* 
J'iuiYìo a n.-agiflratì , a la tmia , & al popolo fallite . Lucio Lenitilo Con- 
fi io ofidue da la mititia ì Giudei , che fono per t'Ufia , e qtteflo per mie di- 
tnande , & Ihoimpetrato da Fanio tribuno de la plebe e da Lucio Atonìa 
a l'erario prepofto . Defidero adunque che fludiate come non fiano d\tl- 
card motefiati . Decreto de Delif fendo Bioto prcpoiio attinti del mefetra- 
gelwne à la thulatione dei giudici MarcoVifone legato venendo a la noStra 
atta per /cogliere faldati chiamando noi e miti cittadini , commandò chet 
giudei immani cittadini non fu fiero afiretti d'andare a la guerra, perche Cor 
ìu ho Le ritulo Confato li hauea per la religione affetti da la guerra . Et peri 
Detti io f' 1 m $' ero c ^ ìe ttbidtfta e i-Confoto fecero fittiti decreto per noi i Sardieni ; 
di CFa- Cal ° Fanto di Caio figliuolo Duca, c Confalo ai magifiratidi Coo fallite . 
ilio Con %. Qglio che tappiate come fono uè unti a me i legati de giudei , chiedendo i de* 
jolo. crai del Senato fattiperlero,&k cofe aggiunte. Foglio dunque cheprouc- 
diate a quefìi buomini fiondo' Ideerete del Senato che tornino per la vojtra 
^provìncia fén^a offefa atesina . Et èffe Lucio Lentulo Confalo che i giudei cit 
Derma F«*wtyMMiw , che baucano tcmpijin Efefo per la religione fufiero affolli i 
di Lucio FecrfiqucfioauintidiLuglio . Lucio Antonio di Mar. figliuolo vicario de 
Anco - l'erario e proconfalo, a magiftrati a la curia & atpopolo di Sard'tanifakte, 
Smwuo fpKMafMHMjtotkkn» noi,ci hanno fhteo conofeere, che hebbero 
di M, Pii fi £ ^o le paterne leggi un proprio Senato e luogo,oue trattamno te hi fogne 
Ilio. e giudici) loro,& hanno dimadato che gli fio. lecito far qucf1o,& bo fìatuito 
the fi meitea in egctto,M ar.Vublio figliuolo di -Publio e Mar. Lucio di Lucio 
dicanoci andàdo a Lentulo proconfolo gli facemmo fapere quello^che Doft 
theo Mfffandrino dì Clecfatrida figliuolo ha detto.cbe i Giudei Etmani cit- 
tadiiii,che fogliano edificare tT'pij. Separé a lui che per religione li habbiatto 
fiat ti t chfjhwo fificlti,e cofifece, a uinti di Luglio . Eftendo L ucio L emulo 
e Caio Marcello Con foli . Vece Lentulo vn decreto, che i giudei Bm mani cit* 
iv, ^'[^^f^f'àftre tempij, innanzi d tribunale in Effchfuf- 
£523 r ?f ° R£ , " {JÌl "' P m ¥^^^f^C a h^bkhài Caio 

cct.fi. finitolo Ccnjclo Salute . Sofipatro legato d' Hircano prencipe de /acere- 
ti si 




Jtoi j'2uaMU?fa M mnlf4 i tbejb n tuia ntf'tdr atutort, e che 
Kflfi Lmihàm* ** 1 < «fr'f*»"»* & qwtwqiu dicano $ Tul 
uJ apertami éenmpmeaoa loro; decreti, fatti perorici tutta- 
ma tubai »mminU(o che ft faccia c*fi. Onediimoadvyue che a not pa* 
rimente ^*^i«p , 4*(tói>rtfe«**w*' éaf, / Èrw " ( m*dsftmiMahbtamtipt<- 
vitato tatuilatvr^ e riposa W le p'Mcbe finiture, & quato d atilo che 
ci commendi , presiediamo che non c'incolpi in coft alcuna. Vubtto SerttUk Deirei 
(fi 2>«6#« (falba figliuolo a metgìftraii, a la curia & al popolo de Mile riffa- » di; P. 
tore , -pritttno di Mercurio figliuolo ttafira cittadino, tratta t fa b te b-fgne ^ fU , 1 " 
( m TVjtfi, wi r/cVtf ; fl tenderebbe i Giudei contro il v oler noììrofono di unì in- ìo ' 
quietati, e che ubiate che non ofìtmho i [abbiti, edifichino tempii » fecon^ . 
do la legge de la patrn, e raccoltami frutti a collane loro/ foglie aìtiqut 
ebe ftpptate che udendo il parlar fuo , e de gl'auerfad , bo deterwbttto che 
nofelin isti a leu n a de le predette cofe D cerato di Targarti etì fvtto Creatilo ^^ e * 
giudice n e! mefe Deftopcr.determinatione de Vrettcipe, "Perche i Romani fé- pjg^,, 
gitendo de 1 loro maggiori il coftume,ft pongono a peritalo per commttne de- meni. : 
fenfione degli huotìtìnÌ,e {indiando che i laro alatori & amici (liana infelice 
t feraii fiato, battendo mandato H'trcanù prencìpe de facerdotia quei lega* 
ti Stratone di Tbeodoro, ^dpoliotùo d'^ileffandro, Enea d'^Antipatro , <Ari- 
fìobolo d'iAmintba. , Softpatro di Filippo , buotnìni o Uhm , i quai battendo 
motho al Senato il tutto s fn dai padri determinato fecondo la dimanda toro* 
ebe^tntioco d* ^Antioco figliuolo non offenda iGiaiei de I{omani aiuton y an~ 
?i che gli renieffe,i camelli, i porti e la protiincia & qualunque altra co fa 
che luuefft pigliato de lefue, e pofjino portare detiporti ciò che piace a to- 
ro , & che ninno f\e e popolo piglia da i porli di Giudea o loro gabelle alcuna 
cofa,eccctt ì Vtolomeo Pgd'Meffaniria, itqtul parimente è ìtalo nofìro aiti 
tare & amicò techefilieui la guardia da loppe ,ft come hanno dimandato , 
Ma L'ilio Velico b uomo ottimo de la noHra etnia ha eommadito che faccia 
tuo riufeire in effetto. qstefio iti quella guifa cbe'l Senato ha dirotto prouede"* 
do che i legati p-}(ftno ritornare a la patria, firn* Gabbiamo eli audio tolta 
rbcoda-o ne la curia # nel collegio , tifale hauendoei dato una lettera » 
il. decreto del Senato, fece parlando manifefia tfHÌreatto Uuìrtàdela libe- . ■ 
ralttj, perche giona in publico e pritta temente a intti,ebe a lui pervengono . 
U abkamo reputi? le fetore tra le pttUicbs fritture, determinatoci fa- 
te d tutto peri Giudei de Rimani aiuterà fecondo! decreto del Senato.Cbie- . 
}e Theodor nel dire U teucra t che mandmoinofiù magìftrati ad Hircan* 
meopta dd dcrmo,nelqual e ft mamfefhft del popolo noiìro la fentenza , e 
tMmajjt (beji a>nfcrit4fiè& ampliar la noUta mkìtìa m quelli, arri 

CQrdandvjì 



DELLE jt^TÌCHlTA 1 Girb^tlCttt 
tùrdaniofi che a tempi dÌJtbwam, che fu di tatti i Giudei padre , t mì\r\ 
E«ri- maggiori gli furono amiti , come trottiamo nelle noflre memorie . Decreto de 
to à'A I i jt ti camtfjèi fetido Merano ss d'Mtfltàe figliuolo facerdate. Tìae <j«e al pù p a 
lupa unite dì Marco Mtffa ndto,che iladiando t Giudei dì contìnuo alla pie 
tà, e battendo il Romano popolo benefattore di tutti per Fornititi* , &• aiuti 
dcOìftdeifctitto alla xoflra città , commettendoci cbefilafcìno offerirei fo* 
lem factifktj . Ecciadunque piacciuto dì concedere a ì Giudei mafebi e fe- 
mine di celebrare ifabbati , e fare i fzcrifictj, fecondale Giudaiche bggi , Et 
l'alcuno li noterà , fin colui alla militia obligato » e debitor della cittì. De- 
pzàc- creta de Sardìani . Et piacciuto la caria, & al Popolo affandoci imagi* 
to 4 * e firati, ebeì Giudei habìtatorì meli* noflra città hanno dd popolo mentì» 
*j rd,a * to molti e grandiffìmi benefici} % & bora entrati nella curia., chiedono dal 
popolo dì congregarti a dìfporreì fuaì giudicii, , fecondo la libertà data lo* 
s ro da ì Promani t la onde gli habbiamo affignato «fi luogo t oue con le mogli e 
figliuoli pofftno a Dio celebrare te confuete orationi . ^Adunque t parato al- 
la curia, & al popolo concederli che fi raccolgano ìnfmne a certi ai feondo le 
proprie leggi, & affignarfi un luogo acconcio per fabmhe e Uan^e. Et bah*. 
biatìo cura i prepoHi alta Hcttouaglia* di condurli quelle cofè diche baueran 
Deere- no bìfogtto . Decreto dì Efesu' fatto Menofilo giudice il primo dì del mefe ^ir* 
•odi** ttmifio J^icanored'Efcma difìe , E piacciuto al popolo per dui fa de i giudici t 
** fi > the bauendo i Giudei dimandato nella città, (fendo Mar. Giunto Bruto prò- 
tonfiilOidiofteruarc il Sabbato,e fare fecondo le paterne leggi in ogni co fa fot 
<%a effer impeditici procon fola li concejfe il tutto. Et è piace tuta al popola tpc? 
gggradirfi a i S^mani,non uietate loro che non offeruina il S abbate t anTt con 
ttderli che offeruìno al tutto la legge giudaica , Habbiamo poi conof ciuco che 
mandarono il Senato e gli imperatori molti sieri decreti adHìrcaw per là 
gente nojira, & da più altre città o mugiiìratì t lettere o decreti in rifpofìé 
delie ni fire , delle quali baflibauer narrato le fopr adette » a per fondere a chi 
leggono fen^a odio . Et fono maniftfit fegnì detPamkkia tra noi e Rimanile 
tauole di metallo che fono boggi ancora in capìtnlio,e uìfìarannopvr l'antri* 
re, I-fon mi è parato di efponcre ogni cofa, coinè opra (ouetchi* e molerà, non 
credendo che fia alcuno tanto difficile , ebeftpenft i Rimani non hauir tifato 
iter noi hutnanìtA,Uqual tanto foaente hanno mo(lr4to t e eont fe* ihenS kob 
bìamo nelle prt tiene cofe ufato m$%pgna . Tatofta detto dell amkitia nofìra 
a quei tfyi Hata con immani. Leuufji a quel tempo fèditiatie in Paria per tale 
tìccafione Baffo Cecìlio Topeiano uceife a tradimeto Seflo Cefarc, & prefe ce 
ifuoì filettiti il maneggio del l{egna, Fece fi efiòdia una gra guerra circa J.p* 
meo. da i capitani di Ce fare , a i ejuati mandò Antipolio aiuto con i figliuoli* 
ortcordandafidegli butani beneficu\giudkando effer giutfa cola punire chi lù 
hauea accìft. Ma durando la guerra,ncnne Mar, di Hamape* fuctcdtre dSe 
flè. Ma Caio Cefarefti HCcifincl Senato da Arttto e Ca(ho,poÌ che bebbe re* 

grinta 



fcdtt t « c meft fei, tiche hanno detto più alm finitori. 

^ Fatti di CajL^iMaUco^glìeémdMioper.g^ 

Cap. , a « 

DOp. U morte dì Ccf arcate tra ^omanipmtipi la guerre fp^ 

& andando per le Mraceogttatafoldat l ,& artne,e da»««th regmigr*- 
Itìfltme tajttie riferendo ddU Giudea pò* di yo talenti de danan.MajMH 
patro ttekpdok co fei» gran turbamento ,dimfo tir tftuotere lepetumeaà 
amcnàHi- 1 Minati dande adHerode amile che parsero da fcuotere f r(t dl§t 
(iti, te altre lafiiò fimterc a gli altri . Et battendo tìerode prima feoffo dì Gtt 
Uka quanto gli fra flato comcjfo,diu?ne amico dì Cajftc. Vercbe cr« fi àfpo* 
Sìa eli compiacere a Romani, e conte altrui faihbe atquìjiare il loro fatture. 
Magli altri procurami uendeano le città coti gli babttatori dcHequai Caffia 
ne occupò quattro Ct>fma,,j£matttnte t LÌdda t e Tbamma, & era qua fi perda 
$0 Afalaco,fc no» gli mandaua Uirca.no cento talenti del fua pvr ^AmìpatrO, 
& e* fi baueflerafl renato il fuo empito . Ma partito Caffio dì Giudea , con 
molli da nari, ordina Malato ad^dntipatro un tradimento per uccìderlo, atti 
fatidt.fi la fua morte ejfer tu difft fa del principato d'Hircano.^tntipatro udea 
do quello andò olire il Giordane oue raccolfc d'arabi della provincia PnO 
efjtYcito.vur Malato che era Intorno accorto,affcrmaua con fatramcnto,cbe 
ne ii lui ned figliuoli banca ordito ttadimentOifatisfaccndoli con tal ragione^ 
(he reggendo Faftlo Gierufaiemme,bauendo Herode l'armata guardiamo gli 
tra caduto nell'animo una talfceleragine,la onde fi riconciliò co ^Antipatro , 
Ma reggendo Marco la Svrìa , & battendo ìntefo ebe Malico à nttoue tofe 
Rudiaua,uenneper uccider lo,iicbc per poco farebbe Attenuto, {è lAntipatro* 
tbiedendo non l'hauefic liberato , nonpero fapendo tbt libtratta colui, che 
l ucciderebbe , adunque Caffio e Marco raccolto l'effercito,crear^no di tut- 
ta Soria duca II erode r accottima ridando li le nani co tutto l'i ffer cito, e gli prò 
wafer 0 di crearlo di Giudea ì{c, compiuta laguerra,cbe contro limonio » cS" 
il gioitane Ce far e già s'akìcinaua . ^dll'bora Malato più temené fi, pi nfutta 
pur d'u ccìdere *A ntipatra . Et corrotto con danari ircano il lacerna , 
perche mangìattanoamendue con lui uccife tal buomo con utteno,& hiucn* 
do [eco pi» faldati con l'arme, prefe la città. Ma intendendo Hmde Pafeh 
te ìnfiiìe dì Malato contro utntipatrofaro padre, & apprcflandófi alla uett 
detta, Malaco negaua c§ giuramento di no» batter fi adoperato in modo ale» 
Ko «Ha norte d'Umipatro . La etti yìtci,defx ntltndo congrandì fatiche lapx 
trtajbebbe tal fruc.Tuttauia 11 erode fi difpvfe di t^emiicare il padre , e Henne 
contro di lui con l esercito . Ma Fatelo che era il maggiore volk con mftdie 
VMer h, acciò nonparefie dar principio à guerra cìuìle, la ondefinfi di dar 
I ta ^mpmle^ c benonfstJfeC9lpcuok(ldla morte del padre . E. fabticb 

H al 



T>niLE .ANTICHITÀ' GlfD^ICìl e 
al padre un ftpokro molto ornateli* Herode ttenendo a Samaria, e ft 0ka 
dola afflitta- la ritratta, e coft non andò trinanti U guerra tra loro . ludi ì t 
co tempo auicinandoftla Solennità dì Gkrufalemme t Herode con molti fobici 
fopr attenne alla ekti,ihhe Maiaco ìntcndendo,hebbe fpaueto,c perfunfe A ^ 
Hircano,cbc non k lafeiaffè entrarti tifila àttà.Et coft ordinò Hircam, aflì* 
gn'ddo tal ragione the no dtiuea codtmc innati al popolo che digiti nana , una 
moltitudine ite gemili. Ma H erode fprcigado il eomandatnèto,entrò di notte 
nella citta, Jtil'bora Maiaco finfe di non temerc,(jatiit:ejite fuffe pieno di 
lieto epiageua manifedarnate .Antipeltro eoe cari/fimo amico, tintdo tutta* 
tiia dì najiofto buona guardiamo uolleììtrode ripredere la fua ftmulatione t 
anzi co doni iaccare^^aua.Ma Caffio fece falere ad Herode la morte del pn 
iréìàpki the tonofeefìe di M alaco ta crudeltà , egli feti/Se che uendicaffe la 
morte ddpadre,e comifeà ì tribunizi} erano in Tiro,cbe fcguifftro d ([erode 
ìl uotcre.Ma nclicpo che uene Caffo à laodicea,gti andarono incotra porta 
doti corone,c denari, tìcrode neramente fperMo the ucnedoli Maiaco potef- 
fe>uMiwft,poi che fuffe arriuato in Tiro di Fenkia,pc»fo<Ji quefia tiia . M* 
diCpofc Maiaco maggior ìmprefa,mìedo 'menar feto di nafoììa ilfigliolo,(hì 
era ofiaggi'j in Tiro,e tornare in Giudea,fperando dìfbUèiiare i giudei contri 
Hom.e cacciato, Htrcano,regnare, r/ientre che occuparti Caffo nciìa gucrrdi 
ma nol.ifciò Iddio riuscir e i fuoi difftgni .ht Herode coprendo lafuauoglit 
fattilo mferm fingZdo che appareccbiafleialbergo.pc.be banca limitato t«t 
ti ut couito,fftii in nero la maio a ì iributii,auifandoli ebe ufeificro armati cS- 
tra Mataca,iquai ttfciti,e fattifi a lui incontro preffo alla U\ra s luccìfcrO fi* 
pra'l lito. H ìrcano uditn <jucflo,fi flnpì,& tornato in fe fiffiò dimSdò ad Hf- 
rvde (opra di qilo 2 e chi l banca ucci fo. Ma dicendo 11 erode ebe Cafjio l'hauti 
comeffo,t.ont':udò tal opera, febe giudìeaua Maiaco httomo malnato, c che 
d'occupare la patria thtdiaua.Coft fu punito Malato d'haueruccifo jtnùprt 
trO.Vartìto poi Caffo di Soriajcucsft in Gieruf.dtmc gran lurbameto^cbe 
Felice prefe con i fuoi faldati le arme contra Fafdo. Et Herode udito (jit-isaiS 
tre che andana da Fabio rettore in Damafco,deftaua difoecorrere al fratelli 
ma nò potea offendo dalla infermità) impedito.TuUau)a Fafelo ninfe Felice, 
e lo rìnthinfc m una torrefa poi alcune ci> codìtianik tafeiò andare , nttajì 
accitsado Hìrcano,<he feordtidofi molti fuoi ben e fi cu, fattori ita a fuoi nimicL 
Tra tato iifrateldi M-ilaco occupalo pi» luogfi^bauea pfo Mafada citldfor 
ti(fim.hcó ilauale Htroderifanato condnfk 't\ficrcito,eripiglieido tttttiilttO 
gbi da lui occupatilo lafciò con alcune leggi e patti. Ma Antigono d'^fiM ' 
bolo figliuola raccolto iefferc'm,e rifeatiato Fabio con danari , tra condotta 
da Vtulomeo Minio che gli era paréte, in Giudea gli duna aiuto ctìadio Ma' 
rione lafciato de Tiri tiranno di Caffo . llqualc occupata per for%a tutta U 
Soriafe la tenea.Marìone entrato in Galilea } pfe tre èafidli t ma Hcrode f ' 
tofeglimtra/ipiglìò iluogbi U {nimupali^L'fiòpaidrc btnignaw 

ifni* 



r ; s R o &r J A.T ò $ $ e * m a. y a 

V U «idi Tirchio ^tanwbo»*™»! 0 «" *^ 
Stia città Patto ffMfk «en»e twM Antioco,? vintolo nel fatto 4 arme > 
y, 3M citta, ratto occupati,®- ritornò utttonofo , 
fa cacciò deipiu altiluogbldiGwea }»a;»«»"r"' v , > 

tf^M of rtuamtnprmio della Vli a 
IrJneZbe tóndo tenuto parente donano tghp* lo difende* , do- 

Sto £&òj «U™** ^ '* pnmamoghecImmataDorin deUa 
*tfivi gif p*pukna>dallaqHale tacque ^upatr.fuo primo figliuolo^ 
J» t oL,et Cefare ninfe™ Cafro ne t campi FdtppUome hanno moflro *U 
trifiritiorh Cffare ritornò rn Italia dopo ta notoria , & Emonio Meme tu 
^tfìa,c mW *» Bithjrtia,/eglijì<cro incontro d'ogni Iwgo ilegtli.Utl bo- 
xa t m bilì$mì de giudei acca fonano Fafeto, & Binano co dire che era Htr- 
tanù fotamente per Ibabito, ma che quelli pofledcano tutte l' autorità, 
tftttauiajAjitonio fimmaméte boriorò Herode.quado uenne a fatiifkre ddU 
acatfc,la onde non ott enero i [noi auerfarì cofa akttna,baue*idolo H erode co 
danari placato. Tot che sintomo perticane in E fé fa, Hircano principe defa- 
ctrdotì,e la gente nolìragli mandò leg itì t & ma corona d'oro , applicando 
tbv fateffe rilaffarc igtudei liberida C(t(fto condotti poi che era compiuta la 
guerra che li fitffe restituito ii terreno toltogli a tempi di Caffio* ^Antonio con 
fi-Jcrando legnile dimande de giudei, ferine a i giudei} & ad Hircano , com- ^ ^ 
mettendo a Tmunfimle decreto,^ .intimiti Imperatore ad Hircano prti- ionio 
tipe de faccrdoti,<$- a i rettori di giudei pdnte.Se ficee foni io me n'aiiegroja ad Hir-» 
co'l mio efiercito fono fano.Lìfimaca di T-infanìa,lofippo di Minea,& ^ilef cairn, 
fitndro di'l'hvotloro legati acuendo in Efefo t rinuouarono la con feder adone * 
prima fatta in iì^mj,& parte per la tua gente Abatino ordinata foliecitam? 
te,mollrandoci il tuo fattore uerfo di noi, ìit intendendo io per i decreti e pa r* 
lari te conferuare tterfo di noi Li famiglialitd 3 df conftderando i coBumi vo- 
firi ottimi e la rdtgione,te babbiamo giudicato amicisfimo. Ma battendo t ni 
mici udir i e del Romano popolo trafeorfo per tutu l'Jlfta, non perdonado a 
cittàne a tempiale ofieruando alcuno giuramento, noi non tantoper quel co 
trafioyu anto per la communefalntc,babbismo punito gli autori delle fiele* 
vaghi contro gmdei>&- altri nationi camme fe . et mi phifo che l Sole habb'm 
bui funato i loro falli battendo ammanto Ce fare Ma U Macedonia ha rke 
nyte le loro federate opere, poi che te triftcoge di quelli frano ne i Filippi et 
ph\ qttai 'luoghi grandisfimifin'al mare da monti fortificati baueano occupa 
J° m K»*f*,tht guardituano tutti i pai fi come unfolo.Tumuia a cattilo delle 
toro tngtulìe opere, li babbiamo ubiti, E Bruto fuggito i Filippi » attorniato 
?W>f* parimente nccifo } come era di Casfto meritamele attenuta, iquai uc 
SS* !!? P n T ******** %> der t ^PMe* * l'^fa <la guerra liberata , dattc 
2. I "WfZwerefpirare. Facciamo adunque con tutti gii autori eorn 
me la pace de ista a noi da Dh^e reftawiam con la nofira alitarla il cor- 
ti 2 pQ 



fio dell'Afta, co meda grandinimi ptfìiten^a liberato . Tenendo a dtntaù a * 
noi memoriamo minto raUcgrare la gente Giudea. Et ho ferino perle I 
che i liberi a ferul fotta Caffto uenduti,ftano frantati , Oltre ciò datoui'"/' 
doni da me } eda Dotobetta ,defiama feruarfi di noLFieto parimente tbv i Tiri 
non ni diano noia,e commandò che teSìituifcano tutto ciò che tengono de Già 
dei . Et bo accettato la corona da noi mandata. Mar. Antonio Imperatore a 
mag>jìrati,alla curia alpopolo de Tiri fallite. Efiendomi ucnuto incontro ad 
Efeft i legati d'aire ano prencipe de fa cordati e rettore de giudei , difftro che 
noi teneuate la ,puincia loro,tbe battete occupato fono la tirannia de no/fri 
anucrfari,i quai non pigliando Uguerra per l impcrio,congìuHa e pietofa p. 
uiden%a barbiamo liberatt,cafiigando quei che fi [cordano o contrauengontt 
al giuramento.^ 'aglio aèìtque ebe godiate la pace con i nofìri autori, ma non 
concedo che tentate le coft da gli autterfari mitri a uoì date , aa%t voglia che 
fiano rcHitttite. Quandoché ninno di quelli bauca battute le promacie ncU'ef 
fercito , awq t'bama usurpato , porgendo aiuto a /incili, che Vbaueuano deft 
derato cofemìque . La onde puniti ì quelli , commandiamo cbeimflrì aittt* 
tori incontanente ribabbiano quello s che pofiedeano. Coft voi fe bauett 
pigliato alcuni poderi d' tìircano prencipe de Giudei, mentre the durautt. 
la guerra di Caffio contro la prouinda no/ira , rendeteli } ne li fate violenti 
alcuna . Mafe bautte contro dì loro alcuna qttereHa, come faremo venuti * 
voi , potrete t>fare k region mflra, e noigiuiìantente fauoriremo a i Tofìn 
aiutati. Mano Antonio imperatore a magiflratìidlia curia, & alpopolo de 
Tiri filut e. H turni mandato il mio edito , ^dcl quale pigliatene tutti, che fi* 
ftritto in ptiblkhe tauole con Latine, & Gretbe lettere , e ponga fi in alto 
che da tutti fi poffi leggere. Marco Antonio Imperatore è trtumuiro coft 
diffe. Tercbe Caio Cafiìo ha rubbata l'altrui prouinda egli aìutori con l'ef 
ferti to y cibatoti inato i giudei, al Situano popolo- amici sfimi , calpt Stando 
ditni l'arroganza con le arme, r'tnouiamo con editie decreti le cofeda lu ì né 
bate , le quai uogliamo ebeftano restituite a aoilri aiutork e quanti Giudei 
fono fiati ucnduti, flavo francati le posfìsftani a primi padroni refìituìte. 
S 'alcuno a qmjìi miei editi non ubidìrà,promctto difametonueneuolegiufli 
tia.Scrtfle il mede fimo a tìdanij, Antiocheni , & Arabi come a fm umpo 
narrerò ,a fine cixfta manifiUo a i Romani hauerfi pigliato cura della gente 
no/Ira. 

La terrar chia di H erode da Antonio ìnflituita. Cap. XXL 

A Titanio poi andando in Soria,bebbc incontra Cleopatra nella Celici*, 
& mnamorosfi di quella, uenero da nttom cento potent'ufimi de Gin 
dei,& acctifauano nerette coafafelo.ma Mefala contradicendoli, difende* 
tgiommprefente Umano ebe già era iHerode fuocero. Antonio vdite am* 
beleparthdmaado ad Umano chimeglio raffèenaffe ìlpopoìa refbondenda 
lui che Herode col fratello a queiìo v^am^mm fattoft con loro famh 

girne 



1, I 



Jiare per tbofpitio del padre loro òcbama fatto co GabintoMurco Tetro* 
In cohmttendogìì de Giudei le facete .Et fece legare qfmdtcìdt qm eh 
tacc»r*u*«OJ>CY ucciderli fe Herode non fi bauefse interfono . ^ondmenn 
ttttìuti dalla igatione,non fte«*M elfetlTor nati poi di nuovo tmia-% adytn 
tomoinTtroÀlidaHcrodc con denari canno commanda a i prefetti da 
tuogbiyche tormentami GwdeUchcfludtatiavo a cofe moue,e fece Herode 
tle! tutto principe. Co/i II e rude incontanente fece intendere a quache era' 
no innanzi alla, città con iftrcano A e fi partissero, fen^au entre al conflitto , 
acciò non gli attetiifie peggio, ma non consentendo alcuni, anzi facendo refi" 
fUtrz* i immani faldati ìmrendo con le armi, molti n'vccifero , altri feriro- 
no & ilrìmaner l tffuggendo,ritornò con timore alle proprie Han^e .Gridan- 
do poti! popolo conira Herode , ^Antonio fdegnato molti neprefe & iteci fe* 
Ma l'anno fecondo T.icoro di figliuola e Baruf farne Sa trapa de Tartbi 
attenne la Sotìa. A quel tempo morta Ttolomeo di Mtnea, LifaniafuO figlio 
lo fttaedendo nel regno fece confederatone co Antigono d'ArifloboU figli* 
io, e col predetto Satrap<t,nc l'amkitia de i quali motto ft fidano,. 

Come Herode fitg^}, & andò a Roma, e de la tirannia de 
Tartbi. Cap. XXII. 

) F^mtfe .Antigono a i Tartbi mille talenti e cinqitccc'to donne ,fe cacci* 
uano Hircano del regno e dananU a luì, & ttecideano Herode coni fuoi 
parteggiani,il che non gli Henne fatto quantunque baucfjero i Tartbi appre- 
ttata l'cfpcditìone centrala Giudea guidati d'Àntigono.Et entrò Tacoroper 
luoghi maritimi, e Baruffarne infra terra . AÌlbora cbmfero Tiri le porte 
conti oVacoto,ma Sidvnij e quei diTtolotnaida,accettarono lajqtiadradtcd 
ualtieri.cbe banca mandato Vacoro in Giudea per turbare il paefe, & aiuta, 
yì Antigono,dandoli per capitavo uno de prcncipi deiplmcrnì regali . Ve' 
nati poi dal monte Carmelo molti giudei in aiuto d'Antigono, per metj^ 
de quali [pervia ottenire parte de la prottinàa,& fitti figli incontro alcuni 
*Drimo t <mdò confitoi in Gierufatcmmejoue raccolti molti al tri, deliberò di 
pigliar il palagio f e Fa feto e Herode fhtto per la piagava conflitto , non lo 
baueffero u info* Et battendolo rincbiitfo nei tempio,mandarom faldati , the 
ùcenpafero le vicine cafe,ma furono dal popola con le cafe arft . De la quale 
iniquità prefe Herode poco dopoigiuftauendetta Et frettando fi o^ni dì iti* 
iieme,afpettaua ti popolo la moltitudine , che a lafolcnnhà de la pcntecofìc 
óouca uemrc Adunque nel éfe(liwft ramifero molte migliaia d'buominì 
armati e tifarmi mornVl temph,per ebe quei che cranovenutì^aueano 
JJf" 0 ia & it tempio accetto tirchi palagio , che Herode con pochi 
Sì- E Et Ufd * tù Bafeh a ^are il luogo, egli confmi faldati 
te 2 T"' * WC cmbm ™^™tmente t euccÌandonein fuga moU 
STJiT^ nefH ^ ìm9dtm P io ' «ItrifHOrìdtWcccatù. tt Fatilo 
¥ * * at ^tlo amto.Ma Vanto chiamato d'Antigono,* U chti con pa- 
li 3 cbj 



DELL* jf^riCHlTjt ' GIFD^ICME 
th'r ftruallìtri fatto co forc d'acchetare le feditione, ma in veto per -fare $4 
Jinligomìl principato . <A mi fi cefi i/uonlro F afe lo, e h raccoljc ne l'alber 
go, ma Vacare difponcndo t'inganno lo per fu afe di nudare legato a Sar-zaÙr 
B¥ , la onde Fafelo non fofpet tondo di male alcuno, accedenti come che fj e * 
rode non eomendafielandata^perla perfidia de barbari, Titttauia Hìrcati^ 
e FafclQ confortati da Tjcoro e dagli altri ad andar ambafeiatori , fi mifjeto 
in ma. Et Tacerò tufi iati con loro duetto essallieri,e dieci di quei che fi chia 
mano li beri, andò innanzi. Et innati i<i Galilea, fé gli fece incontra Bat~$af ar 
ne io gli hnominì armati f che guarà auano la preaincia , & prima li xaicolfg 
benignamSte, donandoli ambo ptefenti, dipoi ordinala centra di loro infidie, 
T Hit «MÌA Fafilo con fuoi ritornami ucrfò il mare.Ouc intendendo ebe SinM 
^ono baueapromefìo a i Torti mille talenti e cinquecento dom^prefe de Bar- 
bari fofpetto. Et bacca la notte faputo delle infidie,effende auifoto d'alcuno, 
ch'era dalla guardia attorniato,^- erano ali bora ptefi tfttti,fe no afpettaua 
tio i Tarti ebe Herodefuffe pigliato in Gitrufakmme , ti fine che tionftt^giffe 
rglì ucci fi qucsll.Tcrfuadendo alcuno a E a feto ebe fugando fi faliiafìc^fpe-, 
eìalwnte 0 feluche da Sarmdla riccbifjìmo Soriano bauea udito delle infi- 
die e promettendogli te nani al fuggirebbe erano lui al mare nidne non Molle . 
egli,abbadonarc Minane, foccorrere al fratello. Et andato a lÌjr%afarne,gH 
4ijje,ne%g!0 che non offeriti tagiaTtilia^lifponendo cantra di noi tal tofe , Se- 
bai de denari. b'pgne piti te ne darà Hireano s che non ti bapromefìo Jttiùgo* 
tto.^4<t%igU e co fa troppo crudele, fc ucdcrd i lega ti, che {opra la tua fedept 
no uenud a te. il barbaro ndedo quifìo,giuraua che no era ucro, an%j chef 
fa Ifef appetta fi t urbana, Et detto qutfioje n'andò a Taeoro. Ma partito lui f 
i Tari hi legarono liticano e Fafdo,cbe del fpergiura li riprender, Ma prima 
che't pineerna centra Ihrode mandatogli-quale era camme fio che lo pigliaffi 
come ufchsa de le mnra,faceffe l'effetto, itenntxo ì meffi da Fafelo mandati | 
che la perfidia de Tarili fecero manifcfia.Herade udito quello, andò da T<i- 
,coro,é" a nobilitimi dcTanbi,iameiitanhft che buttano legato Hireano et 
il frateìlo,mt cilifìngeano din&nfaper quràa f an<j>j dieeana che douea ufeirs 
del muro in contro a chi por lattane te lettere, acciò non fuffero da nimici m* 
Urteniitcperebe diceano loro effer raceolti,per dimoiare che effetti hauef* 
fé operato Fafefa.Ma J-ì erode non gli diede fede, fa pendo che era prefo il fra' 
tdlo,&- per fu ufo da la figliola d' liircano,cheera fita ff e fa, fi a ho de Barbari 
in fofpelte.Et quantunque li altri non gli defferv fede,tgUpure ubidia ala fa 
ttlffnna donna.l Tonbi (landò in pctfiero che cofa era da fare,pcrebe non st 
dittano pigliare manifeHamcnte un tal bnem\ difairotto l'in/prefa. Herode 
dando fede a quettoebe battea udito de! fratello , non (tolte confetnire a gli 
tìucrfir!,«nii difpofe uenendo la fera di fuggire il pericolo. Coft 'ritornato di 
tro c&i faldati pefefapra ightmmi pia maireja forel!o,e la figliola ii'^Hf" 
/dfl^e/i'^^^.k^^'jc^vràf^^ciHffl/'^l^fffcr mjtfieeta madre il 



- . ir j ^ ,/^/> minar fr<itdli>nk toje d maggio nctefta** 

fttffa* r ^^^^^^^^^^ hs 
de inm*.DtW# ^ZitdZCilofe con i fanciulli effermenate uìa 

ratte ;<>ff< rema » m > , fi p iq l isl h Y o malinconia tequale po 

ZJano difola Jre U tda«titd,W$ ^ ^H>™> ™ V* 
ìcsife & nello, vedendo lamadre in pencola di montando merftMta [«< 
rettali tra wfh <t«i dobrt e dal (pacche non f fé da ntmict inque 
Zia afflittiane awunto,tratta te fpada per uccider ft, fu da ehi erano prejentt 
ritenuto co* dire, che non thftea egli a nimicifatisfire . Verche nanji conte- 
nta ad buono fòrte liberare fe (ìejìo deperitoti, c dare tinta put cari a nm- 
cì. Co le suoi parole mofia,ft rttraffe da quello che baiteli dtfpofìo coirà di fe, 
e gommata te madre Seguia il iti aggio, et pervenne a Muffititi cassilo pi» to 
Ho , Et baueana più fiale combattuto con Tartbinel maggio, fempre bebbf 
vittoria J$on perdonò etiandio nel fuggire a giudei, che più dìfefìanta ftadtj 

10 per fluitarono come nemici . Et me fconffljì i giudei, ottenne poi il regno, 
otsc edificò unpalagio,& ma città chiamata Hcrodìo.Veruennta poi nell'I*- 
dumea in B^ifcO terra, toftppofuo fratello fe gli fece incontratoti cui prefe r5 
figlio che coja era da far e, per che te feguìagra mottitudine,oltre i faldati fo- 
rattieriMa era troppo picchia Maffada tcrra,oue hauea desinato di fuggii 
re capiua tato popolatici quale ne mandò stia più di notte milita, Comman-ìa 
do a quelli che per l'Idumea fi [aluafsero , e diede lo ro lefpefeper il ttiaggio t 
indi menòfeco nella città ifnoi congiùnti & amkuVoHe lui le dwte,cbc era 
ho ottocento^ fornito il luogo di grano, & acqua, e altre cofe neceffarie,egli 
andò à 'Pietra d'Arabia . 1 Tartbi uenuta U dì facebeggterono Ghrufaleme 

11 palagio,ma no toccauano i tbeforì d'Hiratno the furono ioo.talenti.Si fai 
hanno etiandio molte cofe d'Hcrode, perche egli pmuedcido ilfucceffi, m l* 
ti ne hauea mandato in idumea.Ma non baflado a i T n tbi i denari dalle cit 
tdyufccndo fuori guajì j tta no la pronincia,e pigliarono Mttrifìd città, Ma jln 
tigono per ialguifa introdotto dal %r de Fartbi nella Giudea , bebire prigio- 
ni Hit cane e Falcio, e molto fi dolp che tratto fuggite le donne, Uquai hauea 
promefio di dare a nimicì inficine co i denatir emendo fi poi che' Ipopolo qui 
do t he f affé reWitaiffe ad Hircam ti regno ti tagliò le orecchÌe,effen da anebo- 

M pigione ^cciò fendo co fi Smembrato, non potefie bauerc il principato del Fi„ rci , lo 
jaernhth, commandando te legge che fidamente gli intieri di membri otte- tagliate 




FI 4 vecider/h 



4 



wàderfrpercdtendo la tette ad unfafsojinì la uìta,Diceft che fendo per la f 
rìsa qui fi morto Antigono fingendo di mediatilo, con tt eleni £ ticcife Mil n * 
tfsendo F ' sfdo ancor mortoceli da ma donna che Herode fratello era fitevL 
to da nìmiàja onde morì wilmentc e con animo quieto, poi che lafàauauù 
no colui, che dcUafua morte farebbe [opra rimici uendetta . •parimente He 
rode nonfit dalla gran calamità fpanentato, an%i diuennepìu fagace. Et an* 
Malsco do da Meliaco de *ArahÌ,per batter il guiderdone de benefici] A lui fatti, e 
Re, che piti glifjcea mettieri , pigliare danari ò a lui debiti oucr in dono, perche 
Malaco hattea da lui ottenuto molte cofe . Ma non battendo udito andar a 
{4 morte dclfratcttoJfadìauadirieomperarlodaTiri con joa talenti d 'ar- 
gentoni conducca ìljìgUuolo,di Fafelo a' 'anni 7, per darlo a gli^Arabiin pe-. 
gno . Ma ttcnntili incontro t me fi da Malaco , che gli eommandattano che fi 
parli fis dalla provincia, perche huneano commandato ì Varthi ebenoaccet 
taf sera Herode, &pìglìaua tale occafione,per non purgare il debito cfsendo 
ttiefso à qui fio da i principali de gli ^rabu&ccib che guadagnante ì denari de 
poiì't 0 battuti diAntìpatro , rifpofe Herode che ttonuenia per granarli ,ma 
(bellamente banca aparlare di cofe neccfsarie afitoì bifognì.Ma poiebcgli 
phtruedìpartirfi,andana cautamente con pochi in Egitto,? uenuto ad un tm 
pìo,ìuì fi riposò alquanto ; il di ucgnente pc ritenuto a tyinocolura , intefe k 
morte del franilo. Et Malaco pentito ptrftguitaua flcrode,ma non lo aggim 
fe,perche armò in fretta i Telttfìe, oue trottata l'armata, non pitale ntuigtt 
re in Alexandria, & dimandati i prefetti, fu con merenda codetta nella cit 
tàii ■raccolto da Cleopatra , laqualnonpttote ritenere,percbe andana à 
ma Ìnfretta>come cbefttfse fortnna,cft diccfse l'Italia efser di feditimi pie 
na . CofinauigatoinTaifilia,a fatica pertttnne a Ttfeediperl'afprexga del 
ncmoQm&auendo in contrato due [noi amici ffimì Safitdo e Ttolomeo,e tro- 
ttando la città per la guerra dì Caf/toguafta, come che fttfse panerò noftri*- 
tenne da far beneficio alla chtà,e donollip rmouarela terra denari fapra le 
fncfor^e.H attendo poiedificatogalee t nauigò con gli amici in Italia, e paca- 
ne a Jìr ar.di th*& indi à i\oma,ouer prima narrò ad Antonio ciò che era atte 
ntttoin Gfadeatf come Fafelojito fratello era fiato ucctfo da Tarthì t e Uìrctt 
no era tenuto prigione,et baueano creato Kg Antigono,che gii .fmettea mil 
le talenti e $co.donnc nobili della fuagete,e che banca condotto aia di notte 
te fue, fuggendo le mani de nemiche (offerendo molte calamità. Lamentauaft 
poi che erano i fitti famigliari in perìcolo perche erano «fsediasi : e come ha* 
ttea nauigato ncluerno . Sprezzando ipertcoli,perHcnircaluiin frettatiti 
quale folo fperaua aiuto. 

Come llero de fu creato ^e dal Senato. Cap. XXF 

AMcnìomùfsoamifericordiapcrle calamità dì Herode, 'epianvend* 
che eoft la fortuna ftgnoreggia a quelli, che fono in dignità,* arricor* 
4andofi deli mutiti fa Mtipatrofwp^re, eperìpromtsfi danari fefufsc 

creato 



1 



1 1 -b k ù a,v a K r o » * cr Mo. sj 

eredt0 ne, fi 'omc prima battea comparato la tetrarchia mam^o pm<ptt* 
trema vg, j* -<j» f _ i ■ „; mirn e reditioUiJhaaea llera- 




%Z™&Jm«M*> apprefmtandoHmde^amcordauano: benefici 
m »2- « >^^orcuoie t & infame action* 
aSwjfimanti à> erade Romani mmfefo nimico fòle per lecofe 
prìJda iHiamcfih,™ perche bora bauea bautta daVanhi dprcnetpato. 
%rezmiìmmm.nSsìii<> per tali parlarne» commoffotl Sema, Sf ornò 
Lrikuua comc era bene ebe regna/Te Herodepcr la guerra de Tartbi. li- 
the piaceri* a tutthfn determinatoti crearlo l\e~F fatta Ritorno forum* dt 
ligèwto uerfo Uerode,b avendoli contro ogni fuofper or e ottenuto canto preti 
eìpato,pcrche non era ito per dimandarlo ,non ftpenfando che Immani k do* 
ueffero concedere perche falerno darlo alla famiglia facerdotde, & pero lo 
ttoiea dare al fratello dì fua moglie , ebe era per padre ((AriStobolo nipote, 
e per madre (THìrcano, itqaatepoi:tuife,comealfuo tempo dirmi, cebe ti 
Senato tra -jJì l'baHcaconcé0 t ìUbètiimofperatf4% e licentiatoto dall'Ita- 
lia, Cofi Lfeiato in Senato ,ufcìrono Automa e CefarebauHo nelme^p Ile 
rode,precedendoglì altri tonfolari,per facrìficare in capitotio,e ponti il decre 
to del Senato. Fece sintonia ad Hetodettn contrito il primo dì delfm regno » 
che fa la i% 4. Olimpiade, fendo OomìtioCaluino fecondo, e Caio ^fimo,coii 
foli. TSlelqital tempo .Antigono afìediaua Alenala copio fa di tutti ì beni, ec- 
cetto che manca» a d'acqua, la onde loftppo d'H erode fratello bauea difpofìo 
di fuggire con iucento famigliari agli Àrabi , battendo intefo cbeMalaco , 
era pentito di qttello,cbe cantra Herode commefio batm,ma lo uietò Iddìo » 
ilrpi.it e mandò la notte tanta pioggia , che empì tinte le cane delle cifìerne . 
D tlla/fitate copia ristorati, tifarono contra ^intìgono,c combattendo con al* 
cani alla fcoperta,con altri di nafeofto, & atlhnprouifo, molti tiacciftro.Et 
Fentìdio mandato da lamini capitano per cacciare i Tartbi delta Sona, 
»e a qttelttpoin Giudea mofìrado apertamete dlualer aiutare loftppo , ma 
ìn uno difpancadì pigliare da Antioco danari. ..Adttqtie fermato col' effetti' 
toukim a Gicru{aletnc > & battuta grà fomma de danari d'Antigono, egli ac 
ciò no fi maniff(ìa[fel'batterrkennto danarì,co la pia fte delteffèrcitùp par 
ti lafciàioui Sitone co alquante fquaire, al quale parimi te Antigono mada 
un prcfcnti,ibe non lo moìeU-sfie,fperanio che ì T Paribigiiporge(iero aittto* 
Come Kerodc-pìnfevtniigonotla Giudea >e la Galilea, Gap. XX fi lì. 

H brade -pentito d Italia a Ttolomaìda in natte e raccolto m picciolo ef- 
ferata de firanìsri faldati e de Giudei, cor fe per la Galilea cantra jfa 
ttgoiw,Era>iQ con lai sitane e fetidio, mosft a qucjlo da DtUo i madatod t v i* 

f<ww 



DELIE A^TICHIT A' GlPbjliew 

tonto per accampigli ire Herodc.Fentidia adunque ficcherai j ft rC p;< r . 
lettati da iTartbt per le citta di Sorta , iìuua in Giudea effendi ai Ji^ 
con danari corono . Ma ere [etano di dì tu dì lefor^e d'Antisom <* m \ ^ l,w ? 
tutta la Galilea x fra data.EtbauendoJànoempito t contraMafsad..,^i"^ 
lì coiitt elettole di liberare da t'affi dio i funi parenti , loppe città l'imptdiua 
la onde e/fèndo nimica,era prima ncceflario pigliarla t acciò non lafdajfe die- 
tro u uà terra nimica a ndaada in Gierufatemme , £ t riballando i giudei , » f r 
volontà di Silone r il erode con pochi pittatili affalfe e cacciò in fuga,e l.bc- 
rò dui pericolo Silone t che meno accortamente combat tea, coft pigliata top- 
pe^and.ìua in fretta a M afiade,per liberare la fm famiglia . jLl' bora atea 
ni de prou'miatt gli foueniuano per l'amichia paterna , malti per la fu «già. 
ria , ((fflff «Unni per guidardone de benefici^ da lui e dal padre battuti : ma 
affai piti per lafperanfa che baueano in lui , come che R£ Antigono tutta* 
Menade nia occupando con aguati ipa(ft,poco o nulla nocca il nimica . Htrode adun- 
attedia qiie tibtrandodì Malfida ifuoi t e pigliando P^fa creilo fi uolfe ad andare a 
no "ti? G:€ru f alen " ne fc/few* l esercito di Silone.Et uedendo molto il ftio potè* 
" fil™ ^ t el' esercito utr la parte Orientale fermato, Slattano in fpauento t e confaci 
me, te ribaneana da quella parte ì nimici; &■ alcuni facendo correrie combatte* 
na co i nimici. Rerode primìeramete e fece bandire aitino al muro, che perle 
neftiio del popolo era uenuto,e fallite de la città, e che fi J cor darebbe la mat- 
ttagità de ì manifesti fuoi nimici,promettendo di perdonare a tutti ogni ingiù 
ria a Iw fitta, Gridando poi Antigono all'incontro iter Silone, cjr il ({ornano 
esercito ft iamentaua che defiero cantra giuilitta il regno ad Herode,buomo 
priuato s & ldumeo t ckè nonintero giudeo. Et efiendo filiti darlo a qncHage 
ncratione t ma che fe haneano a male che egli regnafje,tutmtia non era giù* 
fia cofache ì facerdotì, che non haueano peccata cantra {{otnani >perdeffèw 
il regno.Coft uenuto dopol parlare a le ingiurie , Antigono comandò a ì futi 
cheeacciafiero da le mura che latiicinauano ihhefaettando t combattendo 
vhììment e s ficeano ageuolm ite, A (bora Sitone fece maaifejioebe hauea ri 
eeuuto daitari.Tei chc mandò uìa molti foldathehe per la carestia de la netta 
Paglia fi lam£ìitaiiano,e tbiedeano danari per nodrirfi, et alcuni tnadò ad in 
Vernare in luoghi freddi, perche haueano i faldati tT^ntigono defertato il 
paefe.Ci/fj mof se Infarcito singegnaua dipani* fi. Ma Herode chiedea da i 
capitani e faldati di Silone, che non lo abbandonafsero , quando che fapeanù 
lui d" Antonio ,ed,i Cefare,e dalSenato efser fiato hanorato t ptncttedo,di ,puc 
ttederc a bifogniloro,e darli agevolmente quello che cercauano. Farla quelli 
dimanda t andò ne la prouincia,non lafciando a Silone alcuna aecafione di par 
t b ft . Tcrcbe portò da Samaria tanta copia dì cofe necessarie, quanta ninno 
farebbe fperato,e diuideano ifnȓ famigliari a Ut ni grano , uwo,oglio , ani- 
mali & altre afe di Gierko condotte pronededo cheptr {ci dì niuna eofa mi 
wfsc a ifoidati, Antigono intefo ^ttefìo incornante madà gente che nietafse 

con 



'frano 0 V jf K.T 0 D ^ C I M 0. tfi 
a igum il porrne dcU^ttomg^cf fatoHp^f ****** 
£ 2» Umm raccolti Girne» Uamnofopra > mot^mtdejdopt 

oilamm l* umo^.Tra tito Herade no (lana in Mo^pigUe 



le mozlie e le famiglie Dattorno (tmp.y "- -i"- ^ , 

i Romani entrati neh *ti&f*«b*#«*»J^tMtto ne k 
-afe covi* de danarlM^que il Bs Ufàado buon* guardia m Clerico, mot 
fitf a dìetro f etnadò i immani foldaii*d internare in ldume* m GalUea>et m 
Samaria.Ottenepoi^inti^ono ti Attuari di Silone,dì picare parte del Ro~ 
tn.v<o efferato in Lidi j> Jailsfrre ad Antonio. Terche t Rimani poltegtu le 
«me Smotto a piacere. lìcrode parinole no vitale Hare ùtiofo t an?i Wide 1 
àamea lofippo fratello co zoQo.pedenhe ^oo.cauAÌlieri,et egli nettato in Sa 
maria,»} puf? la madre e gli aititi pareli da Majfada codoni^ piene in Gali-' 
tea p pigliare demi luoghi per ^Antigono gHardatlEt arrivato tnSt fora,eac 
ciò le guardie d^ntigono^hautdo la fortuna in ogni e$fafanoremle, il dì ne 
gnenie madò una fijttadra de eamUien,t tre di fanterie cotra alcuni ladroni, 
che babìt aitano in fpct oche per itktare chetiti txbbafiero.v4nenc quello pref 
fo ad^Arbilon uÌlla,oue egli andò con i esèrcito in quaranta dì . Ma i ninnici 
combattendo, fecero rincular? Ufi ritiro torno > & cglìmeUì in fuga mmìci , 
restituì nel proprio luogo ifuoì die fuggano , & incalvò gli auuerjari fin' al 
Ciordancjquji fagliano per pia aie. Coft pigliata tutta UGalitea, eccetto 
quei che babitauano ne la fpeìonca t et d'mift i danari,dando a cadauno ceto e 
quaranta dranime t & a i capitani molto pili, U mandò adìnacrnare. U and H«»- 
tempo Sifone urline a lui,con fuoi capìtanuptrthe non bauea uohto ^ntìgo 
no darli iteuioti agita perii uerno. Temo che battendoli nodriti un me fe, coni , a | a ^ a 
mandò ebe i popolilo» fumate le uettottaglìc fuggifferoai monti , accioebe JLlca, 
; Romani mancando di cofe nece(iarkifnf}cro da la fame confumatì. Ma He» 
rode commi fc al fio minor fratello cfìe baurfte cura di loroji'igeffe ^Aleffan- 
drio di muro . llqual in un tratto apprefiò a ] faldati lete, fe neceffarie, & ri- 
fece Meffwd, io per adietro rouìnato, Siam in quel tempo Antonio hi A' 
tbent. Fa FenéHio cbiamado Siane in Sorta contro Tartbi,glicùmmfc efef 
aiuta/fi flcrode,e raccalgiefìc fecogli autoric compagni • 

Fatti d'H erode nel affiggere i ladroni ,& altre fue batta' 
glie e pericoli. Cap. XXV. 
Erode andfido in fretta coìr a ì ljdroni t che babitauano ne le fpeìotbe t 
madò sifone a Vent'iéo^et egli tondufje t'efierdtù contro di loro , Ter 
che baueano i ladron le fì3z$ ne moti erti, otte f altipafft da (affi accutiffimi Wn • 
tir adatì i'aiìdaaa-,& ini c 3 fuoi famigliari ftnafeondeem. Ma il Rf fabrka ^ 
do caffè ^catene di ferro legate co una machina le talauagiu da la cimaM 
vi oic,percbe))oftpoieaf<:endere da U parte dìfopra.phe trx urto il monte hdio»i 

ne da 



H; 



ÈSILI jtXTlCniTA' GtVVAJCìlt 

*e dalla parte di fatto molate cótta di loro . Erano qllc cafc de faldati pieni 
i quali erano armatijjatiea loge falcilo le quaì potevo trar fuori i ladroni 
■de lejpclÓcbc fb fateano rcftjÙ!\a. Ma furono le caffè pofìc giù me cantamele 
febe troppo dì alto fetdeano, biche haueant dftro le cofe neccffarìr.T>(>!ìe tut 
tauiagm le arcbc,ne bauUdo ardire alcuno d'ttfcirc de le fpeloibr,uno de fai* 
dati tìiaft lafpctda,e tenedoft co ambe matti a la catena Ja tastate ptiia ù 
caffa,fcefe ne la fpelocba,nopotedo afpetare tantoché t ladri ufciffn o^qkai 
erano fpauZtati.Coft auicinato a una fpcloca t ne mtfc Ifuga molti < t te fatte 
e poìnfiflvdo c'olii falce molti cofirignea a pripita> ft. Entrate poi dentro, mal 
ti afeciffìt tornato ne l'arca flette cheto f e gli altri,udìto diquefìo ilgemito t 
perduta di falttarftla fpcra^i flautino ingrattfpauento. Ma la notte impedì 
che non fi uenne a la fine di tale imprefa,e molti fi fottome fiero ad Herode.y 
fattano il medi fimo ordine per t'autnirc a far ufeire de le fpelonche i ladro* 
tìi,e sbattere innanlì a le porte. Et circondarono i faldati eofuogo lafcltta,uc 
udendone in tal gai fa gra copiai Ibora un ttecibìo hfeiato dentro confet- 
te figliuoli eia mnglìe t i quaì cbiefeto da lui tbelì lafciaffe andate da initnhi t 
Jìandofbpra lutata de la fpclonta>tuUÌ fi come ufetuano li amma^òfC pan 
mente la moglie^ gittati i corpi netprt(ipitio t (ìgittò dietro a quelli , atnan*. 
do meglio di morirebbe «itti re in feruiià,ma prima difie si tlerode molte m 
fiuìie,rinfacùandolì labiferma,& baffi conditÌone,quatunquc il Kg flcdef* 
fe ucrfo di lui la delira tnana, concedendoli la ulta. Fatto qucfìojliìe eh une 
tutte le fpelonthtiOHe creato pi ècipe Ttolomeo,ritornò in Samaria co tìoo. 
tauallhrhe ìooo-pcdonìipcr foggìagare Antigono . "ì^on riuftì bene qucìftt 
wìlitia a Tiolomeo,percbe afUUto da quci,cbe prìtna turbavano la Galilea , 
fu uccifOitt fuggirono poi in luoghi afpri e bofiofì ruba do ilpaefs, ma furono 
da H erode tbe ritornò puniti agramtte/Pcrcbc uceìfe molti trafgreffor't, t ql 
(he erano fuggiti a i luoghi furti,pfe coaffedio & amma%gb i abbattc'do pi>ti,_ 
eafU-lliCòdànò ttiàdiolc cittàapagate ioo.ta!?tì,bauedo prima efiintiiii 
bt lli.Tra tato guerrvggiado Tacoro,e ftiggitii Tartbi. Madb Vcntidio Ma- 
ebera in aiuto con due Cobortì,e cento cauallieri per ubidire ad jintonìo.Et 
Macbtra cerreto d'Antigono co danarì,andaua a malgrado d'Hcvode , per 
fpiare i faci fatti. Ma Antigono bauvdo pai fufpetta la ftiafetta,no loaccctti 
m%i lo caccio con ft<ir„bole,e fece manififla la notata dìqurlh. Macbcraue 
duto qutfìc',ct>prt fe ibi: lleredc l'baucapi rfuafi bene^ che banca coimflo 
errore ,t;o cófcntendo al fuo auifo,ta onde andò in Samaria,**?' uccìfeper vìa 
quali Giudei fe gli parauano innari fodero amici o ni mtct,effindo per le cofe 
patite j- -legnata. Ma il $è moffo da cotale facce fsOfUè'ne in Samaria, e detibe- 
ra-lofi di andare f qui tto adAntonio ì & auìfarb che di ftmiiì aitttori no ha 
uea bifogno,ibe più che i ritmici gli noceano e cbe-baflaua p fcfolo ad efpugiut 
rc.jtmigonoiMatbcra fegtihloto ìnjikteWit lo pgaua che noftpartifse,c fe 
pur coft hauea. dctcrtninato,eglÌ defse p pticipe lofippofuo frateiio, p fìggo* 



L T B 11.0 ^ u^Ùa^r'mnàB con lui.Bt Ufciato tafa- 
«intigcnoC.fi foao da Ma t * ^ ~ kùh> ne M rìaffe * 

lo tòn U militiaM* P'fff* " S/auJen e pedoni aiutari «ffedia 
locherà. Et cA andò *rf m»nrtif ««- 

ha Smofdt* poBafìprà 1 Euì 'y--„ «i^ntomowa the per timore din$ 
tolti ì fd iati ibi ? ■ >■ Etmano dl # *l pa n s te,e*lì battendoli tonfata 
tferda Éffiutir** ^tXeeafediSamofatf t glì agttati barbari 



$<sò.mwi «A « a UllEtHc a(pdjetlnimho t e «««^ 

lS£SS^uMr1»h (palle de Macelli attorniatilo ucctft. 
% ffit^tSm&U bagaglie cfiruLH l^f^i* r*j 
S^SSm^ P« w»W **« rfi hi quandofì amano a » 

tondo a (hoi U lìaM onde statore e guerriero io ebtamàMno.tf ninnato 

redolo in tdmfr per l'aiuto che conducea,percbe baueattdm te injtdie di 

intefo da hi <tueìlo t cbe uUm auenuto,l ^^^f^^t ' 
ZaUc lo blfciam y prep,nhloloafe{lefio 1 eome che Ijwcfic creato l\e.Et 
h-mkopot* dopo Antigono raduto la terra* ritmtofi daguerregtare. Jtn. 
tonto cÒW'fe a Sofìa cbtfuflì ad Herode in ahtto.&fe »**»i> t»Bgitto . A t 
bora Sofio nido innari due legioni co Herode in Gi»dta,et egheo» maggior 
e(Sercitofe?uina.Et anene che lofippo morivi Giudea tn mgOfa . Egb /< or- muorc 
fotofit precetti del fratdio,cbcandaHaad^»tonitt r condnfieteJfemtcptri in G iu- 
mdlhhau^dogii dato Macbera 5.) 'quadre p andar in pìcrico a mietere ìtfòr dea» 
Vi(to > & effendo i Fumarti faldati malfpcrii^oe quei che per la Sona trono 
Siati ftdti,aflalito da nimìci,fu laftìatofolo falttygbiéfficiti, Otte ctbat&da 
vìrilmtte fu uccifo,e perde quaft tutto l'efferàto.ptrebefuvono nccifi <).tnr- 
mc.^ntigonofuperatiinirtiiiiitagliò ilcapolofifpo > & a Perora fuo fra* 
tcllo per cinqtiata ialiti bucce. Et indi ribellando i pia potenti dì Galilea, 
apgauano ne la palude i compagni d'I! erode. Parimente ribellarono molti 
in ìudca,THttauìaprtfe Macbera Creta fmiffima terra . battendo i mesft 
auìfato il Ufi» Dafne d'Antiochia dcla morte del fratello , laquale (gli 
Pèt moitifegni di ciò nedulì afpettaua,fe ne nenia in fretta. Et arriuato a Li 
kanomntep^U*tì.di%oo.btiomìnicont:effercito Ramano uenne a Piolo- 
maida, onde letundoft di notte andò a l'tfpcàitione in Galilea. A cui fattìfi n(t lU 
incontro i nemici. & effendo ttinti furano da. lui in ima terra rinchiufi , onde n«°de 

pima, 



ftìm ufcìrouoj'accndo multi lonflittifu rio fa mente, la onde nò potendo tieni 
■jc a capu ditale impre[a,foridufk i effi rato a le ttiik vitine , Ma lanuta da 
^Antonio la feconda legione, qua che tentano la terratfpauemtifug^^ fa 
notte abba>tttona>!dola,& affreltauafi il % di gin a Clerico , per itendUarit 
. delfraietio.out efiendo ut unto fece un comho a i fuoi baroni, Usuate copia 
to afttfe ne la più alta parte de la co fa dato a tutti com'mo Due apparite ta di 
ulna ptottìdaija di Dio circa il l^e. Tcrcbe cadde tutto'! tctto,e nò offefe al cu 
.ìiojaonde fa ere tìnto che Herodt fufje di Dio amatoie f haucndo a tempo Jìhi 
fato un cofi grattile perii ofa.Ildì uegnentefcendtndo inimici cerca fet milita 
dagli ahi monti. Spaventarono i immani. Cofi auiànati,ferÌa»o con dardie 
fuetti i compagni del * tifate ferirono con un dardo prefio al uentre . E 
mandò Antigono a Samaria Tappo capitano con alquanto èffercito , defian* 
do mol<m ji al nimico uolcnterofo di combattere. Et Macbera accompagna* 
ti a V"ppo.Ma iltrodrprefe 5. città mclfedoi milita buomini itti lafciati i & 
arjtte ritornò coltro Tappo>chebatteagliaUoggÌamentìnelavilla ^fìana. 
Concorrendo a lut metti da Gitrico e di Giudea, fece fi contro il nimico cjr fot 
to il cunfinto contro di quei che animofamente fc gli oppofcro r hebbe ttittorìa 
e per fluitandoli ne occidea molli per uendetta del fratetlo.Et efjendone fttg 
giti motti ne le cafe fcoptrte,conjaifigli uccidea,ilchefpaHentògli animi de 
nimiciin gni)a,cbe di peggio fi temeano perl'auenire , perche la moltitudine 
che faggi a la uilla,fu ucduta.Et fc non cadea a fora un&grefìa graguuùla,c 
fe'l t\ebaueffe condotto l'animofo e/fercitOìConduceaafnela guerra, perche 
Antigono f apprettata dì fuggirete lafciare la città.Ma il uennta la fera 
commadò che l'efferato lenaffe & egli entrato m ma cafa,oue era un bagno,, 
quaft caddi in ejkcmo pericolo,dal quale per > diurna prouìde-^a fu liberato . 
l\r (he lattando fi nudo accompagnato da un fanciullo » alcuni de nimkì de 
ini s'erano ns fio/ti p. paura sfecero empito, de i quali uno ufet conia fpada in 
wano s e coft ilfect-ndo & il ter%o, ma non ojfefero il i^f. li di uegnente Fero 
r a, tagliato il capù a Tappodo mandò ad Uerode per uendetta del fratello* 
, 'Pnjjato ilucrnojpaiiitode lì,ucìme prefio a Gicrufalemme, e uìpuofei lìce* 
1 cali l'anno ter^p del fuo regno poi che fu creato R$ in f\ama t Dipoi aukhtosji 
■più con l't jìcaito al muro per potere innanzi al tempio combattere la citta, 
■Come hauee per adietro fatto "Pompeo. E circondando il luogo con tre argini^ 
NVìk fi ce alcuni cor ri,coji battendo con più opere tagliata la felua, et prepojio chi 
dì Hi.- f,t(.citajie doperà ritornò in Samaria per pigliare per moglie *4tcJ]àttdrafit 
c " gliuolod'^4riflabdo 1 perihe tbauea lotta per fpo fatarne dicemmo. 
Come 11 erode pigìio Gièrufalemme. Cap. XXFL 

C Stupiate le no%$$iH$ite Sofio,p Fenicia 3 baut-do madato inayi l'effèrci 
to infra terragne etiadio la moltitudine de cau alluri e pedoni, U l'v 
ra il re tornato di Samariaicodt'ffè no poco efftmto oltre a tjflo 3 ciob joooo. 
bxvtt.iììi e tulli fi rttuogiicaaiiQ pfjb a le mura di Gicrufatt-me,ouc a la parte 

d'aquilane 



éàqmknt panano le 2JE ^ «Mfftt 

w <b ^pitó « atuosHerode £^™*P. / fiato giudicato dal Senato 

{SS £* « UgerebhamtO ; eguaM.no età ée tnfumde 
SS che non uiriManefc uettouagUa per gh hmmm* ne pagi 4 « 

rwwààrfr, »Wr rito qiìop # e*™ t ì*wfw ¥ /i ^iwo,-* 
dfc Vum&tàm U Httiettaglìwfw infoco tipo che Morano le co 
fe Mattoni iw teflercitoclauorado inflatetnete , fecero i-tom in breve te- 
ioAx.hr m la fiate ne patinano din impedirne '<to t an%i animate le maebme, 
tttoueS il muro/. vendo ogni {Centrare , ma n$ però fpauttauano qmt dt 
de: YO.Vf.vibc tilt reftfiedo , macbinauanopiu cofe ardedo le maibinc copiate 
e altre no ancora \>fette.Venuto poi a le mani , no furono meno arditi de Ro\ 
ttu.fr w che macaHaw di dìfeìplìna militare. Faticarono muri cotto le ma* 
tbii>c,efiedogià rouinaù iprimi edifteifì et uwMo inimici 'fotterra,fatsifi in 
ioiro cvbatteano tuttavia per defpcratione piti tòflo,che jfgiudicio di guerra 
r ..ftiìeano, fino a la fine,coe che fujjhogr anemie affi diati 3 *fìitù Ida tifami 
epermicartiftodelccofe necejfarie indeboliti, perche anemie qfìul'anno 71 
Motaró in quella [oprai muro priiHa.io.foldati, dipoi ictturiuni diSofìo, p- 
cbt fu pigliato il i.muro in ,\o.dìil iti 2 5. e faro arfì d'attorno 'It&pioalrjua 
tiportichi,iquai dicca Hero.^intigono batter arfi,p farlo a giudei odiofo. Vi- 
gliato la parte esteriore deli Spio e la città da baffo fuggii giudei nel saturno 
e ne la parte più alta de la citta. Et fìado i timor che RgMtetdfler lor'ojft rir a 
a Dioicotidiani fscrificu,fe<pplìcaua p legati che fujìe hr lotcfto di facrijìcar 
te cojuete uilti'/te.Her. anisadofi lor efferachetati,io cosl'IÌ.Mx uedédo p il 
cotrario riufii',cbegiudei,mrilmete cobatteano p difedvr winti.nclprtncipa 
to,atticmato a la città la prcfr t t fubito fu il tutto d'uccijìone disague ripieno. 
'Perche i Rgm.ll logo afjcdio fi fdegnauano^Uerojto uolea che alcuno de fuo\ 
nimieifoprauìutfse , Fende a. adunque p i berghi quati trùnanano,cactiattdo 
gli altri in fuga, e rinchiudendoli nel tempio ,von perdonalo a fanciulli, once 
cbi,ne battendo de le donne mifericwlia alcuna . Un^t chiedendo & ordi- 
nando il che fi rimanefsero da tinta uccifione » non fu d'alcuno ubidito , 
ma con maggior furore ogni età uccide ano. La onde Antigono fen%a catìfidc* Amiga 
rare ilpafsato eprefentt fuo flato Jcefc d'una tirrene gittoft a piedi di Sofio . no fi ré 
llqiMk nongli bebbemifericorduin tanta calamità, anzi Facendo fdU ? lo dc a So 
ebiatnaua per biofimo Antigono comefefufse una femina,ma no però come [ìo " 
fi r " 1 H f " pa rt\ : e, a tt %i fu legato, e poHo a b u :. n a g ti ir òia . SludiauA 
Ueroàs a untare che ìgstHiH fuoi littori non enmfserò nel tempio come de 

franano, 



ntllZ ANTICHITÀ' Giudaiche 
fiaHat!0,perchc andammo in fatta per «edere quello & U cofepojìe nel f ì 
turno .Ma il Re alcuni rkbìamaua t ad altri minacciami, & ad alcuni *r 
fica con le firme ; giudicando lapaffata vittoria una perdita, quando fnf& 
HcroJe ditta alcuna di quelle cofe,cbe non fi doiteam «edere, Fietamafuo patirci 
di Fentle tapine fa fa città t e con tendi con Softo $ d'tcendOyfe u ote ranno t Romani la cti- 
u temF ■ t £fc fonati e $ bucminiyrnì Ufcieranno [{e d'una fotitudine, & cbeu ccìfi tZ 
pw * ti cittadina il principato di tutto! mondo farebbe giudicato uile, confiderai* 
ftmile u ed flotte. Ma dicendo Sofia che giujlamente concede» a faldati la rapi 
tiaper bauer affediato longo tempo la terrari fpofe il f{c,che darebbero de 
- fuoi denari la mercede , e cefi mandata adijfttto la protnefia, liberò il rima- 
nente della cìttà.Tercbe donò con regìl liberalità a tutti i foldatha i capiti. 
ni,& a Sofia in gui fa che fi partirono tutti de pecunie carichuAitenne ade 
Tufilentme quella rouina, effendo confoli Mar . Agrippa e Canìdio Gallo fa 
1 8 yotimpiadejl terzo mefè,ncila teUbt adone de i digiuni* comefcfujìe ri 
tornata la calamità fottoVompeo auenuta a giudei ,ìquali 37. anni prima 
furono in tal giorno prefi.Scfio battendo offtrto a Dio una corona d'oro,parti 
to da Gicrufaletnme condu/Jè Antigono legato ad Antonio . Ma H erode te 
mendofi che Antonio conducete Antigono a B^ma prigioni e fatefìe al se- 
nato manifesti fai e fìer della progenie rtak,etHeradc buama priuato,t tbt 
fe bauea egli peccato contro Ì^manì,doueano regnare faci figliuoli per tage 
neratiotie t moffe con molti denari Antonio ad uccidere An'igono.Fatto que- 
llo H erode fu d'ogni timore Ubero, Et so fi hebbe fine U principato di 
Aftmoneo , ebe durò 1 26, anni t perche era flato dello, chiara 
nobil famiglia de facerdoti, ma battendo ì fuoi maggiori 
fatto degne opere in fiiuore de giudei per la fretittone 
ira loro moffaperderono il principato, ilqitafa 
fafsb adHerode figlia d'Aatipatro di 
famiglia , prillata ,&ali\e fog* 
getta. ?tyi ha bbiatno tro- 
ttato quefio efier la fi 
ne del pareti- 
tato de 

A* 
famoneì . 



il fine del Libro Q«drtodccimò. 



È! 




DI FLAVIO GIOSEFFÒ 

HISTORICO* HVOMO 

GUARISSIMO 

DELLE ANTICHITÀ' G I V D A I C HE, 
L I B R^O Q^V l 'K T 0 D £ C t M 0, 

De Vana rida fffcrode,c delia morte d'Antigono. Cap. J. 

A 8 B ! jl H 0 nei libro di fopra manifestilo crime Sofio, & 
tìleróde pigliarono Gieruf flemme, & AntigoHortmafieprigio, 
Kt jwu nat rerò qui Ih che fgui.Herode pigliata di tutta Gì» 
dea tu fignorìa,pofe nclLi dignità e tnagiBrati quei tutti che ri 
trono fu0ipartegictni,tt0ti cf ■fin fido d'i afjttgere co tnrmeiiqnei 
ch'erano fìnti fiuti nenticut ruao da lui tenuti in fummo honore Tallirne Fari 
fec s e Ssmèòftto difeepohj quali efteado afsediata Gicritfalcme,perfaadea~ 
no cbefufse accettarti ti irodeja onde bora da lui rieeueano il premio . Qve- 
Sìa era Samto^uak battendo Hireana perdonato ad H erode nelnudicio p~ 
difs t sfaccia lìu>& a i giudici t cbe H crude liberata perfeguiter ebbe rutti io- 
yojlcVemcnnetmandando Iddio ad effetto i }hoì parlar erode (tenuto a ijl 
ttpo in Gierufittntcc pigliata de cittadini ogni cara cofa^accogtkua il flir- 
to m l palalo . Et eofi donaìla ad Antonio e [noi amiti gran fomtna dartelo 
ed oro.rcctfc euadiO Ai.de pi» nobili partegìani d'Antigono, Epofe letuar 
die alle portele no fi portafse cofa duina fari co i mar ti t le guardie cerca 
do d attorno t corife m troiana oro o argcto t a altra cofa prechfaJa boy 
tauana al ^ ne Vera mtfura alcuna ne ì mali Venbe l auaritia delprlctpe 
pntfionnamtefsiedra te eofemd acquiflate.Cofi rimafe la ^imaLJef 
ter colmata p efa, l mm j^uate babìiamo dimorato* noi Jcà il 
etto lauorarU terra Antonia adu T Muuto ^^,11 3 ^ 

d "hi n JtTTTl bdt r> e ™ r0nD d " ^odecaUonilddtbi rò Jti 
Tmì^S^H aUT T* te mn ^merebUo i^de^ofermar 

|U« di ?! ^ altra «* *w confentWebbam ì 

fi «catare UH? da lui ordinato, ^e ambe tormentati, «ccoajéntia- 

I no 



no di chiamarla I^,eome che ritcneffero delpaffato prentipe qualche tra eé 
fa . Venfofft egli adunque di fumare Cinfkmia e t'odia (entra Henfa tn f «j 

gai/a. Qttcho dice Strabene, 

Come lineano torni da partbi ad Herode* Cap* £ f , 

H Unendo Herodeprefa laftgnoria,tìircanoprencìpedefacerdott>iU 
to qttefto, torni ad Hcrcde ,fcÌogtiendoft della tattìuìtAìittalguifa, 
Barbarne e Vacoro de Tortài capitani r conduccndo prigioni a Tarmalr* 
cano prweipt defaccrdot'hcpoì ti£ } c Fafclo de Herodc fratello. FafctonSp§ 
tendo forbire U Ha fimo di effernei ceppi» e proponendo glorio fa motte «f 
«gnì maniera di uiuere( comedkemmo)uccifefeflcffo > & Hircano a Varthì 
condotto fu da Fraateprendpe de Farthi benignamente trattato t hauetid* 
lui riguardo olla nobiltà della fm progenie. Laonde filetto , fu iafeiato bali 
tare in Babilonia,ouc motti Giudei babitantifinad Eufrate fiume,bomrauà 
no Htrcano comefommofaccrdotee^e.Godendoff tri quefìi beni» & «foni* 
Herodeba^r pigliata la fignotia,mutòfperanita,pcbe ejfeadolijiato da pria 
àpio amiciffìmOtdauafia credere s che de gli banali benefici hauefie memo* 
ribebe dall' acca fa e dannatlone dì morte # dal pericolo e tormenti iliamfte 
Mberato.Varlauano adunque con giudei affftttandofidì andare a lui. Ma et- 
ti lo uìetauana , pregando cherimaneffe con tora^itando che niente banca é 
meno nell'ufficio e dìgnìtàfaterdatalc e regale s maffìm amente che non potè* 
va ' m Gìerufalemme batter alcuno H$cio,baHendd't Antigono trocate leone 
chic. Et che non fogliono i sggnidardonareqité , che efiendopnuatìgtihan* 
no fatto he nefieij, perche l'aumento di fortuna muta il loro anlmo.Verfuìden 
do loro ad Minano in talguìfa,egii tuttauia deftatia dì andanti, .4 cui He- 
rode ftriuendo , cbiedea che pregaffe Fraate , & i giudei y che itti habitnut- 
nOiée fufiero contenti che egli inficine con luipoffcdeffeil cemmune regno* 
Venbe era ucnuto il tempo di renderli il guìiardone, dìhauttlo nodrìta e fai 
itato-Scrìuendo queflo ad limano mandò Saramatta legato a Frante co mot 
ti doni,fop#licando che non lo impedlffè di guldsrdonare colui, a cui era di' 
bitore* ^ittendea egli a anello non perche l'amaffe , ma che battendo cantra 
ragione ottenuto ilprincipaio t fttemea che nongli fuffe meritamente Uua* 
to,& affrettanaft di batter nelle mani Minano, ed'ucciderlo^comefcce poh 
Tuttauia placato alt' bora il Tartho , e dandoli ì Giudei danari per ilviag" 
gìo , lo raccolfe con grande bonore t concedendoli nel Senato il primo luo-gQt 
e ne conuitiil più honurato tetto , ingannatalo , chiamandolo padre , ordì' 
n ando tuttauia cantra di luì infidi c. Difponea eùandio con lui ic cofe del rf* 
gìio>te onde leuofft nella [ita famiglia feditione . Ver the (Indiando che un bu9 
ma nobiliffìtno non fuffe fommo facerdote, imiti mfacerdote di balla condì* 
tbne di Babltonia } dctto ^tnanela,^ a luì diede il principato dclfatcrdoth, 
ìtebe nanoffsrfe Meffandra figliuola d'Umana moglie d\Alefsadro figlia 
Ì0 <f*4riBabt)h B£ del qttal foibe figlinoti , rfrìttoboh utsmZiebelli$m9 



TTBRO ayt^TàD^CtMO, 66 

• r. „. *c«M*^à1fr&Ue.rQde<Turbata*dMnque t & batic tt 

flP a ' , ; J f.o^/Jwvfi Cleopatra , applicando the ottentffi 
tonkaZTZLdhof^ «mito uenne in Gtudea perdcvneocwenki 

Mcando Munita madre de buoni figliti ucnntt a parlare co /«, Um 
a rffotaerc d'amenduei figliuoli ki***gf*h e madarlead Untontù^ce 
do che A quetkmagim, ^piegherebbe attefite dimande^ictfandrac» 
tali panie fùtU»ata,madò ad Antonio le magmi de t figlioli, et GHlio a bot 
tagli di^e,ifigliuott,d , Mefìandranon efìtr giudicati da buomo generati, ma 
d'Aliano iddio udendo co cai uia muovere ^Antonio a IfijjmaMquatetfìuer 
gognò difarficSdurrt U giovane Ita ad Herode maritata, guardando^ anco* 
ra dì comrifìare Cleopatra, Scriffe adunque ad Her9de,cbefe non glìfpiacea, 
gli mandale itgargìone bonoreuolmcnte accotnpagnatoMerode battuta qtte Anto* 
Sia ietterà 3 non giudicò efser bene a mandare ,Afi$iobologiouane d'anni 1 6, Jj^ aes 
be!liffimoetiobile,ad ^Antonio de Romani potentisfimo t c fottoporre attafua |j" 
Infima ìlgiouanetto,maffimamemed}eera^ntoniopcrUgra pot&%apìn ^ 
iw&a tu fs uria sfrenatoci per dògli rìfpefe t con direte il gioitane ufcird det~ 
laprcmncìa s leuerannoft grieuìfeditioni^vado che att edeano ì Giudei a mtt 
tamentidi cofe »ttone,Hauend<fiin talguifit ipn Antonio fenfato, determinò 
[eco ftefo dì non bumiiiarc più ^tlefìandra,^ ilgionane,e chiedendo tflantc 
mete Mar'tamme fita moglie che rendcfseafuo frattllojlprtcipato delfacer 
dotio,parue ad Herode che dotte fie gìonare a fuoì fatti,quado cbc'l gioitami 
te haul'do tate bonore,no potrtbeire ad Untonio.Cwocaù adunque gli ami 
ci,accufaua Mefsandra,à>c dinajioilohauea ordinato inftdie per ìlprerìp* 
lo bauedo telato con Cleopatra dì prlttarto difiato,e the lgiouane Mìiìobt 
lo ìnfuo luogo fuccedeffe per autorità dì*Antonio,& che non era di lei la di* 
wadagittjìa quado tbeprwattatafìgHttiUdclgiàpofsedHto bonore , motte* 
feditìone nei regno,& che hattedofi egli affaticato,!: pofloft a molti certi peri 
eoli f> ottentrlo,tuttama feordadoft deimatì,cra ucrfo di toro tiberate f et ho* 
ra concedeua algiomne itfommo fteerdotio , & che haucaprìtna ordinato 
*dnaìielo,perebe era ^Ariìlobalv troppo gn gtone.Coft detto questo morta* 
mente, per ingannare te donne,e perche erano gli amici prefenù,Mel.<andr* 
tittadcl non f patto fttccefsoyco lagrime gli fatit fece, dnxdo apprefto che ha 
m a JW tettato dd fai erdotk perche temea dell infamia, ma che non haueua 
drjrnto tt regno, netfhaurcbbt uokntkri accettato, quando fe fufte fato of- 
ferto, perche borace ettagono molto honorata, perii prentipato e tutela 
OJ cow,per ta em umù tutta tamia generatione lampeggia di bonori,& ho* 
ra mnta da te co beneficacelo del figliuole thonortic neU'autme ti farò 

l 2 in 



in ogni co fa foggetta. Et cbiedea perdonò ft banca commeffo p er (Uegoo co fa 
aUiinayfìdandofi deUafua nobiltà. Ditte qneUe parole, fi toccarono tatuami 
riconcìlidndoftìn talguifa,ehepaye^ efler Iettate aia ognifofpetto. 
Come fa ammalato iAriftobolc s e quanta Hetode amò 
Mammine, Cap. J IL 

Svogliò adunque II erode ^.nanefo della dignità facerdotale contrai*, 
legge , per acchetare le feditimi di eaft fua 7 pcrcbe non era lecito pnun 
re alcuno de l'honorepoffèdutojlquale ordine gusUò prima Antioco Epifit* 
ne, pria a rido Giefu del fommo facer dotto , & ordinando Onici fuo fratello, 
U fecondo fu AnHubolo, che priuò il fratello Minano f il tcr\o fu Heròii 
che diede al giouane Anfhbolo ilprencipato dclfacerdotio {(figli par* 
UC d'i acchetare le fi dithni. Et quantunque fusero reconcitiatì , iglì pe- 
rò non vinta ficuro , tcmendtfi the ^leffandra per i pafiati fludij pi- 
gliale il tempo dì rouinare alcuna cofa.Ver Ciò commandò che b*bitufjf net 
palag\o,accìo ncn haueffe potere alcuno* <& traguardata OCCultomtntr^^fi 
non rinoudffe' alcuna cofailcquai cojepiu Idfdegnauatto, e «mutano ad nàto, 
perche fiegnauaft la dona fuperba di efjer guardata, di 'fi andò più tuffo dipo, 
tire ogni co fa, che efjer priuatadì fducia,e pofìcderefalfb bpnote con feruìtk 
e paura. Fece adunque fpeffa intendere a Cleopatra in che flato fi t rintana t 
e chicdeaahio t laqual commandò che fcggiffe a lei in Egitto di naftolo in* 
fismete'l figliuolo Alche piacendo ad Mefo 'andrà , pensò feeo Beffo vm tal 
via. Apprettò due caffè da morto, ne kquaì eommandò di efìer folla ell<:,& 
il figlìitoto-,commandando afuoi fidati fcruì , che le port afferò a! mare, ou$ 
banca preparata una naue,per attdarftne in Egittto Ejòpo d*Alt fiandra fer- 
itolo mani ftfìò a Sabìone amico dì lei, ìlquale tfìendo nimico di H erode, , 
perche era incolpato che fufse confapeuote del iteleno dato ad ^fntipatroudt 
ta qti((lo,s'auìsò di placare d'Herode il fdegno % & fateti maniftfìo d'Alef* 
fandra il tradimento . Herodc lafciò che uenifse Mefsandraa l'effetto, fi 
la prefe net fuggire, ma le perdonò contrafita voglia, auifandofi che non ief 
farebbe Cleopatra di off. mtnia > par che t wuafse caufa COntra di lui , Ter* 
donò adunque loro in public» , moilrandofi magnanimo > e moderato f m* 
iuttauia feto dìfpofìc dì uccidere ti giocane dopò alquanto tempo però , ae» 
ciò cbefufsepÌH al aero fintile ,lui non effér della fifa morce colpaiole.Vtnnta 
adunque la folennità degli a%tmi,laquale da noifalammentefi celebra* dif- 
ferì tale opera, fìaua co'l popolo in dtlìcìe e piaceri, una lo fece affrettare ad 
Vcciderln l'inuidia . "Perche Ari§ioboto d'anni d'eiotto afeendendo a l'altare, 
fecondo la legge per immolare le uìttime, & celebrando le cofe delia relìgìv* 
ne,fendo dìhabito faurdotale ornato.moftrò la graderà d'anìmo,e la digni- 
tà del fuo parentale proaocando aerfa dì fe il fattore delpopolo , rinouò U 
memoria d'Arrilloholofuo amlo.Coft il popolo tSmofsòtgtà manìfHaua 1$ 
fm Hdotàye ripieno d^ltegre^a r trtt le mthnhmMam alcune noci afa* 



iemmtdatnne h tal m(a,chefaeettafimantfeiìo » «Wewwfw «W/po- , 
«ab, «Bjf tìwdfo , efedra d Jfc fawpjfo , <fr #n«ffl«Ai»ri t ?ff henefa 
iii àe iti *Itri. Tra W&e cofe determinò llerede Mandare ad effetto, di 
che haufa in animo centrali GÌ<mM.Com?iut<t lafelenmta, fonda m Gtc* 
rico,& effendo da Jtìegknita comitati , Berode (cjìtfgfl** d gtomnem 
inducendolo a bere affaìigìocwdo con hi come ungiouane per darli filalo: 
ér effendo U gran caldo, raccòlti infime ufùrono de afa per rinfttjcarfi. 
Pestiti a le fonthuedeavo prima i feriti & amici the nuotando rinfrefeauano 
ndtnc%edìpn>uocatepoiìlgiouaìien molare gli orniti dìllerode ai quali foiba- 
tra commandato (jiieflo^fsendobeggimaifcuro, e fingendo ài giocare con ^ìocS 
itti ,fptjio lo fbmmàgéaW, ne lo lafciarono,fin che Ibebbero affogato nel 
fonte . Co fi fu mxfoAriflobolo , fendo d'anni dedotto poi che hebbe tenti» ^ c iali- 
te ii [omino facendole un'anno falò, ndquale rientrò Quando* Le donne tu-gaio, 
ódtttt d^trìttobole la morte fallirono efiremo dolore . La città anebora at- 
tìnia Infama diqurfto, fu de lame ttti piena dolendo fi de la [uà, come di prò» 
pria calamità. Mapiu s'affligea Alessandra, fiipendo la cagione della fua 
morte,& mostranti ne le efseqttìc il tlulore grandìffimo , Ma giudico efser «e 
tettarla a foff rido, quantunque fu più fiate per ueddofi,pur fi ritenne , per 
poter fi di tal morte mendicare . La onde più toSio fi tenea in ulta , per non 
darfifbfpi tto,cbc fuo figlinolo [afte flato per tradimento uetifr.Coft dia fi té 
peratia dal dolore , & purea a tutti che non baite [se H erode fatto con» 
trù'l gioitane tradimento . "Perche non folamcnte procurò le [te efsequie t 
ma etiaìidxo piangendo, fece credere che della fua morte hauefse dolore. 
Et a le fiate vinto dal dolore , confiderai la fua belle^a, lo ptangea , & 
& quantunque fu} se giudicata la morte del gioitane tfser la fua ficuret- 
jia,tra tuttauìa mani feilo, che ficea queflo p fanfare a la fofpettione . Ver 
cieche benor andò magnìficamente le efseqtiie, [accndogrande apparecchio, 
& offtrendo molti aremati, molto pompefamente lo fi peli , di maniera, 
ebe quafi acchetò delle donne il dolore per tal u h le confatò, Tuttauìa Mtf* 
[andrà nenfumnta da tali co[e 3 an^i[tmpre con la malinconia, rbionaua U 
memoria del dctore,c[cnfie Cleopatra U infidi? di H end e , e lamorte del 
figlinolo - La male aff ettando/i di focconere a le fue dimande hauen» 




fi 



chf^tn.rst ' ""■ l — r v .T"VT'"" 1 ' 'wtegmtchc a Ittt non sa[pettauet 
Mtvjaffe atrotucu He tali iniquità. Antonio con tali 



da * 1 7- j ■ V. v , v . w«v» co fi unir-., i m i pie» itto, itene 

fe llt^tf r* Te m ' 0!f * thC ' W ^afcolplfdella mot 
mnm ^tTr T "* fi ,° n * le éil MfitteMerode te- 
mTmmZ T f ^ d f C ^P^M^fendcgli contraria , non cetf*. 
frrlm^fJTl Che ° Mfr^Wfe* di ubidirei potendo altro 
J« t*fiW lo/ mfm ^oper gommo detregno e d'altre fue^ofe, fegre 

1 1 tamente. 



Dtllt. UtyTlCtttTj Gif Detieni? 
Ufo * amttlte g,ti tommife t chefe Antonio li noceffe in coft alcttna,egli incantato* 
ca amo te WÙàegt Mamme, perche t'amaua s comeft dke,t%to s cbe temeafi che mot 
re JiHe lui no patine ella alcuna ingiuria, effendo per la fua bellezza da salti deji 
tod?T C c derata t facendo in queftamanifefl» l'empito d'<AntùnÌ0tpùì che intefe itiki 
f<> la l a faltefj'a.Cofì Herode commandando quefto,cQdubhÌofa}peran'xeiad*4* 
""S' 1 '* tonhrfaìidam.Ma Iofippo lafdato algauerno dei flato, mentre the fiumi* 
Vifttaua Mariammejrattando con lei delle bi fogno delrtgno ptr bonwarU t 
feceie fapcre la beniuolen^a e fauore di Herodcuerfo di lei.Ma bauedoloU 
fmgato le donne ,efpe tiatmente ^Aleftandra, iofippo fece loro maniftfla del 
i^e lafenten%a f e commhftone polendo dar le fermo Ìnditto,che non potrebbe 
anco dopo morte ilare fen%alei,diccndo, chefepatìfee da limonio alcuno fi 
niilro,nofofferìua di cfìcr da leifeparato,ne anche dopo la mane, Quejìo dif 
fe Jafippo.Le do" ne tuli ama no giudicarono questo efjèr amore deli^^n^ifi 
tnifero in fpauento,cbe fendo ritornato,coHtirannìca crudeltà le uccidejje,t 
prefero di tal parlare non picchia fofptttione,*A quel te pò kmsftin Gìerufu. 
le me una fama i nemici di ti erode, che ^Antonio l'hanea tormentato & acci 
fo.Laqualfama turbò" itHtto'IpalagtOjmapiu le donne. *A l'bora >Alcftandrg 
perfuaffè a lùftppo,ibe fuggiffe coti loro a le Romane bandiere, per the a l'ho 
ra il limano ejferchù era fotta Giulio capitano alloggiato ukitio a la citta § 
gMréaddrtgitOiCondkeychefc concorra fi alcuna turba nelpalagìo } et* 
le farebbonofktfì ejiaucndo i Romani prvpitìj , & oltre ciò fe uedeffe *<m* 
ionio Marìamtne,fperauano di ripigliare il rcgno,neefier condotte aferuità 
effenda é progenie regale. Hauendoft dìfpotto di fuggire per tali ragìonì,titti 
nero lettere da Heradc di fattele fue caufeala pallata fama contrarie-Ver* 
che uenuto ad *Antonio,lo placò co doni portati da Gieruj alarne e la cottila* 
fe a dire, che no banca contro di lui co fa alcuna,e che niente ualeano di Cko 
patra le parole contro la fua fatìsf anione, Terche difìe ^Antonio, nonègiujla 
cofa f cbe un % depofìo del fuo principato iftapunttOipertbe chi gli dà l bona* 
re t cocede anchora che ufi lafuapoteHà con tal ragione acche tosfi Cleopatra 
suifandoft non efterbene uolerde l'altrui principato inuefligare . Scrivendo 
ijerode fjuifle icfc,c d'altri honori haumì da ^Antonio in confidilo e ne iccn 
Httii&che banca ottenuto qfle cofe qualunque Cleopatra ne le auufegllfaf 
fe mtilcHa affalda quale f deftderio della promneia, afrettauafi co ogni usi 
a"ucciderlo,ma perche eonofeca *4niùtw tserfa dìfe gif fio, ninna co fa giudi* 
catta diffìcile,&- the tardaua, perche uedendo dì * Antonio uerfo di fe tifano* 
rc,fperaua poter placare Cleopatra^ a quefio atteniea t perche banca ^iit 
tonio concejjò le fue dmande s e datoli in gauerno la SOria inferiore . Fani té 
qiteflc letterejt ritrassero da lempito loro le danm t ìl quale giudicando mar 
to Uerodejhaueam di fuggire ne i Romani ileccatì s ma nofunafcoìlo ìldìfst 
gno lor&tpercbe il Re andè ìnnan^ ad ^intonio,cbc fe n'andaua a i Tartbi » 
eritmò in iiiadeafiw immanente Salame fua forella e la madreloro fece 



LIBRO QV 1 tlT Ò D t C 1 M 0, 6% 

- rn *r r.~t.« A** àì riandrà coi fttoihauea prcfo, ^Accusò eòa 

xluÌmantfe!ìollcontiWO,cve ^tcjj an "' u ''" -i r £ ' „ , 
&SdJ< tfppofLmmtoJccndo chefoume crafuo Marie»* ntlret. 
fitt «*» dtccaper immiùtia^nbcfauente lemfacaaua la ignobiltà 
£* £ chefufempre .cerna , 

M ^is«-«*^^ no fofferfel amore ebe 



rtaua a a mo^ebedìfrenefie contro dtktftkunatofa temerawmente, 
«fonia in dJbwfa anfietà^e interrogò dtjegretola maghigli era ue- 
, o fklfo di toftppo b^ca udito.Jt m ella «a giurammo ajfet 

,à «tìB san /«< mefcoiata,ilB^ apócoapotoftptaco,efu l tra da i a 



portava , 
ntaf 
roi 

mrZbl'à Vt!!!Zpm^^^&^'^ ™dejfe,da cheft tenef 
fe detfw parlar? finsfatto,de rUeffe gratta della fua honefia,mofiraua «e r 
dì big rade amo re,e come de innamorati amene, lagrmauano tatbora tnfic- 
me amandoftfommamente. Quando poi fa confermato il fle ne l'amare,mef- 
jagìd La gelùfta,dìffe a itti Al mamme . ì^onècofa inamorato quello che ba- 
ttetti come/pi * lofìppo s cbefe tu pativi da .Antonio male alcuno t egli uccide f- 
fe meditiate non ubo ojfefo in co fa alcuna.Htrode udito qtteUotrattenden- 
deftin furore, incontanente fe lagittò di braccio^ gridando efirattiàdoft Ica 
pelli difle quefio efìer masi/e fìo iudìcio t loflppo efierfi giacciuto co levitan- 
do che non harebbe mantfcflato un tal fecreto,nonft fidando molto dì teì f toft 
perfuadendo/i lei efser tolpeuole,per poco l'hanbbe utcìfa,fe vinto da l'amo 
rr,non fi bave f se dal furore temperato cruciando femedcftmo,tnttaui* ni U 
fciòpìucbei oftppo li ttcnifse innan^ * commandò che ^Alef Sandra de ogni 
mal cagione fufsc guardata. 

De la malitia di Cleopatra,e virtù di Herodc. Cap. Il II. 
Qveaft tra tanto fedìtìone in Soria,non cef sondo Cleopatra dìperfua* 
.Aere ad ^4ntonio>tbe opprefji tutti, concedere a lei di cadauno la Si- 
gttorta,& ualea afsai appo lvi,cbefommamente l'amaua , efsendo p natura. 
a.nar a, non lafciò iniquità alcttna % tbe non commettefsc.Tcrcbe bauc* co ue- 
leno vccifofuc fratetio d'anni 1 j.a chi s'ajpettaua di regnare, & uteifeper ■ 
(fra d'Antonio Infarcita ^£rfinoe f tbe era fuggita in Efefoal tempio dì Dia- 
na . Fiatano borma't per bauer tbeforì,i tempi) & i corpi , ne fu alcun facra 
luogo tanto caflo, 0 per privilegio fccitro , the non pigliale ella ogni j mot* 
namentù, ne tanto profano ofcelcrato , ibcpotefse a iaftta auaritiafatìtfa~ 
re . Coft pigliando ogni luogo , non però fatiaua gli appettiti femkilt paren- 
dole fempre che mancaffe a fuoi deftdcrif ogni cofa,La onde sforqaua Unto- 
nio,cbe [pagliati gli altri delle cofe loro ìe donafse a lei. Et per dò andata eoa 
tui mSorta,dtfiandopoftederla , accufando Lìfania dtTtolomeo figliolo, che 
Z* 14 ?'" £ ?ndot™ ì Varthì contro la HrpubSttccife, e chiefe da .Antonio che 

tlji lì % dÌ Gludfa e * A ' ai> ™ Ma ~* «m'o uìnto in ogni cofa da l ama 
i gwf Ha ftmna dì maniet a ,tbeparea non folameu ubidire a (uè parole, 
wa enandto a tudem , vedendo la manifefla iniquità , la Pregava che non fo 

1 4 flrignefie 



m: 



Jirtgneffe tanto a peccare , per non gli negare ognifua dimanda, He ^ gn x-. 
ìt'tutte ad effetto acciò non fi mojìraffi manifeHamcHte federata 1 0 f 
togliendo le parti di cadauna protùncUtle donò a legandole etiandiótecì* 
tàjche erano tra il fiume Eleutero fin' a l'Egitto,eccetto che Tiro f Sidone ìc 
T baite* intefo da pili antichi efier libere, quantunque ella injìanteni alte 
mona- ^ diman4affe:Cleopatra hauute quette cutd,et eteconìpagnato ^faisniù,thè 
fet fola- wdaw totra Armeniyfm'ad Eufrate fi urne, ritornò adictro,& entrata in jt 
méte in pamea & in Damafco,indi actinia in Giudea* Herode raccoltala bononuol 
Gk:i«>. ttìc>;te,tolfc da lei a fìtto i tributi di GericOiìlqual terreno fologenera il baU 
famo che t precìoftfjìmose ni tonfatoti ottime palme. Et Rado buon tepo ci t-fe 
rode tentaua digiacerfteon luì,moftrando apertamente la fua luf.iuria.Tut' 
tauia forfè era innamorata > ò che è al nero più fìntile inftdtatta al ino r< %no, 
uoledo nfare per acatfa. l'ingiuria , che gli baiteffi fatta H erode e mojìrauafì 
uintaal tutto da tal defìo, Uerode quantunque no mai basica amato Cleopa 
tra,fapcndo ebe fempregli era fiata nimica,, nadìmenohorapiggto l'odiami t 
uedendo che fótto fpecicttì luffurìa, ordina infidic al fuo regvo,puv nonfprr^. 
■%ò>alprcfcntc le fue parole,mifrteconfiglto co fuoi amici di ucciderla bora t 
che l' banca in fuo potere, I iberatsdo fé e molti alt ri da i mali , r quali haueaw, 
pàtìtO,ò~ temea no per l' atta taire. D kca apprefjò qucflo dou er anche ad U tm 
mogio/tarc,quando ebe ne ueffo di Ini era fedele . Haucndo luì pen fato que* 
fìo s lo'dìfìu-id caio gli amici facendoli Mederebbe non douca porfi a grandiffi* 
mo e mani fi fio pericolo per co fa fi grande . loflauano elli a fopplicare che no 
attentaffe alcuna co fa temerariamente, perche non potrebbe fopporta re jin 
tonìo,qftOìiUiìnjue s'auifaua di placano con doni uedendo ft con violenta, & 
ìnfidìe priitito dell' amore di lei, e ebe non potrebbe nfìicurareper fuaftttfa 
ragione alcuni, commettendo tal co fa contro unaftminayche era in quei tm, 
pi d'ogni altra la più dcgna.Ccrca l'utile ibedicea venirne ad >Antonio\gli e- 
ra da dubiterebbe egli più toHo giudicaffe quefìa e/fcr temerità , battendolo ■ 
ditate amore prkato, la onde eracerta cofa , che' l fuo regno e la progenie da 
grandìffimi e contìnui darmi farebbe afflittagli perfuadeam tuttauia che ri» | 
fuiafìe dì giacer fi con lvi s cvmc che ella nel ricercale £o fi mofirado loro i ma 
mfeflìperkclijo rimouefjìro dalla fua deliberatione^ll'bora Herode fatis- 
facendo a Cleopatra con doni,l y accompaguo a l'Egitto. Antonio pigliata Par 
menìa^mandò in Egitto legato *Artabar%ane di T (grane figliuolo coni fuoi 
baronie donolli a Cleopatra con ogni loro regale ornatneto.Ma occupò d'jlr ■ 
menia il principato *Artafta fuo maggior fìgliolo,che era fuggito. Marche 
lao e Verone Ce farCiCactiato. ccRiu Crearono /^e rigrane fuo minor fratello. 
Maquelìe cofe attennero poi, Difpofe Herode dilagare intieramente i dati 
delpaefe donato i limonio a Cleopatra ,pertton provocarla a fdgno centra 
di fé. 



Confiti* 



I ì B S^Q !LV I *C T OD E C I M 0. 69 
Conflitto di Uerode conerà gii Méd. Cap. f. 

ARm bauendo tolto a fitto i d*ci di Uerode ptr alquanto tempo paga- 
u* dot vitti* talenti, dipoi a pena le dauaparteXaondeHerode fi dU 
fPoftéprftguitvWfticHt ^ÙHgmihrnnae ufurpaual akrm>matra tan 

ù i{ fatto d ormimi Ine itftbtxejlqttatefu * Sjobmpiade^ontendlJo 
Antonio con Ccfarc Per hi i{< publica Uerode madie le forre e tributi del 
fuo paife di- taciti alimeli forò apparecchiare muto ad Antomo^lquale dif 
fi 1 he non era bìfognofaè ti commondò ebe moueffe a l Arabo guerra t baue^ 
Ìo da Cleopatra ìntefbit quello la perfidiala ckiedea quefto Cleopatra s auU 
fandoft < he giouaffè a tei . quando fi confumaff ero ìnfime queffi Regumeg* 
' giUidu.lLmcndo co fi ' commandato Antonh,Ueroderaccotfel'efk rcit0t.ee/ae 
fi incontanente fi uolefjè entrare «eli 'Ara bla, & appa rectbìato bum nume- 
rò de tatf&Uieri pedoni t peruennc a Dion città , otte fatti incontragli Arabi r 
fece fi la giornata, n ella quale uìnfeto i giudei. Uerode poi intendendo efier rac 
coleo vn grande esercito in Cbana terra,cbe è nella Sorta inferiore,(iennc r& 
tra di loro con la maggior parte dell'efferato , e pofe i {leccati uìcìno a Calo , 
onde potea acconcìamenteeombattere.Difponendo luì tal cofe,il popolo fJo 
breogridaua che Cen^i indugio fi combatte/Se con gli .Arabi y amjfandofi di ef 
fer a quello conflitto bene in punto;percbe mi primo fatto d'arme erano fla- 
ti tùtioriofì. Moftrtindo adunque i faldati il loro defto,paruc al {{e di no ritar 
dare la loro magnanimità, dicendo ebe non ttoteua mancare atta loro viriti , 
&> armato tondufie fuori lcfqnadre:Si fmarirana immantenente gli Jtrsbi, 
& facendo alquanto refiflem^a poi ebe uidcro i GÌudeìinefpHmabttì,$ diede, 
rea fuggirete fariano Siati uccifìje lArtcmonc non aftaliua Herode,& ìgiw 
dei.Era costui di Cleopatra capitanate dì Hcrodc ritmicojl quale prudente™ $<■ 
te,preuide quello ebe era a uenirc,nÓ animo difìarfj cbeto.fe faceano gli, Ara- 
bi alcuna degna imprefa,ma efendo uìnti,come atitnne t dì afjatire co l fuo ef 
fcrcito apparecchiato i giudei » i quali fianchi e già quafi delta uittoria certi , 
ticcidea,bauendoli affatiti allimprouifi. Verchei giudei confumato il vigore 
cantra i manifesli nimicò dopo la uittoria rimettedo l' animo t er ano fiicitmt 
te da niwicjfrcfcbi coturnati in afpri e faffofi luoghi, nei qttaierano più prò, . 
Uchi i nimici.Et Arabi ebe erano prima uinti , ripigliando ardire, tornaua- 
no uccidendo 1 giudei, cjr era fa rouina grande . Uerode deaerato, s'ingegnò ■ 
Stando a caudini porgere afttotojmo, ma non puote come che s'affrettafh 
yarto.ùU ^ tabi pigliati i fleccatidc Giudei, ottennero contrai loro f pera- 

e MnP 1 ™™ fmcttdiperche ottennero la uittoria, che prima haueano pdu . 
/-nJffif - maU r M coritrjrio ^eràtoAndi vfaua Herodc i latro/m^cor- 
{fi gtti - de ^^bi,eturbaua iltutto,ritirandofi nel mate s nt ue 
hoVi l a T-'ì «Jft W. Mafpefio con dilige fatica facea ricchi 

mim,Mu.naMo di refìattrare ifmfotdati,& ammendarei barn* rettine 

Come, 



Co me Mei ode ordinò t esercito catara titubi e uinfe. Cap. p j 

FAtto il conflitto ^tuiacQ tra Antonio e Cefare,Vanno fettim„ dtlteptta 
di Herotte , ia terra de giudei fu da terremoto commofia, e furono dalle 
untine oppreffì da t oooo.hmmini,ma ì faldati che erano alfeoperto m» 
Tono off t fi. Gli ^{rabi dimandando di qaeJìo > & udendone dire pia di quello t 
che era iti effetto, credano che sonpotefiepìu alcuna Iettar ft cantra di laro, 
come fe fufie rottinata lapromntia,& uccifìgli hitominì. La onde nettato a la 
re t legati de giudei a chieder pace per lecofe attenute > gli sfratigli rtecìfe- 
no, apprefiandoft lietamente dì ajfilire i faldati giudei , (quali non pScnnertf 
il laro a(ìalta,ej)endo da calamiti oppre{ft,ne fidifpofero a combatttre+nonfì 
giudicando uguali a poter ft apporre a mmiabauendo aiuto alcuno, pai chete 
cofe loro erano nella pamarouinate. il % uedendoli cofi difpo{ti,singegnò di 
rittoeare ne i petti loto il fdito ardire , & battendo confortato alquanti de 
ptincipati,bebhe ardire di parlare al popolo ,pcrcbe prima temeaft di non cf* 
fer con md uì{ò da quello raccolto, per le calamita the patimmo. Orò adunq; 
in tal forma. So troppo bene o compagni che motte cofe in qucHo tempo fon» 
fiate fitte cantra la rtpublica e forfè bora dubit aitano di fe ììefji quelli , che 
fono per iiinà molto eccellentkma perche fiamo agretti combatterete {i tra 
uà io fa alcuna, che fatta la prima fiata malamSte non fipofìa ammendare. 
Uommi deliberato di venire a mi, cjr infognami la sia , con laquale poffìate 
il proprio udore ripigliare ;& afftcuraraì . Foglio tuttauia prima dimofìrar 
ui,che combattiamo gi usamente, per le ingiurie da minici fofìenute, & que 
Ha caufa babbiamo di eftermagnanìmUdipoiuoglio dìcbiarare,cke mete im 
portano imatì,cbe fora ci fono foprauesutit an^j che kabbìamo affai fperati* 
%a di uit torta , Comittcìerè aduque,pigtiando uoiper testimonio del mio par* 
ìare.Quado che conofeete de gli Arabi, l'iniquità, e la perfìdia uerfù di tatti, 
come tie B arbori ,che non hanno eognitione di Uio>e fouete con la loro aitati» 
lia c i hanno offe fa. Et che piai Sendo loro in pericolo di perdei e ilprenctpatv 
efetuire a Cleopatra, chi gli ha daqueflo timore liberatile non la mìa amici 
tia,chc io (enea co Antonio? Et il fuo amore net fa di noi no cofentì che patì f- 
fero elli da no alcttno y pche guardala ft „4.n tonto di far cofa, cbeftmou effe fo* 
fpetto.J^oditneno udendo de l'aita e l'altra jntincia dare alcune pani a Cica 
tra io mede/ìmametc difpoft di qfìo,et offertoti fegì-etatnftegra doni, aflìcu- 
raiawì'dueJo parimente pr e ff apagare lefpefe,dado ducente talenti, e jnaet 
tendone ì o oo. iqualì de ì m i e ì tributi ho pagatila onde non babbiamnoida 
loro batiUto cofa alcuna ^tt doueano i giudei però dare ad alcuni tributi, del" 
U proKÌncìd>tfcpurcshaaeano a dare per noi , non per gli .Arabi doniamo 
darti, i auali non ci rcn dono per benefici! alcuna gratin ,per che prima fi han* 
no portata cantra di nei imquame'te, battendoci frisati de nofìri ttibati,q<*aH 
do craaamoloro amici. Vtrcbefe offeruaft la fede al nimico t molto pia agli 
amhlMa non te fiumano elli qucflo > <ttrj<ì co tutti ì modi giudicano bene eieg 



terctlniwìtàjutche ne^uadagnmo.Mìamo adunque « «eden fogli ì 
^TXkpmire i fcckrathquando che tiéoancbor* lo derà & ha 
cZLZuJcbcnJopumte lUfài e le ingiurie, non tanto conpar^ 
SS eongucrra facendone indetta, Manno prft eommefio cotrai 

ffiXS^Vte debbono i Ugaù efer mudati e fecunffmi , c 
^badiamo daDio imparato nella legge < *** 

placano quelli Iddio agli humm.erecUUam t mmm.QuaU mqmtÀ può 
farfi m*W<>re,tbe ridendo i legatile parlare per UgtuiUttajK^g* 
so in cheìmdopoffmo tofertìareia m*jen%a danm&mfcxr felicemente ne 
% guerra battendo commefio tal cofe. Siamo forfe-noì netta rettitudine egm 
ftitfat & elliper ciò fono tenuti pia valorofffQuefto prima non e da crede* 
re, perche oue è fagtuftkia £ Dio^uale fendo prefente, la moltitudine è va 
loro fa e pronta.jtdunqueper ragionar di noi, babbiamo uinto nel primo con 
fiutole nel fecondo non poterono fojìenere l'empito nofiro,an%t incontanente 
fi miferoinpiega,ma ci affali *Artemone,effendo noi Vittorio fi,e ci moffeguer 
va, (aquale non bauea prima mani fe fiat a . jtpparue la prima battaglia il 
nome e fortezza nottra,nett<i feconda p iniquita,& infidic fiama fiali uintu 
Turche adunque fiamo me pratisti in quelle cofe,nellequali habbiamo kfpo 
ran^e maggìorL'Percbc fi merauiglìamo di quellhche cobattedo allafcoper 
ta f fempm fono u'mti,& quagliamene dalla propria, iniquità. Ma faffi la v'ir 
tìì manifefia oppfii/ienMgiibuomini ualorofi,non vincendo ì deboli, Se alca* 
to fi sbigottiti p quello } che i auenuto nella patria per il terremoto >fappU 
'egli primieramente, che la mede fimo, co/a ha ingannatogli ^drabi t fperanda 
maggior co fa di quella che era attenuta. Oltre ciò non debbe quello porgere 
a loro ardire, & anoìfpauento . Tigliano elli animo e fperan%a delle nojìre 
fatiche t e calamìtàtlequaìnonuìrilmenle combattendo leueremo via, Ap* 
paretchiateuì adunque lietamente a co mbaltere,perche non tanto fiamo con 
fumm<iti t ne feriti dalla diuina ir adorne s'auifano alcuni,an^i più lofio fi pof 
fono chiamare cofe accidentali. Lequali fe per diuina prouiden^a fono auc 
nate, glie boramaimanifeflo taira fecondo Ifuogiudicìo effìr ceffata } ba- 
ttendoci a fofftcietr^a punito . Quando che fe da nuouomlefje nuocerne , da-* 
rebbe in itelo, che mn mai farebbe placato . Ma che uoglia egli che fifaC' 
eia la guerra^ che la giudichi gìuFia, in quello celo mojtra , che uccifi moU 
ti per la prouìncia ddlterremoto t niunofoidatoe morto 3 matifeflando aper- 
tamente Iddìo, the fe tutti con le mogli e figliuoli fitfiero alla guerra , ninne 
farebbe morto dì tal difgrafta.Confidcrmdo adunque per qfto the battete da. 
ogni tempo il diuino aiuto per fegukate congiuro valore i fccleratUperfidt 4 
£ft «hmfi, maluagì contro ì legatile fempre dalla noft-ra uirtùfuperatL I gin- 
»7h / * P ar ^ rs ' Pigiando ardirai apprestano al fatto d'arme. 
Her<>ie >f^ti ifatrìficiliconduffe con gran finito contro gli jtrabholtrc't 

Giordane 



4 



DELIE A'^fìCHItA 1 GÌVhUlCìlt 

Vhrdane,epofeifteccatiaU'intotro*denimici, Et patite d'apportano òttitii 
re ilcaHeUo,tbeera nel me'mp, ilcbr giudicavano molto utile, uoledo a 
battere toflo o differire lagtornaca , perche era in luogo comtnodo e fr e 
Ma difponedo gli Arabi di fare il medf fimo, fece ft per quel tafleUo il to\ktt 
Gli Ara t0 >^V r{m ^ rameMe fcaramuT^auajì ', dipoi concorrendo molti à'amctù 
Vi fono f ' H t ^ P tìr "*Sf' Arabi afflitti, ft mìfero in piega, Uthe accrebbe de Giudei fa 
muti. fperan%a, &mcctfe in toro lauìrtà.Bt udendogli ^trabipiu toUo fùffirU 
re ogììidifconcioythe cor»batterr>& affalcndo ì Giudei i hro alloggiamenti' 
furono affrettigli ^Jrabi a fuggire non battendo [per arn^a di tiittoriaymufa 
la mente fidando/i nella moltitudine. Faccndoft adunque il <o>ì flit ta,e marta 
itone d'ambedue te parti molti,glì Arabi ft*ggìroncr,de i quali molti foggem 
do erano ticci{i,percbe nonfolnmetìte erano da ncmtciconfnmatÌ,ma tffifug 
gendoper la moltitudine ft urtavano e mutiano.toft ne morirono 5 eoo .gft 
altri fi ridujfcro né 'Steccati fen%a ferma fucrari^a difalttarfi,perche manca- 
ti ino delle cofe neccffaric i & ebei peggio, patiuano difagio d'acqua. "ì^onpa 
ieroi Gin dei pigliare i Beccati quanutqne liperfeguhauano , ma occupalo le. 
ttìe non li lafciauano fuggire. Gli Arabi Jlando in queUagitifa^mandarono k 
gatì ad Herodc,chiededo prima che ft mettefjh fine alia gtterrs, perche crani 
dalle fette a[fìitt!,ma uolcana al preferite che concedere faro di pigliare di 
r acqua, T^on ammefle Herodei legati, ne accettò ì doni; ma non )tolle che 
fi pigliale di loro alcuna uendetta,pcr le ingiurie fatte ai legati Giudei . Gli 
■Arabi dalia fete aSlretti fi renderono in talguìfa s chein cinque giorrA ne fu- 
rono pr e ft jpoo.gli altri ufciroìio dei (leccati il fejìo dì , tentarono di' com- 
battere sthado meglio di patire ogni dano,che perire a poco a poca uìtuperc- 
famcnte.llcbebauendo feto Steffi dcl'tberato,non puotero tompattereìejfeiidQ 
d'animo c di corpo tanto afflittitele la morte parca loro tmguadag>io,per ni 
uiuerc in tanti affanni,c rie furono ttecifi 7000 nella prima battaglia , Tro- 
liandofi adunque in tal Slato fu abboffato l'orgoglio loro , e merauigliandfi 
dilla prudenza di Herode, figli humHiarono,ehiamttdola del loro pepilo di- 
fcnfoie. Cefi tornò Herode conghrhfa fdichà, acqutflando gran credito al 
fuo ualore. 

Come Herode ueeife Hircaneì& acquìflò la grafia diCefare. 

Cap. va. 
Vantunquc Herode bniteffe ne Ha guerra bene acconcio i fatti funi, no 
dimetto cadde in pericolo. Terthe Antonio cobattedo nel luto Attinto 
tcri u u' Albania, fu uinto da Ctfure . Alllma perdè Herode ognifperanty* 
quando ibe giudicavano amiti e nitnici,cbe non douefie efier fen^a pericolo, 
de l'amiritia bauuta con Antomo.La onde perticano gli amiti ogni fpcraZi'* 
0-iììimici quantunque faccfieroftmbiante dibatterne dolore, tuttavia di 
ntfcoflo erano molto lieti, (per andò che per tal mtttanieto di cofe, i loro fatti 
fi mtaffm in meglio. Ma Herode vedendo Hircano fttlo nella regat digni- 
tà 



Q 



- j ^ tLJ che Umor* di *U ^V^JTrJf**?* „ 
&d j ^ « " *i J J J . *. - „ , H0 g w if apprettiti s e t oc c altane. 

** chefendolutper CfrM^J^^^^^ ^ dl ' ^ 

ilaudfolaeratenuto ^^£££2, rii LperuZdcfiia defuai 
„ jfc» 40f arcano diinnouare cofa alcuna, 

ctffepj nmfim^m ff*"2mia olirei douer pertinace, e fpert 
rìmmfck Ù tutto a la ^Jffi^JL* che Zn h 

imtW ™*tuag«* ' feria* „ jfcf tf taf * <f p«JJ«p< , chefug* 

ÌSiSdi lei di muoucre Hircano aqueflo^k rrftfn i* /;« 
M B Ì rf tóMW,d* ™» enfiando con li» di e notte éiìmitlarlo 

accorando le ittfidiédi He rode contro dì tui f lo fpmfe a dare u na lettera a Do- 
fu Ita fm amicone la qualetrafcritto t cbc mandafìe ala palude del bitume 
cauattierf^trabubeto aecompagna(fero,Hquale luogo, era da Gierufalem- 
ftì e lontano ducentoltadi] . Fidava fi egli motto in Dofttbeo, riputandolo 
infume con Mif andrà buono avtico,p£r l'mmkitìa che hauea con Herode, 
come colui che era di Joftppo parenfe%ilqudtt H erade hauea uccifi,& per- 
che era il maggior fratello di quei,che erana Si iti d'intorno VCCÌft in Tiro. 
Ma non fecero queSìe cofe fedele Lxfiibco uerfo H\*ca<ia W qmSìa fmprefa , 
perche egli piujiimando disusar fi coi fy,P#fe ad Herodc te lettere, ilaua- 
k non fidamente lo commendò per la fcdeltì.mzetiandfogli commìfe-, ebefe 
guitafje al rimanente portando a Malato la lette-rate pigliando di lui la rifpo 
fli, perche Sìmaua affai potere di lui anchora faper la mente.Fueed» qitejìa 
Dofitheoprontam^rifcriffe l'arabo che raccoglierebbe Hireano,e chi ue- 
nijjero con lui . Mandò etiandio ehi li condurrò cautamente. Herodc baiata- 
ti quella lettera jneontangute chiamato Hircano,riccrcaua da lui del pano 
ibe hauea pitta con MdM0.7>{egando Hircanogli mojìrò prefentc il cofìglia 
le lettere e l'vlciìì.Q^uflo babbtamo noi fcritio,che ne t'hiSlor'te di Hcrode.fi Hi«** 
trouaua.^Allrìgiudicarta più tofo che Hrrode ordinò qttejìe inftdìe coirò llir ^" ufl 
Cam pi r uccider la. dicono, che in un cornuta fenqa fìifpetta alcuno dimandò 
adHireanoJc hauea da Malaco hauuto tcttere,itquat rifpofe che hauea bau 
uto cedale faluatori t cbie ledo Herodeda nuouofe hauea hauuto alcuni doni 
diffèiCbe foto gU hauea mandata quattro giumenti^ l'ho* a Herodc piglia- 
ta queHa occaflone, e gridando, que (li doni efier per difporlo a fkr tradiméso > 
lo fece uccidere. Ma che naahaueffe Binano peccata in questo che douefìc 
morire in tal modo manif Sìerò la modeilia de fuoi coflumhcbe no hauea ne 
la fuagioufmù commeffo cofa alcuna s atroce o crudele , e che gli hauendo il 
regna m fui bali®, gran parte del gouerno hauea ad jtntipairo camme/* 
Jo * e/fendo aljprefentt d'anni So, e fapettdo Herodc lenire il regno con bua* 



un 



fta ' guardia, & che ti ano venuti di oltre l'Eufrate bucini jl . * 

fa , perche non fi con f acca quefìo con la fua naturaci e d4 ertàtn , 1 
inftdie di H erode f ufo ve tifo, Coft Hircano battendo più cofe efpe, imrnta 
finì franiti. Sitando che da principio, battendo regnato fua madre MeL 
faiidrattenne ufimmofacerdotioanni 9. morta lamadrcMuetida preio i'm 
petk 1 raffi lo tenne,e cacciato ^UtiSlohokfuofrateko,fu da Tompto refà 
mito nel regno, ilqu ale battendo tenuto anni. 40. la fetida fiata lo perde per 
op e ra d .Antonio, ìndi gli furono troncatele orecchie ecSdotto prigione a par 
tbiTornato poi dopoelqtt&ù tepo a lapatria,trattmì dalepromeffe dì He. 
rodc,muna cofa tftSdò ad effetto di quelie,che [pentita . Cofi amlto tra natie 
paloni diuita,cr cbeèpcggio(tome diumo)m uecchie^a immtritarnete 
fa umaitfatv.'Pirciò che fendo hmmo temperato e modejlo in Mai cofa,egk 
come httcmo innocente maneggìaua per difpenfatori e mìniiìri buona parte 
del impcrio,e non effendo accorto a reggere ìmpcrìo,aperfc ad *fntipatro &■ 
Il erode la uìa di ite aìre a quefto cffittoMcrode-vccìfoHìrcattOifìaua inpen 
fiere, non spettando da Ccfart bene aìcuno t per effer luì fiato d'Antonio ami 
co. Et battendo d'alt fiandra fofpetto, che nSpigliafie tempo di muovere fi* 
ditione nel regno 0 ne la moltitudmc,rkommadò a Ferorefito fratello il tut* 
to,epofe Cipri fua madre con la foreSaetutto'lparentato in Mafsada,em- 
Mettendogli che adendo di lui pericolo alcuno fi piglìafse U principato. La mo 
glie Mammine the non potea co lafirella e madre ftta,comcfuc nimiebe, cò\ 
ncrfarc,puofe con^lcfsardrain MeffandrìOflafciando a lorogouerno loftp. 
po t Uuno,e Soemo fuoi fedeli amici, che fitto fpeciedì honorarlc lafc'tòper 
loro guardia, <A i quali bauea impoflc, che ttdedo di liti cofa pericolone m- 
àdrfftro amendut,<& in/teme con Perora fuo fratello conferita fiero a fioifi' 




àvttf4,e confermò della fua maefìà l'benore,non fi piegando ne a prìegbine * 
émande,eotne le ttolefse de futi peccati fcolpat fi ,ma fidando fi della ragione 
fiata ncfuùìzttìjcnia dubitare dicea a Cacche era flato d'Antonio ami 
asfimo t tt bauea operato a fuo poterebbe egli ottcnefie del tutto la Signoria, 
tua nonptri tra Siato ne Ceffercito dì quello, per ifiernc la guerra titraU" 
rovi ociupato,tuttauia\he gli bauta mandato denari e grano, benché meno 
di quello che a la f ita dignità ft conucnìa.Vertbe chi ctmfìffa battere un'ami- 
co o bemfituoretdebbtfifiste conforme dì animo, di corpo e di battere nel pe» 
ricolo s pruicipalc,ikbe bofktto io meno dì quitto era ìlmìo debito. Quello fi 
dicerto che effendo lui uinto nel cofiìtto in Jtm noni ho abbandonato yuan 
tmtìuegh fufit la fortuna nimicala gli fino flato ftdele,& mtanwqueno 
fifjc atto sporgerli aiutemtamagibo dato fideismi Ce>ftgit.Verchc io fi 

et ai 



v r n rt a A F t 'H T 0 n É C I M 0. 71 

. -r i ,„n » 7 1 frfj fallite.* t canfemare h $w natta fnf 

toteZTcbilde Lieo hfta uetfo il mio beffatore lopotratdaUe opere 

de l'amkìtk h noi fi potrà comprendere. „ 
Liberalità, & altiero animo di Herode uerfo Cefire y etil dubbi» 
cerca la moglie, Cap. V III. 

D fitto quclìo t & bautisdoft mirato magnanimo,mcrttò di Cefarc lab* 
jt yahtà e perdonò in gufatele le talpe a luì oppoHe fé gli convertì- 
tono tafanare* liripofeìn capo la eorona, ìnuitadolo eberi fi maslrajfeuer * 
luì minore amko,cbe futfe(iaia con Antonio. Ml'bora Cefire l'bonoró fotti _ 
m.tmcntc,fcr'MenJo a gli altri come lì erode fe gli era fatto lìetamtntein- 
coniYù.Tù ebe Herode conobbe bavtr contra ognìfuofperarefatis fatto a Ce 
f*re,euedendofi batter d*luihìH«tod principato con maggior fermerà > 
comprato da fumarii ita decreto per fua fi eureka, feguì Ce farebbe andaun 
in Sgitto t & balenio dato prefenti a Ui,ei agli amici Copra lefut faremo, 
tirando lafua liberalità , & altiero animo cbiedea che iile/faudro amico di 
Antonio, non patifle male alcuno. Ma non l'ottenne, perche Ce fare era {lato 
prima confaeramentù alligato . Cafi ritornò in Giudea con maggiore bonore 
dando a chi fpcrattano il contrario timore eflnpore, che tra tornato da peri* 
coli pi*( chiaro appresati a incanti unente di raccogliere Cefarc, che per Sa 
ria apparcccbhuafì d'andare in Egitto.Cofì battendolo raccolto con rcgal ap 
parecchio in Vtolomaide* nodrito l'efercito copiofamentc, fu riputato fide- 
lisfmo. Et ordinando Cefarel'ejpeditìone lo alloggiò con ifuoì amie Un 150. 
ornati palagi.MÌnìfixò ctiSdio a faldati, chipafiauanopcr luoghi aridi la ne 
ccfjaria bum imita di marnerà, che no mancò ad alcuno il nino nell 'acqita,tbt 
tra ai faldati pi ugrata-nonò anche a Ce fare ottocento talenti, e fece a tutti 
manìfeUo,cbein rimunerarlo era foto nel fuo regno pitt glorio fo, e the Ce/a- 
re tommtndajfè iti lu ì la fede e proni e^a. jt cui ritornate d'Egitto, usò non 
minare lìbtralit delibar a tornato nel fuo ngno trouò la fua cu fa tutta con 
turbai a,& banca in odio U fua moglie ,e la madre di hi Mcfsindra>no tre- 
dUo loro d'efser potìe in fila t errale rebe fufìcro ficure,ma qua fi lupngta* 
ne s perche non baueano di proprìe,fte dì aliena f acuità alcuno maneggia. T*ta 
fauaM.ìriamme l'amar cbe'l le moHraua efìerfimulatìotte, & uno ing3 
no *ffigcuafi ricordandole a memoria ebe baueaeglì commefo a toftppùCÌK 
i KiCìd-.frqua.iogij futf t attenuta amrfttX alcuna. Tenlcbejìudiattadipla 



tare* 



tare k gwdiere fpeàalmcnte Soemo,a cui parta che fuffe data magiare *H 
torità.Ma Sotmo da principio ofkruando al f{e la fede t »on lefe ce nTanifelì* 
la regale commiffìone,ma tfiendo apoco a poco dalle donne coti parole e doni 
placato, finalmente tutti i precetti del le aperfe , benché non [peraua lui 
dotser con la mede/ima attttorità ritorna re,& tjuaniaqite fuggifie U pericola 
tuttavia (he non tornaffè Con maggiore gloria ,ta on di: punte a lui non far ai* 
le donne leggkr beneficio fperando fe haueflero il regno,di riportarne baogtn 
dardone,c" fcpnrtorna(ic Herode con ogni profperitd, lapea che non p$treb 
he far cofa che aM moglie fpiacefie, comprendendo mani fef lame 1 te il f^> ams 
re oltre modo Alariamme Ingannato aduqtu da finiti fpeYg\g, mamfrjtò tut 
ti ifegreti,i quali da Marlamme uditi, ne uedWofine alcuno che non fuffe in 
pericolo battendolo in odio, prrgaua che non ottenetegli da Ci fare lagiufcm 
iia,& quantunque giudicale la fua uita malageuolmtnte,poterft conferm- 
tc t moru> lui,tuttauia non nafeofetapafftone che le afftigea l animo . Tercbe 
egli otit'ie totra ognifperare cofe grandifjime^iauìgò aTiapatria,eptima U 
uiiò de favi buonifuccefft,e pponZdota a tutti fi amore e còferttattone che ha 
iica con (ciila [aiutò, e narrandole la fua felicità comprefe che non fene ralle* 
graua s an^i n hauea dispiacere. Terchenonpotea naf eonde* il dolore, mapet 
ornamento della fua nobiltà fendo bafiia-tagentea moflrando non rallegrarti 
defttoi parlar i^an^ ne ftaua addolorata . Quando poi quelle cofe non ptttt 
mancano fofpato, ma turbauano Herode mani fe fi amente, doleuafi egli,ueai 
do Umaniftflo e non ragionatole odio della moglie uerfo di fe , ilebe gli eri 
griette à (apportare, ne potendo anche tolerarc lamore,tra fdegno,& amore 
aftotgeafì t pa$ando da quello a quello,era ne l'uno e nell'altro incoiate ■ Co* 
fi ad ti ti (pie tra tedia i i' amore abbandonato,^ fouente per aendicarfeneitsa 
fiumta di non indebolire l'a. ipt-i fuo dal defio occupatole la puote uccidere 
dubitando di non fbflener maggior pena uccìfa colei,cbe cotanto amatta . in* 
tendendo la fonila c la madre di Herode, come era egli uer Mariawne difpo 
fìOigitidharono ejfer tempo acconcio di ef&quìre il loro odio , e neparlauart* 
molto con Herode, morendolo a (degno,ma egli non ledaua orecchie T ne at* 
Àia dì offendere la moglie dando fède a parole di quelle. Crefcea adunque il 
fuo dolore moflrando lei apertamente lodio,e Itti l'amore , e farebbe infanta* 
nente fiato fatto cofa digran fieleragine, fe non nenia la nnoua , che Ct farti 
morti Antonio e Cleopatra,battea occupato l'Egitto,la onde andado a Ccjart 
in frtUa,lafciò la frj cofa in talguifa difpofla , Et parte ttdoft raccommandò 
Martamme a Soemo fendendogli motte gratie dell' ufata ditige/iT^t ,edadolt 
parte del magi{ìratongale,coft ottenne egli quefìa bonore. 

Della crudeltà d'Herod<;cbe uccifela moglie e gli amici Cap . I X. 

H Erode uenuto in Egitto parlò con Ce far e pia arditamente come già di 
venutogli amico, il quale lì donò ^ù.Pranciofi f che erano ììatiaguat 
dia ttt Cleopatra, egli rendè ilpaefe che per opera di lei banca perduto.^g* 

gittnfe 



LT B K.0 ti? 1 7{T 0 D Z C 1 M 0. 7 j 
mk àhéodfw regno Godale È*mfirì*>* G*%* mawmaatbedonelop 
J$k torre StUmk^mte fftfe cf,& accampato 
%l€n$mbi»*ìtornò a diètro* quanto ftu fremete tratta** kfuc cofe di 
filanto tra in cafa tr^agliato,fpe f ùlmevteterc f la mogie, delta <pfa 
parca ef/er fìat* motto 0ee$ercbe t non menol amo é qxdlt , che fina per 
amore nvilclnUoricfimoft. £< omb egUmmtamentt Menarne, laqude 
tfendo m lUtt-rr. cofe tafk e/i itltJbauea naturimele la fcmimte ruolcfli*. 
&nl&.ftèi»m&M»* atmarih%chefcr;th atk Ujfma.e fouete gli dice* mi 
i.„>ia,l^uale egli fopptircam IttfrtgZdoU quantunque egli rinfacciane ddi& 
madre ddla farcita Ij baffi condtiione.Ma fitcenUvf! in quel tempo ifofpetttt 
più ftrmì f p«fsò l 4 tino poi che li erode era 1 Ornato da Ce fare, & fffen do gii . 
gran tempo la talpa ma neggla ta per tale orca/ione f e cefi mani f fi i falcidi 
He rode ripofa>fida me^o di,aridò atta moglte* tfiedo da l'amore che h por 
tuta condotiofti. Ma effendo entrala, non giacque con let t percbt io caccio 
da fe t rìnfaciadoli (a molte dei padre e da fratello. La onde efjetsdii Ucmde ni 
tre modo sdegna io,e difpofto a punirla fatarne d< l Kg fm ella udito qwfi';mfL 
dò il pinccrna regate >cbcgh diecjjr Mariammt baucr to»'pt/S~ÌQ una b< itada 
per moverlo ad amarla piu,e fe'l Bgfe ne turbale interrogando di che forte 
fiffie quella beuada,rifpottdcffc che batte* dia udeno, Uditale banca chieda 
tu che gii dejfe al i<e,Mafe non fi turbale il Heper la bciianda damorc } non 
glidui-fje attrOtpcrtfje non era Mariani me inptricdo.Deitoqufììv lo man' 
dò a parlare ad lltrode,Cofttti facendo fembianle di parlare co fa importante M j * 

ì maya tbe gli bauea m ariamme dato alcuna tnenede^aciiocbe gli mini n se i ,ic 
firafse una t>euanda,percbc più l'amafse.Et efiendo il He a qutflo parlare co culata 




' fidi infimo , l'faperedel 
ucU no tenendo per certo ebefen^a lui non bmtbbt tal eófa pruaccirta. Lo 
■ lhe e ™. de 1 fW* parteciperò* difse deludenti cofa alcuna , come 

ebe fajse acerbamente tormentatola fece mamfelìo q, famo U mx {i e 1 0 . 




ZlTT-'r * Som& f»fc ™™^to s et apprettò Uro 

fi*éo{aw*ie della regione detieni della bevanda dimore. ZrldLa 




» tlLlt jtWMttITX gip ùnicum 

tot s'affretti chela donna fufìe ucaf«,e tliwM U l\c,can dir ei ^ardatida jÈ 
ditionc,flando uiua colei. Cofi idxrìamme era condotta a Morire, uhèf&dx* 
tonfìdcrandoil tempo, e chepoco apprefìo temeafi di patire da Herodeilme 
Mari*, dcjìmo non era come per tipa/fato ardita, la onde Menda inoltrar fidi q»^ 
me h fio ignora nte r fatta ft fuor dijfc gridando multi mali detta figlino fa, &-pden* 
toiidot dù tu ptmiéma t che trafitto control marita calma et ingrata, k Ondeght* 
itt. m<> sì-mente, era uccifaypercbe auétcemetefeglt era Appastane ài tanti bcnt$ 
cijlbauca riconofc'tuto. Tra Tali cofe eflèndo dji'àa madre anche di atti Hi sfa 
b etti ihea Ipata , cattatele ì capelli ,fn Mariani me da gli altri bruttarne" t? ni 
tuperata. Et porne che confermale ella cofi eflet, perche nondiffe al pùnti* 
< pia una parol et j ne gua rdò con t orbato u ifo alca no , c he la ai tuperaffé ,ati^f 
moHraua di /apporta re con tranquillo animo le ingiurie delta madre, J^an 
dò timidamente,ne mutò crlore andando alla morte,enon perdb netta fine U 
ftagcncrofnà. Cofi morì ella fc mina atramente per caUità e gran cuore otti 
magando baueffcufaiomokifiìa^crcbc era di bellezza corporate piace- 
voli maniere innati ad sgiialtrapia the non fi può filmare degna di onde gii 
&Htnnt l'oecàfcne, ài non mlercon te gratis del re utecrc.Tcrcbe godendefi 
fempre Vamor fno,ne temedo dn lui alcuna di0cultà>diHcnnc fmaderatajow 
inamente, & affUgcuanla te difgratie contro ifuoi anemie . "barrando ri co 
me le ermo quelle cofe aucnttte,ultimamentefectfì la madre e la far ella dtt 
■%c nimichete In i parimente, minale tanto fidaua fi, che non temea da lutai , 
(ima male jìia Voi che fi* morta crebbe nel t\e il defto in gii fa che ad agni mi 
mnto la chìamaua per nome,EHudiaua a qualuque cofa,chc potere amati 
lire il dolor ?,conuìti e p.nta mentici aitai niete gli gfaùtroao. lafciauaireg* 
lì affìtte tanto tra da i dolori oppreffoyCbe eomandatia a fmì famigliari cU 
chiamajfera Maria mute, come fufle h'ih* e fatta . Trottxndòft inftmd fiat**» 
gli foprauene mapelìifera infermità,cbe uccife molti del popolo e defuoi de 
gni amià,tendo a tuttifofpctto,cbe quello per ira diurna gli accadeffé ,pct 
tanfata inanità contro Mar'tamcet peggiorò il re di manura.chc fatto fpectt 
di andare alla caceìa,eleffe la foletudwe. affitto da tanti penfierÌ,non pati 
durare molti dì, che non cade f se in malti difficili inftr mità. "Perche bau ca t ^ 
fiammata firetta tegolate la mfte alienataci parca chegii nuoce foro le ci 
fe,che tran giù dica te gbucHoli.Cofs perduta la fperaìTgj medici ucdtda chi \ 
non feemaua il male per le medicine, e che non potei il re pigliar cafa alcuni J 
ài tfuette,comntandaroito che gli fu/sedato ciò che più gli piace a, rimettendo^ 
Ufua deaerata fatele atta fònuna.Cofì giacca egli in Sani<tria,w<minata StM 
fraflia infermo e debole: ma jtlefs&nàra chehaUtaua in Gicrttfale'/ir t ii>te>* 
dendo in chetato llerode fi trottaua, affrettaci di batterle itsewardie della 
tcrra,m* dille città, l altra del tempioJeqHalìi alcuno banca r jjncca de G'X'm 
de:figmre,Vcrcbefen%$ quefta no fi ficea facrifìdo-, ilquak parca a Giudei 
jwpoffibtie the Mnftfhiefitro t itcg§cijd.opto tv(ÌQ. é morire t cbj; mn adipi* M 



Temeri 

ti è mor 



a rt Tf T -v r 0 D E f f M: 0\ 74 

f M* ti*** uMM0t* c »%?™^liidi Herode , ™ B /»/- 
rftB tot, chccran» ?* T J'* e > 0 e Zl?Lhì, fanti* fi facfcfignve, 

fiutimi, Uà m TX le «Lprì « * 

« n T 1 m f A 0 Zl imJho ì & MtìpaW, chiamato 
ti è if*M*mmtfaWg ItarifultObaro, Ltftmacuo,w y ' „ E mor 

tU* f-rtoi mfukc^h^ quella ocwfme ^j^x^uZ rft ^ 

re anali erano tenuti f.:ccr doti di Ga^mU banano Itomi f Dio^ito 
tendo pei Rìrcano h republka tonfato le Giudaiche leggi,? [accedendo He 
rode nel regno fa dì Iduraea e di Gaz& creata giudice, dadoltper mogttt lo 
retta Salome t poì the hebbe uccifo loftppo fuoprimo marno ,come babbi* di (amg| . 
mofirato,Cuttobar o ìmpet rata qitejìa dignità oltre ogn i fuofperare,diuena- s -_ 
lo pian piano arrogante,™* giudicanti efferhene di ubidire ad Herode f efjm Menda 
4> luìgmdicey e the le gente idumeafuffe a la legge Giudaici fuggettaXa on Ulte. 
deferte a Cleopatra,™» dìredldumea fempre effe* Bata de (noi magmi, f 
ìl che era cofagìutta che chiedere d intorno la prouincia, ofcrendofl preiìa 
ài egerie in [auore.Facea egli quefio, non che più tetto deftafe dhaucr Cho 
patraperfignora,magiudÌ£aua chefeemato d' Herode ilpotere , pìa ageuol- 
meme potrebbe occupare d'i dumeti principato, pigliando l'occa fi&nc della 
nobiliti del fuo lignaggio , e the fori, che di continuo non cancefft guadagni 
baite* ammaffato . Ma Cleopatra chiedendo d'Antonia la prouincia , non 
l'ottenne , Furono quelle cofe manifettate ad Herode, ilquale battendo deter 
minato recidere Cajìobaro,aprcgi della madre , e della [oretta gli perdonò, 
ma fempre l' hebbe fofpetta dipoi,confiderande i fuoipaffati disegni , T'affa- 
to alquanto tcmpotnafcittta difeordia tra Saiomt , t CuBobaro egli la repu- 
diò, non ofìeruando inqueUolaleggedi Giudei, "Perche quetto- appo noi 
è lecito al marito ^manon può la donna fepararft dalmanta t cWanf;- 
altro maritarft , non efìendo dal primo marito lafciata . Ma [epurò 
Salù mc H matrimonio non per legge generale , ma per fua autorità , e 
dìcea al [rateilo che per efiergli fedele, hauea ripudiato il marito s fa' 
fendo che egli con ^éntìpatro , Liftmato e Ùofitheo a rimai tmouimentittu- 
dinua t cr- c h e al fuo parlare teBimonìj amami figliuoli di Babà, cheg'à da 
dici anni erano appo lui conferitati . Qucfle parole moffero il t\e a granfia? 
pòre tperehe hauea già defìtnata diperfeguitare i figliuoli di Babà , the era* 
pa flati fuoi ntmicitfsa per il longc tempo gli erano dì memoria ufeitì ., Ngtt 

K z que 



1 ÒÉLLE AVjlCatT^' GirD^tCìjr 

? i'amidtia e l'odio contro quefìi in t4g»ifa.T>o[ipdUt j1- 



dignità\ 

Herode^erfuadeuatto che alla progenie regale ft confimele "UiUtu^Z 
poi H erode prefe ls cìttà f occupa la republk*,fucomefso a Cftfìcbaro che ri» 
chiude fse le aperture della città* a fine the no fulcro di qdi i colpeuoti 



ypropvfìo un'edit 

to t (ludtandoper ogni aia ditromrlhnon ti manifefìò . Tercbe hauMo primt 
negatoti fipcre di toro ,non pensò poter fi n^ajhpplich rttànìfeftarìU&cm 
non tanto per ofìetotre hfàttf^qvmto per Wtefjìtàfiìigtgnaua di nafd 
derli.fJaitend»t> Li fòrctla dì qm {li auifato .mandò il re dotte babitauano,& 
infime con motti acetati lncctfì,accioibe eftimo d'Uircano illegnwhjof 
jedefa afta uoglta il regno t t 3 on éfmé dumo iti dmM die atte ftìeinmi 

ComeHcrode edificò un theatvo> & un trofia de gli alt ri miti c befe 
gui> once cerne edificò S, b<$ia,& dire città. Cap. Jjft 
| Tprrdo paniti fi phi tofìo, da ìcoUtmd patemi v e còitpanierì fekeA 
tfìwì conompea il moda antico, \lqu4e per ninna cagione doiteaefscr 
mwhhteyper Urbe Hvnncropipra di noiperlanenhepiu mali t forgedo mèi 
ne corrutelle dal' pietà degli antichìhntanc molto . Tfmieramente fece « 
laude di Cefare il cenihfty d'ogni cinque anm$n Gierufalemmeun theOH , 
nelca mpo mafjimo M'mfjttfte at ro t a meJtte in «e ro mign igea tufi epbrkà$i 
muda ciurmi de giudei alieni, Quando the non eraci commefso ne'ia le* 
l'ufi e l\tppsrec(bio di tali cyj/K iAppteflaua quelli giochiti ogni cinque «Mg 
con gr£ pompai fuoìdtdtì fapere a t »ichii,<onrtocanda i caffi A itterici dogm. 
generatione>al contrattogli ìnuitaua di tat tii pacfì t acc>ò che tnoffi dai prò* 
meflipnmu di uittoria ni concortefisero. Furono raccolti i principali artefici, 
non pure queitche erano efserchati nel mlore del corpo,m* etiadio gli eccel- 
lenti miiffc^che chiamano Tbimelcei proponendo- tavogràdifjìtuipremift coji 1 
conuocaua ai giochi tutti i pi» fitmofì. Vtopofe etiadio i doni al correre di 4. 
0 z.caHaJli al carro congionti,od un foto . Tutte leq.tai cole tape^iattaiio ne 
gli occhi dituttiper magmfice^a t & ornammo, <&• uolUo bauerèfommo ho 
nore>difpofe unfpettacolo di liberalità , Erano cerea il theatro le mtgìni di 
Cefare^ ttrofei delle gentile lineano uintogaerre^iad^tutto darrfto 
cdipuroorofabnme.lyon uìwancà in netti ne in uaft di pietra alcuna co* 
fapreciofA^henon ofirife egli a combattenti . Fuui un apparecchio di fie* 
rtfpercbemcoht motti leoni t é ahrimmulì > (be fano f ferocità famoft t 



F 



gli trottano di raro, iì$w*mft mij tra b^mm.VÌ 
llTaZ i foratori SmiguLdikmdeliagranfpefa cddfpeu^m* 

Ci app.lJ^rLà.Verchegltè sòma tpteld foltoporre gli bmmi.Hale 
% mM»ci P mirre a Ibuomo diletto^ } cfmUamutaret{dnico^ 
mi vfirtmil cMnamfi oltre modo dei trofci,pc f ado/ ( quelle, magva e f 
fer d'arme cirondmi&pncbe non erano atte^ di bonorare lati magmi. 
Duetto foca Herodtjaonde ntmlUofar utolen^aalpopok i " 'W"*« 
élemrfi ieftMfoni con parole,™ noperjkadea foro qucjloMuedo a m* 
k di vedere commettere cofeeontra la legge ;& gridatimi ad ma ttoce,dicen 
do;Q^iarttunnat giudichine le altre ioti tolerakli , a fermiamo tuttauia le 
intimi t rt ì trofei non eficr di CO fiume de noflri maggioriti erode turbata co 
prendendo the ma pattano ageuolmente efser placati fin^a fM alcuno* 
fhiatnò alcuni de preàpali altbealro e tttojirò loro le imagini,diìtìSdado che 
tfe porga Iof0,ìqtt4f gridarono che erano imagìnid'huomini % ma facendole 
tiare uìagli^Ornamlti, taaflfò i nudi legnici qu ai [pugilati mofsero tutti a rifo. 
Cofi acheto Htrode "empito della moltitudine in g<nifa,che molti non pia fi 
offendevo di qurfic magmi, alcuni situano pure ne ta prima dirimila , ue 
dendo cofe non fc'itr,! che gmdicauantt ejier principio a fìrtiggere le leggi 
paterne, la onde fi dt terminarono di porfipiu tvjlv i pericolone no fi pigliar 
penfuro delia mutata rcpnblica,ueUendQ che introducea Ht rode con uklen- D < ^ , 
%a cofe non filite } pare»do toro ibe fu/fi I^e in parole,ma in fatti crttdtl itimi udini* 1 
co. La onde congiurarono dieci cittadini di por fi ad ogni pericolo, cportaiiano congìu 
folto le ue Ht iejpadc.Tra i quali fu un ckco,ilquale udendo confdegno quel- rarono 
lo che fi facea,affi matta di uolerpo rft cogli altri a pe rìcolo, e fu cagione che *° " tri 
ne le imprefe fufjiro ardit'uTigliatO (fuetto conftglio , andarono d'accordo al Hci0lÌ!i 
the atra fperàdo ebe Herode affalito a l'ìmprouifo non potrebbe fuggire. Cofi 
andando arditamente,uno che jpiaua d'ogni cofa,udita della loro cogiurafe 
ce {spere al Rr cerne questi ertnopreslì Centrare neltbeatro, licitate fapen 
del' odio ebr tutti gli portauano,e te quotidiane (editioni ritmo fi nel pala* 
eio,cbiamògli actufaiipe r nome A quai pigliati manifestarne te da ì miniftrì 
Sapendo ibi' non poteano fuggire il pericolo, fi difpofrtn a la morte , non per* 
devono l'ardire. Quando che non negarono il loro defio,an^i moUraudo le fp4 
deformarono che con ragione e pitti baueano non per guadagno, ne per lo 
tQpartUoUri dolorila per le tomniunì caufeM<jkaii debite cadauno tofer* 
Vare, o per quelie morire. Par landò loro k tatguifa drtU uotontà di infidiare 
*t ^circondati da i ministri regali erano menati e con ogni forte di tormen 
iterano uccifi.Maindiapoco,akuni pigliato colui ebe li banca acc»fati t nt 
pure tuccijero,ma lo fmembrarono dandolo mangiare a tam,Et qutjìo uide- 
ro motu cittadini ^ de quali ninno ne fece motto, fin ebe Herode facendone 
fWjWMMciittif&m torneiate manifefìarono qndlo,cbe ucdutohaue* 

K 3 xo. 



tio.H e rtd e 4 l'hot <t uccift con tutte le famiglie qaekche t tono dì q nt .ft s Cù f ùe 
uoli t ma tumula non fitmaua il eoneorfo dd popolo e l'ardire t èbe hauèJfà 
per tonjfèmatbns della legge la diligenza d'llerode,an^i h ficea più accor* 
Sima - te. Veliche determinò di- far fi fme d'agni binda, acciò $' alcuno fludiafic x 
S!'^* * Hù U€ Cù f e ' la to^P"™ > c fi e>3CÌ0 Sedata Ut città del palaia 

Torre 6ttf ^' tma egti final tempìo s c ebiamausfi quella guardia .Antonio. Deli* 
Strato- * berb oncho dì cìngere Samaria de murijaquale mutato il nome chiamarono 
aica ho Scbaftia. Giuncando poigiouarc a la provincia fe fortificale la torre Stra* 
» Cefi- tornea tentano, da Gìerufalemme magtornata t fabrkata la chiamò Vefarea 
ria. ^ rnrfrfdv nel campo maffimo fichi cauallieri.edificò un luogo che chianti 
fi in Galilea Gaba,& oltre U fatue Sebonìtìda.Hauea egli fatto qncjlo pian 
p'uno per afficHrarfitcàrcondatiail popolo tutto conguardie, acciò non pò* 
tefie ageaolmt nterauouere fedittoni legnai ad ogni picchi motiimento folle- 
uauano,c fusero ^0ufefio,efiedoli tutt'bora uicini che ne [pianano .Vece ha 
bit are in quel luogo molti fuoi aiutori,e molti di circonukini popoli , quando 
che uoìedo dtmoììraffi magni ficOtfdifìcaua il tempio co maggior dign'ttd,cbc 
fi trouafie in altre città f & edificandola più tojìo per fua difetta chiamò ai 
bonore d\A ngufìo C efare Se basiia,e ditti fe la miglior parte della prouìncitt 
piti mina agli b* bitatori,cbe venendoli i lietamente ni babìta$èro,circondb 
con murai più atti luogbi,mctic»dvui buona guardia ,perehe non fufie mino» 
re delle gr a città "Perche cinge a uintt iiadif,& bauea nei melanti luogo or* 
'nato per un {indio e mczjp,nd quale edificò un tempio pergrandex^a,etor 
n.imento raggVardtnoìeXofi ornado a poco a popò tutta la tittà t attefe afor 
tificarla,uokmio con la fua btllcx^a taf dar e a defeendenti della fua lìbera* 
lità Memoria glorìofa, 

Jtyt tettate liberalità' d'tf erode uerfo il popolo,^ il fhmrc che glie 
nefègul &tp. XI. 

NEI" anno i $.del regno d'Herode occuparono la provincia motte sala* 
miuuo per nòstro cafìigo t o\it ro a cafo che ueniffero . 'Primieramente 
h terra dal gieto rìfìretta >nenfattificaua , & i cittadini per la carettia dei 
grano, erano d.i pefìifera infermità occupati, l qadda uarij mali continua* 
mente opprejfì^ battendo bifogno di cura- e di cibi erano in maggior numero dà 
lape$ìite%a c$fumàti.Et l'infirmiti é quei che cofìmor'mano, priuaua i ut* 
hì di folla^pjperche corrotti delia terra ifrntti y e vuoti tgraitaìtnon afpettà 
a a fi altra Speranza de cìbttbe la peStìleti%$, Èra adunque no* meno il re che 
il popolo da la carejlia afflttto.'Ptrtbe non potendo bavere idaci,ehe era fa* 
lite pigliare della tcrra s & bauea cofumato i tbefori ne le empie fabrkhe de 
letittd,t)M bauea di the prevaler fi. Tra tanto deliberando porgere aiuto al 
tempo,ehe era molto ditate non bruendo i vicini onie mudarli vettovaglia» 
ì quaì parimente baueano patito, e maneauanli i denari, quantunquebarreb 
hmpotntQ. wmpvm m mhipmbs (ofi^atrminò disott muc^e dittiti' 

m 




tTmSmmuufci k terra fmile^dò «g* 

^ ^ hdvjhìagrato a chi £ opprimevo jolleuo aneto t uicint^fimlcc* 
lamità «ffittl-Nt «enne a luì buomo da wmfttà affitto , the 
lui aiutato fecondo Ufi** dignità. Et ipopoli e città f buommifnuau mor ^ 
itilo a luìMber* freorfo ìnguifa the giudicai lui bau» dittnbuito a P*~ die mi 
nicripoueri pia dìdieci miliia cori de fomento. Et c*pi(ce un coro éecwog- futa è . 
eh antiche,? nelfuo regno Boooo.** diuìfe. Que&a fm ddigett^a efoUcciw 
%'me tante ualfe appo GìufeWn appogli altri divulgatale annullò al tut 
togli antichi odi) , per batter contrafatto alla Ugge t tlcbe penjaua di Menar 
[pagliato del regno,mafcce cotro l'opettione la fua magnificenza mamfejìa . 
Et mutò il popolo inguifatche lo giudica.ua no quello diprima t ma quale l'ha 
u eano nelle nccesfità pe r proua conofeitt to . Ji quel tempo mandò a Ce f ire 
in aiuto cinquecento huominì eletti dellafuaguardia, i qttai furono da Beli* 
feo condotti al mar roffo. Succedendoli poi le cofein meglio edificò nella città 
àifopra un palagio t fabdcando ampie &ornatisftme cafe,cbe poteano motte 
te molti a gran marauiglìa . Et fecondo la grandezza pofe a quelle il nome, 
chiamandole una di Cefare l'altra ingrippa. 

H erode pigliato per moglie la figliuola tf unfacerdote t edifica 
rocche e terrene mandai figlinoli a Roma ad effer 
ammaccati, Cap. XII. 

M^A per che ninna tofa preponea atlafualuffuria t moffo dal de fio, prefe 
per moglie In figliuola di Simone Gier ofelimità figliuola di Bru^o jL- 
lefiandnno facerdote r)obilufimo,ilqualc battendo u m figliuola molto da he* 
Uff) & a quel ttmpo in Cierufakmme digra fiima, imamorosft U erode ne U 
fuahelkTgo.Etp, nbe non fofpettajfc lui uoler ufare uhlen%a o tirania y gw 
dico effer tu cgltv pigliare la giouanettaper moglie. G iudteatido adunque SI- ' 

. x 4 Motte 



t DELLE OHTJCHlX^e GtFD^lCTtE 
mone indegno di regal parentado^percMreilfuo dcfto , Ufolleuà con bonorì 
incontanente priuatoGteftifigkaoladiBoetha dclfomntofaccrdotio ordi 
no m quella dignità Simeone t e ffe la figliola p mogUeX^piute le no-7 X e\dU 
fico un cafieUo otte prima baueauintoi giudei > quando per opra d'^etìiivcna 
mafi era prìuo dipmcìpatojlfttaleè Mutano da Gìerttfalemme fefiantafì* 
dijper natura fortì(fimo ì <$ t acconcia per edificanti come un colle, acciò fu ffe 
cìnto £ rotondo muro.Cbiudeft dattorno con torrì,& a la fot fa erta t & e fa 
ficataalta cento gradi . Erano de tra cafe regali di prc?go } e p fortezza e per 
ornamento edificate , Fece nel principio del colle babìtationi dìgmfiìme, 
acquedotti . "Perche non bauendo quel luogo proprie acquetarono con erià 
fpefo condotto di lontano . Cerca il campo era edificata la città s cbe biueua il 
colle per fua rocca.Cofi battendo dìfpojio il tuttoponte bauea disegnato , non 
pìutemea che forge/fero contro'lrtgnofeduioni, reggendo il popolo con due 
vie con timore ucr amente > fendo à punire feuero , e con diligenza , moflran*. 
do fi nelle ntceffttà magnanimo.. Apprettò itiandio una dìfenftone dìftiori,ap 
parecebiando qwfi una muraglia àftioì (oggetti, per ebe faccafì con doni ami. 
chele (irmiert cìtià>& i He di uarijpacfi . Tlacaua etiandio conia fua ma- 
gwficenyt CeJ/irs de t^omnii pounti<]imt>yCo n tra facendo alle leggi nel rh^4 
re tetnpij à no fi fi riti contrari. Ter che à noi e ttictatobonorare ffyij, & ima. 
ghi a colìitm? de gemili , {editai fuori ddU prouincia Giudea facea in bono- 
re di Ce fare p; r le eittàjonfumando in tali fsb fiche gran denari . -Vedendo 
uicino al mire Miluogo acconcio per farai maéttàjtfttdle già ftcbUmautt 
torre Stratonha, edifico ini una cittànon miniente , tm dì bimebe pietre , e 
palagi preciofi . Edificò ctiandio un porto tranquiltojimile di grandezza al 
Tìreo^oue le natii batteano fmtro refugio, Quefia città è in Fenicia ,uicina al 
mareutrfo Egitto ,ti a loppe e Dora terre maritimele qaai non damo alle m 
ut fianca fteura per le fortune dì affrico uento^Alla qualdifficuttàprefe tal 
remedio ,che dijjiguè il porto iti tondo, ilquale era di molte nani capace rifu- 
gio mettendo nel mare pietre per 1 5. braccia Je mai erano longbe 15. piedi , 
ohe no meno che 1 8. e Urge 9 ..Sopra icquai edificò tbrrila maggior deileqm 
U cbkmauaft £>rujo>da Drufo di Cefarc figl'iaflro.Era no le porte del porto ver 
fo lAquilontìe era nilmcTg? torre,fopra Uqual il tento dì Cefarefiibrì 
atto cra.da naviganti ueduto co due Jiatue,una diploma , l'altra di Celare. £ 
cbiamauafi la chtà Cefareajaquale bauea di fot 10 logge ito minori de gli etti 
ficìj dtfopra alcune picciolc,p corto fpacio mettono nel marcitila una dimeno 
riceueaognì ìmmonditia , laquale dalle pioggiecdal mure ,fpìntoui y;cnc 
purgata. Edificò etiandio vntbeatro dalla parte auBrale del porto , & 
sn anfiteatro di molte migliaia d'bu omini capace innanzi al mare. Compiuta 
adunque la cittàXanna duodecimo > non effendo dall'opra Banco , ne man* 
tondo di fare le gran fpefcjeliberò di mandare a Ce far e ìntima fuoi figlioli 
t 4hfiandro i & uiriHi/boh.l quali animuì^ bastando nella taf a dtVoU 

\{0M% 



L 1 B A.Q r^, vi erode , Ce fare bumaniffimamente 

fedel regno fuccefjore.h ^^J°/ m J ife «fcto U c&dUifm*,* cui 
dr jtUfitmHP* uleoccafione. z*m» Tf / cbme f e ne acmifìana t ne t quai 
von beando ^f^J^rubUMmi Dmfr* Zenodoro ntuhtaua 
luoghi babitaiwm ^'f^ff^etffl partecipe. Soffrendo i mini 

àfihiWftetóeim Mito ^/^ZSldoirefmffe ebe Meta annullati 



k nàie 1 lèrod ? botati dJ Ce a requ Wl «mg w » « «« «mw - * < - ■ • r ■ - - 
tUmrWimlagi Udroni,e ™* ***** S 
ZZTJm lbcL depofo di ma0raf° ,*mtto pu da tmà* , cbeU 
p^ntTZfatttdàereàe conterò tRmaper^atlo, ma non 
facendo effetto alcuno^itomò. a dietro» . 
Ddt'awickia dì Herode con grippa e Ce fare , e b f w/frw d* 
Manacbemo. Cap. XII 1. 

TRa tanto Herode fi fece incontra ad ^grippa facce ffor e di Cefare,man 
dato olirai mare Ionìo,e rìnouata la pafptt* armili*, ritorno iti Gl«- 
de a Ma agnati alcuni de Gaiarenft ad grippa, accendo Herode,egli se 
■za dare alcuna riffoìl^li mandò al Re tìgati. Tmmente gli Arabi al regna 
d Rerode ritmici fludìauano dtfotleuar nelle he cofe fedmonejigliata fimtle 
cccafione . Zcnodoro di fe fleffo diffidando fi , vendè alquanta parte della fu* 
prefettura agli Uutanìtiper cinquanta talenti, lacuale effendogii Stata do- 
nata daCefare,come toltagli ingiafiamente,confpeffe correrie moleHanano, 
e pa rimente trah eano in loro fattore ipotteri foldati,ofpcttanti laribetlione, 
chef agitino defiderare quelli ebe Studiano alla lor mata uhaprouedereJIe* 
rode intendenti quefìo , texana con la fua prudenza l'occcfione dcfediùom . 
yen t$ adunque Cefare in Sork l'anno ìy.dcl regno d'Th-rode , otte molti de 
Gadarenft accufauano II e rode dimoiando lui effèr hrogrieue tir aito nel co 
mandare. Spigheitaliizenodoro a dir queiloMitendo giurato di non mai ab' 
hadonatttSn che non fu fiero dall'imperio d'Hcrode liberi. Gadaré fi commof- 
Jt da ■quelle cofi\& fìdandofi che niu ftnSìro baucano patito da Herode,t]iM 
do furono mandati a luì da ^grippa jlmale era crudele witra ifuoi, & in* 
bimano mrfj gli altrui J 'acca f aitano de rapine e uitupcrti, prosando che ba 
ne* rQUÌnatotempiì,Herodefdegnato eraprefta a fati* far e. Ma Cefare lo ab 
bracchiis ,con dire ebe mn douea mutare ucrfo luìilfuofauoreperqtteiìefe 
ditiani.'Piì-ksfi dì q netto il primi giorno, ma nonfe ne fece dipoi metione al 
WtA&&chtuefcniQÌGaiarem di Cefare t'animo fpaumatiebe nonfufle-- 



ro danaio e be lìmmentaffe, demi sttecifero U noialtri fi precìpltm* 
m dulie mura,alcHni i' affogarono fpotttaneamente nel fittnte.e penero fop- 
plicij da temerari* più tojlo ebe da. colpeuoli.La onde Cefare mmtaneme af- 
foife 11 erode da ogni colpa,&gli occorfe apprefio una mediacre felicità, de 
ftoppiatc le interiora à Zenodoro /porgendo molto fattgue > in ^Antiochia di 
Sorta fitti lafua aita , e conceffe Ce fife ad Herode gran parte dell batter dì 
tòflui che erti tra Taracene e Galilea,cioè Vlatba e "Paneada, & itmitorta 
dattorne. Et Uf datolo andare^ommifeai magifìrati di Soriane per fuo 
configlio ma-eggiafhro ilgouernt>>& uenne a lauta felice forte , ebetegge* 
doti Rf'pMno imperio quelli due , Cefare , & *Agrippad~t congmnferc ntii'a- 
micitia Herode dtltcr^p . Trouandofi adunque in tal fiducia, ehkfepcr Fero 
rz fuofratvllo da Cejarc la tctrarchia,promettcndo di pagar per lui cento ta 
lenti, acciò the fe patifee egli alcuno d'tfagioifuoi figliuoli fttfiero Uberi e fen* 
%a danno , ìlauendo poi accompagnato Cefare fin' al mare } tomando nel pie 
fe di zenodero,egli edificò un tepio uìcino a Taneada one i nelmote una mot 
to bella fpeloncha,fottolaquale no ft puh andare } per ejfcr d'acque pieita,dd 
lequali forgeno i fonti del Giordanetfacrò egli a Cefare quel luogó,fabrìcato- 
ttìutt tempio , Rslafciò etìandh a fuoifoggetti later%a parte dei tributi per 
la fli rilit à cetidofrgli amici,cbe non pia glifnjJero contrari . Tercbe'n tali 
open baucano a male,chcpo£U giù la pitta, eontrafàcea alle leggi e ne par* 
iaitaiio foneiìte infìttne . I quali tur bando fi e folleua;idofi con tati ragioni , 
egli usò diligenza d' ticchettarli, leuando uia da loro l'olio ,e comtnadado ebe 
fu fiero di continuo nelle fatiche occupati. Tefcbe fio fi face a il cofnmumpaf 
frggìarcjnc fi raccogUeancle città,ma U tutto traguardato^ erano erudii 
rtte>itepuniti,percbe molti in palcfe, & in fccreto erano tratti nella prigione 
d'Hircano,& lui erano ammazzatile parimente nella città e nelle uie, feto 
che alcuni fi riduceatto infume con fide randa ì loro andamenti Dicefi ebe He 
rode mede fimo facea queSlOyChe pigliato babito di priuato, la notte pratica- 
ti a col popolo spiando quello che del fuo principato gìuiìcauano i .efctrouau4 
Menni d'atroce animo y cbe hiafimafitro le opere fue,con ogni aia li perfeguit* 
Ha,efor-^aua l'altra moltitudine a giurare di effergU fedele, efauoreuole 
Mt-yfo tlrcgno,dequai molti placandolo per timore co^fentlano alle fue dìtmt 
d?, gli altri che fluitano nell' openionc loro ofiitiali, & banca fio a male di ue- 
tiir sfor%atì,con ttarij modimcidea.Strignea etiandio Toliione Farifeo e Sa* 
meOfcbe con i fnoi compagni gli giuraffero fedeltà,iquali quantunque non gli 
ubidirono,non furono tormentati* bauendo da Totlionc ottenuto che fusero 
da luiriguardatlburono eiiandio da cotal uccesfità liberigli Effetti, genera* 
tìone appo noi t cbe tifa il modo di uiuere > inftgnato da "Pitagora a Greci . Di 
qiiefiìpiu chiara mente ragionar emo altro ue H onorati a il % gli £ fieni, gin - 
(itcatidolifopra la natura mortale dtgni.Tafttiiragion(Utjle,pmbe non fi dì- 
ftonuienealbifloria quefìoparLre,far manifejlo dì quefiì la io»ditbii(.yuo 

degli 




tal tf&»mi* il D ^Tl!tXZmmedi tutti U put /Hi- > f J*" 
comprendo che non farm ft ffig^ tt farà a core . llcbc mlU fine 

*è&nà ***** ini s5£ w mvite dif * bisa * q r 

fhpardejtmne baaen40jp^ ^ h(m to,fcce chiamare Manacbemo.w- 
& da Ui^rc quanto douea regn™ « ^ ( ^ 

« ter te» jfe* Cullili IL tifate Cap XlUI. 

1 Delta céficatmc del mmm temptoe delire ^fJ/nd, 

H Prode doto ipredett tediai anno iB.**/*» ™1? 0 ' ' 

^S B 7uSa7^ ttema memori*. Mavedeni* che tnaUgcmUcnte 
XTfX^^S per^derealpoplo^meatote * uer 

tSSSL aiutile oratile. Io giudica amia contrtbulub fia fmer* 
%^mnStttre .pere fatte ta me nel regno , q**f> d*J**J* 

ISSSSS^ nccefiario per i commodi «*J e . 

ZlScZptiaproutom le città, U^aìibaUmmfme b*bh«m 
orZ iagHiflebe lei fatala noflra generatile gkrf , b*» 

ptoeacUente.Sapm mito tenere edificano i padri wjln a» fogr^h 
fimo tempia a DÌo,p<si che furono tornati dì Babilonia, perche gk mmamm 
Manta gomiti £alterza che bauea quello di Salamene jnimo accuft i mpn 
mtggiorvome neUapietà negligentifenbc non fa fitto per colpa loro i 
temphphibaffo, m *CiroeDano dHidafpc fattoti» commendami, eh* 
tal mirata ft facefìe,aì quali cffendoloro [oggetti, & a Jwn/tatfofl , e m 
pi a Matdmw fcbbm ttpo *s#m rfi wptitrk alla forma M *vvm 



Ma bora cbeper diuin udore è concefa al mio principe t 
je nctbe^e^mohitudme dì rcnditc,& che i nandkmo fkfl ì ^ t0 " 
tu de immani, che del tutto fono fignori, che non UudìamonTv " mkU 
i operar necetftàde lafcruhà intralciata, riduccndola al* t7? d f e 
ttonwghna di piover glihaunti da luìbemfaìj nel mio rej 0 > TartZ 
do H erede in Ugmfamofle il fuo parlare non fterato a mohtran wZS 
WJJietitrdpvfmn t>o r ,1,** ,„„™..../- a. J r r. .... . * «"baratti- 




»™ bauefje infuna ogni tofa ,cbe a compirlo fufìe ricbieVa 
£frl,l if'P^Hi'rdo.Vtrcbe apparerà. l0 U. carri acon. 

ffiSfS f*»»So«»HK?» ^ttJ5" -atta een 

te ^ftainnitgnmti.fecmu^mmf staffarono,? noi a tempo 
di frotte deliberammo di rwnarlo.F» edificato il tempio di candide e lode 
pietrelongbe ^gomm,altemo,e targhe, , i, ildrcuiioe portico d attor, 
no ti tepio era bafoma la parte dimeno altiftma laaualeper molti fiadU 
lontano era da chi hzbitaua ne laprmincia o contro dì quella Keniano uedu- 
to.Qrw Manda mirabilmente le porte, la entrata & ì cardinali , & i velli 
incendo la grande^a del tempio, fece fiori d'oro che attor mu« no le colon- 
tic, lopra t capi de ledale era teflkta ma uite co» le grappe d'oro penditi- , 
thtemaimfìmtm, a chi le mirava mirabile artificio e dignità perla b-U 
tì&rr matertaCira > f!dò ™«**dio il tempio de larghi porthhi,& appre 
ito lajpefa comeneuole,fetUo la grande^ dicadauna opera. Due porthbi 
erano da grandi mmifo(tentiti,i quai tram con opra nonphvedutafabnca. 

-Perche età il colle fafiofo i alquanto druato da la parte de la città verte 
unente, eptegatofoprala rocca, lavale Salmone hauea perpetro con 
grande opera cinta di muroper diurna prouiderna, cominciando da tapme 
S£S? '^profonda ualle circondato . Lego con piombi (affi 

nero l^fa CQ uauoprfluper empire le patti di ientto,effendo limato m*U 
to targOefato in alto i» qu s drang»h,acdb che fi utiejfe di fati [avrà*. 
f*f d * t**"™* *«» «« fenofaceffèro h fatica immobile e 

^ontapetcgnttempoxontkuandol'oprain Sim<t del 

v:ote la iey, & e *pMo lefofie che ferono cerea ttKX>«S«£ 
strano* atorno quadriportkb^adauno pondera long, unfZTtra 

dwa d muriatica da Oriente un portico doppili* al incoi Jde tepZ 



te 



te dei tiLL«*U molti pfc re hamanof.brka^attornoj ***** 
KM WC^M torre f/^^^S^^/^irafo corono fa te- , , . 

àto* ilguidardonefrf* nbmof^^m 

re fa 0ofa fJrdot*U,& cvf, 'gli fa ''^™ > 1 cWf .» ^ 
ierdotàléStatbe morì il re ^gnppti . Capo ilqualeCasfiù Longino, chercg- 
pea fa jWd , e Cu/pio F&do procuratore di Giudea commendarono a Giudei 
che fa rifftwi ■TZ't-o peifa torre ^ntoniana coti énìcbe doueatio ejfer i Roma- 
ni Ji qufUa,eome erano fiati prima (ignori Mandarono i giudei legati s Clan 
dio Cefar* p i btederU t e venuti a t^ma grippa gioitane (remore fa R$ma t 
t-bhdendoìa dal? imperatore Cbcbbe ìnfuo potere, ferine}} ione a lai filettiti 
di So ria procurai ore t ma prima era Slata fitto 'l figlilo del fummo fa cerdote e 
de t Wfirkri) i quali un dì innanti la folenmtà andado al capitana dettagliar 
db ^amana t e cercando ìi loro figillo,piglìau ano la ffafa. Taffata lafolenità 
Ih ripari auano al me dr finto luogo e eonfignandola ai capitano deltaguardìa t 
jigiltata come prima fa riponcano, Herode adunque edificando quejia Bari, 
cioè torre per foriera del t$pio x per aggradirftad Antonio fuo amico primi 
pe de Rimani la chiamò sintonia* Erano nel muro dalla ftc d'Occidtte qitat 
tra portegna conducea al palagio t intcrpoSìaui la Halle ch'erti nel mezgo di 
quella itia ì tue conducemo a i borghi della terra t e la quarta alla città, fcen« 
dendoft per molti gradi alla udlc b ifia, e da motto montando. Ver che Slatta 
fa citta come un tbeatroa dirimpetto del tempio circondata da akisjima Hai 
pi r tutta la parte utrft offro, La quarta fronte uerfo il Sole da mex^a dì ha 
ut a nel mc-^n porte fopralequai mfttea capo ilregat portico triplicato per 
longo^la'juaU cominciando dallattaltc Orientatele termlnandoftallocciden- 
tate % n iti fi pmtepiu Rendere, Et tra Sopra degna che fi narra a tutti i morta) 
li Et ueramente la mite fa modo profonda che no fi polca eoprendere la prò 
fon dìtà fu sconfiderà do £alte7ga,nellaqn ale era polio il portico. Laonde fi 
mleumihuno dal ter^o coperto ionfiderare la profondità de gli edifici fé gli 
C)fnjcau.i li uift.i, di modo che non potea l'occhio arriuare alla fmi furata al- 
te^a.Vvrdìne delle colonne era poflo in quadro per ionghe%%a t ec il quarto 
muro tra co'l muro di pie tra incafìrate e unito in cotone , erano groffe quat» 
tra ht teck lunghe 17, piedi fottopoiìouì due cerchi in fe jlesft inuolthe furo. 
not'AiU r,eso eftttata duci capidelle colonne erano con opera corìntbia feci 
jffffcf feria granferà dell'opera mktibìlìM emendo in quattro ordini , tre 



uscii- 



Qrtupattauo tilnugo dt mc\%o de t quali due fatti alla tnedtfinvt mite etani 
larghi trenta fu di tre H^eper alte™ j o, piedi, L'ordme dime?™ e r * 
largo ii piedi alto ì o.& erano dite uno ((fra l altro . ifc i pdcbì app* rt > d . 
tto uarìe figure ne i Ugni {colpite . L'altera del portico di mc^to «apMj/j,. 
ratOtfon colonne di pt^i compone ttfeie inguìfa,ehe non fi uedea oue/Uf- 
fera mite. Tale adunque era il muro primo. ì^cn fi fcoSiatta molto il feconda 
muro da quello dcìmt%%o,nel quale fi montana (Sgradì a poco a poco cere* 
queììo era un muro di pietrami quale era fcrkto t ebe non u' entrale foraflie 
ro damo in fetta della aita . Si mura a dentro condotto per la porte , d'ùiìm 
e da ^Aquilone banca tre porte feofiate una dall' alitai nella parte ùrieiale 
una grandiffima , per la quale purificati pafìauanoconle dotine . ìlfamua- 
rio a niitno era aperto, nel quale era m ter%o luogo oucfclamÉteafacerdoti 
era lecito sntrAteMra itmawQ al (attuario un'altare t fopra'l quale off muaft 
ifacrifi ci) egli boiocaujli . I^on entrò Herode He in alcuno di qu efli tre tuo ■ 
gbi,e$hidoglì uietato,percbe non era faterdote, ma attendea allafabricade 
muri e de pertichi di fteriti quai bauendo edificati in otto anni » & il tempia 
da facerdoti compiuto in un'anno e cinque mefi,il popolo fu dilettila ripieno. 
Et pnma rende a gratta per la loroprellc%gd,di poitomntendauano dettela 
kprStrVga net dedicarto t ojferfe ilRgtt Dio ottocento buo't,& gii altri [eco* 
io te forfè toro,il mi numero non fi potrebbe efììmare . Tercbe efiendo atte* 
mio che fi dedìcaua il tempio quel écké'l He haueaprefo il regno t fu dafo- 
iennitàfontuofameiite celebrai a.tianea egli faticato ma uìa [otterrà , che 
dulia torre *f montana conducea al palagio enei tempio perla porta o- 
rtetttale f fopralaqii€le edificò una torre, per andare f$ttcra,qum 
domoueffe il popolo fedtttoni . Dhejì che in quel tempo t 
Mei quale ftfabricauail tempio non phuea il dì , m* 
di notte folamente accìochenon fufje impedi- 
ta lafabrica del tempio . Q^efio banm 
detto ìnofiri , il che tu ttauia non 
è impo Jììbìlefe ttot rà ale»' 
no confederare la disti 
naprouideing. 
Contai fk 
bri 

cu adunque fà tempiu* 
to ri tempio. 



il Pine del libre Q^htodecmo. 



So 



Di FLAVIO GÌOSEFFO 

HISTORICO-HVOMO 
c l a a i s s I m o 

PELLE ANTICHITÀ' G I V D A l C H E, 
LtBK* SEtTODECIMO, 
<&& 

Td i, f „ M xmde de i forti, e come tornarono da Rema 

L Re fa&nàofr nrtgoxcrno di metare tutu le uttquitd, chi 
netta cinte per laprouimiaftfaceanojece makgge "Uap*i 
fatadifmi^netta^ale (tatui ^ f^^f^tt 
W non foto era grkue per lapena* ma etiandio fciogheaatx 
■ uìonfaetudine detta patria e mette* cofo(tonc. -Perche aflra 
nitri d^nonmm^noalmedefimomodo^acommandato che ^ueffero . 

atwUpZ** control* nftto» <w»P* l *PT dc f TTtf " *f 
TJZeUe Prime leni di queiU pena ordhttfi , che rendenti ladro ytat* 

ne i« ferjMM /*r«i*4 , ma < Mi , et* «ih» jWfe 
ffSwtì T*rea 'dunque arroganza tbefi douefie fottoguccre a quél* 
pena Ma le confiiMionìeU legge , e patire il tornente dal B{ tiran- 
no ritrovato , tófc *to*t fra « po/»fc tfflfljfel^ 

K , )W bufanti - Ce/are ftesfeJMWfflW tvjtcogirffld^ resrfè i fìglixrìi mi. 
Z^ fl ftrì»^f^»f>^^''^'*«^<^" fl f^^- Tonato ha dtitta ita* 
ha » «few* popob> egni Budio ài benignità rerfo tgiauanetti , & pitti per 
grande^ ài toYpojigole <rrnamentc,c cùnueneuole bellctf* a tutti graih 
Sulome del Re [creila cominciò 4d battergli i>mdia> e parimente qua che bit 
uearto dannato M mamme per teaccufe, tetntndoft che i gimam premen- 
do tieWcgno non fattflèw wnd: tta di quello, che cantra la madre toro tra 
fi sto commefio. Kt incolpati ano ìgìouani del toro timore, con dire , che non 
babìtaaano cfji col padre uolentìtri per la morte dettam*dre>parendvglif5 
Htnewle di bahtare con luìycbe^U bauea «t»J^!f* la madre t e pigliando 
fall* umtà prìmp\o t c fundmd» 4 india éc traftmtk «lucro , untati^ 




delle Anriaar^t oivauìcnt 

ài afJlìgetli,efcemareUfauore del padre ^tfd figlioli.^ h dicmiJÙ ^ 
al f{e in faaia,tnafp«rgtndo nd popolo la fama di qH«,ftp C nh^ niì c /£ ^ 
feda V erode riportatoci onde fi moucjfe ad battergli in i,dìo.Tra Unto Ji^ 
per l'amore che portava a i figliuoli, meffo da parte ognifofpctto,et ««m/* da 
nò loro molti honoris marìtoili nobilmente. Diedead^ifijìubdf, Brrenictfi, 
gliela di Salame, & ad Mtffandro Glujìra dtl re dì Capp adaccìa figlinola, 

'Prodigalità di Uerodepet aggradhft ai ^grippa e de ì 
dati de Giudei. Cap. , l'i. 

H Erode ordinate quefie tofe t bebbe nnona the Marca jtgrlppa eranauì 
gaio d'afta in Italia, & andò in fretta da lui applicando che tttmf* 
fealfuo regno t a ceto che lo potere come amico f & albergatore trattare, li 
quale moffò dalfuo parlare lietamente Henne in Giudea .l^on lafciò il erode 
a dietrocofa alcnna,the fujfe accoda a dargli (olla-^OiOceettadiìln re de tato 
ut dtta t e moiìrogligli arnpiì edificij, e con ogni maniera didelidelui con gli 
amici trattenendo in Scbaftia , nel porto di Ctfarìa da Itti f bricato y e ni Ut 
terre ^ik panàrio, Htrodio>& Hircano.Lo conduffe edandio in Curuf'ii m 
mCffdcendofirgl't incontro il popolo con lieto grido.Qfferfe ^grippa a Dio cen 
to buoi e fece al popolo un [ohimè coniiìta.Et qstantnque batte fie difp')sto di 
starft ini molti dì,ttlttauia effendo il tempo a navicare accado bauun ad He 
Libera- rode molti dom,peruenne con ì (Uoi nobilitimi amia in loppe. Et il !{epa(Jà- 
li ti d c to il Hcrno } ritornò a lui nella prima nera > Sapendo che gli ha usa a condu ne 
nitide j$ efferato al Bosforo. Ma ria uigando per fillodi, e Coo lfole,f enf >{fi dì trust ir 
lo in Lesbù,ma ritardato dal Soffiare d'jltjuihne,ft latratene in Cbio,«tte ho- 
norò con recali doni molti che lv uennero a Ht fu are. Et addendo il portico del 
Li dtiàrosiinztOi,ìlqnalè nella guerra di Mitridate ubbatU(o,perlagrate^ 
ya e bellezza dell opra, non s'era potuto tifare d.indo denari copìo/t per tm 
le effetto ,£ornmi}c a cittadini che non fitfftro Imi a riddate ^ornamenta, 
detta filiti lìro.ctfUtnpoi la fortunate n'andò a Mitbìlene,& indi a Cotta* 
1inopdi,one intendendo the era già nauig.no grippa oltra ì (tèff Cinti , ft 
mnjSc in frettai fanìindo a Sinope di Vo^yt FimpréHÌfafègli apprdemo, 
c d i In lietamente rìcemto era fomm (fu^ii' 1 i-onorato^' aioperauitt patt 
minte in quella efpcdhionetTIiiu&dopòi ordinato per le prouihcìc d'i pUttiaii" 
dindo per Tafìagonia,c Cappadocd.ì,& indi per l'dgh,tie»nero ad Efefo,et 
indi nanìgarvnotn Samo . Faiea il neper te anima' ti beni-fidi ft come ne 
e#à ikbiiSlù l'enea haucr riguardo alia fpefa, C? fé chiedeano alcuni da A- 
QYÌppa cofa adunargli da (cjìefio la maìidaua a>s ijjeltò, Coft effendo be' 
"tìigno e liberale uerfn chi U ricercane, ne Ufciando partire alcuno da fc mal 
conìt nto , prouovnia ^grippa a fimik btnefuij . Vcrcbe placò l'animo dì 
qncllw ''degnato contro ÌUenjì, pagò ìdenar'uh? frano debitori Cbija procw 
rat ori dì i'efarc t & alle dimande di pia altrifitkftce . TcmcnHto a loppe I 

i Giudei 



r 1 B K,o s- * - _ , oUa f iùne ardire, dì 

iCiuM che bacano nette cuta Pf fffJL^ k br L rh icgg i , & 
Irrare qml ^^^"^ J , ; ^ £wi 

££t«i roa«4"«Mi™r»« Ql ' r p al ZZ;^ccondo le paterne leggi, Herode 



TrmCnlZL ebenon iafeiate loro perder, la fiducia >chcHoi gli ha ocd'A- 
fiffitftf» hanno defitto, concernendo cheli cerume voi gfg 
the oLhJLti tt poteremo thehtnnoriceuutoTenbc patron, dannu g*^ 
«art d'atomo dt taro maggiorana dit <l ltetil ^ Ui F or,< > come e«'m f "; tt h ìm(t 
mantwq&i {tatto i beniftdj da noi rtteutttigfandìffimt , fono tutiauia degni ubcitì. 
di ejicr commendati , bauenioft fatto 4i tali benefici; degni ,ma fi fono mwo* 
rì&li e fcmucneuole che non fiaiw confermiti da quelli^ ebe li hanno donati . 
Quticbe fanno a Giudei molenda fé non iudicafkro loro per fra bontà t far 
di anello appu uoì meriteuoli.nou gli barebbono tnuidia,ne Hnditrebbono di 
mmUre i mflri bettfftcu.Et fefujiedintidato loro,fe uoleficro effer delle pa 
terne leggi priuat'hiioè delle immotationi e pope che offerirono i giorni fetii 
ai t fo cbc\torranno pia tojlo Offerire ogni difagio,cbe perdere le Ifggi pater- 
ne. Quandoché molti perqueflognerreggiafto^temendofi di non totrauenire • 
ale lorokggi,& perdere la liberi à,le quai cofe tutta la generation* buma* 
»a al preft n f e gode per opera uoflraja onde chiediamo nachera noi , che ci 
fta ioajio di ojjeruare per la provinciale noHre folenità-Venbe no mettono 
ifii cotro gli altri qudh,che no cogliono citi fijfer'tre.CÓfideriamo fe gli è po 
poto alcuno,òcìttdo generatone d'huemini che non giudichi effere un foni' 
piombine la fermeiga del uoflro tmperiOfOuer lapoicn%* de Pgmnni,& ardi 
/te alcuno per [ciocco (he fta minuireiloro benefic^quando che non a'è alca 
«oche inpublko cjf in prluato non ne fta partecipe. kt fe ttorrà alcuno Iettar 
ttìa idnni nofìrhnon potrà egli tenere ferma cofa alitata, che da noi habbia* 
ùt tenuto Et chi pub annouetare i doni mfinì Se mmmo arricordaift de l'alt, 
tico rcgno,&al tiofiro imperio moderno tomprarht trotteremo affai cofe dtt 
la felicità uoBra efierci Hate donate, E quantunque ftano i noHri beni mol- 
to cbiari,npnperò fono odioft,per cagione di uoi,cbe lihauete donati. Qnefìo. 
foto dimandiamo che ci fta lecito di offtruare la paterna religione fcnqa effe-, 
re impedìtìtìkbe non debbe ad alcuno fpiacere>quando che Iddio ft compia* 
ce di uemre Ignorato. tfpn e ne le noUre foknnità alcun' atto inbumano, art* 
Ti ognì cofa è rcliiwfamcnte e congìujìtckéfpojk, Tenbe ma najcondkm 
-, _ , L i precetti 



DELLE ^^TlCHlT^' Giro^iCire 
iprecclticbe u fiatilo ne & memorie dipìetà,et humane prefetti Ceffìamt 
di kwr&fe il fabbato>antmae fiuti da la dottrina de noflri antidn'v&pmìè 
non p l'ubiamo a modo alcuno. Mofirer affi adunque che fono buone Uievti 
da mi tifitele alcuno -potrà intenderete fona antiche f come the noti paia co* 
fi adalcun't t e tuttauia non fono per la longbe^a del t$po biafmtate da quei 
li,cbe capamente le offeruano^uantHnque fiudieno firmarne di quelle con* 
■piote%a ecometteno mani/etto facrìlegio t pigìtado quei denari,chc offeriamo 
e Dio.Grauaìidoci poi conidatt,a giudici mercanti e men neeej farle ci tragga 
no,per uitùperare la religione s che fanno effer da noi ofieruata , Ucjualt 
tra ragione hanno In oéo.Tercib cbe'lnoBro imperio che a fusti fìgnoreggìn 
tomenda In pietà fommm$te>& abborifeelc uiilanie.Dìmadiamo adunque 
o ^grippa che non ci fia fatta molende ebe no fìamo impediti da godere tè 
»ottrefotlnità,ne tolto il noflro battere da qUi,cbe non patifeono da noi W« 
ten-Qt alcuna. Et neramente dimandiamo non pure cofaghifla,ma da uoiprì* 
ma a màdonata y e chiamo che fnelcggano le determinatimi del Senato, e 
le t.)udc pofle nd capitogliojequai è tofit certa tfferci fiate date per la cttr 
tt&à deUa mfint ftdt Uà yerfo di voi . Et quantunque noi fufiemo flati 
Utrfu di noi fedi li , debbono lattatila efjcr fermi ì doni tiofìrj che non folta 
noi, ma a tutti gli huomìnì bautte dato, ampliando la condizione loro co* 
bentfitìj, i q*>ìì tutti non fi pombbono fe non con briga orathne annone' 
rare. Ma fi Togliatti neifhr chiaro che babbknio guittamente impetrati 
ifuefli doni battati per tacere le cofe paffate queflo noflro Bg t ehet qui a U 
préfenxd con uri tome la fedeltà fua tur fa la mflr a famìglia s'b veduta . Ih 
the co fi ha egli mancato infàuorirui & hanoraruì per ogni via ( Et chi ci 
uieta,cbc non fi annone* ino i uotttì bentfìcij uerfb di noi t Ma panni chefir 
meglio ».u-ra> e prima di fuo padre ^Antipatrogli atthl-qual ejjcndo entrati 
Ce fare in Egitto gli Henne in aiuto co dna iniUiafotdaH,nofi moflranda men» 
tfpidko guerriero in terra che in mare,che accade a narrare quaùjkttìfeet 
a quel tempo,? quali doni da Ce fare riportòf Tarmi faucrebio narrare tutta 
ìe lettere ebeferìffe Ceftrc diluì al Senato,et ipublichi honarhe che fit A** 
iipatro fìtto Ramano cittadino . Verebe bafla far manifefìo > che poffcSa* 
motioìgìufìamente i notiti benefieijj quali dimandiamo che cìftano confer* 
mali t & quantunque non gli baueffemo prima bauntlSperauano per l'ami 
re delire nottro uerfa di uoì } & il noflro in lui , di ottenerli. Intendimi 
daGMdcidiGicrufalemmeìntbcguijàfei entrato ne la provincia, & m 
me offerendo perfetto fa crìfiào, & 'mure f tppli cationi, l'hai honorato; e che 
defìi magiare al popoto t e pigliaci da luì doni,cbe fono per le città e popoliià 
iitio di albergo & amidtìa f che hanno meritato i Giudei per la proutdenf* 
iHerode,^Ì.uifandoti di quefhia chiedìamoinfieme co'f f\£ che ueofitdc,w 
già cofa alcuni dì foHcrcbio t ma che non ci lafdate torre quel benefìtio , (hi 
dm eÌbwte,TQÌ (he incoio bfbk soft fatto , nm mtu&fiti Greti > ptr 

m 



ti 

"areno tut 
orofikri- 
alcuna» 
m patina 

quantum uMìtroh F^ r ' £ l?'*"Zl£* e fauordiHeroéeaccneederli 
liolcn^nfpofecbe ^f^^^^^^m^pm ha. 

V» SpMM>ft«««g h¥ °f^L!:cU non ft * fende i* q«efio tf * 
uefjèw cbisduttotum parrei mgaio,q*aao { ^ i j^. ^ tmt 




^^P'\^ZX iXnlaeSal^rbm vfm le f prie 
heeli firn ^««."l'.T"' . v/ ™ A ... «w, « f; «su,* 
/oif unita . £t ftet f 0 ? Wf 

rif Ji tanto amore * cS" ^grippa ~ • \ ~ " f _ ..i „ r t c aY e ti 



f£ iUonftglio.Ma Rende gli rtdeagra 

Jjppfa Une omo t abbracciata t e cofipattironft 



to iX^&^'»« [ti della proutnaa,fece mawfeft* la cau Gieiufl 
fj Ad andata e età the bacano i Giudei habttanttper l jtfta ottenute \c mw . 
per {ho me?? cioè che potè fiero per l'auenire «mere ftu^a patire a tema ma- 
hnieWirrò ethndìo quanto la feliciti e gottemo falfuo principato baueffe 
loro svoltato» e rìlafàó inquarta parte de i tributi de tanno paffato.il popò- 
lo con tale oratìone e gratta divenuto lieto e deftando al Bf ogni bcne,fe ne 
torno con allegrezza a cafa. 

Come Hcrode Henne in difeordia con i figliuoli Cap. 111. 

Altana tuttzma innanti tafedithne famigliare t e faceaft maggiore 
basendo Salame «n'odio qvaft ber editarlo contro t giovanetti, e fatta 
ardita per la motte delia madre toro,Hudiana efiinguerc tutta la fua genera 
tione,perche non ni rìmmeflc cbi della fva morte pigliaffe uendetta.Et difeor 
dando i figliuoli dal parfrwrricordandofi delia madre t cbe con falfeaccufe e~ 
ta ■fiata uctifa,& perdifto dì regnare. Sorfe un male al paffatofimile* perete 
biafìmauavo elii Salame Ferora,e qfii a i giovanetti erdiua in/tdie. Era l'odio 
veramente uguale,tra loro, ma il modo di e fedirlo dirimile , perche quitti 
mawftftatnente la biajimaaano,patendo loro non effer honeHo di ntfeonde* 
re il fitegttOffita Salente e Perora non procedrano per q«efia uia,atixiaccorté 
mente e con mutuagli à li acculavano ,fempre ingannando ì giovanetti, il c«ì 
ardire giudicatami) poter fi porre ad uccider e il padre, quando the non fi «er* 
^cgnaueno delia colpa water na,ne eredeano che giufla mente fu fie Hata vc- 
cifa,anx} s'affrettavano di uenétar fi contro l autore det'bomicìdio.Dipoi U 
città ripitna di fìntili parlameli, battea degli innocenti giovani mìfericotdia t 
la onde crtfctatli Salame ia diligenza, pigliando da loro octafionc poi the ta- 
to per la non degna morte della madre ft doltOKO.Terche dsceano ia madre in 
uem tjhr morta ntift rumente, ma che erano citi più mi f è ri ,e fondo corretti £ 
b a hit art con ì micidiali dì fìat madre . Eip'ggio ansima diteano quando il 
Hecraaficntc, 

l 2 L'odio 



DILLE jf^TlCntT^t 4ir„ w 
l'odio & impietà di Herode contro due fuoi fai iuoti lc J'-. 

Cap. TllI, &,l,m * 

POi che Herode fi fu pofìo a federe, et he bbe polito al popoh come A' % 
mo s incontanentefu da Salame e da Fcrora auiptto,cbe RauUn&z* 
ricolo per ifigliuoli,cbe mie ano della morte ddla madre toro vendicarli ** 
quefìo aggiugneano, che era la } 'peramy laro in Archelao ite di Capperi* 
fperando per fuo meT^o d'andarfene a Cefare,per accufare il padre. Htrode 
vdito quefìo fu da paura e iìupote occupato, hauendo mafjtmamete da altri 
udito ii mede fimo. Et ankordatiafi le pafjatc talamìtà,cbe tie ancb e uetif* 
la moglie era potuto libcrarft da feditione la ftta famìglia,la quale pe^orìc 
piit grieui pericoli [oftenca deipaf}ati,l>erìl ebe affiìgeafi f>mmamènte,the 
bruendoli dato Iddìo felice-fncccffò ne le eofe di fuori,egli fufie da te domeiìì 
che calamità fupcrato. Turbato adunque & afflitto da tali cala».ità,uote'da 
abbaerei giattar>ettì,prcpofc a qudii ^»tipatrofno maggior figliolo,che m 
tanti al fna principato bauea di donna prtttato generatole diedegli o^ni dignl 
tà f .mifandoft cori tal uk di rompere t'ardire ai figliuoli di Marìamme, e dan 
narela temerità loro>qitando uedeffero un'altro dvucrc regnare,e noti effì, t 
ebe poflogiui'orgoglioperlafublimatìone d'^Antipatro ,fnto!gefJÌroa mi* 
glior aia . Ma non attenne come s'bauca diuifàto,pertbe bibberoi giottariid, 
male diejjèr ab buffatila onde^Antipatro prefo l'ardire ebe prima n$ bauea 
affrettoftdi affìigerc ifrattili,& cottftntiua a le caufe contro di quelli , a le* 
quali datta Herode troppo fede,poi che no pia amaua i $%tiolis.crtiadi<fi anìt 
que lAntìpdtro de i compagni c mimlìù,per no renda fi fvfpettp^acccndea del 
padre l'animo contro ì fìglìolì ì & banca trottato più miniiìrì delia (uà volotà 
perlafperan'za battuta delrcgtw t ,& pareaebe fiiccffc tjucfìo } pertbe f«fic al 
padre fedele ,la onde ne prende ano igiouaniplu noia: efouentc lagrìm-iuan* 
ycdedo[ifùre'%gare i & arricordado/i della, morte della madre , e to gli amici 
hìafimauano il padre comcingìiiho.Quctte loro fjrctle erano da mj'uagi bui 
mini per opera da ^Antìputro ad Herode raportate, la onde >:o picchia fedi* 
itone moueafi nel palagio , 'perche il I^e fdegnato per tati aecufe, e ttolendo 
b umiliar e i figliuoli di M arianne,, inette a ogtn (ìudso in bonorare Jinùpatra, 
ripigliata fna madre che bauea digra ifyo ripudiata , ftr'meafptffo a C efare 
f lui.Tornado jtgri^pa a Rgma , poi chi bebbe gC'Ucrnato l'afta die ti ann( t 
ill{e nauìgado a ìttidì Cindea,menù fcco ^tntìpatro folo, ricomtnàdasdoto a 
lui con molti doni t actiò ebe lo facefie di Cefarc amico , perche tutti et edefie» 
ro,cbe fpre^a ti gli altr i fglioliiCoJìui dotteffe regnare, f gli parinete fimi* 
do a fuoi avtici in l{oma, li ricomandaua Jtntipatrojlqaale fi dolca di t>o po- 
tere accufare i fratelli come trafolito , rltrenandofi affate battendo timore 
the' l padre mutando openione ,non douentaffe uerfo i figliuoli di Marìamme 
più bcnigno.Fattoqueflopenftero } ufando iafua malvagia uolotàfperUoiì 
ndtere Hp^dre£ltftrÌueiifQHftf sfìngea éffan in fpAuento della ftta mot 



t i j i o s e s t o r> Ed ho. 8j 

i J " % _ . t A e « m *hemmfeflzmeMenàifp*n 

In conceda afe «tf&writfV** < <tf«r , « 

r^- Wg^J^^^i^ eprlfcnLdogtiiJigtioli, U 

\L a , ma dell* uita anebora, baumdo trattato control padre una tanta fu- 
&7ilneJ44nate bauldo tottratagran tempo, bora era*jk>$to di macchiar 
le orecchie di Cefart ,percbeno gii banca il padre ofrfiincofa alcuna*® per 
che parckt loro cofi ingiù jlo t fe «atta egli il principato con molte fatiche epe* 
nmi da Uàaequiftato,a colai the negiudkatta degno. Tereije diteua egli q* 
Po premio consti altri doni digiuilitia s'accompagnajalcuno barri con me 



.jpcrutnireat regno,. 

boragli banca minifirato honori e rtcebc^e, e datogli mogli nobilisjtma ad 
tdrijtotolo U figliola di fua fonila, ad A le fiandra la figliola d'Archelao R£ 
di Cappadoccù.Et che qitaniitquebauejjLpoteSià per tali macamtntidì uf~ 
di(arfì,no l'hauea fatto, magli bauea codoni a Cefare comune benefattore » 
~ejr hauendofi privato di quanto un padre offifo ,&unR£ hfidiato hambbe 
potuto fare ti batte a tratti feeo al gittdicioja onde altro no reftauafi no che 
onero fttffvro ucriji elìi,ac(iò non uiuefie il padre in continua paura,e eglifuf 
fe opprcfio,dandq dife fattola a tutto' l mondo. Toicbe Hcro Je lubbc coli det 
to auufando i ji^lioli,(be parlHdo liti pLtgaemo^e confufì di tate aecnjà,qtta 
tunque no fufiero dalla confcien%a ripreji f tuttattiagìuditauanomatageuol- 
minte poter dalle paterne ac(ufe]colparfi,no parendo toropoter conboneRÀ 
riprendere il padre.Coft no potendo parlare erano da lagrime e gemiti impe* 
diti,ttmendofi che nÓfatisfacedojfipenfafiera chefufkro colpe noli. Ma Cefi* 
re urduto quel turbamento comprefe l'innuccntia bro,efcce gmdkiOy ebe né 
per fttltr aggine >mìpct impet ìtia o modefita non fi pottffero dife ndcre. Coft 
fatti dt mr/t ricordia degni a tutti ch'erano prefenù , mafie a uera rniferhor- ftj J A _ 
di.iil padre c Cefare f e chi erano alla prefen^a e fargli propksj. jilifiadto co i e fr*n- 
Mincio 4 difenda fi dalla aceufa in tal gutfa parlando. La tua affettane o p a tiro. 
dre s'è manifi {fa perì t tuogindicìo uerfo di noi,pcrcbefehaitetlÌpcnfato tra 
dtlid ciotti* cantra di noi > non ci harejli condotti a Cefare di tutti eonfe tua- 
twceficndotn tuo potere tome il padre di trattarci a tua Mglìa. ihurndo che 

Lì noit 



itonfieondneoma tempìf a a fattt ua rij,tf u et che fi WìW -, 
toh àtqtiifiéff ìnì k uitajaquatc più che la ^me^efarelXenZ^^ 
bauefjìmo contro'l padre una tal cofa éJpoHo.'Per ciò che itoti teme la 
di parlar e, e ri giudichiamo beat i s potUoti placare, e fuggire it pericolo "t* 
(ufafalfa,hqualefe è creduta, già èfouerchìo che neghiamo più il fole t che 
dici tu adunque, glie Cttccufa uefi fintile contragiouani tbebabbiamo dèftata 
il regno et l'argomento che fai delia morte della mifera tnadre s e faccia di i ie 
rità.Con fiderà tut cauta che non tutti fono di mede/ima natura, ne fi può dira 
di tutti la medeftma cofa,qtiando che tutù i figliuoli dil\r ejjèndo gìouani , e 
wwta U madre loropotrebbono effer al padre fofpetti Ma no baila l'openia 
ìieafar dì tata crudeltà fede . Dicami alcuno fe bsbbhmo noi dato indicio al 
CiwOjOnde quefhfta fatto credibile . Totraffì forfè con manifefìiindicijp T o* 
tiare che h abbiamo appr efiato il neleno,o cogiitrato con nofìri uguali, o cor 
rotto iferui,o ferino contra di te Ietterei ben, che fi poffono fingere per incoi' 
parnequantunque non ftano fatte, effóndo masfmamhe difeordia ne la taf* 
regale? Et il principato che tu di effe re il premio dipietà,fpefic fiate è di mal 
Udgììà cagione, La neHra colpa tuttavìa da ninno I Rata provata . Et come 
. fehglierà le aceti fe colitiche rio un ole udire la feufa altrui ? t^pn babbiamo 
parlato nerumi-te coirà dì te, per che farebbe ìngìufio, ma evira qllt,ihe ogni 
parola detta banhòtiriportatc.Habbiamo piato la madre alcuno dcnot,npp 
ìbe fuffe mor!ti,ma p( r che era da indegni biaftmata, ìqualì ttoleano occupa* 
re il prhìdpno. sappiamo che n o pofììede il padre co fa alcuna, cbenolapof 
fediamo an cima noi Et godendo li homi regali in uanos 'affrettia mo ditte* 
ridati per occupare il regnv y qnaxdo che la terrq,dr il mare non ci potè* af* 
fteurare per tal fedir agi ne, fiatar c hbe la pietà de f oggetti e la gente rclìgio- 
fa concefìo,che occupaffcro pariddì il regno , o entrafiero nelfantiffimo teni* 
pio da te fabricato? Et lafcìate da parte qttefìe cofe tutte bar ebbe Ce fare tii- 
ucndo lafttato quefl h omicidio impunito? 7{p hai generato però empij figlia 
li o psT^ma infelici t e di te indegni, Se nS ui aedi canfc alcune , e non troni 
le htftdie, onde potrai credete di noi una tanta crudeltà , Vigilerai tu forfè 
(onicunra da la morte materna t laquale più lofio ci dotte reblie mitigare, che 
incitarci fèteamo tifare più longo fèrmwteperfatis farti, ma non ricercane 
pìv longaoratìone lecofe,che non fono credute. Et però barn ìnn.mjj a Cefo* 
re de tutti Signori facciamo patio , che fe raauilìiam con iterità e fen^a fo* 
fpetto l'amor inebetiamo t/iucre,fna Ttonfelhemente,pircbe tiafcono fouen* 
teda falfi colpa maligfandijJimi.Ma (Undo tu In malinconìa delia colpa m 
fira non ci i gioconda la ulta, quantunque tu la doni a ttofyfe non ne fta^ di* 
riti. Cefaretheprima non credea s Caccufa , d'ite quefìc parole piu ft piata 
fta t egu ardando (beffo Uerode,parea che fitnftigaffè , Et eftemh •fparf^nebt 
fola un rumore da miferkordi* Catifatói que H'dcmfa incredibile fìcea odia- 
fati % . Ytnbe (età de igmumi & Uuago affetto tm lì face* di mifim 

ardi* 



e ir C r 0 D K <? * ' M °* ' ®4 

- £M?fi^™ sfiata ài parole m 




gra rfi 0er tutori* fata rkoncttiatme:li dt vegnente donò Htrode* Ce fi ljo(i< 
?«r* trecento utenti jk^te fa** al nomanti popolo fpcttacolt e dom.Et Ce 
fare diede zittite metà de t'entrate delmetallo diCipry la meta della prò 
p4rj>& con doni tra gli albergatóri tifati Cbonorò.Gli conceflb anebora che 
faceffe qual uolea de i figltnolì t ot*eto the dhideffi il regno tra ìoYo t accio* 
che tibaifsffètàdakttQ la parte fttaMa non ttollc ebe faceffe quefiofin che tri 
ma, con direbbe douea egli mentre che trinca c{ier del regno e de figliuoli Si- 
viere, Ordinate qttefie tòfeda nnouo tornò in Giudea Mentre che era fato af 
fènte,gran parte del regno a Traionìtidi era ribellala i quali fi< reno da GÌ» 
dici Infanti da HerodefoggiogaiiMerode nauìgand o con tfigtnoli , pervenne 
hi Eleufa città dì Cttkìaebe fi* poi detta Si batti* e trono ^Archelao in Cap- 
padotia,che ft rallegrati* de £a$oÌHtiotte t de ifigliuotì$erìaltmnte d'Mcf* 
fandro che banca fra figliuola per moglie t & fi fecero fcambieuelmente doni 
regaliti erode indi Mitigando pervenne in Giudca,& entrati nel tempio tiar 
rò al popolo ifuùi felici faccele la liberalità dì Ce fare u erfo dife , T^e Ufi- 
tic fi uolfe a perfide rei figliuoli the nel palagio & in ogni cofa piffero con* 
tordeitoltyC dichiarò chefarebbono dopo itti, jlntìpatro il primo , e dipoi 
i figlinoli di Marìatnmc jtlefsà'dro & lAriftobolOte eofiirtoSi adefiergli me 
ire che uitìefìe ttbtdie'ti,qn<tda (be no era per uccchieTga ìpedito di no poter 
reggerete l\epublica.Dctto qne/la,licentìò il popolo^ molti per l affettatiti* 
rie de i figlinoti a nwue cofcffadìaMito. 

La magnanimità «liberalità di Herode,delle città da lui edificate* 
e la crudeltà che uso contra i fttoi. Cap. V. 

FV a quel tempo compiuta Ccfareajaqnale edifici in dieci anni t l'anno ■. 
iR.del fui) imperio Ja j p i.ol't»ipiade,e fece ne la dedicatione di quella 
fa alebre e foniHofoapp* reccbio,percÌK banca ordinato chei contratti ma ■ 
firalhc'qiieicbegìocauoia'Palefiraui ttemffèro . Mattea etimdìo appwet- 
tbhto feroci animali^ febermitori, & il correr de cannili, & altri mirabili Doni 
fpett acoli in bonorc del quinquennio dì Ce fare, A cui Ce fare con Giulia fu a *&C«à 
coglie banca con fommalikrathà mandato per il dedicare della citta vn 
riccb'fjini.0 appatetcbÌQ,the fu filmato cinqu.acn.to talenti. Et effonda concor 

l 4 fon 



fo alla città gran moltitudine peruedere i (penatoli & ì * M • . « 

popoli^ndendogligratie degli battuti bene^toecotfe mtiùZZlZ 
■ Uste uam tonuw, & per quindeci giorni fece ìfpettacoììco» motte ititi 
pertiche ffpuotelufua magnificenza diuutgatc. L a onde natraft ckt Cecità 
ét ^ggrippa dttferofo:$ntc,cbe non ùfpondea t'imperio fuo & la 
tà dì He r ode & the era degno dipo/ledere di Soria t d'Egitto itr cgtto. EdìR. 
t&taqmfìa città fabrìcò tid campo Cafarfaba detto in luogo afquof^^ 
grafia terreno da alherìe fiumi circondato una città,e cbiumuUa dal nome di 
fuo padre vintìpatridayornàdeld co belU^a^ amenità, Edificando poti/,, 
nome di fax madre usa (lan^p reffo Gierico s et bauZdota fortificata^ t hU 
wò Cipro^an^ì in nome di Fafeio fin f>atetlo t pcr l'amore che gli bauea porta 
to,cdificò in quella città una torre per fortej^a non minore del fero Mtffan 
drino,e chiamilo F afillo in memoria del fratello. Edificò paritxetc una città 
dei mcdtftma nome apprefio a Gierico^on potiamo annoucrarc i benefit^ t 
the egli fece a le altre città dì Sorta e di Orccia,oue gli accadè a poffare . Ma 
furono ifuòi fatti uerfo i Hpdtj gra ndiffini. Verche edifico egli a fuefpefe. Ti* 
lbio,e dtedemdtitalc'tiper fahricare naut.Edifitò molti pi» luoghi pubtiebi 
nella città J^Jcopi'litana,fatta da Cefare nel Uto ^Atùecco.Ortiò'cÓ ìportubì 
dame dacie partila pianga pofì a nei me^go delia gra cittàicbe babitauano 
gii lAutìocb jnì in $oùa t e lafìrigò lauta dì pietra lanuta tt, per ornamentò c 
filiamo degU bubiratori.B^HaHrò poi ìgiocbi olimpi degni di fama t a{figna* 
do per anelli maggior fcmma,e con Jttimolationi > & altro ornamento fece tu 
fua celebratone famofa t perla qual magnificerà fu chiamata perpetuo jtgs 
notbeta.Tarcad alcuni mirabile la differenza deità fua uolontà. "Pertbe con 
fider afii doni,& i beneficìftdati a amigli duominìiChipuo negare lui non ef 
fer fiato liberale ?Ma feguarderasfì aitormerti,& iniquità coirai famiglia 
ri e fogge t ti da lui u fatica rà giudicato inliumano e crudele t t da ogni pietà 
elleno , La onde lo giudicano in confi, vile e di contraria Hotontàjlthe non mi 
par ragìoneuole,confiderando ebe una iUeffa eaufa ne luna e ne feltra noia 
là fignoreggia ,P<? rebe effondo a dòn are fi [minatamente condotto fedìpri 
fente o futura gloria fé gli offeriua certa fp> ra»%*, fpédtndo fconciamtnte U 
€Omperaua,etperò era giudicato uerfo i foggiti crudele quando confumati i 
prefentidcnarì,tt<fle4 pigliare de gli a Uri, Et fapendo ebe tra per le fue fiù» 
len%e da ifoggettì odiaiùjton poteuagià emenda) fi da iuitif t ma pigliata oc- 
taftone da i denari Jngegnauafi diueadicarfi de chi gli portauano odio, Seat 
cuno de fuoi famigliari non toptacaua cop4role*£0ttfeffandofìfuofcruo i oxet 
febaueafafpetto tbe alcuno afphafie alregno^non/ì poteua temperare, an^i 
perfeguitanaparenttìet amiciicome nimid mortali. Et uolendo per fe falò gli 
hònori inwfe in taluity.G li bonari che usò egli uerfo C efare & ^grippa, 
et altri amici mi rendono tefiimomo lui hausr bttuuto tale affettione/Percbe 
fi cerne adulami egliajmaggiQrif co fi ritercaHa che faeejfero a lui foggcttL 



a F - r r 0 D E C 1 M ' (t. ts 
«4 ÙgenU -"f" 0 S^SSSÌu onde odiala il^lpo 

ri ò mandarono kg, « ' - W ' ' , fltó £ 4 f 0B 




il *J ismmm P«P*lo di everte* a , Gtudci,ebe I ?F 

S£ Lbtftiano Viti* le toro freghe ,c<bef, 

LLeanoa t tbefMm i dimri mandati da fili m Gtenfatenme&ftatè nel 
ftflo <fl <b i»M«^»« WN «/«tòrta «w? arf re 

«*rfif««o f*crìkgo,& ifroi beni publteati.Et commando per fojnc. 
*J ctó«> «er /«f« S li ftwfltim *«« « <fi«wwi* few rf* C-» 

rio ClfcriM»* decreta /m/w/Io wrf luogo nokhlJimoAe tutta l A\ia 
h ! in mìo nome dedicato.Et fe contrarrà alcuno a qucfto decreta £«e* 
«ewt »rep«»i«^ GfièM*' mi tempio di Cefare.Ctfae a Tarmano Matcò 
[alme t Giudei che fogliano per cofìumc antico mandare denari m GierufHc 
mf.floi» ft*w> da qsefa impeditilo ftrifse Cefare ^grÌppa,cttadìofcri) 
fé p i Giudei in qucfìaguifa.^gripp* a magistrati al Senato,& al popolo dì 
Efi-bfahtte. Comm andò che i Giudei babìttiti in Jfia babbino cura e buona, 
custodia de t danari J*aijhi ff mandano in Gicwfahwtne fecondo ti loro pa 
trio cojiuwBt ut glia che qucUt iquai tagliano a i Giudei QttJB fitti danari 
e fimono a l' afilo luogo di franchigia ,fìano tratti dei} » e datti a Gradef* 
fi c 0m e ancho i [acrile^ nm fona in quel luogo patri . St riffe parimente a Si* 
fono prefetto che nonfafiero i Giudei affretti di f albata a comparire mgm 
àicio. Marco ^grippa al magìUrato^l Senato & al popolo de Ciren^faÌH 
te.I Giudei che babìuno in Cìrene t ptri quali Jtugtih baferìttoa fatue pre 
fatai» Libia,& altriproatratorì di quella provincia , bannonù fopplkm 
di mandare fen^a impedimento denari in Gterufalemme fitàdò il cotture fa 
rùfenbe fono afflìtti da alcuni talumiatori,p\%\ìaUcwafme da i Uibuti, 
che non debbono pa?are t &gli i aie t sta di celebrare kfulennità » PtriUbc 



* in monifco the ninno li dia u oia , Et fe alcuno cittadino gii ha tolto i f ac * J. 
nari, commando chcftano rendttthc proucggaft per l'auenireebeqjnj 
™e»ga. Caio Turbano Fiacco proccio amagifìrati,&al Senato dì s'alr 
gna f alatele fare mi hafcritto,cotnettedomi che non fi uietì a Giudei di rft e 
cogliete detta ri fecondo i l coHstme hro t e mandatli in Gierufatemnie, vili 
fmttv adtftiyite t pcrche fappiate che Ce fare ,& io coft aogliamo.Scrijfe patì- 
mente Giulia prs>cofolo t al magìflvato al Senato & al popolo f alate. I Giudei 
habitanti nell'ai fiatando io a giudicare ij.diFebraro mi hanno ttoaiiìfa. 
ILtto, che C( fare ignito e Marco ^grippa gli ha conce fio dì afare le prò 
pncUgy,an?i che po/fmo fcn%t impedimento ma itre in Gtcrufakmmc ide. 
variarne fagliano fare 'per la pietà che hanno aerfo iddio , Et hanno diman 
d i rochio parimente con mici decreti mi conforma/fé a Cefare & ^grippa. 
FegM adunque ebefappiate, come ubidendo a i decreti di ^taguBo e di ^, 
gnpp^ha commendato che tifino,^ eterninole loro fole nnitàfcnz* impedi 
f*»^mm. Quello hMiamo detto t percheino0rifcrittifono per venire 
t Siam de Greci ptrfùrlimanifcno, che ottenendo da principio ogni 




H; 



muda ^cUaquale e/fendo piene le no(ìre legghei debbono fattigli ha omini co 
me am-eiabbraceiare.Tetchenon ci debbono dafe alienare per la difere %t 
de!U religione t an\i conferitore l'affcttUne della benignità »tbe può coferaa- 
re la emmme aita di tutti. Intorno a t bijìor ia. 

Ddfcpvkro dt Bittidjdetla incontinenza di Salome,c la turba- 

tione d Herode. Cap. Vii, 

' Erode, come ho predetto con fumati i dcnari t & intendendo che tlìrca 
. nojtqaale era flato t\e innanzi a lui hauea apertoUfepolcbro dì Da- 
ture trotta tetti tre milita talentì } credcndo che acne fa fero affé pia , t quai 
ptefiero ad ognìfpefa bafìare,aprendo il ftpolc rottura in qtlo di notte,mH 
«olendo che fi auedejji di quefio la dttà.Et pereìò menando feco jolamtntcfi 
delibimi a»iìci t non ai trottò denari come fece Hircano, ma pigliò molti va/i 
d'oro t & altre care cofe. Cercando poi con maggior dilige' jy, euoKdo entrare 
vue eranolc uvne^elleqaai erano di Dautd,e Salamene i corpi , datfuoi mi- 
nijlri furono arfì dalle fiamme che ufeiano di dentro.^ill'hora egli fb JH ?tala 
tifò fuori, e per fati* fattane edificò magnificamente innanzi alla porte un fe 
palerà ili pietra candidasi quale incoio hiflorìco fece menitene , ma tac 
queil difendete del % nel f pelerò, parendoti atto poto bonetti chefem 
fre ègU ha fatto ne fnoi ferini perche (tana egli con tic ti/de e Solamente fin 



uea 



rfBRÒ SESTO U 

Hti m lh cofe cbefuffero afuagloria > & ™ d { e d / tk ^ 

%TZZ***Ȉw frr Mo.Buokndo fan,fr< 

MacZdelZm di Marimbe de ft^ot figliuoli, accusi Utper l^umfa, 

ZSZnZ fluii* ft f* colpe.Ma glj da perdonar efhem fcrtffe *b 
TSo ria £ attefe commenda Uerode . Maio che fa* delfine dei 
R'Ahmonei epoftw bonortuolmente il facerdotio,bo giudicato fow » è dell* 
■fiii mmte&peràwnhmciHcru* lecfa^nm.Eraadunp If erode 
affino da i mlidomm perche moltt pigliando ardire dal fmf degno , «- M*. 
cÀfauano ì propìnqui , dr amici fttot.I quali pofli t« <?«tft traudii, non ?*- * 
ue Ano pace Tercbc S atome di Mariani? nimicalo» lafeuiua che fu a figliola 
ixmcat* ai M imbolo gli f"fft fedele fìringedol* a manifcflare ciò the egli 
ternamente dieta , & quando erano iti rifta » come tra maritati amene , 
sforzili* la giovinetta a m anìfefl are ciò ehefapea del marito . Et peiò dicco,, 
elit thcl marito finente facca memoria della madre Mariame,e che odiati* 
it padre y min<*cciandofpc(io,c}}e fe ottenere i l principato, farebbe martiri dì 
feolapert Hslt-iggii figliuoli di H erode d'altre mogli generati* aUaqual ape™ 
pare anopiu che atìudij attì,e che {e uedeffe le moglie ueflirft de gli ornameli 
madre s cbc le rinchiuderebbe inCelìeij, acciò nonuedefferc il Sole t per 
h.iucr stfa'ta fintili ornamenti. Q^efie co fe riportale da Salomcal f^-, acetn- 
deattì pin l'animo fu o,& era pi» affitto, che daua fede ad ameduele parti» 
che zccufmiiino.^U'bnra minaccio a ì figliuoli e rlbattne le fatìtfattioni che 
fin ad horal'haueaito trattenutoci fdegnò molto piti. Tercbc Perora ucnuto 
ad Meffandro,ebe baneuapcr moglìe,come dicemmo Clafira d'Archelao fi 
gtiola,diffè:Iobo udito dir a Salame cheHerode e oltre modo innamorato di 
Galafiraftta nuora,che mena fmanic^ilefiadro udito quefio,moffo dagìou'é' 
tà,ò dagelofta per le felle che facca Herode alla glouane p bonorarla s fnfpet 
tana che facefìe 'tal cofe per amore,& non potendo [apportare il dolore mani 
feftò al padre co lagrime,quello,cbe Perora dettogli Lattea. Ma Herode me 
nandù maggior furore, ne potendo [offerire di efjere falfamcnte incolpato di 
lujTtiriaiturbaitaft mclto,c grida do fon cnte,amcordaua quale fufie flato egli 
ucrfaifttoì di cafone mali gli baite a trouati,e fattoli chiamare Peroralo i l 
pjrote Paffalfe, Opeffimo dì tutti tome feìuenuto a co fi abominatole dtfprcT^ H« codfl 
1$ di me,cbe facci di me talgìitdicio s e parli in tal gai fai troneggio io la tua ^ " 
Uolotà 3 che no dici qfìe parole a mìa ingiuria , ma p pone in mano al figliolo j^cn** 
le infuiie & i ueleni f tradirmi? E tbi bartbbe t no fetido dalla bontà diuina ri 
tenuto laqual ha qffagarghne, potuto no ufdìcarft contro il padre di ft triftn 
epenbutf dohchì prima porgli nella deilra matto la fpada, tbe dirgli tal pa- 
rolc contro (sta padre. Ter che HHudij a dir mal ' dime; fe non per fratelli * 
con fraudi bemnoli l Veramente bai detto , cofe the dalla tua fraudo fi pO' 
teanopenfare, Partiti adunque ò pe filmo ucrfo ti fratello e bencfatore,e 
ft^ifatftt kmnUtUtktta ma confitene Io fòglio mette imiti no* pigliati 



DELLE. WHjlCHlTjt' GTr ùmiche* 
jtowf uendetta,ma ornandogli pi» tc-fìo de benefici! , de ì quali f 0H0 giudicati 
indegnLQiicJìódifsc itìfama Perora pieno di manincon'ta, difit Salìntc a al 
fio mi ha perfuafo,e da lei l'ho uétoMla ch'era prcfente t udedo quello aridi 
intontàneteebe né batte* detto quello, e the (ludiauano tutti dì farla al 9 
dìofa t & ucciderla ad ogni m odo, perche wnofceanò'lei fempre efsergli fìat * 
fedele; & che al prefente ufau ano maggior infidie, pmbe ella fola ntenea il 
fratello cjf che no repudia fse la moglie,che al bora haHea,c pigliafse per tuo 
glie la figliola del ^Etperàbamì cofluìfalfamente actnfata,ùetto qut£io t 
jlrzcciSdafì i capelline hattè'do tipetto fisca la (ita negatone tredìbilcma la 
inaUagttà de ifuoi cofìumidatta a credere ch'ella finge fse .Coft perora nop» 
ttdofcafarfi,rcfiò nel m%%p bauedo co fi: fiato ibauer detto ad >Alefsadro t 
ne potendo protiare come Ibauefse da Salame intefo.ta onde fatto fopra que 
(la (cfcfione g>5 parlamelo, il I\e fpre^ato il fratello,e la forclla,co'mèdò il 
figliolo di cdfiantia^ercb'egli banca manifefiato il parlare di Perora, Fatta 
ftte fi a lite,Salome come di qtte&a aecufa principio, era da tutti odiata,ct lo 
tìbborriitina U mogli dettig come malvagi*, perche comprede ano lei efser di 
maluagia naiara-Vìgliata aduque tale occafhnejaccufaitatto fempre adi le 
rode t e crebbe a loro audacia? tal cagione. Obeda i^f d' \Artabì,bnomo dapt 
co,& lefacede del regno qusft inetto t bauea mghuane procuratore del re* 
gno,ìn ognìeofa moka ornato al cui comandamento ubidiua tutta l\Arabia* 
Ct'fiui uetinto per alcune bi fogne ad Herode,e eenado co'i ti£,nide Salome,et 
innamorato dì lei,mtedendo che era uedom,&pinfttutntcmete l'amanaM 
onde trattò ci lei di pigliarla p moglie. Salame a quel tepo maltrattata dai 
frnteUo s & innamorata dclgiouatie,cofentì nelle no%%e.E tornava da mani 
a ccna,apparuero pttt fegnìmanifefii del loro awore,i quaì fecero le donneai 
i^s mani feflitbejfadofì delta poca vergogna di quella. Herode chiamò afePt 
rora s comnteitedolì cheofseruafte quel che facessero ne la cenaitlqttale gli ri 
portò , che non figuardauano io cenni e movimenti d'occhi a ftoptire la loro 
vergogna.Ùipoi fi partì titubo u(dHtrft(of petto. Et paffuti i tre nufi ritor- 
nò pir parlarne Con Herode,dat quale chkje Salarne per moglie ,no gii efien* 
do incomodo l'apprefentarfi con gli ^trabi , perthe'l principato de gii idrobi 
ti>e boragli fauorìmygli farebbe f l'aueuke più utile. Her ode parlato dì quf 
ilo con la forella,le dimandò fe lo uotea per marito, al che ella incoi urici c at 
con finti, tt parimente tbìefe da tuife uotea far fi Giudeo,*; circoncidtrft,per' 
thenonpotea Salame altmmi'te diuenirglt moglie. Ma egli rifpofecheno f* 
re Ohe quefìo,perehe farebbe priuato dagli JlrJbi non (otamete dircgno,m4 
d'i n'ita anchora.'E detto qttetfo,ft parti . Cominciò Perora ;ta quel di ad incol- 
pare $ Jomc di lufiur'ta, & non pur cgli,nta le mogli dd^e anchora dìteam 
Mil 1) m s i c i coni! \Arabo batter eommeflò adulterio. T^on prefe Fero rtt come dicemmo 
'iVlukc P tYm vàttl à $ maìte * l h t Hirodefuo fratello gììbauea tolta t perche amm* 
tb, tnokoUmoglk ufiente . Et perciò chiedenti Sakmt (he fa/se data alfuofi* 

gliuola 



2 7 8*0 ^ESTODECJMO. $7 
f ;; w ^tf r/.i Cufìobaro generatola lo difjuadea Ferora,hau7dofifpetto ilgh 
ttaite p la aorte del padre; Et ibi egli eràptu cweneuole the la piglile fan 
fieliuoh,cbe era dette tetrarchia facce fore.Cof: te fanciulla fetolta fu pigli* 
ta,ptr mWtit dal figlimlodi Perora, & diede ilBg in dote cento tdentl^. 
■ teffaua^'tttttmk ìe é$ìifanhàn<4> trefcean 0 maggiori, e forfè 

da no botte fia catifa una tur h adone, eh e diede 'affai ebefare, Erottogli Eunu- 
chi del «spia loro bellezza motto amati Je iqtuxli uno erapìncerna, l'altro 
fcatco } & ilter^pcubkttiario,& iquaìfìauano mi fuo conftglio prefentì, Ftt 
tuffato il da alcuni ,che (tane qitcfìi -ad U le fiandra co motti danari correi 
ti J quali dal fa interregni, é&hfef}àrofio di efkrfi con Itti di luftnria me fia- 
te ti, ma che non fip ratio co fa alcuna control padre acerba v trifìa: ma efsen 
do più agramente tormetathet da neceffìta aftrettì, perche iminiflripitt air» 
cernente infiammo a cvueiarli,confeffarono p aggradirfì adjAntip at ro, ebeyt 
Icffandro odiatiti il padre, & c tagli in unico, la onde pfuadea loro a fpre^ar 
{ Hcrode,comeqncllo t cheera boggimai ttecebio e nafodeai fuoi annt,e ette n 
luìfìuoUafìero comefe malgrado del padre baitefìc ilrfgno, perche trarreb- 
be egli it primo luogo , non tanto per il parentado „ quanto per l'apparecchia 
•fbe hauea t e che molti erano pretti a patire e fare per Itti ogni co fa . Hero de 
udito queRoJfu tutto da furore e fpauento turbatoci battendo a male quelle 
'parole ebegtiparue dette a fuo btafimo , prefe delle altre periglilo foj 'petto >, 
La onde da amendue quefle cauft incitatojtmea che non fttfìe te nero fitta 
totro di lui fina congiura peggiore della prima:? fortifìcandoft co guardie, [e* 
fattamente ne ricercala , £ pofe te'fpie a tjtt elli, ebe banca fcfpctti, per ilche 
iauendo infofpetto & odiando tutti \uolendofi per ogni aia difendere s diuen* 
■ne controbolli innocenti crudele.M a gli partano motto più potenti e terribi 
li quei t cbeper no» praticar con lui radicate nominati* e fe erano chiamati, 
Situano della uitain dubbio. Dipoi tutti ì propinqui non battendo de cafi loro 
ferma fpcran^a uoltati a difendere la propria falute,giudicauano ebefuffe 4 
hrcghueuok anticipare ad acculare un' altro , caricando altrui de le fprìe, 
Colpr 3 e cadeano fiume nelle inftdie che a gli altri ordinano . Tertheattefia 
te it i% tnoffo apìetà s nm uccUeagli accufàti,e gli accufatoria fi rìmaneam 
da cornmt ture il mcdeftmoM ondé incornano nella medcftma pcna,effenda 
(lai te punk*. 

la difeordta tra Herode & Jtlefftndto figliuolo i t 

E fuot amici. Cap. Fili, 
$ fendo nel palagio un tale turbammo , uietò il Re a motti amici che non 
xtentr afferò, Eta^uefUfecetaleeomtnifiione,iquaì haueano cantei 
pia dmt nichela . T^on noie accettare ^fndromaco e Gemello buomìnì di 
<*mici§mi,cbe nella repiihlied, nelle legationt e famigliari cofl 
* mi ^g l \ haueanogiet*ato,tt haueano ammaccato fuoi figli ioU,et otte* 
nmadopo t^jìvii ilprimo lnogp.i$itiò Andromaco^cbe Demetrio fuo tf- 

gliuote 



gltmh era amico da Mcfìandro, e Gemile pebefapta che era fedele mfc 
i figliuoli ',efsedo fleti con quelli a Ittita ne'c&nuiti nt'iìudih Tuttofa li cac- 
ciò bon< Rame nll, per non moflrare di ordinate cefafeontia sottragli buom i 
ninùhililjìrrriìttw portando fi accortatnentcji ptiuò di fiducia^acciò mngli $f 
fende/ se ro,baur»da tipo ter grande* Fà di tutti quefii mali digiune .^Atitìpa- 
Maina tro ' 'fy Hl "^ fi nc>f, f ! c ° t P'jdre riflrttto , banca Compre fo U [ita incoSian^a . 
ei ti d'-- laonde sìndiaua ad ognifuo potere che tutti i potenti fùfic r o efjift ti tt'htf 
A litifi- ra U, fjff esulato ^ndromaco egli altri dal fuo parlamento e fiditela ; gli altri 
ad>Aeìsandro ft delibimi iaitrrogaua , che face fiero manifefio fe era fatti 
diro diluiedgiura alcuna ,i quali moriuano^non fapendo che dirfi,tìr (icc>n- 
fontana il ì\e,nim l> tfffltanfl 6 quali deftaua. Ma l'accorto jtmipatro non pa 
tendo uoiurc co fa che con Merita fi matite ntfse, ogn'horapm infinita rictrcS 
4o da ptu tormentati la fiafcifìa cogiura.Ma ano de tortttetati difie tbe'lgit 
nane tjsendo e 5 nn ndato nella grandetta del corpo, e pc ritta di f afflare , e 
d'altre utriù,ntlltquat umetti gl'altri , banca detto,chegiì noceanopin toHa 
tjuejli beni dinatura,per che'lpadreglì hauea innidia,e]ìudiana dì abhafsat 
lo , acciò non fi aedi j se la fica turi*" } e che non factta.ua al dritto utile cacete 
pr e fante il padre per ttr.nidia^bc egli banca, della fua gloria . Cofì ricercati' 
do mntttamet:te t e rimettendoti i tormetìtì,aggingnea colui » che ^triUoholo 
anebora ira con tuìd'accordo d'uccidere il padre alla caccia , e fuggendo a 
Rf<n>a,chhdire itregno,e furono trottate lettere d\Alefsandro ad ^ìrifìoka* 
lo t it{ lievitali biafitnaua ttfadre,iht banca dato ad ^Antipatro il terreno f che 
rendea tifi cento talentuLe qudi lette da Herode egtieredè efser nero (}itcth- t 
tbefofpectauade i figliuoli Et incontanente prefe e legò tAltpàdroidìpoiftri 
txtjse tifiti dando fede alle etife udite, non ne apparendo fermo indicio,tna che 
era una querelaogiouenile temerità,ne parca uertfimtle che uccidendolo ma 
nifijlammfiyfuggifsero a noma.tit fpctado trottare maggior fegm d'impietà 
m i figliuolo dicea che era pentito sbatter coft temerariamente legatolo . Tot 
ptentandopoi molti nobilitimi amici d\Akfsandro,nùn trono, che canfeftaf- 
fè*o cofa di quttlo,cbe banca fofpetto.Et infìado pure a fintili inffuiftti(itìi,& 
tffendo il palagio di timore e turbamento ripieno , un gìouane da i tcrmentt 
tìHrettQ difie eheMtfiandro banca ferino a P&ma>e dimadato ebefufiero M 
ìlo chiamato da Ce fare ; per the banca di che accufare il padre, perche crafi 
amicato eOnMhbridate t^c de 'Parchi centro Bimani, & avgiugnea the gli 
hauea jilefiand\\> appreftato il ueleno in H A f calotta. Herode udito qur$o,cre 
dendo the batttffe te tini cercato di fcafarfi, tumlftandò incotanente t beflfur 
tffle inqui fittone del u fieno, tna no trouò uefiigio alcuno. Ma ^4 le fiandra vò 
tendo tyììft tritare ìgi ^>'di mali tardò a negare , ^limolando il parlare a rttag-* 
pori detìtth i fotfenoii tido a n quella uia leuatgltla facilita nel credere alle 
aci ufc.Etpctò gli mando lettere ÌH quattro libri, dicendo ; che non do Utapitt 
fomentati dUnuo^ie priiccdtteplu guanti, petxbs neraajfc gli etano/iati 

fatte 



I ! B FIO S E J r 0 P E C ! M 0.. SS 

j&teiei»0wdte4 f$ -■ f> m m carato Fero?a,ett fai f t 

àltémì amm Ei cfa £ UoM Wr& a 4*°*"/*?™ * '«f*» 1 » fmgradw* 

acciò ebe ncdienMo.m.vidaffero fd e^emqne&a de ftmpre hanno pt<iio 
àtffiquire.fnrow tra gufati Vtol<meo t e Safrmodd re fidetttfimt, 
Es parca uer amente (hs uifujie entrata la rabbia, come anìene agli ammali 
acciò c/jc famajferp gli amici uno contro l'altro Et per ciò non ft trouaua U 
tifiti ,an ri fi & #*¥ mmenfekfentttìe;&foprattertedoaà demi 
prigione, 4d altri morte,& ad altri no* fintati dolori , Fn bruttamente (por* 
iato il regi» dalla pajfata felicità caduto, & era la aita de Herode iafelice t 
perda: e/fendi} tubato,*- ninno erede* a fpetttmdo grandi tementi, Coft f^r- 
bato di e ìiotte,qnafi d'aerine in furore e pa%f0* 
Co me tlerode fi riconciliò' cai jiglitiolo 1 & uceife ì la ironi. Cap, PìiU 

Archelao t^dì Cappadocia , udito qneHo di tì erode t fpanentatoft ptt 
f afjglittoU,& atififavtdofi per il pericolo delgionane,uennc in Gii*' 
dea per tati turbamenti del fuo amko,oue f acedo filma di audio che era atte 
KUto inucHigò il tutto con &ligetr%i,tuttauia non affatfe llerode y quafÌ ìnsci 
pando che battefìe fatto temjrariarnente t perch; ft temi* dì no provocarlo a 
maggior furore ,ma tenendo altra ala cominciò ad amine' lare anello ,eite era- 
accaduto . "Perche tninaccìaua al gioitane e dice Herode non bitter fi portato 
tenterariamete,e .pmettea alla figlinola difdogHere U mìtrhmnio, e che no 
perdonerebbe a lei ancbora } qnando ebe no immfeflaffe qncllo,cbe ne fapea. 
Herode u sdendo Archelao tale cotrù quello che fi penfaua, e ebe bauea egli 
mostrato pia farore,pUcxtodcirÌra,giudiea lo d'kauerfe portato giu(tamea 
tt in finche fitta hanea,a poeo a poco ritornò alla paterna affittone. *Ap+ 
porne adunque in attienine la mifericordia,baticndo alcuni per il gioitane fa 
tìsfaiOy & effendo placato il I{r. ^All'bora guardando ^irehelaa,ehiedea ebe 
fcioglieffèil matrimùnio,come banca minacciato ,pcrche era anebora tdegna 
$o alquanto fupra le cofe commffo dalgiouane.Tuttanìa .Archelao per pia* 
carlo,incolpaua ìfnoi amici dicendo,che la colpa era loro , ebe corrompeanù 
ilgiouans, e rendea il fratello quanto potea fofpetto.'Percbe effondo Herode 
contro Ferora sdegnato, & H anemia Perora bi fogno di riconciliar ft co'l Rjy 
ani fan* fi Archelao a qnrfio e(fer attener il che venne a ini di nero ne fitto, 
chiedendo ebe foppltcafse il fratello per lui. Archelao non lo fprczgò .negli 
promlfe dì poter incontanente placare Herode. ^Aotì la conforti ebe fe 
tfandafse al i^v fopp litan io con fcft afte lui efser d'ogni male la sag ione > . 
perche gknerebbe pia quelìa a placare il fio sdrgno, cbeìlfna parLre ; Fe- Pcrer* 
rora accordato/i a queyo che era tra lor dui ordinato,feìolfe contro ogni fpe- <ì i«p* 
T * re "girane dell' accttfa. Et Archelao battendo placato Herode uerfoFe È ^ 
Torà, ritornò in Cappadocia amato da Herode fvmmamente.Ter ilebelhono 
m a ttffiii dom t fy l 0 arrìdi mgnìftcmme anitotternndolo tra tfttot ami 

infici* 



tifimi. Determinò Uerodediandarfcne a Fgma , perche batte* diqueUc *oì 
fe battuto da Cefare lettere,**)' andando infame con Archelao fino** ^ n tio 
cbia riconciliò ad ^Archelao Titìo dì Scria procuratore , che gli era nimica 
Còfi andato e tornato da Hpma t bebbe guerra cogli jtrahi, mafia da tale oca, 
fionc.Quei che babitanano la regione Traconitide,laqual Cejare tolfe a Ze*. 
nodoro, e diede ad H erodevo poteano rubbare tlpaefe,ma erao agretti a col 
tifare le terrea uiuere cbetamfte,ilcbe a toro era mal comada,& Hcrodt f 
la fua diligenza ti andana lodato. Adunque quando nauigò a Rama, per ac* 
ed fare a Cefare Meffandro,e rkcon$dargU <Antipatro,fpargtft tafana che 
egli era morto .Tfaconhidi udito queiìa* ribellarono da luì , e tornati al co» 
Sìutne toro, faccbe$gìauanoicirccncÌmm campi. Contro di quefìi u frinita 
ì procuratori del l\e, e gli fog%iogarono. Ma quaranta prencipi de ladroni 
partiti di Tracotie cole loro famiglie tutte andarono in Arabia, e furono da 
Stleo benignamente raccotti>effenda sdegnato per Safome,cbe non gli nafta 
ta data per moglie. Jti quali bauendo dato un luogo forte, rubbarono efli uà 
pure la Giudea,ma etìandla la Sorta inferiore* effendo da Sileo aiutati. He* 
rode tornato da Fgma, trouò molte parti del fuo regno da ladroni mal trat- 
tatole (he non poteano ìfnoi capitani pigliargli * ne bauea uìa da fortificar' 
fi, quando chegli^rabi gli porgeano aiuto. Et [piacendogli quello filmina* 
mente, fe n'andò in Tracone,oue accife ì famigliari de i ladronuVercbe ilcbt 
furono più idegnati,& battendo per legge di mendicai fi contro cbi gli vai* 
éefleìfaniìglian,turbauanoe tubbauanotutto'lpaefedi Herode,ìtquale ne 
ani sii capitani dì Cefare Saturnino e Volunnìo. F olendo che gli fui fero da* 
ti i ladroni che Upum(fe,percbe quelli crefeiuù di numero e for%a t urbana* 
no il tutto affiigaido kprcninci* del i{e,faccbeggiando le mtle , uccidendo t 
prigioni,?? fate" do il tutto come s'uft nella gutrra. Et erano gii più di mille . 
Chiede a Herode i ladroni, & ì denari predati ad Qbeda per opera di Siko , 
àoèfejfanta talenti,& eragiipaflato il termine poflo tra loro di raderei de- 
nari. Ma Sileo fprrzfando Qbeàa s perche maneggiala egli tutto*Uegno, tic* 
gò che f afferò ladroni in Arabia,e diferìm a vendere i denari. Et perciò agì* 
tmaft la cauja innanzi a Saturnino e folliamo procuratori di Sona. Iquali 
determinarono che baaefjètìerodei denari fra trenta dì, e cbeftrendeffero i 
fuggìtiui d'amenduc i regni f rambienolntente. Ma non fu trouato appo Hert 
de Sirabo akuno,nc tenuto inguifa alcuno per ferito e prigione. Ma confentU 
fono gli ^Arabi di ttenìr nel toro paefe i ladroni GiudeiTaftato il tempo ordi- 
nato Sikofcn^afhre cofa alcuna di quello che erti detcrminato,paflato Hpre 
fcritta temme s fe n'andò a R^ma.Ma injìaua Hcrode che fi rtdefjho i ladri 
i denari,Etefìedo ito Saturnino e Folunnio a punire i difubidieti.il erode 
tolto feco l'eflerCÌlo t cntrò ne l'^ìrabia,& alhggiatOHÌ fette dì,perucniteuhi 
no a tcajìello de i ladrom,t tutti liprefe eon in/idie,rouinò poi Ù cartello ehi* 
maio Bgptafen^a of elider e addcunaMasteneiìdoglijlrahi in aiutale fi 

il 



I 1 B \ 0 SEST0DÉC1M0, 8$ 
Matto fame malto Capitai, nel quale morirono pochi dì ftmdm 
J maì ì Macebo con * 5 .deifuoUgli altri fi mifero a frgne . Et ti He «cadenr 
done tre mtih pofe i ilcccaù circa Tracme degli tifami, e rtpmea 1 Udrà 
m Metanoperqud paefe.Fece mani/Uh Herode e 1 prefitti the crono arci 
Fenicia come non batteva operata contro t di [ubidienti ^trabi ptttdtqucHo 
thtfteùnutnh . 1 prefetti ritmando di qiicjto, trottarono ini non ejfet flato 
bugiardo* 

Gli atti di Cefarecongli Mabu Cap. X. 

H finendo imefft mani ff fato il tutto a Stleoin ^oma f et accrefcìuto cu 
dama cofa^gli che iìaua nel palagio tra gli Amici diCefamudita q* 
fio uejtttoft antro , entrò alai facendoli fapere che era Mi al' Arabia da la. 
guerra co mino/fate conqm^Jio tutto t regno da l'efferato d 'Herodc>& lagri 
matta dieta che 2 j ao, nubi ti Arabi erano inorti >e T^acébo toro capitano et* 
flirto dcdfo,ile{tialt erafito cogionlo c patite,? le ricche in l{fpta ca fallo 
trouate ,baftta lì erode meffo a faccoSPcrchc Obcdafpre-qcato p l'infirmiti , 
no banca potuto far [egli cantra , perche ne egli , ne Pefiercito d'Arabia era 
fiato prefente. Dicendo Sii totali c\fe > & aggtugnendoui per metterlo àfiie- 
gnù,chc no tornarMe egli ne taprou'tncia,fe non crcdcffc che C efare a la co- 
mune pace attendcfj'c,& de s'ancora fuflc prefente, non era comodo ilguer 
reggiar con Uttode , Ccfarcqucjìo vdendo fi [degnò , e dima-dado da buamini 
di tierode,cbe bota errino uenuii di Soriani baiteua Herode eodmoin Ari 
bla icffeì ■cito . 1 quaieffendo Coretti a dirgli il nero,ne f spendo affigliare U 
Cahfa iti q(lo,fdegnofìÌ Ccfare ì»guifa,chc fcrifie adHerodeafpramete,et era 
la [arnina dt h (citerà <puJia.Ce fare ad Herode f a dietro mio amtco,ma ha 
ra fù^gvtto.Scrifje di quelle Sileo agl'Arabi,i qitai divenuti arrogiti, no rea 
detono i ladroni,cbe a loro foggiano, ne ì danari,an'%ìpfiflcdcano fienai paga 
re il fitto ipaf calighe teneano a prezzo da giudei, tffindo Immillato il I{r de 
giudei evi furore di Ci fare. Et glihabitanti in Traconc infteme cogl Arabi 
afpgeffero la guardia degiudei,nontanto per propria utile, quanto per memo 
ria de la pafìata guerra fatta da Herode cantra di loro. Sopportala il Re quo 
Jie itìiurit i tietìe'dùfibaucrpdtita lafaucia,chebàuea ne l'atnkitiadiCefare> 
poi che intefeijuoi legati mandati due fate a fatisfare per lefiie colpe, noef 
fer flati ammeffi.Era travagliato perche Ce fare tato credea a Sileo , iiqaale 
fèndo in Hnmatfudiaua effet creata d'Arali I{e t pche era morto Oieda, prò 
metteaaCéfare i & 4 più potenti di fua corte molti denari , Mentre che mo- _ 
fìtta Qbeda,Dineo,cbefu poi detto +Areta, oteupo il regno. A cui Ccfare mi-. ^^"ì 
nacckua s cbe banca ardito di regime, prima che gli dejfe auifo.Ma egliman Ar=ta fii 
oc a Ce fare Una cotona dimoiti taleti,et una lettera, oue incolpati* Silfo fer cede ai 
ho tnalnagio,e ebettcrifo Obeda con ueleno,e giaccìut'ft con te mogli deglA Obtia, 
r *bi , mentre ebe gonernauailH/tto (fluendo il Rg,ati'%i che mica convitai* 
trai denari acquisiate il priììcipato.Ma ffefare ho gii dSéo fcdejimSdì i do* 

M w. 



ni , Tuttavìa l'Arabia e la Giudea era da pia muli afflitta , perche uno dei 
He, Ugnale non anchora bauea ben fermo l' imperioso» umana U mbberie, 
Cofi Herode uedendo Ce/are cotto f e (degnato; era afa etto a (apportare te h 
ro iniquità. Difpofe egli adunque uedendo fi da tanti mali attorniato , dì man- 
dare a Cefare uri altra fiata,per tentate di placar Cefare per opra de gli ami* 
ni.E mandouiT^icoh Damasceno. 

Come furono accufatii figlioli di Ber ode innanzi a Cefare. Cap. x /. 
luifcte TI M jt Ufm cafa e tuoi figlioli eratto U peggior flato , quantunque non 
riporta- jyjLHuimiMofWi/èB^ ca giont, 
twifc £nmle Late demonio nobile ne U patria ,ma di animo cattino Juffuriojbj Htm 
nendo adHerode,eon molti doni fe lo fece fatf arcuale ìn%uìfa,tbefu tra fm 
amici annouerato.Cofluì Randa co jintìpatrOtentram ad Meftandro,epr<t 
ticaua con luijicendo che albergaaa egli col % di Cappadocìa, & pento lo 
honaraua molto p amore diGlafira,e iaceareiganaJ$ataua coftrì ogni at- 
to e parola,per poter acquietare d'H erode la gratìa f bauendo compóUe le ac- 
tufe, perlequali ghidicaua cadauna effergli fedele . adunque ^ilcjfindrt> 
moffo dagiou<M£>c dolendoli per quello ebe banca patì tonano a coflsi come ' 
tra ilpadretdit Ini alicnato,fgli bauea uccifo la m idre ^preponi doli <Antipa* 
tro t ìlqualebauea diluì narrato alpairecofe int olerà bili, per lequali no era 
chiamato ne ì co:iiti,ne in co figlio. Cefi bauUo lagrimato per dolore . Eurìcle 
inconi ■ antie lo r> pc-no ad^ntipatro e co dircT^on ti dico per mio utile que- 
Starna uìnto da tuoi boK0ìì t c da la gr aderga del perìcolo t tì cómmada che ti 
guardi da- iAhfsadro } E profetalo quello no ferina dolore y faceua fede ebe é 
cejfeil uera ardita rfìetc,J.ntìpatroa<iunqu e giudicandolo a fe fede leggìi die- 
de molti doni, e lo perfwfe the narraffe quello ad Herode . Co fi manifeBò t& 
fini ad Herode le fopradette parole , non come le bauea udite d'Mffftndro t 
ma facendo co'l fio parlare l'acca fi ucrifimile empì l'animo del {{e d'odio 
immutabile ritiro i figliuoli. Cafluì ha unti del i^e in dono \o. ttdenthet anda- 
io al l\e di Cappadocìa^glì dìffe y che era ^Akflandro modello $ da bene , e co- 
me baueuaft molto a faticato per rkóciliarlo co'l padre. Ver ikhehauuti dà 
ini molti donici partt.Et ufando in Lacedemone ftmili avt'himmerfoin molte 
ìnìqmtàyfti delia patria bandito , Ma URg degiudei non vdiua come prima 
foùmntele acca fa cétra Meffandro & ^tnÉobalo an^tfe ra? ne era da al- 
luno amfìto,perfe mede fimo ne inueftigaitai e diede licZ^a a cadauno di po- 
ter accufarll^t l'ima udì Etiatero ebe li acwfaua, beebe glifpiacefie l buif 
mo,percbe l'abborriua C'jmc uno detòfapeuolixtcbbepoi cotroìgiouani un 
fftgior maUiCfiendo tutti adefìati cò~prcmii t di narrare ethra di loro alcuna 
acerbità^* onde fingendo molti di parlare per la fatute del %e. diceuana cofe 
falfe , Furono dui amici dì Rerade per f^r^a e grande^ di corpo eccellenti 
Giocondo e Tiranno chiamati, Qucfti bruendo offi fó il Hc y cacciati dalai* 
fedirono ^{effartdrOt dd quali eraw ne gli tfìercitq del corpo bonorath 

figliando 



L I B FI^O S E S T 0 Ti E C t H 01 p 0 
pigliando da lui denari & altriprcfenti . ll$$ pigliando fofpetto di coffa- 
ro, litcrmMttìt<i;i qu di battendo toleratogran tempo» finalmen te umida. 
itoymtnti,dueano , che bsmtalotoprtfutfo Meandro t che gktaffero da 
tannilo Hcrode a la eaccia in taltitodo^bepoteffèro agcnolme»te vcciderlo^ 
llcbeper adìetro gii era aucnuto.Mwifeftarono ttiantlio l'oro in loppe na fa 
SÌq s c prauauarto la coglila per ilprepoflo della eaccia % cbe per e otniffiotte d* 
vite fi Udrò gii bàue* dm le arme regatLDìpoiU capitano dettò guardia d'^i 
leffandro terra fu pigliata poUo al tot mento, incolpato di soler mar den- 
tro la guardia de giomiiijt dar loro, regali the fari pofli nel (alleilo, !A£o* 
confefsò egli cofa alcuna di quefìo t ma fno figlinolo diesa co/i efsere ordinato* 
emoilrò ledere che partano 4 , l AUfsandro,lcqtiaÌ erano di tal tenore. Tatto 
te co fi che babbìamo ordina te, fono col dittino amo in buon tettninc.Fenirc 
TW aduqtte a mì,cùme habbìamo ,pmefso,ac<;cttatetì nelcallcilo.Hcrodc lei 
taqueslaepifìola^neper certe le infidie de figlioli. Ma difse Mefsadro che 
Qiofantofsrjttore cotrafaeido la fua manofbaueafcritto quejle lettere affa 
tamente in gratin d\Antipatro. Tale era Diofantoja onde cottimo in quefìì » 
e* altri mancamenti fu uccifo. Condufseilf^ i fìgliuoli,etì loro accufatori in 
Gterico,oue molti lapidarono gli accufatorie meitetidoft per uccìdere pari- 
mente *4lef sandro il Kg per opera dì Vtolomeo e dì Perora Ionie tè. Ma era* 
no guardati ifigliolitibe aitino parla fse con toro,att elidendo che non fhcefse* 
ro o dicejs e ro cofa alcuna. Et che pini Efsendo temi ti come danatì, ^trìslobo 
lo aaiftadoft che lafmfmceraft condole fse dalla loro mìferia, & odia fse il 
difse; tu parimele fé hipcrìcolo } quàdo che aceti fata de efsertì a Sitcom* 
mata gì itdtcafi cbeuttoglì tradire il tutto. Salame incontanente attiri di qua 
Sìo Ufratcllcjquaknonfi ritenne,cbc ltgati,t diuìfttmo dal'altro non gli 
comadjxjse ( be mettefsero in fcritto l'odio cheglìponauano. Igiouaniaftret 
tijcnjsero che non baueano fatto ne penfato contra di luì tradimeto t ma che 
fumano penfato di fttggirewdendofi tal neceffuà e perìcolo dì sita . Penne 
* quel tempo di Cappadocia Mida nùUlì§mo tegatodUrchelao ; e solendo 
Xcrodemamfeflare dUrchdao la perfidia uerfo dife/ece condurc Mefsan 
tìro cip legale lo dimando cerca il fuggire in ebeguìfa e dotte banca deter- £ac ** 
mnatod andare. l^pofe MefsUro,cbeera per fuggire <d ^rcbelaojlqua- 
ieglt^ncapromefso di mandarlo a ^oma,ma che non hauca cotra ìl padre 
?" triHa t e eh non era aero quello, ók gli merfaru batte* 

*J iucche (e muta Tìrano } uolea ebefe ne ricercale co mamor diliveza, 
J m mf t U °f' manifcjìaftelauerkà, ma che era più to/io /latouccifoLìti 
v ^nttpatro mitigato per open defaoi amieUlpopolo ad ucciderlo . Detto 
mto,eomaSehe Midafufse coMcfsandro condotto a Clafira, bebé U in 
terrogafsefe banca ìntefo cofa deuna delle ìfidìe cotra Herode tetsate.Iam 

$ZT ia G h Ì U H^4^ coffe il capjflu 

WWd<f l& mta dogliofamcnte.Bt furono le lagrime Mgiouane e de chi era 

M 2 no 



san Mii * Ic 



blitz WHTICKIT^' GtVDAlCKt 

nò prefetti un m'if èro jpetacob,rte poterò lungamente interrogare ne rlfpon* 
tiere,Et interrogandola Ttobmeo a cuicra commeffa di condurli fe frpea el- 
la di quelle inftdie cofaalcitna,rifpofe Aleffandro ; Et che co fa non furila di 
me,effendopiu che l anima mia dame amais t & bauendoi figliuoli coniami 
Et eltagvidètcbe n&fapea co fa alcuna trifìa,ma ebefepctea in modo alcuno 
giouare a kjiia falute,che non ri&tfaita di coniare am be la bugia. Mefiti 
dro dìfìc non gliè impictk alama,nc anche quello chefofpetta tufo padre, per 
tbe non ci ho ptnfato maLTit o tionna,chc altro f ai, fe non che habbUmo peti 
fato di fuggire ad Anbclao,& indi a Rgmatll mede finto confefià cUa.Hert 
de hehbe fofpetto Archelao dìpe;fdia,e diede ad Olimpo e VolMo lettere* 
commendando a quelli che pacando per Eleufa città di Citici* , lede/fero ai 
Arcbelaofmcolpandoh che ne le infìdie fuffe con ifigltuolipartcàpe, & ehi 
indi nautgalfero a Roma,oucft trouafjèro ijicofo baacr placato Ccfare, gli 
appnfentafjcro li lettere c le ragioni,che battea difpofle contra igiouani.At 
ebeko battute le lettere, con f e fio ebedouca rhcmre igiouani , per giouare A 
hro>et alpadre, acciò non aucniffe pcggfopcr la difeordiajtna che nonhauta 
promejfo a i giauani di mandarli à Ccfare, ne di fare contro, dì lui tradimento 
alcuno ì legati udito quefìo t c unititi a lutila diedero le lettere, perche trOti* 
rem Ceptreplacato M hauendotalegatkne dì tficolùpartoritoun tale effetto 
che entrata nel palagio, non fece quello perche era utn'uto ,wa fi deliberò di 
aau(are Sileo. il 'che molti fapendo, andarono a Tritolo, egli tnanififìauana 
di Sileo tutte leinìqnhà,& che banca smallato molti di Qheda I\e , e mo- 
fìr aitano con lettere gli ìndia] mani fi HL 

Come Ce fave fi riconciliò con lì eroder Sileo accufato,fu dan* 
nato a morte. Cap. 'XII. 

me aio \ T i colo giudicando 00 apprrfenU U felice imp re fa, ingegna» a fi ae» 
«enfi l\ cufando Siko di riconciliare CefartcottHerode.Tercbc fap ea eh i no* 
Sileo. ^ a)f ^| e tonc( fi<> difathfa re per il %g,ma che accufando Sileo , ban bbe 
accàfione a difendere U erode, ordinato il dì the dotte* pir lare » ^stdofen* 
do prefeutì ì legati de Areta , accufaua Sileo , aggittgntndo con gli film (he 
bauca uccifo anche il %e tolti danari in premito fen^a commodo alcuno dt 
la republica; narrano parimente fimi adulterij non fato ìnAfabi^ma ettfiW* 
dio con le donne limane, Aggkgtteua per più imitare Cefkre,ehc banca di 
i fitti di Herodt mentito .Bue nato a qucp.o parlare, Ccfare dimandò fe bit' 
uea Herade condotto in Arabia l'efkrcito,& uecifo 2 ^ooMomini pigliato 
prigìcnhe difettato ilpacfe.Aqttcih rifpofe Tritilo, che era Rato ouer nictp 
teomttioaffè diquello,chehauea uditoima tu cbefeihuomogwfia s bai eoa 
ftderato ttjìer attenuto peggio. Cefare uditoglielo , contra ognìfua credere , 
commandò cheparlafje fopra diqucflo^icolo uolenio fat'ufhe produfieun 
fcrhto di comrmneconfentimentOide ì cinque cento talentaci qud :rajb* 
paffete un temine digtomprefìflkfitfp: kc'm ad Herade, tm fèndo renda* 



I l B ì\0 S E f T 0 DECIMÒ, 9l 
ti i danari^ aftatirc l'ambia. Et che non era fiato cadono per la pronincid 
«ngìuflo efiircito , ma alquanto numero de faldati , ma che poi valendo ri- 
f enotere i danari fu molto dopo il termine Adotta la Moltitudine. Dlkh ba- 
ttendo fi più fiate richiamato con Saturnio e Potunio prefetti JiSoria t & bà- 
ttendo sHeo giurato innamialorok Renio per la tua felicità di dare fra 
trenta giorni i danari^ i fuggitili del regno di Herode t ma non facendo lai 
tofa alcuna diqucfle.Herodeft ritornò dai procuratori^ quali coctffcro che 
fi pigUaffè i pegnL L a onde incontanente entrò t gli ne la prauinàa con i fmi t 
& chiama ecftui^uerra un tal atta per fare odio fi i tuoi pasturatoti , tquaÙ 
fecondo l'accordo bautta commandato eli? fi fàccia. Et cojiuìfpergiurandoba 
ingannato non pure iùei,r»a il nome tuo anchora.B^Ua chela parti de iprl* 
fìonD ladroni else babitauano in Tracane ,che prima ergno quaranta , e poi " 
miti altri temendofi di patire i tormenti per laro malvagie opere, fuggirono 
in ^rabia^ raccolti da Stlto^fimuano tutta ilpaeft che gli hauea cotfr 
cefìopcr ftan%a, & andavano cantra tuttì;partendo co lui il guadagno delie 
rubar te.Tromife egli con (aerammo di rendere qucfìinel dì i he rÙefie tda 
xatt.Cbe diro adunque tTuoffì mofirare the altro .Araba fi,, fiata fuor delU 
promncia condottole?! ti quefiì ch'io hico.ma non tutti, perche fe nafeoftro 
alquanti. M ani/e Hata adunque o Cefare la colonia della catt ittita, co n ofeì la, 
gran bugia cfalfnà da colini fìnta p er eccitarci ira tua.Verche entrato ne la 
Urabia il naRro cfjercito i &-cffèedo morti Uno o due de nofìri , Herode fu 
fretto a difender ft>& uccife T^acebo loro capitano con u'tnticinque bttomì ' 
M Et costui/criurndoper ogn un cento f ha detto efieruj morti 2500 Cefare 
tnofio da quejlo parlare, unito a Sitco confurore,lo dimadò quati de elitra 
hi erano mortijquale turbatoci, fifìò baner erratosi ledono poi ipattU 
te lettere de & h operatori c delle ciucche accufauano ì latrocini* . cèfare e-, 
adunque mutato condanno Sileo ne la teila.reconaliofi ad Herode, chiama d^L 
èfit tocche per Ufrfaac^ atrocemente dice fi eli £Sà 

park a Sikointalfarma.Cbih cafri che co bugiarda accufa mi bafpmo ad " 
cadere un mio amico? Cofifu Sileo donato a renderei danari, &ad effer 
«cafona pur Cefare contra ^retafdegnatojercbebaucaprofontuofamc» T°* 
TrTV 1 &&**t* ™™<i<o«e.Fjpeufau« di dLld ZiTan 
the Urabta>m*fu impedito dalie lettere che furono dal re a lui per Olimpi 
trolunmomandatctquah ìntendedo che era placategli portole lettere 
oue erano le prone contra ì figliuoli a luì mandate, ikheuedendo Cefarelon 
gUparue dt aggugnere principato ad un uecebio, & che hauea de ì 

ttniltfaùOftnanr Jmvtierr/>nJ„ *J„>,^„* J: ai,. - - '$>..'. 



egnè. 



M } Come 



btLLt aVTlCUlT A' Giy LAICHE 
Cme Uerode padre crudehftmù ammusi figliuoli. cap, xil L 

SCrifie Cefare ad Herode,cbeera iter lui placato, mi the fi dolca de i fii 
>iiuoli t eommettendogli che fé baueanò coma Itti difpofio acerbità ale» 
na t come ribelli del padre lipunìjfe,cdiedeglitale atttorìtÀ,mafe batte ano fa 
temente ordinato di fuggire* li riprendere e placafk ifenyg «fare cantra dì 
quelli alcuna crudeltà. Et lo ammonì cbt raccolto fa Beritoun concilio s oue 
molti Rjmaniba bit anano,e eonuocatiì profitti di$oria,& ^Archelao H$ 'di 
Cappadocia,& altri che giudicale per amkitieo iter bonori riguardeuoli,pi* 
gliafìc daìe loro fenten^e ilgittdicio é quanto sbanca a fare. Hcrode barn, 
te le iettcrefuper la riconciliationc i & perche gli era data potettd {opra i fi 
glioli oltre modolieto;& incontanente chiamò a coniglio tutù quei che ba- 
nca ordinato Ccfàre t eccetto jircbelaofilquale per effttf da liti ojfcfo, non mi 
le che fitfìe prefente t acciò non impedì fe ilfuo de fio, Efiendo aenutiin Batto 
gli lmperadorieglialtrì,non lafciò che ucniffero i figliuoli,ma lilafàb ne U 
uilla dì Silontf dcttaVlatana uìeìni a la città,co ordine ebe chiamati al gin* 
dicio s'appreficnt afiero. Coft entrato folo } accufanai figliuoli innanii a i jo, 
buomini,&' non tgra la catti a molto acerba quanto agli indicij della uerìtà, 
Hcrode lontana dai 'padre che incolpale ì figliuoli. Ter cbt parlava co uhlì^a, e 
da ii uà- turba uaji a prouare la eaufa, mùftrado grandinimi ftgnì di furore e ferocità , 
no iccu j)tfendea etiandh per stero le cofe che erano in odio de figliuoli dette , e kg* 
ù. i fis IL £ f a f fò e f je t } JUC a e gtj f c r!lSo de i figli uolì^ne lequai ee>fe non era ferino delle 
" fafidìe,ma follmente che baneano desinato di fuggir e^t alcune vituperati» 
ni e biafmipfr l'odio che loro por t aitarla fine de baceufa^rìdò co» facr* 
mento f che no{ea pist tolìo morire ebe uére tali cofe. Hauendo poi detto che 
concedatelo la natura e Cefare bauta fopra di loro pcttHà, m aggiìtfe chela 
legge della patria gli iiifegnati(t t che fe i padri accufattano ifiglittoli,e mettejfe 
ro le manìfopra il capo loro t cbe douea il popolo drconflantc lapidarli, & wff 
eidetiiin tal gitifa,laqHaU legge hauea egliin fattore ne la patria quSdo fhd 
uejfc uoluto ojferuare t ma ebebauca attefo ì lorogiudìcif,ttolcndo ebefenten- 
tiafsero in MiinìftUc e non pìcchi* colpe de ifigliuolì } acciò che bauedo tem* 
fo égnifjìmo attendesero che non auenifsero agli ahricofe fìntili. Voi ebet 
bebbeiu tal moda fpatl&to,e itinere ighuani a dì fende/fui giudici ueden 
do che non atmaetttua il F{e modefiia alcuna ne ricòriliatione,gli c3 fermarti 
nol'autarita Et prìmieramete Saturnino Intorno cofnlare epe la dignità cbi4 
to motto dtide fenienz* benignalo diremo d&io i figlioli dì Htrode. ma non 
è égiuHkìa ibeftano uccìft^trebe io anebcra bvftgliuolì, e penfo che il , 
t Aglio- yo^iia il raedefimo,qtiaMunqi4 e egli confrffi dhauer infelici figlioli. Diedera. 
li i'He la mede (ima fcm'e%a tre figlioli dt Saturnino,cbe erano fttoi legati, Volutati» 
io<k fo- fl i ^cfjjjtro dijte ebe doueano efser puniti con morte>poÌ che erano trottati e* 
a» con- p m( jl Hii gi figliuoli.Et bauedo detto il mede fimo pia alt ri, di maniera ebe trA 
msljA dubbio danaiì ut la uìtaMerede tòlttcfàiì i miferlgiouatù futne in 

Tire, ■ 



Tira Et Menato a lui da l[o ma 7$cob,€r bautta prima udito in Berto test 
tmts cantra ifigltuothHeradeglidomadò chebaueflero dìqncfto delibera- 
to i [noi amici in ft^ma, HqmlegH rifpof e giudicano comefo io (fière impie- 
tà quello che eontm dite hanno penfato,e che gli era neceffano tenerli in cep 
pi co buona guardia,? feti pare di fare oltrarni 'te prauedì almeno che no pari 
Jtauer tifata più il fdegnò che la modesta , Ma io giudico che no {tatto laj "ciati 
in lihertà,accìb non commettano fintili errori,cbepoi non ftpasfino ammeda: 
re.ll mede fimo hanno determinato in ({orna malti tuoi amici. Herodepoi che 
fu flato alquanto tacito per tnaninconia,commandò che ts[ìeolo nauigafse cft 
luì. Et nettino a Cefare,fpargeafi nel popolosa fama de i figliali t ricerc^do tue 
ti la eaufa t percbe eratto in quella pericola,, & hauedo compaffi otte delta loro 
mijèria t non era fen^a perstolopèrUre inpubtico,o udite chineparlafte. Et 
ptrciò n a fronde ano la mifericordia col dolore nel petto rhichlufo fenati farne 
motto, Ma un faldato chiamato Tiro con un fm figliuolo dì medeftma età con 
*dlefsandro dìcea liberamente queUa,di che gli altri tacitamente fi doleano g 
grìdaua fouente nella molùtudtne,chegU eraperduta la uerità,e lagiuflìti» 
era fi partita dagli buomini. Sono bora, diceaeglì in pre^x? le menzogne la 
tnaluagitifC tanto hanno off ubatogli atti banani, che lagradisfime calami 
ta e miftrie fono giudicate per nuUa.Hauendo lui più fiate detto queflo agra 
UoceMcbc nonjcn%apcricolo,tuttauia la uerità monca tutti. La onde tutti 
udendo lo tentano fecreto,e l'udiano uolontkri parlare di quefio.CoHtti andtt 
to dal 1^ per parlargli dafokafolo,& efscndoglicottcefso t dife, 2tyu poffa 
o 1^ per d gran dolore reprimere la fiducia, '& audadamia, a te fieramente 
neceSsma e commodajc ne uuat pigliare alcuna utilità, ma aUa mìa fìcurex 
%a cotraria.Dtpoifegiiì otte l ita la tua mite jagaci$ma f o perche mutafiU 
copiofafapten^o-ljentimento, eoH quale motti e grandmimi trionfi hai ac- 
qmUatiiVerthe tardano i parenti^ amici a piegarti con loro domSde a pk 
telali nongméco tuotparentio amici ,fe non fi pigeranno cura che non 
Jia comwtfsanel mo bcatts fimo principato eofi federata operatEt nancoft- 
titritn che debba artemmje uccidi dueghuanì di maglie regale da teeenera 
tt,e d'ogni uirtu ecceltet h ete lafcifoto nella ueechie^con unfigUaltdi cai 
mafperan^etonjparenthehe tu hai tante fiat e dannati a mortelo pen 
lt tu che ia molMttdme tacendo uede, & ha in odia la ina crudeltà f Uon ti 
tZT- tf f £ ™*&"Wt™Muai hanno deglikfelki mifericordia,^ 
m F'f* ™ mm * tU m * tfwMrfo U fa udito quefìo da 

fSSSSS iudmtU ^t f** * Tironecmmofslwl qua 

SSIST" ™f*M«>»«* ^perfidia de fuai parenti, Tirane ufanda a 
to Et LTJ2Tt arére ^ !htare ™W*f*ò e riempì Herodc di turbami 
noi m«till tf pm toflo r,pr€ f° cbe * m ™"to,& pmbe IWhomu** 
nominarìt^T m '^™»^<«^ commadò che tutti i T - 

omnatifufiero legane pvfh in prigione, Fatta qnefia Trifone barbktedel 

M 4 1^, 



DELLE jC£{T1CH1TJ,' CIFD^ICij e 
' l{e, trovata, l'occafione d'entrare al i[e,di(fe. Tirane più fiate mt haperfìtafit 
che tendendoti f^,gli tagliaf}} la gola t dìcendomi , potrai e far con MtfiatL 
dto tra i principati, & baurai da lui grandetti, il Re udita quefia laf ttt pi, 
gl'atre e tormentare con Tirane e fuo figliolo. Effendo Tirine ingrieuì torme rt 
ti afflìttoci figliolo vedendo ii l padre Hraàiare crudelmente, (ett^a fpcranig 
di falute, & intendendo thè egli parimente banca da efier tormetato,difìe al 
Rr , che direbbe egli la iterità , fé promettea di non tormentare fuo padre ne 
luì. Et battendogli il t$£promeflv,ài{fe che hauea Tirane determinato d ucci- 
dere il Re con le f ite mani, fé banefje potuto trottarlo foh, & eraft difpaftn di 
patire ogni danno per famrire ad ^tltffàndro . Cefi il % liberò da ì tomenti 
fuopadre.Magli h dubbio fe egli parlò con uerìtà, nuerda neceffttà afì tetto » 
per trottare qualche rifugio aipreftnti mali, ricrede quantunque batte* (reo 
Sfpoflogtà più d'uccìdere i f}gliunli t tuttania s'affretto di mondare ad >ff w 
la fuo. crudeltà^ conducendo nel parlamento ì trecento faldati puma incoi' 

Alcdan patine Tirone con fuo figliuolo, & il barbiere accufatoreji intolpaua innati. 

ito j & %iatuttì,per ìt the furono la moltitudine uccift . Et *Ak(fandro t & ^tritio. 

Ali(ì ""' boi» condotti a Ce fare, furono per eowmiflir.ne delpadre con laccio (ì< angoli* 
^ ro c<)r P'f' 4ron 6 pofc non ti" Meffandria, otte era il padre delta ma* 

giti con dre loro, e più p>trenti t & antichi amti. 

laccio. il fine del fcflodecitno libro . 

DI FLAVIO GIOSEFFO 

HISTORICO. HVOMO 
C t A R I S S il M 6 
DELLE. ANTICHITÀ' G I V D A I C HE. 
Ui J^O settimodecimo. 

Tefftmiportainenti d^ntipatro uerfa ìlpadre & altri. Cap, I. 

> () T\£ btbbe ^Antlpatro felice fucceffb nel fuo uiuercpoì che fi* 
<§f] 5 dei fratelli accufatore, e fpìnfc il padre alla fceiààmnéi'eA 
? Hrema hnphta e crudeltà . Era nondimeno lib-. ro dàtià paurS 
Antlpi ^SFI^S di perdere il regn<i,uedendo the nonpiulo barn (bbe tati iftà^ 
no i A* fra t c tii commitne tu ttauia fentia il regn o di gìar no m gi o rno forfè 

*' D " ' ili me ne tlabite , Ttiét tutti fa tmm^àmm aib^mmpdto.Etbebbe 



L I B \0 S E T T 1 M 0 D i C I M 0. 9Ì 
*»e&i còtrarictà,cbe tutta iti militi* gli era i*m,e s'attriftaita diuederh r 
letUqaak però (lana mtto't vigore del regime (pecialntenu quaia *uemfc 
thè l popola tutto dcfiofo di t rfs n wmu fi tenajle * ™™w tarito pericolagli 
nacque déltnwte de i (tettili. Tutta ni* egli partecipa co'lpadre nclgo* 
uerno 4eÌreg*Oin6 aforìmit'hée fW't % e dauaglt Upaire le impre 
fé pi» impattanti, & b iuta* acqt.il ito minore e più (labile fauore f qtlo t 
di ch'era egli di mmr degno, covtrfe ? difefa del padre bauefftt tradito ifra- . 
tetli,eti9 perete fu fé di Lr<> e dti padre mmiCQiUtfu de £$ cattiui parlari 
hauea tondm* a fifa- Et erano tiri te machine san lequat pàteffc-mouerfi c9 
ira Bmde acciò che nobauefe alzana ardire di acculare Antì patta di quel 
h the tilt 'iauad'apprcHare, & {{ erode fàjje diigni aiuto nudo, non batten- 
do chi lo difendiffe,qu andò Ant'tpatro manifesta mente gli fuffe nimico , Et 
prrciò bautndo in odio ilpadrfat apparecebiaua coirà t frati Ih tati in fi tie. 
Stana poi nelfuo propofito pia fermo,i>ed# to che merendo Heró '.leggìi di cer 
to banca iìpriaeipato,ma uìtttdopm hngamtte } poteant tettar fi m'dttpcrko 
li fe la ftta fetta crcfzcffc,cbe egli bauea jalleusta , laquale fé fn(Je /'coperta, 
sformava il padre a diuenirgli nimico . E>a f qaefio a donar larga e liberale^ 
Sì: maialo con gfS guadagni ancbor,qu ci che fauorìuano al padre, per farli a 
tuttiodiùfo,fpedatm^tegti amiti che fratta ilh^a r\oma y (ìttdiano difarfibe 
neitoli mandando a qnei ricchi doni , ingegnanti di trarre nella fua fattione 
innanzi a gli altri Saturnina prefetto di $>ria,& farft amico di Saturnina il 
fratetlo.cercatt* parimente ttlìwdotfooi madi s di trarre a (eia foreila del «M 
maritata ad b uomo tra gli amici del f\e principale. Era Antipatro accorto di 
amicar fi chi parlala con luifapendo difjirrmtare Fodio,& a nafeodere la fiat 
ejfittm* afimiffimo. ingannava perai la fua bada Janna 1 * troppo be- 
ne la fua natura conofcma.Vcrche baueaprima fatto reflua a tutte lefttc 
fattiani peri fnoi trifli catturai t quantunque baueffe per opera di fua madre 
la figliuola di quella t per mogtie,& adinjìatia della medeftma battere piglia 
to p moglie quella ^ebe prima era fiata ad Ariftobolo manata. Vercbe Cal- 
iga figliolo di (uo marito haueaprefo l'altra. Ma no» h difende a ponto , the 
non fnfie compre fa la fua iniquità,!} come non gli hauca prima gwu uto il pa- 
tentato, à?e non fuffe odiato. Tra tanto Herode ccflngnea Salame taqual de 
ftaua $ fuffuria di mariurfi a Stleo Arabo* che fi marìtafìc con Aleffa^dom 
ftrandmifì Giulia a pervadere a Salame che non fprc^afìe Atejjà, acciò 
mnftorgf fiera tra loro più tofìo le inimititie. Et Herode giuria ebemai fa. 
rtbbe ver Salme benignati fi maritando to Alefa } pet ubidire 4 Giulia t | 
come a quella che era moglie di Cefere egli perfuaiea cofe utili . Herode tra ti co A- 
tatto wtndò da A rehelao la figliola che e ra fìa ta moglie d' M'-ffandro,* efìt kfl* - 
tuendaladow anebora^ fine che non naftejft tra (ero guerra alcuna. 



Delle 



Co 



ÙeUc mogli d Herode, e de i fatinoli de fimi figliuoli tedizamanGiiU 

dett Babilonico, Cap, JJf» 

NOdrìua Rerade confomma dilìgevi figlinoli , defuoifìglKli,peYcbe 
bebbe stlefiadro di Glabra dui fflafchi,& jtftflobah kìBcronke tre 
ma [chi e due femine.Etfp$fso prefitte gli afflici ptagiìtdo di quei fanciulli e 
de i figliuoli la fciagura,preg<ìua che no auentfse il mede fimo ai loro figlioli, 
ma de in uirtucrefcZdo^U rìde fiero Sbatterli nodrìti il gaìdardone. Et qui 
do furono Ut età diede, loro moglie al maggior figliuolo d'Mefì&dro la figline 
la di Fermaci figliuolo di «irìfiobolo UfigUmla ttjihUpatro, e la figliuola 
fcd'tArifloboloal figliuola d'^4ntìpatro,e l'altra figliuola i'^Anfiobolo ad Ile* 
Giudei . fw) figlisi oh,cbe gli partorì la figliola dclpStefice.Tercbe era ttolìro ter- 
Slttmsdc bauer pis mogli . Gouernaua il l\e la f acuità de i figliuoli, mofiop 
mife ricordi* de i fanciulli or fani t defilando di contrabere i bemuole^ointì 
patto uerfo dì loro p la congiuntìoti^tastrìmmìale tra loro contratta. Ma no 
cef saua *Anùpatro dibauere U ffledefmo animo uerfo t fanciulli, che banca 
basato utrjo i loropadrLStimolaualo à qflo la diligV^a, ebe ufaua serfolm 
il padre Operanda che fusero migliori de jùoì fratelli,c fpecìatmete ebegia fi 
aukiitauana à l'età turile f & giudicai* a che Archelao sporgerebbe aiuta 
à i nipoiì } & Perora che bassa àtmrper nuora una di quelle figliole,percbe 
era egli tetrarca .Lo eccitati s tutta la moltitudine f che moueafi à miferico r- 
dia de ìfa>iciulli t & basca lui in odio t efsendo manifesto lui efser fiato di to'* 
ta iniquità contro i fratelli l'architetto. D'tfponea adunq;feco diguafiare alfa 
che era in piacere alpadre,giudicando efser a fatti fsoì contrario, fe tata po* 
tenta fi raccoglie f se in un groppo, Ma tardaua Herode a copiacere alle dima 
de d'^Mt~:patro,acriò che pìgtiafie egli per moglie la figliuola d'^rifiobolOt 
Moglie 0. il figlinolo dì Ferora la figliola d'jilefsàdro fito fratello pigliafse. Tratta- 
li He™ Hj&fyW* il ¥ ie noTeytotro'luolerc però d'^ntipatro. Hauea Herode 
j Ci a ql tfyo 9,mogH,ta madre d'^ìntìpatro , la figliuola del pòtefice f ddlaquale 
bebbe unfigliolo di medeftmo nome. Hauea f moglie anchora la figliola del 
fratello et un'aUra*nìpote,dclleqnaì Ho generò figlioli.Erano tra le mogli V* 
tiadì SamarU^allamali bebbe Unùpa s et Archelao figlioli t et Olympia f* 
m»a,laquakfu moglie dì loftppo fra tei cugino del !{e.Ma Urcbelao,etJiH 
tipa erano in F$ma nodritida un fito famigliare. Hauea p moglie ancora dea 
patra di Oìersfakmme, & bauea di tei generato Herode e Filippo che pari- 
mente fi nodrìtma in Bgma, Era fìta moglie FaUade, che gli bauea partorito 
Fafelo.EratìO fut mogli altra di quefie Fedra,& Helpi, dellequaì getterò due 
figliole figfana e Salame. Ma le figliole maggiori nate della madre tf^ilefia 
dro,lequai erano da Ferora defìtte f mogli } sr una maritate una co^titipatra 
figliolo della forella, l'altra co Fafelo figliolo del fratello di Herode et crafat 
to qutfioperdìfpofttiatie dì Herode . F olendo fi poi fortificare contro Tr aco- 
niti , fi pensò di edificare una cma à i Giudei , poca minore d'una citta , ac- 
ciò 



LIBICO SET TIMO DECIMO. 34 
cloche fuffe l'entrata nella pmùné* più difficile a nemici. Et contendo 
tm Giudeo di BahUaakcon cinque cento mieti & cauallo,e qua fi cento bm- q^T™ 
mhii dei fue [angue effer paffuto tifarne Eufrate, che habitat in w luogo ' 
di jint'tochia,detto Dafne dì Switeon Saturnino t ehe era ini de frìttati capì* 
tana, premi fe a cottiti Herùde concedere liberamente per H*n%a qaefìo ho 
ge t cbe chiama rfì&athane*,?cbe baueua determinato à cotraporh a Tra- 
conìtide y a fine che fitljc coltro nemici un ripara. Vromettea adunque dì dar- 
gli il pa efefen%/fg?attez$i: de tributi ,e farlo Ubero da quello, che gli babka- 
tori di quel pacfc erano filiti dì pagare,ecbe gli darebbe ilpaefe Ubero al tut 
to.Ii Babitomo di tali preme fit mjfò,tti ucnne t e pigliando il paefe, più terre 
e città uì edificò. Et edificando Batbira terra, etaqueWbuomoal popolo del 
paefe come un riparo tetro netnici,& afficmaua t Gludeiytbe ueniano dì Ba 
bìlonìain Gierufalfme net tepo defacrific'tj, che non fusero da Traconiti ruù 
ùati.Et concorrerne a lui moltUf^edalmente quei,chei paterni co fiumi di 
Giudei e tetraditioni affermi stano. La onde quelpaefì dimmi in vn irato pò 
polo fa offendo d'ogni angaria lìbero metre che ttiuea Herode.Ma Filippo fuo 
figliuolo creato dopo lui !{e ti grattò alquanto. Et ^grippa il maggiore ,& il 
figliolo dimedefimo nome li granarono oltre moderni no li fecero nella liber 
tA alcuna uiolÌ^a t qnatuque lo peccano fare . Et Romani pigliata diqlpaefe 
lifignom^confetuaronola dignità nella liberalità, ma lì granarono de tri- 
buti firemamtte.Etdi quefio parlerò a fuo luogo nella fegìt è' te fcrìttura, Mo 
ri in qslo tempo zamari 3abilonio,che era da Htrode Slato chiamato apofic 
dereit pa$fe,ìlquale uiuendo uirtuofamento,bauea lafciata figliuoli ottimi M 
chi- t acimo per gagliardiafamofo } cofiuircggeai caualUerì Babilonia ,& Eli t 
quali erano dulg^e con doni bonorati.Mi I acimo in necebie^a morendo la- 
[ciò Filippo figliuolo ualorofo & ad ogni uìrtuofa arte acconciò . Ver queila 
bavetta egli con Herode fedele amlchia& un filabile fauore con Jlgrippa re* 
& era del Regale efìcrcìto capitano,conducendolo ouunque facea tmftiero. 

Come le infide d'jfmipairo cantra tìcrode padre furono trouate 
ncìFarijèi. Cap. |f. 

E fóndo Herode in queflo ftato s tutte te ìmprefe adUntipatro erano cout 
wfjètla onde era d.dre giudicato utile e pronto, ne però hauea perdu- 
ta Upotefìi cbe'l padre propitk gli concedea con Jperart^a del fuo fiuore e 
fedeltà. Era oltre ciò molto audace apiglÌarfil'auttorità,pmbe no conofeett 
il padre la l'uà mainagli à t e che a moHrarfi fedele era nel parlare afiuto. Er* 
poi da tutti tettuto&en tanto per la gran potefià.quanto peri trilli cofittmhe 
(he era nel mal dtreprontiffimo.Ma Ferorafopra tutti lo fiacca Bare aneti 
e parimente era da lui ftìmnlato.Tercbe l'hauea jtntipatre per opera delle 
donne specialmente attorniato acciò che occttpajferolaftta me J te ì percbe amai 
m Femx oltre modo la mozJie t la madre eta[onUa t quantunquehattcfie in 

odi* 



Dilli ^tXTtCHlT^t GlFD^flCHE 
«*ttfo ilfejfofcntimlcpfr £ ingiuria dette fue figliuole ucrgin'h mtauU fopp$ rm 
tana que$e>& era giudicato da qwtlejion facendo fen^aeffe eofe alcuna. 
Maffmametc che ufaua.no elle nerfo Ini medicine,^ tuffando prepararlo ibe 
fuffeuerfo dì effe benigno. Et cefi le bauta perfuafo ^ntipatro parte per f e 
jlejfo,partepcr opera deUamadre. Et (rana quelle quattro donnei» fiiuì, & 
parole concordeuotì.Ma Ferora in alcune pitciole eofe no compì acca ad ^An 
tipatroXuttauia la [or ella del 1^ a loro difcgnìreftìlea^ovftderando ti tut. 
toe udendo la lord amìtitìa aronina dì Uerodefkbricarfi > la onde neauisà 
il fratello.M* ctli conofeendo the xettpiacea alicela loro amìcitia , difpofero 
tra hro di non-moRrsìft untici per l'auesire,ne raccogìitrfì ma/tifi fìam^tee 
fbe fittgefìero di bauerfiin odio, quando lo ricercaci it tempo , ma$lt>, ,:mtn- 
teallaprfftn%a di Herodefe the dicrffho con ini male uno dcl£ altro ,rim*»i 
do però tra loro Imititi* p'm ferma e eerta,Et e fi f accano in effetto M*Sa 
fame fapea il tutto, che noti tra qktfya U loro principiti tintenlìonc,e quelli 
che battemmo dì f ecreta ordinato tra hro.InutWgaua ella tutti i loro fatti, et 
Crefcendoti rtt auif<iua il fratello , facendo mantfeflo quando fi raccoglìcano 
Ct che i commi e parlamenti che fi paratamente ficeano, erano afua rou'w* 
dri^^tì^non gli manìfcHando a tempo.t^arraua anchora the Jingeano d'ef 
fer nemici hi publico,ma che erano dì grande amìcitia congiunti in ogni ini" 
■ pref* <jit<mdo ft trouauano f ili facendo Ilo che l amititìa ricerca, protnet 
tend'jfi tli combattere uno per l'altro quando fufte melìtero, pur che non ap- 
partile cbcfhcefftro queflo per fauorire uno a l'altro, InueWgaua ella quelle 
cofe tr,tte t e tic nenia ai fratello del Vitto informata, lo auifaua, quantunque 
egli di molte i oftf era auertìto, marìtaràauadìmouerftadeffci tu alcuno qua 
tuqtteft/^e dalle accufe della fortlla 'stimolato. . Tercbecra in ala fatta una 
parte de Gindei,Ì qua. fi gloriano delta lumma offcruaig della patema legge 
e fingono d'bonorure la diuiaità, quegli in iuccano le fopraJettc dinne a ih 
fporre Ferora a loro la uggita .Ch'um fi questi Farifeij qu ali harrebbe p* 
tuta gioiurc molto al l{e, perche erano pronti a fufeitare la guerra , & ac~ 
conci à ueiìdkarft delle ofjife.Ethauendo tutti ì Giudei giHrotù difoUogiaee* 
te a Ce fare, e fsuorire a tutù ì tij.qlìi non giurarono, & erano olire, 600(3 . 
ì quaì erano Hati dal $e condannati in danari,i quali furono dalla maglie di 
Ferora pagaii,klli potendo guìdardonar la, prerficauano toro baueff pìrica dì 
profetia,e the bauea Iddìo nella fuptrna maefìà poUo fine al 'imperio di He 
rode, coft a lui tome a tutta la fua dtfceden^a,la onde harrebbe ella il regno 
infume con Perora t fmi de feendenti Erano quefie tofe rapportate al R^yper 
, che «on erano itafcoiìe a Salot»e,e co me fludiauano conopere molti delta f* 
il fimo l^regale~MaHtrodeitttifeiFarÌfei,ehe ermo fìnti detta fediihne autori, e 
IL miz B*& a * & Caro che era tra quelli il primo per dignità ornato t e furi 
itti, figtimU, ì"fi< m con tu ni gli etnici e parenti dì qu i lio t d ì quali quel Farifeo 
pt§fettau*,Er* appo loro 4i granitone Bagoaqual padre , & in più- eofe 

a loro 



a Uro &ato,come chi Potea appo il gioitati! . Et predica»* cliebaurebt* 
egli inmano ìffatto dvnfo foro il^ftmc^ è matrimonio defghuoli t m 

me a pi aprii fi'Aluàlh 

La fecratadifcotdiatraPIerodee Perora. Cap. IIU. 

■ T X Erode hauviuft vendicato de t Parifet, che erano flati mimmi, rateai a wife 
H/e un cofolio i'amìch& accusò la maglie dì Perora, e l'kgmm delie »™ ** 
temwftcew*tife$la>& dl quoUa donna & accomoda „§. ^ 

(io te cotte delle maglie diminuitone del fio honoree degnila che per faepa- rota e u 
refe tìr opere fi apprese catrafio e guerra tatto il fratello; 0' cofortaua a fin m«- 
pò pó«w*i*w /f lettafketalfitmtlatìone tra iorojl che affermava che fi fare glie- 
bc facendo la compagnia di quella,? le cojc che baucafatto.E cocludea che 
non potea effer d' accòrdo co" Perora {rateìiojeriédo colei fecola fiale guitta 
uà la buona mente dei fratello uerfo di lui.Comadaua adunque che ripudia f 
fe la mogUéilaquale era trai fratelli cagione di guerra & the fi appre^rtua 
punto ttefècrgli parente,cbe no la tcnefseper moglie t per che in tatguìfaU cu 
riti fraterna nÓfcemerebbe Perora, qualunque fttfsc mofso da q. lo parlar e t 
na timene affermava che nò [cernerebbe l'amore ucrft ilfratello t ne fi rima- 
rebbe d'amare la moglk,perche degna più tatto di morirebbe privar fi di tal 
djaia^ibe gli tra [ottimamente grata a ofì Herode differì»» tira fiat coirò Fe 
rora,come che deftafse uUdicarfì delle battute ingiurie. Vietò tuttavìa ad a» 
tìpatro & aia madre che non parlafse con Ferora,ne con le donne the etani 
con hi e che non ft taceoglieffeto a modo alcuno .Pili preme tteano di ubidit- 
gli,ma fi adunavano quando il tempo lo concedi* t & magiav ano infume Fe 
rota & vótitipatro. Et eia fama, che ^tntipatrcftgiscea con la moglie di Pt 
roraj la madre daua loro luogo di venire a parlamelo. Ma^Antipatro bait'e 
da fa [pitto e t enfio che l'odio del padre Hetfodìluififacefse maggior grif- 
fe a gli amici a Roma t cbc fcriuefrero ad Hetode,che gli mandafse incornane* 
te Jd'itipatfO con ticchi doni t & il tettamento>nel quale lafciaua il regno da 
po la (uà morte ad^tntipatro.'Percbe già età morto Herodejlqualc egli ba- 
nca della figliuola del facer dote generato. Fatto queflo,anlò co ^intipatro Si 
leo *Ara ha se%a batter fatto ce fa alcuna da Ce fare impoiiaglLLa onde fu da 
^ntipttra aceufiito innaiiti a Cefarc, perche 'ideato divenne odlofa al J^p . 
Era acculato Sileo d ^freta d'hautr ttcdfo molti huomini da bene in 'Pietro, 
cottello ptt la fua con fetenza, &fpecialmentc che haaea uccifo Spondo , 
huoma di ogni uinit chiaro t e Fallato dì Cefatefvo ferito, Et ttafceuano aSilea 
le cavfevna da l'altra . Et a m certo Corimbo uno delle guardie di He- 
rode , a cui egli mmmettea molte imprefe . Sìleo perfvafe a colini prò* 
mettendogli gran d'in ari che uccide fie Herode . ìlche promife egli dì man- 
dare ad effitio . Fabato intendendo quello da Sileo ,n'auisò ill{e t Uguale 
mefsa Corimbo al tormento , lo fece mani fej 'lare il tutto. Et dando fede a la 
conferme dì Corìnthùf itine fece éut Arabia filar co, giudicandolo dì Si- 
leo 



m: 



leo amico Jqualì dd fle tarmetitatiMueano confìtto, cheli confatami SÌ 
leoamfdn4o Corintho the non era tempo di portar fi le»tamente,e fe fatte hi- 
fognarie ttfafie H ferro a mandare ad effetto l'opera tra loro ordì»iu.Dìt>oi 
Saturnina fintelo da li ci ode il tuttoji maio a B$ma. Et commandò li erode 
a Perora che p » 'andaffe ndfito flato ipoi che fi ardentemente umana la mo- 
gli e Manale ualonticri nella fua tetrarchia fenati indugio fi ridtiffe, giurando 
di non tornare fin che non motifìe Uerode, La onde chiamato da Herod^che 
era infamo,per commettergli alcune; cofc,quandc gU accade/le a morirc>non 
iti mUe ueniYc,pcrnon contr&f are al giuramento . T^ondlmeno Uerode non 
Tesoro io uolfe in quello imitare,a n%i mo ilròstet luì migliore nolani d-Tercbc hifer 
muore . mando Feford,Hemle non pure ni andò fen^a eterni chiamatola etiandio 
fendo morto,lo portò in Gkrufdemme,e fecondo il coRmnepcmpofavwite lo 
fipelhe lopianfe ingwfa che mafje il popolo a maraviglia. Fu quello un pria 
àpio dauerfitàad ^intipatro^uantunque fufkito a Sgmajndì comincio^ 
sfteprirefo congiura della morte de fratelti.'^arrerò adunque tdfucctffo di 
ficfamcnte,cbefaràa tbumana generatane per lauenire un'eflèmpio mie 
per chi uorrà cordella ttittà amatore . 

Come il figliuolo apprefiè il u elena ad Uerode padre. Cap, V. 
' Qm Perorai fepcltomagnifieamenteìducfuói figlioli da Id con ho* 
. ttore tenuti, uengono ad li erode , chiedendo che non lafciaffe fenqt 
xedeta la morte delfrateUo t an%i fkceffe dell'acerba calamitofa e [abita mar 
teinqutfìùone.nimafe Uerode Bupito per il parlare de ì figlioli perche narra 
Mano (afe degne rf? fede, cioè cbe'l giorno prima che infermaffe,cenò con la mo 
gliele bene nel cibo il ueleno,del quale morhquefio ueieno era flato da donna 
'*Ai -abita portato fotta colore di bettanda amatana,percbe fingea dì amarlo , 
ma m utro era ueieno, f uccidere Perora ricercato.Terche fono le donne Ma 
biche a compone ueìcnì mature. bieca coilei era fiata ncchietta di rìdere il 
uelwo } & che traini andata la fuocera di Ferora e la foretladìondeportaro 
no il ueieno, egli apprettarono la cena,nellaquale egli beuuto il ueieno fi mo 
ri . Eerode mofio da quefìe pa rolcjncontanente esaminò con tormenti le fcr 
ue di quelle donnei alcune libere.Ma non eoìifcffittido elle cofa alcmaj'd 
tima agramente tormentata altro non dìffe, finanche pregò Iddio che met- 
tere in tali tot menti la madre dt^Antipatro^be era di qt;eftt mali la confa . 
Mofi't ro qufflc parole Uerode ad u fare ogni Studio dì amare con tormenti , 
delle donne ogni ficreto.^tU'bora tnamfeiioffi il tutto, & i condti nafcofli, 
& iìfbefiii raccoglier fi infitme,& i parlari antbord che erano flati tra effi, e 
co'lfig 'ì*'Jjolo,c ciò t he riportau ano le donne a Ferora,pcbc haueano f dono 
C&» {.denti,'! (dò pfrfuadefsero figretamentc a Ferora , ciò che jlnlipatro , 
tomm<>nàau3Man\f. (Inwft l'odio che egli hauea control padre, e quatejìa 
te. conia madre fi lam:Ai,ua,eke'l padre tanto uiuea,& eglthoramaiinuec 
cbtauaju onde anebora che gii toccajseil regne,non potrebbe per la graue 1 ^ 



I 1 S O s E S T 0 D Z C I M 0. 9 6 
Zjcmokjììa dell'età uìum giocondamente. Et che crefeeano molti [noi fra* 
teSi sei reomMimlì de fratellhi anali tutti fatinola faa fptra^mc. 

m nd m m^4m n ns * ^ ddr f * < d bemr HC f° t :c ,̰ 

che fi teme* dì Htnireal medefimo molo. Et smottai arte eccito ddftto 
miste a Xùm*.Et che Feroraptrfue parole era ttoailaftta tetrarchia. Htr* 
de Hdito quello conofeta tfìer oerìiporlan a Itti dilla forelta narrati. (ira in- 
citato il te dalla fieieragine d'«4ntipatro,& commandò che conftgnofie fua 
madre turni jtioi orwment'htbe uateano moki talenti , toltole il tutto, la ri- 
pudiò, eh condannò a flarfì con le dome £ Perora. vteccndea pia il F^eafde 
gno contro il figliuolo uno di Samaria detto Untipatro,cbe tra fiato procura- 
tore d'ointipatro figliolo del J^e .TenhehauUo manifesto dì Uì altre cofe 
nei tormentigli ejh banca dctto,cbeboueo compoflouelcno mori ale t e dato 
lo a Perora contenendogli che pacato alquato tepo dopo la fu* partita, qua 
do m baite f e agiojo defie ad H erode , & dieta che Antifiln bavella portato 
d'Egitto ifiitfìp ne{eno,ìlqiialc era amico d'^tntipatro , & era flato manda* 
to a Perora per Tbeudione fratello della madre ctAntìpatro , e che l'hauti 
dato Perora in guardia alla mogHe.Confeflauaella il medefimo>effendonc di- 
mandata dal e correndo come fe uoleffe portare il HeUttfifgittojft dal tet- 
to in già , tua non morì > perche cadendo in pie , fu da terra tnofìa rìceuuta p 
& ejfendo ricreatale promijfe H erode difettarla infierite coni fuot partii 
ti , pur che non gli nafeondeffe il nero , (giurava di non punirla peri Migro* 
tìtudine . Diccua ella quello che gli altri detto hauearto , <jr afferataua il 
ueleno effer Hata portato d'Egitto d'*Ìntifilo,cbe era medico del fratello, iU 
quale l'baitea procnrato,t che era flato mandato perTbeudionc t a fuo mari 
toAalquak l'battea bauuto in guardia,^ che l'baitea ^niipatro contro Ho 
rode apparecchiato , Ma che Perora effendo infermo , e con fohtoft perii fuo) 
uenire,ucdendo tatua benìuolenfa uerfoditui i s'intcncrì>': chianti iumi dif- 
fe y o donna , bammi condotto Antipatro a difporre configli iniqui contro mio 
fratello,^ ha comperato ilueleno per ucciderlo . Hora poi che non ha il fra 
te Ilo commeffò fin ad Intra cotro dì me iniquità alcuna^ al prefente mofìra 
la fu a buona ttolontà,& fento che io fio ho a morireypiitgvtì acciò che nò uà 
4a a miei anali colpcmlc d'banet minto uccidere il fratello , portami il ye* 
km la lettera, <&■ ardì il tutto atta mia prefcn?g . Ma b ardendone gran 
parte ne féruài alquanto , acciò che morto Perora , $iofufie da te mal tra t- 
tata, fuggì ffe con quello dì qudto mondo i torm mi Dicendo qucflo mofìrò il 
bofìolo , Cooffiaua il medi fimo il fratello d'^Intifilo e fua madre aflrctti cS 
tormenti ,e conofceaio il hofJblo.Era acca fata anebo la figliuola del pontefice 
fita moglie ,ebe fapendo il tutio,non l'battea mwifcttato . Ver il che Rnodc 
la repuiìò,e cafsòìlfii*lìuùlo del tclìomento tafdanéolo nel rim tner.te fen^O 
offenderlitTrìuò etiodio Simone dì SCctbo ddpoitk^catOyeft/Hituì Mattbin 

di 



ài Tbcùfik Gierofolimitano.Metre che qitcfto fi fattacene da t^ m<t Bathil 
lo Uberto d' i Antipatro i & efiamin&to con tormetì trottò che baiteua partati 
altro ueleno,per darlo atta madre d\Antipatro,cbe lo porgeva a Fetore <ìf> 
ciò chefe non uccidefìe il quel primo veleno ,poteffe tifar quello a tempo' 
Tortona etiandio lettere dagli ama £ lì erode, per configli d'^tntipatro det 
tate^nellequai erano acca fati d' Archelao e Filippo } tome fi lamet stiano del 
padre f la morte d'^itìflobolo e di ^leffandro^dkeano che haueuano é"H$ 
tode mifethordia>& etano dal padre chiamati fidamente j> ucciderti , Qu e * 
Sìa [accano gli amhi,mcfii da gran doni,per fauorìre «tntìpatro. Scriffe etti 
dio jtnùpatfa de ifratelli,fingendopiu maniere di colpe, & al tutto gittétà 
doli rei imputando tal fallo a l'età loro t dallaquale poteffero effèrfpintia man 
dare ad effètto la loro intcntìone . Et egli era tatto dato al contratto che ha.* 
ueaptefo con Silea,e deftinatoft in 8$ma adeffèquìrs le caufede principali t 
buomini, Et banca apparecchiato predofe collane t comperate con ducrtito ta 
lenti. Af arsitigli f raffi' forfè alcuna, comefiando lui in Sigma qttafi {ette ttiefi* 
nonglìfufìe dato auifa dì tanti turbamenti moffi cantra di lui in Giudea, Ma 
fu di queflo la cauja,ebe erano guardati ì paffh& era a tatti odiofo, T^c uè* 
ra alcuno che ardiffè di por fi a perkoh t di porgerli aiuto. 

Come Antipatro fu accttfato i batter apprestato il veleno 
al padre. Cap. VI. 

SCrlttendo ^ntipatto ad Hcrode che fatto con diligenti quello che face* 
mìliertt uenìrebbe in frettargli per najconder e il fuofdegno t gli nfsrif* 
je,cbe non tatdafie punto a uenire,acciò non patiffe alcuno ftniBro, c0uo lui 
ajlente,e lamento/fi alquanto di fua madre,pramettendo tu t lauta la j "ita ue- 
ttuta di riconciliar fi con lei,e moHrauagli in ogni co fa graie amore,tem$dó$ 
ihebaumdo qualche fofpetto,tardaffe molto a nenbre,e{lando in ^omafifù* 
ceffi • ponte ficr,& bauefie nel regno m ano qualche dignità. Hiccuè jtnttpa 
tre quefìe lettere ìnCUkia,e le altre in Taranto 9 nellequaimanifettauafi ef 
fer morto Fcrora } dilcbe fi dotfc egli oltre modo,nÓ perche arnafie Ferota,ma 
perche era morto fen^s uccìdere il t{t;,comc batte a promc/Ja.Et ne vendo cer- 
ca Celendero di CÌlicia,cominciò a {lare in dubbia fé douea navigare alla pà- 
tria tome hauea difpojlo,& marnalo a temere il ripudio della madre-Mi»- 
ni favi amici la ffuadea no ajpcttare fi» tato chefapeffe ciò che a cafa era ut 
nuto,altrela confortattano che no tardajfe ad andare a cafa t pebe fciogliereb 
be co'tfuo uenìre tutte le caufe delTauerfìta , laqualfolàntente era fdleuata 
per fua afjtre^a,cbehauea dato ardire a gli accufit\>ri.Veìfua!o da qat-fìe r* 
poni nauigò,efu ricettato ndporto Sebaflo, ilquale edificò ti mie congrua 
fpefa,& ad bonore di Ccfare chiamò Sebafìo . Eragià ^intìpatro in mani/c 
0t pericoli , nanfe gli animando alcuno , sparlandogli) e fi come erano per 
adisti afeli ti ricetierla con epphufa, teff bora non gli era uietato di racco- 
glierlo malcdìttiom Tcnhe s'mifamno tutù,chs dwcfìe sfis r punito de 



* r ii 9 fi t r r 7 I m ù n t € i m 9. 97 

Z J P * & . m ,a**a Attenne a quel tempo che FarT9 



*m K^Sffiiì «V* mali era venuto a por 
Comncio a inorarti! a titruatjhccvprcinii <• i , j«n-Jn*u 

2 SS *>teHd»$i*rcil padre, fu canato da ^incolpandolo àeUamor* 

ì Sfótti* («A- * 

mTuJZreffer^dice Arrenai giorno fruente Unupatro udito tanti 
e n'afattan^d* la molta 4fl'f *«*JS/fe 

«r* kUo k M^fodw ruffe**» delle figliuole dUnttgono, 

che rt enò innanzi Htrode in Oiitdca r da tequai fapendo iltutto,cominao ap 
parecibiarfi a difinderft ingiudkio.il dì uegne te federano l'ariane & il B£ 
c furono chiamatigli aviti d'amendue.Eranui i parenti del R£,e Salante fo* 




tosali poco innanzi erano [fati prefico una lettera ad *4nttpatro? 
re,che non rito? nafte a lapatria,percbe banca il padre ftputo ogni cofa, e che 
fio batte a altro rifugio che Ce fate, ma che fi guardale di capitare ne le mani 
delpadre.+4ntipatrogittatofiapiedi<Ulpad>e,fopplicatia die non face fse di 
liàgindicìofen%a cono fiere la ftta caufa , amache datagli audie^a affama* 
na dlpuierft fivtpare appo il padre. Ma. Herode commandando che fufie con* 
dotto nel me^p,cominciò prima a lamentar fi, che egli hatteffe toccato ad ha 
iter tali figliuoli, per imitai fi tetta-fiero contro di lui tatefciagure , ofi acqui* 
ftajfe l'ira di Oio,cbe la fnnueccbie^xa fufje ne le maluagità di ^Antipairo 
s.bbattuta. t Arrieordaua in che giti fa banca nodrìto et allcttato i figlioli, c U 
copia delle ruchette t che baueanoin qualtique tempo pia le dcftaiiano t c che 
non n'era oììacolo akuìio, che non fnfk egli per loro configlio in perìcolo di 
morte, affrettandofiloro di occupare il regno prima che egli a le leggi dì no* 
tura bauefjc fatte fatto. La onde dieta che ntetoHÌgliatiafi fommamete dì^An 
tipatro,con qualfpcran%a egli a qttcflo fi mouefie iato sfrenatamente^baut 
èalo per tefiamento difiegnato del regno fucceffore, fetida che finendo Itti no 
tra b) cofa alcuna minorc,non per altera di digmtà f non per poterne , final 
mente ebehauead'entrata cinquanta talenti,? che andando a l^ma,bdue& 
gli dato trecento talenti Lo riprendea anebora che battendo acenfati i fra* 
tclii per maluagt, perche li hattea imitati , e fe erano innocenti , perche in* 
giallamente banca finto le colpe fi gr ietti , control fuo [angue . "Perche ba- 
nca comprefe ogni actufa contro dì loro data , per ftto configli® batter barn- 
io orìgine & affetto^ la onde egli afiolrtea quelli, poi ebe fateedm coHni al- 
itro nelpamcidto.Herùàe qnefìo dicendo fpargea lagrime , che gli impedii 

71 «9 



m\l parlare* ma Incoia Damafceno amico del 8£ t ebe in ogni to f a efa 
lui praticato, e fapeaiUcrfo di quctla canfa t era pregato dal ^ j- C<H> , 
Anti rimanente, che a d'mtoflrarc Ut caffi, & a conuinccrlafufle bifognc H ale 
irolifcu Ma ^(/ttipatro volta al padre singegnam di fcolparfi, annouetando t utt" 
h. gli atti di benigniti ucrfo di lui, e gli bonori datagli dal padre ti q^j: 

benebbe battuto ,fenonfujìe fiato per virtù degno, e per vetfa^l 
padre di quelli m(ritcuoU,& ehefcmprt banca atttfo ihefnfieroat-fifygZ i 
commodato,preuenendofì mpre il configlio con prudenti ragioni,^ f e A W(J I 
dare k cofe ad effetto li ficea mtjìieri d'opera akìitnt t che bauea con 
tica condotto le imprefe a fitte ^ f /fi Udo tfìiijjitno che più fiate banca tifa 
tato il padre ttalorofamente da l altrui ìnfidie, la onde parea feonuenenom 
le che bora douentatv ìtifidiatùre , vokfit con f abita fu kr aggine annullare 
le antiche memorie della fua virtù, fpecialmenlc tffendogia dichiarato fuc» 
ecfore del regno. Dùca ancora the no era uerifìimile,tbe poffidendo U lueti 
de l ipcriofen^a pericolo e con bonejlà di virtù wk fiera defiare co biajtno e 
pt ricolo il mto,nó efiedo certo di po U r al [sto de fio fatisfare,fpeciaimè'te ha» 
uedo uedttto furi fratelli \> fimile cagione e£lintì } detta cuif'ccliragìne era m* 
Ififi'fto luì ejfir l'accnfatore,!aqualefe no era da [ni feopa ta,s?^et dubbio flit 
h i ccljta,iir che m-itiift liava la loro mduagità iterfo il pad^a egli ne era ìi 
punitore. Et hi qneììo dicea egli cjfl r i (noi argomenti, con i quali fi prouaffe t 
liti effe r fi tutt'bnra portato co'l padre benignamStc.Cbiamaua po: Cefare w 
teftimonio di ìjtlo ebe banca fatto a l^>ma t ilquale fi come Iddio ninno potè* 
ingannante chefacea fede diqneHo le lettere madate Ha Cefarcje quaipla 
di autorità doueano battere che teacenfe deglibtiom ; ,m,cbenoleamtrahr§ 
mentre turbameti e difeordia lequai aicufe dicea che baueauo finte ifnoì a* 
tterftri,ma che tornato lui no poteano più nfarle. Dicea anchtra che eranofi* 
ti co tarmati aflretti a dir il falfo,quando che U natura del dolore della ne* 
(cffila c tde,cbe infegna a ifoggetti a parlare crfc,cbe fianogratcaifignori, 
da la cuipotefìà fi conofeono efftr tormentati. Detto quefìo mutoffi tntto il c« 
figlio de Giudiì.Ttrche fiancano miferkordia d'^i»tipztro,pcr le [ne largfx 
là~g> ime, & bnmiltà di l uolto di manierategli baueano mfericoréa ifuot 
ntmhi. Et pkgauaft già ancho Jhrode ne l'animo qualunque ftndiaffc nofit 
rt lafuamcme agliaìttimamfcfla.Ma ?(ntiu pigliando principio da lepa* 
tok,ton Ugnali banca dato princìpio il i^ t comìticiò ad ampliare la tonfa, e 
narrando tutte, le cofe che con tormftì erano canate da tejiytt0>ii narrate rat 
toglie na gli argomenti de [accufa t v fpcfialmente nairaua con loaga oratio- 
*ne la virtù c * temenza di t t{e,qnatn bauea Sìudiato a nodrtrc,ct ammaifir* 
re congran jpefai figliuoli, e the tal fatica non g 'i bauea gioitalo ponto,qnatt 
io che d'una in un'altra calamità fi trauma taìuto,qttantitntj dkca,cbc n$ 
prenieaammiratione degli inconftderaù portamenti de i primi figlioli, per' 
ihs a dm antbora giùuanctli,e fatili ti* cjf^rs. hn\wMtì,e ah da canini pcf, 



1TB * ZTT I M 0 I> S Ci « 

rMcmottibwffcro * fa « * w»« ™wf 4m *f^"™. a 
% ài riempi* ino «t<&~*< Ma che hauea del furor e d^ttp* 

tro\ 
tato» 

placare Un'imo di wlloycme pur Mica l 'f" • » t »■- 

ém Unlpjqutfloft tmc* delta mluagnid^p, trotto che bm 
<ù negli Zbhtfiempiti de i /torti i*l bauefic potuto ' f 

U.fli p jitttùtriefcndo i» l'accufatore deUa temerai dei fratelli^ 
uettigatorì de Ì docenti , punitore de t conuiti,percbe non hm cacciata dtt 
te l'animojtquale fendo da temaniftfiato,incolpaua»o w quelli, otiti put fa 
Sìa da s fresata libidine fidato tratto ad imitare la loroftdcraglnttla cu- 
AsmanifellafttheutiH fitti quello po di fi fa del padre, ma t'affrettaci a U 
morte degli infilici fratelli,* fine the dimottrgdo il loroodh,fu(ltcreduto dei 
padre amatore t percbepote(ft apprettarti la uìa ad infidiare M padre pigliai 
do dalpatrelapatefidjkheper efìer opere mamfifiajt. Studiati che ifra* 
ttllicontiinti da federatine fafjero ucci fi, ma no» tipigliatti cura ebei confa, 
penali lorofuffero manìfejlati , Di onde è maaifeflo te ancora hauer con torà 
congiurato consta U padre,appreflando a q»ei la accufa,acciò fe forfè ttenìf* 
fe ad e fetta, tu del parricidio riportaci il guadagna, pig Uandoé due co ntr* 
fiii frutti de PaUcgrcxzf a tuoi cacumi conntneuole . Gli bmanifìilo quale 
fei ttato uerfo i fratelli, per che tigloriaui della morte loro, come di magnificai 
imprefajkbe neramente era cofa degna cbcfaccfii, quando tu wnfuttifia* 
t» piggiore. Ma e/fendo tu fecreto nimico del padre, glie mani fetta, che non li 
ediam come del pare infidiateritpcrehc non commeterefli untale errore, 
di uoler in fimite iniquità precìpit arti,ma temendo ebe non fuffero del regna 
Jkccefsori,quei che uedeui con ragione poter efser a teprepo(li, t'affrettavi di 
recìdere foprai fratelli, il padre , acciò non fufse tofla manifestata la tua 
fetta contra i fratelli t'htgegnaiA punire l'infelice padre per le cofe , de le* 
quali tu meritaui il cafligo . Ttyn bai trottato tmeommune parricidio, 
ma quale a pena è flato ueduto a udito ne la tua bumana fina quella bora , 
Quando , che non piamente tu figliuolo apprettai» infidiealpadre,mi ai 
padre che ti amaua , e ficcati molti benefici} , Tu eri veramente nel regna 
compagno,fuccefsore tri nt>me 3 partccipc nel manegio,& in goderlo comune , 
Ma tu non eri giudice delle cofe per la clemenza d H erode, ma per la ma ho* 
lontàefeleragine eonftderaui le opere dd padre, udendo , ebe fendati il pa- 
dre ubidiente tu patelfi la pia parte occupare, fingeut ti parole di uolerlo co* 
fetuwre f ma in fatti & opere ti i firmiti d'ucciderlo. Et non Solamente cri tu 
Vìahgno,ma etìandia empiuì delle tue federate inuciioni U tua mitdre,et ftt 
teuì la uolotà de i fratelli peruerfa e feditici fa,ba\hauuto ardire di chiamare 
fuo padre beili*, hnuendo tu la menu peggiore d'ogni h pente, perche racco 

^ i gitati 



blitz u'H.ricnttA' GipbUidnt 

gìieuì dì quelli il ueteno contro il padre- E ^uat padre fitqu^lc di tanti he -e 
cij ti ha ornato te tu cercasti contro Hi lai d egni parte aiuto tifando H ^ 
ti p me^o di d^ne,<jr buomìni,per uccidere urfbuomopcr uccebierza * t 
bidebolitOyComcfenon bafiaffe d tacergli Ufola iniquità delta mente tiu Et 
bora, (ci uenuto dopo che ifertti & i liberi fono Slitti per tua caufa torme tati 
ingegnandoti di negare te dettontie de i tuoi congiurati,?^ fittamente haueu'i 
te co difptìjìo di Iettare il padre di tiita r ma dìSi esigerebbe ìe leggi > e la u'trtàdi 
Viro egli iflituti dinatura,eti Studi) d'estinguere la tterità . Ti fidi tanto ne 
U tua sfacciata audati^che itogli a i tormenti fottoportH 'Quado che afiegni 
in tuo fattore ì tormenti di quei che fono Hati effaminathacciò no paiano «r< 
re le cofe dette da toro, t equali mgliono àlibtr are il pad) e tuo, e umiche fi 
cerchi con tuoi tormenti la uerttà . "ì^on fatui tu ò Varo, non liberiti Bgcht 
[ottiene ddftto fanguc la congiura? "Preghiamoti f la maefià del Ramano in 
perio,pc r la tmuirtit,cbe giudichi e cadauni quefta cmdeliffima fiera, ta qn <t 
le accufandoi fratelli fingea tfeffèrc al padre benigna per poter cacciar del 
regno il padre <f ogni cenfanguiniiA priuoJ^on prondesj tu ebe fu quella \ce* 
lerato todotto alla morte f Apendo che l parricìdio bco/mitne ingiuria della 
natura Ìflijia,<& a i fitta la ulta humanaì'He fi debbe giudicare meno fiele* 
rato colui che è Siato hipenftero di farlo > quatuqtte n$ft4 uenuto a l'effetto. 
Fa alla natura ingiuria coluhcbe nonpunifee talipeccaturi.^ggiugnca cita 
dio <$ indouinametì '.fatti fopra i Re & ifacrificij dafna wadre cofchccbe 1 ^ 
<^afeminile manifefìati.Diccaanchora le lafciuie che ^int'spatro con te don* 
ne di Perora facea,& disboncfli conuiti cbeéccifi lui hauer celebratile- 
togliete finalmente le efjaminationipcr i tormenti,& i tefiimonij,che in ueré 
erano ingrati numero. 'Perche alcuni fe ne bauea preparati innati,altri da fu 
bici meffi baueabautttheon i quali molto più confcnmua le prime cofc.Ver* 
the multi d\A)itipatro temendofibaueanotaciutOyma nedendoloper te mot' 
te aceti fe odiofo > e che nella fua difgratiagli era da (noi nimici apertamente^ 
contradetto hanendolo fommamete in odio,mamfcflauano il tutto. Et ano poi 
inàmiad aceti farfo,ncn filo per te borriteli fue opere e grandi, kquai àba* 
ueaj 
riddi) i 
mai ha 

uerfo aUuno,ma battendo tutt bora t'occhio al fuo comodo. Mapiufaaggra* 
pana che non u 'era alcuna ,cbegiudtcafje le cofe con equitA cgiuflitia,percb« ■ 
ragioneualmente titano gli portaua amare . Dìceano adunque cfje haueano fd 
puto qnèfie cofe net tempo paffuto, ma non gli era Hutto (ocefio di farle mani 
ftfic&cbc battuta la libertà di p urlar e, il tutto feopriuano. Produceano el* 
ti natii (trgomcnti,cbe non ftpoteano cowincere di fdfttA, e non tacendoper 
benig nhd uerfoUcrode^eper timore U pericolo fo, an%ìcon indici) delle coft 
Utamfcfìaitttn d'Mtipatro L'iniquità t dkendo che non bauea ^ntipatnat* 




nU0/. Er7 \. ZrroJc, p,a che dalla (ola mugghi 
^(f^^^^^Z^ efferl d'egra peZ de 

ff ™»<«»,c.i ^n;T Mfe Ì ( Ipadreflpeftedieerto^ 

5 £ L« ^ ^ a TJ?-ntn 
Quando commettono atout* vfàa opera dtre , bammi concedo Iddio il tifata 



\terpenfatO 
rli non haut 

quando commettono alcun* trtta ope 

0rbìtrio,m* poiché fi irouam caduti ne ipmwkjrtt euendo u meritato gtu* 
dieto ^indiano inmpanio Iddio di ribattere tutti i tejììmoniìfteome ad Unti 
patto tuicnia t ebc battendo cammefio tanti malijion battendo riguardo a Di** 
bora eflèndo da giufìv gìudiào circonttato,mAdato dì dijfefa t rifi rlua algìutU 
ih di Dìo l'ajfvlutione dille «tcuft,c di tutu te colpe, commettendo U cattf* 
oiUdiuim potenza, laquste tefl'ficafìe quanto (gli banca per il padre opera 
to t & a guanti p< ricali pofìofi per la fiat [alate. Fanone battendo interroga' 
to AntipatrOiChe altro atlrga{fc t (be Finuocare lddio,uedHdo la eofa andari 
in lago oltre modo,coiìranlò che fnfie portato il utltno t ptr copte' deridi quel 
lo Ufor^a;& condotto mio dannato a morte ne bcueteper < omìffione di fa 
r»,c morì incontanente, ^iU'bora Varrà te tuttofi, il dì figliente andò in v ia 
tioibia t ouepcr lo pia babitaua t pcrche tra itti la fedia di t regno Soriano. 
l>e le Uttereji ritte contro Hirode per opera del figlinolo. Cap. VÌI, 

H Erode incontanente fece incatenar il fìgtiuoto,&- erane incetto, il par 
lamcto che haueffe farro col R^ragianato.Diteana alcuni cbc bauea 
fatto p ftto conftglio tutto quello che era untatilo circa Jintipatro incatenati 
dolo. (A andò li erode lettere a Cefarea Rgma dichiarando tuttala Caufa, 
impofe a i legati ebefacefleto a bocca maniftfìe a Cepre le [celctagìaì d'^/t 
tipatro.Efu trottata in q[iì di una lettera che jintipbito ad ^tntipatro fcrì- 
uca,eta co/lui in EghtoM quale aperta dal Hf t d) qvcHo tfnore.io ti ho ibi- 
data la lettera diZicme t hobauedo riguardo alla m ia kìtà, qttado che fai he 
se qui to farà gride il mio perìcolo, da dite mìei pmenti,quando fifiueprìfte 
ejitifio. Siati benigna la fortuna a codttne la confa adi fi. no. Qu fio dicca la 
lettera. Ma cer catta il i\e un'altra lettera JaquAe no fi potè a trottai e>pclxil 
feruo dAntifUoJlqmle hauea portato la lettera tctia 3 ncgaua,d bauerbauu 
totalità. Hfìando ilp^ìn dubb>Q,uno degli amico d Utrodcguardado net* 
ucflc di fotta al feruo ( perche ne bauca dut}giuikò tbebsutffoo le lettere 
in quella jc co fi era.Tiomsft aduque la ietterà di qut fìo tciiùi e.jfcmc adAn 

2sr 3 tipatto 



tìElLB JTiriCMTJt' GlfD^ttCttR 

tòpatrcRo ferino a tao padre vna tetterà come w deftatti, {$■ copiando 
ììaI™ rf ' " ™' d ' ist u> L ' ?* d ' e ró* Wi À f //* 
me che g*?e*<w che punirà Salame come infidiatrice.Ee era dettata la Uttcra in 
era cì- M(MMé di Jfl lo me da Untipatrotma ctipofla a Giulia dritta t nel Siila dì ^ c 
mcjìcr* me di tfueflo tener eterne ad Herode. lo (Indiando di non nafeondtrti cafa al 
di Cin« cma,che faffi contra di tejroHado una lettera di Salem e coirà dì te a U mix 
ttk'di fiZ nora fritta co mio pericolo ueramUe,ma co tm utile ti bofcritta.Etfcrìf* 
A.y&u- fi e & 9 qnefìa,ualendofi maritare con Sileo. M a ho fìratìato quella Ittteta t 
f te* per non trottami infermi* de la aita. Era ferina la lettera ad ^imipatm 
che haueaefsequito eoe gli banca coinandato 3 ebe ferine [te ad fìerodt,mettc 
dolo in fofpcto, die Salame gli ordina fsc tradìmsto.Et haue agli madato la c§ 
pia de lalettera,ebe fìngea Salame batter mada fa j la fita [ignora. Era flffc 
tAcme Giude*,e cameriera di Giulia moglie dì Ceferc,<& qucflofatea per la 
tmkitìa contratta con ^fniipatro^fsendo da lui cogrìi doni difpoRa, che la 
aìutafsene le inftdie contra'l padre e la nutrice. Herode Tlupefatto per le mal 
te fceleragìni d' v 4niìpatra > erafpinto <f ucciderlo incontanente, come da vita 
ondeggiante fortuna dì caafa,poi ebe nonjolo a fe,ma a h fonila ancora infì 
dìatia^ con f uà iniquità la eaja dì Ce fare eorrompea. Venia poi Salamey che 
fi battea il petto, e chiede* che FuceidejiCitranadola dì queHocolpemlc.Hc* 
yodechiam ito il figliolo l'mtmagauayCommandanàogU che dtcefle fe batte* 
da dire cofi alcuna riprende nalo y con dire:poi ebe [ci conuìntopermiont- 
mtco r mamfeÌlamì bora chi fono teco ne la cogìura partecipila egli deìtat- 
tv incolpatiti !idntìfik,affermado ninno altro é qfloefferfiaiò cagione. Hera 
de doledoft oltre modo uolea mandare Ufiglìttolftìn Roma a Cefare } accÌo che 
fuffe de le fne colpe meritarne te punito,ma tene do ebe co' l fattore de gli ami* 
ci no fuggirlo tenea come prima in catene^Madb tuttavia legati a manife* 
flare tutte le cofe,ne lequaì Jlcfoe a rnadare la [ccicragine ad e fetta gli ha* 
uea porto aittto,e mandò le copia delelettcre,Tra tanto (tanno i legati a ity* 
maiìnformatì di quello } chi a la prefenw doiteano ri} 'paniere* 

. De t aquila d'oro pofia [oprala porta del tempìa,e come 

[u le nata m. Cap Vili* 

\A il Kg granato da infermità fece tefiamento, lafùando il regno al 
tfiglìiiofombioretperi'edio che portati a ad Archelao e Filippo s rnef* 
[operò da l'atcufinf^ntìpatro. Lafcìò ad^AuwBo i o'oo. «&Bfi » a Giuli* 
moglie di C efan ,ai figliuoli a gli amici,& ai liberti, cioè feriti [r acati di Ce- 
fare <$oQQ.DifìribKÌ etiandio le entrate a fuo't figliuoli, & a i nepoti , am ichi 
piagnijìciWe*teSalome,baHendola{tmpre conosciuta tterfo di fi btncuolit,e 
the fi$ mai battea difpoflo coir a dì luì alcuna co fa. Aia pcrdUo la fpera%a di 
ptarbctperche battea cwea anm fettanta^sdcgnaio^ da furore harribtle > & 
Amaritudine atcefb, ttolea a fua potere fìrttggcre de Giudei tutte le cofe. Et 
4ueflo[d(C4 } fer[Ha(ltndofi di efhr /f«^f t?,c che Lìgie y fi talUgj*(fc di 

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fe^iAiAt» Herode alcune *f* /«gì,»»* fef «« Giwfe 

«tòt <rfdM.mn!ft* baueafabncatofopra laporta m dono^aMert* 
it Dù,o0i MfMitffe twvperariifiM egt*dez& ngguardeuoie. Aia met* 
h levge che fi faccino imaginì,i Umettatiti tnnantt alpapola figure $ amm*~ 
faUqmte mok fecondo la legge uiuere . Laonde confortano**) quei dottori, 
die Mie Iettata l'aquila dì quel luogoAhenda the debbeagli buon'ini efftr ti 
pericolo pia giocondo f ilquale per conferuare la paterna legge , e per lattina 
fi pìglìa f che ogni dolcezza dì ulta. Quando che acquiHafì co tal morte fan* 
e lande fmpitern*,taftiando a difendenti gioconda memotia,& effempio di 
gloria e HÌrtà, Et quantunque po$ alcuno fare alcuna degna opera fen pe- 
rìcolo tuttavia poco dopò non patri fuggire la morte f che per legge di natura 
debite uenìre - Ver ilche è bella cofa quelli che fono di uirtà Uudkfi , ufeire 
tot! bonari dì questa una. Quandoché s* alleggerire il dolore morendo per le 
buone opere,lequai folamSte nel porft a pericolo s'acquifìano i figlioli e pare 
th& ad altrhtoflri defccndentirftano bnominho donne ,o altri ai quali dob* 
èiamo prouedereper l'aucnire,acciò che l'utile della gloria a loro peruenga . 
Con tai parole follemua lag'touentk Et ecco «enne laro di fui/ito nuoua , the 
tra morto il Bgyikbt fu a quei dottorìgratisfimo , &■ afeendendo da meggio 
dì canata aia l'Aquilano la feurc la tagliarono inpc%zj. Et ejiendo nei te pio 
ilrotnor &randc s ecca Henne il capitano del Accani foÌdati,f>erthe hauea inte 
fa il loro sfot^p,cJr atnfandofi che fufìera in tanto mmero r cbe daueffero copi 
battcre t hauea condotto feco maggior numero defoldati f perfofìenirel 'empi- 
to di quclli,che s'appreìlauano a Iettare C ahonànatione del tempio-Facendo 
U capitano empito cantra dì loro t non piloterò refiSlere } ma tutti fttggirono t co 
mei noie allenire di gente plebea,con fmccaprefontìonep'tu tofìo che cortac 
torta prudenTp raccolta. Et ut rìmafero quaranta arditi giottad , qitaif ars- 
ito dal capii ano pigliato con ìprendpì di quell'opera Giuda e Mal thia, giudi- Cott 
tandoefjcr uìtuperio fuggire del capitano l'empitole furono tutti condotti al ^ j t 
lì*, ilquale interrogandoli , perche fujìerc flati fi arditi,cbe lettafJrro uia gli 40- £k* 
ornamenti dal impioti di/fero clli,hat>biamo fatto quello di che ne kmk ™« $ 
f he conferiamo dibatter fatto a Jìudiò,quello } che iT appartiene alla HÌrtìi,co & llAia ' 
tne a Intornivi uirilifì contrienc.Quattdo che gli è de prudenti ufficio difetti' e* 

K 4 re 



re U dignità della legger dì Dio.T^e ti dei mei migliate f e appre^amo f>" 
la legge che Mai fi di Dìo ìnfpirato ti lafcìo,cheituoi decretist fiUenh 
itcuemtnte qualunque foppticio e morte tidam t quando che non perfidi 
gtne akuna,ma per amore del Li pietà gli babbìamo afiììenere,Cofi parlami 
ro elli t moflradofi in parole non minori di quello, che erano fiati htfatto.Mn 
il Affittoli incatenare, chiamò da Gìerico i princìpi dt Giudei Jquaì uenuii 
fi raccolfe tutto' l tonfigli®, Randa il nel km , perche nonpotea fj ar rj * f ^ 
perl'iofermiià.Cofi annoueraua il le prefontioni de fedìtkfi giouani,nc le 
q/aifonente erano fiati compre fi > arricordaitagli ornamenti drl tempio con 
granfpefefatte,quali non baueano fatto i {^e ^ifamonc't ne la loro progenie 
per anni 1 i6.cbeglì hauea ornato qucltepìo de im iginì degni d nmmiratio» 
m,perlafcìar dopo la morte grata e gioconda memoria dife fìcfSo,e rinfacci* 
Magli che non baueano dubitato di fargli in»ittria,M4 quantunque ajftttnaf 
felii pre fonino fa fceìeraginc appartener fi con parole a la fax ingiuria, tutti 
vìa diceache «olendo più d&preffo confi lerarla,era quello un facrilegio affai 
trifto-Etti confiderai* fa fua crudekà r temendaft che non faetffe contro, di lo 
re aleuta cofaper uendkarfi, gli rijpafiro burnirti ente , dicendo che non cw 
fatto queflo per lo 'O confentimento,ne douea efierfen%* cafligo. Il Rfftuer 
fogli altdmanfueto,ma prìtth di pontificato Mattina , come dìquefìo i òfape 
uole t c creò pStcfiee A%aro fratello di fai moglie. Ssndo Matthia pontefice, 
attenne che fu un'altro pontefice per un dì celebre appo giudi ì pirit digiuno, 
E fu diquejio la caufa,ebe sedo Mattbia ne l'ufficio facer dotale, la noi te the 
preceda il giorno del dig ; u no, pam <-gli di eff>fi me ftalato ton donn t , la f-n* 
de non pii-ne miniera re nel facerdotio,ma ojfcrfc ifa crìfìcii in (ho luogo Giù' 
fifodE'amo figliuolo fua parente fecondi la carne . Triuì adunque Herode 
queflo Matthia di pontificato, &arfeuiuo l'altro Mattina , & alcuni bua* 
mini della fidinone partecipi La notte msdrfimafu iecìipfi delia Luna* 
Il plinto che fi ordinò H erode sìando per morire. Cap. i X. 

CUgf&a di dì in dì l'infermità più atroce adHcrode , uolendi tddfo per 
le fakragini cummeffe punii lo. Fra in ln'tun'ardor lento , tlquak non 
tana, fi manìfi jiati* ne la fupetficie d"l corpo 3 quanto operaua dì dentro t'ir? ' 
cendk.Sepre eri affamatole però fi poteuan fati are U (*e rabbtofi mifcefc 
le.G lì interiori fi corrompe u ano di piaghe che erano di ntro , &■ era dagreut 
dolori crucciato nel &dlo,na liquido burnire e nero gli andmaper i piedi et* 
ran do,r parimenti, pttiua cerca il piteneabio. Le parti Hi-r^ognafe emno de 
Vermi pie>ie,& btufa te fa il membro uirik con incredibile durerà, eofit af 
faifc%_X? t ty M W f ' Jf >'>*ftiit'i t &- anfaua f<ìuct>te t ana cotratlionede 
brifaceitgli nocemle tnolin%a,laqK.tlegli hauea tolto ogni fermerà dì fop 
portare.Dtceano gli iniouinìtche gli hauea tnadato iddio queiio pia fuaim- 
pietà,e molti atti crudeli. M.* egli con fperan^a di fatate mflaua di rifanarft, 
tcreattdcfepQtefis trottare a kfne infermità rimedia alcuno, E chiamando i 

mediti^ 



tlU° f t . L^ f jLÌ cZ ni ìnduUrìapercbe fintante pdf 

Mrffl f J Giordane fra * c "JJ . f; ^ f0(M foro , ft pattano bere, 
a mBì«* QjrBe calie * f f 'T,*^ fto</i -flwiw* ' ww» 
jeamapA» ?«« ^«f»* " c / L P f anele pndo patio «:o uétìtmtnwheftt 

4t tutttgiudicato * orto >r n / r % ute ammtniò diradate ad ogni foldà 
poi perduto °g*fP eran V"L. a ; capitani ,& agli amiamoti dcntTorna* 

J > fu f legnato in ga* 
Etano perfuaconf 
, r ?^d>ogni parto 
t, ulta Salenti* forezzafìc il no decretarmene il re 

* iP lll„«?Z iccatì fendo laida tanti dolori erudita, laonde cbieiea da 
VirSoTpof, effe*** i maggior pianto, che altro % bauefk baMto . 

rinchiudi* tutta la miUtià , & pnm* cheJmantMiaarnne 
Ma fate che Sana ttccifi tutti, di onde ne km» <f« ebe bar* 

tÌ£ t tÌtu Jailregnopiu ^j^ff^^F^L 
MjjMttticfisP fujfaoftdeli^ngiurandoUpecdnomedi D» chemn 
mia fra morte con «imperio o . J fWjWOTW* 

teL di non eontrmenìre m «fa *f«« P™* » confidarmi* 
di ««di huomoi p*IT*ti defìri comprendo , tbf/« <gb a «tffcwe Ma «M 
teip^fc , mtto «vello die usi di benignità Mrfo padre e midre , vedendo 
h arderti commise mancate d'ogni bmmtà. Qtando che già morendo 
procacci*»* di Ufcìare Li gente tutta depuri, & d almfitot delett f $mipn 
***ùmm*nton4> che d'ogni famiglia nefaffè uccifouno i non erta» co Ie Ie 
ùnti ibauer contri dì lui o d'altri commeffo alcuno mmeameio. ebe di C<& 
egli commandauiytcflo a fuoi parenti, tenero di jfeJM Intere dtCefare ad re aiH 

tal tenore , ebe Acme tra fiata da Cefare {degnato ncctfa , per le 
iccUraginì che bvtcrf pofli afre con^ttipatro, & che lafaauaeliajt n £ it An 
fpatrotivl arbitrio del p*dre,<be nefreffi »olere , e/Serftì *fi ft f f t'F*"> 



Hf,o chela tacctafic in banda 0 daftajle a morire. Iter ode *j ft 
Itg rò alquanto,dìu ennto arrogante per la morte diente, peTi i " * r f l 
Mta di punire il figliolo. Ma tremendo tuttauia ì doloTÌ,^inanJlì7u a 
t&Et dimandando un potno,& un coltello, perche era fua toflume cbcV?™ 
io mangiare un ponto coti tefue manifafepr%aita e tjgtiana in p f _^.j 
dandofi a°intariu> fe n'era alcunoprefente,uotie «miniar fi, c fòjfiìfàteb 
fre fatto,fe tAthba fw nipote nonglìpigliatta la mano , & lutando un Tran 
gridottutt* la corte fu ripiena dipiantoJlquale udito da ^ntìpaito^iptn* 
ah tgli effer morto ìlpadre,cjr pigliando ardke,moiÌrsuaft in atti e par oh tS 
to balda\ofo,comefe fujfefcìoho dalle catcnc,& hautfiefen\a fatica occun 
fiato il regno.Cominciò egli adunque ali bora a tratiare co' l guardiano della 
fua li!)cratione,promctiendoU incontanente gran doni la guardia non fila* 
mente non gli ttolle acconfentire di laftiarlo, an^au'tsò il ftc del tutto mani 
feHando quale era la fua mente,e ciò che glipromettea. UllbaraRerode t 
quantunque fommamentebauett in odio ilfiglìmlo,tuttmìa néto il parlare 
di quelguardiano t mife un'altogrido.Ettroltando il capotarne tbefteffeper 
morirejizgtttoafermarftfopra il gomito ,mandò un faldato de fuoìcommet 
tendagli the fen^zinduggio uccidere ^£ntipatm,c lo jepclifiein Mirtino fen 
honort alcuno di cjfequic. 

llteflamcnto di H erode. Cap. X. 

S Crìtica tra tanta U erode itfuo tefiameto,ma co mente alienata, per ài 
thebauea disegnato tetrarca di Galilea e di Seroe ^Antipatro, alqnale 
bauea prima lafcìato il regno ,e diede ad Archelao il regno, & a Filippo fm 
figlinolo e fratello p madre Archelao Ufàò la tetrarchia di Gaulanìte , Tra 
conite,lì<itbaniac'Paneada. v 4flìgnò à Salente lani*, l A<%pto e Fafeltdce tU 
quanta millia denari d'amento, Tarìmentè arrichì gli altri fuoi confangai* 
nei e parenti, la feto àCefare mille miglia rade danari d 'argt ntojen^tt alcuni 
tmft d'oro d'argento e di metallo di gran prezza , per artificio reguardeuoli , 
& à Giulia dìCeJàremogtie,e uefìe di gran uagliuta , & alcuni altri lafciò 
cinquecento migliara de denari , Difpofle le cofe in tal guifa,tl quinto dì poi 
che fece uccìder tAntipatro morì,baucndo regnate poi che ucci fe Antigono, 
anni trentatre,& dopo chebebbeda Immani il regno annìtrZtafctte buomo 
nerfo tutti parimente crudclc,del fdegno uìnto nella giufììtìa sfrenatojlqua 
te bebbetontra dì tutti la fortuna propitia, e di plebeo leuato nel regno Jal* 
mndoft da i primi pericolile ì quali fu più Jiate circondato, fi godè vna Ioga 
uita.Tarimente nella fua famìglia bebbe cercai figliuoli buona forte, e (dpi 
e fitoi detti, inquanto giudkaua d'baucr fuperato ifuoi nmki,mafu per mio 
gtiidicio innanzi ad ogn'allro ìnfeMfftmo.Mu Salome,et ^ile/Sa prima che 
la morte del ì^fnfe d'wlgattilafciawtto partire del ferraglia tutti! Giudei, 
dicendo che heuea commandato il I^e , tbefenandaffe cadauno alia fua pa* 
tria, Et fecero queflo dtftando difuraquettagente benejìcio.Tra tSto dittai 

gauafi 



LIWKO StTt IMO B&C11**- 9 Ì 

" <%* l »W ^TI'Lfuecefle ^ reheUo - € f' H' ~ 

AL hora $jht»* ] & ^ latamente leggere la lettera dhiXZ* 
Aetréiu Oiencpf^P ' mm€de lta fedeltà e Mt<> 
te a i fotdati, dtpot b ^^Slche tati fusero «'f* *cbétaofm fatty- 

madido # /i Leuo$fb* 

ioprma a f fixf* ? m ™fX llUywJjrcbelao, e cbiamautnlo ». 
H ^J^f^SSiSS pr«w tua» firn* * beniuoknxa^ 
rum M*A ^TppJeccSmhe f«p?tka»*no - Di* che f*f* 

mèA fJ^CS per laftpolturkddrLEt bòbe W* Orche- 

«1 departnthd'amrno iyiati Addano niìremiold^diuft per lek- 
fe* orto ■ ******** 

7eidt * mUÙ* dÙtr* cami^fchieratìagutfad.andare 
£. solfi ^ i ^ra «piww i» ordùi^/^roiw/W 
«j portento >MW rfotf^-Mwtó^iMrf-ttl*"* w tìeradiwbc tra ottoji* 
m mJno oueJgtìbauea ordinato^ fepolito.Tak fu admqu, iUm 
di kfmeXeUbrò Matteo il piantopadre feconda il regale coHume, come 
U Jteme km commendano . Cdclranda adunque t somttt *d fimre del 
pLo, afvJaHi tempieri con ahi gridi fu rato** bwgvmt»** M 
naii Unms-auifL cadauno di dargli maggior lodi. Montando ali bora 
SSSS3W<N ^d^fid^fi^k atmi^gnamen 
te, Ùccndoferì fauoreuotipa l'allegrerà e buona volontà dt tuniche ha* 
*ek mumau t & rendetti ^atie;cbe fendo ofef* ddpadre nongli ne ren- ^ 
deano male alcuno t la™de Butterebbe di rendere loro buon guidartene , rw 
Mmando la lieta toro affettimi. Tregaua tuttavia che non lo cbtamafiera 
Ktinqmno ivm^quando cbt et* contento della àgnttii baiarla foteftd 
del imrrnoMqUe tli'bor* far ebbe ferma, quando ti U^amento fermo dal 
padrefufa afermato da Cefare, & perciò nonwlU efier coronato m Gte- 
fico da tutù ì faldati che di mteHoeram de ftoft giudicando rtufcifgU di que* 
fio vno dubbio^ hmm^pendoftil mlerii quello^begh posta conce* 




ni- 
v 



do ne iprimigiorni il princìpio del re tante pkceuotì t eommendauana $ m 
inamente lafit,auolo)ità t e quando parlaua, con loro ^Archelao con nini vie, 
itunfurtudintfanto di maggior laudi l'ornwano, dipoi fi uvifero* chiedere 
<?« fai doni ebcneficij.^4ltridimaridauana di effer fgrauaii da i tribut i T altri 
chef * fiero fàcili alcuni da Herode'matenathaltrìfopplttauano ad alta no- 
ce che fi leuaffero tcgraue^e.pojìe da Herodefopra le comprede ne t putii* 
ehi mercati. Ma Archelao in ninna cefali cantradkea t an%i in ogni cofa Un- 
Matta a placarti paredotìottima fermerà del regno al fhr fi beneuolo ilpopo 
. io.lndi fi diede ad offerirepcrificij a Dio,e celebrare t ogli amici lieti conviti. 
Seditione de Giudei per l'aquila d'aro (he fu tolta dal tempio, 
Cap. xa. 

M Elitre cbefhceafi queilc,fi raccorrò molti giouanì de Gìudjet deftoft 
dicafe nuoue, e cominciarono con tumultuo fa uoce a gridare pei la- 
vi 3 ne diMetttbìa e de gli altri da tìerode ucciftjUgdo che am ma%^a ti ingm 
fìamente,erano anchofen^a honore di fepoUuraper timore di Heradc.Ll<ttfti 
peri quali partaua il popolavano quei f , che furono per Iettare dal tewpio ia 
quii a d'oro ucci fi. Gridando adunque la tur Ita ad alla noce, e dicendo impor- 
tunamente alcune ingiurie, comt fe p otejfertt mandare da quefle a intoni al* 
vano foiii^pfYaecogUeuaft ognhora maggior numero ddpopolo , chiedendo 
tbcfkeeflc Archelao uendetta de ìmorti,eon fopplieu' di qu eliache regnando 
fierodc erano in magiflrato. Gridarono principalmente che fufie priuato di 
facerdatio il pontefice creato da H erode, affermando che douea efier poritefì* 
ce fecondo le leggi un huot^o mondo e degno, ^Archelao quantunque gli (pia» 
cefie quepOìitccenaHa di confentire,per placare di quelli ilfurore,fi't che $M 
daffe a t(i}ma,coe bauea prepàfio fm^it tumulto. & dìfie che cono 'cuna utr 
fo dife la ttolontà di Cefa refi darebbe a dtfpotre acconcia mente le toro dima" 
de,& che bora non era tempo di maoucre di/jenfione, ò fitrenuout ingiurie > 
twTt pia toUo dotteaft attendere a!U concordiate unione, fin che ritornafft a 
loro confermato da Ccfire nel rcgno,& che bora bifogna *a Sopportare , AC* 
ciò che non f'uffe difeduione ìncolpato.Cofi egli dicedo que?lo,<> madada ilfuo 
capitano a qttell'ugli fece dire il medefimo.M.i olii grida io,nb' tafeiauano par 
lave il cipitano,aiifi minaccìauano pericolo s 1 alcuno da qnclLi loro ìmpreft 
Sludia' ) ]erimuaitetli ì & injìauano più che fuffe adempiuto il loro defio,cbc di 
jbttopurfi a l'imperio de chi jignoreggìaua.Tarendoli troppo grime t fe hauen 
do perduto gli amici uiuendo H erode, *>m tatuinoti potefjerù fare dei mor* 
ti ue ndvttó.Et giudkauanè efiergiufta e iegitìma mprtfa,non quella iberni 
Strafa la ragioneria quella, ihepoteffe alla turo libidine dctettarc,ncn confi 
det andò per brojcrncchc^a quato pericolo nafceubk a lm di queHa.MÌ 

(Laido 



t 1 * 1$, * E T .. \*K\nUnU feditone & tumdto,&p*r 
Ainda aduqm *™ M fZ ^IndAi eUi fe*V udire alcuno eceìrauam 



/<™ j queUafoUenntti w danmaU^cbe ht 4 ''«/«««imm. Contar- 

eùel è lietamente mo&P f nii m . ^ «siaic, e ne www moto" et* in» 

jb» oftiapfe mimmi! nqTo Pff?' fl , bau -aito Meuato la feditine, piange- 
tiperfirt ìfarftdj.M* i f r «^ r ,- ^ f « w foi Jeggr,tjfa.«M 

th e con toro un « ToTafZoUa{li dm. Mauenédo i fot 
truche 

{ "we tóJwrittrfP^ q^mquc Mero A morve precipiti. Difcefe tra tanto 

3 S US» « mppo fuo fratello del tutto , ^ 

fmllwMàwtBd* lafua progenie* molti parenti» ebemptrok dimoHraua 
no doverti adoperare che gii fufse da Ce fare confermato il regno t ma in nera 
M wemoé opporrgli, «tifando finalmente di quello, che haueacom- 
2 ìlio mi i empio . Feeeft incontra ad Archelao Sabino procuratore di Ceja* 
re Apra le toLt he tgU baueain Soriajtquale andaua m Gmdeajcr «w/e r- 
uare ì Mori d throic . Ma fà di raro per opera di Ttolomeo rimeato da 
qur#o,ih»ale pacando f» Marnato da Archelao. Coft Saknoper compia* 
2creaFaro,nmPrefe te rocche delle cktà di Giudea, non confano i tbefort * 
trilafciò il tutto in potere d'McbelaofncbefapeffeU mente é Ccfarefo 
fra di quejìxEt però ft fermò in Cefarea.comc haaea promefjo di fare. 
Il conuaftj di due per il regno di Giudea, Menelao, & M- 



f fendo nauìgato AthiUoa Itf»M, faro andò in Antiochia,c Saten» 
in GìmUmme, & capami regalpaUgio^himanda tutm pre- 



fr ttì d(Seterre,e tutti idìfpl fami, cominciò a pòrti per rati ^ ' a 
itegli defleto tefmczv • MfoueSH che bautap^o ^ ™ J J »™£ 
dfa dr i/«(tg/jj,tìOH pattano ubidire a fuot precettila onde guardiano Ut 
to fecondo il decreta di Sabìno,fin che Cefare di queflo dìjponea. TfauLblne 
defìtnamete in quei à a fratina ^inlipa d'Herode jìglinclo,ptr dìmadare tire 
gnojncitato di ptomeffe e con fotti di Sdome, con dire che kaueapiu *ì H fc 
eaufe,eglì dibattere il regno the ^nbelao,prrcbe il primo telìatnento , nel* 
quale era egli difie guato fucceffore,cra più firmo che ilftguentcTerchc fece 
H erode il pròno fendo dtfana mente, cr ilfctòdo quando eraper l infermiti 
[cerno digiudkio.CSdutea etiadiofeco la madre, e Ttolomco [rateilo ài l^ìfo 
latamico d'ilcrodc molto honorata t & a luì gr&tiflimo efiuorcuolt . SoSecU 
taualo fommamenteà pigliare il regna Ireneo Retorico buoma di chiara fa* 
ma e nel parlare uehemente.La onde cofìdatifpre^auano quehebe pfuadea 
nodokerfì cederesti ^irtbelao,ouero fthe era nel tettamelo regale inftituiw 
fuccefft/re, onero perche bauea più anni.Ma fendo {tenuti à ^pmetytuttììpari 
ti s'ali otaitarono d'*Archelao,& d coftuiSaccofiaroito, no già pche Samare 
to ma p l'odio che por tau ano ad Archelao. Ma fpecialmtte de franano liber- 
tà irrnMado più tofio d'hauer giudici Rimani che propri] t{e,Et no potendo et 
ten 'tre quefio^gìudicado effer a loro pia utile d'hauer per i\g jintìpa che *Av 
cheUOjftudinHanù d'ottenirlo. "Parimente Sabino accusò Archelao tnnati.à 
Cefare.Tra taso Cefare battendo lettere^ jtrchelao % tieUcqitdì narraita Va» 
tarità Ufciatogli dalpadre,e uedendo il tejl*mento ìl & il computo de ìtbefv 
ri di Herode co l'anello da fugcllo portato da TtalomeQyComintiò meglio à c$ 
foderare the co fa era da ordinare per gtufiitia. Leggendo poi le lettere di V a* 
ro di Sabino e Ufomma de i the fori y e comprendendo quanto ogni anno [e ne 
TÌponea,e parimente leggendo le lettere d'*Atìtipapcr ottenire ilregno,mas* 
date, chiamò tutti ifenatori e gli amici a con[tglio,tra i quali era Caia figlia» 
lo ingrippa e di Giulia fua figliola da luì addottala. Dipòi t adotti tutti i/fi 
ier e,tonte fie che dicefferò tutti il parer loro, jlll'hora^Antipatro di Salame 
figliuola buama tloquUte eninico cT^trcbeUo,cown ciò à direbbe fingea^r 
tfìdttù dì chiedere con parole il regno, ma che in fatto poffèdea del regno ogni 
potefid,prima the gli fta Hata conte/io da Cefare, nella cui matto è tutta la fi 
gnoria.Dkeapai dì quello e ffer tefìimonio la fua audacia bruendo battuto at 
dire d'uccidere nel dì folenneì giudei . 1 quii fe pure baueaho cammefjo alca 
tia ingìuHitia da quei dùueanoeficr taftigati,cbe poteficro con ordìaariadu* 
tonta reprimerli e non fargli tanta uctiftone , itebe s' bauea fatto come US* 
era t' ingiuria contro Cefare grande,quando che hauea ufato la regalpatc fid t 
prima chefujfc certo the cofa ne douefie difporre icfare.Mafe come priuato 
bauea commeffa qtse[iù,era il peccato mangiarcele nOffjendo ^Jmueuapu 
viti quei ,deì quali [idonea afpettare la ritenga di Ct [tre. Gli opp arietta etiti 
dio l' batter mutai o i capitani de i[oldati,etbe era [tinto nel rcgdfeggia t de* 

terminando . 



IIB^//', J.JuCb comete f*ff* n ^ k ® tim h *** 
&mW«doefmc»W^ Che mig. 

Tana «« *«d ! c/,£ 6 1 M *f mo (l^ìcefJeconfcrmm nel regmiGli 0? 
& r aniorità?*tere<gU ij/; ,, t i ? ««,c/,f «e i Èip/x»^ 

Jwff* «dww ^ f r*^'tS 4 (f-T wft frtt* 0 tonfiate, ma che per lo 
%i corfo de i canili* P rl &"J^? impuU re, tifale fu di regna** uago ; Di- 
W wWMj!^«"W> f^Sradìf^piagnerela morte detp*dre t o 
ceaancbira lui W» y W *?JJ' ' s rt U a, , rftonde afferma** efler nafetuta 
che niuno ff^^ . te pmaYft uef f a a m no padre, chetiti 

fccre» '«^XZeZr* , tale farebbe verfo Cefare , q»*le enfi 
^ZJlTÉZl cbentUa morte dd padre giubila e ^ 

ZtaSS^**' ««Ai. <r»mf»K* c&n del tutto prence 
SmLL. Crefieaoltrcmodo tnccìftone fati* nel temm . che *tl 

jZldffk* traJmifacrlfi^moUe tbumtntfafìmfhtt «n 
S * A o** mobilmente 

tff Sfi manifefianafi lui batter la fa libidine «fato tanta crudeltà , jer 
ròi*rare /^«w w U compiuta opera d'un tiranno, per U commini* 
m ti, per laqual Me a tutti odhfo . <J>erchè affrettaci docciare il re- 
no p/rq^iLqiterÀa, franto che non potè* per fa mento pur fognarie 
ottener la recale autorità Sape* egli che conojcea throde padri nfat collii 
nti,la onde perdea ogmfperan%a the lo tafciafje nel regno faceffore , [* non 
fitHe Hate non latamente di corpo, per infermità indebolitola cttaniia da 
nimo poco fino. Ma che fendo difaa mentc,e robujlo dt corpo, ebepotea di* 
(bore il tutto degnamente ,b*uea diffidato ^ intipajacendolegitimamt* 
te fecondo le lelti il fa teiìameto.Et quale poteffe effer qflo rc,ilquat òfprrt 
rato Ctfarejiaffi pigliato l'auttorisà di regnare , ouer fe fpcraua ejjtr daini 
creato ^perche efiendo anebor priuato,haueauccifo cefi amdclmctetfu&t 
cittadini nel tepio in d\foknae,fen\a commifftone dt quello? Coppale Jln* 
tipatro,& introduce molti de parenti a confermare per toro tefiìmowotfuoi 
dettiEt hauendo fatto fine diparUrc. Incoio fi teuò in picdiper parlare in 
difefa direttetene dkeaje cofe nel tempio accadute pia toUo per importo- flI kif 
tìttàde chi baueano patho,cbeper autorità s'bauefie prefi ^rtbdaa atte- ktch^ 
nute, autndo che baueanoelliccminchio tate imprese no folawitefpJr * ' 
ge a no mgiuriofe e bìaftmeuoUparote,ma the fretticene di punire quelli an* 
éora ,fk con d tmim mmano t & bttmìlmentc&t che facendo Uro piato*. 



t>£lL£ ANTICHITÀ 1 Cf^,,. 
fe da nemici,™ parole neramente contro Archelao ma 
cerbhà della còfa contro Ce/are, parae necefsario ad J r lT f'* ,f0 * 
k ho infole%a.Ma tifino bamtottguatdo a Dio y al lu^JT f, 
singcgnaronoduccidtrcgli burnivi d'Archelao ntinittìpe r Id^Tf' 



feéttont.Dicea che marauigliauaft come non ucrgo^aua M a J *Jr, 
tee talcofaperfatìsfmal'inmicitk cbctcneaM 
Wtofa per «fy ibepcrgittflitu,e Odiando di efeufar quelli eie con Zt 
Jceleragtnehatteano contro ìfuoì principi prefo le arme, tybattta poi eòno sii 
ancrjari le altre cofe dette coirò Arcbelao,con din niuna cofa effer Return 
ta rf^* lorocoftgtio e dcliberationc,ma ebe boro co animo inimico fi parti»*- 
datUgutUitta t intcrprctado le cofe ìnftiùflro.Qvdslù cbefipta le cofe no eoa 
effer fiate difj>oJtc s cotne le accufatiano,ma che per far odìofo Arcbrfaojt tut 
to grattano tanto era il defto che barn «no di reftftere ad Archelao par&i 
loro co l quale d'ogni ttpa erano famigliarmele Olititi, narrava etialio stài 
padre banca fatto il tettarne- to fendo dimente fanalai era di maggior fcr 
*KfRtt cfìcr fatto dopò,c che battea in qflofigutte fitto Cefare dognìfno 
ordine ftgnore,ilqual non imitarebbe la matuagità di quelli t chc faceanoingin 
rwadlicrode t nctU cui uitabaneanogodut» ogni bene e di^iitd,& bora un 
gcgnausno ii fare alla fua ttolontà,&a tintelleto ingiurisela ebe non to tJ- 
fentirebbe Cef4re,ejfendoilato di quello amico,& auditore , battendo la* 
fckto ogni cofa infuo arbitriate patirebbe ebefuffi rotto, ilfuo testamento, 
ilqualedi luifidandofi banca ferino ,t che non imitartbbc Ccfare di quelli ac 
cufatoril'initjttird,pcrchc era la fui fede a tutto'l mondo manifcfìa.e da tut- 
te le gen ti conofeiu ta inguifa che non impalerebbe ad Herode che fuffv fuor 
difennotbauendoconofeiuto come per molto tempo ottimamente baueuago» 
nomato il rcgno,& batteva congiudicio creato il figliolo fiicceflort.Affem* 
ha etiandìo che non battea il ì{e prefo errore ntll eie t tiene delfuccefjore, an* 
^jpiittofìo che prudentemente banca gìudicato t hatil' lo fottapojìoil tutto a 
la uolontd di Cefare. Compiuto che hebbe incoio di parlare, Ci fare Iettò con 
bonore di terra Arcbelao,ebe fegli era gittata a piedi prononciandolo degno 
d'hauere il regno,e manifeUò ungrande eftemp.'O dilla ftta mente e gratta co 
dirccbeitan craper mutare cofa alcuna di qxaio fi compi Mena net teHaim 
to. Tra tanto famriuana tutti ad Arcbclaojm non era però anebora deur* 
urinata alcuna eoa. 

La congiura de Giudei contro Sabino,? come fu arfo il portico, e 
fi combatti. Cap. XI UL 

i Efare partito il con figlio pen fatta fcco fleffo,fc douctta co fermare il re* 
/gno ad Archelao, oucrdiuìdcrlo tra tuttala grneratione d' Herode . 
Tra tanto la madre d'Archelao infermando f> morì. Fornero etiandìo lette 
re da Faro capitano delTtffercìto in Svm t cbc fignìfìcauano le fedìtiosieri' 
hilìoui deGiudci.Tt rebe partito Anbdeo,titttol popolo era con uarij m$ 

ttimcn* 



? r r i m o p s n m o. io? 

idllLLaoMtVaroue^ 



«orimanédo wpw *g f ; mini/ÌYÌ af ff/ ea ; Giudei) U onde per 
tal turbamenti erano f^ J^ e di ya p m * , intuiti ì regali 
b ^f at ^f tàa L dmLta, non tantopcrcaufa di « 

*j jfiwneri Mm&» chend paefe babitauanoj qual etano tetro ^btnejfitt 
tornelli ^ dunque diitifi in trcparti>occ><paua>>oiltteghi,unajtp»fe nel hip 
podromo Mira era dna il tt mpio d Aquilone ad Oltre, e la tery uerf> 0- 
ricntc>ouc era anche il ressi palagio. Et (i affrettavano di withiudere & «J- 
fediarc i Bimani. Ma Sabino temendo non tanto la loro moltitudine gitatela 
nobiltà di quciiterdiefprc^Xattano la morte t p c r ventre a capo della torma 
data imprtfa,ì»contancnte fcn(fe a i'aroytbiededoihe lofio gli [otcorreffe t 
perche erano i faldati in gran peritolo , & egli montando urìaltìffima torre 
detta Fafelojnhonore di l-afcto fratello di llerode e difica -a , ilquale ne U 
guerra de V*rtbi morìyaccennaua a i Romani tifi ufcifjcro ad affalire i Giu- 
deUpenbe non battendo lui ardire difcendercaglÌamiti t tonfirtaua gli al- 
tri tbe per le fuc rapine annafferò a morire. Ma ufet arditamente i Imma- 
ni fu il conflitto grande. E quantunque fufferoi Romani per la peritia della Tisfii i 
guerra fiperiori,e morigero pia Giudeiytuttauianon fi piegaua loHinatie- conflu. 
ne de Giudei,ucdcndo la battaglia fi crudetean^i attorniarlo il tempio di die co, 
tramontarono il p'ortico,ouc era il piano del tcmpio,&iui fu grande il con- 
tralto. ^allattano già con mano alcuni faffi, altri con frombole & altre ma- 
chine, e meftolati cigli archivolti de Bimani feriuano.Vercbe erano i Giu- 
àeipcr la commedità del luogo Jùperìore.Et i Romani [coperti , non poteano 
da i iubbiùft colpi guardarft,ne con dardi ferire il nimico . La onde hauHoft 
buona pe%$a in (alguift combattutoti Rimani non [offerendo che queflc fu f 
fefen-^a caììigo, appiccarono il fuogo fatto i pertichi, non fe n'autdendo i 
Giudei,the erano di [opta. Il fitogo da molti fottopofìv in un tratto mandò 
fuori la fiamma per itetti,i cui Ifgnami erano co pece cera unti,& indorati 

di fopra } U onde tojio ammefftro ti fuego,co'l quale furono quelle grandi epe- 



re d'atniratìone degne tottf untate .E quei the et 

tono a l'ìmprouìfo ucàft,altri tadeano con i rottìna,* [W .,,,. r ,j — - v - 

da tomUi,altri fomiti per tanta calamità, noti f spendo che partito pigliar fi 

0 f/git- 



mbatttanoì por tubi, fu 
rouinati tetti, parte furono uteift 



firM Pffttwm neifiioge.altri uccidano fcjleflì , per f,t Harfi &( . 
ftrage f"™/' «™f a« /wfìi, Bis quei iòf tornando per dotte fTaito fl /j£A ^ '. 
de Ghj* n ° d& routmedalfuogo,erano da Rimani agevolmente amm^y^f™*" 
dei, me queì t cbe capitanano ne te loro mani fen^a arme e fen^a cuòre *Ca?t 
matto dì quei the era afeefo il tetto, fi puotefaluare. Etmani per q Ue t f m L 
dìstentttì atd'iti,entrarow più a dentro,e rubbarono affai co/è de f 'tratta del 
tempio. Et a pena potè S 'afonia cavarne, ^o.taienti co pttblica ragione. Erano 
tra tanto i Giudei affktthnon tanti» pet la morte de tanti compagni , quanto 
per efjer flato rubbato l'erario e l'offerte, &• tuttauia tutti quei the erano 
oflìnatì e ualorofinele arme,drcondauam il paléggio minacciando di arder 
lo, & uccìdere tutti che iterano dentro,fe non fi partivano incontanente . Et 
che lì lafciarebboao partire infame con Sabino,quado cofi loro pìaceffè. Tra 
tanto alcuni dei faldati del Rr fi accompagnarono con i Giudei . Ma I\»ff e 
Gracco che haueano tre milita faldati di H erode ualoroft.ene le guerre effer 
citati fi congìnn fero con quesìi a Feniani. Tuttauia non mtemetteasù i Giti* 
dei Faffedia,an%j circondando le mura. con fortamno tutti che non perdettero 
tale occafìwe di faluarft,e ripigliare la paffata libertà , Ma de fiotta Sabino 
dì partir fi t fe non buuefte temuto commetter fi a Giudei, confederando ie fue 
male opere,? comprendendo che erano i nimìcì poco fedeli . Et fiUecitsua il 
uenìre di Faro con ta cuìprefen%a feioglierebbe qucti'affedìo. 

P atto tumulto de Giudei per la libertà & il regno, Cap. x V. 
tennero a quei ttmpi molti nari* tumulti , che defert aitano tutta la 
„ G ittica perche in ogni la ago altri moffì dal defìo del guadagno par* 
te perìntmkittA moueaft a foteuare guerra. Erano fiati di Hetode foUatì dot 
millia homini,raccold di qua e di là. Quelli raccolti inficmc,e tirati in difpar 
te,fi mifero tt combattere centra i faldati del l{e,b,auendo per capitano unni* 
poto d'HerodeJ} uomo a combattete nel pianai hi luoghi afpri, & ertiua* 
, torofo per l'vjpetìe %a?ic l'ufo della guerra acquifìata. Era ctiandio ulto detto 
Giuda figliolo d'Ezechia capitano de ladrì f ilqnale battendo rubbato per bttS 
tempo, a tempi a' H erode con gran fatica era fiato prefo.Qtttfto Giuda rac- 
cogliendo cerca Se fero di Galilea gran numera d'hu^mimmaluagì e dìfper** 
ti, entrò con quei nel palagio regale^ ptefe tutte le &rnte,cbe frano iuitngrS 
topìa t & armando con quelle tutti i fuoi,piglia anthova tutte le rkkeqa che 
erano ini pafìt, perche ut fuffrro ftcure.lndt mettendo a tutti fpauento coda* 
tea bora qui bora lèi l'efleràto inanimito di pigliare maggior cofa , con defìo 
_.. tH regnar? fetida alcuna virtù » pruéenTf , ma fo lumen te pronto a la for- 
meoìic %a,& ateo fefe,fpetando indi acquiHare dignità e gloria. Era parimente Si 
fciuo di tucone ff tìerode feruojmomo digrato afpmo,e di corpogagHardo, a cuìgri 
H erode diimprefe erano fiate Commeffr.Cofluì seqtgiudiào din f auto atrog$te,bfk' 
Àageo. ardire di por fi in capo una corona f & raccolti alquanti adherentì fu grida 
SO F£t perpa^K* neramente furore de pop 0 1 j, £j egli riputandofi più degne 

di Miti 



< 



ì!UO rf T , IL™* G Uri** i * «*» «A , -ir- 

tHtti i pattati R£,*rfe d realpaVS™ Ufrouina^e d*fcna»* ti 

Z Jo con fm^Maunlbe f*^j£U* t Wf&r*** tfoldan 

^P^ ™ n *5££?U *" ™ **** agm 

truche fibawcon V™ '* ^mente m^g^magr^P^ 

ttatitcon Simm* d * rò ^Sm*edì ohrc il Gwà*nt,non fintoti «o» 
te di «nei cbc tratto racchi eenj , . . do f be f^eravidtte^i» 

UU che con anc *^*Wg£S* di f*« per fretti p*jji de 
' m m U *fe F lf:lZZ "iZl fitnULCé ld.ua «A 



B, CWff w*ndì,& per goliardi* arrbg<tm,la onde s ™J?2£ 

TZt*3S£» mltitttdwe* m eiii facendo g* de 
££X&Z Z*M estendo fm*te.tì eghpo^ft m ^P±^? 




*belaoftrendh,maquefiùautnne dopoì. CohuQ tftdcafV I . CHE 
tìtme de kdri,percbe feratcogUeua eterna dquanto h . abh *' 
IW*** conlmftmmtttinente era gridato ^teuauafia ™Z ^ 
delpaefe.l giudei frapoco tempo* per cofe mirante diuenutì a rZIH& 
mwm* mft da tnnìdìa defuoi contribuii e cittadini^ ogStJl JZ 
fi lafctauano trappolare. , ptt * 
Conte Fara libera da l'afiedh ì Rimili, che erano in Gìastfalmnts 

V dM * , . &*ccifeifeditwfi, Cap. XF1, * 

affici ' TH ^ * mt0 7™**»*°**»%* che fu da Sabino attifato di quello , che et* 
d-aiuu- X fHuenttxojcmendoft di non pcrdere,la legione lafciata in Gierufrie m, 
wiiùoi . me,ptgliando delie dire dne( Terche ne erano fa sorìa tre ) e menando fero 
quattro ale de caualitcri,egli aiuti da diuerfi % e tetrarebt mandati, afiet* 
tmafi dì porgere aiuto a fuorché erano in Giudea ajjcdirtl Ma dìcea a tutti 
che andana a VtUomaida . Gli diedera etìandio i Beritij net paffare aiuta di 
i loobaomfat M an dogli parimente ^Areta Tetreo che ' odiaua Hcrode , fi- 
era fteon b\omsm amcato t haon numero de cattaUime peJom,Raccoltoadu 
Aretare qne tn Vtolomatda tutto l e fercito,dundone parte a fito figÌhh,madò uno dt 
4 Arabi f m amicl ad ([pugnare i GalHei>ibedifrpra a Ttolonéd* babhauana . lì» 
quale entrando in Galilea cominciò à combattere air Urne te prima piglia 
do Seforo,conduffè uia tutti gli babitatoriprigioni.Et Varo c ott tutto 'l'effer- 
ato entrò fa Saparìam* non offefe la città y perehe non era dì fedi tiene ealpe 
nolc t opojìi gli atloggiamctì in una terra dì VtolomeOycbìamata ^fro.Fa p A 
quel luogo arfit da gli Jtrabhper l'odio che ad /J 'erode poi t Juana, Andando 
pia auantUgli *Arab pigliando un" dira terra chiamata Sa fu grande c ricca 
molto l'arf?ro,& ouunque andana l'cffetc'm, empiita ognierfa di fuoco , & 
vceifione. Fu apparirne* te per comminane dì faro Emmao camello per ca- 
gione de ìmortité- indìfe n'andò in GierufalmmcMa quei tbe erano a l'af 
fedìo,congregati t ne patendo foSìenirel'afpeito de le fere ito, fuggirono tutti 
lafcìanda le opere delia fedìtione imperfette. Ma i giudei che erano in Gttru- 
falemmt,fcndo grkuemente da Fa rone incolpati t c& uarif feufr s'fagegnaua 
no di purgar fi, con dtrci'b t quella moltitudine era per lafdennità congrega' 
ta,e che non era per loro COnftglio mofio la guerra, ma per temer iià a? fora' 
Offri era fiata commt fja t e che erano eliìpi» tolto fiati a (tedi* ti co lamini t 
(begli baite fiero affediati. Vennero incontra a Faro lofippo nipote dcllfo e 
Gracco t e l^ifb , condii cendo (eco tutto tefiènito che haueano . Si fecero in* 
(ostro a Rimani anebora quehebe erano fiati aficdiati.Ma Sabino no noie» 
m uenire innati a Fayo t ufcenda di Gierufdemme da l'altra Laudale n'andò 
•perfo il mare.Tra tatù mandò Faro parte dei faldati per tutta la premei* 
a cercar queUi che ermo fiati della feditione mtorlE pigliati quei,cbe era* 
maccufati.altrìcbedd malefico erano Raticagìonclìcrutìattacon foppli- 
scaltri che meno haueano cnttojaftiaua andare .Et furono trocifì(ficerca t 

dai rthllìa 



„ P n « « y y j W 0 D-S CIMO. 107 
Z 1 \ , ^ ff h ftat e adunque e compone le eofetn tal gaU 

/jwy fcwff JW dtfro d W' a f^„'J Bte fc »H fice inconiro,per pigliarli. 
% tra»* in un Hj^ ''SS^ Sbormione IJào.^t 
I *u*i prima étMMP^'jrZ* a Cefarei principali, che ha 

uetnofoUeuatoUjtdim e Ju ;t ; ^^«0 * , /Mirati* 

t> t ra saffi* k wgio«c£w™ MW ttl a ^ a 1 kg** 1 giudei ,pw d otto coilCOJ> 
-arto bLminiyche ebiedeatto dì ninne fecondo le leggitore : # jta* e«* r0 u« * 
flW^M » Zeffdfi * torto ■** r«M («.getfW Mf« wrfW*^ f™ »"» "* M . 
Lm « 4t queUi.M* facendo Cefarecongli mici configUo econgh al tornio 
mprmip.ili.de fymanhe raccogliendogli nel tempio d^poUo fincato da gr** 
luicongranfpcfai legati co» tuttala moltitudine de giudei rtattuiji conuen 
mro a trattare la caufa.Et era Archelao congU amici a t'tncotro. l utti ipa 
venti di Hcrodcft spararono d'Archelao per odio che gli baueano. Et $ acca 
paenauoM contro di liti i Giudei ,ma non fi moflrauano apertami giudica 
do die* loro vergogna, fc ardtfiero di parlare immiti a Ccfare contro un loro 
parente.liraui anebora Filippo uenuto di Sorta per conforti di raroprimie- uknC a 
rumente per aiutare il fratello, a f aro fkuoriua molto . Ter ciò che giudica- Ronil . 
ua che quel regno fciolto fi potere in più parti diuiderc, ([sedo più quetl>,cbe 
tbìtdeauo dìuwtre con proprie leggi. La onde confortati* Ftl ppo che perje 
jieffosadoperaf[e,perbauer egli amberà del regno alcuna parte . Conce fa 
aduque a Giudei lapotefiadìparlare,commiarono a dire motte ragionar 
chefìfcìoglieffcilregm, pìglianio,prima motti argomenti da lei iniquità di 
Hcrode,dicendo che era ttato %e follmente per nome ,ma in fatti crudeli^- 
pia tiranno t e che era da lui molto deferiate le i&jè degli Hebreì t e grida* 
nano lai ejfer fiato di natura inchinato nuauì tr Guarnenti , e che tanti Giu- 
dei per fua crudeltà erano morti, quanti non fi legge in alcuna bijìoria ef- 
fer periti nel tempo paffato,ma cheeràno effi che aiutano più infelici tionfe* 
Intuente di quei, a i quali con t'afprcTga del uolto , e col sdegno fi mofìra* 
tta terribili, ma etiandìo di quelle, le cui {ottanve bauea pigliato, come 
colui che ornaua & arrkbiua leflranicre città,habìtate da forafliero , con 
danno e Tonino, dì quei , che nel regno habitanano,& banca imporrito taf 
ti , godendoti (0W pochi le fatiche M regno, oltre che fen%a gìujle eaa- 

03 fi 



ZZILE ^XTICHIT^' Giy n 

fi Mceuka molti nobili dette città, e dì chiaro fan^J f } lCìi ^ 
loro ìmme ,&feper attentar* concede* ad altmc Ha S™? per ™P ìre H 
à podere Ut rkeht^e.Vùi nel rifcuotere ì tributi tincotoaulli* 1 ^ 1 ** 
te* alami fatto nome di dono con gli aumenti annuali &ah*7/? < fim ~ 

mno *»« ncWoro e nelfargtto,m*cbe erano appreso JrgoT™l P £* 
f m J"^ '* me per agogna fi taceano queicVlVlTan. 

fimo Si come era da chi lo face* deaerato , come queùbe fi temerle 
le torofceleragtmMcrofcoperte; e che batteano fofferto [otto Httode taV 
te ingiurie, quante nonpotrebbe fare alcuno animale , che afbmmo hm 
fmtap.ùtc*a«9 ancbota,cbe banca la fua gente [effetto pia fate wo/fr „ 
lami; J, mi ebe no mai erano in tata infelicità e mìferia caduti.quido the e- 
ra fiato Wrode a tutu un efiempb de iniquità e di federarne. Et ebe batte* 
no co deftdertogridato ^ ^nbelao > giudicSdt che dopo Hcrode omHrM<> 
ìmomofipotefìefopportare: ìlqmle nondimeno % ^„ 9 ài moffrarft net 
principio del regno pm benignerà chepoi dubìtandofi di non ejìer lenito ut 
roftghwlod Uerodcftoperfemeotitaneme ^liindicij delia fua mente e ita* 
tunque ribattette la fermerà del regno, ilche ìafpettauai Cefare di cocc 
dere è negare Jtede tut tanta ma uìfia della fua natura e propofko, comepo 
tefìc f l attenne gnutrnare quel regno f> quella che ne i prkcipijbcbbc ardiri 
difare,ueàdend.a in dìfoleme i cittadini nel tempio , come fe gli uoleffe offe- 
rire a Dio. La onde meritamente era à qucUa gente odiofo per fua crudeltà,* 
il che battea tutto l popola mandato quefìa lègatione.Cbicdcndo amqueebc 
non fi mafie lancila toro prouincia,Uquale •fuffeaUa Som, untta t e getter* 
nata da quei magiara ti, che erano da I^tma à regger quella mandati , et che 
ali'bora fi potrebbe coprtderefefuffero fedkiofi e eccitatori de tumulti, ò de 
mtt foggetti,banendù giudici e rettori dell'anno. Tarlando i giudei in tal giti 
. ^ fa, Tornio difendendo ìt i^diffe, che non era fiato aceti fato Hcrode , mentre 
<ra viumo.Vmhs non parca efferuero U loro parlare s i quaì hauUo di che 
laminar fi tacquero uiuenda Intanando pattano delle battute ingiurie ven- 
étca;ft,fen%a fìngere morto lui le querelle, incolpaua anebora i Giudei dì ql 
lo ibe fatto Archelao era auetiutoj quai buucano prefo ardire di commette 
re tali cofe contro le leggi, e cominciarono ad uccidere quei ebe li vlctauano 
le fcdirioni.^fctufauitno ctiandìo quelli , come di feditione defìofi,c ribelli ne 
l'ubidire alle leggìi defraudo dicondurre ad effetto ogni fua ìmprefd . Cefare 
udite amendue le pani licentiò il confrgiio,& indi à pochi dì non facendoli* 
Archelao »fo creò Toparcba di me?&a la Giudeatcbepagaua ad Hcrode tri- 
fato,pmettedogli la regal dignità qtódo con fatiche e fattori ucrfo di lui ne 
parefie meritewkfaitta metà diuife a ì due figlioli d'Rcrodccioe Filipo & 
attip^he haitet c^Atchduo di tutto* t regno cotenduto. Vagava a ce firn 
trìbM k Galilea ùhrìl GmdaBe t fbi ritte* ogn'ttnno (Ito talett a Filippo 

U 



fcftfhn». b Trama "^T^fSeTIsamma,ie furono da 
fcMtou» rf^ ?«ffi^*j£L £ìttà che pagauanoadM- 
&m tritoli* torre ^^S'S.dd^ MaSoriaM 




S %rchela\ f 4* *P*f\? ^chegltf^of flamt 

to *§knm,ùkdt ancbora ttjW - iuelueftgltuole uergtm, oltreqth eh ha 
uea lorolafiiato ilpadre i 5 ooq- Auori d'irato,* « I j^wrft di Fcrora . 
le maritò. Et éuife tra t figliuoli d throde quello, the a lui era fiato lava- 
to, che erano mille e cinqui-cento talenti, ritenendofi alquanto uafi,iquai non 
tanto per gradella 0 ptr prei&> quanto per memoria delf^gUerano grati. 
Diurni, detto Meffanàto che ft finge ad H erode figliuolo il* 
■ quale era fletto uco/fo. Cap. XP iti. 

D'fpofte le cofe in tal guifa,ungiouane Giudco t ma in Sidon'ta nodrito da, 
una Libertino de > ternani, itquale lo fece compete da Hero.te, per' 
ebe trafittile di fatteli* ad Mefjandro d Htrodc fìgìiolojhe era Rato ucci 
fo.Et qucHogh ttHtfitauaao tutti quei che h uedeano t ta onde paruegli tjue- 
fìa ottima occafione d'occupare il regno,, piglian do fe co per aiuto , vno della 
fua gente , huomo dette cofe che famofi in palagio pratico > e fugace a contur- 
bare te grandi imprefe. Informato adunque da coHui,dieeacbe egli era Mef 
fatidro cCHerode figliuolo conferuato da morte per opera di quei che haueano 
l'ufficio d'uccuii rtoj quali utadendo,altri con i quai potefìerofhr fede drha* 
ver ubidao slcomandamntO,l»i & il fratello ^riflobota haueano co ferva* 
to.Con quefìe fiottoni egli diuenuto or rogate, ammaetlratta quei che fe glifi 
ceano incontro. Tra tanto ut nato fa Candta,perfuadea quefìo a tutti i Giudei 
the parlavano con lui.La onde. emendagli da motti donato,comincih a farfi ri- 
chiamo . Tercbe molti gli offtrìuano datari, credendo che egUfuffe dì real 
fangue$erando che potè fiero pigliate il pater no regno, e rendere loro il gui- 
datone . ^indaua adunque a Kpma da molti accompagnato > e {tentiti* 
a Dìoarchea ingannò con fimilc fallatici ì Giudei, che tti habitauano . Verche 
fe glifkceano contea R£ contro molti,? fptdaimente qi che erano fiati d'He- 
rode amico famigliari. La caufa di queflo inganno era che tutti ft dilettauano 
d'udire un tale fuecefìo* Pacca poi fede la fimilituditie deli'af petto e deluolto 
c parimente fe mganauano molti che pergm tempo erano smuerfati co Alef 
[andrò, e credeano che fufie cofìuidcfio t . fogimattano agli altri , iht di 

0 4 dà 



1 



ZZILE yi-KTlcmr^' Oiy DtA1ru9 
ttò nulla fapeano.La onde mtrMo iti t{m4,ejLrf a d . f 
ro di Giudei fegti fece incùnm$iudicando opera miraJilf T^^P* 
e lo rstetlftw lìct4tnetc t hauendo Jfechtlm&e ™ aar è * il Z eI}cr f alua ^ 
Uonc ebecra molto tbiara.Ver il che entrato ne la Mà^aT^T^** 

rmdfe ad^ue dintorno aUigra mokUudine% m rand^Z^ S> 
e faceva/i 0 g m cofa (h , [mg ^ ^ aU fr ■ 

Menomale fpcfh banca con quei [anelili parlala vedere Mandro 

3 C //"'ffc -* adMeffandro, no però tanto lo 

fappnfmma èepoteffmfàmmquekthepm^ ronprudL occhio ut 

^ m ptr dcltttc e {requie elfercmo delicato ewliardo,& 

ti £ fcP^M'ldmore acccrda tl ,refpondeaHo ardUamcnteM efaminam del tue 
«end.* '"'^ «JWttwA ogm[uaeffo d>>Arinobolo,fingra mavauiglìatfadimandan* 
J'ingqn do perche non era egli ancora xerntto a dimandare per f? la regat dignità U 
no. Mi riftofe egioche era rìmafitn Cipro , rwrfjgrto cfiMTm efe ; «farò rfd 
Mdrww djf 0 »«»J?iff * Ini alcun difagio t rgU almeno fifatuafe t acciò non 
penfìe ai tatto lagenerattone di Mariame.CofU'bauea infirmo itfm dotto 
re cbedouefJcnfpwdcre.Ctfare dittifr il giornee dagli altri dt^h a te con 
dero la Httaperguidardone,cbenon ti menta volermi con tale arte insana* 
re.Damtni adunque cbi tufei^ecbiteba a finger qfteìlo perciò che w» 
ce la tua età quello [agate trattamento^ t'bora egltfperchc non puotè uedt 
- doft net peritolo ptu nentjre)fcuop,\ a Cefare tutta la fattone, & m demo 
do e da cut era fiato ifirutto.M'bora Cefare non ingannò Meandro dì qua 
tògh baueaprùmfsoypcbe utdUolo aito a [attuare Jo pofe ne lordine e tm 
mcn)dinaHÌgamt>e condanno a morte l'autore di tanta prefazione. "Parile 
Jofficiente condennatìone contro Aiilìenjì.tbcpcrdefsero totalmente c-.-tCpc 
> i W ^fiM'o fa"» baucann.T ale fine heùbe l imprende i fai 
j<i Meandro temerariamente cominciata. 
Uhm- Come Archelao fu ac cu fato e bandito. Cap XIX 

io icw A mtUap^mk toparcbìiMotanetcebefu h Giudea ìP r)uò dtpS 
» potc XX "ficaio locare de B^tbo, rinfacciandogli che crafi conuenLTcunik 

K, redpakg^lcgante *««, e còiuffe la meta de leaeq^k ZiàddSZ 
M . mm i mimando d m ^ w eli bJ^mogran 



- ~ * « a -r T JVOvnCtMQ. 109 
L 1 B ?L C I O l i r. m(>ll .j rc f ?( la,da > t iotrafatUo a U 
topi* épdm^mHm ^JtìSJE- ****** > 

fMs frate locale héU é 5*532^ ffc, ap 0 ptke^ >f à& che 
t,rft co k mogli ioM Jko prinap*» tot* l* 

ti e Urani cofani dì f^^ZT&^l qmk gli ìm- 
fapede CbaHe* catramo* «JJjJJK'J m ^jcfafW*>V* 
mefr cbeftpcytaflc «^%^?"^<aiUf* k U 
Ho/degnato ««ESSiSfitS -£*W- «ftWif<^ nemk 

* ***** i0 ^ e T n,rIi r Ccfdre 

«Sedo Archelao efìendo preseti akmi de gli accufatori* tftUamfW* *• 
fìdefendedo troppa bene McbeUajn tifato t» Piena ttttà di Gdlta, e mt 
fe i fai denari djifcoMa Archelao prima cbcf»fk ifamM a^ma^ar- Ktch e- 
ri Ltal fogno a fuoi amici. Dieta d'bauer uedMo dmptbe dt /Mtope- Uoè^a 
u^We « i«tierc,/^/-^i erano da bmui acdcdo "VE? "a Vi*. 

•ffierfl,efried¥rff«e f * -*witì efli df »<&f md\ * Mtirpntm*iu>.jt l ho àa> 
^Simone lòprauenè'do dkea.che predtcea aucttofogno mutammo ne te coje w n * 
A'^trtbeMcbe Magli allenirebbe in cofeprofpere.Et affermati* che predi diA«he 
r«w» « W* Ad« f m/èrM,?*** chi (olito qll'ammde efierda le fatiche 
fl fì?i/to,effce iiwJImjm 5(J*i«* ««^metodi w/ecfte laterracoofa e f tata 
dì buoi aratori è Hcìata logametc ntlfuojlato>c che le dtectfpicbe mawfe 
nana che banibbe firn ì ( o.anni.Et affermaua ad^rebe. che paffuto M e 
ftstcMhirebbe delfuo principatoXoft refpofe colui ilfogno.il J,dì dopo ti ite 
ivo fa** Jrchttorfne Archelao fuo .pesatore a chiamarlo mandato 
da Celare k &udta.V*rimete auenne a Ckfiraftta moglie figliola d jtrche 
l m lLuak p^corne moììramo fu maritata con jilefsMro figliolo #n* 
rode entello dì jtrchelaoXoneì morto jtkff.ftmmto co Giuda re de Ma 
YÌJlJali morto 3 jinheUi> U pfe dalpadn sedo lei uedonain C appadoctd * 
riJéàdo Hana > ch\raprmafmmogtte,ad<ì tra graie l monche porU- 
ma GUfra.UMée fendo maritata co»^rcbeUo>«uieun talfogno.Tare* 
M a ueder Mefsandn innanzi fe,& che alkgrauaft ver Ut abbracuaMo W 
Umenttwa the egli k rìnfadua ifmt mancameù duendot UGlafira,^ tte 
vanente confermi il prombio che fi dice>non don fi demone m donna. 
Non ti feì maritai meco nervine con facramentotEpoube habbtamo ba,£ 
umUuotoSbaifardato Umor mllroper defto dì nmmtaru,*eti ha ba- 
fiatati anjì bai ardito di maritarti <4 tcryfi*t*,c entrando fen^a uer 

gogHtntk taf* tì 0 nr* t bai mAmH kttogfmk mmfaton w 



DELLE ^HTICHJT^ Glfnsjrw 

Glafim il W^fà ll)eh rtìl ° frollò. M z io non mal dì temi kt»d > E 
moie. rff /a ^niuolen^chefempre ti ho portatoMer eroti ararne* ' Be 

vpprobrtj confermandoti come fei fiata mi* fiatile e ferma, Fjla * , gW 
fio a le fucdmintjra pochi giorni morliohapofioquefle io fe autnZT 1 " 
acèhchefipruom con etfépw coloro dire il wtro,che affamano fri P 
de fmma>& perche fi uegga la diurna prottiden^a difpweil tutta 
le cof tr humtì neofilie che >im frano affi fi gli huomìià ne i coftu tri, p ry B - ne 
do- {fu? fio , perche chi crede queflecofe, non è impedito di ore fette «„ fi u% 
IH tuYiù.U regnine d'Archelao fatta tributaria >fu fotta itgoutrno folta ^ 
ria congìonta.i'ra tanto Chenio huomo confutare fk mandato da Ccfcre a di 
f por re iUenfotdoè la deferì ttionc dituttim Seria, e per con/mute l ■battere 
d'Archelao. 

- Il fine del Libro Dccimofctrìmo. 



DI FLAVIO GIOSEFFO 

HISTORICO. HVOMO 
c L a il I s s I M o 

DELLE ANTICHITÀ' G I V D A I C HE, 
L l B ^.0 QTTAtrODEClMQ. 

l a defctitkne della Sorta f ma per Circnio al tempo dell* 
Vatiuìtà diCbrifìo. Cap. 1. 

1{E ^ I 0 ubo èque t, chefempre era chiamato a con figliare 
Inumo per ogni officio di magiflerh e principato celebre, tiqua 
le per tutti ì gradi d'awminìjirationeera tteanto al confblato r 
epe ndo in tutte te dignità chiarore» ne con pochi in Sorta, ma 
dato da C efare per Cenfore della gente , & appr abator e detta 
tentenna di cadauno, fu mandata con ini Capanto capitano de eauatlicrì eoa 
l autorità fopra tutti i Ciudtì.Fenne Cirenio anchoinGìudea, perche era d 
governo della Sorta contorna, per Rimare de tutti l battere, & battere 
itcmta d<Ue peeme d'Archelao x Quantunque spiacque oltremodo Fhor- 
mi wm delia iefertmone a Giudei, tumuia fi [aggiogarono fen^a 
? pi» 




,. * i r o d n c s u o: IZ<i 

iUHoler refill V^^'f èliche, Uhronofim^eUkro fot- 

* **» ^T m SZt^ onderò con *mee(iorta~ 
tU fJrinitlm non effer ét ^f 0 n d ire che porrebbe toro mtg cg« 
ti oni la plebe a difendere la Itert*,* ^ùtfiro il loro honore e magnani* 

mità ghrì*f*,& Lonoincìmi in p£ » Gnàtiche 

faUo a f*r 1«cft° • c ™. [ dl STfJ/e molto & pmcm d'udire qvefhr* 

m ^5 t tingente fri» dir fi polena digner* 
na.cbc nonfMf?o t cr £ o{ 1 W , e r^.fa» colore di difendere l att- 

le àttere m loro non pimenti , che 

U M e ^J^XJSn i^ r*pme> mtw, & *c*jù»i * mante, 
tra nimict.Vcr Kf&e/«f»^" » ww i w [ , ^ f i & mancamente 

H VZiLdxccLe la ter™ ietta de FariftiEt quantunque babha di esft 

EZ Xco&lt gli Onerati fg fff- 

? .Sii *fcL.Cr«foM opi cofaMìpcrdftcfitm M&no 

Znare m uita*er qncflo mmgmk a popolate gli dtmfeàe . Et pr«tì- 
S S'if * «iittiw^r**!^ di quefìumfdataawr 

A* « credere che fu%ro de gli altri mìghm, l Smòu» S^Jf^f " a Ai Sì 
tir morta* infi me coni «™ ormano dm che b toMjg M 



*rma t & èflèmto fu da pochi accettato. 1 principali^ f? É 
Sottri- ià & Sonori celebri.Gli Effetti nfhifcono il tutto a niTl C °" 
™ S'i ™rno>t«lc y commcnd«no hgh{lui«>PeT tinaie PredLTl V" nu, S l ? ir 
Mem J • fa'^mortwietam ^fwf^^^i^™ffl2^ 

the^lekamfeparmmmuifamficii àellacomntune cc»ucrfj<t Kg 

, cottinareilZZltrt 
<i Greci o «fa /e pfabqg» f0W m«»i jW posficicpiuUr co 

u Étta mcnte.Pa no procuratori che hanno cura dì nimicare alla nece fnà del L 

^f^^^^V^M^tm . Segno»* qutfìind utfìirc , S 

tlnZ^'Ti F ,ff U T àtiberthLno coflZi % 

mmobiU^conofclo ddtoefier di tutti fignore e prencipe m nivali Z 
km «™g**em*m * morte^ Spreme ifosj doremi e la pel 
dm d amicar ch$ mnftano «fami di aktm'hnom fignore. Et motti eli 
bay veduti ne tfopplìcij compia onde motti dì loro diventarono in L 
fa frenefia immutabili fef ofimatkEfiendo Caffio Floro di quella mnitàprl 
eiptA qitakpaimentt tnojfo da queHafupcrbia , fi diede a follature fèdi* 
tieni eribfarfida %gtzmhmhendo fico gli altri in preàpitio.Tati venera- 
tione dtfilofofia fono tra Giudei & 
Delle città a tempo dì Chenio edificate, e come fu violato 

T ti tempio. Ca p. un, 

Hi taxtoCtrmo battendo toltoperctto le ricchezze d'Archelao, e eS 
pwa la defcntione, che fi fece l amio j 7< dopoìche Antonio enfiato 
Vinto ne lagucrra di ^titiotfrìuò dìpoteficato loraro chebauea confettilo 
che Ipopolo mouefcfcdìtione,ecrcò ìnfuo luogo pontefice binano , Ma Uè* 
rode e FUjppo pigliarono cadauno la loro tetrarchia, & Merode circondò 
Se/oro dimuro a fimititudine di Galilea* cbiamolloAutocratorida* lahr* 
Betbaranta^eSìaèla àttiche egli di muro cinfe, e chiamò Giulia dai no 
medi Giult* moglie d ^iuguHo, Et fitippo edificando Taneade, che h pref» la 
fonte del Giordane^ chiamò Cefare.Fabrkò etìandio Betbféé* uicLil la 
^G^^^^mp^^b^^ e fornita abbondate 
Mtedt cofe necefarteA chiamo Ornila dal nome della movltedi Ce fare nZ 
uernado mmtl tempo la Giudea Cepomojlwale ditemmt eficr fiato cSct 
remommdm^ne^n GiudeaXelelrauaftlafohnnlà de *«2 
ck chutmampaSqm^laqmU era coHumv, tèi apri/kro i fawrdutì da 



— A rr ipODKf ut 

I r B fL° ^ 1 V „//W<* avene le porle, alcuni SmaH 
mx$ A notte k pone àdumm .EtaU ^ V ttttto'l tempio offe de 

m rtì . VcrUcht t futtion tornii 

tempie. £i Z m mre dei TMthi, dì Mt&U* 

velia morte dì Ccf«re,e deli * m P cri " lìlL 

m \ d '' VLTntornb* Im^cuifrcccffe Marcel 

CQponU dopo molto tempo , à , fi Ue d( Cefare 

Lk * TÙìSXyUadt J* nei campo, 

wfìtrW Pf* ^SL f * " 5 c L n fecondo imperarne de fymtntM* * 

^fXl i * I**/*' «* Ponti. 

tri onde »S erano lontane le calde acque mJtmmaus terrai Cocorfcxo m 
SuSSaM Suhtòt&r*» moltitudine di tutta Galilea & furono 
TS^^^bl^M^PiM adbabitart,& annobilì » 
ZZoniottl t penbc uhabitafm^^Jtìmdk tutu t rttmgfe * 
S/d W m& c tottmfen che da ì® f*mm * nonfiud^erodt 
£*S MU ciuà.Fabmaua ddfwk cafe de pnuattjonaua àrniche 
Kffó he tutte fi fermalo dhabitarui,cocededo fecodo la lèggi pater 
m% fifa ^MdelU àttà Marnato cittadino, ìlquak « hauea habitat*, 
In nMpi ffrvtótt imperatore de Tartbi morì con wfié e apparecchi co- 
modità d* Fratte fafohudo. fratte battuti folcii lemprefe p con 
albina una italiana cbìamataThemu fanale GmhoCefzreco alm pie 
ti ili banca donata.Et prima come dicemm*,U ttnea per cocubma, innamo 
rato della fuagran beU^.Mapajiato alquanto mf0j& Jpjg 

U Fratte folLloMprtf P^n^k^J^^^^ff^ 
Mdmme^ co^heendoneadegnidimanda. Studmdoftkiaé^chehj 

vefitUfoMo de Varthi ,(frim^^^«^^ 0 H^p^^/^^^'^* 

fenoncfdHdtada quello con qualche ragioni lutimi fìghwU , perfide 

hmpwt^cte li iwnti * ^ t Wggi.Coft tlKptrét m fmu fj« 



te refìJìeteaUa difpofitme di Tbemuf^furono f # S 

e Fi cefalo era mimo nei regno Alquale erefcìuto r^alr 0 "!* ******* 

giure dal padre il principato , con opra delia madre 6t 2 T ,^ im 

ne al popolo oéofwfiper baueruccifo ^4*p e fe *«" 

*** fjf*"**» ^fen^prencipe t cominci^orto tra loTfa'fX 
llZ ^tiT^T * creare imperatole 2rt e 

d dito puntato w|^Mb onde finito lepl dicono qtll'Z 
peno co IftgUuolo didonna Itdianacffèr /tacitato óZgiuriJt Z 

mia» ad^reaìpopolood.ofoefofpetto^ U efirematrudehà, perche £ 

*ù rffe^„ f # Wflsrfl( to ^ w p„pofb J s /i altri fratem,ptrcbegiu- 
Aemafi lui douerfi nella r cgal dignità e potenza reggere comodefiia. Maft 
muto m w tratto k Barbara moltituéne.^do che fino ancora di nata- 
ra mutatoli quetpopolt.Cominciarono adunque à Sprezzare lafìta mSfuetu 
dtne,gtudtcando cofa uergognofa di effer (ottopodi ad alieno fimo , interpre* 
tando l efier oflaggio una fermiti, perche non era dato per ragione dtgucrra, 
ma cite er a peggio, giudicavano luieffer dato perofì*ggio nella pace à bufi- 
to» detta geme loro e dchegno , €on tali querelle la gente commojfa lo cacciò 
dittato thiamandotmùtaneme >4rtabanof{edi Media, che era della proge 
me degltMfactdi.jtrtabano perfuafoda loro , «enne con tutto ifuoefferci* 
to&mi Fonone ftfecemeontro, & racolto de Varthibuon nume roftee eoa 
ìuì fatto damerei quale ^trtabano uinto t fuggì dimonti di Media.-& po- 
to «ppreffo raccolte molte {quadre* combattè con Fonone ,ilquale vinta, 
fugiì conpocki caualhìn Sdeuti*.Et ^rubano incalvando il rotto effereU 
tede Vanbi, ne fece grande ucciftone.uU'bcra fendo ì Barbari fpauentathe 
gii con grande f ferito Henne a Creftfonte. Signoreggiando aduque lui d 'Par 
tinganone utnem v imenia;& prima cominciò àftgnoreggiare in quel pae 
Je,dipot mando à Roma legati Ma battendo Tiberio confettilo alla fra dima 
dargli fe ne uenne aldritto eontra T«rtbi,c denonciò ad jtrtabam lagnerà 
rwon ucdendo altra ma diribauere il regm.Magli arnemj bastanti eer 
ea Tifate fiume accordati £on <Artabarto,prefero Fonone, & a Silano dì So 
ria rettore lo dtederoprigtone.ilauale ucrgognandoft perche Manta cono/eh» 
to m Homa Jo guardo pattandolo honorcuolmente.Morì à queltempo in C<t 
magtnejlntiQtw lapkèecontro i nobili fi diuife, e mandò una parte 1 1 al- 
tra 



t I B K u fjr.i ' j; mutare il fiato detta republic^e eH 
PS i legatici ^^fSSjjSEi propri, ^fenato udì. 

te am^tt tegaUom,tmndo M^^ma condottola tbepi* *%* 

Co«. ViUto ucefe di ClSwnm «Off Gim * 

^ÈraZZTtZ città te bwdier? t cbefec* bau* por tato Jl popolo di p 

SofeU £ tintene ¥& ràe «» confcncendovUa* 

toauif^oftchf^filofufie ingiur'udìCefatjuttam* t.Omàa uonftptr* 
tìrono M'bv* Vitato pofe in agnato ifotda^e fedendo «ti tribunale M 
tSera flato ornato nd Uadio, perche bave* giudicato quei luogo mo allei* 
ha the bauea appatecchiato^pplicUo d<t nuomiGtudeiMoil P>g»% «9 
bufera fuori ifoldatia cominciò Herode a m inacciarli di mortele nonitau* 
no chcti.Ma etti affermano the più to&elcggerebbono U mortella coti* 
traudire atta fua legge, ^tlfbora Vitato marauìgtutniofì detta co$la%$ toro 
nel confinare te proprie leggi, incoltane ntefeceleuar U imigmi di Cejare 
f portare m Cefarea^oite etkndh edificare m^cqueòtto de t ibifon dei ti 
pLcommianio del torrente fw in Gierufalemme longo due ftfrt. Ma non 
piacque a GiudeiM onde contro molto migliaia dbuomtm ricolti frbrtca. 
VFi Zumano che non fegnifìero tale opera, & voltano alcune parole di 
biafrmì e uitwàio . come ufa di fare U moltitudine . Ver tkbe Vttito f*f 
tendo ruifare dima alte fatte lorù ìfoldati, commandaua che taccerò ma 
uoltandofi a maggiori ingiurie e uilianit, dato ilfigno,commando a foldati , 
che alfdiffero i Gtudcii faldati uerarnlte facendo pia Aliai <Ji quello che era GMii 
laro impfhjecero grande uuifione dì qutlii.La maggior ùarte tal fu ucci* d* Mt- 
fa^imniferhiftpmirono.EtCùftqnelUfsditionebtbye^ne. toiiw m 

Dei Signor noUro Gitsit Cbrifìo. Cap. V U 
ite ì meditimi tempi GkfuMontofauio. Se però giti lecito chiamarla , 
bttamo.vertbe ficea mirabili ùpm t & era dottore di quegli 
the odono uotontìeri il itero. Et congionfe afe molti de Giudèh& affa\ de GÌ 
tìli.Cfàuiera Cbriflo.Hatàdoto Vitato dannato alla Croce t per batterlo acca 
fatoi principali delia noftragentetnoiìfuda quelli ahbadonato,chelhaueua 
no avuto da principio. Et apparite a loro il ter%p dì uiuoft come i profeti da 
ì)i « ìftiMi bmuMM f tedino , & «Uri imumvabili muacoh di lai 



DÈI LE ^V.TlCHir^ Gir D , Tra 

dotar rhfìfre, Duraettandh fin ad bora, la Pente ru*ìa> ^ 
frcfoilnome, * * «"W«t* 4 che fatui ka 

Conte Taulinafu untata nel tempio d'Inde In j^ ffl(f dd tHtha 
memo cbchcbbero i Giudei m l\$tna ì <$' in Giù dea per 
opera difilato. - Cap. Vii 

Maggior turbamentiaffligeano i Giudei ne imedefmì tempi Et ^™ 
nein^maneltcmpiodÌJftdeu» cafo é bruttura pieno , del au u 
parlerò pr,ma,dipotpaferò aquile eofe.cheauennero tra Giudei MS 
ma unadmnadmaVmtina^erfuoiprogemtori chiarii caflità fìudhùe 
riputata honefltftma.^bbUaua di ritcbe^et era ditta™ aJpetto Ji Llt 
laettoelbqmleffxcidmtte le dot* fono dipudidtia ornale , a WfJS 



marito Saturino *leìperfangu ei & altre tali qualità fmite.imamo* oM 




-.- allafaprsdetta donna 

fmcfiogradwmquaU fendo da tei fpre^f Arnolfo pi» fi accede* ed amar- 
ta,cpromtfele 20000 dramme ittiche per gìacerfieon lei una foia fiata, al 
tbe ella non «ccotfaà. Mora egli per amore infermandole potendo ma 
tv ti d T n ? éì mor ^«dkandc quefÌQ dovergli 1 fiere di tato ma 

Jiìin U ,b ' ìnedl0 : Ct> fì fi*** fW tale deliberarne, yfauav^i fludìo dt.^et 
di m™, ^fi^^^-^^M^Hna^rtiìdsJkoinu^iorì pareti lafctata,M 
do, lul mme na ida,di ogni mahagttaun ricetto. Lanate doledofì che qui trio 
vane fi deflùaffe di morirejl che era ceniamo che auenir ebbe, auicmatàglì 
fi, hfeceicuare^partando coti ini di refe ebe wleffero a confoUrlo . Temi 
che prmet'ttagìi di trattare e? Paulina inguifaibc accettate cinquata mìU 
ita dramme afuoidejij compiacerebbe. Con tri parole ri notando dalla morte 
il fonane , pigliò da lui quanti dinari le piacque ma non tento Taul'tna per 
quelia ifc t cbe prima era Rata tentata fapendo chef animo di queUa donna 
tton ftmoMeaperdenarUntendendù poi come era a l bonorare Ifide, attenta 
prefeutt tale confali* mdoffme ad alcuni facerdoti di iftde s a ì qualifiche 
bebbero giurato di tacere diede 2 5000, denari* promettendone akrctantì , 
quando nufùffcilfuc disegno. Cofì fatta {oro manifeflo l'amore del S huatie t 
U prega eh conducano ia donna a queHo come poteano perula tnig&w.Elli 
da cupidigia trattifremettono di mandare ad effetto quanto ella ricercatisi 
efpectalmem e Ufommofaccrdote protnife di parlare cS •Paulina, e dìfporla a 
queHo.Finfc egli adunque dtuenhe d'Egitto maiato da vtniéÌ t itqHate fu/fe 
di lei oltre nodo innamorato, dqual Diagli baueacommeffo the uenendo a 
f^ms,nc auifafji la donna.^Asccttò eila imamente que^a prepofla, egkria 
*aft tolefuc amiche chtfuffe da uinubi fatta degna di tal meritatecelo an 
ilmfapert al marito>tbe rimeam .Ambi di cenare egiactrft conlà.tlqu*' 
k smofeendo delia danna tapudkitiajltetmilte le aceti fentUof? ella fe n'an 

dà 



libro or r jt v 0 B £ C I Al o. ni 

dò te mpio,& bauendo icnato,e uenuta Ihota di dormireste k porte fu 
m& cbiufe da ì f*cerdoti,& ammorbi i lumi. Era Modo nafcoHo deirod 
qualcachetata ogni cófauenM * ht dotata . Laqual giudicando che fuffetl Pail]ifll 
liceo» mmnx* lo raccolse cofiModogiacrndof, co la U notte.au-Cina- « ui„u. 
dofi ilgiornn fi patti, t % ella uemta la matina leuo(fi,e uevedo alfm marno " »cli e 
li natrò,comeil Dìo era uemto a lti.il medefuno narrava co le amiche rtpu 2 - 
ta Udofi quefto a fomma glorm& manift Ha uà (he «4 »u bì stit.be ra le haura 
parlato. Motti nefando "audio no lo credeano s eùnfsderado la qualità delta it> 
fa, altri gli dastano fedf&tndìcandoto m miratolo > e (Sfidata do lapudicìtitt 
di kt,a fiamma dignità lo attribuimmo, Modotrouàdo indi a ti c dì Tjuliita, 
le dijìe.0 Paulina baimi fpar agnato 200000. denari,ìquai potè ut guadagna 
reitìia tu hai ac conferitilo a nùcdioiSde % e lìbera tomi dal dano.Terebe feì Ha 
ta tutta notte nel tempio con Modale pi» importa delwio nome,p-ii ebe ho 
battuto itfoU'igp.'He cofa alcuna uiè macata, fdìe sii flato chiamato *Anft 
bi,& detto tjueììo fi patti. Ma ella tornata in le medi fitta , o l bara coprefe 
la firlcragiw t e (Iraiiataft k uefli,(orfe al marito, ftoptedoli lafintionc di 
ta malvagità^ 'pregando che nofufis a vendicate tatù ingiuria timefia. Ter 
jkbe Saturnino io jtccfapere a 1 imperatore . l'bora Tiberio efSam'mado 
con diligi n^i la cofa, trono tutta Itt fteteraginc defactrdotiefectlt erti tifile 
ieinjieme umida d'ogni mateoùginr,fpianò,it tetnpio y t gittò mlTeutnl'i ^ tf f'» 
WMgmt e. ifide. Bandì poi Mondo , non lo giudicando dt gno di maggior pena, f 
fciihc Spìnto dagraude amore hauea pt acato, . Tale fu il fucCeffoMU cofe t 0 , 
atti unte net u mpio di tftde . llura torno a narrare , quello che attenne in 
quel tempo a Giudtiin Rotila r fi comedi [opra ho detto in breuità . Era 
t>n Giudeo della patrii fuggito , ilqual fendo 4ttti\ata dì controre a la leg 
gè y era appo ifuoi tanto culpe itole e matti agio. Finge* cojìm per più giorni 
dtfpom la legge 4i Stoffe, 0- accompagnando ire altri buótninì, fedufie 
vna «obil dona chiamata Fnluia cheftfaceffi Giudea,** U<quak perlifera 
che mandaflè in Gieriijakmme buona quantità dì porpora e d*oSUii per orna 
mcntodeltenipìo.Uquatdti pigliando ne propttj comtnoiti Tulatono, or ha* 
ueatiopcr taluia vfato per aitetro molti argowcnii,& ìnganìrflbm Tì- 
beno,tntefo da Saturnino marito di Pulirne futi amhccom mandò ih, fi par 
tetrodi Hfitna tutti ì Giudei . Et mandò in Sardegna quattro milita G udei 
faldati* imoltt che per #r»4re/tf%^«rt»« 0 i/ fr(f tó ^ W rf s /«™HO£0B 

tometiafJlitti r & cofiperlaf .dcragìne di quattro buomm,tutta la mot 
tltudme fti dt t^ma cacciata. T^on (ietterò ambo i Sanatiti fen^a mb, me \ ei „ dei 
to,pe re be furono turbati da Caf-donejr.tomo a mentire pronto , liqnab fa. f no c * 
" e «™n«rWiofcperfuafiomdifpottoglÌ4tim toncor cuti U 

rejfero nelmonte GariTjjiqual luogo baueano prrfanto tmfto.ti prmtt- R T?- 
tea dt mirare a tutti che ut mStàuanoJ uafì che Moife Sauea fipottUUt L ^ d °- 
da te cojiut parole perfuaft armandofi in Tirntima terra fi f, amarono, racco 

T . gtkndo 



DELLE UWTlCniT^ GTFd^ichE 
gUenda lui la moltitudine per afcendere con maggia numera il mote Ma f 
rono nd afcendere fùpraprc fi da Pilato , ttquale bauca fatto andare fasJii 
cattatli,& ipiu uelùci pedoni,? cerca la deità terra f ecefi ilcoflitto, nel lua. 
le moki ne furono uccifi,egti altri meffi infuga,e rima fero U maggior pan* 
pri£0>ii t & Hccife 'Pilato iprencipi dctlafcditione. Cofi turbata lage%i e $ a ^ 
mma,tutti i principali vennero a Vitellio che bora gouernaua la Sor]a 
accufarmo Ttlato,che bauefic'mgiuBame'te mcìfo tanti htìomìnì, affermi 
do che non fi erano raccolti in Tiratbuàper ribellarti da Immani, mi p &«; 
gire da le ingiurie di Tilato. *A l'bora Fltellh tommife a Mar cello fai ami- 
co ebe hauejjè della Giudea,cura t e che Vitato andaffe alcuna ttfcolparftìn* 
nan^aCefare di quelle accufe^be gli dammi giudei, Coft Vitato fendo fin 
toanni dieci in Giudea, andò a Rgma , per commìffione di FìtcUìo a finito , 
perche non potata a fuoi precetti refifìere.Ma Tiberio morì prima s chc Tìk 
to arriuafie a R$ ma, 

Fatti di Fitellio cerca di Ca ifa pontefice ,e della guerra de Tor- 
tili. Cap, Fu l 

Vitellio uenfdo in Giudea ajcefe in Gìerufalemme,et celehrauafi arbo- 
ri per autntura iapafqua . Fii adunque Fitellio magnifico e liberale 
iterfo ti popolo/cerno il pretto delle cafe che fi uedeano,& in più altre cofe 
apparae benigno iter f e quelti t conceffè chefufie tenuta nel tempio lafioladel 
pontefice^ agnifm ornamento,c che fttfie guardata fiotto la potè fio, del po' 
tcfice 3 fec<tndo il coflume antico. Ter ciò che prima che ut uenifie Fketiìo t te* 
neaftne la rocca chiamata ^Antonia perla ragione che fi dirà. . Fn pontefice 
chiamato Hìrcano,del q»al nome ne furono malti, banca edificato Micino al 
tempio ttn tabernacolo,^ ìuifiauafiperlopiu , tene ridotti la (loia pontifica* 
le. Ter che gli n'bauea cura,effendo habito di lui fola, quando entraua nel té* 
pio.Ma quando entraua nella cittadina battiti communi, conferuauano co 
tal cofìume egli e fuoi figlioli per pia ansi Ma poi che Herode prefe il regno 
parendogli quel tabernacolo ejjere in luogo opportuno , lo fece maggior t e 
cbiamollo ^£ntmia,in memoria d'Antonio fuo amico,e comandò che ut fuf- 
fc guardai a la itola come ne l'bauea trottata, giudicando che per quefia il p« 
poto non moverebbe contra di luì feditkne ■ fece il medefimo Archelao fìtò 
figUolOjpoicbefuccefse net regnO.Cacciato poi Archelao, con/intanano f{p- 
piani la fìola in quel tabernacolo dì pietre fabrkato,fotto figlilo delpotefice 
e dei tbcforìcrc,ìlquale coaferuaua gli altri ornamenti del tempio, H can- 
MUerCiCbs fittamente dauafi ne dì jòlenniadufo de p5teficì t epajiata la fo$ 
nita fi rìportamno alproprio luogo, efaeeafiquc fio in tre folennità a l atino 
ene i digìuni.Ma tapi Fitellio in mano de tpamfiei quella fiala fecondo lo 
antico cofiu me, ne uuokcbequah era mefUerì d'u farla ,fujfe da i tbejoritri 
dimandata.Facendo a giudei quefio beneficio* priuò di facerdotìo Giofefo det 
K Cai forcando in fuo luogo Gìw&tha fi$Hoh di tAnmS fatto quejlofi uol 

A 



»» «? dl ™j fse P i* dnantìM^dogià prefo ardire 




^«aii HOfl uotfcro 

Lineati,* il tuttofi riempì di turato editante,?* ancbora «ccif* 
Zà3mfià»Mf&* damarne congenito mmerofo, em m ori* 
row nitrir wg/irid ^ Vartbi. Et banca ViteUte quafiuccfiArtabano,^ 
uendocodonicorrettiifuoiamiciMa Ambano «edUo le tnftdtejalequat 
non meafimerfi, perche tao! ti de principali fi appreflauano dì tradirlo, att 
dò con pochi futa fede tialeSatrapedifopra^ cefi faggi date kfidie .Dipòi 
raccolto esfercìto nnmerofc de Duci e de fuoi , e tùncendo difefe ilfuoprmi-< 
pttto.Tiberio uedgdo quefto t commadò che ftffiefse «"» Aftabano amicìtia, 
lavale egli volentieri accettò. Et feccfil'amkuia fendo ArUbana e Fìtti- 
Ito aerea Eufrate finmc } onc in breve parlarono della co»fcder«tionc,concor~ 
rendo nel mc%%> del ponte con pochi buomìni, che fufsere per loro guarditi. 



Tei che hebbero parlate, Herode tetrarca fece loro un condito nel me%go dt 
tìudlnogo, ornando il tabernacolo con Meli di gran predirò. A l' bora Afta- Herode 
hano diede per ojìaggio a Tiberio Dario fuo figliolo,co'l quale madò afsai cu ™ 



ri donì.Tra i quali madò un Giudeo chiamato Labaro alto (ette goimti t itqua Arta ta. 
le per la grandezza del corpo era chiamato gigante. Fatto queìiov itellio ri no e Vi. 
tornò in Antiochia,^- Artabano in Babilonia, Ma H erode uoledefi ce tate «Ilio, 
nonciaturafhr grata a Cefare^lifcrifse come era la pace fatta,& franato la 
ofidggùf. e finalmente non htfciò thefufse a quello pertinente, Dipoi fcriuen 
do Vi tcllio diqttcfìo a Cefare,egli rifpofe che era del tutto auifato prima da 
tìeroi?.Dil che hebbe V itellio gran fdegnojmt non f coprì l'animo fno t afpet- 
t andò fin che tarnafsc,poi che batte fse Caie prefe l'imperio. 

Della guerra tra Herode & Anta per la moglie di Herode 
tetrarca. Cap. Xt, 

MOrìettandìo a quel tempo Filippo d'Hcrode fratello l'anno 12. de 
l'imperio dìxìberìo, &egli regnò anni zz.Soprala regione Tram- 
iate e Gaulanite } & gìmer natta apprefso tutta la gente li.ttb-tnea.Fn cofluit 
tutta la fitaftgììoria temperato e benigno fen^agrauare alcuno . Era tale la 
fua.conucrfntione con t fogge ttt,anda<ta in maggio con pochi eletti amici, da 
uà ne le caufe giunte fent enferà poto da aiutare a chi fegli facea incontro 
bruendone bifogno t eff per cafo udtua alcuno uentre apptefso, incontanente 
fedfdo net foglio faumua^a lagiufìttia t ca^ìgadeil delinquete Morì adU'jue 

V 3 coftuì 



BEILÉ A^TICHIT**' GlFlìAlCtlE 

toftuiin Gìufmde , dì onde fa co efeqnie pompo/e portatod f, pi)lcn , „ 
prima banca edificata e fu con bonore fepolto , ETiberh Cefare p^fr if$ 
pr'incipato,pcrcbe no la fciò figliuoli ,la conghnfe alla Siivia s c9mmetten4opg 
rò the tributi da quel paefe ini fi conferita <f) 'ero. Fermerò in quefio t empo i* 
gran difeordia Areta Vetreo & Herode ^n.pet tal caufa . Herode tetrarcn 
bebbeper moglie la figliuola d'Areta,co lagnai era uiffutogran tempo. ,vfa 
fendo chiamato a Homa t e pafiando per cafa di Herode , fu honareuolmente 
raccoltole* che erafuo fratctta,generato però di altra madre ,pche «acque 
dell'i figliola dì Simeone fitcerdote.Et effendo itti innamoroffì della moglie de ' 
l'altro Herode che era figliuola d'Ariflobolo ,e forclladel maggiore Arìp* 
pa,& bebbe ardire diparlare di tmrlaper mogl\e.Al che ella c,mfentendo t 
s' accordarono che tornata da Roma la pigli afte per mogtìe t con patto dì ripa* 
àiareia figliuola del ty* jLr età, Ma poi che fu tornato da R^matCOtnpiatc le 
bifogne^ per le anali crani fiata chiamato , la moglie fua intendendo iliutto 
che era tr i lui e la moglie d'Herodcardinato,prima che s'attedafie il marito* 
che ellafuffè di ytefìo aucrtha,lo pregò che la m.tndaffèin Aiacbcronta, che 
era il confine tra il paefe d" Areta e di Herode,ma non feoperfe tafita w<ió;g. 
Herode non fi penfando ch'ella fapeffe co fa ahunada mandò uolon tkH . M a 
elta r perihi' banca molto innari auifi.no il padre che te apprèfiaflb in Miche* 
ronta tatto ciò ,chc per il maggio face* me(lim t fu da i conduttori d Areta 
raccoita,& hi un tratto inirò ni l Arabia . Coft da qui i conduttori ad altri 
pacata, e da atte Hi ad,altri,fu con gran presi xji't at P a dre condottdyalqUafa 
fece m.i>iift.(l t d Herode la uolontà.t.t cofi bt hh>- princìpio l ìnimìckià, e rac 
colio d amen lue le. parti un'effercito^fccffi in Gamdica un confìtto, no effeit 
do prefenti ip' endpi,ma da i mandati capitan'. Fitto adunque il fatto d'ar- 
W",& afflitto ieffcrciiod H erode per tradinunto de t foggitiui } che da la te- 
tra rebia d' Herode fìngendo d'aiutarlo erano iténtit. H&òde nef :ri:]è aTtbe 
YÌojlqualefdcgnato che. Aretahaueffi fatto quelli ifcrilfe a Pitellio cbejn* 
contanente gli tmuefjb guerra,e che lo conduce fie a Ui uiito,ogli mandale il 
capo.Queflo commijfe JiUrio al rettore di Soria^ 

, ni Giouan Sutifia. Cap. X. 

A giudicavano alcuni Giudei che l'effercita di Herode fttfsc Rato 
Jiu nfìuop' r la diurna ira giallamente cantra !i4irtio(fa t per uendica- 
te. Gwnani detto tiatti{ia,)tquAe fu da Herode ttccifàibuomo ottimo , itqua* 
le commandaua a Giudei che fi'defscro a le uirt», ad ofcernarj: lagiusìitia, e 
lapietà uerfo Dìo,& unirft infieme con il Battefrno. ìlquatc farebbe a l'horn 
grato a lì>ù,qnando fufse pigliato non folamente e Uuare peccati, maetìan» 
dio a conferuare la eaflaà del corposa giu(litia de t'anima e la purifìcathne 
tenendolo come un fistia e guardia fedele di tutte le uirtà , Efsendo adunque 
ammaestrato da lui il popolo in tatguifa,o conconendouigranpopolo, tìero 
de tmUofi che i popoli da lafttn dmnna ptrfuafi,ukllafscro da lut,perche 



M 




turba 
)fe Gio- 
,'i:a co 



me 
aite 



mi in premei» ^^ffJ. L DÌ o fato [confìtto iljw eflcrctopt 
fra*** ^^tffd i e ^r cajìigato. 

La morte di TtkW>* % ^ rt f k % ^ra cantra Areta, epi* 
o due , e tatti i caua i p 5 , - ■ 



MlW*; & t£K3S« Giudea. Al afe gli fecero in 
^r"SK '5 -^^ ìrn^con^U legge Egk 

T^CÌùZuHa foUnnukde Giudei . U UfMfeJg 

ti dì «fi vennero lettere , chetmf*»*** Ttkcm efer wrto,e che ifir&H 
ttàflZdùtudine a giurare /fafctel * Caró . *mmii<J) «wndw < * 

me J rf» CaioMquale era ne l imperio «cecità . W*f ct andw s T^' 

{SU -m**ii&U&mm « ffdMim^ i 

(iiulc s*ppreflana, cofi VìA ritornò in Motiva . Mtf ^<g«pa d 
SEfflES »i« T&erìo mordendo co 

«wwrt di A«m kg*»**»* Ntoi* propagatala 

«fò fHer^emc efre /«/f e Hwrae*)/& fu colmata eccetto alauanu^ 
% iV yìmafm umXSduccfì melma Vbmm&gwmtmt ?£ 
Srarf» dì famigliékgmi cakm^mrò poi tfmesft d Jtgnpp* 
in itero mtraeotofhcme dì primo hmmo e fpr^mperHcne 
®MM»le mano homi* di luì potuto fperare Ù credere Mt> parlato di ?«ff 
Sìo di jopr«,uatauia ne parlerò bora co pia ddtge^Hebbe Raggiare He- 
rode due figliole di Martàme figliola d'arcano , de le qttat Sahmj, mariti 
a frfekìda FafeblHofrateUogeneraro. l'dtra chiamata Cipn,ad Antipa. 
mìgnolo* Mome fHcrodeforeUa.Gencrò Fajetoé S dome cinque^ 



lì,JÌntìpatro,Utrode ì & Mefiadro,et Meffandra e Cipri fi K li e le:cfu Cipri 
moglie ti grippa figliolo d Meffandrct.Meffandra con Cipriano buomo no- 
bile & bonoratafit marltata.Ctpyi morì few%t figlioli . Ma generi ^grippa 
dtte mafcbi,e tre ftmine T Ber onice s Mariame,e ùrttfiila t i mafcbìfi chiamala 
m ^tgtippa e Drtifo t ìlquale prima che nenifle a lagiouentù,mòrì, et ^tgrip 
pa era nodrtto dai padre . Furono anche del Magna fi erode figlioli , Herode 
*driJìoboto,e Beronìcema Berenice di Cnlìobara fu figliola di Salom [ord- 
ii dUerode , Lafm ^Arifioboto quefii fan cinta , quando fu con Meandro 
dal padre ammalato t cornei predetto . Queììi crejciuti prefero,mogli, He 
rode fratello d .Agrippa t prefe Maria figliola d olimpia da fi erode genera- 
ta,t di loftppo d'Hende fratello, & generò di quefta AriHobolo . Ma ^irU 
ftobola ter^o fratello Agrippa pnfo lotopala figliola di Sigeramo {{e de 
Emeferi,deì quali nacque ìotopa che era fot da . siti/sii furono ì figlioli de i 
mifcbi.Herodia era di quefli foretta^be fi maritò ad Heroàe del Alagno He 
rode figliolo generato dì MariSme figliuola di Simone poi? ficcali qflì fi gene 
rò SaloineJìpoìHerodia cotrafkte'do a la legge patema marito (fi ad H erode 
fratello di (m marito me tre (he era in «ita. Era di Galilea te tr area qfiollcrù 
dè,a chi fi cÓgìmfe,eS alarne fu* figliola co Filippa di H erode figltolo,tctrar 
ca di Traconi tide era matitata.Mamorcdo coììut fenica figlioli, ^trtfiobùfo 
figliolo d'Bcr ode fratello dAgrippa la prefeper moglie. Et bibbi dì lei tre fi 
glioli ÌHerode,Jgrtppa t et ^irifiobolo.Coft moltiplicò la .pgenic di Salame, 
Tarmi ella anchara d'^fntipatro Cipri,cbefu d'^Alefia S elìda moglie. Heb 
bc parim'e' te di A,lt(fa una altra figliola nomata Cipri, Ma ti erode et^ilef- 
sddro,ehe dieemo tffet fratello d'^dntipatro, morirono sezg figlioli, jl ' Icffan 
t dea d Herode I$c jìgliolOiCbc fu dal padre uccifo t hebbe della figliuola di Ar- 
cbelao l{e di Capadocia due figliali, >A Icffan irò e Tìgrane. Tigrate regna do ì 
*Armenia,acctifato 4 KgnM.moù fen%* figlioli.Gtncrà Alef sidro un figliolo 
ebe dal nome del fratello cbiamò Tigrane,e quello jtleffindro, che prefeper 
-moglie lopata d'Antioco % de Oomagem figliola e fu da Fefpafiano creato 
i^e dì Li fida città di Cilici*. Mal* progenie d'^Aiefiadro fubìto che cominciò 
a ere fiere abbandonò ti culto della fua gete t paffando a riti e coflumi de Geti 
li. Le altre figliole tfHerodc no hebbero figlioli . Dutò la fopradetta progenie 
d'Hcrode fitta quel tempo, cbe'l maggior jtgrippaprefe la regale dignità . 
■ Qual fòrte baueffe Agrippaconi gitttU i e con Ccfare. Cap. XII, 
. kttO quello delia progenie d t tei udc, bar a parlerò d^Agrippa; qual dif 

catc d'- $ ac "<tè > e tmt fuggì da tutte le calamità , & afcefeagrau 

Agrip - - dignità & imperio. Toeo ìnnanti che Ucrcde morì ffe, era *Agrìppa in J^fM, 
pa . & bauea contratto grande amìcitia con Drufo di Tiberio figliolo^ fon An- 
tonia del maggiore Drufo madre,pcnbe bonoraita colici gt'adanetne fu* ma 
dre,&to uenerattone la nominaua. Ala ^ìgrtppa sedo per natura, liberale e 
magiìaiiintQ}& a dottare prontQtftQnpotea nìitendo ta maire fari* fiat «oli 

fi 



x / b j(_ o o r r ^ v o j> h c / M o. u$ 

tà toAHififiitipek non U contriftarc. Morto poi la madre,pcr il che dittenne lì- 
bero di Ul rilpnto, cominciò a fpargere abbondatemi' te tifilo battere, altre 
cofe àìjjmfnm nrl ktum miiìàROialtrì in donìapitipcrfone^iùitiprefen* 
tifa™ a i liberti dì Cefarefmbeglipotefsero porgere gualche atttto.Laott 
de n^bocchemlmente pendendoci breuc tempo diuenne Itremamftepo&e 
ro.Ahra sofà, poi gli atthe che gli uictò l'babitare in ^oma. ^ccadè che mo 
ti il figliolo dì 1'iberìa,perUaual morte commandò Tiberio the ninno degli 
amici di fitto figliuolo gli ttenìfsc ìnnatì,acciò non fi ankordafse del figliolo ne 
dendoto,r fi rincuajst il firn dolore \Ver tal caufa nattigò Agrippa in Giudea 
Vedendoli iutiere ih H»mi mijeramentt battendo con fumato il fino battere ne 
potendo per altra aia guadagnare,percbe bauea tolto ini piti danari ad ufu* 
rai& efsendo da banchieri afl retto a pagare,no potetta feioglierfi dafitoi de 
bili Mancando adunane di cdfiglto,e pieno di cofaftone y [e n'andò in una tor 
re,m Mìttttboydcttin.uido di morire.Qttcfto fchtendo Cipri ftia moglie, co* 
Mincio ad tifare ogni fhtdioper liberarlo da morte. Trefe adunque per confi* 
rito di fcrimre a (ha forelta M eroditi, taatiale H erode tetrarca hauca prefo 
per moglie , facendole fiipcre in ebe fiato fi tromfse Agrippa,e che baueuafi 
defìinato di morirtela onde faceti a mefiìerì che per il patentato gli porge [se 
tinto. Co fi e Ila riebiantado Ag v'ipp*, affigliandoli una finn 5(4 in Tiberiade , 
et alquanta proni (ione al dì per iifuo itinere. Ma no continuò Hcrodc in qttc 
fa longo ttmpOifiJntttnqHe non baSìafse quello cbcgtidaua, 'Perche rinfac 
dando lierode fendo cmbriaco in Tiro,qutfio beneficio ad Agrippa,egli non 
potendo [offerire t'ingiuria, fi partì, & indi andò a Fiacco Imomo confutare » 
del quale era Rato in l{oma amicifftmo . Gouernaua coflui a quel tepo la So 
ria.Coft da Fiacco raccoÌto,fi trattanca con lui.B^tennc quitti etiandio Fiac- 
co Arifiobolo d Agrippa fratelio,ma fio nimico , tuttauia non mancaua per 
ijuefio che non fufsero amendue dal confido amicbeuolm'ete bonoratì.Ma no 
cefsò Arifiobolo di contrariargli fin che lo rendè a Fiacco odio fio, mostrando 
oli che (bauejse in tal modo offefo. Cotendcano Damafceni con Sidonif per i 
confinile dauendo Fiacco udire le loro dijfere , %c t eltij 'apendo che Aggripa ba 
uea col tonfoiogran poteremo preganano che a toro fattori ftc, promettUogli 
afsa't dmarLCofi etti iìudiofamete s'affaticati a in ogni cofa,cbe loro riltfcifto 
profitteuolc.Mit Arìfioboto } faputa la promefss de i danari f ne auisò Ftacco t 
ìtytialc fiipnta la cofit ccrtajacciò da fc Agrippa. La onde egli da {trema pò* 
uenà circodato 3 andò m Ttolornaìda,et uededofi da neceffttà del uìacrcafiret 
tOyttrmino di mitigare in Italia. Ma non battendo da fare la fpefa del Mag- 
gio, pregò Marfia fuo liberto che a tanta imprefa gli porgefsc aiuto , pigliatili 
in prefìito danari d'alcunoXhiefe primieramente Marfia, da un liberto diBe 
rontee madre d A grippa >w<s per fuo tejìamento dittenttto in potere diAnio- 
niafchrgiìpTdhfsc alquanta fiamma di danari, mediante un finito e la fede 
t begli promcttea di rendergli, Egli iamentandofi che Agrippa io non fa che 

P 4 



DÈLIE ^i^TlCllìT ^t x GlVb^JCHE 
te le eofe migline e pia degno.Fu tra quei che udirono^ chiamato Entko 
liberto d' \Agrippa efm cttrattkre r illude per quel tempo none fece motto 
ma poi incolpato (Ingrippa di Udro,per alcune uefii che m aero baued rubi 
bate, fuggendo faprtfo. Et condotto a 'Fifone che banca cura de la citta >e /Jen 
do interrogato per qualcaufaera fuggitole ,cbe hauti da parlare in fecrc^ 
iaaCefaredìeofct a la fallite profit tettole . Ter ìlebe lo mandò a Cuprea te 
gatoJTiberio ufando ilfuo coflumcjo tenne in eatene,percbe banca dì fejìef 
fogran cura^bauendo innanzi agli occhigli ejfempì degli altri imperatori e 
tiranni . Etpcrciò non ammutina facilmente i legati* no mouea ne innalza 
ua agettolm&e alcuno de fnoi capitani o procuratori opofli in altri uffici) , no 
e/fendo trottati in qualche colpa. ^Altramente non dauafttccefflre ad alcuno 
fe non per morte, battendo battuto dai prigioni alcuni fecreti auift. Vercbc 
dimandato dagli amici, per eh e caufa tenejfetal madori fpofe clic non ammet 
tea facilmente i legati, acciò non ne ne uenifìero de gli altri in maggior nume 
ro ttedendo quitti ageuolmente effer ati impeditila onde fufk da la freqtie 
%a de legati pia mole/iato fpeciaimetè fendo coflume dì bonorarli co doni. Di 
tea amberà che la f ciana in perpetuo i mag$rati,a chi gli banca una fiata c 5 
ccjfhcomprendendo qucfli f'omm mientea [oggetti efjer gioueuole,percbe era. 
ogni matteggio dì tal natura , che attendeano gli burnirli fìttdiofamete ad itt 
Perche Yia hirfuLA onde uedendo cadauno dì no douer logo tipo tenere un magiffra* 
none Ti t0i $ ^ Hianìfeflo ebe ufa egli ognìfìttdìo dì acquietare quatopuò, pertiche 4 
bs rio i fati e rapine fi muoaano. Ma otte fano dì certo gli huomini di flar tegamate 
magi- nel mxgi)ìrato,doH entÀto a furti & ad inganni put rimcsft y ban edo 'libertà iti 
Aian et fare grafo, azqitifìo. Ma quàdo fidano i facceffòrifonets , nb*pof!onoìfogetti 
<er P cr " tolerare la rapacità de eapitani>cbe hano poco tepo di rubbarej quaìfefuffè 
f™ 1 * no pieuì,lafcien bbono da parte d defìo dì guadagnare. Etdaua l'cfsemph di 
un ferito a la cui piaga andauano afsai mofcììCiUquale veduto da un ebepaf 
faua,bau edogli mìfericordia,et auìsadoft che per debolezza non potere cut* 
ttaricet batte fse d'altrui aiuto bif<igtio,l' interrogò la cagìone,perche no foc* 
correfse afe medi fimo cacciando la.molettìa de te mofcbc.^A cut egli rìfpofe 
maggior noia mi darai a cacciar da me colette mofchejequai f che fono disti 
guc ripiene notimi fono troppo molefie , an^j vi sìanno [opra pi» piaceml* 
f>jente t mafi cacciate ttia qnefìe r fe ne raccoglieranno d'altre ajfa*nate,afsal( 
ranno ingttifa la piaga,che non potrai cacciar/e anehora chele uccìdi. "Perciò 
dkea Tiberio cheprouedea afoggetti,efscndo igouirnatori di rubbareflari» 
chì, perche nonmeltea a.tri in luogo di quelli ne le ammhiifìramnìj qitài co 
me mofche alguadagno fi defsero,& più temendo dì efser da l'ufficio rìmosft 
meglio tttidiafssro a rapire. Kgdono al mio parlare teéimonìoycbe fufse Tibe 
rio di tale naturale opere fue,qnado che in z 2. anni che tcnneiìmperio,ma- 
dòfolamete due difpenfatori in Giudea,a reggere quella gote. Grato evitato 
{beglipromeuea di nnderglLEgli lamentandofì che ,A grippa k non fo ehi 



imm Guelfe ingannatelo eoflrinfc afareunfentto d battere b«H»to tre 
tSdtnJUJcif gli ne diede ! ,00. Z&U a f«ft> «confenti nonpot^ 

ffiSSS* bone$à ornata.MMro ^nquelipu Ho ™f*J*f"« 

& «-< * /p*te r* fro^a fcii^Ctf Cipri mandato il manto m Itali*, 
ritorni con t folioti m Giudea. ^grìppa uenuto a Toi^ok fenffea Tiberio, Agripa 
thr (i trommin Capre* come egli era uicmo.c dtfw* iWWtgb mure m f 
bieche io fatefcftmQ dì «(«ire a CMJlthora Tiberio fen^ poto m 
dueUrc bemwamete gli rifpofe tra le altre tofe ebe (i rallegrata hi ritorna 
L%„ 0 coft egli venuto a Caprea fu da Tiberio no co minor benignità raecol 
to di qneBa t cbe la ietterà dimostra ita, Ter che bauedolo abbracciatowagmfr 
camente lo riceuè.Ma uenitte tettò e il dì fegufre da Uerenmo Capitone,^ 
mamfejlauano ^grippa cjjendo debitore i ooooo.danart, tonfate** 
paure* la onde era fuggito a quel tempore battola promeifo a gii emittori 
dipaz*re,mttt<>sfi l'animo dì Cef*re,percbe battedo letto la lettera, {degnato 
oltre modoglt commifte che no gli apparile piit btnanii,ftn chepjgafsc lidi 
bito grippa non tttrbandofi ponto del fdegno diTibcrhfrcgaua intorno, 
mdre di Germanico e di CÌaudio>cbc fu poi Cefare,cbc gli preHafse. 30000 
d*narì,actìò nonperdefsediTiberìol'amicitiaMaarmordandoftdi Bero- 
nìca madre ingrippa, per eia ebe amamft quefle donne fotnmamentejpc- 
àaìmtté'tht amvndue baucuano lattato Claudio^ wdritolo infime, pretta 
di l'amtftQ che dimandaua.llquak battendo pagato per il d<bito,no fu piti 
di l'amichìa di Cejare efditfo. DipoiTibcrio lo accompagno con ftto nipo- 
te,commette»docbe lo fegmfft iti ogni luogo. Ttrcbe ^grippa ludendofi tf- 
fer flato raccolto d' co tanta gratiajofe ogni Studio è gomitare Ca 
io (ita fìdìolo^ltiualepcr fattore de la madre era molto bonoratù. Era lui per 
forte modi Samaria Uòmo datale ctfiprefe in prefitto "* * ^ 

nari.de ì quali egli rtfitìtà quelli, tbeera débito ad_ smonta, e del rimanete 
governati* CaioM onde ottenne da luì maggior dignità, 

De ì cottami e morte di TÌbberio,de h cattìttita d\Agnppa t e come 
fu creatole. , . Cap. ^I lh 

PQrtandofi adu nque ^grippa meglio didììndiuerfodt CatpeparSadoft 
Mghrw é Tiberio ^grìppaptr l'affittitine parìado defiaiiajbe ntot 



"DELLE JìiTlCHIT^ Gl^DjiiCflE 

to che gli faccele forfè nelle altre ragioni anebora tene U medtfmo modo 
Picea mundio che tardava ad esaminare i prigioni^ rebe morendo pei che 
erano dannati finiano tutte le mi ferie, ma che teneddi in prìgioncdlwa toro 
Maggiore cdamhd,come erano meriteuoli.'Ptr tale cagione adunque no era 
flato udito Eutic« t ma era tenuto in catene. Ta/fato alquanto Tiberio Penne 
da {{orna in Tufculano,lotana da qpnia 200 Jtadtj. T regatta ^tgippa ^£nto 
Dignità chefiudiafìe cheta caufa d'Etnico estro difefujfe esaminata, Era .Anto 
di Anto ni* appo Tifano ht grande bonore tenttta,per ilparetatoeperlafaaégnitl 
«ia. perche era {imam agite di Drufo ftto fratello,^ era per honejià riguardata* 
le.'Pertbc rimanendo ingiouentà uedoua,no Italie pia nmaritarfi,e quantM 
que le co mmadafjè jtugufio che con alcuno ft maritale, uifile ella fenica biaft 
tnotttttiifuoianm.Et banca a Tiberio fktto gran beneficio haucndolt appa 
rt editata ii/fidie Sciano amico di fuo marito e molto patente, per cfìer dipiti 
[quadre capitante che molti nobili con Ini congìttrauano^t afìai liberti con 
corrano a lui, fen^a che tutta la milltia era cotrotta.Cofi il traditnìto di dì 
in difnceapiu robnfio, & harrebbe Sciano ma' iato ad effetto lopera,fe Jtn 
toma pia che la mah aghà di Sciano prude te s non haueffe nfato il fuo ardire, 
perche battendo 'mela ciò che contro di Tiberio fi trattaua, gtiferìffè il tutto 
iondiiigen%a,eper Vallante fuo fi te filma feruoglimadòin Cap rea la lette* 
T-ì, Uguale ióprtfo il tradimeta uccife Sciano & i confapcuo'i,& qualunque 
prima honoraffe lAntania^tl bora (e porto r/ìaggior'riuer^ { ^a,e ubidìuate in 
agni cafa.'fiberio da coHei pregato che effaminafìe Eittico con direte quello, 
che dice Etnico catra^grippa è bugia ,harrà egli ìlfuo,proemlo,mafe nell'ef 
fumine apparirà efier itero quello che dice,caderd [opra colui la pcna,ilquale 
ha {Indiato cheftuenga a qtteìlo cffitmine.Et ^igrìppa narrandoli ^Antonia, 
quello fkeea piti i{ìa%a ebeftueniffe all' e flamine di qtla caufa. La onde v 4n- 
tonia,nonpotèdoj(pfe^are t Agrlppa,perche injlaua a que{lo,pigliato oppor 
tunot?po,& andado innari Caio fuo figlio lo,e t ^tgripa dopo met^o dì,cbie 
fe da Tiberio che chiamato Eutica lo effaìninafie.iAll'hora èffe egli fanno, É 
Deiò Antonia che nofhrò quefio di mia uagiia,ma da te agretto. Et detto q 
flOfComandò a Matrone che a Sciano era fucceduto,chc conducete EtttìcoM 
quale incontanente condotto,cominciò Tiberio ad interrogarlo, che eofa ha' 
lieti a dire cotro di Iucche l'baueafhtto libero.S^fpofe Enrico ò Slgnore,~4n- 
danano in carreta Caio f ct ^grippa con lai, &ioa pie de, et ragionado dì piti 
cofc,tra molte,diffe ^Agrippa a Cato.fcrrÀ mai quel dì, che morto qUo ttec* 
thio, tu pigli dei mondo ilprincipato,ne te impedirà Tiberio fuo figliolo, per- 
che ageuolmente lo potrai uccidere All'Ima fard beato il modo, & io da te 
farò beatificato.Tibcriofcco penfando te cofe dettc,cbc'parenana increbibiU, 
& battendo contro ^grippa antico f degno, perche gli hattetta cameffo che b* 
mise cura di Tiberio fuo nipote figliolo di Drtifaet egli ne ne fatedo cura ha 
ueaft dato tatto a Caio,difse,ò Matrone fa che fin legato tvftut ant.bora.Ma 

non 



*> i, rip».* wO» * W «ir/a*» $™ * 

% d 'T'CZ miXr o tirhfàrà m bene , perche q^dof^o à pigione 

SS LorLok guidane. Tcrcheiendo pot creato &jWmd* 
f£S «fficlferuifse à Berenice fw figUoL,et m 

fj£r%rkcipdi degmdeUdmandh dfddatolcgtto ™^fì k ^ 

,S 0)/Ì «Afe» 3 f*W«f «" » Ueram f'Z iene ad 

di gran dignità* & M <p4« * 

U à tuoi Wiotcopiofe riubeizomtl quei bmsbe fao » 
Mi ìnprehv.Mktienti a mete che quado uedrai qtlo uccelb ^ l ^f' 
U^rirém ùnqm &>rnL& ^ati tutto qutShfc non m mgam U di« 
mìàMqHde h precìnto A predke per qUcll' uccello un tato lenimento Et 
a me lpirmfc<>nmKH9k confando yKfym tef^P^tecipc ttgi 



DILLE jt^TlCniT^ 
dichcraì che fin fiato per tuo utile » cheta sij alqiidnto da malinconìa afflit- 
tacitando uenanno ne le tue mani tutti i beni,& barrai fuggito ogni dìfgra 
tia>ne la fiale bara ti troui.Dì queflo parlar de l' Mentano ,ucnnc ad àmé 
fatato rifo,quantopoìfu ìlfueceffo miracolalo. Ma Antonio doledofi delU 
calamità d'^grippagiudica di mouerc fofpctto pregadopluì, fcn%a che fa 
rebbe fetida effctto,la onde difpofe a itimi faldati di Hacronè, che lo trattaf. 
fero humanamente fenqt tenerlo riftretto . E fu data laro ~»n centurione 
di tal qualità , e parimente colui che nenia legato con lui , fe gii concedea 
di lauarfì ogni dì ,epoteano entrare a Ini i liberti egli amici,& in ogrfattra 
cofa era co diligenza gouernato . Entrauaalui Sita fuo amico, e de fuoi li- 
berti M -ir fot e Scocbeo,iquati gli portauano quei cibi che più gli piaeeano', 
yfando uerfo di Sui ogni dilige7^t,rgli portauano uefle fotta colore dt uender- 
glìerlcFcnitta poi la natte gli ficcano un tetto con faputa & aiuto di falda* 
T ibei j o t ititene fido laro c orti msfjo M a tr onc eh coft fai effero.Efatenutoperfcime.fi 
in le* ■* in tali infortuni], M a Tiberio tomaio inCaprea,fu fopraprefo da febre medio 
ino , crementc da prìntìpio,ma crefeedo il male , Euodo che più l'amaua di tutti i 
fiiùi libert;,perdendo di luì lafperan%a y glì fece co durre innari i fuoi figlioli, 
dicendo che douea parlare con quelli prima , che Ufcìafie $uefta ulta. Mattea 
égli dui figlinoti non già propréj,ma addottati , perche Drufofuo figliuòlo era 
mortt>,& Tiberio da Rigenerato e detto Gameth età fiato addottalo infte~- 
Cómen me io Caio figliolo di fuo fratello, gìouane in te arti liberali bene ammattirà 
dimoile (ostinino cara & honorato dal popolo,per la uirtù dì Germanico fuo padre, 
ul G '' r ~ il (inalerà Hato fommamentc honorato dal popolo per fuoi affabili cokumì e 
ùenigmta,cfìc a tutti taf accana caro.ht quantunque \fu fie egttdign!sffmo,tia-- 
era a rrogan t e , a nyì [Indiana dì far fi a tutti uguale. Contati modi adunque 
era non pure dal popolo t ma dai fenato anehwa molto apprezzato, olire ciò 
le tirane Mattoni erano inchinate adornarlo, alcuni pia fua affabilitd,altri p 
tigrato pattare f attrì per la fua fedeltà e niafuetu dined'U il pianto per la fua 
morte unìut> f.Ae > non come ufo fi per aggradir fi al prencipe, fingendo di dò~* 
la fi , ma feuìano tutti nerate manìncanià. Terciò giudicarla cadauno la 
fua morte effér la propria , tanta furono i fuoi cottami il fuo parlare a 
tutti grato* Lavande era pervenuto tale benìuolen^ae fauaredi tutti nel fi' 
gliuolo ,0- amaualo fpeàalmente tutti i ì faldati inguìfa , che fi recavano a 
gloria il morire per fua cagione , quando potefje égli per taluia attenire il 
pretuipato. Mi bora commandò Tiberio ad Euodo che ne l'aprir fi del dì 
vi conduce ffe quei giovanetti. Et egli porger prìeghi ai pah mi Dei che <>/i 
moflr afferò matiifeilofegno 3 chidopo luì douefie fmeedere , de fi andò pero dì 
tafeiare al nipote il prencipato,? parimele credendo la difpenfitione della di 
titna prauiden%a e fiere detfuogiudicìo maggiore , & per quefio defiaua,cbc 
gli ftffk da Dia mani fe flato. Et coft arando Itti, gli appaine un tale augurili , 
che farebbe dì colui il prencipm > ilquak ucnifk a luì prima il di fidente. 

Egli 




dò ad Kmto * conduce * £ fjWJ ^> ^ jft* Wt) . 

IfiZtrfLZ hkrb uedendo Caio , a l'hot» 
9 '''rT* ^JS£^™%""» confitente h l b*> 

■fid N eleggi f ft . fiei-dwro l imperiosa $am m pencolo dt 

^ìlmbh^fP^fipercbc bawtafpìrato al predato, f',Ì*f* 

ZalLéto per * A* di quello ^^^f^.gSSSS te 

l frèisi ibieduto di vedere un tate tmgurh* e che potendo morire fen-y m& 
S<, per nwfrpcreie coje a uaiire^lt per fua imprudenza anenuo 
S e»* fi>*4 egra» dolore morifse. ruttava quantunque fhfa 

tbZiZ^doVmperiò perire a cht meno glipiaeeasf^o lammofuo 

SS L * *«* * ? ^ «tó^i^fo UpoteHà Et 

SS £fcr àwfeW «Mi» iMN* «*» * ^ e ' Jf w 
» net erìnàpatù. 0 the mi ft* fato benemle.ofauoreuùle , non «fendere al 
cu»» per nS «««w, p«i rftf « «*» *MM * »*P f ™ » t^pmm ver 
io TiberióiCÙ» quella caritd,cb e per il patentato tifi itue> e rendi ame «t* 

S» iW/tfaw «w«*#é*A» » fortìfitimà Upenapm» qUawtol b*r~ 
taìteJunito Qwtdo che l buomo fòloait<ariipmcoUfitruoHaefl>ofio,ipc 

aalmtittfofb » |9 -fco/bro,^ *pp«fl* * ?«*™» l f ia " ot ?r a ÌT 
àM&m federarne contro temidi natura commtfsa. inetto dif se Tibe- 
rio Ma Cah.come * fri bauer parlato fintamente, e trottandoji lut 
anebor* di centrarlo parato •> nandimenogli nfpofc benignamente , «me ii 

rìo.^sr «fi fu w° Wf'» ammetto a tradimento . Mi bora Tiberio > 
profetando Caio ddl' imperio fuecefsore, ìnà apoebt dift ino», bmenda 
mtetnato ^-annifei mtfhe ire dì. E Caio fu errato imperatore de ^ 
tàmd f tqnaliinrela dì Tiberio Umorte,fwnodi tal mona, Iteti >non ardi- 
vano tttttMh di crederò manìfifart l' allegreranno che lo deftafsom.P 
the bmebboM imparato a cmantì ma tot ìimuaittmjt tancano che «/ 
«r- . jeto 



fero da falfo meffa ad allegrar fi concitatila ondeconofciutida lui fusero uè* 
cifi,per hauerfi della fan morte pigMatofolla'%go,Ter ciò che baacu-a eflinto 
malti nobili de t\pmani t effendo farafua Ìnfoportabile,e trabocheuole ai ef. 
feqtàre dò che il defogli mettea innati,e trouaua etiadio occafione nei mali 
& in ogni cofa che determinaua di faretra afpro e dttro.Tcr ciò qucHi »dm 
do lafua morte,ft temeano di mofirarne attégre^p^i.Tra tanto Marfiad'^A 
grippa liberto gli bauea portato la buona nuoua,& battendolo truouato ufci 
re del bagno,datogii ilfctitofegno t dijfe in lengsaggio Hcbreo,glii morto il 
Let>ne,& egli intcfeil parlar c,ditienne cifra modoUeto t e dijfe: io ti rìferuo £ 
queflabuonanuoua copio fi beni, pur che fta ue ro que Ih eh e mi narri, il e e n* 
turione preparo atta guardia d '^grippa, conftderando Mar fta effer uenuto 
in fretta, e parimente la letitia d' *Agripp*,chc hattcua dalie fitc parole prefa, 
amfandofi lui bauer rapportata alcuna novità, dimandava che fignifìcajft U 
parlare da colui rapportato . Elli alquanto differiuano a mani/cri are il fe- 
creto,mainilandotui,^ggripafen^a ìlare in dubio,perche erano diuenuti 
<itmci(}imi,glifcopcrfc iluero. Laonde egli divenne per quel parlare malto 
lieto, qnando che dìqtteflo uedea riufdrbenead *4grìppa,e fatto un conuitù 
mentre che mangiauano e beueano ùrgamente,ucnne uno che diffe Tiberio T 
effer uiuo,e che a pochi dì ucnirebbe nella città. Ml'bora il tribuno oliremo 
do turbato,uedendofi batter conmeflo errori di morte degni,cbe udita di f £». 
farcia morte,hauea-con quel prigione lietamente celebraeo il couito totfe *A 
grippa gii del Ut to, dicendo t Tu t'hai ingegnato iìnganarmi, annottando 
falfamentela morte dell'I mpetatoteìma /appi the tornerà fopra di te quello 
parlare. Dicendo quefìojntontanente commandando che fuffe legato Ségrip 
pa f e più Erettamente guardato.Cofi flette ^Aggrìpa in pene quella natte,ma 
il dì {tegnente certifìcauaft per tutta la città la morte di Tiberio, e già ne par 
lituano gli huomini arditamente,et inpublico.Etfcriffè Caio due lettere,una 
dfenatoyche l'auifaua ejìer morto Tiberio,e l'altra a Tifone, bora pretore di 
^l>ma,neUaquale commandaua t cbe ^Agrippa fuffe tratto di prigione » e con* 
dotto nella cafa,cue habitauaprima t chefnffe imprigionato, & era ini intra 
tanto conpoca guardiaMaCaio poi che fu uenuto a fyma,coducendo feto il 
corpo di Tiberifffecegli a coHume della patria pompo fe effequie. Et udendo 
afjoluere *t grippa in quel dì medeftmo,^Antorùa non io acconfentì,non pebe 
«diajfe il prigione&taprouedcndoall'bonorcdiCaia, acciò non fuffe creduto 
che tanto gli aggradile la morte di Tìherio,afìolstendo co/i toHo colui, che 
egli banca legato,Tuttauìapafsatì pochi dìfelo chiamò in cafa e fattolo ton 
derc e mutare uefU & babito,pufegli in capo la corona,confermandok 8g de 
ìa tetrarchia di Filippo,donadogli etiandio l'altra tetrarchia di Li f mia. £ 
per la catena diferro,cbe hauea portata s tgline diede usa d'oro dipefougua 
le,e madò Marftllo tnatfiro decattallier^che erano in Ckdea,Lannofeioda 
4iCaio t dmando jt grippa di tot narfi alia patria, per ritornare poi the bay 



HUO.orr^r VJoLJn^dei 

r mrt venne alla pam, & fendo cm J«^J » £ «J? E Jl* 

ST^SSS S ■Mfflb'*** <W e cfe enfi fumo della ,f « 

VZfcn7mU^ tiBfSki m'inuma 

ÌinSlZrU* Confortandolo a navigare a jK5£? 

t animo acimui^v , V l > d ^ rtì J tit4itttottrabdefe«£p*fl' 

> Vi /tAaaeua t>rif»a pofìedato quella tetrarchìa , onde più tofìo f Ha 

1 Srif/T^ tei 4»«v«li » 4 £«) confai denari feuenuto , e che 
itfaTrela e* uer % oZ , che lo uincefie con bonori , colui , cbepnmaper 

tZdZfptf* ne a fatica riguardi , », ci *H« r*r« fag** 

KIS*Siwi i non Votiamo * pi» ala bonon montare f ^f P en^ 
m otìloSho hame,aJò che tu otttngbi U regno Ma *M 

imelnauaè phcarU r &^a S'incontro quanto pmh «edea dato alip 
J3£E£»£ «*- adin^ktarU^rnmndandochcno gbggg 

donna Jn chi bacologìa cOnpmgbì fianco , lo rtdfe 

k 4 ^ «( non perdonando fff*£* 



DEIZE ANTICHITÀ' GlPl)jtlCtt£ 
da potìntefe ebe f erano partiti, mandò egli a ne bora à fyma Fcrt Minto fitti 
lìberto,ilqualeportajta a Ce fate molti doni, e lettere centro H erode, &■ am 
maefirollo dì quello the a bocca diteffeaCaio quando ne bauefìe il commo~ 
do.Coftuì pervenuto d Roma dopò ti erode, diede a Ce fare le lettere , perche 
venendo infume in Diccarcbia,trouarono Caio in Bah città picchia di eam- 
panjp,per cinque fladij da Oicearchia lontana t Tercbe fono itti le flange rea 
li riccamente fìbricatc , ejr ornale magnificamente con le ricchezze é pia 
prencipi in diuerfi tcmpi.Hiforgono ini della terra calde acque, deltcquai fan 
noft lauatoi,moliogioueuolia ì corpi ,cbe lui fi lauano. Caio dopi le accoglie' 
%e fatte ad Herpde,el batter cominciato a parlare con lui,tncantanente beh 
be le lettere <i'Ji grippa, nellequaì egli accu fatta H erode in tal modo che ha* 
ttea prefo Herode con figlio con S eia no contro Tiberio, e con jMabano l\e de 
"Partiti centro Caio . La prona dì qttefìo era ebe Rerode grande apparecchia 
d'arme,cbe a 70000. combattenti baflartbbono : qutlle dieta effer neìl fir- 
inamente d Herode ripofle . Caio lette quelle lettere,ft commofie ,& interrì 
rugò Herode feglì era nero qneUo,che delle armigli era detto. Et egli non po 
tende dircattramente,per non effer conuintu co la uerftÀ , rifpofc ebe egli Ita 
nea arme. all'hard Ce fare credendo l'accufa effer itera , telfe a lui la tetrar- 
€hia,&al regno d'^Agrippa l'etggionfc , e parimente diede ad ^grippa tutte 
le ficttrexZf>c dannò HtfSie a perpetuo c(jìlio,confì»andolo in t Une città, dì 
C<tllia, Mafapendo the Ihrodiade era d'*4gìippa fretia, refìhuì à qui- Ha 
le ricebi^e,? tutto ciò ebe fu prandio effer fuo, giudicando che non fujiepa 
ta partecipe nel con figlio del marito, e defcndeala,fipendo che era d'~4grtp > 
paferella.Ma tlladifìenu ò imperatore bai fatto magnificamente , cometa 
tua dignità ricerca facendomi tal dono t ma io non pvfjo gadcre il tuo dono ne 
ìttm bene fiat per l'amore ebe io porto a mio marito , a cui fendo fiata nelle 
felicità compagna e giuda cafa , che non l'abbandoni in qui fladifg' alia. E* 
gii ail'bora f degna ndcfì del fuo altiero nnim<y,ld co l marito tacciò tn effilio , 
editile il loro battere ad jì grippa. Tale giudiciomadò la dluinaprouiden%£ 
foprr HerO:iia,chE banca efleffitato Unuidia control fratello , e fopra Heyo 
de^ibc a confrti e vanità della donna baitea dato orecebio . Vortoffi Caio il 
primo f- fecondo anno magnifùamente,e mofirandefi benigno,crefcea uer liti 
di dì in ài il funere de immani, e degli altri. Ma fguendo il tempo , divenuto 
per lagran dignità arrogante,perdbl'bttmano intcllctto } e uolea effer à Dio fi 
falle vituperando la uera divinità. 

Cerne nonftpueth mettere la fatua di Ce fare nel tempio, 
Cap. X p. 

NAfiìuta à quel tempo in Alexandria tra Giudei che whabitanano e 
pagani feditione , furono mandati à Caio. Era trai legati ùlÙfffa* 
drinì uno chiamato *Apio,cbe befìemmiaua multo igittdet , dicendo pi» altre 
cojèefpecialmetcgl't aicufatta,c be f predavano gU bollori di Cefare.Verciò 

affer- 



fabncauano attan r faccndo nette alti* W}t 1^2 c i. e cbé 

daueatto anelli ancborabonorarCefareteg^y 1 r ■ . / 

KT^rj&t . ******** ^uf.Ma corneo t » 

mto , cbefLrtdm ìm&m ufire qmkhgrauisftma ent ità. UMw* riloM ■ 

mtthe fletter odi buon animo, ™» J? fpauemndopt ni furore di Caio , f'** 
«ròiMittf «| fewp^&e /i Mederebbe Idèo con offra « foi rrAff.Tf. JV» fa- 
ta Caio blando a mAc,cbe cefi fifa da Giudei foiamtte jpre%rj>t<>,nra<jo t* 
Strìa Vetronh legato * yneUiofucceffore .eommttmdoh con numerafoej- 
ftrtito aftdifk i Giudei , efe fpontanemente accettafìero tafua Statiche 
le rirzfpe il tempio di Diurna ft facejfero refiHen^, the gli tunafpt cobat* 
tendone fact fiero si mtdefimo.Cofi Vetroniopigliam decreti di Ccfare#MU* 
*> per mandali ad e fittole haueda ^accolti quanti aiuti puote t e p^f/WWO 
dar tornane legWhUeufK a VtoLomaida per imtrtutraift, accio potefie alt* 
prìjnjutra a Gwdeiguemg$i**i&> « Ctfflremmiftftòwn lettere il (no cS 
fi\tlio,ilquale lo commenda»* mohosomMandandoebetocffiquiffe, efe non 
tr ino i G ànici uiidk nti , theg** rtggiaffè « ° «*« di fa* ««fow/ji iwenre . 
Kenitemtiy tanto molte migliai* de Giudei a Vtolomaidajfptnado che nB 
fallirò Arreni a contraffare alia leg-^e patema. Ma fi bàtiea determinato ad 
Ammodo dì porre m Giiruf-Mme la Stat»a t cbicdeano tbt prima gli ttaidef 
indicendo nonpotìamo muendofnpportar qui Sto, ebe ci è Stato mei alo quel 
Ugislatore,ii cui autorità no potiamo fpre%&ire t ne tewre a mie lef»( cotti 
tmaMè^tdgU'm($ e maggiori mttriftn alla morte ùffèrUàròw.id i qua- 
li nfpòfe. Vetronio, s'io fuffè il prin cipale, ufi rei nelle imprtfe i mm to>;Jrgl' t 
{farebbe quefìo prU'go mttroi><nà%i a megiu$o,ma bora fono afirelto d ubi 
dire aCtfare t acciò »5 utgafhpM di me ptu greuc pericolo fe lo [previe. HJ 
[pofero ìGiudrlToi che ó Tctronki noti noi contri fare per ina pi u de» \a s i 
precetti dì Cefare* noi parimente non cantrafàémt 4 ì iiukì emWtòl&Itt Vj j e * 
tìnte i qiioi con uìrtà e fatka de «offri m ignori institnitit umiamo fi o ad bo - GfflJ< | ( 
■ ra fetida trafgti tfte ne,ne aréttma di preclpitarfì iti istaf eìeragìnet ibefoò 
iiam le afe da Dio uietate ade funi cibi dWettn Otni, o attinti dal umore 
dell a morte , ma teniamo firmo nell'animo difff rirc rigiri jfWJròfo per t'of- 
fentanzA ddk legge Jttmcndo fottis ftma rpera^tbe et aititela iddi» al pre 
fcnte,e poi ci remerà ti guidardwe , (eptr ilfaoudw bari mmv patito frale 
fiktsno. Mafe tiovtittma a UuUdìrCthO panmemiamo infamia dì drb<df%_ 



M«k frf *Sf«*»» Mfpetwi&lte legger odiamo . 

ftàdiPc ddmeilte,ilqnale ctiandto a tUOgtudtCIO, e di Caio pia antico. Tetroniod l 
«omo . pardeconfideraridoiilùró,fermo,&immutabilepropoftto, f c £ f non ù 

fen%a mfiim mandare ad e fata i putti ti di Caio, dr'ngare lafm sJJS* 
ntftpoteaefuquire tate i \mp refa fen?a grade muflone, pigliado fece zìi jl 
miei eJewjwùtVHli in Tibcriade, udendo intenderceli iùituti de giudei è 
anali fufsero,e con quali ordini dìfpofil redeano i gi!tdci,cbe gr$ pericolo d* 
kgHerra con immani afpeUaitano,nondimcno smaltano meglio di uetdr f og 
gi»gati> che douentare empij centra Iddio , Ter ilebe molte miglia fi fcccrì 
incontra Tctronìo concorrendo d'ognintorno a Tiberiadc, epre^auanh che 
non fufcro affretti dimoiare la cittd,rÌ7gado la flatua.^ quello rifpofe Te 
tramo cBbattete adtmqutcontra Cefarc,non confederando tafuapoten^a, e 
la uoflra debole^ Hifpafcro tilt Miti s'apprettiamo di combattere^ 
fiamop roti a morire,prtma che rttrafhcciatno a le leggi di Dio noflro.Et ab 
bafsando U cap 0 ,affcrmaua»o che erano prefìi ad efs ere ucci fi. &tehìofa*e* 
mdliper quaranta d},nonft cmado di collinare la terra, come che, la flavi* 
ne lo ru trutte, perche eragià il tempo difeminare.Tercbe tanto erano afte 
fidi moriremmo nofufsepofla la (tatua ne la citi à^iriSìobolo fratello d' Jt 
grippa Elicia maggiore^ altri huomini ottimi della medefima fami 
gtja,e molti de principali tiennero a Tctronìo fopplkando,cbc difponefse eoa 
giitdicioZjtta impttja , e non pefafse di uccìdere tanta moltitudine , amj che 
fìriuefie a Cali, fig uifìcandog li l'animo immobile de giudei s e che no uoleana 
accettare U (litv.a,c che non toltiuauanoilurrenofan^ifcgU erano fattila 
eotttra e che noti ideano nepoteano combittere,tuttatii{t erano proti a ma 
tire più lofio che contrafare a la leggera onde bifognaua.p rouedere, cbe'l pa 
polo non at tende fre ad altre cofe,lafekndo la terra ìnculta t e che poi impone 
riti.rubbafseroilpaefc.Et che far ft Caio fi placherebbe, e non farebbe tanta 
crudsltà,ne disporrebbe cofe,ehe ntottrfsero il popola a feditione. Con tali pa 
rolefopplicauano a Tetronio ^iriflobolo egli altri che erano con lui. Ma Te 
tronioiflando ^Ariflobola e gli aÌtri,ucdendo che non f applicavano per caufe 
minìme,e coti fiorando de giudei la coflan^a f parendogli crudeltà uccidere 
tante mìgiiató«'biiomw,pcrferuìre al furore di Caio offendè' do Dio, itinere 
, dipoi co u pe(Jimefperan^e,prefe per miglior pa rtìto dì femere a c aio ,a fina 
che mitigato l'animo di quello,no facefsc p lui alcune iniquità, onero fefor* 
fe mofso afdtgnoycbe non hauefse mandato ad effetto ì fuoi precetti , deter* 
minafse cantra lui male alcuno,giudkauacfscr bene cadcreìn pctkolopct 
caufa migliore t e per tanto numero d'hmminlCanuocando adunque in Tti$ 
riadcgraii numero de giudei , perche erano ini ìtioltemi^liaia raccolti , & 
attorniandoli con i faldati determini di mani fefì are non lafna fenttnxa,ma 
quella dé Cefare,con dire che fttemea de l'ira di Caio.la onde affermali* the 
0àm meftien di mudati «4 effetto ipmetti di ce/«; 4 (he l'battea iati 
i fobtimut* 



i ì B t\ 0 0 T T ^ V 0 D g c : r m a flt 
fcttf-JMAj , acttocbecilì in ninna sofà a li fu* adorna contrauemflcma ma 
mi pare dtffe e?H, Z iutia cofa che U non ponga in pencolo ti fio bonoreefil» 




to per f morire la buona intentioneu>flra t efpero che et farà iddio fioretto 
ieja cui potcti?** e de {human* ttìrtà migltore,perebe egli b potente con\et* 
vanti ne l'ólfcruanxa detta legge ,e difende r me, che non fa degli immani b» 
non priuo.Etfe farfi Caio fi sdegnerà uoglifporgere cantra di me l'ira fua, 
pìglierò ogni peritolo, & ogni miferh, che al corpo poffa accadere , per non 
vedenti morire per tante eofe buone. Andate adunque cadauno a l'opera m> 
Sira, e colmate ìluofìra terreno. Et to fermerò a Pgma,ne lafàerò di fare per 
me e mìei amici cofa alcuna,cbe ut fta gtoueuole. Detto queflo commandò che 
fipartiflero ì Giudei acciò che lauor afiero il terreno loro.Et confort aita t no- 
tili dei popolose Befferò & buona {peran^a,ingrgnaHdofi in tal gai fa di rat 
itgrarela moltitudine.Mafccc Iddìo incontanìte manifesta tafua uolotà, e 
the farebbe in aiuto a Teitonio.Vcrcbc compiuta che egli htbbe di parlare, Pl0 KJS'» 
incontanente fceftvna pioggia contrai fperare di tutti, perche era fiato quel ™^ 
giorno dal apparir dei fole un chiaro $rcnQ,fcnzafegna di pioggia alcuna, 
an^i tutto l'anno tra fiato feccodì maniera, che fiancano perduto ogttifpcra 
%a non pure di hauer pioggia t ma che non più fi uedeffe il ciclo di nttolo coper 
to.Fenne adunque tanta copia d'acque al'bora, che prefero i Giudei buona 
fpcraza,cbc riufcifjè ogni cofa aVctronio t chc per i fatti loro t'affaticala. Et 
tra fi Stupito Vctranio uedendo matifefiatncnte il Dio de Giudei mofirarft cS 
fotatore, et batter dichiarilo molto bene lafm uolontà,in tal gai fa clienti pa- 
ttano negarla quei che pongono ogni Hudìo di rcftUcre a la nofìra religione , 
Scrìfsc aditane egliaCaio,cbc no fprezjaffe tate migliaia d'bnomini, t q»ai 
non potcuano efferc agretti a con tra fare a la toro reiigione,fcnzagtiem,Ó t 
"pcttftone grande,e ebe fipcrdercbbono tanti trtt>uri t chi daua quella gente ;e 
lintarebbe per l'anenire meno buona fama del nome ^mtnoje-nxa chela dì 
ulna uirtit aiutati* i Giudei.Et afftrmau* effer apparmom*>iifcfl\> indicio in 
fnuore di queUi.Qucfio feri f se Tetronìo,ma jlgtippa Obliando a fywf fin' 
a quel tempo crefieua di dì in dì ne l'amicìtìa e gratta di Caio. Et bruendo un 
giorno appreflato a Ce far e un coimito gufato ogni diligenti che fufrero i 
cibi quanto dirfipofsa delicati e foautdlguììa in tal maniera, che non fola- 
mente uìncefse ogni trottamemo de ttmande, ma the efso Caio non le potefse 
*ggft<*glìarc t come che lo deftafsc malto. *i£l bora Caio maravigli ìndoft no ta 
to del fi, ù ingegno, quanto l'animo, che fpcndea oltre ilfuo potere per ag- 
gradir fi a i liyuolleguidardone di <Àgrippa Umaglificcnza - Fatto ad'tnquc 
lieto per te dclitieeper il nìna,fcndo d' ^grippa multato a berc,hfs pruni, 

3 qttan* 



s 



DELIE jtTiTlCHlT^ GlVtìjllCHt 




dihgen%a umcere.r aglio adunque mandare ad effetto qucllo,cbe non bo fa 
toper adietro t e darti fi topioft doni,(be fi accrcfcano molto le tur ricchezze 
tt bonorì.Ltcea qw.jlo Caio,auifandoJi (he douefie chiedere alcuni doni ocit 
tà.Ma egli quantunque haueffe in pronto ciò che douea dimadart, titttauHt 
temendo no [coprirà ilfuo dcfio, anzi rejpondcndo di fui/ito a Caio diflb , che 
eraft dato alfuogouerno cantra la nogtìa di Tiberio,non per il primo ^tiada- 
gno,mapcr aggradii fi a Iucche non/kcca alprefcntc cofa altana dfpemn 
Za dtguadagno,ma chetamente del la fra gratta fi coment atta, bauendoU 
dato affai maggiori doni,' quaifefono de la tua uinùj potenza minori , gli i 
però manifesto che fonò {opra il merito di me, che gli rìceuo. Caio itupcndofi 
de la fua continenza, con maggiore if tauza gl'i comandano che dite fìeqnal 
cafa cbeglifufie donata, Jffbora egli dilfe,gÙ che o fignore per tua gra m>~ 
unanimità mi giudichi degno de tuoi doni,um dimando potenza o ricchezze, 
bruendomi tu con ipaffati doni arricchito a{jai,ma chiedo eofa,hqnak ti fai 
ti giudicar pktafo,t ti acqmfii il dittino aiutojlebe a me anchora farà gloria 
fi, quando ft faprà che non babbia ch'editto da te cofa che ad ufo leporalefe 
apperttngaXhiedo adunque the negli mandare ad efato quello , che hai 
commeffo a Tetronio di rizzare iaf tatua nel tempio de Giudei . Et qutmtun* 
que giudicale (gli cctat dimanda efferperkùlofaJaqiiatefcÈo fuffeda Cefa- 
re riputala gii, fla, altro non era che chiedere la moncjuttauia quantunque 
come dictmoyfnffe grande tipi ricolo,fprez^ate le cofe a ft nc(:e(farìe t & uti~ 
li cbieff quijìo da Ce fare. Caio adunque t & perche era (lato .Agrippa tanto 
prudente, e perche gli parca fconutneuole a inoltrar ft bugiardo innanzi a tS 
ti buomìni prefinte i quali coft lietamente (limoiaua ^.grippa a chiedere lò 
che gli pìacrffe,pentendoft alqnanto,& incontanente mar au'tgli ansio ft de la 
uinà ingrippa, che non banca de fiato d'ampliare il fuo regno con entrate, 
denatio altri donila per confcruarela leggr>& il diurno culto finterò, ba- 
ueafopplicatojoconccfictefirijfta Tetronìo commaodandolo ucrameate 
the haueffe apprtjìato le{ftrcito,e fiifte in ponto a combattere con i Giudei , 
e the eraft itudiofamente adoperato di efierqutret fuoi decreti. Mafe bai 
Lettere rizzata laflatuajti.tfi in til mtio, quando che no, non ft affatichi più JV/S 
i\ ì Caio fenita,anzj mandati a cafa gli aiuti,uatttne a quell'ufficio che ti bo commef 
a Petto- j- 0t p e r fa B0W phi m ; f a bl r^ no (he p f — / , ^ , f „ rf £[ Bfl ^ 

(he fin cpncetfa ad ^grippa huomo honorem!*^ } ma mo i t(ì pilt j^gebe 
fta bonorato . Coft fcrifìe Caio a Telonio , prima che la frdìtioneft fateflf 
maggiore . Te rche già ercole menti di tutti tanto gonfiate, & appannano 
tali ìndici] de le uolontà loro, chefe per tifo ucnìfie contraria nuova ,fuf}cT9 
prejli aggreggiare coti Fgmani. MaCuio (beale bruttare era dato , prìué 

ài 



LIBICO OTTytPODECIMQ. ttj 
é buono eonftgtio s &in oyii fanimpre(a tanto pcrtinaee,cbe no» fìpca tem 
pcrarft, aggiudicando beatitudincfe mandale ad effetto tutto ao che gli 
puceafcrifiepoi a Tctroniointuefìa gfdfaGid che più appre^udom, the 
H hanno d«toiGiudei*be eflmmeimki decreti* » fiudu di fare ciò cheti 
p'uce,(brc7zSdo i miei precetto tifogiudtcc,cbe Veleggi quella the dei p<t 
tire, poi che iti hai prometto a fdegno.acciò the tu Stj a tatti cfcmjno, & ha 
ra e per tmenìre,cheno» ardifea alcuno di [predate tdecr etti mpcratorij. 
Tale r pi fai* mandò egli a Vctronh\ ma tsmglìfu portata avendo Cifare , 
Tentò che tardando nel mitigare i portatori di queik,Titromo la hebbe do 
foi queUe t the de la morte di Ce fare l'auifauano. Tronfi paca ucramete id- 
dìo feordare, de i pericoli ne iquali'Petronìocoftlktamtnte s'era pofio^am d , D ja 
i rendo a Giudei perfuohonore,& iettando Caio di «itagli rendè de lafuapie v «fo p* 
tà giufìo guidurdone-, & operò per Tetronio , perche attcofu in H$ma f &in uomo 
tigni regno amamthe fi ut dejft mani fedamente lagra tia di Diofiipra di lai. 
Tutti ìfenaterieglialtrìfbt fi tronauanó in alcuna dignità , tufi per merit* 
àifiirtu~*emepcr £ odio the portauano a Caio per la faa iniquità e crudeltà 
jot/irnamenteaTetroniofauorìuatì^ Morì Caio poco dopò, che firiJJ'e a Te* 
' trotiktlalftteraynetaattale i' banca danaio amar'tre.iacMfa de la fan moie 
te l'ordine de le inficile narrerò net fegacnteragionamento . ìiebbeadunque 
Tetronio prima la lettera,chedela mortedi Caiolaui(aiut,& indi ad alquS 
tigiorni que!ln t ne Lxquaiegli era commefìo che con lefue manÌ5HCtidefje s n 
tte è mirabile la prouiden^a de la diuina pietà, come fetida indugio gli rendi 
tanto gaìdardone,per Vbonore battuto al tempio* periziato dato a i Giudei 
che baite fiero per (ho me^o bauttto il beneficio de la (alate , 

• Fatti delìneo e <f*A niteò fratelli, e le gran (ì rage de Giudei 
fatta in Boetia,&- in Settaria, Cap, XVI, 

A Venne al medeftma tempo a i Giudei *be babitauano ìnMefopotamia 
<& in Babilonia ana gran catattiitd,e molta acciftonc, quale nò fi nar- 
ra ih alcuna bi(ioria la rnaggiore,dc taquaie parlerò diligenti ' t).ete,pcr mani 
feSiarele taufeper Uquaiaucniljt.r^iei da chiama fi città di Babilonia popò Nc«da 
fa molto,con ampio e fertile pa(fc d attorno^ i pieno non foto d'attrimotti lcJtra * 
òeuiyPM d'buominì anàmra,ne uipuò andare il wmico,ptrcbf i' Eufrate fìu- 
me corrcndoai ìntorno,la circondi tutta Óltre ciò c da mure fortitftmt difè- 
fa, Ettianchara un'altra città T^ifìbi dettajongo il cor fa di l midi fimo fta- Nifìtn 
me edificataci onde i Giudcifidandufi pure de la natura di i luvghitfuei da- tttri - 
narì ciìefoglionù pagare ad ffonorar fìiojuì riponeano a eohferaare* l'ema- 
no anchora. in quella città altri vaghi doni de tempi), & nfituano yurì tueght 
come un far tis finto ripvfìtorio. Indimaiauanoin Gieru(atemi i danari a(ua 
tempo* molte migliaia dhuominì fi nodriaanodi quelli, tratto duo bw mini 
T^eerda tenfie (ratetii*h'tamati ^4(mco y & Enrico., A qaifii hauea torumt 
iato la madrt{percbe*lpadre loro era morto ) the lattar affino sfar ut le de 

£C 3 nauh 



n«w,Of«r* appo ì cittadini di quel luògo nonfpre^ata v an-z} la pia par t ed 

quegli hmmaiinquelleopcre fi efercn-auatin^bealnauigarcfcnogioucuo- 
ii fu giorno il tnaeTlro } cbe era a qli'opera prtpoflo,e ini quale baueanaìm* 
parato l'arte,gli incolpò ,cbe erano lenti all'opera^ uenìano tardile con bat* 
ti ture gli ne diede caHigo. il che tilt baitelo a male figliarono qua t' arme et* 
no in cafa dìc:lnt,& andarono id una terra,tbe ebìamafi ttpta de finmi,out 
erano ottimi p ifcoli^jr ini te ripofero. Fatto qucflo cocOt fero a lui motti gh 
Manicuri diio, the era»} da puuertà afjtitti,iq itali fornirono d'arme , & ne 
erano etti capitani. Edificatiti ini una rocca } commandado a tutti quti,cbegui 
danari > gli armcntì,ibi y p#g.ijìtro laro trib;tto t & che per tal ragione farti/m 
bona di quelli am>cì,cr gli porgeri bbono aiuto contrai nimico, ebe per aneti 
tura uenifte a rubbare il loro paefe.Elli a queilo furono ubedienti, non poten 
do altro fare, e mnndauano de gli animili quanti gli ne erano dimandatiti* 
onde ft ficcano motto potenti, &• batteano potere di firc ciò {he piti loro ag* 
qradtua^acciare otier offendere alcuni^ reggere e gauernare alami, non fon 
lamenti dì quei ebe babitauano net paefe,mn di quegli amhora tbc per atti* 
tura de lì pa(fauano,& era il nome loro tenuto grandemente , c crebbe di dì 
in dì in tal maniera,ebe ne uetme la fama fin'ai )\e di Vanbi.Ma il SWtrap* 
di Babilonia udito quefl ovatte da principio e$ing»trli,prìma ebe trefctdo U 
kro aadac'taine najhfie maggior male. Et raccolto efferato quanto puote ti 
ma^giore,e m<Atì de Tartbi,e dì Babìlonìj, andana in fretta cantra di loro , 
non uoleudo eli; fispefjìro dtlfuo ucnire. Conducendo adunque l'efferctto per 
UÌe oct ultr;e acuendo in un litigo de- bofebi copio fo t iui (latta nafcoìlo.Ht Udì 
vegnente , che era (abbaio, nei quale non tanorarono ì Cittdeigiudica»do,cbe 
no douefìero rrfiHerc, e cofi potere fi rt%Ì combattere cadali prigioni, accojln 
tidft ler.tamfte a quel luogo, acciò ebe auìdnato ti afjalìfk immantehtte.Aid 
i4fttìeo trouandofì con alcuni a federe ,e( battendo le loro arme innanti pf(le^ 
diffido bitumini parmi udire anitrire cauaUÌ,e fato parimente UH<epito <fe j 
morfiyla onde dubito ebe ftatno da nimiii ottùndati. Macina alcuno de voi 
incontanente a uedere, e facùufi a fhpirt il tutto.Vt<tccÌ4 a Dìo tbe fta Hata 
bugiardO)& ingannato piti toflo della fimiluudtne del fuono, ebe babbitt feH 
tito il itero , Cttfi difìe egli, cr eccoli tornano alcuni poi ebe batteano fpiatò 
la topi y e correndo in fretta, dicono , tu non t'ing.inui, anij bai veramente 
compri fi qttelio t ebeftfa cantra di noi. S'amo ueramente da nimici con ingaa 
no attornijfiyComc fefufiemo brutti animati.Verebe ci afislta una grati ca- 
va'.la<ia t bora cbcfiamo d'arme fpogliatÌ,qu&do ebe la pati rna leggeri uiettt 
di j ioperarft,e commanda ebe iìiama in np»fi . Ma nò giu-ibaua jì finca ebe 
fi faeefltfe* odo la fernet de <dui,ebe era ito a fpiare,atfìQgiudieaìia pia tv 
nenirft alla legr,di no morire io le m vii a cintola,e far lieti >ììmici t mapi(t tQ 
fio urndere a nimici cari la m >rte L>To t prele adunque le aime,eof;r tanagli 
nitrì che$}i fWO d'intorno a fttr il mulefm^ìnammandoli^bt fi arrìcordaf 



i i b.jìo orrore n ti c i m o, 

.Tiro dalla prepria niriù,& *p*liffcro il vmUò dal uùtggifl fianco, cef finto 
tftrv dì lo ™ ( mpito t motti nìùaikrò$lt*h*i Stiamo nfr&&#tto hf> 
mrtexk>cbt fi baueano prcmejh di trottar ogm cofa a lor aefu< appartai»* 
tati bauea rfrhli dafne»,* di tifU mmoM* ? l'imperatore de Tarth, »ét* 
mfLmtft matite de i^é fratelli, dcfiattadtmderUefaTÌaf toniti 
e mandali per un [m fedi tìifimo armerò tal mbf tata, ^tafano Mpe- 
fàmtmmtmqke [ta da micffcfo,& babhtate rnbb <t<nt]Hvp4rfì> s tutta* 
ìtìanon h centra dì MÌ,co#tefsgll connema [degnato,*»?} cófiicjaU h air. 
Tw «eira dtftofa dì tenenti la fra grafia, mi manda a porger»} lafuadfflra 
mano e dami la fèdetfhe {iettiate a tu>,@> babbiate la ftta amicata, fernet* 
mere pùto di alcuno ingano.Tromcttc egli etitdh di ai rkbirtiì con domato 
bonari inat%aruì ìnguifa^be la uùflra poteva ne divenga maggiore.^tUbor* 
jtfmtodifferendQ di andare , ni mandù il fra teda con quei doni , t he pmte 
prepa rare. Cefi andò ^Antico,? pemenuto ali' imperatore, entrò a parlare co 
Intombano intendendo tAnìteoeffer uerntto , dimandò la cagione , perche 
non era parimente itenttto il fratello. Et battendo ititi fotbe per timore era* 
ftsitardato di uenire , cominciò a giurar per i Dei della ftta patria , the non 
gli offenderebbe iti alcuna cofa,quando alla ftta fede ft cvmmettejfe. Suol trai 
Barbari eficr agiudtdo,che ninno poixhe ha porto li di (ira mano mcnti[ca t 
ne dubita alcuno detta fede di colui elicgli ha porto la de'ìra mano.Ceft ^Ar- 
tabano facendo qiieUo^andò Jt vitto a pervader al [rateilo ; chi parimi* 
te a lui ne ttenific. l'acca qtieflo l'imperatore, battendo bifògno di quei fratti 
U per difendere qmitt Satrapi* , perche potnbbono agevolmente ttfeire del 
fm ìmpe rio , cir attdarfene in altro patfe , laonde uolea peruenirgli con a* 
midi ia prima, the quefio aneniffè. Temcattiandio che motti di Uubìloiìia 
satctiHaffcro ad^tftnco. La onde egli raccolto nhwnfoeffcrcito, fpcciaU 
mente in quei luoihi fortìsfimì, agcuotmetite dall impenv Verftano fi dificn* 
defic . Mo(Jo adunque iArtabatiù da (ai ragioni , ftudiaua d atniearfi con 
stinco . Tcrfuafe ^Anileo al fratello di andare , narrandogli la benignità , 
e prontezza dell'imperatore , & il giuramento , che fattogli bauea , perii* 
che fc n'andauano iteti ad inalavo, ilquale gratamente Yacoghindolo,ma 
rauigliauaft tT^ftncoehe fufte flato teft magnanimo , e (tendo picciolo di 
corpo, la undepctea effer da lutti uilipefo, coiifidcrando la. ftta usrtà^e ualo* 
te e narra fi che difie agii amidi 0 quanto è maggiore l'anima di qu< fio pie*, 
ciol corpo.E ìtiofìrado ^tfuteo ad uno tie fuoì capitani detto ^tbi>gado,e nar , 
rondagli ilfuo nome , manifefìaua ogni uh tu egagltarda , e cerne erafi nella- " 
guerra pnftato.iAll'bora dimìtdò ^bdagabo che gli fufje permtfjl d'uccider 
te a nSéetta delle ingiurie,? rubbameti fatti nella prottinda. J^Sco cederò, 1 
dìfie,l lmpatore y dìcfta offefo ^Ithumot'tlqual fopra la mia fede è [aerarne-- 
todtt nume de ì Di i t e la mia dtflra mano e ueniai a uedermi . Ma tu ebefei 
*£ fatti di guerra ualorof>,no bai bifogtia dì fami [pergiuro e macatcre difs 



BELLE *CHTICH1TA > OlJ/Ù^iCtJ E 

*#utoaffeU ingiurie deTartbttfur nefeìdef,ofo s fluito poi fa fa èati 
«M* «'««/e f battaglia fe puoi. Vemtopoi k manna fece ( hi ani jy e 
sto edifftglià gioitane gli è tipo che te ritorni a tuoi lunghi** fine the r.S tra 
no chi (dm di teil famedi motti capitante fetida mìa faputa sii utrifo rì 
tornado» la regione di Babiloma t che nSlaJiitbc fia da ladroni rubbata, ma 
più tetto co tua uirtàda tutti i mah dìfcfa ; Ttrthe merito ucramete eie tu 
buona ottimo mi rendi il guidar done, the tifano Rato fedele, ne ho dato orca 
thte.a quelli, the erano alla tua morte difpojìì^rt^i a tuadìfefafonofteto ai 
gnate. Detto qiujì^dado couenemli doni, lo rimadb ne fuoipaefi.Et tornata 
a tafa edificò tittà t rifetr le ca/lelte t cbe tttranO,& in brette dannato polite 
trattana maggiori impr e f(,<bt : Alcuno prima di lui batte/le maneggiato. Erti 
adunq; afiefo fa talgrado,chc i capitani , madati quel tepo in qsU pae/ì t gli 
portavano honore,ma fiolamete giudkaua di ejfermeno da Babdonu hanora. 
todiqlto,cbe alte (ita umhficonnenìa.Mitquegouernaua calila Mefopota 
muterebbe te Jua fetidi à ? anni 1 5 .fiordo in ogni rigore et amor iti. Ma * 
godedofi loro talt felicità. frferocotro di loro prìncipi] di cetraria fortuna, ì 
quaì da tali caitfeprefe origine. Voi che furono e 3 notare e ttirtù peruenutì 
a grande au fiorita e poten^ft diedero Ad ìngiiirare altrui » e Strafare a h 
leggi paterne,raofi da cupidigia a no temere iddio . F inaimi te afialf re va 
capitavo de Vartbt mandato a reggere qlpaefè f & banca feto la m glie. Era 
cofìci in più altre cofe dfgna di lode f mafpteÌalmcnte d'egea tira donna tato 
pia bella,the daua 4 chi la uedtA m mirato tofo Stupore, Uniteti udita di co* 
fiet la bellezza fi ìn%ttuedcrta,ne fu innamorato. Dipoi fi diede ad inftdiare* 
al marito^ bauedoto come nimico af}atttoJmtÌfb t tpreft la dona, f e la tol 
fe f moglie t h quale entrò nella cafa d\Amleo, no fetida grò" calamità , an%i 
per tal cagione portò a lui & al frate Ho ^tfmeo molte difgratìe.Vercbe itti 
m<Mt> il marìtOiprefè Iettarne de fuoì Dei,iqitatì , a cofiume della fua patria 
da tei e dal marito erano bonomia fe le tenne in tafa , dandogli ilmedeftmò 
cuho,efepera)icnt»rapa{Jauano od altri par fi fcco lìportatta. Sacrifica** 
da principio a quitti Dei dinafcofioji poi cominciò a moflrare atmarito eoa 
qualmodo e Ugge bonoraua quei Di H co l fuc marito . UtThorai compagni 
hro,chr. trai principali erano da loro bonoratiiprimkramente parlarono ad 
Unilco,cbe non fattemi Ifn^re flit breo rito t aile paterne leggi, per pi* 
gliare quella donna, tequalc fruendo contrario rito.fiiceuaajìranicri dti t 
facrifìiij a litÌH!etitti;ettn- dourua.proitedtrea fe mede fimo* acciò che forfè 
prefo dall Jtnore deità donna e dal dil> ito corporale , non Ufciafie celebrare 
queifacrìfit ijja andefc,& dftto regno mandaffe a rouìna.Ma tiogiouarono, 
m auìfhanx} uccifro un toro fmmo honorato motto , che più arditamele 
hauea parlato. Coftui morendo ,malcdifje Unileo,& ufineo fratellini co 
pagniyfopplieandoibe parimele fu fiero uciifi da nìmici .citi ueramete, pebe 
contro, di lai commentano tanta fctlmgme,e amili perche nUauietauanw 

non. 



Ili ILO 0 T T U V 0 D E C 1 hi 0. <sj 
ticn porgano aiuto a buoniojlquale per le paterne leggi t eper tanto popok 
parLu* . Spiacea a tutù la morte di enfiti , ma tolerauano folam^te t petehe 
ton la loro potenza erano a l'infelicità condottiti a bauedo udito il culto de 
Bei de ?ankìM»dteauarto di no pi» tokratc l'opera d ^nikofercbe ficea 
fi imurìa coma la leggepaterna . La onde molti racco In infante, vengono 
ad U fintole riprenderlo a gran itoci dictdo , Che farebbe Hata meglio non 
dmmere da principio tal cofa, ma poi che i attenuto almeno fi ammtdi,prU 
ma che qwfh a tui,& a gli altri parti touifia.Etnnfuectauangli d batter tot 
tomwlic&raniera t CQntfatcott»meddUkgge,eq^ 
introdotto quella donna. Egli quantunque conofuffe il peccato del fratello ef 
fcrflatoyc doucr efier de più mali e-igione , tuttatiia umto da Camere frater- 
no tolrrauu,pcrdona k é fratello pcb e da la libìdine erafupemto.Ma tfse- 
do di dì in dì portate le accufe muggiori/u aHrctto a parlarne al fratello, ri 
prendendolo,? comandando che fi rimanere da tali opere ,e rimadhfie la don 
na tifimi partnti.titttauia non fkcea qutàoparlare effetto akuno.La donna 
fentcndo il tumulto ^noffo nel popolo per (ita cagione,diede ad jiftneo iluele ' 
nane i cibi,tlquaie ne moti . Copfìette elta,poi chetamele non bauedo altro 
giuike,cbe cuiui,ilquale fapcuA efkrdi lei bimmorato.^initeo pigliadofolo 
ilgouemo del rcgnotoffalfe con Pefjcrcito le terre dì Miibridatc , bitomo tra 
Tartlìi tenuta de prìmi t e genero delire ^trtabano. Otte fendo entrato t dicde 
fi a rullare il tutto indi portò motti denari e prigionie conduffe uhi tutti 
gli animili, e piu altre care cofe.Ma Mitridate bauedo udito la rapina e cap 
tiuità fatta net fito paefe,ne bebbegra fdegno,percbc no banca egli prima of 
fefovdnileo in alcuna tofa,ebc doueffe batter dato a tata ingiuria principio » 
fprc%Qi>ido tanta fu a dignitàtperebe raccolta quitta catt altana può te fire,t 
buo numero degioua'ti,uinexotra ,/tnileo, ettudiauaft di nenirc a laghrna 
ta.Mu prima the arriuajfc a lui puofe i ejkrcito in agu ato in una terra ^per 
aflaUreit dì ue^nente U mmko,pcbe era fabbatOyttel qualgiortto ì giudei fili- 
no in ripofo.Stppc *An'tleo quello da un Soriano, ilquale baueiolo imurami 
te delle altre cofe auifato,ancbc gli manifetlò la terra,one Mitbrìdate s era 
fermato, La ontttfaudo cenare ifoldati,ufì de Accenti fetidi rjftr d'alcuno 
sètto eh? ftmouefk coirà TartbitC cerca la quarta ttìgilìa della notte afial- 
fc il ntmico,uccidcdane alcuni a dormirete cacciado gli altri in fuga.E piglia 
do Mitbridatc,feco lo tonducea nudo ppra urìaftno,ilcbc giudicano i Vartbì Anilco 
un u ? t u pio. Venuto poi ndfuo flato; lo co fotta nano gli amici che ttecidtf vince 
fe Mithridate.M a rifpSdca egli che n o era benefe uccìde fie Mitb}ìdate,buo Mi tnti- 
mo tr* Tanbi nobilijfitno, e d'^Artabatto bauuto in iomo bonorc,fbauergli Jatc * 
data U figliola per moglie, et ebe parca ballare quello, ebe fin* ad bora s'era 
fatto,petcbe qualunque Mitbrìdate fu/fe ingiù riato,nodimctu> a chilo lìhe-- 
taffe renderebbe buo guidardone,ma fr patì/te peggio,cbe ito io fopporteteb- 
hc utrtabano fy ì a.n%ìgr(nem?k afjUgmbbe igiiids'hchbabttamno in Ba 

Monta* 



DELLE WHTlCHlTjf $IVÌ>^£1C11É 
Jtilcnìa.La onde gli è meglio nò l'uccidere e per il paritela che tiene fo7lto£ 
itt niella, dignità co laquale era tra firn bonoratoiCoft egli parlando 
•gl'io iti tid gtòfkvkffilàjè loro il fuo parere. Et fu lafcìato Mithrìdate.Ma ior 
vado alapairta,la moglie gli riifatciaual'bauuta ìgiuria, biafimadolo mot 
tó,fe f me genero del Re ipojìv in tei digmtà&o pitniua quelìi^chetato Ih* 
ut ano i):^uìiat(>.ht <iue& itegli eraunvkuperio,cbe anaffe più di falukr 
fi poi the d'huemo Giudea ira fiata prigione t et bora fi ue'dicaffe de l'ingiuri* 
euer che per i Diigiuraua^befciogUertbbe il matrimonio. \on fotcdoegl} 
[apportare peni ài quitte ìn-pu talloni, e u mido la magnanimità, della dona t 
(he hofcibgìicffe iljnatrimonio s raecolto(beche tnal uolontieri) quato efjtrcì 
to puoi Vfaiiàaua (.etra giudei , parendogli pure la fan faluteintùlerahUc , fe 
MVaftbofuffe da giudei in guerra fuperato, ^iiiileofapendo che uenta Mi 
ibridate ®>kgf%de rfjèrcita,paruegli cofattergognofa fa jìefle tieifuoi luoghi 
e non pia ìofio-andafic centra l'inimico fidandofì di sbattere ftliccmè J tc per 
t bau u t j amarra ne i'akro <ofifiitto,e credendo ebeta far^a trefcejjè còtar " 
direht oliìaduqne del pa fiata esercito fi unirono con luufperando riportare 
ionie prima la preda, et a prima gioia fpauttare il nìmico.Caminarono quel 
Viteria giorno peti ad tj alidada per luoghi dtjìrtì,et aridi, e furono a me%o dì afflit 
*<i Mi-- ri da fa jt te i giudei. h t ceppare rido di fubito M khridate , trouadali fiaehi da l 
iTiiìJa- capìitt^e da fete offdnt/atijt afialfe y ma ellinon poté-h apportare il calda , ■ 
Tìrjifìenirc le ai rnr,f igg ircno^i Vartb i fcguendo,moke migliaia ri ucci fe 
ro.Ma lAìiilece Tji che gii erano d'ut torno fi ritirarono ne la felli a. E Mithri 
date battuta la gra umori a toynìncih pcrjtllegrexx? a giubilare ftraccotfero 
san Amico molti huomini peffmì, the paco defaìute loro fi eurauanojqualt 
erano ricevuti d'^Anileo, the di rifare U moltitudine uccifa ne l'effercito,cOn 
qu(ffifìudiajia,wa r,o eragia fi miti a quelli, che nei fatta d'arme erana mar 
i'hperibc erano unuulga ne le arme mal fperta.Scorfe tu tt aula co qBa moU 
tiii'dine ne le terre de BabHonìj,faccheggÌandopertuttoilpacfè . *dl'lx>ra ì 
Bahìlwy, quantunque fusiera a combattere apparecebiathwaiarana in t^e 
rrd*; a i Vinàri de ^hiibitanano,ehiededo che gli m£daJ3era jtnileo. Maet^ 
lìfpre^ado quel pari arc,ne mleda far pace, dando loro nìUo prigmej't 
$<urausnaa.(fbattere.Lafàicrt>natuttauìa chei legati Babilotiij enttafìera 
ad mimico, e parla fiero con lui incontantte sfilo che voleana . Babilonij con 
fidcrando il luogo , ouc erafi pvfìa Aniko,e [piada con diligila il tutta , af- 
fai fero a TiwproiiìCo di notte ^t>\lea,& ifuoì da fono oppre(!ì,e!ui co quan' 
ti iróuano Ucci fero. Cefi furono i Ùabilonij da le grauczge & 'ngiurie d'Ani 
ito lil eri,perehe l'odiaua oltremodo per qurll' affali a datali & erano quaft 
dtofiii iepo adefjedcrfiocmpati.Era dì qucfla ira taghne la loro paterna lei 
ge,covfà laquaìe c Sbatte an o, &■ peròit'prefi por'ts uano odio, la onde cadati 
va trovato i'cc-cefionejn ofneprrauada le ingiurie, Mvredoadmftte^tnilea 
in te l gHifeyComiftciarom ì Ha biknij a mleflayc i giudi \ .Et ellì baufdo a rwt 



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» > r -j - ~ . K k,77F#>> tuffarono tìmC^oiin fc(eMtij,'E 

f^raSK E corL'ms e onde affami de 

X . ' « " ' c hc biibitauanó in Sekucue Soriani gnau 

IZZ VPkc che folcente f t tf w««»«A S «ere^ 

TXlTlbZ *d ì Greci per tat t r^ione ^ «tdeano cll* <b» *- A 

^2SS< U«»o dì 0 m Sorimi «k gli ffl/M*» > J tf' 
fat to m ^ro àmwti* e pace.Mmque iprinciptii d amendas te p*rii> ^ 

Li A/i confortarono interne di gareggiar con Giudei , fife* «g*»"* 
U4fe facondo? ordine po(to f uccidendo oltre cinquanta rrntlia . TiM* 

u^.Fjpenbemnpoteuanouìuere fcWtoj-M»^" CH^gt 

Ma ™i fritto W/ph»* «« ^«^«^f»***. 

f„m i Giudei fi temeandel ^ e parimente de fiabtlonif e 
SeteHcibauean^fpauentato^ ogmmoltuuhnc de 
Soriani che bdbilaMjrattam il medefìm co 
Sahiicij ebe combattefiero con Giudei , 
■ Et perche qncSli fette andarono in 
ÌJcerdtiiet in ì^ìftbh otte fi 
tentano fetui'hptrebe 
frano fortifica* 
te, e fona 



in 



mutile dttàhnùminìhdlkofi.£t nuttmn 
qutjlecvfe cerca i Giudei 
in Babilonia, 



l\$ne detLibro Dtcimjtlt'tm», 

Ut 



DI FLAVIO GIOSEFFO 

HISTORICO. HVOMO 

CLARISSIMO 
DELLE ANTICHITÀ* GIV DAICHE. 
L ì B FiO 7iQ 8 E C 1 M 0. 

«ssa? 

la crudeltà > & mafoagUà di Caìo ì &' congìwtttfknaptt 
ammalarlo. Up. 1, 

j&tts-mti telMOSTP^y^t Caio la maluaghà della fua mgìttftitia, »3 
folo tomai Giudei che erano in Guru(alemme ,e nel paefe , 
«tape r tutte le terre, e per tutto il mare cantra quelli manda 
ua t fiiokomandamentitoue ft fienósa l'imperio Rgmano.'Paù 
reno all'hora {fittili maggiori palamiti, che non ft ritrouanof 
adit' tra in alcune hìfiurìe . Vatìua Bgma [opra tuttìgrandijjtmo danno , là- 
quale egli non eiìimaua in conto alcuno più nobile dalle altre città . T^e 
haueain maggior conto il fenato , cri più nobili e più genero ft della città t 
ti & ar- c ^ € l'"l tre nat ' 00 * tftewe .Commettea anebora motti peccati cantra i caual* 
rogini- ^ CYl H^manì. Erano effluitati alcuni degni di quello nome, e quali delle rit- 
ti di eheT^e erano vguali alii fenatoriypet il che folcano tfft anebora andare infc 
Caio nato. lyflH honorò egli alcuno de qncjìi,a>t%i ne amma%£Ìt molti, e toglierli 
il luto battereste li fàcea morire peri altra cagioni: t fe ma pe* togliere le loro 
ricchezze, troica e(ierebonorato,e HeSìwaft come Dio , nejìfdegnma della 
compagnia de glihuominijma neltempfa di Ghue,che chiamano C-apitogìi<b 
liana te era il più Iwnoreuoie de funi, kebbe ardire chia mar fi fiottilo dì G to* 
HC.tfc erano aliene dalla fua patitale altre cofe,tbe eglijfàt,ra. Imperò die 
eflifìimatto clftr grane paffàrc eórcmidattacittd Torzuofajaqitate i in CU 
pania , fino a Mediana, tatuale è Otri Maritwta, rsft Himò c<me Signore 
del mare poter ft fottoporreanchpra^^o eiemen t&.P olendo fate le $efte co 
fe nel mare s cbefokua^eintma.^olfe adu^ daumìafo ali altro inme^ 
^ielmartjftr^ac'todt ttadij cena jea fare ptto ponte, (òpra ilq»S 
potere andare mi carrette:^ altre maniere de arri. 7<(e la fio anch'ira al- 
cuno tempio de pagani che n&facchcggiafjeJecifi portare tutte le dipinture 
CuttvfcHlture,ibefapeafufJcrt> belli in ctafiheiuno lttogo t e flatuc fuflèro in 

quale 




l i n k° o t t a y o n e c i m o, u 7 

male modo fi urlici confi ctare ,ìmpercthe diana non effere wmteneuolt , 
eh" le belle cofe fteffero f'e non nelhogo P>» belìo > e quello affermami ejfere 
noma. Ede tafUfìttmii i rii mpie nonfoio hfua caufajnagUboYthet altre 
fuehabiwicm^HaU erano in molti luoghi detta Italta.Hebbe ardire anebo* 
ta trasferire nella città di I{oma Oioue Otimptcojlqttale appo gentili era in 
gran ue mattone ,& era J?^fu fatto da Fidia Jtbcniefe. Ma non rkfcì ad ef 
fetta, intpe rè the diurno gii a rehktti. M ermo f^gulo^aiqtt ale era fiata da- 
ta quella impYcfa,cht mouÉdoft quello ftwulaero potrebbe accadere qualche 
Wale.Dictfi ambura che il ditto Ottennio dilatò quella imprefaper molti prò 
digiti ihegti erano scaduti Tur firìfìe di ciò a Caio^come gli era pericolo del 
la monc.la quale egli fugì t imperh &e Caio morì prima di lui. %ra kfhapo% 
Xiìtrafcùr/a iti tato, 'be' e fidali nata una figliola, fa portò nel capitole pa 
felafupra i ginocchi del ftmukero confirmando la figliuola f eff ere commune a 
fe todGÌouejoflituemh dui padri ad una fìgiiuoia.O iniquìtà,gli Intornivi to 
leramno t cbe egli facea taì cofeUncitò i feriti alla accufatióne de [noi patroni 
c che dieefli ro inpublico tutti i petenti che mie fiero. Quelli vedendo efetgii 
grati tutù im:ili che dieeìfèro, diceanoìn publico ogni jceleragine che gli ig- 
niti in mente, In modo che Volideuce bebhe ardire di accufare il fuo patrone. 
Claudio,e patina contro fuo fio efiere grattato ingiudicio caphaUjperanio^ 
ejìinguere anebora quello, acciò aggrandire la fan potcntia , contro gli altri 
ne ya ottenne quello che drftaua. {^empita adunque la Bgpubtha de diutrfi 
taaìi,e de urne faUacie>per la audacia deferiti contrai loro patronUpe>- tut- 
tofaceli tradimenthda alcuni per uendicare ingiurie rìccuute t ad alcuni al 
tri defiderando prevenire i loro patronUper fchifire il foppltvio-per ì eowmef 
fi crroriCorrotto adunque le leggìja morte di quello apportò a gli buomhd 
pieni di afflittione,grande effettori beatìtudine,e fpetialmente alla gfteno 
firaylctquale di bteke già farebbe e Sint afe egli non fvffe (ofi preflo morto. So* 
pralaq'talecofa uoglioalprefntedifputare. Imperò the altramente portati 
gran felicità e folalgo agli huomìni potfì in miferie, e correttone a Tfii,cbe 
p tifano U felicità efiere perpetuai iuftgna che niuno Mentì cattino nelle . 
cofe prospere, ma uogli conferire il fludto ddU u i tìt. Tre uie gli bauea pre* 
parato la morte^ ciafeuna di quelle era nella uotontà delti p«ÌMM, che banca 
no ilprimo luogo nel cong (ìlio Emilio Iugulo natitto di Corditba città della Conciti 
Sterna raccolte mólti acciò ouero queitì,ouero effo gagliardamente amma\ neotio 
"Zaffe Caio . i l fccodo era Caffso Cberea tribttno.M a Min aliano bauca raccol- ~™ 
toafep ciò gran numrra d'bmmini.la cagione di qurfìo odio,cbe tutti porta 
uano a Caio tra, che Iugulo temeua lafua ira , & ingiuìlilia , che effo ufa- 
ua contro tutttJmperò che i animo libero ha uno certo fdegno , che non pub 
apportare cofe njalfitte.Quefìo adunque fere canftglio contro Caio con mot 
ti fi amici come altri ydie a citigli parcanofoffiihntt. Mtnuùano facea per uè* 
dkare Lepido fm amiCO,ilquaU con alcuni altri cittadini era fiato amma^ 



BELLE ^CHTlCìlir^ GlFL^flClIÉ 

X^toia CMk*& temem ancbora cbe'lfìmilc non accade/fé a lui, U onde tir* 
diio pi r tjftnpio <f altrui [opra fe il pericolo della morte, s' 'affrettami pnuc 
derc alpenailoXbcreanó potea fooportarela fua confusone, eie uìlhnteM 
Tutti C dio ,ilqua) 'c l 'ìngmtìmn come nóbaueficfor^e alcHne,anxi ogni giorno ne- 
dcllaua- 4 ca ( {j tfe w maggio* e perìcolo. £ffì (Umauano uncbora tutti la morie di Caia 
{notte ^ ere ^ {ra biella, e da buono libero. Mcuniptf itti no bautte configli f 9 
di Caio, P ra Cl ° > *Me#do t<mt? ingiurie , & cjfcr dato co/i cattino efempio a quelli , 
che di filler Miano il principato . "Pur tutti deftderamno (he [offe fatto quaU 
che cofa tifoni Cjio,acciò foffero da tanti pericoli liberati t giudicando cofa t$ 
uemuole , che i buoni cittadini fe ìnterponeffero per la falate della pietà , e 
per rimwure Li uctgogna de £ìmpetìo,ancbora confuo perìcolo . Sopra tutte 
le cofr,il desiderio dt ta buona fama eecitaua Cherea A fare quello effetto,e p 
che era T>U>i</>o,f<pra bavere facili' lo entrate a Caio,e per ciò penfaua potè 
te ri tr oh are ocwfione di amma-^arlo . Tra quefìo tnc^o fi celebrami 
gambi curvali idre a i quali da fiumani pomnaft gran fiudio.Concorrcuatto , 
allegramente, al circe t e dì tutte le cofc,c'bauettno bifogno,r accolti infime^c 
àmmdammÀA lo Imperatore, Ocelli t che gkdicauano non contrarre a 
la maltìtudineifithìto s tet}cedanole cofe dimandate. Dimandauano adunque 
a l'hera da Caio co grande ìnflantia t cbe gli atlcgcrìffc iteenfo, e rìmoucflègli 
tutte le grauc^e. E nedendo^he non ttolea^coìmncìarono inalbare la uoce t 
^ ['ber* quello mandò alcuni per dwetfì luoghi eemmandò , che fuffwo pi* 
gliati } fubìio ammalati , Uauendo Caio eommandato quefto t i mìmfiri a 
chi era fiata data tale commi ffone la cffeqmnano.Qndcpcr tale caitfaiìioltì 
Chìq ne " f moriuatio,ttcdendo qttcjìo il popolo cefìo dì crìdare.^€ l'hora tutti fpre\ 
tid c parano le fuc faèultadì,e uededo che sii aitriper le flte rkebc^e an daitan» 
moki. alam&rte.QtieHecofe& altre fimi li euttauano Cberea,cbe animo famerste 
intraffhinl'imprcfa t &ejfequifieitradii}icnti t cbea Caio haueit preparato 
amazgando quello , ilquale inìquamente era coftafpro contro a gli bnominl 
Molte noi te lo hauea minto fare a t amiate per buone ragioni eraft ritenuto 
non uedetido quella commodìtà t ebc a cotal fatto bijògnai4a,ne notando inda* 
no comìncÌare,pur moderaua la cofa in modo t cbe potefie con effetto efìequì* 
re il conftglio del fuo mimose molto tempo penfaua quc$o,non potendo, (ap- 
portare la pratica di quello, Uaucndolopofìo fopra tutte le opere pubtiebe *. 
e [opra altre cofe, the deueano efìer portate ne lì Teforì di Ce far e , per tutto 
quello tempo erapristato da la cofa ptfata t pur gd accrefeena la uirtit dìadi 
pire l'cpera,ptrthegpuetttanapiu le eofea fuo modo e non obeiiua li coni* 
mandamenti di Calo, Impetotbe perdonana agli huomìni, & oppre ffì . Qn* 
de incitò Caio ad ira in modo ebe l'imputauitdi mollìcie e dapocagìne,e non ef 
fendo follecito come egli noie* in raccogliere rictbc^,gUdìce<t molte uilla- 
nie conparole da femine,pieni dì ogni dhhoneUàrC diquello che incolpaua li 
altri era ejfo in maggiore errore, 2^el (tkbrart «Umcf'fii , che egli batte* 

wdfnA* 



L 1 B \ 0 OTTiAVODRClM 0. 1*8 
ordinati ucfliua dibabiti da donnei omanafti creili portadoakme us 
Sk,& altri ormmtti da ferina 4 & ardiua dt wdia coitone m federe gli. diC4ljfc 
almJ'cilMof, l imperatore disili babitt,cherea ne bau* il corcfdeg»o 
fa m*$mJm**S«m "fo i* fervimi quello le ptgtiaw» «rtjjg 
appo Ani,** anebora beffato e fcbcmto Erano fohn ifermtori togliti* 
la Ce fare le ^mmentadefemhe ^aiebefacette , atte A quelligiocht. 
Ter ikbe bebbe egli maggior fiducia ài pigliare alcuni compagni,* i quali de 
mojìrafsefc efser fdegnatoper gra cagione . Eraglt ancboraVompediofena. 
tore,ilquale hauea baiéiito tutti gU ordente gradi é ammm^ratione . Era 
egli Epiche per cibfMiofc di ocio t e di ripofo. Mcufhtlo Ttmidiofuommi 
ciche patta infamare Céo de dishonefitmalefic^ acciò togliente tefìimo ^ 
ria QtintiliaJLaquale ne le cefe de lefeene crafamofaper la fua belle^ct cofeft4 , 
tra dimoiti amata,efkuorita>era amata anebora da efto Vopedto,tuttauia 
Utcufatione era fJfa.VttrTmìéo diftejbe era bifogni tormentarla impe- 
rò che quella fi aggrauaua te fti montar e ne la caufadela morte , cotro il fu* 
am*tore,Mbora Caio adirato gommando t che Cberca difubito con tormen 
tilt efsamimfsetfche nele cofi capitali, &iit ognìluogo ebe era bifogno di 
tormentagli ìnteruemua L berta, ilqttdc era e§ Rinata efser molto crudele 
ttel tormctare.temcndo non efser e incolpato da quello di molliche dapoca- 
gìne . Vero fendo condotta Quintilia al tormenta,toccando con il pie il vate» 
gtio di ma de tonfapeuolhfignifteà quelli ionerfi confidare^ nati temere me- 
te defitti tormentt.TurCbetea^ncbora ebe tifpiacefie la condttfie al tomi 
tojemendo non efser tormentata per lei, E fubito la eondufst dinanzi a Caio 
{borea per i tormenti ,e disformata, acciò anebora da [noi amatori fu fa «- 
ditta fenta alcuno piacere . Mora Caio non putida foportare quello afptt 
to t ma battendo campaffionc A Quiiitiiiajmperò che era grauemente torma 
tat<t,ta pronunciò afsolta t e libera dal peccato, e Tompedìo infime coniche 
diedele anebora danari.acùò ft confortafseperitormenti,tbegrauemete ha 
uea oatito . Imperò ebe non fido tafanila del corpo era corrotta per t fuppli- 
csi t ma aacborata belletta diformata , Quefìecofe adunque comwojscro 
grauemente Cberea,ibe per efsogli kuomìni fufsero tormentati . Onde non 
potendo fofìeiiire la fia grande ira dif se a Clemente & a Vapmio, da liana i 
Clemente era couMMtofopra la mUitia,Tapirio[opra qaetti ebe erano a la 
guardia dì Caio difse ; 0 Clemente > noi babbiamo fatto troppo per lo Impe- 
rniare ,'traperò ebe Heggiando con molta prouidetitìa, e fidando nclefathhé 
bautmo eRmtó quelli, ebe haueano congiurato contro efto , & alcuni bah- 
biama tormentato in %utfa , ebe fin ad efro Caio pareano mi feribili . E cofi 
trattiamola w$ìra rnilitìa con troppa feuerhà . jtnebora ebe Clemente ta- 
ttfse,manif £ flà nondimeno con gli oc ibi e c$ il colore del uolto,cbe granenti» 
tefopponaua qutìlo,thegliera commandato,e giudicò efser tonueneuote feo 
frirtlapaigtdel'imgmtQrempawkXheraprefarandop^ 



VELLI AVJICHÌT^ G ironie UE 
te te fquadre,comìnciò parlare con più fducia^arrando ì mati,cb e patina U 
cittÀtC tutto i' Imperio , e the fi dkea Caio efìere caufa ài quelli mali , tttafe 
alcuno li uonà conofeere co>: uerità,trouerà ò Clemente,cb'iofon cagione dì 
tutto ilmale,a qitffìo Tapinio^ m,e quali diamo i tarmiti, e tutte U rottine 
a Ranuiti ,&ati buoni , non cofirctti dagli imperi] di Caio , ma moflì dait»~ 
nojira propria uotontà . affrettiamoci adunque a comprimere uno tanto in 
gittriatorede cittadini, e de tutti ifuoi ftidditi, al anale noi fumo mi niffoli 
perla libertà, non per t'imperio l{i)mano,ma pfr la Jatute di audio , tlqnatt 
t'affretta fottoparre alla pia iniquità ', t ut te le co/e. Imperò, the agnigiùrnt 
maculiamo i noflri corpi ,e le nollre confeientie con i tormenti ,econ il tan^e 
de miferi,pcr fino a tanto che ft troua uno altro ilquale per Caio effcqmfca in 
noi tale mittifieriojie già per quefle cofe , che egli fa , praticità con noi beni 
guarnente, an^ipm a batterà fafpetti, Hauendo egli fitto morire tatcpnfo 
ne,alta fine congiugnerà anibora noi con quelli. Imperò the non potrà finire 
la cì u >elt a di Caio, per the min fi governa in tali taufe per giudtùo t ma prr 
fola Uhi .hcèfpinto alta morte de gli (mommi . Laudò Clemente mamfefa 
mente U tua figlio di tberea,e Gommando ebc ft douefie tacere ,acctò no» fi dì 
mlgafSe per molti, e per tale diuolgatione ejjìpreft ne tradimenti dtf hperto 
il (rcreiv fusero puniti innari eherìufcifle l'effetto* ma procedendo it tempo 
baucfjero buona fperaii<%a y acciò aiutati dalla fortuna, ammofamtte effequìf 
feiopira.Tur dice uà egli the per efjer uecthto,fio poteane anche a tStatm- 
picfa fjjc audace, ma foift bene traudrebbe a le cofe trattai ce dette qualche 
cofa pia fi cura t ma megliore chi la potrà trottare 1 Clemett fnbv.o mutatodi 
openione,camincib dire à più quelle cofe t ebe hauca udito . Laonde Cberca 
temcitdofhandò à Sabino,buoma degno, ilquale anchor a battea cot^fciùto a 
ma tare delia hherià t f>tioehe et me nimica hauea in odio le dijpufit ioni de ql* 
li tempre coft penfando efler bi fogno , che con fri tta comi nciafft qae <lo » che 
fcnfatta,cfhmò effert al prcpofito communuaì e la cofa con grand Ifino lirò . 
firn ore,aci iochc da Clemente non fu; fero {'copti- ti i fecreti . Vcnfu > Atcho* 
rate dilaiioni de tempi potergli dare qualche contraria . Confante -ido Sabi- 
no uoloittìeri a tate peti ftero, & a tale uolotà,4tbora diffè che ta e<ebbe,nc 
direbbe ad alcano iifuo uctere,ma bene affer matta, fetrouafte il tvmpo cor»' 
tnodo,c{ buomo,cbe atl'bora non folo roprrcbbeil (Ìlftio t ma publicimi-tc di 
tM>firaria tafua uototà,pur nò efser biftgno indugiare i« qtla eufa,che v dea 
no aiìimofamente cfscqmre. Dette cotifie cofe iubno andare™ a MmutianO 
Chem "& mte di de & iHc(fiflnd!i,c per gra der d'animo deftdtrafa de fa 
piglia p tfidic >fc } pur parete dtCaio,ma fvfpettopcr lamonedi Lepido Erano tfinu 
còmpa. liana r liti gradijfimi amiti. Et pelò era efto ancora in timore, che il fimtle ni 
gt» D Mi gU auoit[[i. .Eracertamete Caio terribile a tutta la whiltàjn m.-do.ebe li pe 
ji « eia. ■ fattatela douefte ufitre t Stra a eia fimo il ftto furore. Laonde p^meceffità 
tetntuafi i uno t ahro,ne puttana dimoflrardaHoloiàiche banano in odiar 

Caio, 



C aio^Juuque pc r tilefofpitione, non brucato apertamente l'uno a l Atra 
fede. Effendo efftinftemc raccoltici baueudo bonorato AI ut'tano comi- primi 
imperò che era lmomodignìsfimo,eda tutti lodaio„Tra il principato deparU 
ri t egl\ cominciò, e diffe a Cberea, ramando <j*d fegno che togliere in quel 
giomo.Pareua grata la ingiuri* di Cbsrea per tutta U ctttàjaquale egli por 
tauaperildarede (ìgni,ne m/fi per te parate & oco itde,rìfpoft ?a Mmmtan0 
e camme ffcgli che parlalfe egli di cotali cofee di{]è } tn me diitlfrgnadeU* ti* 
bertà,tì ringratmilquale me bai incitato pia di quella ,cbe da ma era incita* 
fo.Tf cgfti barrò bi 'fogno dipi» parUmenti,ma f te fio bacerà al gmdkio , /& 
«neborapiace a te , come & me ej feudo noi conosciuti da la tjkffa lommioncy 
inna->ji ebe fe conuenìlkmo.S-inaduqte cìnta d'una fpada,Uquale può effe 
re bacinole ad ambedue ne l'oper i,'* t' quale uirilmàte andiamo. Se noi adii 
io feri piencipe di cotejìo f attorti fe io cominciare l'operatione dei tuo fu 
iaj^oJa ejivnuh'ò con il maneggiare del ferro, fidandomi però in te.Imperò 
tbvptr qui [tu ti ferro fole fare maggiore effeito.Son adunque corretto a far 
lOfUim per quelle cofedìcìo patifeo mentre ch'io fon in j pirati Q^tcfla piace 
«eh zja no un Lifcia couftierare fAo i mici pcrìcoli,mentre che tm doglio co 
la patria ttùcra,cott le leggi,e cola annullata uirtà,e di tanta pe&h , laqualc 
per Cab ha occupato tutti, fono degno di fede appo te,ogiudtce dt cottile co 
fiiimpcrò che tu anebora manifefUmete le faiid Ibora M'unti ino confìde 
rando l'ardire de fuoìparlamcnti,lo abbracciò uDlontieri approbando , e lo- 
dando , la fua audacia , e pregandoli felicita , lo Itcentiò con priegbi , e 
buoni noti alcuni diceuano, con augurio effer ajjirmate quelle cofe the acca- 
demia, imperò che entrando Cbcreantlpalagio,diceft effere (lata uditi la no 
ce di uno certo del popolojaquale come fe lo amoni(Je t dicea. Efitqitifti quel ^," 9 
lo cbefidebbefaretoiutandoti la di nini tà, per ilqualefmno puma Cberea ™ t ]' A ^ 
s'impainì, temendo ebe alcuno dt'cougìuratì non battr/fe dtfeoperto lift tre- ria coni 
tO.Jtlla fine cot-fidcrxndo,cbc quello foffe detto per innitarlo,oneru per ara* rr\afin i 
tnonitione di aleuno de compagni , onero che coujì^li.sttdolo Dio > llq'tale n- co | , £i' 1 * 
[guarda tutte le cofe btanane,la caufafùffc maniftfla a tutti a confirmai ione t&U ' 
della congiura,perikbe furono amati,atiHni dei ordine de fautori , alcu- 
ni de faldati Romani, e eptalt pareuano efser conf ape noli . ideerà buomo 
nobile , onero felice , itquate con grande ardore non defiderafie la morte de 
Caio , perlaquale cofatutti con fatti , e con parole erano preparati alla 
morte deltira~n&>& acciò egli fojse di ulta priuo,gli mentano ogni fiudio,co 
fid&ia, c uirti). Califlo ancora liberato di C'aio,buom- é grandinimi» potere* 
ilqualeeredeaftcfsir amico del tiranna,mnper alim y Un per Li {uapoufìà 
per efser temuto da tutti,e pcr le grandi rìcchi%jQ\qualt beittea,per rfs> r ae 
ternmo nel ritenere doni, e ne tefsercitare le ingiuri/ bauta autorità ol- 
ir a modo.Sapendo egli (bela natura di Caio era iììabUCfitefi potea rm/owe- 

11 re 



htnt JWJiCttìTÀ' Gtvnjticfit 

re dalia fuaincbi»athne,ct hmedo molte altre eaufe dì pericolo, e poffed$d& 
«ncbort molti danari .AMÒ fecretamete a Claudio fperadoji a qllQ tQccaf- 
feti princìpato,mancando Caio, gli di/fe il fintile bonorc, per battergli fatto 
gratin primo,& dato buone parok}dìce che bandoli commadato Caio dì d* 
re il ueneno 4 Claudìo,bauea cercato dì ciò morte 4ìlàtìom t f no lo fare. Ma 
credo,cbc Califlofìngea quefie cofe udendo pigliare Claudio in parole.lmpe* 
rò ebe udendo Caio ammainare Clattdio,no patta ritrouare honeUe occupa 
W',nc Califto t feglìfttffe flato commadato,barebbe fatto cofa grata a Caio t 
ite battendo differito i commandamenti del (uofignore, barebbe potuto fug- 
gire il perkolo.Ma Dio ceri amtte liberò Claudio da la matterà diCaìo.Fin 
fe Cabila dì accettare quella gratia,laquate in nero non giudicaua ragionerò 
Ic.QxeUhebe erano d'intorno a Cberca,dìffcriuauo ogni giorno , mentre cbt 
titola erano pegrì , Chéria non emana alcuna tarditi. Magìudicaita ogtti 
tempo efjcre commodifftmo ad operare. Onde effendo Caio andato nel Capito* 
%lio,a facrifìcure per U figliuola, ttenne [abito a quello penfando gittark prt " 
tipite di quel luogo erio s mentre ebe flati nel culmini imperiale, fpargedo al 
popolo danari d'oro d'argenta^enfando non efiere seduto da alcun o^ne fofie 
creduto effer gli fatti tradir» vii. Et autnga che nongUbaucffè dato la dcftder* 
ta n*orte,pit>- feria flato audace t battendo ammalato Caio fen%a armeMcb 
he Cberea congiurali tanto ardire,tcmendo non perdere il tempo commodo, 
Qo fili neramente it ne deano folle cito per lafna tiOcrtitfur dimadauanouno 
poco di tempo fino a lafolenìtà de li fpcttacolì,actiò non poffendo eficquire il 
{or intento.fajfe rumore ne la cittd,e mentre che Caio ce* caffè i confatateli, 
non fafje per ì'auenìre piti utile la congiura, ma effer molto piti utile , che ne 
la ceicbraùmtt de fpettaccoli,fe tentale la cofa. Sifhceanoqneflifpettacoli 
nel palagio per banore di Ce fare in ano pìccolo tempio rotondo di quello , ti- 
quale, prima conuerfe in fe Sìtfflt la poterà del popolosi quali i nobili Bimani 
fukano guardati mlwtieri con i figlioli e te mogli. Jl L'bora Caio negligente 
trafittile ad ogni afìako, quando molte migliaia d'Immiti concorrevano i* 
y no piccini lungo, in molo che ciafeuno potea facilmente accoflarft ala fuA 
Attorte f in affettila delle guardie de qual^quatunquc udcffi no,nenlo harreb- 
inno poffHtO aftttan^Afpcttaua dunque Cbtrea,cbe ucuuti e fpettatcùli , il 
primo giorno fi nzjt dilatione adempifie con lo aiuto della fortuna quello tbe 
baueapcnfato,purpa fiati giorni Ut a pena chrpuotc ne l ultimo i jìtgtiir U 
Opera."Per tanto Cbcrca chiamo i congiurati, e di 'ir, aft ai il pafsato tempi 
può reprendere la nojlra pigritia , per quelle tvfe che fimo pafsttte con tantt 
HÌrtù,e diffidiate fono bora conosciute. Et i meglio < he ptrifea la occaftant 
fatta congttira,e più preflo Caio ci punifca,e foglia la libertà k tutti in <f'e+ 
fli giorni che noi babbiamo agìonto a U fu -i tuamìajmseti l" unì >,t l'auen'f 
te tfittt lìbe*hc dare ad altri caufs di fcUitd,c reparm l'home a li mira* 



1 ì * \ 0 T^O 7{& r} É C I M O. f 
«tfideltemp^pa(fato. Quelli noa catara Jhenio , come tmfltfc flato 'mena 
t autfh ne pigliandolo hi ftnì$ro,toa pia toflo tacendo , egli èffe ,o far ti/ftmì^ 
f cri he fi topi i :fnte pigri? ìjon vedete boggi e/fere l'ultimo giorno defpfttn- 
tott,e Caio efiere per vampate in jlklfond.'ia.pir contemplare l'Egitto ? 
voi «d&ifue k baonttyihi' en le wtktmani rintaniate la nerigna della r^ama 
uà glori, (jttctfofh iìmlg^to per mire e per terra, "b(pn faremo volgiti - 
fiamme eonfuft,fe qualche Egìttiono [apportando In ingiuria della libertà 
epprtjfajo Ufcidefietlo no uoglio differire i untili peti fieri an^i hogg' me ne 
1tado,ai pericoli J)autio grato tatto qu elio, ibeaueittrà, ti* è battendo latti* 
Pioprtp.irato fermamente ad ogni pericola, acciò non (ìa priuo di cotefia la» 
de. Dicendo egli qutJle iofe,audact?nente fi armò ,e diede fiduc.i agli altri ^ 
gtà.tutti defiJer<inana,cbe la coj'a ft c(Jeguijfe t ne difereda ponto, net fare del 
porno nene al palagio la equeflre moltitudine tutta arrnata,Era ma^a che, 
u tribuni con la fpada cinta dititatida(Scro ilftgno da l'(mperatOre,cbegli co 
Ueniua.Coticar ti nano aditane tutti al yatagio per pigliare il luogo a uedere i 
jpcttaioti quando Caio fi rallegrauaper la plebe coft (pe{ia,cbeper la molti- 
tudine non era luogo ne alfenato,ne a li cauallieri Bimani, ma tuttiinfem- 
itratifedeuano,{efeminc,congli buominì,et i liberi iti/ieme con i feriti . Caio 
fatto/i adito a jìtapv! tavolamele fatrjficaua ai Dino Ccfarefifpcttacoli del 
quale atuhora ccUbrana , Etefitndo cafeato alquanto dil (angue deli facri- 
]ìtij,<icciic(l',cbe di quello /angue ft imbuito la nelle d'un certo jènatore tbiet 
mate ufpnnatOtperilquale fattoti 'aio rif,ma ^Ajprtnato l'irebbe per ma- 
«ifrfio augurio,ilqualcfti ammalalo itfitmcco Caio. Die e fi che Caio fu in 
qud giorno contraffa natura molto piaceuole,in modo che a tutti parue me 
rautgtiofa lajua burnite falutatianejlqtiale dopò ifacrifiaj uetiendo a li fpet 
tacoli,fcdeua tra i primi nobili . il detto fpettacolo facea/i oguanno in due 
tctk;delle quali una conduce alpalagìo, l'altra al porti co,co froda al'cntra* 
ve,&al'ujcire,in modo ebe no fi turbano quciliycbe fono deno. ìuii anthora 
tétta altra cella,oue i giocatori fogliano e[Jcrcitar/ì,& i tatotijcdendo adun 
qne il popola ,cCberea coni tribuni no lontano da Caio,it quali, era da laptr 
te delira. y no certo Umbio del ordine (inaiar io, buorno di militia dhmdaua 
inftereto a Cludito buomo confutarc,cbe lifedea apprefso,fc li era (lata det 
ta qualche noua,qual rifpofe , notigli efsere in èjl giorno fiata notuiata cofa 
*twna t egli difse , o Cludito hoggi ft fa combattimento del tirannicidio . 
i'hora Cludito difse, ofortiffìmo, taci.efubito (oggiofe un uerfo (fHomero di 
eendo^be alenilo altro malemla nonodailparlare. Efnedo fparft nei Thea- 
tro molti pomati fpettatori,et mftememolitutcel!i,liqualiperla(ua rari- 
tà fono peio fi a li copratori.Caio guardaua ttolettcri lelue,e rapine fatte pt r Vitti m- 
mie toje.ln quello fpettacolo gli ne nero dui auguri*. Fu introdotto uno buf %«" t »p 
fon e, dal quale fu raprefentato, cbe'l giudice prefofufse crucila, cruna a '- P*™' 10 

_ i Caio. 

IL 2 tra v 



m buffine faltando rappvefenth Utfabdadì Cinara, ncllaquate & efafxt* 
reua ejfer uccifo,e pia fetta Mhrba i & il [angue [par foptr l'erte da baffoni 
& intorno il giudice CYoàfifSo,et interno Cìnara,e Mtrrha.E mamftfh mt<t 
7 a quel giorno effer e jlato,nellaquale uno de compagni di Filippo figliuolo ài 
Jtmnta i^e di Macedonia Jo tenne entrando nclfpettacotojino alfiiirjmpe 
ti eh el giorno tra pHltimo.Quero tetto battendo tifata e bagni , & ini man- 
gìa.to,dìpaìr'wrna$e come prima.Sedenio Minutano appo Caio, e temendo 
the il tempo non p affa fe font* tfmo,ft ietto, e ttededo che Cberea trapani 
to,andauaptr eofortarlo ,ùU 'bora Caio lo tenne p la ucHe,e qusftptr ami* 
citia diffejoue uni o beatijjimo. jQWJo dubitando de Cefate , ftpofe a federe 
con tirttore,& hauendo un poco rìpofato,da capo fi ktiòtepartifji, la partita 
dtlqmle Caio non l'impedì credendo che andaffe a fatti neceffafù. *Afperna 
to ancbora,effendopartecipe dell opera ^ammoniua Caio,come prima,cbe an 
' dato all'i bagni,& al definire ritornale alti fpettacoli , cercando , che i funi 
trattati fofltro condotti al fine. Quelli che erano d intorno a Cberea^ s'incita 
nano lunl'altroycome tbe fuffe tepo dì prepararft,*ttio che al fatto non fof- 
fero a(fenti,tper neglìgetta non perdeftero la cwmmdìtà del tempo . Era il 
giorno cerca ad bora di nona. Tardando CatùyCbetea tra preparato de entra 
realU federar fapcndo * che ita rìufmebbe la morte dei prencipe con mol~ 
to fim$ue de fen.ttori,e de c alt «Meri . E benché per tale c»fa gli ardifìc , pur 
gin dicò e fiere M miglior 'e feruarftla dÌfenfiom,e la libertà de wttt . Eden do 
tutti intétì algmrdarc lì fpettaeoti.Cdk diede ilfegno dilcuarfi,tmrf]t tut- 
ti fatto fopr 'a \e engwatì fi uoltatono,e {pinzettano il popolo, come fi ttoteffe- 
rofecretamètefare uno feruitio d Caio,uatédo bav ere pia tibcrtà,nell opera 
per ammazzarlo infccrcto.^lndauano adunque innanzi fuo yto Claudio ,e 
Marco Minutane merito detb forcila,c Valerio véfmtìcoj quali quantun- 
que haueffero uolttto cacciare, non poteanoper ri neretta della dignità . Caio 
■ feguiaa con Paulo >Aruntio,& effendo già net palagio Jafciò la dritta uia, 
ouc erano i ministri,* aitali gratamente limii;ifìr<watto,CUudio precededo* 
E uoltogì aduno certoluogofìrettcf andare fetretamete alti bagni,e uedtre 
quali detti gammi che erano uenHti d'^fta^li fodero utili alti bini dellt m 
±KUo ft&Wbe trafìittto ce hbr adotterò qitJÌ pan jlono atti affiliare netti thedf 
Caio co trlMborafe gii fece inmTÌChfreafàimandarglidfrgm^lio^ftpcril 
la fpado- Iuftane dandogli il fegno della matitia,Cberca non tardò ufarela for%a cotto 
a Caio,? sfoderata ù Jpada t g!i diede urta gran ferita > nògid in tutto morta* 
' le.iAlcu»i dieonojbe a jiadì o Cherea hfiee,acciò Caio no moriffe per la fé 
rita dìuno foto, ma ferito dalla moltitudine , da piaghe conmaggiore dolore 
fuffe crucciato. Ma a me non paiono cotalì parole ctedibilijmperocbe in uno 
fimìle attoit timore non recerca tale ragione.Sc co fi baueffepenfato Cherea* 
farebbe tenuto ii mggm fcì<tmdel mondo,cercanio più prefiù darft •piace*} 



tè, che con preUtTga liberale fk eli congiurati dal pericoio,i»ttrc che molti 
wacbitjatèoni potejjèro Aiutare Caio innanzi che gli morire. Onde è cofe cer- 
ta,che Cherea non attése a pfkpp&cij di Caio,mapiu sofia pensò dì fe,e defedi 
smìcì^haiicndouotutopiitpr'ìlo operare con fikntio, ptr fuggire l ira de 
uendicator't,& aedi* la cvf i fotte pi* fi cr etJ » pt*r nonparlò y acc\o nasi per de f 
fe tempo. Venft di ciò ognuno queil", ebr gli piace . Caio banca gran dolore 
de la ferita t ìmpero che tra il coli® e ia. jpathi era fitta la fpada f. retante. t ttt 
gli osfìyìtcpuotc paflarfpw oltre. Ver ilquate fatto non gridò, necbi.imò aU 
CHbo de [noi amict,ouero perche no fipra qttati foffeto, onera ptr imprtden* 
tia,m<t fortetnete fepponàdt» il dafarcift^gia dentro. M > Cornelio Sabino, il 
f»de di ciò era cbupat'dej ■ fpitfe..ytCbora egli cadde,? molti gii furono di 
ìa'torno,e tutti co tefpade agara le fan artarono. Dicefi che Aquila gl'i 'Mede 
lultima ftrita.Tur{cnitf. dubbio tinti la colpa debbe efjere data aChrrea.E £ù ti ± 
benché ficc/Jetómoiti tate rp<:ra,purfìiitprtwQpentò conte ft èmen fire,e ocdCo. 
primo bebbe ardire di partarnc,e cofue parete gli ruccolf tutti, c fattamele Cherca 
- difponedo tutte lecofe t oue hifguauano pirolejentètinft , parlò anehora aldi ^ ! * 4d 
parla tue the mefic lawcesfi àlaftiaprefomione,mniodoche efseto bttogno % ttiCA . 
afa anehora l'opera de Umani * Ì>t*e{lQ anebora fu il prima che {'fiali, e p""**" 
fo attmò in modj che il reiìo deUfita morte fu facile. Ver ilebe è conitene* 
Malerbe tutte le tofe^ht fecero gii altri, fieno attribuite a lipiftniid la fitti 
ca delemani t &ak uinà diCherea Giaccua Caìoinqucfio modo ttcdf oca 
mlu ferite. Cljerea,eglt aitri,cbe baueano ammainato Caio , ritornato per 
la iJltfSa uia^giudicanano efiere impos ; ibiteftiggire,perqiteiU cof c | ebe ha- 
ueano fitto. Jfy* era poto pericolo battere ammalato il pn ncipe , bona* 
rato fpefseuotte per feioebe^a del pepoto^douendu e/sere dtfeordia trai fai 
dati non fetida fangue per la morte di quello. Erano flrettele me , per {, ami- 
li era fitta tate operande gran turba de faldati erano piene , i qtuii cròr» 
venuti per la guardia del preneipe .Onde partendoti per altre ute UtntterO 
la a saffi d'i Germanico padre di Caio.Era quella caf a congiunta al paùgta , 
imperò che quelli, the fono co^flituitttndgKità, ut li giorni de Uff* p<atn- 
ttajono cùnafiiuti babitare in qu. IU sfuggendogli efsàlti de la aoltmdint 
parta no già efsere in rtpefo. La m»>tedttaio,iai { »ate anebora era otculia 
fu prima inttja da Germanie quali erano arrmgei i y è di coilumt de la toro 
patria ufauano uno grandissimo furore, tom, fp.gnuelt , c3r dm barbari, 
impero che mùgli bue mini fìttoti fono di poca tettati fono gogli&dt ttt cor 
forf nel prima empito fogliano «intere i m mia, non ccnfiittanào la ammu- 
ne militala fole iapt<,prt«.Q»efìt erano thmsfmì a Cait^ercht ceti doni Ge m *~ 
Je li fatta benevoli. Qutih adunque nudate le fp.idr, entrarono in tafanerà « « ar- 
do gif tnteifittori di Vefàre,de liquatt Sabino ne era uno, Usuate feg foto per * 
mm>e fortezza de furi maggioritquaMo per propria ugor'ta efkndo ualete "c|^^ 

r\, ì COfii' 



DELLE rfWiTlCHlTid' GIP ÙMICHE 
mhhattitcre,bauea ottenuto tale dignità. In quelli che cefi cercauano f e ^ 
contro prima J.fpernato,e primo fu punitola nette del quale,comc bibbia» 
PIO dettola Hata infangtttwla dal pingue del fa C rifìc(o,tlcbe gli fu canino 
augurio.Dopò quello fe gli incontrò ^orbano Barbuto bnomo forti ftmrfti 
maggiori detonale tram fiati molli Imperatòri ,lagradt\it,del quale eraan 
cora da cittadini conofciuta.E/fendo quelh difur\ajnoltogagliardo t tolSei« 
fpada al primo che gli Henne iti contra>& infame cogli altri cobattea., aem 
non moriffe fenZft la morte de gli altri,e circondato da l empito de molti, fa 
ammazzato con innumerabili ferite, il ter^p ùntelo de àrdine fmatorio, 
\come i primi, fi ineotrò ne Germam,& era ito per uedere Gaio mortoci cJ« 
ne era licto,perche banca cacciato ftso padrepur deto jlntcio,ne di ciofacia 

10 banea fatto ammainare da li foldati.PJ ttenuto adttqueper uedere la mot 
tedi Caio, la onde turbata tacafa uolendofì occultar e, non puoi e fuggire da 
Germiniti anali cercalo diligentemente,tbi hauefie itecifo Caio^ma^vht 
no anebora gli innoutì.Et hi eotèfio modo quelli morirono.Uffeudo nettata U 
nona nel thmro della mot te di Caio, tutti fe ne marauiglìauaw , ma non la 
tredeano.-Si raUegr anano molti della morte di qtlo,e benché [ape ff ero qmM 
àoHcrgli ti fere utile t per timore no lo credeano.Mmnì erano di ciò fen^sfpe 
ratini, non uoknd'i the àrea ciò tale co fa interxenijfe a Caio ne lo crede ano 
come che non fxjfe alcuno che ardifle cfliquire una opera di tanta yirtà, era- ■ 
no «tubar* ah "ni, a liqndi difpìaeea la morie di Caié,f emine fanciulli, et al 
cuni faldati, altri per mercede,ì quali nano preparati afernire a quello , no» 
in altro fe non m le ingiurie da potentiffimi étt*dìm,come tfìu'ttfi altiranno. 
B a leu mfi le do nne e fi « tàulUfet i doni de fpetta colÌ,e gladiatori, ne lealtà* 

11 ufaft dare fpaftoaUtolgo>c per la dilacera tione delle carnìj* quale face* 
Caio ncligiocbiycome fedeffe fpaffb al popolo m* in uerità lo face* per faci* 
re la muterà della fra crukltà.I Cerni spumato i loro patront,fperocb& 
ad ingiuriarli erano da quello aittt<iti,e fàcilmente fi crediti* a le loro bum 
cotitra i patronhper dimoikare ì denari de li quali,tr ano fatti liberi e necbi, 
ne tememQpaw di at catione di quelli a liliali tra preparato il premo l* 
Ottawa parte della ptìanùa de li fenatori.Sc adunque ad alcuno nclfbeam 
parìa credibile il parlare della morte di Caio per battèri iute fa la congiura, 
antro cglihaitelfmo defìderatì no filo ritenevano la allegre^ deq»etle co* 
fe che erano amonciate,wa amberà fuggiuano di dire tali a>(e, & vdtrc,te* 
mendofe non fofle il ueroji ciò ne portaffm l* pena , come per banere di* 
tnolìrato il defio della fua uriontà . Quelli , neramente fapeano la congiura, 
più fi occultammo, te>nend<> (he mamftttando queiin ad alcuno amico delti- 
ranno,& ejftndo egli nino, no fttflr.ro puniti. Imperò che una altra ttolta era 
fatto detto per il popoh,cbe certame te la co fa enfiata it-tata da congiura" 
ti ne già Caio €r*,tysrto,rnA da medici tolto trafitto condotto , * mcdicare t - 



Liticò t-lOT^OVEClMO.' 132 
fttuno era ttcrate,dtl quale alcuno ft fida/te narrare la (uà uolonìà.Scgli era 
qualche amen, per il fattore del tiranno pa rea efj'rr jbfpttto, e molto piti odio 
fa non gli era ere ditto. Era detto ali fonatori da atcuni,ihc perturbauano i h 
ro Qàéiithfgli érti amata nel foro tra tsftpetìcoiì,e le ferite } come era in* 
fanguinatn, & hauea parlato al popolo Cofc,cbegli cotifomuano.T^e lafcìa 
UatìO i luùgbi dcUe fue guardie, temendo che neh gUfufìe data qualche colpa 
per L quale potè fiero efiereaecufati,e condannati,non per e firr fi partitica 
fecondo il uolere de gli accufatori, e de li gindichlì attendo Germani circonda 
to ìifpctt acolo contefpadc nude, urne paura dì morte a tutti che guardina- Germa- 
no,^- tra ir? ogni luogo il fpauento grande , come che dì [abito fojfero piglia- afJàJ* 
ti da quelli armati, ne erano fecurì a parftrfr,nepoteanofìare nel tbeatro sì ** ao ^ 
opericelo .Entrando adunque c$ nehheatro ft Iettò uno grandi rumore t de lilcauo ' 
quelli, che fupplicauano, ediceuanonon fapere quello,ebe'era fatto t e douca* 
no attert ir e, che laprefontionede altri non nocca a quellì,che non fono colpe 
itoli,ecercafiero i malfattori* fepitrft trouafìe qualche [celerità effere ccm- 
mefsa,e dkeuamcon alta uoce qfie cofe, e maggiori con lagrime^ molte noi 
te battendoft il uolto,e facendo quelle cofe, che rìchiudeua la uicinità delpe- 
neolo,e della morte.Ter qfle tofe cefsò lira de faldati > e ritornarono a peni~ 
tìtia.^mma^arono quelli che evano conflìtuitì ne ìfpettacolì. Et era erti' 
deleanchora a qlli,chepareano animo ft. Imperò ebe portavano il capo dì j£ 
fpern<Uo,edeqttelti,cbe in/teme haùeaao.Lequale. cofe ud^do quelli, che era- 
no nefpettacoli,hebberù maggiore paura,per la dignità de %li huomìni e per 
miferic ordia defimilì cafi. Ver laquale cofa non credean% effifa «gtrè tali mU 
fcric,&- erano dubbhfi/c da tal pericoli potefseio liberarft £ che alcuni 
hauejsero epertamète, egìuflamenteodio contra Caio, non potere dimoerà- 
re l'allegrerà, efsendo peruenuùa tanto pericolo^ in tuttoponti della fpe 
ran^a dì u'ita.Fk un certo ^rontio huomo grato tra i banditori delle eofe da 
ve»dcre,imperò che hauea uno-pan mce,itrflìua co usile di diuerfi colorì a 
fimdituéne de nobili H$manì,potea fare egliquello,cbe uolea ne la cmàjn 
quelle cocche a l'hora e dipoi fi faceano.Qttflo ft fìnfe dì piagnere, benché 
baite fse in odio Caio.Era Il fuope fiero (opra il morire temeafi de li joldatila 
onde sfor^auafi ritritare fatate a le cofe prcjentejìngédrf, dolente come de 
temone d mio cariamo prccìpe t andò nel tbeatro f per annonciare la morte 
di Camper latitale cofi tutti fi quietarono , in modo che per tgnaramìa non 
poteano più fare rumare. Dipoi tronfio anchora andana d'intorno a le Ha* 
tue e tutUi luoghhchiamando ì Germanie con quelite tribuni , comandate 
ette meitefserogHt karme,emanifèsìado Caio efser morto Qvcflo fatto adu, 
que Ubero apertamente quelli che erano neltheatro , raccolti , e liberò da L 
w Jfr w U} > (he <WM ùwrfi nel furore de Germani, imperò che ha 

HMo ejtitpcran^i, che Caio uiuefse nefe riteneuano da alcuna fatUone.Hd 
' -, *L 4 ueano 



DILLI jmriCHlTjt ÙIFD^ICHE 
ut ano battuta tmfo quello tanta 4cuotìane,cbe ancboragli erano fauorettoli 
ni™*- ia *™ > '^- Ma e ff €neta uriti*™ 11 datiamone telarono dall'ira efopp^ 
chetano tij de metti, imperò the la uetìdetta notigli era pia gioueuole,n e era, chi p er 
tale fattogli nmuneraffe.Dipoitemeana f maggiore ingiuria togticrft a p £t . 
to il fenato, fe audio pigliale k cura dellimperh.Ceffarono adunque Gérma 
ni dalia fua r abbiadile baueano bastato per la morte di Caio .Efsgdo Che rea 
mito {otlecito di Mirutiano,ckeper la palaia de Germani w 'fitjfi tmma^ 
■^atojimandaua a tutti ijaldatì come egli flaua.*Allhùra Cfomtteconduffe 
Minutiano in mt^o,e uoltato ucrfo Cbcrca co molti altri fonatori ufiiftea. 
ua la giufiitia e la u h ni di lui,iau'i3de ìlfuo plfierc,& il fatto compiuto fen 
%a paura, dicendo la tirannia efu re efiinta perciò chefia flflW rimofla ton 
piacere delie ingiuriami» potedo i-fiere data a quello la uita felice, cbefifle 
conefiiuto hauerc in o:'io la uirtà,magli fofje bìfogna mancare con tale cala 
mità,cone ba mancato Caìo,ilquale aueborainnan^t il tonfhfo de cogìt-ra, 
fi coititi nimico ìn proprio fktto,faeendo ingiuria a molti e dt Sprecando la 
proisiden^a della leggc,faiedofi nimict queUi s ehe effo,hauea t bhri, in modo 
(he ini furiare altri erano i fuoì interftttori, ma in open fm\a dubbio am* 
ma^cò fe siefjo.Gia tìtrartiete fi Ituauano le guardie deltbeatrojcqttalì «ri 
principio erano fiate pernithfi; quando tutti s'affrettauano a ptrtìrfì,di qt- 
Alcì o n e te se fu all'ho ra cagiv ne -A l ciotte medico tondo ttou i come a Ila cura de 
medico. ^^hi ftrtt'ht mandando quell'i the erano fecoa portare le cofe ne cesarie 
ali-*- medicina, neramente li mandatiti acciò fuggì/fero ì pericoli . Traqucfto 
Valerio meigo f' ractUfiroj fonatori e la plebe nei foro . il popolo facea grande in- 
A fui cito quifmone de quelli che bancario awmaT^to Caio.Gli era, antborait fenato 
tra ti qua li Valerio jtfiatlto buomo confidare (laudo nel popolo , ilqualefa* 
tea rumre $ e gridando dicea efiere cofa crtfdde t (be ttonfapendo effo,llmpe 
ratorefoffe fiato ammalato mentre che tutti cereauano guf ili , che bauea. 
uccìfo Caio,dìf}e,VoUfk Dio t che foffe Stato io quello,^, qucfleeofe i confoli 
propofero uno editto accufando Catti , c commandando al popolo, e fimHtn&e 
atti foidatì,(bcanda(fno alle loro fìantie,promrtttndo al pcpolo molto ripo 
fo,& alti foldati,hanorkfo pure rcfhffèro nella t'olita difeiphtia e non faceffe 
ro ingiuria ad ab uno, impero t,he era pericolq,cbt fdtgnait,no f«ccfJ<ro ma' 
te alla città.uoltandcfintfactbeggiare le cafe^uero i tempi» , pi r tanto era- 
no raccolti tutti i feritori , e mafjhtiamente quelli , che tonfentiuano cantra 
Caio,ufatidogran confidan%a,congian difprt^co di quetlo,come che la rep* 
bUca/ufo ripffta nelle mani loro. 

Oratiotte di Sentio per la libertà Bgma» a>e la morte della moglie» 
Come (delta figliuola dì Vaio, Cop. IL 

Claudio X fotquefiQ niesj^fti fubho tram di (afa Claudio,! faldati parlando fa 
t «fc 1''* (teme 



H H° ^ 0 fi 0 D E C 1 M 0. t n 
freme fi con figliavano- di qmìk t ohe baueano a fare « Gli purea dovtr-efiere 
impoffìbile, che Uando tanti twbmsnti di cofe f alcuno pottffe governare 
la repubiica,ne a toro efferc utile Jefofe fatto Imperatore dietim di quelli, 
the era no fiati conferitimi 0& j mone di Caìo,ma farebbe espediente } fe non 
enchora finite le cofc,facefferf> precipc Claudio 'rio del mòrto Imperatore me 
glìorc de tutti ijenawi , ornate di ttirtà defìtti maggiori , e finalmente anu 
maefir.no nella militar diftiplina,cofi meffero qtteftù ìnme%zo t e deliberato, 
no farlo impera ture, e bonora rio co» folenne dignità. all'Ima Sentio Satur 
tdnOtbencbe batte/fi cohofciuto t cke Claudio era flato ptcfo,e che qua/i pio- 
de faggina l imperiosi modo che patena andargli sfor%tttQ*ancbm a che non 
n fut asta di u era uoiontàjiado mi me^go delfenato,non temendo cofa alfa- Omùo- 
na fece cotale oratione dicendo agii huomini fottio Uberi. Eencbe fta 'mere' n . f ^ 
ébikìB temasi the noi babbidtao aequiììato la dignità della libertà, laqua ' 
■ le già long» tepv baueano p(ifti,purla teniamo ccrta T qtianto alla gravdi'-rga 
de la prifhna fermtù.Etfe bene non potremo bmsre la perpetua felicità,pur 
fotismu bauere un poco di a&egrcTgaAmperoiks affai è a chi bafenfo di air 
tfotàuere un' bora eon fecurauotantaneRa patria libera ,e c&mttwcarc alcu- 
ne uolte con la legge fior e te. zincherà tbiofia dimenticato della prima liber 
tàjaqualegtà perderemo , bora telano pi r grande beatitudin e doucr efière. 
riueritiqu(lli,iqualiin quella fono generatiti- wdrhi, e minore honorc giudi 
co douere ffier dato dagli Dei a quelli Jq'iali am bara che tardi, pur in que- 
gli età ne l'hanno fitto gufare, in modo che anchora nel tempo e'ha a ueni 
remiamo obligatì afli laro premij. Batterà adunque quefìogiornOteaUinojìri 
giouani,& a cìafcuno che fta ttenuto vecchio^alti uecebi ueramete, (he ned? 
do la (uà libertà con dolcette moriranno , ma aldgiouani, impcrochefarà a 
parili dottrina di uirtà-Vnde è manififio quefli effert buomhii,per la fatica, 
delinquali Sliarrte,per qucHe eofe,cbe pocoinnan^ fono fatte,pcrcbe ninna è 
rn^gtorr,cbe uiuere co la uirtù\del!aquale Ihumatta libertà fwde penfare . 
Io su tameteper udita ho conofeiuto te cofe antique,ma quelle the ho ut -Mito 
con gli occhi fino motto maggiori, ì prencipì tiranni afìattarono la republica 
eon grandi mali,prohibtndo eertamtnte ogni modo di vi>n)t& l officiò di ma 
gnarìimità,àcrogando alla libertà jnfegnando le blanditie infume con timore 
imprrocbe tutte le cofe fatto fottepuhe alla uolotà de prencipi.Dopo che Giti 
Ha Cffarr fciolje la libertà del popolo , & rompendogli ornamenti delle leg- 
gi t tuì ho la republica , putiamo dalla gÌHftirìa,e muto dalla fua delettatk 
ne, ho lab io alcuno mah- che non fa ceffi- dalla cìt t arrafferò ìnfieme fuectfiù 
re afe timpitio,e defìmttione della libertà della patria, e acciò la far e-^a 
de cittadini uè niffe a mancare pefandoft f fière la fua fonala ,fe uf afferò gli 
huomini uitiofi,priuauano i uh tuo fi non foto di gloria, ma annottigli condii 
etano alla mortc'Tfitti qutlti } ehe regnauano, bano comi fio cojcgratti.-dtUh 

quali 



BEILE ^AVJÌCÌUT^.* CI^D^KWE 
qttallCato , ilqualehoggi è mortoti fiato molto pia crudele , perche son /àfo 
ne cittadini ha dimostrato la mate-jga $ dc la sfrenata fua ftratkà\ma ama- 
ra nei parenti ne gli an}ìci t pomndoingìnlìanìente,& efstdo come far io} , $ 
tra gfc buomim, e cantra ì DeiJ^on può funere il tii ano ateuna fitamàfiM 
ri ha coditi J'empre ingiuriatolo ci ha egli contri/lato ne gli danari e «e/e- 
tncgltèTypn era cruciata ogni uoflro defletto , tontraflando ì nimirì a uoHri 
pregbiìU libertà è contraria a ti tirannide fi può da loto battere faimì t an- 
%i chi gli confiììtono fono sformati patire molti disbonori Sentendo i tiranni 
accanami frano afflitti i nobitì t e fedendoli patire tali cofe y c be fanno quello^ 
chi fifa,c dtl rutto ne hanno piacere , In cotalmodo fnlaminte credono efi? 
refecurije in tatto pofsono estinguere quelli. Voi adìiqtie liberati da cotesti 
tnalijccotìfìhaitifotto la fcatnbìettolc ftgnoria dì noi tSìtsft t cercate qllo,che 
grandemeu gioua a la rcpuhlica,& rifguardate a laprefente deuotione, & 
eSlinti i tradimenti jrcjlituita la republica , è tofagìttSìa ebe prouedìate a U 
ti-minanc utilità,e non gli efsendo pericolo , giudicate quello f che ui piace , 
quado non lifcràfignore,tlquale fia eletto a gommare la republica ,cbe pof- 
fà offederc la cittàjC per legge imperiate dia molte forti de pene e p fole para 
le . Sotto il tir anno non fi può dire ce fa t cbe glidìfpiaccia , ne fi può aiafu-A 
fenlcntìa contrajìare . Fin qua adunque perdendo la dìlettatione de la pace , 
& ufati 3 a uiucreìn modo difesi Rapportando mi ferie infòportabìli : par tua 
no and/ora a li pros finii autori de li toro mali , e fuggendo di morire couìrttì 
perivano in eSìrema confufionc.Ter siche primaméte dategli egrrgu bonari 
agli ìnterfettori del tiranno } e masftmamznte anmncìate Catfio Cherea pie 
,£ipe degtihuomìniforti t itqHatefvlocon con figlio e con fatti ciba ac quitta^ 
to la libertàri quale fatto non dobbiamo mai dinmùcar(i,ìmperò che egli 
primo pigliò il configtioperla nofìm libertà contra il tiranno , & ha dato fc 
ìhfso innanzi tutti gli altri al perìcolo per la falutè nofira.'Ècertamìte ope 
ra ottima } e conueneuote ncompenfarc qualche coft degna agii buominì libe^ 
n^bc fanno qualche bene fido ,come ha fatta quefiobuamomrfa ud s rioftmi 
le a Cesfio e finito t ì quali uccifero Caio Giulio. Quelli ueramete furono prì» 
tipio de la dìfccrdiaj de le guerre chili t e de la ruuina de la àttà,nia quefto 
con Fama'Qareil tirano ha liberata la città da lifuoi mali, in cottfìo modo 
parlò SenttOtuededo dilctleuolme'te il fenato,®- icauallieri immani Jquati 
erano prefenti ; Fatto quefio uno certo Trebtttio Mas fimo faltadogli trafse 
l'anello di dito,nd quale e ra legata una pietra intagliata con la forma dì Ca 
iojlqualc egli per àudio didire,e perfuadtre quellhcbe dicea,fi hauea fine"- 
tuato cauare . Conofciuto in quello l'intaglìojkbito m une notte feura . Ha- 
itendo Cbtrea dimandato il fogno a li tonfoli t c quelli bardagli dato la liber* 
ta ,fn a tutti uno miracolo t <e come una cofa incredibile } peri he fi uedea ef- 
fere ritornata a li con/olì quefia potè ila, inetti certamente, innanzi cbe'l 

tiranno 



L I Jt ^0 0 ^ O Ti E C I M 0 . 
tiranno bauéffe occupato la città, erano preponi k le cofc militari e ciuift, di 
fttnfenthnento del fenato, C berrà , baiamo il fegati , era foprafìantè a lì fòl* 
dati . Ursmq»aftra coborth a leqaàtì piatenti pia itinere fetida prenctpe 
che fatto il tiranno , In mefiti modo fi partiti ina i faldati, con i tribuni , & 
i popoli ftp artiuano allegri Muendo qucflz fpcraii\a,e queflo penfiero d'iti- 
quifìare e {fi ilgouerno de lareptthlica,e non effere a modo fot topo/ti ad al' 
tri, traiqttalì Cberea era il primo . Credendo egli effere perieolofa , fe la 
moglie e la figliuola d'i Caio uitteffe, e la fifa cafa non foffe in tutto efl'mta,!i& 
p e rò che efjfado alcuno di quelli uiuo potea rittfeire pelle e morte de la città, 
Sollecìtatta effe fi ire il fuopropoftte t in adempire l'odiò che banca contro Ca 

10 r la onie mandò Lupo uno de tribuni, ilquale la ammaj^affe ambedue , ■ 
Mra Lupo parente di Clemente, al quale baueano dato qttèflo ùfóitiiì acciò 
che con queBa opera e uìrtà foffe partecipe de la morte del tiranno ,epare[* 

.fe baite re eonfentito a tutti i primi tradimenti . *4d alcuni congiurati pare* 
crudele) é tifare totali co fe contro unafemina, dicendo Caio pia pretto per 
-fu,i natura batter commefio tanti mali , ebe per conftgliode la moglie , per i 
quali la città foffe neffata , ó* il fiore de cittadini morto. Et co fi quelli fi 
sfor\4U<tnù difenderla con qnejle ragioni j Tur ella era il capo di tutti ima' 
U, che banca fatto Caio, Haueagl^ella dato una beaanda, per uoltargUU 
mente il fuofcrwtìo, & amore , & bauealo conincantì trasformmin mo- 
do , che pare* effere fottopofia a lei le fatuità de tutti i fyman^ e di tutto il 
mondo, del qttde egli era fignore . Trulla poter ino ualere ifuoi defenfori, 
per iUbcfu ?ti.indato Lupo , ilquale non tardò a fare l'u^ìo^an^i fubìto per 
non effìr colpito in qttcUe tofe che per beneficio de la Republica gli erano co 
PMndate,it»dò alpitagio t oue ritrottò Cefinia moglie dì Caio giacere in terrx 
preffi il corpo del marito, e tatti pofii in pianto , come fi fa cerca i corpi de 
mirti, era piena delfanguede le fue ferite, e tutta mifera, gli era anebom 

11 figlìnda mfteme, itti non fiudiita ald o fe non la colpa di Caio, per non ha* 
hoc ben governato, e ebefua moglie fpefìe -putte hauea detto , che quefiagli 
au enìrebbe. Tale ragione e enfi jempre cft&mata , &■ è polla ne la mente 
da tutti cerca qudli,cbe p ittfeonx Mm dittano quella battere perfuafo a. 
Caio, che r'tftfpigndpft da la crudeltà contro cìttadiiii,gouernafft; bumilmcn- 
le e con uirtà la B$pitblica,e cbcperu'tuercne la fud crudvltà,era perito, Jll 
cunì diesano che battendo Caia intefo la congiura , che la moglie lo perfuade 
UitiCbefubttofenxA dtlatione alcuna lì placale tutti . h fi bene non ftpotem 
pr ouar e, che alcuno batte (ìe ingiuf tante ite tentato, par facendo qne&o fug 
giu« tatti iperitoli.Qjifìe fona le tofe che Cefonìa dittai quelle che di eflk '. 
p irUuanogli buomini.Hauendo effa ueduta ttenire Lupo,gli moflraua il cor 
podiCaìv,? con lagrime lo pagana che gli ueniffe uieìno . Fedendone U 
tncnlc attonito } ne cammuffo da alcuna compafjhnc conobbe a ebe a fetta gli 



delle ^xriCHtr^ CTPD^eicnz 

trauenuto,preparauagliUgola,cpiangendo ficea proprio quello, che futi- 
le effer fatto da (hi fono in dt ■fpcr adone della -pila. Alt' bar a lo inuitò a f a e 
tjmn. queUo,ebe gli era commandata.Et coft magnanimamente quella fu da Lupo 
gUe e li amma^ratafopra laqitak ugualmente Uccifa fu la figliuola In quello m<n o, 
j S (■>"''* Ca * 9 f uuc<: 'f' > * f*WW9 anno del fttoimpcrio,manco me ft quattro, huomoan 
è uccifi e ^ ora inna,ì V fi regno pieno de iniquità fottopofìo alla libidine , dròp j/ffo 
detrattìtnti, timido nelle cofe terribili t nelle fucili defiderofo, mdto ijr^o 
#tte non era bifogno t acquiHaua ricche^earaa^Ì:lo,e facendo <òtra le li g 
gi deftdetando,e uol£do effer tenuto maggior delia tliuinìtà e d-lle faggi, £>4f 
Ho fpefse uoltc ìnganato di fattore del popolo auifiuaft cfierfuoi ornameli , 
quelle cofe che fono dannate dalle leggi, fmentkato deità Ptrtà e dell' amici- 
tie,emolte volte gli andò cantra con d dare de fopplicu[,fft(iimanio a fc ef- 
fere nimico tutto o.ucUo,cbc fofie atto alta virtù, volendo quello, ebei deft- 
derauaJenTjt alcuna contraihione.Onde Uro anebora con la propria forella, 
per ilcbefst cominciato efkre in odio alpapolojrnperòibrgid longo , tewpb 
ìiùn fi fapea effere jìato u n cafo fmil e.Ì{o fi trotta <be egli fa 1 > {ir 4 h a naopc 
fa regìa,outro grande ad utilità de U tempi pn fìtti ne futuri, fé non intorno 
Rjtcgio e la Cicilia per la venuta de le nani chcportatianailfirmetadi Egit- 
to, fece buomgranariQutiìo era cofagrande,^ a nauiv unti molto ut de, 
ìtibe non però ttenne ad ejfctto,ma jendo a me^^tt per effere pigramente fa- 
bricatOxftt tralafciatoja cagione di Cotale tardità fu che attendendo a le CO* 
fe inutìli t & afe piaceuolì t & in quelle facendo le fpefe.tajciò la usile de l 0- 
pera migliore. Fu egli ottimo oratore fi ne la lingua Greca,catne Latina, nel 
dire ueloci§ìmo,e pronto nel intendere {e opere d &ltri,in modo che con m*g* 
giare ùratione coni radice a a detti de gli altri, fu di gagliardo ingegno, confer 
UmAì mau* l'opera fua co n fatiche di weditatione e più con la forte%ji del dtre . 
liimc di Tiberio lo fece ammaefirate con gran fatica,tomc ne potè del ftattllo t cbe an 
Caio. c ] }(tri (fa jrg0 bebbe fuccejì'ìre. imperò che prima negli iilejji anni co fi era 
fiorito. Cab adunque fanciullo facea quelle cofe come parente » &■ ìmagine 
dciprencipe,pct laqualcoftmetità ejtere preneipe de cittadini, nefeppe te- 
nere ilprencipato t ne conferuare le cofe raccolte con l'opere de la erulthne » 
mait r andomalelapote(ìd uennv ala morte. E certamente difficile t cbt: la air 
tii pofìì effere acquijiata da quell'ai quzti uagtiouo in tutto faciare i lo- 
ro appetiti, ifei principio pircaufa de 'la et» Ut ione fa «orina 
agli amiei degni per amore de lecafe migliori, dipoi unitati 
a le ingiurie, il carico , & i odio, Hqualcglt buomint 
gli batteano tafeiata la prima dcuot ione, Henne 
a tanto, che da quelli infoiato fu 

UCLtjQ. 



Claudi* 



LIBICO ^Ù^ODtClMO. ij ? 
Claudio chiamato da faldati ne l'imperio > fu pregato dal fenato man- 
data legati , che non uolendo t&i tafeiarc l'imperio lo toglieffe 
piuprefloper la loro autorità che de faldati. Cap. III. 

Claudio adattane tome dì [opra ho denotaste le Jtrttde t ttf citta dìthea* 
no per afctndnfi iti un (erto luogo picciolino, imperocbs morto Caio 
e turbati tafanigli* f la motte di Cefare,era infùflidioper la propria falu- 
tc,non temendo altra cagione de pericoli fé nonla uergogna. Effendù egliptj 
mtoMgouemaua mediocremente tra tutti afsai bene dotto, e marmatiti* te 
ne la dottrina Greta ammaccatele fi impalma ne le cofe faflidìofe. ^f- 
l'bora cfseàa il popolo in timore, e tutto il palagio pieno de feroci faldati , ne 
sedo alcuno ordine ne la paura , ì printìpali tapitani ne la curia trartsuanù 
deaìlt cpfi;< he baueanc a fare facendo poca filma della morte dì Caio,pcì6 
tbe parca gìtiilvwfa ttccifò,ma piu prefio pefiuano quelle cofe , che gli faf- 
fc uiiliin che modo bene ordinufsero tutte te cofe. ht&nchoraehe Germani 
cercafsero uccidere gli Inter fettori di Caio lo faceano pia per propria utilità Tur ta- 
the degli altri Claudio turbatole f ecuro de la propria falute,f hauereuedti mJtn ' 
tò t t capi di jtfpernata,e de quelli che (eco erano {lati uccìftjiaua nafeofìo in Chi™* 
pn certo luogo ofturofopr a pochi gradi . l'bora un certo faldato, quale fi 
chiamaua Grato lo uidde, ne per la ofi urhàperfettam'éteilconobbe t e crede Grato 
do chefffe un huomo^chefutfse qualche tradimt-to,fe gli accodò , lo pfe,c folditc- 
lo conobbcyE difse a qlli che lo dimandauano. Quello b Germanko,faccixmo 
lo Imperatorc.Vedendo Claudio qlli e[sc.re preparati ne la fua catturai te- 
V/cilo che pi r Caio non fu/se anchora uccifo t dimàdaua che gli fofse prrdona- 
to,eammemf>r&ndo ì fitoi fitti . *A l'bora Grato (arridendo gli porle la mano 
d(ftra,e difsr,non temere de la tua falutejmperò che ti Infogna magnanima 
mente penfare de l'imperìo,ilqualc i Dei hanno cacefso alla tuauìrtù, togli 
do Caio^e praucdrndo al mondo. Và hora,e pigliala fede de tuoi maggiori 
Loportauano adunque, imperò-che non patta per paura eamìnare . Molti 
faldati concorrenti d intorno a Oratale credtndo Claudio tfserc condotto co- 
me alfopplicio de le cofi fkttt,doli uanfi come per buowo f'oaue e quitto , il- 
quak banca patito molti peritoti per l'imperio di Caio . Raccolti molti fot* 
datile fatta una (quadra , tutto il popolo fi mefse in fuga . ji l'bora nonpù* 
tendo Claudi» fuggire per la de belerà del corpo, lo nufsero in una carretta > 
& affannati pi r la tileratione di quello fuggedo andarono alpatagiojlqua- 
letuogo,tamefi ditc,fu il primo che false habitato da bmmini,ne la città di 
fywia ìLparidogià tenere la F^pub^ molto più procedei* a il concorfode fol* 
àati,guatdando tutti uolentieri l'afpelto di Claudio, & affrettando ft farlo 
prettdpc p a fattore di fuo fratello Germanitojlquale bauea lafciato,a tutti 
«nagran gla r i a fa luffa, uita t anchora pifando al defldtrio de la potcjld (ena, 
tonale qnett e cofe^bc £ innari bau-cane fatto fotta il fuo principato J~ra q~. 

Be 



fff tcfe pthfauatt) ancbortt, che t'imperio condotto ad u no tiferebbe finiti 
pericolone) che fdo farebbe quello che egli udeffe , ( ptr ti fiiwre fiffah „, 
tttfuh te ingrati o tt a iì fi nate,. 'I i a quifit idfr pfttfiua> tt sparlando a furile 
to[e,tke a tagwtnata figliolo inttruenire. Etano diutje It fernette u'dpvpo, 
lo e del fitìtito.Qiiefii dffiderauano la punta dignità,e fttggiuattolei grane fer 
uitìt p Uìngiuru de tiranni, Ma ti popolo battendo in odio il fenato,? faggeta 
Cljtiidio ^° ' atiaìf ttìa di quello, fi alhgraua,ihr Claudio doitffie effere ordinato impe 
i creaio ratorc^trdena già U guerra fittile folto Topeo , lanitale faito l'Imperatore 
4* i Col- acchetvjji.'jra quelle cofe louofctndo il fenato.tbei faldati bauctuu pigliata 
dati ini- cianàio madbaqudl'bhomini clan di uirtit,acciò loemmunìfero cht perai 
re 1"°" yufàà™ H regno tglì noti facefir uiolentia alcuna , ma pitt prefio egli Jota Ca- 
de/fi al ft nato d e tanti h uomini, e fìeffe faggietgato a le leggi,per Li ccmmUne 
Utilità^ fi ricordale de quanti muli a la città fta flato la uccifione de primi 
tirannia in cht pericoli egli anebora fta fìata fottù Cnio>nt> notefie imitare 
ìUaìico de la tiranmdcne la ingiuria da altri grauemente fitta, « mando/i 
Uolotitariamtnte a la touina de la pair'ia,mapiu prefto àimojl-affc la prima 
Mirti) dcljìioripofoyìnquato che gli fuccedefiero gli bonoridc Uh e ri cittadini, 
e per decreto de te leggi, fatto quefio egli acquisterebbe il fattore depretieipi, 
& a foggetii,pcrcbe no udendo egli obedtre,nc credere a l autorità delfina 
to,baucj( bbono gran gfoe a nfiiìtre, copta dbuomhiì armati^ moltitudine 
de feruijquali fortemente uf citano contra quello , efiendoli ufi gran rimedia 
di J per a >. ^a, e di fortunata L Dei anebora danno fillafgo, no ad altri fé ì*o 
a quelli i quali con wrw e principato di bene fi raccoglierne) al £ombatttrc s c<> 
battendo quelli perla libertà de la patria . ^Ambafciatori furano Per amo & 
Barche ambidui tribuni,! quali éjjèno quefteparrAc.Et inchinati foppliebe* 
ttotthi titeptt gattono Claudio ,cbe nofofk cagione di guerra, ne eie la roani n 
de la città.Vcdtndule, circondato da la moltitudine de fddat't,®* tt compara 
tiotie di quclio,l'c(fcrcito del confido effer nulla Joperfuadeano che naie do to 
glicre il prcncipatn,lo toglie fie più tojlo dd fenato, ilche gli farebbe più jpfpt 
ro,r più felice fi fofie Imperatore non con ingiuriala cófhnore defenatori. 
Sapeua bene Claudio con quale arrogatia il fenato bauea màdato* &■ aipre 
fotte fi gemernaua mediocremente con fintentìa piacenole-Ma tufi per pau- 
YJ,& itili unti a de faldati come per comnuvi damano del t{e ^tgrippaera co 
Jhctto non dvucre lafiìaie un tanto prencipato f ilqualc uolontariamente fe e 
glieraojfrrto. 

la aflutitt di ^grippa tterfo il fenato , la di fior dia del fenato e 
del popolo,c la morte de congiurati. Cap. II 1 1. 

Finiti adimepte i fu tienili cerca la morte di Caio *4g rippa , da l quale era 
flato bonorato^ccompagnè con pianto la fua lattea, e tonofcerido Clan 

dio 



t i b fio w o *ko b n c r M °> 

itapigti*to4«fotdati t s'aètm tHrb " t0 ^ s »*»d- 

pravo a celere al ftnato t f incitò ammonendolo a definirc i impeti» . H r- u u A 
^dodettotaliparoteftpani Èt e/serto p*t cb,atMO B " PP *' 

d^ quelle ef^che tram A«*f£ *jj 
iLan^dt Afe /« p4fentcnm.J l'bora qUo pnmefse efsere parecchi* 
U a morire per glori* * U ^/^Wf^ * 

fare «ftp»* «/W*»- CU*M,farmctfdd* 

ti con queUtgagliardamentelo tfpagnafìero^cctQ ebano cade fiero, de! prò- 
uhi ne li mdi.Hifpofe it fenato, noi ?lt mancare ne armene den*ri t & baite 
re anchorA il modo di raccogliere tanti fotd<tti,cbe liberafsero la libertà da te 
mtni de ferui.Difsc jignpp*>w defidero che mi fenmn facciale quello che 
l il ttafìro d/.ft terto,Vur dico quello che credo cftrr per la ti&jbdfdut&S ape 
(étto i fold*ti,i quali combattono per Claudio, folto grS tempo pratichi ite le 
grme.ma U parte noflra è debole turbi de molti bnom-m,ct efsendo a tafo lì 
bera da U fernità,e difficile da ritenerli. Noi neramente togliamo la gttevrt 
contro buominipraticbhmenando quetti,chc no fama pur sfoderare la fpade 
per il che mi pare che fi debbe mandare a Claudichi h pcrfuai i ad affetta- 
te quelle cofe.Seuì piace io fon apparecchiato di fare tale amb tfémHaàH 
do egli detto qitcfic cof,dì confentimento di tutti fu maialo con gli altri,oue 
egli cjpofe a Claudio il tumulto del frnato,c tantamente io incitò più a rifpo 




fer Rato ferita da ti crudeltà de pr 
fuetuiinc f rf$endo c#i principe foh con il nome y e con (jfetto la communiti 
impcrafse,imperò the pare egli efsere cfpcrto de molte e uarie cofe/t allega- 
rebbe e fsertfi frcÀerameme accaduto l'imperio, basendogli ambafeiado- 
ri udito quelle cofe^Uomarom al fcnato.Claudio padana aJefkrcito.itqua 
le era raceolto,tagUendo da quelli ti fieramente di ilare fece, donò poi a mt- 
ti queUiycbe cujìodiuan il fuo corpo, 5 ooodrimme ,e danb,a li capitani de le 
genti l i debita poriione t it finite promt fse a i faldati afsmti.t confili tonno* 
calo il fenato al tempio Gìoue trìonfatore^he era antbora notte,molti de fe 
natori fi erano occultati ne la città fugando it (affiglio di q»ettì t attri erano 
iti in u'tìl upenfando (be f fe la cofa anàafsc ad effetto, fiffsefù co defperatione 
di libertà, giudicando efsere meglio uiuere con pigritia jhtq* pericolo di fer* 
«irecb: pojit tendo la dignità de padri ìlare (otto la dubbia falute. Tur non 
erana raccoltipìu ebe cento J quali infume trattanano det preferite iìato.^ 
i'bora nf ( } m ^iJ de t'efiercito adunato , dimandando , cbs fi elegrfse , 
uno militare impera tore,e non fufse il Ramano principato in motti>e questo 
tra ft haueana deliberato ì folduthcbe t'imito fufse dato ad un foh no a md 

t'h 



DELLÉ tA^TlCUtT^' GìVT>UlCUE 

thfok Cùncedema qutfto al fenato che elegeffeiro quello che era il più degm t 
per laqitale cofa era molto contrario il fenato dd popolo, fi per il perdere la 
gloria de la libertà, come per la fortezza di Claudio, Erano eletti «temide 
nobili, potenti perdtgniià e congìontione de femine . MìnutUno fitteci! tuta 
eleggere Marco degno difarte%%a,ilquale bau fa per moglie Giulia foreUadi 
Caio,actiòfoffe Imperatore. Mali confoli lo dìfferiuan per diuerfe occafiom 
ni,ma Minutiamo proponeva anchora V alerfa ^ifiatico,e quafi theftama^ 
%aroìio,quellt che de fider aliano Uprencipato^acciò in qualche modo ft cotra 
Rafie a Claudio, f cane gran numero de faldati cSbattitori di notte a la guar 
àia dìClaudio.'PerUquate co fa temendo alimi la mtoua Ubertà^dtuoìCl^u 
<tio,fe partirono dai confali. fi{el far del giorno uenne Cherea con li campa- 
•gnijCpaffando al me^jo sfor^ittarfi parlare a li foldati,i quaa uedcndoli di | 
mandare filentio,eue(ttndo cominciare parlare fubito idifìurbarono, non «» 
Ionio cofentire ad alcuna fua altegatione,imperò che hmeano deliberato ab 
lete anofol^ lmperatare,e fmorìnana aqneìlo,ebe faffè per regnare,no cati- 
fenteda di cedere a la potè f là del fautore bene fef affé per regnare, nongiaì 
faldati laff&rehbono che fignoreg^ujfero gli inierfèc tori di Caio , Tra quelle 
(ofe Cberca non [apportando t ira,prowefic che daria l'Imperatore al popò- . 
lo , the lo dimandala , e che quello gli porterebbe il fegno . Era qui Ehi co- 
fr afino aggiratore, deuoto a Caio-,?? a li faldati cerca le fdenniià Circen- 
fi,e tedifcordie,e !c opere disbanefìe Cherea dicea molte uiltanie a. ehi li con* 
traflaua, e dicea che taglieria la teiìa a Claudio . la paitgia e cofa pslfma 
con il furor e mefcolato . I faldati non temendo te parole di Cherea, mxsfade 
randa lefpade , e togliendo le bandiere, andarono a Claudio , per coti ferire 
con quellhi quali gli haueanadato facrawenta , I confidi & il fenato erano 
come in defpcrationt^ne differenti in cofa alcuna daiipriuati, eranoin gart 
paura, & affanni nanfapendo il mare che doueam pache , mettere Ctatidsi} 
prcualefjè,& afe fiefjt infteme fi derogauano<,egià del fatto fe ne pentiuano. 
Sabino uno de liinterfettori di Caio,paflaiido elme^i diffecan mbuucit» 
che più preflo fi amma^arebbe, che Claudio foffe confìttalo prìncipe, e fe 
uedefìe dannato a Ufermth,c cokrinfe Cherea bauere queììamagnamnà,it 
quale battendoti: fpre^&no Caio e (lato primo autore de h buona aita ne co* 
fi ha potuto mendicare e la libertària patria.Yur Cherea diceuaSì no fi do 
Uere dubitare in niuno de la maremma uolea confiderarc la mente di Clau- 
dio .Tutto il popolo da ogm parte concorreua a i foUUti,iqnali fatto empito, 
(Jr sfodrate te Ipadeharriano ammalato Qitin.Vontpiia fe non era la beni 
plica) di Ctaudio,imperò che egli accufaua ifddati ,e ftpplicaua per la libcr* 
tà del fenato thora Claudio battendo liberato il confilo da pericolo, tofe* 
ce federe appo di fe,gli altri fcnatori,i quali erano con Quinto nonfuronort* 
(xmtt con fintili bwri » imperò che alcuni furono feriti ccofiretti uenire a 



f e tfòmfe V*y h ' ^fttSl^k , richiamò il fenato a la ma 
mmnàapf wén «^K&W-* dtfddatì,* foragli i* 
>4nJ*ndoegU Mt^Wjf££% m lo malta gtide e ridicoh.Cberea 

CUuit» bau* ° r f "%2T \ al Jfóojaicoglkntb gli alt^diede U /flirt 
unt °P^flZ fitueme.Er" menti* Cheta a U morte*™ q^lio U» 

* * w* lè^iwèSS* 2ES* 



dandoper quella da Ci. mèo il regno di l^egropante . in quello tipa fi m f si 
dì fior dia ira giudei e Vagasi ne la città d'Jttefsandria, Laonde morto Cai* 
[otto il principato delquale la gente de giudei ertda^Alcfsandrinì afflitti t 
pigliato ardìreifiibitouetinero a l'arme. Ma Claudio comandò al goucrnatit 
re d'Egitto,cbe quietafse le éfcordie.&per fopplìcatione de ti Re t *Ag*ippa t 
ty Herode mandò uno commandimcnto in Mefsandria>& in Sarta, feriti» 
in quefto modo.Tibew Claudio Ce fare, Via Germanico de la tr'ibu/ikìapote 
Editto pèdice gli i manifejìo, che i giudei,cbe fono in Mtfsandria ,i quali anebora 
èi clan chiama ft jtlefsandrìm ,banno bali tato con gliMcfsandrininei tempi puf* 
>° f? f»*h& hanno ottenuta da li prendpi U equalìleggì de la città, Laqml cofit 
«giudei. è mn if c ft a p (Y i i 0yQ YC f aathe ftmilmcntcperleprotUme.MapQicbeAd 
gujlo foggìogò ^itefsandria al mHro imperio, gli furono feruate le fae leggi 
da igouernatoripcr diuerft tempi ìaì divinati, de IcquaU none fiata fasta *t 
mnamutatione^nel tempo che àquila fu in jikfsandria, Morto ilprencipe 
jluguflo,iutti recarono ne te fue foknnhà , come furono*ne furano coilret- 
tì trapafsar'e le leggi de la paterna religione. Veri! che gli ^Àlefsanàt'mì ft 
eie t4 arano cantra i Giudei di quelpaefe,i quali ne i tempi di Caio Ce fife era- 
no bumiliati per la ftta grande faperbia e disbone fìì , per non uokre , c&e 
quella gente de giudei tenefse la religione de la laro patria t e chiamale il 
fu o Dio . lo comando , che per niente fia r'mofsa atema eofadele leggi de r 
Ciudci per la imprudenza é Caìo r ma gli ftano ftruate le proprie leggi, tf*n- 
do loro ne te fuefilennità,per il che io com<tndo,cbe luna e l'altra parte bah 
bla eura grande,cbe fitte quefie proclamerà indi innanzi nofta fatto ratti» 
re alcuno. M adata adunque l'editto in Jtfefsitdrk per i Giudei, fu conofeiut* 
efsere di tate forte. Quella ueramente f cbe fu mandato per tutto il mondo co* 
ff.iwa di tali parole. Tiberio Claudio Vìa Germanico de latribunìtia pateflà t 
confole ordinario la fecondi nottante. Dìmandaio da me i $e,jtgrippa, & 
E erode miei cariftimi, ch'io cocedefse a Giudei le iRefie leggi in tutto l'impe 
rio de ltyman't,che hanno ne la città d'Mefsadria quelli che itti habitano,i* 
le ho toncefse uahnùeri, non fola perche mi émandauano,m<t anebora pebe 
bo efsilììmxto degni quelli per i quali era dimadato,per la fede t & amichili 
che hanno dimostrato à Romani, fpecielmc nt e giudicando efsere cofagiu/la, 
che ninna città de Greci (ia priuata de la loro legge , ìmperoebc fono «a?jfl-> 
f iuti fare qutfle cofe à l'bomre dì Dio. *A dunque giudici ifsere zoja ottima t 
che iigiudii posfino in tutto il mando foggetti a not\celtk^r le paterne falm 
mpàtpthty alcuna prab ibitìone , a ì quali gì^. ' }pr a Sminando , che cojìodi* 
fcano manfuetamente q uìUa mia ib^tt nùtrie efsiptr alcuno modo cachi- 
no annibìlare la re ligio ne de & altre gwi, ma efseruìno le jue legge « E 
gommando che quefih.Cvffimandoiìitnto fi a fahto dei giudei de le fitti , de 
k coloniche ìmunkìpìj nt la Italia t e fuori , da i p^ t e dai potenti , e fi -ipo* 



L1$\0 ^ 0 % 0 D S C I M 0. Z j9 

fjf<j jj» luogo pubtico, ouealmcnoper giorni trenta fi paffa leggere da tutti in 
luogo baffa.M andati quelli editti in ^ileffandria,e per tamil tnondo,Clati- 
dio Cefare dimofirò qual uolcntÀ egli baueauerfoì Giudei. Subito ancbùra 
rimandò ^Agtippa nel proprio paeferefìituito il regno con grandinimi dom t 
fcriffe encbora a iprencipi de le prouintie, & a i prefìdentt,cbe conuenetiol* 
mente la honor afferò. Quello neramente da miglior fortuna condottatimi 
nà con fretta, euen cudù iti Gierufalemm e celebrò li gratifichi fàcriftcif t nc la* 
[dò cvfa ehefafic legitìtna.Onde eommadò molti "}$a<7arci efjère còdotti.^tt 
tacco nel upio fapra il repertorio de le ficchete la catena d'oro, ebe gli ba In cat<> 
ueada taCaiojhtto dipefo a la fmiUtudine de le catene dì ferrale le quali le tia d'o- 
rnarti del re erano fiate legate,acciò remeaffe la memoria de la trijìa fortuna 10 jf te 
erendeffe tefìimonio de le cofe ntegUorlFeceegli quefìo per dimostrare il gra f A * 
c afo t e t ìnfime dechiarare, che da capo leuare può queHo,cbefia caduto laof f "n*. a 
feria dìqxefiecatene demoftrauaa tutti, ebe il re grippa era flato per pie pio, 
dola cagione innanzi che egli ricette ffe la dignità, e poco dipoi me fio in liber- 
ta, dìmcjli-auapiu ibiar amente ejjìre flato inalbato a la dignità regia . Ter 
mette cofeadunq bifogtta intenderebbe le cefe da glìbmmini t di alta -panna 
al baffo, e di baffo molte Molte afeendono in grande altera, Hauendo jtgrip 
pa fatta debitamente il fàcnficio,rìmofie rheofiio dalponteficato detanno,e 
dtede quello bonore a Eoetbo di Simone,ìlquate per cognome diceuafi Catba, 
r a. Imperò ebe erano due i fratelli di Simone. Baetbo adunque padre dì 
quella chef» moglie dilletode,come di f opra è flato dicbìarìto,bebbe il tacer 
dotto contfratellisimone d'Onta bauea i.figUoli,ìqualtfurono delprencip4 
to de Macedoni come di [opra ho dimo Arato. 

Intbe modo Tetronio uindtcò l'ingiuria da fioriti centra 
i Giudei Cap. FI. 

Ordinandoli f\c ^grippa in quefio modo ifacerdoft, refiituì a Giero* 
folimnani la compenfatione delalorodeuotianc,& ordinando bene il 
ftiodo di ctalcmo s dimofìrò laaffettuofa liberalità. Fece egli sita capitano di 
tutta la militi* buomo, ilqualfeco bauea comunicato molte fatkbe.Vaffato 
«dunque poco tempo,igiottani norhipreponUolaprofontìone a la uenera* 
ttonesffindo di natura audaci,tolferoÌlfimulacrodÌCefare, e lo pofero ne la 
ftnagoga de Giudei, ìlebe turbò grandemente ^grippa, imperò cbepaaeua ef 
}ete fatto a defìrutuone de la legge patetna,per lavale cofa andò cannetta 
a Tublxo -Petronio prefidente de Som e lamentoffi cantra i Doriti* fattale fi 
dimeni e fif degnò, giudicando egli anebora efiere gradate fam tetra la Pnian u 
Kj perla imputa de Dorìtbìmal difciplhatì,c fcrìfie qfio con gra (degno . E! 
Vvol'oTctroma legato ^Tiberio Claudio Cefare Tio Germanico dice a ti ™**>t> 
prtmarij de Doì tenft.Habbiamo uditole alcuni deuoifoperbi batto battuto rieilIÌ > 

2 tanta 



bÉlLB jt'K'?lCÌIlT.A t GlVT>*AlCttE 
tanta pwfontìone, chenanubedetidoa comandamenti tè Ce fare Claudio 1>iù 
GtrmuMCOyUqude ha commandato ehe Giudei fieno iafciati neUe offeritati» 
ni delle paterne leggke conoscendo che uoì bautte fatto tutto Hcontratio tur 
bando ìiifmagùgade Giudei per bauerepofio in quello ìlftmdacra di Ce fare t 
eontrafacendo non foto al noli- re de Giudei f ma anthora al commandamUa 
ài Cefanfil fimdacro dtlqude meglio fi porterebbe in ogni tepio che de 6m 
ici,in luogo debito, effondo per dcmtaàiCefaré ordinato che ciafeuno bah» 
bla potetti ne. t /miluoghi, Ma battendo unì fpreigato il com •Andamento de 
l'lmperatore,itquale commanda,che fecondo la legge itftno le fucfùienità,tt 
ugualmente praticano con Greci fecofa da ridere, fcdirò,pcrche fiate tèmenr 
tkati del mio giudkio, Terilche io commando the il centurione Troeulo Vi 
telilo meni a me quetli,ì(juali hanno commtfio tali cofe centra il commenda* 
mento di Cefare , effindo di ciò sdegnati ì loto giudici, per non effere fatto dì 
fin uolontàwa per empito dcllapkbe t acuò posftno rendere ragioni de le co- 
fe fatce.tAntmoiìifco amhoratprkfitnisìueroprcncipi, che no uokndo effi de 
tali querelle effèrt tncolpatì,dcmvttr'wo al centurione, i mdfattori y ncnla- 
fiiado occafione alcuna di !he,outro di difcordiajaquale i tritìi fogliano cer- 
care in quelli modi. ìmptroche duna cofahdi magg ior curane a me, ne al 
mio carisfimo I\e ^grippa, che la gì 1 te de Giudei no pigli o ce afone di far v$ 
detta,perìUbe'mettmomad alle arme. Et acciò [apriate più aperto quello 
(he Cefare ha commandato in qutjìa caufi:,hopofloin quefia feriti ur a ìlfuo 
edkojlquale egli ha mandato in Mcffandtia > ilqttde per efiere madfcftoà 
tutti rincorali mio carisfimo jy ^grippa hit letto qttefle cofeprefio d mia 
tribunale, allegando non effer il dovere che fe gli fogliano li doni de ^impera- 
tore, fa egli qiteUo,& io itncora acciò di qua innari, non fi dia alla turba oc 
cafione aìema dtdifiordia t m eia fcuuo /eguagli ordini della fua religione. 
Tetrodo adunque corre fie in quello modo quelle cofe, che gli erano cornine fi 
fe,in modo che pia non fi poteffe fare cofe (imiliTriuò adunque il He^Agrtft 
pa Simone Cantara dei ponte ficato,e di motto creò Giona di vitina, impero' 
che lo efiflìmAuapìu, digno>alquaknong>à fu grato meucre tanta dignità, £ 
laqual wfafoppUcaua'dicendo.Tu certamente o alkgrandouddmio ha- 
t30re,refìitiiiSci ame dì propria uolontà queUn. dignità, benché Dianomi bah 
bla mai giudicato degno di effer p ontefice, pur efiendo una uolta ucilito de la 
ttolafacerdùtde,mi batta, imperoebe la prima uolta fon ptu degnamente ne 
Sito di quella, ebe bora dirama dehberktuerc tu atramente fe pur mi che 
uno più degno riceua queilo bonore,fappi o % che mio fratello d ogni pecca* 
tal più mondo appo dime, ìlqaalc può pht degnamente togliere quejlo hono* 
re, in qucftiparUmetiti il grippa laudando la uolontà di Gionajiede il 
pontificato a Mattbiafuo fratello * J(e molto tempo dipoi Marfo face effe 4 
*petrQtiio,ilqude gauernatux la Sorta, 



I 1 B R^O t{ 0 ?iO D E C I M 0. 

Quello che fece Agrippa cerca Sita t e ì Oeroplimìtanì,e ccr* 
m Boriti). Cap. F ih 

T\ t mandi Sila capitano del K" Agrippa <t quello del ànsie per In amie* 
\J umiàtia grande wcn (e ftfidaua , che fofse come egli bonorato , Impe* 
rò che in ogni fortuna gli era flato fedele,ne da li pericoli di quello mai ftewt 
partito, an^i era fiato con quello in gmtidiffìmc fatiche, &ia manìfeflì perì 
tsli, ne patina di ubidirgli legalmente, in modo che dimandando da quello 
grandinimi beneficfypareua efserefaflìdiafoglorificando fe ftefso con immé- 
fa arroganza, e ricordando fpefse mite allietati fede lacommutìe tri/liti* 
acciò moHrafte ilfludio } chc a l'bora barn a cerca tintilo, Facendo e^ti qfìo 
fpefse u<Ate,dimofltaua rimproucrarglì U rkeuuù bcnrfictjja onde iì Renoa 
pmte più apertamente tolerare la fiducia di quello, imperothe nonigrata 
in memoria delicattìui tempi, ne piace quello che fouentt mente rinfaccia lì 
benefici] che egli hafttto,Che dirò molte parolt?mentte the Sila provoca la sili 4 
ira del i^e fenati ragione lo [degna». tjk da quello non folamcniede laprc imput 
fetturapriuato^ma aneboram la patria incarcerato, Ma efsedoper ìllon^o SÌou«ei 
tempo mitigata la ira del bauendoft egli ridotto a memoria qnantefa 
thbc the egli baueafuflenuto per fe, gli rimcfse la colpa, equejìo nel giorno 
fisfììuo dehftia wiiuità,cfsendo tutti in grandìfjìma altegre\%a,commandl 
tbcSdaf'ofse reuocato,ebe andafse a mangi are [eco, non) acque egli il modo 
de taliberta,ilquale egli credetti clx fofse gin Fin a qiidlì,cbe fe %lt accollati* 
ito dicendo, ebe honoreil He mi ha chiamato, a quello dì t-be poche "di poi 
mipriucrà? Imperocbe non baferuato i primi bonari de la dimoiata dato- 
tiotie t poi che non ha celiato di ingiuriarmi. Con quale confidanza, e co quale 
Confcien^a uenhò a quello ? Da quanti mali l'ho liberato, in quanti pericoli 
fon io fiato p i'eruarlo t c!r acciò fofsc bonorato?Vcr tutte le quali cofe ho mt 
ritato t legami, etunaofcure prigione. Mai non mi dimenticherò di qtteflì m* 
lì. Quelle cafe me fono riferuatea memoria perle bùone operatìonì, audwa 
dopo la morte/Parlando quefìécofe ricbkdeux che fofsero dette al Ut Agrìp 
pasquale uedendo non potere quietarlo rimandò in prigione. Fece poi in- 
grippa lì muri di Gkrufalemme, i quali fono dintorno la noua città fabrica- 
thapHblichefptfefortifftmi di alte ^a t è dì larghete gli harìa fatti ìnefptt 
gnabili, [e Mar fò prendente de la Soria non bauefsc auifato Claudio Cefàre 
di quello, cbeftfacea , Verìlcbe hmendoftpenfato l'Imperatore che qu elio 
fi face fse per cagione dì rìbellarccommadò ad ^grippa che Uuafse mano da, 
tafabrica dcìmuri,ìlquatefubìto «fa conobbe queTtogiufìo non dotiere con- 



-„ùlmentedifpo,„ r HI 
gtam de taf un utta^n ninna cofafmiled re Herodz.QteUo banca una mite 

$ 3 «fiuta 



tot Ut .AVJlCrJÌTje Gtrp.AlCHZ 

4&<t<t e preparare i'fùpUtfte pernitiofo (en^a retcntìonc cà quellicbe hauea\ 
in odio^rapitt etintèBito deC,reó t <be de Giudei, efpeffe volte nobilitata le 
città di > sìraìiei,(dìficando con granfpefa de danari bagni, tbeatrì, tempre 
pgrlitbiima ne le città de Giudei ni rifece fabrica aUuuayie diede a gnelli d 
cuna fpéfa,dode poteffero bavere di tinello memoria, Ma ' cottami di ^Agripx 
f ranoman(ueti,confiriua fifnìli benefici) cerca tutti Fra ancora benigna uer 
fo ì fòrJ ftìerhdhmflwdo gncbota in quelli i doni delia fu* uohnt^eerek la 
Cua mte'mfyè bent^ao,& più prefi» inchinati a compatitone. Gli era molta 
grato iltt-rj jpefh in G&tifàktiKififiWiià ne la paterna puritane filami 
tà^on era aLnna giorno che non facefie uno falene facriffcia.fno ccrtobuo 
ma in GÌerufalernme,ebumato per nome SÌmone,Hquil era giudicato per fet 
tornente conofeere i leghimi eommadament'hchiawata la moltitudine vi cbie 
(a,e<fendo andato il l{e a Cefarea bebbe ardire accufarto , come nonda bene 
negì»!ÌO,ftad?do cbeH l{e fofìe vietato da l'entrare nel tempio.nel quale non 
è lesiti) (e nm a degli d entrare. Quelle eofe furono ferine al delprcfelto, 
come Simone haiica del so.. A tbora il 0g lo sbhmb éjjemh nei the atro, eh 
fece ledete appo fedite con filmi h pucenolmentèU dimandò, che egli dkeffb 
mite de quelle cofeche iui fi faeeanof opero cantra la legge ? hmtwto 
«fonai ÌÙÌ che cafa rifoderagli dìmAdau* perdonai litorali ifc pai placato ver 
za d'A- àqmllojhehimììoiìù patria crcdere,giudicando aneborata ma'ifuctudms 
Éfà* p h c gai e n tre a i the il furore , lo rim andò a e afa con malti doni fiutar aia, 
r r Vanendo etficonctfso afsaìcofea mttìihmtà penalmente i tatofìGUfk 
tenere htiiò uno tleam Mie e di favolare beitela ornm,c U anfiteatro fati* 
tà^Wwtffbefa aj^à anebora li bagni, et por tiebt co grandmi me «pere* 
vÓbcbbe ricetto a fàfì alami per farli belli e graduiti modo ebe egli tut te 
quefìe Mehrg^fttfrt abbodant emete. Celebrando egli nel the atro tfptt* 
mmM bìtred'ufte molti mufiu flnm^e diede abbondantemè'te nane ape 
re di ddctto.Ti? t'wfcbcatro dimottrò a tutti la /ha liberalità con moltitudt 
■ ne deftrimlitoriw olendo dare oiacere a lifpfttatari con il gra* numera 
de combattenti \ne hlrodufsc altri -joAittnbuendo in qitìfflàtH tutti qasW 
che h.mea per malignile doihe in<j«rfto modo gli efitngutfsc^l opera delta 
guerra f>fse un fallai d>. Ila pue.Ondcin quifo modo tutti furano efynW 
Detta mgnijìcmza dì Jgrippa,e della mirte fra. Cap. V 1 1 t. 

CElèbrrt queHì frenagli, andò .AgrippainTibenadeeitta di Gallici 
tfaegli tra À attii & malia hmareuoh , aiqtalc Henne U^ltoco \e 
di Comune, & OtmeforiSigerammof eolii dèlia -.Ammì a tifa&tyiàitd 
an^rtreonatia in Vanto Totemoniaco,& inftmefuo fratello HehJ ietfqua 
t e n iuea l imperia dì WS^ppante, con iq>iali hi bbe eg'i parlamenta molto 
fcVto dei ftéttiMp della amhitia in modo che diiaoflratni la fotigradefapt? 
HéteUSfì Mi realmente tt fatfàm ìfittài fWtt* ^''^ 



L 1 R H, 0 ì(O^OHnMO. 140 
tu Stf4*fv prt fidi Htt i fùria ueae . M* facendo ^grippa **VrB *** luomo 
di grandi iowr ire iv mam^etia tittigfanóò lontra quafi tìadijftttt . Fà 
tìù. Suityriscjpiò <■'■ re Mitri' to Marfojniperiubc-fedeiito ^grippa net 
MfandejnuitògtyailriKh U conciàia di libali, e tanta amicitia (abito 
H e ti ne in fo (pinone a M arf, jttJH ale et ale a , t he n on fufk u t He a 8$ ni tan- 
ta concordia de li Re» & j libito cemmanàò a etsfcttno, the rìtorwfktù al pro- 
prio regno, Qjetlo molto difpiacoue uà ^grippa t ilquale per età dmaine ini- 
mico di Marjo- Dipo i (pagliato M atthk de! pontificato w luogo fuosonflittà 
/jh. ertoti Eìiu n eo figli tifilo di Caniba ra . Haftcndoglì adunque compiuto anni spetti 
ti e "t i regno dì Giudea 7 uenne nella città Cefarea^quale prima chiamauaft ivh fat 
Torre distratasi*, & m celebro un (pentacolo in borirne di Ce fare per la fan " Co 
fallite tatlaqual ft ha venne la moltitudine ite tutti i nobili della proumtia , e Jai<a ' 
finalmente 1 baroni,! I fecondo giorno dell'i fpcttacoli, ueììii 0 delia lìola tefla 
! ta d intorno di argento,™ modo the il lauro era molto merauìgliofo,uenneat 
tbeatro nel far dtlgiorno,e nel tettar del fede , battendo i primi raggi la cbia- 
. ye^a de targt nto repeteùfìa rende- itnofptendare motto maratiìgtn>fa t e pan 
vofò a tbi loguardatfa y dipoigii Adulatori dittatigli noce fauorabittfkqualìa 
quello non pareuano buone per Li ueriià,imperocbe lo cbìamauano Dio , di- 
cendo. Stj a uoì fauórruote , imperoebe fé fin qua te babbiamo temuto come 
bnomo,già bura te uediamo effe re di fuperiare natura . J^on acchetò il He 
queste noci, ne riprefe le loro ìmpk parole. Ma poco dipoi rifgttardando uìde 
/opra la ftia tefia un atocco fedendo in una fui>cfopr*t il capo, e fibito iutefe 
efftr cagione de m-i{i,ilqualc gli era fiata di buono augurio Subito (ìpcnsòU. 
pafjìone della. morte,& bebbe un gran dolor di corpo, e rifguardada ìftto't a- 
triici,diff,io uoflro Dio già fono cafirctto a mutar natura, impcracbe fubho A g f ippa 
fon flato riprefò,quando bugiardi cbiamauano me Oh. lo ilquale era cbiama Alì 
to da noi immortale, bora fon condurrò atta morte. Bifogna coatentarfi delia [^Jì^' 
fmentia di DÌo,fiamo uifjuti bine t ma babbiamo dt foderato fama di beatiti! fo, 
diue.tìauendo egli dette qtteSl Cofc, era grandemente tuffato dal dolore. *Al* 
Ibora confre ta fà portato al rcgalpatagio , e f ubilo diuolgoffi la fama , ibe 
egli era per morire.Subitù tutti to le moglie e figliuoli giaced), fecondo la teg 
gc deUa pairia,ne li faccbi,pregauano Dìo per il He,< mpiendo li tutto di pian 
to e di gemito. Giacendo il /ì> net luogo più eminente della e* fa , guardò a haf 
fo e uìde quelli e fiere profìrari,ne ftp note egli dalle lagrime 1 6 tenere. ^£n%t 
fter molti giorni bebbe ti dolore del cor po,dalq nate efkndo con fumato ,m ri- 
di età d'anni 5 ^àifettìmo del -firn regnù,qnattro anni bauia regnato fono (\ 
Ce fare, con la uttorehìa di Filippo tre , il quariocan Hrrode,gtì altri t, e fo- 
le) Gkudi&taeUqualifinìitfm tmpcrio,& behbe la Giudea, Samaria,? Cefo 
rea 7 e au meni ò gra «demente ì tnbn 1 i del fuo Imperio . Tur tolfe egli ad im- 
pre Hit oda molti. Jmperocbe cjjìndo molto liberale dauamoltido-aacht li 

S 4. dima/i- 



DELIE ^T^TlCtUTU' GlVbUtCHZ 
dimà dava fen%a alcuno rispetto. Emendo la matte di quello incognita a ftp a 
palì,tonfpirarono infame Herode Rfidi T^egraponte, e prefetto di Tdchi eJ* 
amico del ammalarono uno certo drittone ftdelilfimù deminifirie 
Sila,ptrcbeera loro mimico, come fc lo commandafk il 

* Que Ue cofe che morto ^(grippa t accederono ad *Agripp* ìlpU 
gioitane, Cap* I X. 

Froge - T T^queflo modo effendo utffìtto il f^e ^grippa ,morì Ugnate , lafcio uno fi* 
sic 3" A XgUolo nomato *Agrippa,de anni dìcifette,etre figliole ;de Uguali vna che: 
irifP* > hauea nome Berenice , de anni fedecì "fi maritò io Herode fratello ài (ho pa- 
dre,le altre due erano ucrgìnì,Marìa e Orufilla. Maria de anni dieci ,l)r afil- 
la de fììMaria eri pmfffa da fuo padre ad Archelao figliolo di Cbtliia.Or» 
fida al figliolo di^ttuioebo Comagcfe R^fdquak fi cbiamatta EpìfancEfSc- 
do la morte dì ^igrippa mmftSUl a tatti ì Ce farine Sebafieni dimetkatì e 
beneficia dì qucUn,fi erro molti mali, befìcmiado gra detntte,e tt) vergogna il 
morto.Et ambi m i faldati, che ini crono , intranm in cafa e pigliarono le fi" 
gtioledd !\f utrginhc menarole a l'thwgbi difornìcatione , uergognadole co 
grande inìq»ità t e pia che non fi potrebbe dirc,cSmette«do atti multo (teiera 
tiftclebrmano coronati publici conuiti,onti diofigttento & oglto , fimìlmSte 
facrificaitano per la morte del Ueftfaceano l'itti t atfro conni ti. Era fi dì tutti 
catì no falò di ^Agrippa , il quale bauea donato molte eofc 3 ma anebora di fuo 
amlo Herode; ilquale bauea edificato qWe àttà,e infume portkbi, c tfpij c$ 
/gttp - molte fpffe . grippa figliolo del morto era al bora a [{orna & tra nodritQ 
f 111 da Lefa re. U l bora udìdo Claudio che ^Agrippa era morto, e che li Si bafìc- 
giùutì-. n ijg e f aY ftfì gii f MHe 4 ng f At t(fiàte ingiurie enfi morto, ne btbbegrl dolor e 9 
& era preparato di mandare fuo figliolo ^grippa faccette nel r(gno>Holcn 
db anebora co firmare la còfederatìene co quellO,cbe bauea co l padre t e cbla 
ma ti gli amici xonfenqllo,c bauea deliberato f^n del figliuolo, ilquale fotte 
lafua fede gli e?araccomandato,dimadando,tbe gii pan fk fife douejfefart 
qUo che bauea fe co penfato, onero non* l qnaìi,cosofcsuto t'animo di Ce fare j 
gli diedero ytt prude te co figlio , lodando certatnete ilpropcfta) de la fua be* 
nignità,tm diccuano la uolontà di quello ificr incantatili c'omettere m ta- 
to regno al fanciullo, ilquale non era anebora ufìito de la età putrtlc,ìmperò 
che non potrebbe governare un tato regno. Fedendo Cefare ebe quelli bauea 
c r ■ no bene parla to,madò gp ue rnat ore in Giudea,^ in lutto il regno Cufpio Fa 
ridi" è doypcr ilquale fatto honorò tgli anebora il morto,ne uotfe t ibc Morfo,ilqua* 
nunda- le gli era nmko t anàafJea quello rtgno.E tornado Claudio a Fado fopra itttt 
tohig iu i e cafe,che pttnìfec iCefarìenft y & ì Seba&enfhper le ingiurie , ebe baueuan» 
*"* fatto al morto, e comandò (he fufftro manda te in Tq(o) Squadre de Cefarìt 

fi t i 



L I B l^Q F 1 G E S t M 0. j^i 
faide Sebafiienfì,cbe mfvfiero foldati,e del numero de faldati Romani f eb<s , 
tra in Soria/ofkro eletti i faldati, iquaii (opplìffem nel luogo de quelli } ma 
per tale commandamento etti «on ft Hfiljèro mouere. Madado ambafeiatorc 
aClaudhfvpphearono di quefìo t t meritarono rejìare m Giudea, onde amba 
ra ne i tempi dipoi fur ono a giudei cagione de grandi mali togliendo netprin 
àpio ilfeme de t<t guerra fatto ptoro.Ver taquat cop.se/ tempo che Vefp&fia. 
no bebbe uittoria di loro quelli fi partirono di U come poco dipainarrcremo. 

il fine del libro decimonono . 

DI FLAVIO GIGSEFFO 

HI STORICO. HVOMO 

CLARISSIMO 
DELLE ANTICHITÀ' G I V D A I C H L 
X I 8 1^,0 V1GES1M0. 

Vela difeordìa fra Ghdtt e Filadelfi , & de la Jìola facci do* 
ule. Cap, J. 

SSE'QÙQ mortati Bgi/fgrìppa^ft come net preftdente li- 
bro habbUmo narrato l'imperatore Claudio mandò Caffio Lo 
gìtio fnccefforea Marfoptr fodisfarein quello a la memoria 
del defontB.Dal quale mette uinea era fiato pgato,the Mar* 
fo non fofje pre fidente ne l'affina; fra tanto bado effendo ue- 
nuto in Giudea ne l'alt rx^a dclgouerno throuò igiudei che habitanano ol- 
tre' l fiume efìcr e yi Cùntcntìone con li Fdadtlfiptr ì confini d'una uìlia cbia- 
tttata Meas;& quitti erano congregati molti armati ,i quali contra il noie- 
re di loro prim ali pigliando l'a m t ha u co n o ammazzato molto de / Filadel* 
fi. Jb he tuffi ndo Fudo s'adirà grandemente per non battere riferitalo al [ito 
gitiduio quelli , (he ft teneuano i jfi fi da i Filaddfi . Ma ejjer uenutifino a 
l'arme , itqitahprfjì tre principali di quella fedhkne tommandò che foffero 
legati t dipoi fece ammuTgare un certo di loro chiamato ^Antiba , pemet- 
tendo the gli altri diia tt Ama\ramao , ejr Eleazaro fuggiffe ro » Indi a pochi 
giorni fu prejò "Ptokmeo. capitano dei ladroni ilquale àgli ldnmei , & agli 

tdrabi 




jttahì molte ùoltf bauea fatto da/i«o,& menato a lui la condanno 4 m«rtr; 
©e * {faejto modo tutta In Giudea fu partii de ladri per Uprouiienùa,, & t 
fotieitudine di Fado . «ili bora (fuetto Fado chiamando tutti t fatti in ti , 
principali de Gurufilemwe It fe intendale che ripone fitta la nette r .; lare , 
& la Itola fm erdotaie de hqu aie flam^nte il pontefice fuol ue flit fi, nei ca-, 
fletto d '^.nto 'ita , actii) folk l'otto la potè Uà da Rimani fi come era prm® Ai 
tAhhe i giudei non af aro cantradire,ma ptegauano.Fado, & Longino, pera 
(he quella Longino era venuto in Gtcrufatem'iie con grande ejf-rcito dui/ita* 
da che la moltitudine di Giudi i non ficefìe reftttt\aa : cSmandamem dì Fa 
do,c t(.i Loro fupplkheuolintte dimaniauano che Ufciaffero mandare afnhz- 
fàatore a CUudto,atciò dimandatilo da quelfa.tbe ah ut fi? facer datile re. 
tn-tmjji in propria pottflà et effi afpcttafiero fin che riceutjjet 0 U rìfonfla dtt 
Claudio ; & eglino dinaro uoU rgti concedere questo con conditane che effi 
de/fero i loro figliuoli per oHaggiDct che conletando,^ dunio i figlioli furo 
no mandati gii *Ambafiatort,iquah giunti à Rgma itatfdo ^{grippa giauatie 
figliuolo del morto Re, la caufit deilaucnuta loro i iwpcrocbe fi trottali a ap- 
po Claudio fi come dtfòpra babbiamo detta,fupplkà aCcfare che cancedeffe 
a giudei quel che di mandai nano della uette facerdotak fervendone a Fado . 
chiamati adunque Claudio gli arnbafiiator't de giudei gli premere co cedere 
quanto dimandavano , & gli impofe che ringrattàffero degnamele ^grippa 
petti cui preghi gli conditela quella libertà . Ver ilebe fcriffè a Fado queila 
epiftda.cLudh Cefarc Germanico delia tribunitia potefìà^cìnque notte con 
fole, quattro ordinario dieci Imperatore, & padre della patria a gli preneipi 
di Gterufalemme a la corte, & al popolo Giudeo, 0- a tutte legecejilute.lt 
mio pìjljìmo jtgrìppa,tl{fuale io ho minto, & tengo appo me introducendo 
a me Uuofiri atnbafciatori t & ringratiadame ch'io bahbia cura della ttcflra 
gente } & {applicandomi co lommadeuotianei per la netta & corona factrdo 
ule tacciò rrtttno fotta la uoflra poterà, io conceda tutto quelh,chcmi è Ha 
tù dimadatOjfi come ilforti$fmò 1 & a me carisftmo Fitelttohafhtto.Veria 
ta io a quello ho confettato primieramente per la mia pietà auledo che eia feti 
no purga il fka culto fecondo ti paterni infìttati. ^Apprcfio fapendo che in far 
qmflo co -iferitarq, fa mplisft me amicate del Rg Hctodc, &• gel gion ane^An-. 
ìiobolojbuomìm p ot tttiisfìmÙDe i quali la pietà uerfo me conafco t & l'arno-^ 
re ucrfo noi , per quefia caufa ho fritto al mio procuratore Cufpio Fado ,i 
nomi di quelii,cbc portarono le lettere fon que^ii t C or netto Leone, Triphone 
dì Tbeodione,ùoroteo di T^atdi , & Giottan'l del Gioue pane,fcritta a Vinti 
vuo di Luglkytfìendo confolì l\ujjo , & Pompeio attuano : Hcrode *ncbora 
fratello del 8$ ^.grippa morto t atquale in quet,tempo parca fufìe commeffo 
ìt regna ili Calàdi s dimanda da Claudio Ce f ire la potè fi i del tempio , & la 
iìiwaùonc de ifacerdoti,& infame ottenne ogni cofai effo queflapO' 



L 1 ti \ 0 r r Z $ ì M 0. 14* 

f r4,l perMnnt li furti i /ìtóf fatinoli per inftn'a Ufi** de lagsetr* . Herodc 

édaitqxè rimilo Cantbar* $$9t$e*ton& ematiti [no lunette iofeph 
figlinola di Carni. '' 

Setta lisina Hclcna eomtftita al Gutdaìfim. Cap. 1 1, 

IN quei vivrà mlcn« dc S li ^diabeni,e y lfuo figliolo t^ate anda- 
rono a la (alenila de Giuàei,mo$pet tal cagione. Monaba^o re degl\A 
bcnialqualc fi cagnominaua lU\%co mamotato difua favella Heknala tolfe 
per mollìcci quale emendo grautda, i ecafeò che dar meda co ejSa , nel fanno 
pofe la [ita mano fopx<* il Mentre della donna ; & di [abito udì and noce che 
vii commSdm» eberhnoueffe la mano dal uentre,per n$ far daito atfanchtl 
tojlqtiate per ditti» [aitare danna battere princìpio » & fine ftlìcìffim > Ver 
laquatuoce conturbato,fabito le nandù fi nano quelle cofe a la moglie ,& na 
to ilftfilittolotgiipofe nome l%tite > & battendo di Helena un altro figlio mag~ 
giare 'chiamato Monabaxzp,tt a (tri figli di altre donne,niente di manco gra 
infimo amore portaua dd i%ate dtfidereuolmente quafift eoe fofìe flato uni 
genito . Ter laqitalcofa innate era invidiato , & odiato da i fratelli, per ciò 
che cìafcttna ft contriftauarferebe il padre ilproponeua a tulli. Ilche cono- 
fccndo manifestamente il padre, perdonò loro fapendo che ciò nonfaceuana. 
per malit'ia.Maperchc àafeuno deftderaua battere il fkuore del padre . Ma 
temendo molto de libate che non pafifìe qualche danno per l'odio de i fratelli 
it mandò con molti doni al caftello Va fino al l\e iitthennerigo > taccommm- 
dando a quello la falute del figliuolo , & ^ibennerigolo receuute volen- 
tieri, & per lo grande amore li-dette la f*a figliuola chiamala situato per 
moglie , & gli dette una prouincia da lacuale batteffea ricettere molti tribù* 
ti. Hor'efStndo già Monabalg? aggr aitato dala vecchiezza, ttyconofeedo 
che non traper ttiutre molto, ttolfe vedere fafpetto del figliuolo prima che ' 
mori)te,et chiìmfJoloa fe l'abbracciò amorettolmete.^AÌqnale anchora det 
te una prOHitìria chiamati; Carra,terra fertile d'amomo,nc laquale fi trotta 
no anch'jr a le reliquie de t'arca di^oi-, laqnate fi dice efien Hata Ubera* Tiiira 
t-a da le .scqucdel 'Ailttuìo,& fin' al dì boggi ft rtiofira a chiunque la uuol ue- fatile 
dcrc . ( Ipti adunque, habitaua in qxefìo paefe-, comandò ^.rtabano prati- An» 
t<- in G »dea, & credendo ale kggt Giudaiche , procurava conuertirft & ™° oue 
ferfuadc.id; non efiere perfetto Giudeo fenili fegno della circociftone era ^ qu j e 
apparecchiato anch'ira a fare qttcSìo. ìlcheconofcendola madre gtiel aie- dct'au 
tauadicetio effztft peri.tolo,perche efsendo l{" i'aequiHarcbbe l'ìttìmkìtia ca dì 
de m^itt jìtoi (oggetti, adempiendo te aliene falenmtcL ì &- ettranec a laftage ^ otl 
te.7<{" elUpatirebbonocbe fhpra tsft reguaffe un Giudeo. Qntfìe cofe dicen- 
doli la madre gite lo metà, del tutto, Ma tgU ri ferina quelle parole ad ^Ua- 
nìa t lUfiale dijfe ah ma.drc,& la minacciò , che fi non conjentijìe^ difubìt& 



BELLE jtWjlCtilTJ.' GìrDjtlCttl 
perirebbe .stetti difìe & la madre che dubitava che manifefìaua U empi di 
àò a tutti eglinonincorreflc in pericola delfupplida, liqitale fofìe Slato auto 
ite,& maettro di cofe impertinenti preffò al Kg. M bora (gli udendo qatfo 
parole vi fpofe che potrebbe fen^a il fegao de la cìrconciftone adorare tadtuinì 
tà fe delibcraffe cantina amen te ofie r uare prefio a [eie Giudaiche Uggi,& q 
Ho effere più firn ro che cìrcon rider fi: & Dioù perdona rebbe no facendo que 
Ho per rteccfità 1 & per paura dei uafdli.atbt>ra Adunque il B$ amdefafe 
a queflo parlare. Ma dopo quello egli non bauenda cefiato delfuo deftdcm > 
insita un certo Giudeo,ilquale ueniua da la Galilea chiamato mela?garo,et 
hot e ittttrutto ne le paterne kggh per adempire il negotio de la cheociftane, 
llquale entra ndo ad cffòigr trottandolo che leggera le leggi di Mafe;\an fai 
diffìiO %e gli fiatati di Mofe,&per queìlo pare che facci ingiuria a Dio,im* 
però che non follmente ti i mecfiario legger c,ma per principalmente ri con- 
viene fare quelle cofe che fon commandatc,quanto tempo Hai ferina la circo 
tifione > per niente fei conofeiuto ubidiente a le leggi-Ma feancìiora non hai 
tetto la leggepcrfapere,per qual caufaft facci qucho f leggila addefio , Q*e- 
fl fio udendo il t{c non comportò che fi diffìrifeptu.Ma tratferitoft ad un'altra 
11 cafa, & chiamato il medico eflequì quel che gli era e ommandato . ^l'bora 
.chiamato la madre,et il dottore Jlnauia gli manifettò il fatto ,i quali difubi 
to furono foprapreft da no mtgart timor e,acciò che U co fa a tutti manifefl* 
ta , il non incorrere in pericolo di efser cacciatOitton potendo ì fogge t ti che 
ttti'lìitomo cultore de efirano Dhfopr* de loro regmfk, & egli infittite nopa 
tifserv pericolo,qu*ft che pare fse loro e f sere flati amori di tal cofi.M* iddio 
eraprefente che non permìfe la lor paura baiter effetto . tmperoche efsendo 
più uoheincorfo molti pericoli , & l^te, &ìfuoi figliuoli , egli da legraui 
an^uflie lo Uberò, & gli concedette i doni di falute,mofìrandoli che non fard- 
tolto il fratto de la pietà a quelli,che a lui rifguardato,& a lui filo credono. 
Ma quette cofe cfp&rrcmo poi, Helena adunque madre dil Heucdendo che il 
lìepacìjtcamentegouernaitai&che'lfuo figliuolo era beato, & per diurna 
prouidenza più d ogni altra gete religio fa,gli uenne defiderio di ucderelacit 
ta di Gierufalemme- t & adorare nel tempi» famofi{jìmo appo tutti gli bua* 
mini,&'w offe *ife oSlie pacifiche. Dal cbefopplicò al figliuolo , a la cui pe- 
ti tione egli conferendo, & preparandogli una gm prouifi me per io cami- 
>i'j, & dandogli molti denari » difeefi in Gierufatemme accompagnandola an 
ebora il fatinole per una gran parte M camino , ta cui venuta a [bora fu 
molto utile a GÌerofolimitani,imperò che efsetido hi lor citta in grande penu 
ria in tanto che molti erano morti di fame. Helena i^'ma mandò alcuni de 
fucili ni ne la città d'Mcfiandr'ta per t operare grano con U{uoi denari t et 
altri a Cipro per portare fichi fecch 'hper maggior abbondanza, i quali ritor* 
nati con quitte mtouaglic efsa Ufparti a bifógnoft . Terilcbe lafciò a la n» 



L 1 S i\0 V 1 G E S I MO. j A} 
firn gente um ^randiffima memoria de fitti benefit . U cut figliuòli 
te udendo queìiajfàme mondi grandi denari ai primati di Gierufalemme , 
& altri m »UÌ kmfisij qucfti Tremipi fecero a la noSlra citta, i quali efpU- 
caremo poL 

De li fmi& morte del ^ T%ate, , _ „ C fP- 

Amkmù^edeiVartbirentendot Satrapi efiergh ntmia,gmdito cf- 
ft i-li mal fi™™ lo Bare cone(fi.Terilehe deliberi andarfene al^e It& 
te confidando fi dì ritrovar filate appo quello^ co fi poter tornare «1 propri* 
regno aliando adunque cerca mille buominìfraparenti, & amici , utne d 
i^p I%4tttChe effo apertamente conofcendo,ma Izate non battendo dama co 
ttofeemm d'<Artabatia,ritrouandoto ne la ftrada, &fladovi innan^glifece ArcaL*- 
prima riverenza fecondo il cofiume della p«trh,dipoi ò %£,difie,no uolerdi- «° chic 
fp r ( ezjare me tuo fef nitore, nemaco contro infuperbati dfopplicbeuole, ìm- <j e * iuro 
peri che per là mutatìone delle cofe fatto miftro,effettdo dì % ch'io e radine zatc 
nutchnow) priitatr>,dM a ndo il tuo fattore. Sifguarda tincofìazjt. della far 
tuna, &, Cappi qu etU eflcre comune et che per battere fintile for^a fopra tu s 
foimperò ebefe tu mi difpre^erai fenza ucndicarmi,fatatio molti più onda 
ci àncbora tterfog'i altri Re.Q>tefl.e cofe adunque Ar tubavo diceva con la- 
grirnc,lcne4oli itfla ìm binata in terrazzate poi che fasti il fuo nome,et ne 
dSdùfi irsS^i AiUibano fopplkbcttole,fcefofubito dacanallo,c<>fidate diffe ò 
J{e,neti confondi laprefente fortm^a . Impcrocbe predio lafcieraiil duolo t 
perche me trotterai amico,&defcnforepitt ebeiipenfi. Imperochc,o(benit 
regno da i Varlbitì confiitnirò He un'altra nolta,o neramente nel mìo.Deito 
qucflo fe caualcare ^.r ubano , & ejfo fùguitta a piedi facendoli bonore , fi 
tome a l\e maggiore . Vedendo adunque quefìo jlrtabano tifarne male,& 
per lo fuo honore,& per laprefente fortunagiurò ch'egli fmontarebbe fe effo 
non rimontafse a cavallo^ andafse innanzi.**. Ibora eglifaledo a cauallo 
& condttundòlo al fuo regni palagio lì fece ogni bonore • uolotitierì, e nel fe- 
dere, & ne li contatigli detteli primo luogo } non defiderande lo pre fonte fta- 
to, malafitta priftina dignità ,& molte ttolte lo confolò con ragione, per- 
che le m utatìonì delia fortuna fono comuni a tuttigli buotnini Et fi rifse a gli 
Tartbi persuadendogli cb'aecttafsero per i\e jirtabano, fmettc'dogli che egli 
non fi raccordarebbe delle cofepafsate fattecontra d'efso, & infieme dadolì 
giuramento Ma i Tartbi non ntgattano dì volerlo , peri dicevano non poter 
hauerlo per 8g , perche baueano già fatto prencipc Cinamo , aecìocbe forfè 
nonfofse di fioràia fra efft.Conafwido Citiamo la loro volontà commandò che 
fenifse .A riabituo a ricevere il proprio regno.jtlqttalt neramente ^drtaba 
no ritornò, tr Citiamogli uenrtc incontro adorandolo , ep 1 infieme chiaman- 
dolo fii leuandofi la corona del fuo capagliela pnofe in teita , Co fi adunque/ 
binavano per tniT^p d izatn di nuovo ricupero itregno,del quale per ti [mi ■ 
* * Satrapi 



DELLE UtirrCHIT^f Girb^lCtiÈ 

Satrapi fu priuato, mft [cordò li ritenuti benefici}. Ma refe adiate gran 
dtmiimperùche egli tfcefje a fare lathiaratetta et lì concefie dormir? net Ut 
$o (foro, nel quale follmente aiBgdcì Tartbiè lecito dorthire>t>r gli dette 
magrandiff>wa,& ottima regione del E/ d'Urmenìa chiamato t^'^he , ne 
laquale primieramente fecero la città d\Antiochia, lacuale Migdtum cbia-. 
marohO.Conqueftt doni adunque fit bonorato iTjttc dal He'Vartlfi , indi 
a poco tempo ^Artabano tafeìà il J^egflo al figliuolo Bardana illude nettata 
adiate ilperfuadeua chegH def]e a iuta per combattere contro i Bgma si,af 
quale pure non puote per [uadere , Imperoche fapendo Itatela potè ntìa y fy 
Barda- profferita de Bimani, efftfUtnam egli tentare guerre impoffsbiti,okra di que 
no mó- g Q bauendo mandato cinque figliu oli glouanì d'età per imparare perfittamt' 
tasi e!" re ^ ti tì £ Ha $SP de '* voiira patria,& gl'eruditi ammaekramenti.Et la ma* 
roani, dre anebora per adorare al tempio fi come babbiamo detto* era negligente a 
guerreggiare,^ molte uolte probibiua Bardano^narrandolila forteti de 
ì^omani,credcndoftfpauentarlopcrfimìteparoleiaccià cefìaffe dal defiderio 
di combattere contro Bimani . Ter queflo adunque adirato il i\e de i Tartbi 
di fub'tto pronunciò la guerra contro d'Irate. Ma in quefio non hebbe utilità 
aleana,annullando cioè Dìolafua (peran^a . Imperoche conofecndoi Tar- 
tbi la ttolotità di Bardano c'hattett deliberato di fare guerra co tra Rjmaniiìt 
rou in a rono, & dettero il regno al fuo germano Cofano ■ *A cui anchora ìn- 
di a poco tempo per tradimento ne le cofe immane effondagli tohotfutccdcte 
il fratello yologcfcjlqnate a dai fuoi germani d'un mede fimo padre dette po 
teftà t a "Pacar o pia attempato [opra ì Medh& a Thidatepiii giomtncfopra 
Mono- gl'armeni . MonebaTgo adunque fratello del He infieme con lì fuoi parenti 
ba™ fi adendo per l'Yale per lo finccro culto ckehaxeua uerfo Dio efìer fbpra tutti 
fa Cui- gl'adi buomini ecceUente,uenne defulcrio anchora ad efji d' abbandonare 
M " i paterni cottami , & d'obedire a le Giudaiche folennitadì - 1 quali appo- 
giato fu mcn grato a i foggettÌ t & in queSio [degnati i principali , l'ira certa* 
■ meste refrenauanoafpettando opportuno tempo per far uettdetta d'efft.Ter 
ilebe feriffero ad jlhia Bg dell'Arabia promettendoli ma gran copia di de- 
nari ,ft contro il l{e loro mouejìeum gran guerra, & infame gli promfero 
tfft anchora abbandonarlo nel primo afìalto , Uqaale uoteuanoper odio per* 
che bauea abbandonato il culto loro, che fit Ceffi la penittntia,Permatc adttn 
qite quelle parole co'lgiuramento il fi[c de l'Arabia con grande efjercìtottcn- 
tie ad l%ate,^ll'bora nel primo ajfalto prima che sauìcinaffcro,dateÌtfegna 
tutti fi comcfofjèro legati con una corda abbandonarono I^ate, et nottate le 
o fpnUc agli inimici fuggirono . T^on per quello ft fpauemo innate, ma cono* 
' di*! fa'tóo tbtt' eonfiglh del tradimento fu fatto dai primati, fi partì dio efier 
cito,& ricercando la caufa poi che conobbe la connenùonc fatta con gli Àr$ 
li , dette morte a lì autori, & il feguente giorno affai tati gli inimici > n'am- 

ma 1 ^ 



ria 
tate 



L I B H.0 r t G E S 1 M Qì 144 
ynaT^ parecchi, & in tutti inficine lo fece fuggire. Et perfegttldo itl^e lo ri% 
cffistfe in un certo cajìello chiamato ^Ar f ano s dotie pure co gran contrago pre 
■»alfc>& prcfe lo calìclto,nan ritrattando aiuo il I\* ^idia , imperoche band 
ttmz-^ntofe He{fo,pigliddo tutta la preda Jaquale in cfo pareut efiere am 
ptisftfna,fe ne marnò alpaefideglì >Adìabcni. T^el prim a sformo lì princìpi 
li de gli jtdiabeni non potendo contraporftal t dandoli ci&k Dio in fitti po* 
tefià, j!^c a l bora pure ft uolfero quietare . Ma fcriffero a fologefe flgdei 
T^rti pregandolo che deffe morte ad J^ate y & li eonftitu'tjfc miprencìpe del 
Ingente de i Vanbìdtdendo loro batter m odio il proprio 8g,ìlqual banca de- 
ttsittto le leggi detta patria,<& feruaua le aliene, Vdedo quefio H dei Tot 
tbift muffe a farguerta.Et non battendo giuHa cagione delia gtierra } liricer* 
' còli dati bonari dd padre, & refittendo lì minacaam guerra, Ucbs udendo 
I%stcft turbo grandemente, & recaìtdofiatiergogtsafeperpaura li ritorna f 
fé li ricevuti bonori/apcndo oltre a ciò chefe bène gli cedeffe, il % de i Pjk- 
tln non eeffatebbe di fidi guerra deliberò dicommi'iiare a Dio governatore 
di tutte le iofe , ì pencoli de l anima fan, & giudicando d hatt&'o per un 
de auftliatorefalaò ifigliuoli,& le moglì t ne i luoghi forthftmi,& tp/fgrego" 
Hi abbondanza dì fermento , fieno , & altre cofe nece fatte . E fitto qncfo 
afpettavala venuta de gli inimici. Hora acuendo il l{e de Tur t hi con malt* 
forteti* delfuo efferato dbuominl apiedifuifteme, a & cauallo,cjr cangia 
de udociài facendo vn Hallo circa tifarne che terminai laproaincta dè~gli 
Medi, & de gli ^Adìabenì t l%ate anchora puofe il campo non molto dtfeo- 
ftp da anello , bauendo preffo a fe quaft fei mila causili. Fatto queRo nanne 
hii meff'o ad l^att mandato dal l\e de i Varlbì per conofeere egli la ftotènwt 
loro come dal fiume Eufrate per fino a i termini de Rat tri ventilano dicendoli 
anchùrn the fecoft trottano gl'altri Kg inferiorì,minacciado infieme che /»« 
te porterebbe la pena per effere ingrato al fuo ftgnorc, da le cui mani, neon* 
chori Dìo,itqaaleegli adorava potrebbe liberarlo , dette aittjU coofe il mef* 
fa,nfpofe frate, egli certamente conofeere l'effercito de "Parchi molto piagai 
glìardo del fuo.Epure da Capere che Dìo è più potente de tut tìgli bwmtnt . 
Et data qucfla rìfpofla ft puofe a fopplicare Dìo profìrato a terra t & fparg^- 
do la cenere fopra del capo infume coni figliuoli, & le mogli degimò' Invocò 1 
daD'to t & dktnio.SÌgtìoredd tuttofi non indarno mi fonfottopofb alla un 
dignità, & gìttH timone bo conofeiato te fola efjir primo. Signore de tutti, 
mettimi in atta non folamentc ptr vendicarti de gl'inimici per me. Ma perche 
antbora con tmpìa preformane hanno parlato mura la tua hìHu . llqnale a 
qucflo modo grandemente pìangendo,con lagrime fopp'Jcaita, Iddio difubitv 
traudite il fita prego f ìmpcrothe in quetlunatft rologefe ricettate lettere , 
Uellequali era feruta che i Ùaci, & Saci difprezgando la fa* affé ntia, con g* 
gl'iarda miao tratto uemù per afUffi/tare la pmiwa dei Tartbi. Ver 



DELLE jt^TlCniTA' GIVVA1CKT. 
Ucbe non facendo ahro y uit altra mica terno indietro , & coft l^ateper ditti 
na prouidentafeampò leminack del de VartbL Indi a paco tettilo fìuktt 
do cinquanta annidi fu a età, & ttmtìquattto del regno, lafciando uinti* 
quattro figliuoli mafibì,& uìntiqttattrofemine mori,& commandò chefuc- 
cedefie alregno il fuo fratello. Monoba^p, recompenfanddi , perche lafax 
anemia dòpo la morte del padre glbanea confermato il regno fedelmente . La 
W madre tìekna adita la morte del figlinolo s'attrifìò grandemente quan* 
io puote mrìtiarfe ma madre che pareua batter perfo Hnfapttnifimo figlio ' 
Udiente di manco fi confilo ttedendo che la fucceffwic dei regno era perte* 
nuta al fuo maggior figliuolo.^ cui ancbofiajjìcttaua d'andare, &ucnuta 
al paefe degl\4disbenì non utfSe molto tempo pht dd figliuolo Hate . Ma 
Monabrz^o l'ofìadellamadreinftemey & dd fratello mandando commado 
che fofjero ftpeliteìn Gierufalemme ne lefepolturefpedofc , tequali bauea 
fatto fare la madre tre fladij lontano da Gierufaleme. Mora tutto quelhythe 
nel tempo della fua tiita fece Manchamo écbkr ermo poi. 



Del mgromanteTheùd&ì&falfo profeta. Cap. I III. 



m: 



Elitre adunque che Fadogouernauala prouintia della Giudea un ter 
m*.to tiigromante chiamato Tbeoda perfftafc il popolo molte cofe , accio • 
che pttjc le proprie fkcultd lo feguitaffero al fiume Giordane, affermando f è 
Beffo e fiere profcta,& che fpar t'irebbe il fiume col fuo eommandameiaper 
pittar loro più facilmente. Dicendo adunque queHo ingannò molti, 
mifero pure Fado, ch'eglino mniffhoal'efperien^a delfw faperc,m* dtfubt 
tornando la compagnia de huomini a cavallo , laquale arrmandoftfopra m 
& ta(broit$a riammali} molti , & molti prefe uw,e pigliato e io Theoda 
li tagliarono h tetòt . Wj$c afe «dunque attennero t giudei nel tempo the 
Fada era pre fidente nel loro paefe. 

DeltfiglìuolìdiGiudaGalUeo. Cap. 'fi g 

HQra uennefucceffore a Fido Tiberio Mcffanlro figlivi d Me fiandra 
ilquale 'anchora faprcncipedclfalein ^.ìeffaitdm , Operando tutti 
gli Meàndriniin nobiltà^ riccbe^> t & migliore anchora nel diuin cul- 
to del fìglklojcbe in nero egli nonpermanctte ne le paterne fdcnmtd. i\el 
tempo di quefii adunque fu quella grandìffimaf*mc } qitanio aneboraURei 
na Heletta co nan numero de dinari comprato ilformcto da l Frittolo fpar 
tìabifo">iQftjtcomebabbiamo detto,& oltre aquefìo commaio Jkfladro 
tbcfofero crocido Gioatobo, & Simone figliuoli di Giuda GaltUo.iqualift 
sfittano ài leuarc il popolo da la pottfìà de Bimani folto di Circntopreft 
ifi della giudea^ iénti difopm diémmt Herode % della Calàdi* remof 



fa Cioftpb dalpontefìediofe /'accedere Anania dì 'hfibìdeo . Hor « Tibet tè 
^ilefìaudro funedete Cu morosi tatuiti grò ite fratello detm ^Agrjppa tna§ 
giare tettano, anno del imperio diClaudio,itqnde Ufìò tre figlioli) ^Arfflobo 
iojlqtiaie beòbe delia prima mogtie t et di Beroniee figliola del fratello Beroni 
(iano } e Hircano t ìl cai regnò l'imperatore Claudio dette al gioitane ^grippa. 
Della feétione fatta ne i giorni Tafcali per l'impendentia. 
d'un fottuto. Cap. FL 

Accadendo dunque la feditone ne In città di Gierufatemme $ mentre Cu Sediti*. 
mano Baua in Giudea net governo delle cofe t molti Giudei furono am* ne. 
ma^jrati.Ma primieramente narrerò la. càufa y percbe quelle tale cofe attvm 
ro.^iuicinandofi la feSìiu Uà pafcale,ne lacuale habbiamoper cofiume affai 
re l*a-zjmo y coniorrendo il popolo a quefìa feUìuiti d ogni parte. Temendo Cu 
mmOfche perla moltitudine non accade jfe qualche tumulto,o difìurbo com* 
piando che li faldati, fatti w fquadrone d'arma ti fle fiero pre fio ai portico del 
tempio, ùicciò che fecafo qualche cofanafecffn uictafhro il dithirho di tu- 
multuanti II che anchor agli antea fori prefidenti della Giudea in jìmilifefìi 
mtàfhceUano.Hor pacato il quarto giorno di quella folenita t un certo faida* 
to [copri li fuai membri genitali^ U demoHraua al popolo, il che loro ueden 
do s'accefero in ira, in furore dicendo la uergogna non c/fere fatta ade$ t 
ma c«rj Dio e fiere fatta l'impìetà^et alcuni pttt proteru't bejìemmtauano Cu 
mano affermando il faldato tjje-rmttndato da lui. Qvcfìù udendo Cumano fu 
egliancbora matto proitocato.tycnte di manco efhrtaua loro che fi qutetaf- 
ftro delia f jdicione pi r non eccita re difltt rbone la f fìiu ita . Ma non potendo 
perfuadtre forcanti pitt accendendo/i a le biflemmie commandò the tutti i 
faldati pigliale l'arme adontatila conueneffera; perciò cbeqmfii, era Un ca- 
Hello,ft carne babbiamo detto foprapojio al tempio. Hor vedendo la moltitu- 
dine che li faldati iui fi congregavano fpauentata cominciò a fuggire, & ere 
dcndvefsereperfeguitati da faldati per tiretti paffi fuggendo furono oppreffi, Flir °n° 
& tnfìeme cofrontati n ammalarono maltinti quale eoflitto furonomme Am:iZ1 * 

'legr 

ititi 

amhora queflo pianto cefiatoìcbè un'altro di nono $ jtyràHÌncj^wto 
alctini t d} erano fcampm da quel ttimuka.eftendo lontanati da Ut cittàquaft 
cento ftadtj,caminatidopcr lafirada maefìra f et incontrando Stepbano fema 
di C efare lo fagliarono a modo de ladronìjubbandali ogni cofanetto udiri 
do Cumanoiéfubito mandò t fotdati } commandatid<>U che afsjfinafsero le ni* 
cme ni!k,& che mena fiero ad efso i principali legati.Fatta adjtnque U rotti 
na un ceno faldata, ir ouada {eleggi di Moifein una certa ttitla, mime quel 
te nclcojpeuo di tutti le fquarciò,improitcrandogli moli; conMt^&brflcm* 
we.Ucne ttedeUo 1 Gìudeimlti infime adunati uenntro inCefarca. Impera 

t the 



D ELLE WHTICHlT^i" GtFT)^iCttE 
che intera Cutnano,atUÌ difero che esli doueua uendicare non ef}i , ma Dìo , 
\Auìiupcrìo del quale parca che queste cofe erano fatte t et cb ceffi erano p 
uìuere pi» uedendo trattare tt qticflo modo le paterne leggi.Hor temendo Cu 
mano che il popolo un'altra natta non fu fòt afte tumulto per fitafo dagli attui 
tif e per coltre con l'aceti a quel faldato che basica fktto ingiuria a le lcggi,& 
tofi Iettò toccatane de ia feconda feditone . - 

altra feditione nata fra Samaritani & ì Giudei Cap, VII. 
Se J ìt Lo TX Opò quejìo adunque nacque difeardìa fra i Samaritani, et i Giudei per 
n * . Mutate cagione. Haueano per tolìume iCalileì ne i tempi fcttìui eouenire 
fon tra " i*f aHta ttttd t & pagare per la SamarìaMor'una unita p affido f una ter- 
Simari U ittita chiamata Girai puf la fra ta Sa marta t et U tapina grandtfìimi, ccr- 
ti moni doli guerra ammusarono molli di quitti udelo i principali de la Ga 
iUea quel che era accaduto ttennero a Cumini pregandolo che inueflìgaffe ite 
la morte de gl' anwaicjjiUma quello pagato da li Sanurìtan'tn'ócurl di far 
q$o,*A l'hora i Galilei dolendoci incitarono ta moltitudine de Giudei a pìgli i 
re l'4rmct& d di firn fare la loro liberi à,dicendo tfsere am.iriffima feriti tàtCt 
ìtfopportabili le ingiurie ìnfmili taft no difender fi, M a i primati loro uolen 
doti reprimere promettendoli che Cttmanofarebc la venduta, etft montani 
te rccitfando,preferolarme,& pigliando in loro aita Eleazaro di D'tneo,qux 
te per motti anntbaueua rubbato ne i monfhabrugiarono alcune utile de Sa- 
m irìtanu & ogni cofa rtibbarona ìkhc uedmdo Cumino pigliado U zompa* 
mia de Sebafìent & qu.ittro ordini d buomini a pioli facendo infume ar na- 
te feco i Samaritani uenne cotra Gìudei t et ne Faftdtù n'ammalo parecchi 
& molti prefe uitti.lt or udendo ì primati di Gicruf flemme dì parttado, pari 
tnete t & d bonore, a qua ta gride piUmttà era nenutì ueUìtì di fuco fair 
do la cenere fopra ì loro capitfstpplkaua.no qtli, che haueano fattoreftfìc^a 
che al tutto ft qitìetafserotwettedoti binatigli occhi la futura rouina del f- 
pfio pacfe,& che il tempio parimele farebbe abrugiato, et ia futura captiti 
tà dimogli 1 & figlioli & p queilo liprcgauano,ihe mutata fantafta , & là- 
fetale V arme ft quie taf sere, & per l' auenirc fe ne ritorna fsero ale proprie cu 
fe t dkUolì adunque qlofi quietarono 3 de t quali altri ft partirono. Ha ti ladro 
ni andarono a i luoghi frcuri,& da qui ittita la Giudea fu piena di latrotmu. 
De la difccnfione de Giudei con Samaritani. Cap. ^ lìl ' 

VEnutili principili dei Samaritani a tfittìiidio Quadrato prendente 
de la >Asfiria,it qualcìn quel tempo ft trouaua in Tiro , accufarono li 
Giudei the haueano afsasftnato y tt abrugiato le loro uìlUjdr diccuano nota 
to dotti fi toro di quel che haueano patito^ttato p bavere loro dìfpre?X4to 
la poterà de ti$mai\i>d etti giù dich detteno ricorrere per t battuto danno che 
bauefscropfitHo.Ma adefsoft come no haue fsero giudici Immani, esft da per 
{aro furono qsttUe mftiptr il che domàdaxano cbcfsfacefsc ucdctta.J-qw 



I 1 B J^O F 1 G È S 1 M 0 : 146 
fio nitido adtique fi lamttauano ti Samaritani. Ma ì Giudei dicevano t Santa 
titani efferenti autori de U fcditi&nc ,& de la tilt ?& principafaiì'te t urna 
ito, Uqn.de corrotto con detti no mlefle Editare la marte degl'ammansiti. 
Quadrato adunque bauendoiì uditoci ferì ilgìudichdice»do,the egli aU'bo 
ra darebbe ta fentcntia quandoché ucnuto in Giudea baurfjì fottilmente'm 
uefìigato la uerìtà: fimeel& fette tcnauano fen%a battere fitta minte . In 
dia poco tempo Quadrato mane in la Samaria,doue udendo fautore ih la ft 
ditione r & trottando alcuni de li Samaritani, & de ti giudei difcoli , & indt- 
fcìpllnati li crocifi[Jè,ì quali C umana altea tenuto pregioni, d'onde ucnUdo ad 
maceria uiila chiamata Stda,nan malto minore d'una città fedUa nel trìb* 
naie, & un'altra uolta ttdedo ti Samaritani , inrefe da un certo Samaritana 
qualmttc un dei primi de la Giudea chiamata Port<>,eJr quattro altri gioita 
ni feco baueano perfttàfo tlpopoLo eh: ft ribetlaffc da la potetti de Hptnanì t et 
qltì amberà Quadrata comandò che fodero morti,ér legata il pont efice *dntt 
nia t & Amiamo maefiro li maU a Hama, accìocbe rédeffiro ragione a Ciati 
. dio Ce fare de le cofe accada t e, & cfaìundò a ti principati de li Samarìtant,et 
4e li Giudei infume, & a Cumino &• al tribuno ebumato Celere,^ al j> bi- 
bita t ore de le u'tolMe,cbe andafjìro a l'itnpefatortp ere/fere udite fra loro te 
querele de l una >$• l'altra parte. Et egli temido che la Moltitudine di giuda 
non concìtaffe un'altra uolta fedìtionc, «enne in Gierufalcntc &■ ritrouò che 
ta cituì era in pace,& cctcbraua'a Dio la folitaft ftittita.. Confidando aduli 
que che eltinon fufeitarebbono dijìurbo a!cuno,Ujfmdoli in la fijliuitd ritar 
nò i» tsfutiocbia.Hor C umano & ifuoi copagni,0- anchora. i principati de i 
Samaritani uenuii a ftyma bebbera da l'imperatore un giorno determinato 
nel quale efplicaffcro le caufe de te loro quefiioni. HaueuanoCumano,et li Sa 
maritarti itfauorede i libertini di Cefare,ejr parimente de ifuoi amici » Ter 
ilebe citi harebbono potuto preuatere cantra de i Giudei, fe 'Igiouane Jtgrip* 
mrtiuandafi In %ama& udendo li principali de li giudei e fiere opprefjìnon 
baue/fefopplicheuotmetue pregato la moglie de l'imperatore vigripìn* che 
ffuadcfie al marito t che udendo decentemìte con ta [olita fua gìkfiì ila puniffe 
gt autori de lafedhìone . Claudio adunque moffo per quefìi preghi udendo la 
caufa,& conoscendo li Samaritani e/fere flati amori de limali, comadà the 
quetlhibe erano uemtti a luì foflero morti, & mandò in e§ilioCnmtna,etca 
mandò che' il tribuno Celere fojìe menato in Gierufatemme , & netcofpett» 
de tutti fofìefirafsinata, & lacerata per tuttala città. 

Dei gìouane ^grippa , a cui fu data da Cefare ta tetrarchia dì 
Filippo ,&dete altre regioni difendo Tre fidente 
Felice. Cap. i X. 

M^tniò ClaudbtF elice fratello di Taltante pn fidente , iti Giudea , il- r eI '« 
qnét haueffe a governare le cofe nel paefede [a Giudea , &bauen- P 10 !' 0 " 
Wtì amplio il decimo anso del futi prencipato, dette ad .Agripa ta tetrarchìa ci^l 

T 2 di Fi* 



D'ELLE HITof' Cl^hjtlCVft 

diEÌUpp9,etU Battanea,& Traconitide infime l'aggiunfeto ^belajaqua 
k erafktta delia tetrarchia di LÌfania,& leggìi ia Caldèa , doue età Hata 
prefitte quattro anni.Hor'^Agrippa ritenuto il dotto de Ce fare dette fan fo* 
retta Dr afilla ad ^4zja<%p Bgde gli Emeft per moglie, uvhndofi cinonddir^ 
le cai no^ge refutòEpìpbane figliolo dei B\p Antioco nouoledo figtthelegia 
dakbe folenttità, beche haueffe promeffo al padre di fare quefìo,tt date Ma 
ria ad Archelao figliolo di Cbelicìa , a. cui era fiata fpo fata prima da fìtopa- 
dre ^grippa, ai quali nacque una figliola chiamata Birenke. Hor le. no-^t 
fatte fra Drufilla ì & ^A^ia^o non paffarono molti giorni the ftfcìolferoper 
tal cditfa , Pentito Felice gouernatore detta giudea , uedendo quefia jùpetarc 
tutte le altre danne in bttk'ZQi 1 s'innamorò di lei, & madatolì un certo gin 
deocbìamato Simone fuo amico di natiane Ciprio, & nigromante,la perftttt 
dea the abai;dotiatoilmarito,pigli(ifie lu^promettendolicbe farebbe beata 
fenoàifprefgaffe lefue no^e,la quale noti già che facefje beneuoledo fug' 
gite l'inuidia detta fonila Berenice per la fua bt&rzga condefiefe a fupcrare 
le paterne folennità,& fegttì lenone di F elice ,drl quale battuto un figliuc* 
IWÌ Ha l° H chiamò grippa , Ma in che modo quefìo gioitane eoa la moglie per lo 
fi mari, incendio del nutrite Vi Junk nei tempi di Tito Imperatore petìf}e,e efplkhe- 
ta a Idi remo poi , Ber onice dopo U morte d'Uerode,tlquale era Flato fuo marito ejr 
CCm fio, uìdusta lo ngo tempo fpa rfa la fama che dormiua col fra tetto perf ia fe ■ 
TolcmoticRr dt Ila Licia che eìnoncifo la togliere per moglie , cofi penfaua 
potere fare p^kfc le falfe calumnie, & Tolemone l'accettò , marinamente 
per lefue ria. btytfc . Tion molto pure dopo le loro neyge durato. Ma Bere- 
nice per lafouercbia lafciuìa t come dìcenano t lafiò Vdemane,ìlquale disfate 
te le no^e afandonò anebora le folennità Giudaiche. In quel mede fimo f 
po Maria repudiato Archelao, fi congiunfe a Demetrio ^ileffandrino dtna* 
tione Giudeo,®- affai rkco,imperò che atti bora prefitto del fate, & battuta 
di quello un figliuolo il chiamò ,A grippa . Ma ogni cofa di quefiifòttibnente 
dechiariremo poi. 

Di Terrone facce f[ore>& U madre ammainata* Cap, X. 
Morte T7 quello morì Claudio Imperatore, bauendo regnato i j .anni 8 mtft,e 
Ai Clan XS ìogiorni.. Egli e openione d'alcuni che fòfie fiato aueUnatodalamo* 
dio. Agrippina. ì l padre della quale Agrippina fu fratello Germano dì Ceftt 

reyìl cui marito fu Domitk Enobarbo nobilìffimo nomano, il quale morto la 
tei fe per moglie Claudio già dì molto tempo uedoua, hauendo un figliolo chia 
maio Ùomitio come ìlpadre , Claudio per lagtlofta d'agrippina amma'^ò 
lAmoglieMeffalinaJe laquale bauea battuto figlioli Britanko et Ottanta :ba 
tteuaantlwa un' altra figliola più attempata chiamata *4 ntoniaja quale ha 
ata battuta da la prima moglie chiamata Tetronia.Ottauia aduque lafposà 
a perone impero che cofi lipuofe nome poi che Ce fare l'adottò un figliuolo* 
Her' \Agflppim temUo. ée crefeim Brittanha non rkmfie il regno dal pai 



L I B \ 0 V ì G F. X 1 M 147 
drc y & volendo preparare i imperio alfuo0gliuolo y trattb la morte di Clan* 
dio, fi come ft ìtueaa.h'qiuik morto* difubitomandò gtirro-prencipe de la mi 
Ikìitiù- con e fiorii tubani de i liberti affai potenti, i quali menafferoda l'ef 
ferma ì^erone^i'adaraffkro come prencìpe, perone aduquearfitefto ma* e™ Jcl. 
do fatta imperatore aacletìò Britpaaìco nafcofamete t et ammal ia propria «di 
madre rendendoli quefìo dono i» eontvaeambìo,nonfolamtnte p il debito ma tom ' 
tcrno,ma auhora perche gli bmexdaiv ilprMpato.de fty.con kftte muchi* 
tiationi.^iiama'^ò anthora lafaa moglie Otfaui^,&tn dei bwmini notati, 
qmfi.l'auefiero uplvtabiftdìart, Ma.diqflocefso dime pia imperò chemolti 
ha a uà fcritto l'b 'Ilaria .di perone de t. qujttì alcuni per gratta, de fttoì benefici - ' 
51 curano de la, ne mà.Et di vi pur odk, & per ìnimiàtk c'baueano feto, cefi 
imprudentemente fifone auilitpatine le.bu.gie che mmifefìamttcfono degni 
di riprendane, hpurg nSfonpermerattigliarmìdi quelli i quali fi conofeana 
batter mentito di perone poi (beferìttendo ì fot ti de gli ante&ffori non pare 
vhabbhto oj fermio. k u mi à de thiRofu t bencbe no ft co nofcùno batter bai» 
Utoodio contro é loro efìqndo fiati affai dfipò queìilMa di quefìi, che non m 
km attendere a hi iterila de ? 1 fattoria (hkìedt<iftmere come mglhno.Mo 
tlranQgta ebf; ciògliè gmilftmo t fnanokkauendo ilpvopofttodela ueùùne 
sformiamo brevemente comprendere la perfezione ddprefente negoeio , 
mamftiiùmolc cofe accadute a noi Giudeì,nan lafcianda di manifcRare. &• 
le c-*lamità,&, le fecterità, .* 

De la Giudea piena dì ladroni^ di Sedatori delpo* 
polo,', Cap. . XL 



Tornerò adunate a narrare le fe'tagure de la nofìra gente^d primo an . 
no de Umperfo di perone mono ^y*%> % de gli £mtf incedette 
fuoJratcUonelp r inaf>ato i & jtniìobolo fglrolo d H erode t^ede U Calcìdh C £ 



Matto da l^rone pregete de l amenta mm^& donò ad grippa Ce An„ e , 
fare cena partedela Galilea de la tetrarchia di Ttberio,commUindo che li ■ A- 
foffefoggetta,& detteli la città Gìuliade pofia oltre il firn*, & i a utile at> 
tornoquella ,& cofe adunque d*Giudeifempre andavano di mal ìnpmh* !!> P !" 
impero chedimom b provincia fu piena d'uva ntoltituiiae dilaironi t & di 
nigrotaanthtbefeduceuano ilpopolo,De i quali oinigiorno pigliando Pél 
con i Udrùmgl'amma^aua,Etpiglibparhnete Eleazaro figliolo di Dkeo i. 
ho a tradimento, dandagltk fhde t cbe nonpatirebbe m*le akunodl perMe 
é uentre a ImJlquale legato mando a fyma et CefareMr battendo odio f i- 
ticeeontra tlpoteftceGto.nafa ì perebe da quello molte mite era ammonito 




gJOU*. 

tee 
ni* 

Fe~ 
a 
a 



'gouetnx 
ilq'ualt li parca 

fofteteimportunojmpcr* ebe è cofagmte sfrenare quelli the uogtkno nuo 
tere ttsrui. Vcrqtte&<t cattfa adunque Felice &n prom ijjiùne di moh i denari 

T.. ì mètjfc 



iitduffè un certo fideliffìmaamco dì Gionata chiamato Gioftfa di natine Gte 
rofolttaitano che mandale i ladroni foprs quello per darli tnotttJlqu a tc prt 
fa l' occhione a quefio modo ottenne l et fu* marte. .Afcr fero certi di loro à ■ l& 
città qua fi per adorare Dio portando le fpade fotta le ueHÌ , &mefcolatico't 
pupvh Camma %garono,U etti morte rimanendo fen^a uendetta p l'auenire 
con ogni fiducia di ladroni afcendtuano in le fefliuità, dibattendo lefpadc a- 
fcofìe t mFfcoldti (al popolo amma^rauano cbiuqueuoIttta.no de laro immisi. 
Molti Et non fittamente in altri luoghi della città. Ma anchora nel tempio ammali 
- c raaa alquanti* imptrocbe motte mite fiteeano otàftot^ non giudicando fare 
lì nel ' m P^ ta< ^ e alcuna, Ver hqnzl cqfa tniptrfmdo anihora che Iddìo inimitato, 
pio. * lanoSìraiittàilte mpiofi tome luogo immondo per lafua babita tiene dette 
a Rimani . Et per purgare la città lìndnfte fuoco , & feruitù «olendo c<t- 
ftigsire noi le mogli, & i figliuoli tonie frequenti calamità . Hor per Ope- 
ra dei ladroni empiutine la città dì qutfia ribalderia , & i nigromanri i[c- 
Autori pfuadeano il popolo ebefeguìfie loro a l'bercmo diee , do i che per diuìntt 
puidex* uoleuano dimojìrare fcgnì,tt prod!gtf,ct molti indutti a qfiapa^t 
putirono ilfopplieio. ìmperoche atc'oflaéaft a quejìo,da E elice furono puniti. 
Ut un serto Egitto p rofeta quaft fòdutote del popolo amma^ 
CC«to da Felice. Cap, XI!. 

1Ts{qUt§Ìot?po anc bora Henne un certo de l Egitto in Gierufalemt e èteen 
do che era profeta, & perfttafe la moltitudine pòpuiare cltf infame con 
ejio afeendefìero ilmontc Qlìuetopoflo per cantra a la città lontano cinque 
lladwyafìermmio tgli uohr indi mofirare come al fuo comandamento i mu - 
ri di Gierufalemm e cafra rebbono d'onde gli pvométteua dare lord àdito dVs. 
I , trare*ydÌto quello Felice' commando che ti faldati pìgliafìtro te arme . llche 
fìtto con molti a cannilo fatto un Ìmpeto da Gisrufaleme gli Henne adofìo r et 
quattrocento di loro amma^cò^et duceneoprefe nini. Ma l'Bgittio fi dette in 
fuga t & dì fpartte,bor un'altra mhsi ladroni htcitauano il popolo centra i 
lantani ,perfua dandogli che non doiteano fiorii foggetti t sjfajfìHsamm i & bm , 
giduano ìe uitle de quelli,cbe ficcano refiftentia. 

Della contentane nata in Cefarea fra i Giudei,& gli ^(finj, & 
de un'akrttfra ipontefici t & JhcevdotL De Felice anebora 
ateufato d'i Giudèi fa tendendo a quello Vanto 
Fefto. Cap, X I 1 1. 

Ffìa queSìo i Giudei habltatori delia Cefarea contra li Jlffiru per la m* 
vifduione delia città una tal feditìane fecero . imperò cbi Giudei dice 
vano effere primi, febei' edificatore di Cefarea tìcractefu di Battone Giù* 
deo<M* gli *4$*ij dmedefmo cosfeffundo d'Herode difettano pure che laCe 
fórca primitramitefit chamata Torre di $tratone t ct a l'bara niuno bitinta* 
core della atta era Giudee.Qu.tfte cofe adendo t pfetti delia proumch pìglio* 
ti l'autori de l t ttn<t t & l'altraparte li caWgsmm con bMuttre t jflwrfto 



I 1 B \Ù V 1 G t _S I M 0. 148 
m odo kbreue tempo vietarono la tempra della loro ^tteflìene.Hor Ut mo 
voi Giuda t hatihaurtù io U città confidmdofi m te nabe-^e, & pcrqtto 
éfprezzadogli Jtsfim ej&$Bfa*'*>>g<&**av» fwcar loro un altra uet- 
ta a difcordia,& quelli inferiori in denari, mafupmon mfapere effepdo m 
moki detti Cefarienfì>ede i scbafletù al folio de Rjtnam.Frapochigiorniin* 
giuriauano con parole i «Mei. Dipoi fi lapidarono l'ita l'altro per fin * tanto 
the molti feriti morirono, niente dì manca uinfero Ìgiudeì.Har uedendo Feii 
«e ìltmtrafio della guerra che era fra: loro, temendo pregatagli Gijtdei che 
cefafìero dalacoMefiiianejifuaUuon quietandoci, mandò ì faldati armati* 
& miti di quelli amtrta%*?>&' parecchi p refe uiui, & pmife eh fofierofac 
f leggiate le cafe d'alcuni pieni de molti danari da l'fptio defoldati, ma ì più 
modeffi de gindei,ft i più nobili di dignità temedoafcResfi,pregaroìio Fcli~ 
ce che reweaflcti faldati licentiando la moltitudine, & perl'aueniregli ha- 
ueffe compassione jlcbe Felice fi contentò di fare per liloro pricghi,& in q- 
Jio tempo il He ^{grippa dette il pontificato ad [fintele figliuolo di Siab , <&• 
napquefra gli pontefici contrai faterdoti »&} primati di Gkrufalemmedi- 
fcordia,de i quali tiafeuna adunando fqtta&eni dlhuomini proterui , & /è- 
ditiùftglipareua effere prewipc,& umuti a le mani s 'olt raggiavano l'uri Ì'~ 
4ttT0,&fì affogauatio conp'mre t & non era ehi gli probibiffe . Ma fi come 
mima città fen^agouerao con audace poteSià fateuanoqaefie taltofe, et iti 
tanfa impruden-^a,^* profontione etrano uentttii pontefici che perfumeuana 
unehsra maìtdare itoro feritori a te are,i quali pìgliafjèro le decime ebe toc 
cattano a facendoti. Del ebenefeguiua i facerdoti perlifero d'inopia. Cefi era 
prettaluta tafor^a degl'inquieti efiendo opprefìa la granita della giù Hitìa. 
Hot mandato da perone Tanfo F efio facce fore a Feti ce ,i primi della Giu- 
dea c'babitattttno in ta Cefarea uenneroi» Rpma per ateufarc Felice, llqual 
ftn-^a dubbio bartebbe potuto la pena per l'offe fa fatta a Giudei, fi perone 
tton gii haueffe ìtfato moka eompasftoneperpriegbi del fratello "PabxntCtil* 
quale al 'bora grandemente reiteriti a. 

Detta contendane fra gli sAsfir"u',&> Gittdeì,& de Berillo peda- 
gogo di, perone , & d'un certo nìgromante jedutore del 

popolo. Cap. XI III. 

tanto iprbutati degli Usfirij di Cefarea fcrìfero a BerBo pedagogo 
di perone , Unitale bauca l'officio foprai Greci t quello perfitaf ero 
fér lettere con molti denarì ebe dimandale da t^erone che gliferfoeffe ima. 
ietterà ne lagnategli intìmaffe cheti decreti delta ciuittàj quali eoa ì giudei 
haueano communi non pertenefieropm a giudei Berillo adunque pregò t'ita 
f tiratore & ótteme (hejtfcrìueffe una talrpiliola, taqualepure fu acca fio 
tie de motti mali a la nuftra gente . Imperocbe cotto fiondo li Giudei delia Ce* 
/area ai ebe era [tritio per gli jlsfirij fufikarotto tante feditione per fin 
ibtfm sedeffe la guerra. Y c'unto aauque Fefio tn la Giudea accadete che k 

T 4 p rouìncÌA 



bum jt^ricftir.je- cirnutc-nn 

prùumìaftdeua^amdai ladroni, & ^bbruggiaffern tu tte te tfitlè Th* a Jt 
che a i h orapwtcipatmnte abbandonando imicidratl,iqHali'ufiiuàiia fi 
felli fmilì a la grandetta delle fpade dégli'Pirft &m té putite adà 0 Ue 
deche fono lefpade deilQmantvla i quali antboMhebbero ìluocaboh ì sì 
carij rnbbatori.Horquciìi}tafcofamentemtfcolatì co l popola ne le fifìiuiti 
( fi tùmefopradkertmoydqudeconiieAiìia ala città per rèndere il culto a 
Dio,amma'^auano(bmque uoleuànoMelte uolteanchora ngn?do a le uff, 
U degli himki&li afsSffìnauano,^àbbrHggtatiàhoparime'te ogni cofa r f^ 
quefio i0ndoisfrmnti*póf$ittèrfk eofeéMWbittkiFejìo tnadò vna.mol 
illudine èbnomìnid cattalto i?f 

gannatò dàwUtrto nìgrómunle the protetteti lot&fùifètè,& ripofo dì tati" 
ti mali* [e contendefferofeguir lui nei deferto, fatto qkifio quelli (he furono 
mandati, fatto un e mpitoamma^zardtfo il feduttorej& gli fedititi* 
mi miro fabritàta ctrcM il tempio, & dclfacerdote \Anano 

I- Xtt qtictto tempo il l{ ? jgripp* fabrkohH'ed^ch di g¥$£*£Ì efiai 91 
liìpttb tycl palalo di Gh tufdiemé, prfflb àttheatto, UqUaté patate fa 
fhWnci tempi paffatidai figlinoli ^^dfàmoée&ipifìoin ddoluoco cniinen* 
te,ilquale ' anàfora e oferiua dilettatole affretto a quelli; i&é uvkano riguar- 
dare iti U (ìtià^d'ondt'il S^e incitata rifgttàrdatia quelle tofe^'ehefi ficcano 
Ttct tempio . QneRo uedendo i primati di Gierufoh mine l'bebbero molto p cr 
ftiale i impetocl/e non era ikito (he alcuno-, eccetto i fatt-tdóiì y rjfggdTdaffe 
quelle tofe (he fi faceÙAno^el tempio, tnaffmamentèqMffltift difpenfaiìano 
nè te cofi [Acre . Tctìkbe-edifìeartine unmvra attisfitno certa il luogo f pàtio. 
fb,ilquale era né l'intcriore parte del fèCràj io iter fo t 'occidente. Qtiefìo tati 
ro adunque non fittamente impedì l'afpemdd regal triclinio . Ma aneborà 1 
del portico occidentale sllqualeera »4 tempio ekeriore , otte folcano farti 
guardia per U tempio ne le feflìuhà . Ter qtièfto adttnqtu '.[degnatoti 8$ 
.Agrippa r & mas/imamente il prefetto Fello; gli eommanda che dettrttg- 
geffero di fitbìtù t'edificato muro , Ma quelli pregarono che Ufoffe conce f* 
Jo di manddte amba feiatori per àp a lattone dicendo che egli non farebbono 
'pia per itinere s alcuna parte del tempio fi defìmgeffe « M'bora permette»' 
do Fefìo,mandarono dieci deifuoÌprifrtari } dr tifarne ifmatle pontefice, & 
Helcbìa cnjìodedel ttforo, Hor perone udendo loro non folamente gli 
(antedétte perdono del fatto * Maanchora pernii fe che Pcdìficio rimatiefle, 
&eotteefJt queflQ benefìcio a la moglie "poppea , laquale fòpptlch religìofa* 
mente perigwdei,ilqnalc conmjandò (he lì dieci chenennero tornaffero , & 
retenne Herehia & Ifmaeteper óflaggi , Jt J% adunque eoftt, fcìutoqjk dtf* 
te ìlpottfìtatQ a Giofefo figliolo delpìtefìcc Simone, ilquale fi (ognotrnnaun 
Caddìsjm Cefare faputaiamertedi Feflo, mandò Mbìnopr e fidente ne t* 
Gkfo&Et il 1% di nimopmò Ghfcfo Mfmttftcmt&f^fmftiteefiort 



E 



jtntno faUMlo d-Jinano.Q^eflo^nanomaggiore. dicono tfìtrt flato f dm f 
g imperò che i Alinoli cbebebbc tutu fdrono ponte fa, hanUo Nftft 

t ii audace difetta Sed«ceo, llffff™ affai crudeli ptudi tintigli 
lltrìgiudei H& ìg^idiit come gtàbabhàm dubwato. 

Vi Gkcobo fratello del Signore lapidato {otto il pontefice Jta^Uj^k 
'primto del forttéjjcato rubbò kiofdefacerdoti & de là tefo- 

rea !UstBrttta>dr dìfeordia de lì pontefici- t&p.X V i, 
S fendo aduaqùe 14 nano dìqucfìk fitta yptfrfuadendoft bau e r trost irta 
„ tempo opportuno , morto Fello , & ^Albino eficndo per camino , ton- 
tocòil concilio degli Gindic't y et mettati alcuni a fe fleff offragli quali il fra- 
tello di le fu che fi dice CbriHù chiamato Gidcobo,q»aft facendo conerà U leg 
ge acéti fai Hf e " lapidare. Mg quelli thè p arcuano efiere modcjiìjjim della 
ciùài& che erano fotlicìti circa l'integri rà di: Ha leggerebbero mollo p ma~ 
le Àèftà C(tfit,et mandar ano nafeòfamente d ^pregandolo che fcriueffe mi 
un'ano indiò non facefjc fìmil cofe non hamndo ancbofktto bene là prima 
voltai alcuni di loro uencro anebora incontro ad jllbino, che nenia a d'^A 
leffandria^ep- t'emmaèflrarono no» tfferc lecito ad binano congregare il con 
ciglio se%a la pta uolStà-Et tAlb'mprauocato da le loro parole fcrìffe ad 
nano eòa ira mtriactìàitdo che gli farebbe portare la pena . "Pertiche r^jf- 
grippa Iellato luiidponteficato,ìlqualettemefi batteua tenuto, con/litui in 
ftio ttìvgo le fu figliola di DatùicòÙioYUenuto ^Albino in Iti città dì Gierufa- 
lemmi fi sformò eonogni prouidentia che la prOuinàa Jìefje in pace , & p q- 
fio amma^ltmoltidei miàdiaiL il Pontefice adurtq; dì giorno in giorno tre 
fceua in tno^rghrUì& erafàuorìto de i cittadini parìmente,& honora* 
to.lmpcrb Se tra ricco, & ogni giorno placaua ^Albino, & ipòjittfid coda 
ttiiliciiip. rltitori erano nfftti'mttttgnìj quali pratticandocon gli httomìnipro 
tertfìandasianoà le are de factt,detì)&piglìauatijfi le decime cottuiolentia , 
& non s attenendo dì dare morte '$ queliti che natigli dauano.ilibe anebora. 
gli altri pontefici facuana fimìgliànttmente , conte iferuitor idi quello, non 
effendo alcuno die gii probibifse . Ver laqttal coftt i facendoti , i quali per 
adìetro ftnodriuano delle detime,ali bora fi perìtianóde inopia. Di motto a- 
dunqtìeglt Sica* iincl tempo delia foi^nità di notte entra tì't'tt città pre fero un 
fcrlba def tftPgittraìo,E!ea%ttro figliolo dtl'poitllftce Anania é" legato lo ca 
ditfferofsordellàcìtta.nipoimandarcfà qnc 
fta conditione remadenbbono s luì il ftriba s'egli ì'per fuàdeffe ad ^Albino ebe 
iibcraffe dieci buoniinì,ì quali haueaprefo de li toro\& tenea legati. ^4(ìrct 
to Anania da nece$tdperfnafe ad albino chelfaceffeJltbefu principio di 
grandi sftmi mitlhìmperò the iladrwfempre t'ingegnavano di pigliare qual 



.... j DELLE ^TiTlCHÌT^ Girù^ictJK 
che ma de lì fer ultori d' 'Anania ,i quali non altrintentc U(j^it an0) gjg 
ueuano qualche uno de li Sicarij. Hor trefciuto il numero d'efji ptefag^* 
dittuQSi'i affìigeuano laprouittùs.In quefia tempo i/% ^igrrpp^ p'rfSJ*** 
Cefarea di pi lippa iti hanor-e di T^nroneta cbium yfronia,& crrò ^.'ft g 
liJpttuaUd tbeatro de iì Berilli fabricato con molli dana ri, facendo /m j 
«tìnsf^^Je imperoche date ai popolo gran *opìa difùrmento^^bi 
àstili* dì aglio , 0- parimente adornò tutta la città de la bellc^^di Unum 
& d'imagw degli antkbi>& qua fi tutto il regie fplcdore lui fi trasferì.?^ 
laqttal co fa trefcciia tetro quello iodio de ifòggetti,perciothe Iettata la pa- 
pa, da loro omaua ma città eftranea, Hor il figlialo di Gettonitele le fu jucce* 
dete nitpontejicato,e{fendopriuat.o le fu di Daneo de l' basare, & per qsieHo 
nacque fiditione fra l uno e l'altro. Ter ilebefactio raccolta ihwmini prtt 
ni } molte mite fi prouocarono fino a te pietre ,befìiemandafi prima .Ma JLna 
ria fttperaua qxellìtpertbe con le ricche^ i'abligaua tutti coloro, che era- 
no apparecchiati a toirdanari.EtelfendQCufìobaro t & Saul disagile regio t 
&per laparentelad'^Agrippa bauendoilfauore del popolo li eangregauano 
u.ì \à greatdifftma moltitudine apparecchiati f cioè di mbbure con uìalentia U 
libertà t & a larobba dipouerini; La donde alterne ebe U noftra città tra fui 
afflitta andando le cofefue di male inpeggio. 

De ti cantori , degli binai del edifìcio del tempio ,&dela 
città. Cap. XP il, 

V Derido adunque Mhìno che era mandato Caffio Fbro,cbe lifuccedef- 
fe, ualcudo gratificare i Gierofolimitani in qualche cofa , fear cerati li 
prigioni, ìquali erano fn%a dubbio alcuno degnìdi morte,commandò chefof 
fero amtna%xati ì & gli aliri,cbep poca cofa Rauano carcerati pagatoftlì li- 
berò ,ìn maniera che la carcere rimafeuacua dedelinqueti. Ma laproumciA 
fi riempì di ladroni, fra quetio tutti quelli che erano de la tribù de Letti can- 
tori degli hinni,perfuaferc il .Agrippa, ebe fatto il concilio gli concedere 
. ufare la ueiìe linea preffo afacerdoti) dicèdo efiere coueneuole a lafua d'igni 
td regia t che lafciajfc qualche memoria d'alcuna nottità, i quali impetrarono 
quel the dimandauano ■ Imperi cbe'dBgco'Uonfenfo dei primi del concìlio 
a i cantori de glibirmìconcejfe quella gratia,cbc dcpoiìa la prima uelle,ufaf 
fero la linea ft come hanno uoluto^Tutto il contrario de le paterne itggifìfa 
tetta lequali dijp/e^ate non potevano qttafinon disfìparft.^i l'hora dxque 
e/fendo già il tempo finito gli cittadini ttedendo che pia di dedotto mi- 
lk arteflci,non battendo dì operare uaeauano da la fatica bifigmfi d'onde re 
cenere mercede^ lìqaali cioè s amminìBraua il uitto da l'opera del te mpio t 
& non potendo riponete > danari per timore dei Romani, fatto concilia che 
s'h abbia cura degli artefici, & che foffe lecito più prefto fpendere ite fori à 
taro , quando che s'opera fiero un'bora foffero premiati,perfuafcr<ril Kg , the 
eleiuijkin maggiore altcT^t il portico oriemale,Era quello punico pojìo ne 

1 ette' 




IfilE m Z ZZZl^J&iPP* tftoàoùmt* cmmefr U cura del m 
co tutto d tempio. Ma il Ec^.i rt n '« c - >* , J , . c , f 

p iC ì CUudùgiudcanaodì^factk kdtfìmmttwh edifica. Ma tbt 
fS^0iSì & manente thta^^^H^Km 

«Utero pw fofi^w ^jf^ «*i«W,<S" * 
Meato fefii falìàolo di Gamaiitlejette quejlo boitore à Mathta di Tbcofifo 
dito lo cui pontificato bebbt principio la guerra de Istriani centra i Giudei, 

H catalogo dì tatti li pontefici de la Giudea, cominciando da 
furori per infilo a la diSìruttìone del tempio,^ del 
pr e fidente Floro. Cap, XV IH. 

NP,ccf[artogìudka,& alaprcftnte hiftorìa conueneuolc narrare fra 
ipttste cof'e de tpontefic hcome hebbero principio, a ehi fu permef* 
fi baue> e queHtfbo>iore>& quanti furono per in fino a U fine de la guerra,' 
"Primo di tutti dicono ^iaronfrateÙo di Mofè battere bautta il dittino ponte Nume* 
ficato,ì!quale morto immediate futeedettcroi figliuoli, & a gli altri loro fi- o> 
gli dinuoitofu diftribuito l'bottored'uno:onie è co fa legitima che ninno può <" B f « 
efier pontefice fi non b delfan%uedì t 4aron. Imperò che d'altro parentado,]} ^ 
henfofie^e non può battere HponteficatQ.F mono adunaste tuttigli pontefi* cl fo 
ci da jtaron(coft come babbiamodetto)per Jf no a tìitiaft. libale nel tempo Giudei. 
de U guerra ftt fattofontefice Hj.per difcordia,de i quali nel defeno,ncìtt* 
pi di Mofe efiendoil tabernacolo, Uqtak M»fì dedicò a Dio fin cbe'l popolo 
ueniffein la Giudea.Otie il Salomone edificò il ttpìa tredeci buomhi beb- 
beroilpontcfìcato, percìocbei primi pofiedeuano qttefia dìgmtàin ttttdtdipoi 
uiùedo avebora ftdatta lafucceffione.Ma quefìi tredeci deftendeuano d<t ÌA<t 
ron, pigliauano quefta dignità per facce f)ìoyic ; fu la ^public* deli Giudei 
prima (otto la potettà del popolo,dipoi fatto il principato d'uno, <fr ter^O fa 
pofìa fatto i t\e.fl tempo aduqtic nel quale queflltredeeibcbbrro il principe 
tò dal giorno quando ì padri noBrì abbandonarono l'Egitto guidandoli MoìfÉ 
pa'infvìoal'edìficathnedcl tcmpio,itqitale edificò fljf Simone ne la città 
di GìcrttfaUmme fu ftic(M0j& dodeci anni. Dopo quelli tredeci pontefici dì* 
ciotto altri bebbero quella poteflà dal tempo di Re Salomone in GierufaUttf 
me futeedendo l'un a l'attroper fina U umuta di Tjabucodoncjor h\ede la 
Babilonia alquale patio il campo centra la città abbrugiò il tempio % & U 
gente noflra menò in Babilonia, et menò captino il pòntéfttt tofedecb, lltt* 
po del pontificato dì qttefit ftt quattrocento feffantafei annìjei me fi, cr uin*- 
ti giorni, quando già i Giudei erano fottopojli a i iig.Hor paffati fettunta an* 
ni da U fatta Unmtà per i Bablkmfin %e de ì Ver fi concefic a li Giudei 

the 



t}>e de U Babilonia tornaffcro a la propria terra,& fmife che gli canini M& 
ficaficro il tempio. Quefti adunque fornati Sitane fu facto poufìcc,^. 2 If* 
paretado quindici altri pcjr infimo. al tempo del He Antioco, quaù f, c hJ" a 
ua Eupatore, bebbe qutfla digìhtà t & conutrfarono quattrocento ,<$. q ™ 
tordeciannine la popolate pote^à^ér *f f>'in*o iAnùoco r ìiqu*U babbianta 
predetta,^ Si fila preneipe de la fuamilitia priftorno Quia cognominato Mè 
miao dclppteficato i & l'ammalarono in Gerea,et fecero potificc lantbim 
Jet parentado di jlaxon,ma non di quefla cafa,& per quefla Onio cugino dtt 
defunto, & rcfercndoil nome det.padreuenuto in Egitto, & fitto atnicodi 
Ttolomeo di l } bi^>metore t di fua moglie Cleopatra perfida fe loro che ne U 
prefettura di Hcliopale edificaffero un tempio de Dio fimi te a quello di Gtcm 
falcmme,& ordinaffero luiin pontefice. Ma del tempio fhbricato nel Egitto 
motte uolte n'babbiamofparlato. Etloacbim battendo burnito itponteficato 
tre anni dipoi mari. ^4 cui ninno fuccedete, & per fette anni rimafe la eitti 
fcmypo ntffice. Di nuovo li defeendenti de iì figliuoli di <Afamonci attrthuci 
d-ft <Jj pei' turo lapotefià de iagenteipigUando l'ami contrai Macedoni fe- 
cero lonatban poteficeper j. antiquate morto a tradimento f> l'inganno di 
Trifone tft come di fopragià in un gerlo luogo b abbiamo narrato t bebbe (fue- 
tto honore Sin\ortc fua germano.^ quefla anelwa morto nel conuita per tra 
dimeta del genero fuccedete il figliuolo Hircano.llquaiepoi che (lete ndpon 
tfjkato trent'ttno anno > bebbe fu aeffore fuo figli tuffo *Ariìlebolo morendo in 
yecebie^jaMquale efiendo po*ti( ftce 1 & J^e impero che queflo uso primiera 
mente un'anno la corona, U fciò Herode fratello d\Aleffandro, la cui moglie 
jtlcff andrò pofe in regno fuo fratello ,Alefl^ndio.tt ^/fteffandro bauetido re 
gnato,et tenuto il pontificato uinte fette anni tmi%cammadando a la moglie 
tAlcfìandrtt efrefiaorénaffe il ponte fìce,la quale dette il pantefieato al fuo fi 
[tiuoto Hircano.Et ritenendo efìa il regno mue anni fini la ulta t il cui figlio' 
o Hircano a tempo tenne itponteficato, imperò ebe dopò la morte d\AÌrffan 
Ara li maffe guerra il fuo fratello v £rìfiobol<i,& ottenuta U uh tona rìmoue 
ite quello dal pontefica fo , & egli pofìedcueil regno , &fu pontefice. "t{d 
ter-zo anno, & tet\o mefe fmitmente del cui regi:? ttenenda Vampe a, &fit 
perando la città dì Gicrufiemme co forte combattimento , màiio lui ittftrme 
con li figliuoli legato a Rgma,& di nmuo restituì Hircano yclpontcfi;ato,et 
premifec'bauefst il primato de Ingente. Magli probibì tifare la corona, & 
bebbe Hircano qucìlapotcfià nentttre altri anni fupra lipriminoue. Hor Bar 
faf,imc,& l'acoro potenti de Vartbì,pafsati Eufrate > & pugnando cantra 
Hircano lo pigliarono,& fecero !{c Antigono figliuola jtnflMo . Slquale 
battendo regnato treanni,& trcmrft t Soffioct llerodctafsedìarono,& jtn 
tonio menatolo in jlat'mbìa l'ammainò , Et Herode efsendoli commcfso il 
regno da i Rimani non fece U pontefice del parentado d'^ifimoneo , ma det- 
ti- dyicjfa dignità a certti ignobilijqualifolamcrttc erano da ìfscerdot't , e e* 

tetto 



ì 



L I n V l G E S t M 0, i ; i 

(erto Jhì^obolo.lmp^ rà che M'imbolo figliolo dIltrcano t tlquale fuprefo 
tifi Vartbi fatto ponte ficep^teò Herodefuaforeila Maremme pertugile , 
Ver Uqud «tfhfi «rcflwijW il fiume del popolo perla memoria i'Hkemu. Di 
poi temendo che non di ttinafìero tutti ad MiSloboli fi ingegnò dijkfoctttfa 
a tradimento nuotando fi come gin babbiam» dettiamo. Dopo (fucilo a nin- 
no più delparentado djlftmoneo dette la potefià del pontificato jlftmigliei' 
te ancora fece jtrtbeltó figliolo di llerodeinfirc ì faecrdoti, &i Etmani px 
rìmente di pai ottenuto t'imperio fopra t Giudei, Tutti gli buomini adunque i 
quàti dal tempo di (erode per infimo che Tito abbrugiòjt t empio, & la città 
bebbìro il potè ficaio furono 19.il tempo de i quali fu cento,èr fette anni,de 
i quali alcuni uifstrù fiotto il regno ctHerode I & dclfuo figliolo UrcbeLto.THf 
pi labori e de i quali ogni co fa figoucrnaua con la potejlà del popolo , ilgo- 
mr no pure de la gente i pontefici l'otteneano.Queflo adunque detto degli po 
teftei bafìLHor (jieffio Floro madato da perone fuccedete ad Mbino, itqua 
le afftìfsc i Giudei co molti muli, imperò che era di natione Clafamo et bcùbe 
Una moglie chiamata Cleopatra , la quale efsendo amica a Toppca moglie di 
7^erowe,f t no manco maligna del marito,pcr fuo me^o ottenne il fio mari 
to quella dignità JlquaU Floro in tanto fu maligno,et impetuofo cerca tapo 
tcHi ebe per la grandezza de ij'uoimalij Giudei lodauano albino fi come 
loro bene fattore, imperò che egli nafeondea la malignità,?? quaft procedeva 
che non fofse /coperto da la turba. Geffio Floro adunque madato quafiper in 
frgnare l'iniquità cStra la noftragcnte con aperta malignità motlraua non p 
donando a rubbare,ne abbandonando il modo de l'ìngìufiofopplkìo.lmptrO' 
che era infieffibilc ad batter mifericordia, & dilguadagno cupido , il quale 
partecipava de lalsaffinamtto de ladrom,fcn'%a timore molti ucniuano a q- 
fìo et confidandofi ne la fua promiffione,de la lor falutc mite dubitauano. il 
che era molto da condoler e,ptr l'nqual co fa gl infilici Giudei nonpotedo fop 
portare la roina de i ladroni, erano sformati tutti partir fi da la proprie folcii 
tiità,& fuggici Acciò tbe più fieramente douunque gli fofse lecito con li fio* 
rafìkri babitafscro.Floro adunque fuyil quale ci fece far guerra eotra [^ma 
1 ^giudicando efsere meglio perire tutti ad un colpo, ebe a poco a poco t & co l 
tempo, Hcbbe adunque principio quefìagucrra nel fecondo anno de lamini- 
firatione di Floro, ey nel duodecimo anno de l'imperio dì perone. Ma tutte 
quelle cofe che noi fummo affretti fhre 0 patire le potrano faperc quelli ebe 
mrrantto leggeteli libri compiili da me de la guerra Giudaica. 

Qstìuì aàuquefktò fine de l'bifioria de f antichità, poi che comincia anebo ^ 
rafertuere la guerrajaquale opera contiene dal nafeimento del primo buo* ^ 
W,pcr infimo al duodecimo anno de l'imperio di Nerone, fior quelle cofe,cbe 
auennero a noi Giudei nel Egitto ^4fjìria,& Valcjlina,et quanto habbiamo 
patito dag^fjirij, & Babilonii, & quel che hanno fatto i Terfi i & Mace- 
4onij } & dopòquUÌ i S^mant,i}ttto t finto ferino a pieno fi come miptrfuam 

da 



BEILE a^TlCHIT^ GIFD^fìCflE 
do mi fon sforato ancboraconferuaì e la defaittinne dei poni rfici&iuali fu- 
toa fatti in dot mila anni, ftrisfi anchora ftv-^a errore fo fMccttfa^ ei ,I*' 
manifcftandola farà comterfatÌone s &ttita , & narrando fa poteri ^* 
le monarchie fi come contengono ifacri Uhi la deferii tione d'ogiM «i/à,ii the 
promifi di fare nei f> rincipio de l'hiBoria . D ko adunque con fidùcia efìenia 
Erodi ^ fi n * ta ^°P era c ^ ,c nilim "k™* benché batte fle bauuto la uolantA t ne Giu- 
none dì deo,nc forestiero ha potuto dichiarare queffa nrgocioagl't Greci eofifotiiiniz 
tìioftfo te.Tercbe bauendo da mici conterranei indubitatamente grandi ff ima erudi- 
rione de!U noflraproHÌncia t ho Radiato aneboraperfaperefa Greche lettere. 
"Pertiche imparai Ccfperimento de l'arte grammaticale, ma la. patria confut 
indine mi metà pò/federe l'integrìtd del proferire. Tot che appo noi non fono 
accetti queUhtbe fi conafeono batter la perititi di molti linguaggi Impmtbc 
c t fi filmano qtte fio officio tffer eommune nonfolamentealli liberi,ma anebo 
ra a ti fimi che uogliono,& giudicano quelli follmente efferefapienti, ìquali 
fa mio te leggi a compimento^ poffono interpretare la ttirtà delle [acre lette 
re. Ver ilche motti affaticando^ in quetìa ftudio appena dot o tre hanno di fi* 
bho acqitiftato il frittici delle far fatiche. Tip» far A forfè odfafo del miopa- 
rtnudo narrare e poi tattìone della atta folto brestità.lnauefio adunque fi 
cenila (ine di dire più oltre de? antichità effendo uittti libri di ciò , iqwali con* 
tengono fi ffanta mila utrfì, Etfe Dio concederà narrerò dì motto per difcorjò 
&tì eèttfa detta guerra, quelle che appartengono alprefente ttmpo t Uquate 
E ìi ili b terzodetìmo anno delprincipato di Dominano imperatore ,&<tme dalla 
Giofcfo pitn vittìuttà cinquanta fei hoprepoUo ancora di fcrinerc a uoilanaJlra f cioe 
mianJlo faf m ade t Giudei in quatti o t hit di Dio,& della ft f( tfo!ìantia ì & dille leg*. 
c"tttfy. & P ml} * cièptmeflo fore altro fecondo quella , & altro ci èprobibìto, 
p era . 



Il fine del Vtgefmo libio,&vlt'ma Libro delle Antichità 
Giudaiche di Flauto Giofefo .